ottobre 2003 imp 5.0 enzo

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ottobre 2003 imp 5.0 enzo
PERIODICO TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE 2 SAVONESE
Anno IV - N. 3 - Ottobre 2003 - Aut. tribunale di Savona n. 919 del 28.03.2000 - Sped. in abb. postale 70%, L. 662/96 - Direz. Comm.le di Savona
Approvato il Piano Aziendale triennale 2003-05 dell’A.S.L.
I macro-progetti finalizzati a
miglioramenti strutturali, servizi
puntuali agli utenti, potenziamento
dell’emergenza
Pur in presenza di risorse sempre più limitate, l’obiettivo
è quello di soddisfare i fondamentali bisogni di assistenza
della nostra provincia.
Ubaldo Fracassi
Direttore Generale dell’ASL n. 2 Savonese
L’ASL n. 2 “Savonese” ha
approvato in veste definitiva il
Piano Aziendale Triennale
2003 - 2005, definendo gli
indirizzi strategici e gestionali
ed individuando le relative
Fonti di Finanziamento.
Il documento, rispondendo ai
principi di programmazione
budgetaria ed adattando alla
realtà provinciale gli indirizzi
regionali, rappresenta uno strumento progettuale ed allo stesso
tempo di gestione annuale dei
servizi sanitari resi alla popolazione savonese.
Le linee triennali di intervento
sono state predisposte in
accordo con gli obiettivi di
budget e nel rispetto della
compatibilità di bilancio.
Le specifiche aree di intervento riguardano:
- l’attività del governo aziendale
- l’area ospedaliera
- la medicina di base
- il dipartimento socio-sanitario
e riabilitativo
- il dipartimento per le dipendenze
- il dipartimento di prevenzione
- lo sviluppo del Sistema
Qualità
Il provvedimento deliberato il 7
agosto 2003 è stato in precedenza condiviso con le Associazioni
di Rappresentanza ed impletamento grazie all’apporto della
Conferenza dei Sindaci delle
Zone socio-sanitarie.
Gli assi portanti del triennio
possono essere riepilogati nei
seguenti macro-progetti:
A) Interventi di miglioramento strutturale (messa a norma
secondo i requisiti di accreditamento e di eccellenza; avvio
della telemedicina mediante il
cablaggio delle principali sedi e
collegamento dei medici di
medicina generale; valorizzazione del patrimonio immobiliare; consolidamento strutturale
Ospedale S.M. Misericordia di
Albenga; adeguamento tecnologico blocco operatorio di Cairo
Montenotte).
B) Miglioramento dell’accessibilità degli utenti ai servizi (prenotazioni esami specialistici tramite farmacie,
Medici di Medicina Generale
(M.M.G.) e call-center; completamento locali libera professione Ospedale S. Paolo e
Cairo Montenotte; potenziamento dell’assistenza domiciliare; incremento della campagna vaccinazioni; organizzazione del Polo Oncologico).
C) Potenziamento del sistema di emergenza e cure primarie (miglioramento ambulatorio “codici bianchi” di
Pronto Soccorso; incremento
degli spazi e delle strutture
ricettive di primo soccorso;
incremento sui 4 ambiti del
servizio di automedicali ed
integrazione funzionale con il
118; attivazione dell’osservazione breve presso l’Ospedale
di Albenga e della guardia
sulle 24 ore dei tecnici di
radiologia e di laboratorio).
Oltre ai nuovi progetti sopra
evidenziati, sono confermate
le attività volte a garantire il
soddisfacimento dei livelli
assistenziali ed al miglioramento della qualità delle cure
e dei servizi resi.
Il Piano si propone pertanto di
soddisfare pur in presenza di
risorse sempre più limitate, i
fondamentali bisogni di assistenza conciliando la necessità
di risparmio con il sempre più
elevato grado qualitativo dei
servizi resi.
Nelle pagine seguenti sono
riportate le tabelle dei singoli
obbiettivi aziendali ed il riepilogo economico dei costi a
copertura dei progetti da attivare nell’anno 2003 è nella
tabella in basso.
FONTI DI COPERTURA DEL PIANO AZIENDALE TRIENNALE
(IMPATTO SULL’ESERCIZIO 2003)
A CARICO ASL 2
FINANZIAMENTI REGIONALI
FONDI MINISTERIALI
TOTALE
€ 3.909.336
€ 515.833
€ 46.481
€ 4.471.650
Sommario
- Ecco l’automedica
“Sierra 4”.......................5
- La chirurgia laparoscopica del colon al “San
Paolo” di Savona............6
- La prevenzione del tumore al seno........................8
- Prevenzione suicidio e
telefono amico..............10
- Semplificate le modalità
di prescrizione dei farmaci oppiacei....................12
- Eliminazione del morbillo
e della rosolia congenita.14
- Il gioco d’azzardo può
diventare una vera dipendenza patologica...........16
- Il centro prelievi di via
Don Bosco....................17
- L’importanza strategica
della citodiagnostica....18
- La vigilanza delle piscine
ad uso natatorio............20
- Il successo del corso di
aggiornamento sull’elisoccorso........................22
- Grande interesse per il
Convegno su: “La relazione d’aiuto: una speranza per il vivere quotidiano”................................23
- “Alassiosalute” sta creando un Centro Sanitario
Polifunzionale..............24
- Ecco la nuova sede
dell’Unità Operativa
Oncologica Medica del
“San Paolo” di Savona..25
- In quattrocento al “San
Paolo” in festa..............26
- La prevenzione oncologica iniziata a Savona da
Pietro Bianucci.............27
- I lavori di ristrutturazione
del Poliambulatorio di via
Collodi e dell’edificio per
gli uffici del Servizio
Veterinario di Savona...28
n. 3 • Ottobre 2003
Area di intervento:
ATTIVITA’ DI GOVERNO
DELLA MISSIONE AZIENDALE
Obiettivi
2
Unità
Operative
coinvolte
Project
Manager
(Capofila)
Progetto Telemedicina:
Tecnica
cablaggio dei tre presidi ospe- S.I.A.
dalieri
Traverso
Carta dei Servizi:
U.Re.P
Patto tra Azienda ed
Associazioni ai sensi dell’ Atto
aziendale
Pallanca
Trasferimento degli uffici
amministrativi siti in via
Paleocapa nei locali del
Padiglione Vigiola (Valloria)
Sanità Notizie
Piano aziendale triennale 2003-05
Tecnica
Branchetti
Dir.Medica
Dir.Gestionale
Approvvigion.
Tempi di
attuazione
previsti
2003
2003
2003
Alienazione Patrimonio:
Aff. Generali Antoniol
rendicontazione, valorizzazione Tecnica
dei beni aziendali e attivazione
strumenti operativi per l’alienazione
2003
Recupero ticket su prestazioni Dir.Medica
di Pronto Soccorso “codici
Dir..
bianchi” e prestazioni differi- Gestionale
bili
Furfaro
2003
Progetto regionale Information S.I.A.
& Communication Technology Tecnica
Bernat
2003/4
Messa a regime del sistema di
contabilità economica legato
agli obiettivi aziendali ed al
budget generale e per Unità
Operativa (C.d.R.)
Balbi
2003/4
Sviluppo C.U.P.A. provinciale S.I.A.
con tecnologia WEB ed intro- Medicina di
duzione della SMART CARD Base
per gli utenti del sistema
Bernat
Programma adeguamento tec- Tecnica
nologico, a termini di legge e
gestione del patrimonio strumentale
Traverso
Aumento dell’offerta in area Dir. Medica
chirurgica per ridurre le
Dir.
“fughe” con particolare foca- Gestionale
lizzazione sull’area ortopedica
Bellasio
Estensione collegamento progetto telemedicina ai presidi
territoriali ed ai Medici di
Medicina Generale.
Bernat
S.I.A.
Tecnica
Marketing interno aziendale: Marketing
valorizzazione ownership (libro
ospedale S. Paolo)
Storti
Obiettivi
Attivazione dipartimenti
2003/4
2003/4
2003/4
2003/5
2003/5
Unità
Operative
coinvolte
Dir. Medica
e UU.OO.
interessate
Project
Manager
(Capofila)
Tempi di
attuazione
previsti
Piazza
2003
Attivazione n. 10 posti letto di Dir. Medica Piazza
riabilitazione ospedaliera post- Dir.Gestionale
ricovero
S.S.R.F.
UU.OO. interessate
2003
Organizzazione del Polo onco- Dir. Medica
logico con il coinvolgimento di e UU.OO.
tutte le UU.OO. interessate
coinvolte
Piazza
2003
Compartimentazione ai fini
della prevenzione incendi
interni locali Ospedalieri
Branchetti
2003
Piazza
2004
Dir. Medica Piazza
UU.OO. interessate
2004
2003
Rendicontazione trimestrale
Gestione
Balbi
dei dati di contabilità analitica Econ.–Finanz
per Unità Operativa (C.d.R.) .
Gestione
Econ.Finanz.
S.I.A.
Area di intervento:
OSPEDALE SAN PAOLO DI SAVONA
Tecnica
Dir.
Gestionale
Serv. Prev.
Prot
Dir. Medica
Ampliamento spazi e funzioni Dir. Medica
del Pronto Soccorso
Dir.
