Presentazione - Comune di Geraci Siculo
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Presentazione - Comune di Geraci Siculo
INTRODUZIONE L’avvenire appartiene a coloro che avranno la memoria più lunga, cioè la piena coscienza dei propri errori. (Nietzsche) Per capire che senso possa avere oggi, all'inizio del nuovo millennio, proporre una mostra sulle immagini della memoria e quindi del passato, tirando fuori dalle casce le foto sbiadite di un tempo che ormai vive solo nei ricordi dei nostri padri o dei nostri nonni, non si deve ricorrere alla malinconia del passato, ma alla curiosità e alla voglia di scoprire, fin dove possibile, il segno del trascorrere del tempo e gli insegnamenti che se ne possono avere per il futuro. Le immagini ci narrano del modo di vivere semplice ma dignitoso dei nostri avi, non certo privo di stenti e difficoltà, ma sempre nella continuità delle tradizioni religiose e popolari e nel rispetto del valore della famiglia, unica roccaforte contro ogni avversità. Ed è stato grazie alla fotografia che questo spaccato di vita è giunto a noi; la diffusione di questo mezzo, avvenuta sin dai primi anni del novecento, consentì infatti anche ai ceti meno abbienti di farsi ritrarre, cosa fino ad allora privilegio di pochi, e riuscì a documentare così questo vissuto, anche se non volutamente ed in modo certamente più obiettivo della pittura, unico strumento di rappresentazione dell'epoca precedente. Tuttavia il tempo lascia le sue tracce soprattutto sulle pietre di cui gli uomini si sono serviti per costruire le loro abitazioni e molte delle foto che abbiamo recuperato ci forniscono il volto di una città quasi irriconoscibile, dopo le grandi trasformazioni che l'hanno interessata nel recente passato. S"elle foto è ancora evidente l'impronta medievale della città, voluta dai Bizantini, dominata dagli Arabi, conquistata dai Normanni e infeudata per molti secoli dai Ventimiglia; impronta che in parte è stata cancellata con noncuranza per far posto ai comodi ritrovati della modernità. Un ulteriore aspetto sembra emergere chiaramente dalle immagini: l'armonia e il rapporto organico che le case stabiliscono con il luogo in cui sorgono; molte di esse, seppur costruite spontaneamente, mostrano una certa sapienza :ostruttiva, frutto del modo di abitare degli uomini del passato. Ricordiamo a tal proposito, come dice Heidegger, che " ... abitare è il modo con cui gli uomini stanno sulla terra, ... equivale a stabilire un rapporto con il luogo, ... abitare è costruire ... "; purtroppo il costruire contemporaneo si caratterizza spesso per la "sradicatezza" e per la mancanza del senso di appartenenza, mentre sarebbe auspicabile il recupero della vocazione del luogo stesso, cioè del genius loci o spirito del luogo, che tanto chiaramente sembra emergere dalle foto che vi proponiamo. Il significato ultimo di questa ricerca è dunque una ricostruzione dell'immagine complessiva della Geraci del passato, che si attua attraverso piccoli ma significativi frammenti: i ritratti delle famiglie, colte nei giorni di festa o nei momenti di vita quotidiana, e allietate dai loro numerosi bambini; le foto dei parenti emigrati in America.. spesso unico legame con la famiglia d'origine e testimonianza del benessere raggiunto; gli umili mestieri ormai scomparsi: i ricordi della vita militare, talvolta ultima effige dei giovani soldati non più tornati; le antiche tradizioni religiose: i resti delle mura di cinta della città, l'interno barocco della Chiesa Madre, ormai distrutto, l'originaria vara di S. Giacomo. ormai perduta; ed altro ancora. Vorremmo che il futuro avanzasse dentro l'incerto presente utilizzando la storia, la cultura e la memoria della nostra città; vorremmo poterla considerare un monumento nella sua interezza, monumento inteso nell’accezione originaria della parola, che dal latino monumentum vuol dire strumento per monere, cioè per ricordare o anche per ammonire. Giuseppe Antista e Carmela Musciotto . -8-