Gestionale
Tecnica
Attivazione Dipartimento
Materno Infantile
Hospice: progettazione e realiz- Tecnica
Branchetti
zazione nell’area ospedaliera Dir. Medica
Dip A.S.S.R
2004/5
Attivazione locali ambulatoriali e degenziali per libera professione intra-moenia (casa di
salute) all’ 8° piano S.Paolo
2005
Dir. Medica
Dir.
Gestionale
Tecnica
Piazza
Area di intervento:
OSPEDALE SAN GIUSEPPE DI CAIRO
Obiettivi
Unità
Operative
coinvolte
(Capofila)
Tempi di
attuazione
previsti
Furfaro
2003
Completamento divisione di Dir. Medica Furfaro
riabilitaz. funzionale costituito Dir.
da 14 p.l. ordinari e 4 per atti- Gestionale
vità di day-hospital
Approvvigion.
D.R.R.F.
2003
Spostamento dell’attuale sede e Dir. Medica
ampliamento del servizio obi- Dir.
torio
Gestionale
Tecnica
Furfaro
2003/4
Adeguamento tecnologicoDir. Medica Furfaro
strutturale del Blocco operato- Tecnica
rio
Approvvigion.
Serv.Prev.Prot
2003/4
Completamento ed accorpaDir. Medica
mento rete Ambulatoriale per Dir.
attività istituzionale ed intra- Gestionale
moenia
Tecnica
Approvvig.
2003/4
Integrazione funzionale del
Servizio 118 con Pronto
Soccorso
Dir. Medica
118
Project
Manager
Furfaro
Sanità Notizie
Area di intervento:
OSPEDALE S.M. MISERICORDIA
DI ALBENGA
Obiettivi
Unità
Operative
coinvolte
Project
Manager
(Capofila)
Tempi di
attuazione
previsti
Trasmissione progetto definiti- Tecnica
Branchetti
vo del nuovo ospedale
Dir.Medica
Aff. Generali
2003
Due letti di osservazione pre- Pronto
ricovero per il pronto soccorso Soccorso
Anestesia
Chirurgia
Abregal
2003
Dipartimento chirurgico ad
intensità di cura
Falchero
2003
Attivazione all’interno del
Chirurgia
Dipartimento chirurgico di
Day Surgery – ricovero di ginecologia - urologia
Falchero
2003
Due letti ad alta intensità post Anestesia
intervento chirurgico
Chirurgia
Barabino
2003/4
Attivazione impianto pace
maker definitivo
Bellotti
UU.OO.
Chirurgiche
Cardiologia
Anziani
Tecnica
Approvvig.
Affari
Generali
(Capofila)
Modenesi
Tempi di
attuazione
previsti
2003
Potenziamento cure domiciliari Consultoriale Pregliasco
Anziani
Modenesi
Personale
2003/4
Trasferimento sede consultoriale di via San Lorenzo a ex
Magrini (locali comunali) e
apertura nuova sede di via
Chiappino
2003/4
Tecnica
Branchetti
Consultoriale
Affari
Generali
Prosecuzione lavori di ristrut- Tecnica
turazione e ripristino RSA
Anziani
Santuario (SV)
Approvvig.
Personale
Affari
Generali
Branchetti
2003/4
Attività riabilitative disabili
motori d’intesa con A.O. S.
Corona
Disabili
Pregliasco
Unità Spinale
2003/4
Attivazione Centri Diurni
socio-riabilitativi per disabili
Disabili
Affari
Generali
Pregliasco
2003/4
Potenziamento posti letto RSA,
con particolare riferimento alle
zone carenti e/o convenzionamento con strutture.
Anziani
Affari
Generali
Tecnica
Serv. Prev.
Prot.
Modenesi
2003/5
Utilizzo struttura per disabili
località “La Pace”-Albisola
Superiore (SV)
Disabili
Affari
Generali
Tecnica
Pregliasco
2003/5
2003
2) Miglioramenti strutturali
del blocco operatorio
Tecnica
Dir.Medica
Branchetti
2003
3)Sistemazione locali del piano Tecnica
terreno ala vecchia per ambulatori e altre strutture di servizio
Branchetti
2003/4
Potenziamento dell’emergenza Dir.Medica
ospedaliera attivando guardia Lab. Analisi
tecnico di radiolo- gia, tecnico Radiologia
di laboratorio sulle 24 h.
Furfaro
2003/5
Area di intervento:
MEDICINA DI BASE
Tempi di
attuazione
previsti
Estensione punti di prenotazio- Medicina di
ne Cupa anche negli studi dei Base
Medici di Medicina Generale S.I.A.
Agosti
Sperimentazione Budget
Medici di Medicina Generale
legato alla quota capitaria
(diagnostica, farmaceutica,
ricoveri ospedalieri, ecc…):
art. 86 legge finanziaria.
Direttori di 2003/4
Distretto
Distretti di
Zona
S.I.A.
Medicina di
Base
Attivazione di un’unità speciale residenziale per la cura dell’anziano con decadimento
delle funzioni mentali (Modulo
Alzheimer) c/o R.S.A. di
Alassio
Project
Manager
2003/2004
Branchetti
(Capofila)
Unità
Operative
coinvolte
2003/4
Tecnica
Project
Manager
Obiettivi
Modenesi
1) Tetto e facciata
Unità
Operative
coinvolte
Area di intervento:
DIPARTIMENTO SOCIO SANITARIO E RIABILITATIVO
Iniziative a favore dell’assisten- Anziani
za dell’anziano affetto da
demenza (Progetto ministeriale)
Consolidamento di alcuni servizi attuale sede:
Obiettivi
n. 3 • Ottobre 2003
Piano aziendale triennale 2003-05
2003
Area di intervento:
SERT
Obiettivi
Unità
Operative
coinvolte
Interventi di prevenzione nelle Se.R.T.
scuole
Strutture
Project
Manager
(Capofila)
Tempi di
attuazione
previsti
Romani
2002/3
Romani
2003
(già operativo)
Interventi di prevenzione sul- Se.R.T.
l’uso delle “nuove” sostanze
Malattie
rivolti alla popolazione giovaniInfettive
le.
2003/5
II° fase del progetto di preven- Se.R.T.
zione dell’abuso alcoolico nella
popolazione giovanile over 14
Romani
2003
Progetto ospedali di comunità Medicina di
(ampliamento agli ambiti 1, 2, Base
3)
Anziani
Agosti
2004/5
Progetto abbattimento, mante- Medicina di
nimento, liste di attesa: moni- Base
toraggio e riduzione soglia al
di sotto dei 30 gg. per tutte le
specialità.
Agosti
2003/5
Valorizzazione del rapporto
Medicina di
con i Medici di Medicina
Base
Generale: Gestione dell’urgenza differibile
Agosti
(già operativo)
Accreditate
3
n. 3 • Ottobre 2003
Piano aziendale triennale 2003-05
Sanità Notizie
Area di intervento:
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
Obiettivi
Unità
Operative
coinvolte
Project
Manager
(Capofila)
Tempi di
attuazione
previsti
Attività mirata alla prevenzio- PSAL
ne infortuni
Oreste
2003/4
Mantenimento e/o incremento Igiene
risultati ottenuti con la campa- Pubblica
gna vaccinazioni anno 2002
Briata
2003/5
Analisi mirate per l’identifica- Igiene
zione di fattori di rischio che Pubblica
possono aver determinato alcune delle differenze sanitarie
emerse dallo studio epidemiologico
Briata
2003/5
Collaborazione con le Assoc. Veterinaria
Protezionistiche per l’incremento delle sterilizzazioni degli
animali randagi mediante allestimento di idonei presidi veterinari in ciascuno degli Ambiti
territoriali
Piacenza
2003/5
Potenziamento dei controlli per Veterinaria
BSE sugli allevamenti bovini.
Piacenza
2003/5
Monitoraggio della situazione Veterinaria
sanitaria delle popolazioni avicole urbanizzate
Piacenza
2003/5
Prevenzione delle malattie tra- Igiene
smesse dagli alimenti : attività Alimenti e
di informazione ed educazione Nutrizione
sanitaria
Scotto
2003/5
Monitoraggio della situazione
igienica e di sicurezza degli
istituti di istruzione materna
ed elementare
Piacenza
Scotto
Briata
Oreste
2003/5
Veterinaria
Igiene
Alimenti e
Nutrizione
Igiene
Pubblica
PSAL
www.asl2.liguria.it
U.Re.P.
Area di intervento:
DIREZIONE SANITARIA AZIENDALE
Obiettivi
Sviluppo del Sistema di
Gestione per la Qualità
4
Unità
Operative
coinvolte
Direzione
Sanitaria
Aziendale
UU.OO. coinvolte
Project
Tempi di
Manager attuazione
(Capofila) previsti
2003/5
Ufficio Relazioni con il Pubblico
Via Collodi, 13 - 17100 SAVONA
terzo piano lato Uffici Amininistrativi
Tel. 019 840 5296 • Fax 019 840 5297
e-mail: [email protected]
orario:
da lunedì a venerdì
dalle ore 9,00 alle ore 13,00
Sanità Notizie
Il 5 luglio è entrata in servizio l’automedica “Sierra 4”, voluta dall’ASL 2
savonese, per affrontare le emergenze
sanitarie che, nel periodo estivo, quando la popolazione del comprensorio
finalese, per l’afflusso di turisti, passa
da 60 mila persone a circa 300 mila,
impegnano in maniera sempre più gravosa i volontari delle pubbliche assistenze.
Si tratta di un servizio sperimentale del
118, non ancora attivo 24 ore su 24,
limitato ai fine settimana sino alla fine
di settembre dalle ore 8 alle 20, con la
prospettiva di essere riproposto nei
periodi “caldi” anche invernali. Verrà
infatti affidato ai tecnici la valutazione
dei dati per verificare l’effettiva utilità
del servizio sulla base delle chiamate e
sulla tipologia degli interventi, considerando la vicinanza dell’A.O.S. Corona,
ospedale di interesse nazionale con un
Dipartimento di Emergenza di II livello, secondo solo all’A.O. San Martino
di Genova.
Nel periodo estivo il servizio ha rappresentato una garanzia in più per gli utenti, grazie ad una migliore presenza sul
territorio in particolare con la possibilità di fare intervenire (con base
dall’Azienda Ospedaliera di Santa
Corona) un’autoambulanza attrezzata,
con a bordo un medico rianimatore e un
infermiere che arriveranno in aiuto dei
militi delle pubbliche assistenze per
prestare il primo ed efficace soccorso
alle persone che ne hanno necessità.
All’iniziativa di attivazione di “Sierra
4” hanno aderito e lavorato, affinché
questo servizio fosse attivato il più presto possibile, le Croci Bianche di Noli,
Varigotti, Finale Ligure, Calice, Borgio
Verezzi, Borghetto S. Spirito, la Croce
Verde di Finalborgo con la collaborazione della Croce Rossa.
Tutti i militi sono addestrati e periodicamente prendono parte a corsi specifici e dopo aver frequentato un apposito
corso, con un severo esame teorico/pratico finale, possono utilizzare il defibrillatore in dotazione anche alle ambulanze.
Per far fronte a questa crescente richiesta di interventi di primo soccorso, ogni
pubblica assistenza è alla costante
ricerca di nuovi volontari e la loro funzione, coordinata dalla Centrale operativa del 118, è sempre fondamentale
negli interventi di urgenza.
n. 3 • Ottobre 2003
Soccorso pubblico
Si tratta di un servizio sperimentale del “118” non solo
estivo ma forse anche nei periodi “caldi” invernali.
Ecco l’automedica “Sierra 4”
per i trecentomila presenti
nel comprensorio finalese
All’iniziativa hanno collaborato le Croci Bianche e Verdi
di Noli, Varigotti, Finale, Calice, Borgio Verezzi, Borghetto
S.S. Finalborgo e la Croce Rossa.
Massimo Vecchietti
Direttore del Dipartimento di Emergenza dell’A.S.L. n. 2 Savonese
Sede
Dati Interventi Automediche
1 Giugno - 14 Settembre
2002
2003
Savona
Albenga
Cairo
Pietra*
978
680
290
–
1019
688
281
118
* operativa solo nei giorni festivi e prefestivi dalle ore 8 alle ore 20
Patologia riscontrata
Cardiocircolatoria
31 %
Traumatica
21,5 %
Altra Patologia
18,3 %
Neurologica
12,4 %
Respiratoria
9,6 %
Psichiatrica
3,2 %
Intossicazione
2,1 %
Etilista
1,2 %
Neoplastica
0,7 %
Criticità riscontrata
Non critico
1,14 %
Poco critico
7,84 %
Mediamente critico
57,76 %
Molto critico
33,26 %
Fonte: Archivio del “118”
5
n. 3 • Ottobre 2003
Fino a 10 anni fa la chirurgia addominale richiedeva un’estesa incisione per
l’esecuzione degli interventi e periodi
di degenza e convalescenza lunghi.
Attualmente in alternativa alla chirurgia tradizionale viene usato un nuovo
approccio più gentile al malato, tanto
da essere definito mini-invasivo. La
tecnica chirurgica laparoscopica è
infatti tra le più moderne innovazioni
che si siano affermate in chirurgia.
Essa permette l’esecuzione degli interventi sugli organi addominali con l’utilizzo di una telecamera miniaturizzata
e di sofisticati e specifici strumenti,
attraverso piccole incisioni cutanee
della lunghezza di circa 0,5-1,5 cm.
Negli interventi di chirurgia laparoscopica colica spesso è necessario eseguire un’ulteriore incisione di circa 7-8
cm per estrarre le parti anatomiche
resecate. Tale, taglio “accessorio” o “di
servizio”, viene solitamente fatto a
livello sovrapubico.
Chirurgia del colon:
tipi di incisione
6
I vantaggi di tale approccio rispetto alla
chirurgia “aperta” vanno da un minor
trauma chirurgico, con ridotta risposta
infiammatoria, ad una minore disfunzione respiratoria e minor dolore postoperatorio. Ciò determina oltre a benefici in
termini di qualità di vita, una conseguente riduzione delle complicanze broncopneumoniche, cardiocircolatorie e di
ferita. L’ospedalizzazione risulta dunque
più breve rispetto ai pazienti operati in
chirurgia tradizionale con un più rapido
recupero delle normali attività. Vi è poi
un miglior risultato estetico dovuto a
cicatrici più piccole, talvolta impercettibili. Per tali motivi la chirurgia laparoscopica ha avuto una rapida e crescente
diffusione in tutte le unità chirurgiche del
territorio, rimanendo però spesso relegata a procedure di base, come la colecistectomia, l’appendicectomia e le laparoscopie diagnostiche e/o stadiative. Ciò
anche perché dal punto di vista tecnico la
laparoscopia è una disciplina chirurgica
complessa, che richiede tempi di apprendimento lunghi e che necessita di grande
esperienza professionale. Indispensabile
inoltre, in caso di interventi complessi
come quelli di chirurgia colica, uno specifico e costoso strumentario composto
da ottiche sofisticate, moderni bisturi ad
ultrasuoni e radiofrequenza, avanzatissimi sistemi di sutura e fissazione dei tessuti.
Presso l’Unità Operativa di Chirurgia
Generale dell’Ospedale San Paolo di
Savona fin dai primi anni ‘90 abbiamo
scelto di impiegare la chirurgia laparoscopica non solo per gli interventi di
base suddetti ma anche per interventi
Sanità Notizie
Metodologie mini-invasive
Un’innovativa opzione terapeutica nel Reparto diretto dal
dott. Paolo Cavaliere
La chirurgia laparoscopica del
colon al S. Paolo di Savona.
Una realtà consolidata
dall’esperienza
L’applicazione di nuove e moderne tecnologie ha consentito un aumento della qualità delle prestazioni offerte.
Angelo Schirru
Dirigente Medico Struttura Semplice di Chirurgia Mini-invasiva dell’Ospedale S.Paolo di Savona
Davide Cavaliere
a
Medico Borsista 2 Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale,
Università di Genova
che richiedono tali tecniche e tecnologie avanzate come quelli appunto per il
trattamento delle patologie benigne e
maligne del colon. Questa è da sempre
considerata una chirurgia avanzata sia
con approccio laparoscopico che tradizionale. Infatti è caratterizzata da
momenti tecnicamente molto delicati e
difficili. Dopo il tempo demolitivo è
necessario ricostruire la continuità
intestinale mediante ricucitura dei due
monconi. Tale sutura può essere eseguita a seconda delle condizioni o dell’abilità del chirurgo sia manualmente
che con specifiche cucitrici meccaniche. L’uso di queste suturatrici è parti-
colarmente utile in caso di tumori del
retto basso e ci ha consentito di ridurre
sensibilmente il sacrificio dell’apparato sfinteriale anale. Inoltre le nuove
conoscenze sull’anatomia dei plessi
nervosi ci hanno permesso di ridurre
drasticamente alcuni disturbi di natura
sessuale (impotenza) ed urinaria
(incontinenza). La confezione di una
“stomia provvisoria” (deviazione o
“sacchetto”) di protezione dell’anastomosi intestinale attualmente viene
riservata solo a particolari casi in cui
non vi siano condizioni di sicurezza
sufficienti a garantire la tenuta della
sutura. Nei casi di neoplasie maligne
Chirurgia tradizionale.
Chirurgia laparoscopica.
Sanità Notizie
Interventi di chirurgia
colica eseguiti in laparoscopia presso la Chirurgia
Generale di Savona:
• Emicolectomie destre e
sinistre
• Resezioni segmentarie del
colon
• Resezioni del retto
• Amputazioni addominoperineali
• Deviazioni coliche
• Colotomie
• Raffie per perforazione
“avanzate” l’intervento chirurgico
viene spesso preceduto o seguito da un
trattamento
radio-chemioterapico.
All’Ospedale San Paolo di Savona da
tempo sfruttiamo gli schemi terapeutici più innovativi e che forniscono le
garanzie maggiori secondo protocolli
internazionali in termini di qualità e
durata della sopravvivenza. Va comunque sottolineato che la laparoscopia nel
colon viene utilizzata come approccio
alternativo alla chirurgia tradizionale
mediante procedure ed accessi differenti in grado però di eseguire quanto
già codificato e standardizzato negli
interventi classici. Le indicazioni e i
principi della Chirurgia, sanciti da
secoli di esperienze e studi, non sono
quindi cambiati: l’operazione laparoscopica è identica a quella tradizionale
salvo che manca l’apertura e la chiusura di ampie ferite chirurgiche.
Le indicazioni più frequenti nell’ambito
delle patologie coliche benigne (accettate e provate da numerosi ed autorevoli
studi scientifici) sono rappresentate dai
polipi e dai tumori benigni non asportabili endoscopicamente (cioè in corso di
colonscopia), dalle complicanze di
malattie infiammatorie croniche dell’intestino, dalla malattia diverticolare del
colon e dal prolasso del retto. E’ più
recente la validazione scientifica della
laparoscopia nel trattamento dei tumori
maligni del colon e del retto. In questi
casi la scelta chirurgica va comunque
adottata in seguito ad una valutazione
multidisciplinare (chirurgica, oncologica, e radioterapica) talvolta nell’ambito
di trattamenti multimodali (radioterapia
associata o meno a chemioterapia pre- o
post-operatoria, e chirurgia).
Esistono però anche delle controindicazioni alla laparoscopia che possono
essere schematicamente distinte in
assolute e relative. Quelle assolute
impongono la scelta chirurgica tradizionale. Ciò vale ad esempio nel caso
Metodologie mini-invasive
n. 3 • Ottobre 2003
La laparoscopia ossia la
chirurgia video-assistita
Gli strumenti del chirurgo
scorrono attraverso incisioni di pochi centimetri.
Le operazioni vengono eseguite osservando le immagini trasmesse su un monitor.
Ciò consente una visione
ingrandita e magnificata
degli organi interni, limitando al minimo il trauma
parietale.
di pazienti con gravi problemi cardiologici o respiratori, turbe emocoagulative e tumori localmente avanzati.
Controindicazioni relative fanno invece preferire l’approccio tradizionale
anche se non in modo categorico. E’ il
caso ad esempio del grave sovrappeso
o di precedenti interventi chirurgici
addominali.
Parlando di chirurgia laparoscopica
bisogna anche introdurre il concetto di
“conversione”: con tale termine si
indica il passaggio obbligato da un
intervento laparoscopico ad un intervento con accesso tradizionale. Le
cause che determinano tale scelta possono essere dovute ad impossibilità
tecnica a proseguire l’operazione con
metodica mini-invasiva, o per il subentrare di complicanze operatorie non
gestibili in maniera sufficientemente
sicura con tale accesso (per esempio
gravi sanguinamenti o lesioni viscerali). Nelle circostanze sopraccitate l’intervento viene comunque portato a termine mediante un’ampia incisione
cutanea e muscolare come si farebbe in
chirurgia “aperta”.
L’anestesia è generale con intubazione
oro-tracheale in tutti i casi, come in
chirurgia “aperta”. La laparoscopia
necessita infatti del rilasciamento
muscolare per facilitare l’insufflazione
di anidride carbonica, gas utilizzato per
distendere l’addome creando una campana. Solo così è possibile avere la
visione degli organi addominali e ottenere lo spazio necessario per operare.
L’esperienza Savonese
Presso la nostra U.O. di Chirurgia
Generale dell’Ospedale San Paolo il
numero di pazienti selezionati per la
laparoscopica è aumentato negli anni in
maniera progressiva. Nell’ultimo anno è
addirittura raddoppiato rispetto ai cinque
anni precedenti. Ciò è il frutto sia della
maturata esperienza della nostra equipe
chirurgica, sia e soprattutto dell’affinamento delle tecniche e delle tecnologie a
nostra disposizione. Allo stato attuale, in
assenza di controindicazioni assolute alla
laparoscopia, tutti i pazienti con patologie coliche benigne vengono da noi trattati con approccio mini-invasivo. E’ il
caso cioè dei pazienti con malattia diverticolare del colon non complicata o con
polipi non asportabili in corso di colonscopia. In tali pazienti la degenza postoperatoria è stata talvolta inferiore ad una
settimana. I benefici, in termini di dolore
postoperatorio, complicanze chirurgiche
precoci e tardive, ripresa funzionale,
sono stati spesso notevoli se paragonati a
quelli dei pazienti operati con tecnica tradizionale. I risultati estetici talvolta persino stupefacenti. Nel caso dei pazienti
con malattie tumorali maligne la selezione è invece più rigorosa ed è in particolar
modo condizionata dallo stadio della
malattia. In linea generale, se la neoplasia è diagnosticata in stadio precoce ed il
paziente è adeguatamente preparato
all’intervento, lo consideriamo un candidato ideale per la laparoscopia. In caso
contrario abbiamo sinora preferito l’approccio tradizionale per garantire al
malato i migliori risultati soprattutto in
termini di radicalità oncologica. In altri
casi particolari come nei pazienti affetti
da neoplasie ostruenti il retto e candidati
ad un programma di radioterapia preoperatoria, il confezionamento in laparoscopia di una stomia derivativa temporanea
ci ha permesso di accelerare i programmi
terapeutici curativi. Nei pazienti con neoplasie avanzate, la laparoscopia è talvolta
stata sufficiente per la diagnosi, la stadiazione e la palliazione, evitando interventi demolitivi ed aggressivi. Non potendo
la chirurgia in tali circostanze prolungare
in alcun modo la sopravvivenza, grazie
alla laparoscopia ci ha almeno consentito di migliorare sensibilmente la qualità
di vita.
7
n. 3 • Ottobre 2003
Prevenzione sanitaria
La
Regione
applicato.
Liguria, con la In corso di attuazione il Programma della Regione Liguria. La popolazione
delibera n° 1646
target, rappresendel 28/12/2001,
tata dalle donne
ha promosso un
residenti in età
“Programma di
50-69 anni, viene
prevenzione per
invitata sulla base
le più frequenti
di liste anagrafipatologie oncoloche. Le donne
giche, con estenvengono invitate sione
dello
tramite
lettera
Screening mampostale personale
mografico
su
con appuntamentutto il territorio
to prefissato - per
ligure”. Si è così
l’esecuzione delle
esteso l’effettuamammografie (1ª
zione
dello
fase età 50-59
Screening mamanni / 2ª fase 60mografico all’in- Il ruolo dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro. 69 anni). Lo
tera popolazione
Screening prevefemminile di età
de l’invio dell’inMichele Oliveri
compresa tra i 50
vito alle donne
Direttore del Dipartimento di diagnostica per Immagini
e i 69 anni, anche
comprese per età
in considerazione
nella fascia di
Paola Pregliasco
del fatto che tale
riferimento,
Direttore del Dipartimento di Assistenza Socio Sanitaria
iniziativa ridurescludendo
le
e Riabilitazione
rebbe la mortalità
donne che già
per
carcinoma
nell’anno passato
Maddalena Fois
mammario fino al
e nell’anno in
Capo Tecnico Coordinatore dell’U.O. Radiodiagnostica,
30%.
corso
abbiano
Ospedale S.Paolo di Savona
L’iniziativa è attieffettuato l’esame
vata, coordinata e
mammografico.
Rosella Griggio
• L’esame mammonitorata
Assistente Sanitario Coordinatore dell’U.O. Ass. Consultoriale
dall’Istituto
mografico viene
Nazionale per la ricerca sul Cancro soggetti asintomatici e quindi, eseguito da tecnici di radiologia
di Genova (IST). Nell’ ASL 2 savo- verosimilmente, sani. Occorre (che hanno partecipato a corsi di
nese il programma di Screening è tenere presente che, nelle varie formazione specifici su programmi
stato avviato e viene svolto dal casistiche di screening realizzate in di Screening mammografico), dopo
Dipartimento di Diagnostica per Italia ed all’estero, la percentuale la compilazione di una scheda nella
immagini (Direttore dottor Michele di donne comprese nelle età sum- quale, oltre alle notizie su eventuaOliveri) in collaborazione con il menzionate, riscontrate positive per li presenze di sintomi, si riportano
Dipartimento di Assistenza Socio carcinoma mammario risulta tra il le informazioni anamnestiche (ad
Sanitario e Riabilitativa (Direttore 6-8 %; una maggiore percentuale esempio familiarità per tumore
dott.sa Paola Pregliasco).
d’incidenza equivale ad una più mammario ed eventuale terapia
Il carcinoma della mammella appa- efficiente sensibilità del modello sostitutiva).
re in lenta ma progressiva crescita
• La lettura della mammografia
numerica; l’incidenza della malatviene effettuata separatamente da
tia aumenta progressivamente con
due specialisti radiologi particolarl’età; si rileva anche la tendenza
mente esperti in senologia; il condella malattia a colpire donne più
fronto con precedenti esami mamgiovani che in passato. E’ ormai
mografici, se presenti, è di aiuto
dimostrato che quanto più precocealla diagnosi.
• La risposta dell’esame mammomente viene fatta la diagnosi,
migliore sarà la prognosi in termini
grafico di screening viene comunidi sopravvivenza. Da ciò scaturisce
cata per lettera entro 10-15 giorni
la necessità di attuare ogni sforzo
lavorativi successivi all’esame per
alla prevenzione, all’individuaziodonne risultate negative.
ne precoce ed alla cura di questi
• Entro lo stesso periodo vengono
richiamate le donne a cui è necestumori.
sario effettuare approfondimenti
L’attività di prevenzione è rivolta a
L’effettuazione dello
screening mammografico
esteso a tutta la popolazione
femminile di età compresa
tra i 50 e i 69 anni
8
Sanità Notizie
Sanità Notizie
diagnostici: in questo caso il
richiamo viene effettuato per
telefono, con offerta di appuntamento ecografico nel più breve
tempo possibile, al fine di ridurre le
possibilità di ansia nelle donne
richiamate.
• Nei casi risultati positivi all’approfondimento e in cui si consiglia
un intervento chirurgico, la diagnosi viene comunicata alla paziente
direttamente dal medico in colloquio con la donna, alla quale viene
consegnata copia della documentazione mammografia ed ecografia.
Tutti gli operatori, precedentemente all’attività di Screening, hanno
effettuato un adeguato programma
di formazione e mantengono un
aggiornamento periodico, al fine di
garantire un mantenimento dei
livelli qualitativi. Vengono, inoltre,
eseguiti tutti i controlli di qualità
come consigliato dalle linee guida.
Il programma dei controlli di qualità ha lo scopo di ottimizzare le
prestazioni, il materiale, gli strumenti utilizzati (apparecchiature,
tubo radiog.) e uniformare la qualità delle immagini di tutti i Centri
che partecipano al programma, al
fine di effettuare comparazioni statistiche in ambito nazionale.
La procedura operativa utilizzata
prevede un controllo mensile e
semestrale di tutti i dati rilevati che
viene svolto dal Servizio di Fisica
sanitaria dell’ASL 2 savonese.
Inoltre, vengono effettuati controlli
giornalieri dai T.S.R.M. Tutti i dati
rilevati vengono controllati dal
Servizio di Fisica Sanitaria
dell’ASL 2 savonese.
n. 3 • Ottobre 2003
Prevenzione sanitaria
Ambito 3
Totale Donne, di età compresa tra i 50 ed i 59 anni, da invitare al programma di Screening: n° 2493
Inizio attività: 14 ottobre 2002
Comuni interessati: n° 14
(Altare - Bardineto - Bormida - Cairo Montenotte - Calizzano - Carcare Cengio - Dego - Mallare - Millesimo - Murialdo - Pallare - Plodio Roccavignale)
Resoconto ambito 3 (periodo ottobre 2002 - Agosto 2003)
Comune
N° donne N° risposte N° donne N° donne N° donne N° donne
invitate
invitate a da invitare positive fortemente
2° livello a controlli per neosospette
anticipati
plasia
Cairo M.
490
299
28
5
4
1
Carcare
293
153
19
2
0
0
Cengio
173
96
12
3
0
0
Altare
82
41
2
0
0
0
Millesimo
172
69
7
1
1
0
Roccavignale
49
27
3
0
0
0
Murialdo
5
5
0
0
0
0
1264
690
71
11
5
1
Totale
Si prevede a breve, ultimata la prima fase di Screening, l’estensione dell’invito alle donne di età 60-69 anni.
Ambito 4
Totale Donne, di età compresa tra i 50 ed i 59 anni, da invitare al programma di Screening: n° 8585
Inizio attività: gennaio 2003
Comuni Interessati: n° 14
(Albisola Marina - Albisola Superiore - Bergeggi - Celle Ligure - Mioglia Pontinvrea - Quiliano - Savona - Sassello - Stella - Spotorno - Urbe - Vado
Ligure - Varazze)
Resoconto Ambito 4 (periodo gennaio - agosto 2003)
Per qualsiasi dubbio o informazione, è stato istituito un n° telefonico
a cui le donne possono rivolgersi:
Ambito 3: tel. 019/5009250,
Ambito 4: tel. 019/8404506.
Inoltre, se nei mesi successivi alla
esecuzione dell’esame mammografico la paziente dovesse riscontrare
qualsiasi modificazione, può rivolgersi, oltre che al medico di famiglia, anche al Centro Oncologico
dell’Ospedale San Paolo di Savona
(direttore dottor Fulvio Brema)
numero telefonico 019/8404436.
Comune
N° donne N° risposte N° donne N° donne N° donne N° donne
invitate
invitate a da invitare positive fortemente
2° livello a controlli per neosospette
anticipati
plasia
Spotorno
210
90
3
3
0
0
Bergeggi
66
37
2
0
0
0
Vado Ligure
324
199
10
11
1
1
Quiliano
372
176
3
2
2
0
Varazze
753
277
11
10
1
0
Celle
250
105
3
3
0
0
Totale
1975
884
32
29
4
1
9
n. 3 • Ottobre 2003
Le indicazioni contenute nel Piano
Sanitario nazionale (obiettivo di ridurre l’incidenza dei suicidi nella
popolazione a rischio per problemi
di salute mentale) e l’incidenza di
comportamenti suicidari nella provincia savonese, ha fatto emergere
la necessità di una analisi epidemiologica con lo scopo di valutarne
l’entità, di confrontare i dati locali
con quelli regionali e nazionali, di
identificare gli aspetti psichiatrici e
quindi arrivare ad ipotizzare una
proposta di prevenzione sul territorio.
Nell’anno 2001 l’U.O. Assistenza
Psichiatrica Territoriale dell’ASL 2
Savonese (Direttore dr. Carlo Vittorio Valenti) ha avviato un progetto
di ricerca e individuazione di strategie preventive sul fenomeno dei
comportamenti suicidari nella nostra Provincia.
Il progetto è articolato in più fasi e
prevede:
• una analisi epidemiologica del suicidio a far data dal 1995, (tab.n.1)
• l’avvio di uno studio sui tentati
suicidi allo scopo di individuare interventi più efficaci ed adeguati,
– la definizione e l’attuazione di un
programma di prevenzione sul territorio savonese volto ad arginare e
contenere le dimensioni del fenomeno.
In Italia il suicidio rappresenta una
delle prime cause di morte tra la popolazione adolescente. Nonostante
ciò non esistono strategie condivise
di prevenzione del fenomeno o li-
Sanità Notizie
Analisi epidemiologica
Avviato un progetto di ricerca e di individuazione di
strategie preventive secondo le indicazioni del Piano
sanitario.
Duecentoquarantanove
suicidi in sette anni in provincia
di Savona
L’attività di prevenzione e il ruolo di “Telefono amico”.
Vito Mangraviti
Dirigente medico Responsabile Struttura Semplice CSM di Albenga
Donatella Pecoraro
Dirigente psicologo CSM di Albenga
Letizia Nicolini
Assistente sociale CSM di Albenga
nee guida per la gestione dei tentati
suicidi specie da parte dei servizi
territoriali.
La sperimentazione avviata dal Dipartimento di Psichiatria prevede
l’elaborazione e l’applicazione di
alcune strategie di prevenzione.
STRATEGIE DI
PREVENZIONE
1. programmi di collaborazione col
medico di famiglia volto a garantire e favorire un rapporto di
scambio di informazione ed integrazione anche attraverso corsi
educativi sulla diagnosi ed il trattamento della depressione e di altre patologie psichiatriche,con una
maggiore attenzione ai fattori predittivi dei comportamenti suicidari;
2. interventi di consulenza psichiatrica presso il Pronto soccorso nei
casi di tentato suicidio articolati in
modo da favorire una efficace rete
di protezione che preveda il coinvolgimento dei familiari . dei medici di medicina generale e dei
servizi territoriali;
3. avvio di gruppi di auto-aiuto, volti al sostegno dei pazienti e dei lo-
Tab. n. 1: SUICIDI NELLA PROVINCIA DI SAVONA DAL 1995 AL 2001
10
ANNO
m
f
Totale complessivo
1995
26
6
32
1996
34
8
42
1997
26
13
39
1998
21
12
33
1999
22
16
38
2000
25
9
34
2001
25
6
31
Totale complessivo
179
70
249
Sanità Notizie
Analisi epidemiologica
n. 3 • Ottobre 2003
ro familiari ;
4. interventi di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno dei
comportamenti suicidari rivolto
alle popolazioni a rischio al fine di
favorire la richiesta di aiuto;
5. interventi di informazione e sensibilizzazione rivolti a specifiche
categorie di persone (personale
scolastico, operatori sociali, ecc.)
al fine di facilitare l’individuazione dei fattori di rischio e di saper
riconoscere gli elementi di disagio
che possono anticipare un gesto
autolesivo;
6. programmi di miglioramento della qualità delle cure delle persone
affette da disturbo mentale (tali
programmi intendono migliorare
l’accessibilità ai servizi di salute
mentale per i pazienti e per le famiglie e promuovere interventi
preventivi terapeutici e riabilitativi con particolare riferimento agli
aspetti lavorativi e sociali);
7. istituzione di una sede locale di
Telefono Amico.
TELEFONO AMICO
Nell’ambito della telefonia di soccorso è stato individuato telefono
amico Italia in quanto associazione
storicamente accreditata nel settore.
E’ un centro di ascolto telefonico
per il disagio psichico e la prevenzione del suicidio.
Il colloquio telefonico rappresenta
una situazione di ascolto partecipe e
di supporto emotivo al disagio presentato con l’intento di contenere le
ansie insieme alla possibilità di fornire diverse strategie di approccio al
problema presentato. Tutte le informazioni vengono trattate con riservatezza ed in anonimato.
Il primo centro di ascolto telefonico
nasce nel 1906 a New York, si
diffonde prima negli Usa e poi in
Europa. I primi centri in Italia si diffusero negli anni 60 e nel 1967 si
costituirono nella “Federazione nazionale telefono amico Italia”.
In Italia gli operatori del telefono
amico sono volontari, vengono selezionati alla fine di un corso di pre-
parazione al servizio e devono poi
seguire una formazione permanente.
Nella nostra provincia si è avviato a
partire dal 2002 il progetto di attivazione di una sede locale . Tale iniziativa promossa dall’U.O. Assitenza Psichiatrica Territoriale si è
avvalsa della sensibilità e della collaborazione della Provincia di Savona e del Cesavo che con il patrocinio di Telefono amico Italia hanno
costituito un comitato promotore.
Questa attivazione è articolata nei
seguenti punti:
1. Campagna di reclutamento dei
volontari (divisa in due fasi a giugno e a settembre, attraverso l’affissione di manifesti, la distribuzione dei volantini, l’uilizzo di
messaggi radio, articoli su quoti-
diani, riunioni con le associazioni,
divulgazione di materiale informativo in spazi pubblici di grande
affluenza);
2. Corso di formazione (organizzato
da Telefono Amico Italia, strutturato in quattro week-end nei mesi
di ottobre, novembre e dicembre
condotto da formatori dell’Associazione stessa);
3. Costituzione dell’Associazione
savonese di Telefono Amico;
4. Attivazione del servizio telefonico.
A tal proposito si ringraziano la
Croce Bianca di Albenga che ha fornito la sede per gli incontri con i volontari e si è data disponibile per la
possibile utilizzazione di spazi per
il corso di formazione e la Caritas di
Albenga che ha offerto la sede per
l’Associazione.
11
n. 3 • Ottobre 2003
Etica Medica
Sanità Notizie
“Sino ad oggi è stata eccessivamente complessa la Per la terapia del dolore, una nuova cultura agevolata dalle recenprescrizione e la somminiti normative del Governo italiano
strazione di oppiacei per la
terapia del dolore- peraltro
inferiore a quanto necessario- e ciò ha contribuito ad
una sorta di “confusione”
tra l’uso della morfina e le
tossicodipendenze”.
Questo è quanto ha dichiarato il Ministro della Salute
Girolamo Sirchia.
In Italia, infatti, la prescrizione dei farmaci oppiacei
rimane molto bassa rispetto
ad altri paesi europei quali
Germania, Francia, DaniGian Luigi Figini
marca benché i consumi
Direttore U.O Farmaceutica Territoriale dell’A.S.L. 2 Savonese
negli ultimi anni presentino
Marco Bessero
un trend positivo.
Dirigente Farmacista Responsabile Struttura Semplice controllo spesa
Con l’entrata in vigore della
farmaceutica convenzionata
Legge n. 12 dell’8.02.2001
Elena Farulla
(“Norme per agevolare
Farmacista U.O. Farmaceutica Territoriale dell’A.S.L. 2 Savonese
l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia
del dolore”) e del successivo recente morfina, idromorfone, ossicodone, “Savonese” di morfina solfato, fentanil e morfina cloridrato, negli anDecreto Ministeriale del 4.4.2003 ossimorfone.
(Gazzetta Ufficiale n. 122 del Le sostanze fino ad oggi maggior- ni 2000-2001-2002, abbiamo ri28.05.2003. “Approvazione del ri- mente prescritte sono limitate a tre: scontrato un costante aumento del
cettario stupefacenti per la prescri- morfina solfato e fentanil (per uso fentanil (somministrazione tranzione dei farmaci di cui all’allegato orale e transdermico), morfina clo- sdermica), un decremento imporIII bis del DPR 309/90, introdotto ridrato (per uso iniettivo), corri- tante della morfina solfato e in micon la legge n. 12/01”), sono state spondenti alle specialità medicina- nor misura della morfina cloridrato.
Nella tabella seguente sono stati
semplificate le modalità di prescri- li:
zione dei farmaci oppiacei per la te- Durogesic® cerotti; MS Contin® considerati i consumi di cinque merapia del dolore severo acuto e cro- compresse; Oramorph® sciroppo si (maggio- settembre) negli anni
e soluzione orale; Skenan® com- 2000-2001-2002.
nico.
Andamento rappresentato anche
Il controllo del dolore, in particolar presse retard.
modo nei pazienti terminali, è un Analizzando le prescrizioni effet- nel grafico.
dovere etico irrinunciabile del me- tuate nell’ambito della ASL n.2 Con il nuovo Decreto Ministeriale
dico, però la paura di dipendenza
(“oppiofobia”) sembra essere la
Tabella: numero di pezzi prescritti
causa più comune per un inadeguanel periodo maggio-settembre, anni 2000-2001-2002
to trattamento del dolore severo, in
particolare da tumore, anche se è
Sostanze
2002
2001
2000
accertato che il fenomeno della dipendenza è trascurabile nella teraMorfina solfato
351
496
913
pia analgesica con i farmaci oppioidi.
I principi attivi che possono essere
Morfina cloridrato (FU)
101
166
43
prescritti, utilizzando l’apposito ricettario, a soggetti affetti da dolore
severo, sono dieci:
Fentanil (DC.IT)
1049
827
8
buprenorfina, codeina, diidrocodeina, fentanil, idrocodone, metadone,
Semplificate le modalità di
prescrizione dei farmaci
oppiacei per migliorare la
qualità della vita del
paziente
12
Sanità Notizie
Etica Medica
n. 3 • Ottobre 2003
Numero di pezzi prescritti nel
periodo maggio-settembre
del 4.4.2003, vengono introdotti un
nuovo modello di ricettario ed importanti semplificazioni delle modalità prescrittive.
Sulla stessa ricetta:
• È possibile prescrivere due medicinali differenti o due diversi dosaggi dello stesso medicinale.
• E’ possibile prescrivere per una
terapia della durata di 30 giorni.
• Anche i medicinali a base di buprenorfina per somministrazione
orale possono essere prescritti.
• E’ abolito l’obbligo di compilare
la ricetta “a tutte lettere”: dosi,
quantità, modo e tempo di somministrazione possono essere indicati
a numeri.
Anche da esperienze personali, vissute in passato durante l’attività lavorativa presso le farmacie aperte
al pubblico, le vecchie ricette ministeriali per i farmaci oppioidi, potevano apparire come prescrizioni a
favore di persone dedite all’abuso
di sostanze stupefacenti.
Oggi, come in più occasioni ribadito dal Ministro della Salute, deve
svilupparsi una diversa mentalità
sull’uso di questi farmaci particolari.
Allo scopo, sia a livello ministeriale, che locale, sono previste numerose iniziative: corsi Ecm di aggiornamento sulle cure palliative,
distribuzione di materiale informativo rivolto ai cittadini, ma anche
agli operatori sanitari destinati a
chiarire i dubbi che ancora avvolgono la terapia del dolore.
Anche la ASL 2 Savonese ha intrapreso iniziative di sensibilizzazione
sull’argomento: prima con l’organizzazione del convegno “Il dolore.
Un nemico da vincere” a giugno
2002, recentemente con l’attivazione del “ Servizio di spedalizzazione
domiciliare in favore di pazienti
terminali necessitanti di terapia del
dolore” presso il Distretto Sanitario
n. 2 Finalese.
In conclusione, possiamo affermare
che è in atto un cambiamento culturale che favorirà una sempre maggiore diffusione delle cure palliative, nell’ottica di un miglioramento
della qualità della vita del paziente
affetto dal dolore severo.
13
n. 3 • Ottobre 2003
Gli obiettivi dell’O.M.S.
Non tutti conoscono il
dei Pediatri di libera
Pericoli e rischi per i bambini e gli adulti.
morbillo come una patoscelta, ha recentelogia seria e questo forse
mente provveduto a
perché da sempre è consiredigere un protocolderata una malattia che fa
lo operativo in cui
parte dell’infanzia di
sono descritte tutte
ognuno di noi. Il morbillo
le azioni che dovranè una malattia infettiva
no essere intraprese
molto contagiosa causata
per raggiungere rapida un virus che si trasmetdamente i tassi di
te per via aerea.
copertura vaccinale
Contrariamente all’opiindicati. Per ragnione comune della popogiungere lo scopo
lazione, quest’infezione è
prefissato è necessaconsiderata la più grave Il raggiungimento e il mantenimento di elevati tassi di ria infatti l’azione
fra le comuni malattie
di più
copertura vaccinale per queste malattie infettive deve combinata
infettive dell’infanzia e
attori: personale dei
ciò a causa delle sue essere considerata l’azione prioritaria della nostra A.S.L. servizi vaccinali ternumerose complicazioni
ritoriali, personale
Seguendo le indicazioni
dei consultori pediaMaria Paola Briata
dell’Organizzazione
trici, pediatri e mediDirettore f.f. dell’Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica
Mondiale della Sanità
ci di famiglia, presi(OMS), che ha programdi ed insegnanti, permato di raggiungere l’erasonale delle scuole
Roberto Carloni
dicazione del morbillo a
materne e dei nidi,
livello mondiale entro il Dirigente Medico Responsabile Struttura Semplice di Profilassi utilizzo dei mass
delle malattie diffusive e contagiose
2010, nel recente Piano
media locali. La vacNazionale Vaccini si precinazione sarà provede per la vaccinazione
posta e offerta graantimorbillo il rapido raggiungimento regionale pari al 65%, 40.000 i casi di tuitamente dai servizi vaccinali territodi un tasso di copertura pari al 95% nei malattia stimati, incidenza più elevata riali a tutti i nuovi nati al compimento
soggetti che abbiano compiuto i 2 anni nei bambini tra i 10 ed i 14 anni di età. del dodicesimo mese di vita. Per recud’età. Tale soglia dovrà essere rag- Nel corso dell’epidemia si sono perare i soggetti non vaccinati dovrà
giunta gradualmente, ma entro tempi riscontrati 642 ricoveri, 104 compli- essere sfruttata ogni altra occasione
assai ristretti. Il raggiungimento di ele- canze polmonari, 15 encefaliti e 4 utile di incontro
vate coperture vaccinali ha infatti non decessi. Altre epidemie verificatesi in Per il raggiungimento dell’obiettivo
solo lo scopo di prevenire la malattia, ambito europeo mostrano in termine sarà fondamentale l’opera di sensibima anche quello di interrompere la cir- percentuale identici valori delle com- lizzazione e di informazione dei medicolazione dell’agente patogeno nella plicanze e dei tassi di ospedalizzazio- ci di famiglia e dei pediatri nei conpopolazione; qualora infatti la coper- ne.
fronti dei genitori; sarà altresì cura dei
tura vaccinale risulti insufficiente il
medici scolastici fornire tutte le inforvirus continua a circolare, colpendo i
mazioni utili ad insegnanti, personale
CHE FARE?
cosiddetti soggetti suscettibili. Per tali
degli asili nido e genitori, possibilmotivazioni la Regione Liguria con il
mente tramite incontri programmati.
Decreto Dirigenziale del 3 Aprile 2003 L’Unità Operativa Igiene e Sanità E’ inoltre già previsto l’utilizzo dei
ha dettato le modalità operative urgen- Pubblica della ASL 2 Savonese, con la mezzi di informazione locale per ragti per contrastare la diffusione del mor- collaborazione dell’Unità Operativa giungere in breve tempo il maggior
billo, individuando così fra le attività Consultoriale e di un rappresentante numero di persone.
vaccinali prioritarie il miglioramento
delle coperture per la vaccinazione
Complicanze del morbillo nelle Nazioni industrializzate
antimorbillo. Secondo i dati della
Complicanze
Frequenza sul totale dei casi
recente indagine ICONA, la nostra
regione presenta un tasso di copertura
Qualsiasi complicanza
7 - 16%
che si aggira attorno al 70%, allineanDiarrea
6%
dosi così poco al di sotto della media
Otite media
7-9%
nazionale: appare evidente che si è
Polmonite
1-6%
ancora molto lontani dalla soglia preRicovero
1-5%
fissata. Ciò che inoltre preoccupa è
che la percentuale di copertura sinora
Encefalite
0.5-1 su 1000 casi
raggiunta presenta una distribuzione
Decesso
0.1-1 su 1000 casi
“a macchia di leopardo”: a zone ad
Il rischio di complicanze è maggiore nei bambini sotto l’anno di età e negli adulti
elevata copertura si alternano infatti
altre fette di territorio con basse per- dal 12° mese di vita ed entro il 24° mese è quanto indicato dal Ministero della salute
centuali. Tale situazione è quella più
temuta dagli epidemiologi, rappresen- tra i 2 ed i 3 anni in occasione della quarta dose di antipolio
tando il terreno ideale per lo sviluppo
di una epidemia.
- a 5-6 anni in occasione del richiamo per Difterite Tetano Pertosse
Per esemplificare quanto detto sin qui,
- campagne di vaccinazione negli alunni della scuola elementare
può essere utile fornire i dati della
recente epidemia di morbillo verifica- in qualsiasi altro momento
tasi nella Regione Campania nel corso
del 2002: tasso di copertura vaccinale
Entro il 2010 eliminazione
del morbillo e della rosolia
congenita
14
Sanità Notizie
Sanità Notizie
Gli obiettivi dell’O.M.S.
n. 3 • Ottobre 2003
ROSOLIA E PAROTITE
Nel Piano Nazionale per l’eliminazione del morbillo di imminente uscita è
prevista inoltre l’eliminazione della
rosolia congenita. Sebbene la rosolia
sia in genere una patologia meno grave
del morbillo può anch’essa provocare
seri danni alla salute. Se contratta nel
primo trimestre di gravidanza, la rosolia può essere causa di aborto o di
gravi danni al bambino, quali sordità,
ritardo mentale, affezioni oculari,
malformazioni cardiache ecc. Anche
in questo caso, vale quanto già detto
per il morbillo: per prevenire tali complicanze occorre interrompere la circolazione del virus e ciò si ottiene unicamente con elevati tassi di copertura
vaccinale.
La parotite (orecchioni) determina
solitamente il gonfiore di una o più
ghiandole salivari che perdura per
circa una settimana. Le complicazioni
nell’età neonatale ed infantile sono più
rare e meno gravi di quelle del morbillo (meningite non complicata, infiammazione del pancreas, sordità permanente). L’infezione acquisita in età
giovanile o adulta può causare infiammazione dei testicoli o delle ovaie
(25% dei casi) che comunque assai
raramente è causa di sterilità.
Essendo entrambe patologie sostenute
da un virus, non esistono terapie specifiche.
IL VACCINO UNICO
Morbillo, rosolia e parotite possono
essere prevenute con un’unica vaccinazione. Il vaccino è estremamente
efficace in quanto provoca la comparsa di anticorpi protettivi nel 95% dei
bambini vaccinati ed è ottimamente
tollerato. Solo eccezionalmente sono
possibili reazioni locali (rossore, gonfiore) nel punto in cui viene effettuata
l’iniezione. A distanza di 6-12 giorni
dalla vaccinazione è possibile che il
bambino presenti un rialzo febbrile in
genere modesto e di breve durata (1-2
giorni), che solo nel 5-15 % dei vaccinati può raggiungere i 39°C. A volte è
possibile che si manifestino i segni di
una comune malattia da raffreddamento oppure una malattia simile al morbillo molto attenuato sotto forma di
macchioline rossastre sulla pelle ed
arrossamento degli occhi di breve
durata (1-2 giorni) e rapida risoluzione
spontanea. Come qualsiasi altra
sostanza estranea all’organismo questo
vaccino può determinare, anche se
molto raramente, reazioni allergiche.
L’aver già contratto una delle malattie
in causa non costituisce una controindicazione alla vaccinazione. Eventuali
controindicazioni alla vaccinazione
saranno valutate, presso il servizio
vaccinale, prima della somministrazione del vaccino.
DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE
AMBULATORIO MEDICO
CONTRO IL FUMO
Il Dipartimento per le Dipendenze, nel quadro delle iniziative della
A.S.L. 2 Savonese, finalizzate alla lotta contro il fumo, ha attivato
un ambulatorio medico gratuito per i pazienti che desiderano impegnarsi a smettere di fumare. L’ambulatorio è situato a Savona presso il poliambulatorio di via Collodi 13 e vi possono accedere tutti
gli interessati telefonando al numero
019 84 89 170
All’ambulatorio, per ovvie ragioni, si accede solo previo appuntamento concordato telefonicamente con il medico e per garantire la
privacy e facilitare l’accesso è stata attivata una linea telefonica
esclusivamente dedicata.
15
n. 3 • Ottobre 2003
Problemi socio-sanitari
“Un uomo del genere passa la vita
intera a giuocare ogni giorno piccole
somme. Dategli tutte le mattine la
somma che può guadagnare nel corso
della giornata a patto che non scommetta e lo renderete infelice.
Si potrebbe forse dire che quel che
cerca è il divertimento del giuoco, non
il guadagno. Ma fatelo allora giuocare
senza possibilità di vincita e perderà
ogni interesse e si stancherà”
Blaise Pascal
16
Nel nostro Paese la passione per il
gioco sembra coinvolgere l’ottanta per
cento della popolazione mentre il tre
per cento sviluppa una dipendenza da
tale comportamento.
La distinzione tra la “normalità” del
gioco e la comparsa di aspetti più squisitamente patologici è possibile quando
la condotta del giocatore soddisfa i criteri del DSM-IV TR (Manuale
Diagnostico e Statistico dei Disturbi
Mentali) per la diagnosi di dipendenza.
Il giocatore che fa puntate sempre più
alte per provare eccitamento, ha sviluppato la tolleranza, il suo desiderio di
giocare aumenta ed egli diviene sempre più nervoso se non gioca perché
presenta una vera e propria sindrome
astinenziale; anche i suoi ripetuti ed
infruttuosi tentativi di ridurre o controllare la sua condotta, nonostante la
consapevolezza di avere un problema,
rientrano nei criteri per diagnosticare la
dipendenza, così come la crescente
quantità di tempo che egli trascorre
giocando, spesso a scapito dell’attività
lavorativa, affettiva e sociale.
Anche dal punto di vista fisiopatologico si riscontrano similitudini tra questo
quadro patologico ed altre forme di
dipendenza, che possono essere inquadrabili in una disregolazione del sistema serotoninergico-dopaminergico
con alterazione dei meccanismi della
ricompensa e della gratificazione.
Il gioco d’azzardo, nei suoi risvolti
patologici, rientra pertanto a pieno
titolo nel target degli interventi multimodali integrati degli operatori del
campo delle dipendenze.
Il Dipartimento per le Dipendenze,
diretto dalla dott. Francesca Romani,
ha quindi attivato un centro d’ascolto
dedicato a tali problematiche presso
cui presteranno la loro opera medici e
psicologi.
Sanità Notizie
Puntuali riflessioni del Dipartimento specialistico dell’A.S.L.
Il gioco d’azzardo può
diventare una vera
dipendenza patologica
Attivato un centro d’ascolto dedicato a queste problematiche
dove operano medici e psicologi.
Franco Badii
Dirigente Medico Responsabile Struttura Semplice Ambiti Territoriali 3-4
Stefania Remotti
Dirigente Medico U.O. Ser.T.
Roberto Carrozzino
Dirigente Medico U.O. Ser.T.
DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE
CENTRO DI ASCOLTO
PER LA DIPENDENZA DA GIOCO
D’AZZARDO PATOLOGICO
Il Dipartimento per le Dipendenze dell’A.S.L. 2 Savonese ha istituito un Centro d’ascolto, gratuito, in cui presteranno la loro opera
medici e psicologi, situato presso gli ambulatori della A.S.L. di via
Collodi, rivolto alle persone che sentono di aver perso il controllo
nel gioco d’azardo e che desiderano impegnarsi al cambiamento.
Per garantire la privacy e facilitare l’accesso gli interessati possono
fissare l’appuntamento telefonando al numero:
019 84 89 170
il giovedì dalle ore 14,00 alle ore 15,00
Sanità Notizie
Attualità
n. 3 • Ottobre 2003
E’ trascorso un anno
zia come il tempo
In un questionario, i commenti costruttivi degli utenti
dall’apertura del
di attesa per il prenuovo Centro Prelievo è quasi nullo
lievi di Via Don Boo al massimo di 10
sco e ci pare giusto
minuti, che il comfare un bilancio sia
portamento degli
per l’ASL n.2 che
operatori è educaha dato il via al proto e disponibile,
getto, sia per gli
che è buono il
utenti che sono ditempo di attesa per
ventati via via più
il referto ed ottima
numerosi, sia per i
la qualità del remedici ed il persoferto.
nale del Laboratorio
E’ stata data anche
Analisi dell’Ospela possibilità di
dale che ogni giorno
aggiungere comTempi di attesa nulli e buoni rapporti con il personale
dedicano due ore almenti liberi; il
la gestione del nuo25% ha compilato
della nostra azienda sanitaria.
vo centro.
anche questa parLa struttura è racte, il che dimostra
Franca Minetti
colta, ma accoglienl’attenzione posta
te; l’accesso è codagli utenti che
Direttore Dipartimento di Patologia Clinica
modo, privo di
non solo hanno
barriere architettoniche.
dato le risposte richieste, ma hanno
lievi;
L’afflusso di persone è regolare e per- - la valutazione dell’ubicazione, del- voluto aggiungere un contributo permette di effettuare il prelievo di san- l’ambiente, degli orari di apertura; sonale per il successo del nuovo sergue in breve tempo e con il giusto - i tempi di attesa per il prelievo e per vizio che è stato loro offerto.
comfort.
Molti di questi commenti riportano
il ritiro del referto;
Negli ultimi mesi è stato distribuito - la disponibilità e professionalità del elogi, veramente rare sono le critiche,
un questionario di soddisfazione del personale.
frequenti i suggerimenti di cui si terrà
cliente per valutare :
Dall’analisi delle risposte (ne sono ri- adeguatamente conto, laddove sia
- la conoscenza del nuovo punto pre- tornati compilati due terzi) si eviden- possibile.
Bilancio positivo per il
Centro prelievi di via
don Bosco ad un anno
dalla sua apertura
17
n. 3 • Ottobre 2003
Storia della medicina
Sanità Notizie
Nel 1970 il Servizio di Anatomia
Già nella seconda metà dell’Ottocento erano state riportate sporadiche
Patologica dell’Ospedale di Savona
segnalazioni sulla sua funzione diagnostica.
era costituito da
un’unica stanzetta,
all’interno del Laboratorio Analisi
dove si affollavano
le apparecchiature
minimali necessarie per la routine
cito-istologica. La
citodiagnostica era
allora rappresentata da una fila di
scarabattole di vetro piene di liquidi
colorati e un vecchio microscopio;
nella sua essenzialità c’era quanto
serviva per svolgere il lavoro di tutti i
Wally De Pirro
giorni. Le indagini
Dirigente Biologo U.O. Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica
citologiche erano
Damiana De Leonardis
applicate allo stuCitotecnico
U.O.
Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica
dio delle cellule
Luigi Caliendo
che “esfoliano”
Dirigente
Medico
U.O.
Anatomia
Patologica e Citologia Diagnostica
naturalmente da
vari distretti anatoEzio Venturino
mici: utero, vesciDirettore ff U.O. Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica
ca, pleura, peritoneo.
Se rivolgiamo la nostra attenzione al- della citodiagnostica nei protocolli porto strumentale tecnicamente più
le origini della citodiagnostica, già clinici di follow-up: esempi ne sono idoneo e affidabile permette di prelenella seconda metà dell’Ottocento l’esame delle urine in pazienti trattati vare cellule da masse palpabili: è
erano state riportate sporadiche se- per carcinoma uroteliale delle vie uri- l’avvento della citodiagnostica “ per
gnalazioni sul suo ruolo diagnostico. narie, l’esame dell’espettorato dopo agoaspirazione” o FNA “fine needle
L’intuizione del valore pratico e della broncoscopia in pazienti affetti da aspiration”.
Il connubio tra citodiagnostica agoasua possibile applicazione estensiva neoplasia del polmone.
A
metà
degli
anni
ottanta,
la
Citodiaspirativa e le indagini radiologiche di
la dobbiamo però a un patologo gregnostica
vive
una
svolta
epocale:
la
diagnostica per immagine (TAC, ecoco: George N. Papanicolaou che, nel
scuola
svedese
di
Zaijcek
e
Franzén
grafia) permette un ulteriore balzo in
1941, insieme al ginecologo Herbert
mette
a
punto
una
tecnica
in
cui
l’apavanti della metodica, che si concretizTraut, pubblica la monografia “Diagnosis of Uterine Cancer by the Vaginal Smear”; è la pietra miliare dalla
quale prende l’avvio la diagnostica
citologica delle patologie dell’apparato genitale femminile.
La Citodiagnostica inizia ad assumere rilevanza nell’applicazione clinica
nei primi anni ‘50.L’interesse scientifico-accademico, verso questa disciplina, è attestato, in quegli anni, dalla
nascita in tutto il mondo di Società di
Citodiagnostica e si iniziano a pubblicare giornali e riviste sull’argomento:
“ Acta Cytologica” (1957) ne è l’antesignana.
L’applicazione successiva ad altri
campi ha portato oggigiorno, al ricoGeorge Papanicolaou
noscimento di un ruolo ben definito
Il ruolo della citodiagnostica dopo
le intuizioni di Papanicolaou,
la scuola svedese di Zaijcek e
Franzén e l’introduzione delle
tecniche di Immunocitochimica e
di biologia molecolare
18
Sanità Notizie
Storia della medicina
Pap 20x
n. 3 • Ottobre 2003
liquido pleurico
FNA Tiroide
za con l’agoaspirazione Eco guidata.
Questa tecnica che assume valore
multidisciplinare, in quanto richiede
la stretta collaborazione del radiologo
con il patologo, consente finalmente
di eseguire prelievi di lesioni profonde prima non raggiungibili.
E’ una rivoluzione che innanzi tutto
semplifica e accorcia l’iter diagnostico del paziente ed al contempo permette di ottenere alte definizioni diagnostiche, a bassi costi per la sua
applicazione ambulatoriale. Un altro
aspetto prezioso dell’agoaspirazione
sotto guida strumentale, consegue dal
fatto che sul materiale citologico
aspirato, aldilà della basilare valutazione morfologica, si possono applicare indagini più complesse come
l’immunocitochimica e la citometria
a flusso che consentono di affinare la
diagnosi e fornire anche indicazioni
prognostiche.
I tempi, nel frattempo, sono maturi
per un nuovo grande avanzamento di
qualità e conoscenza.. Emerge la necessità di superare la pura “frontiera
morfologica”, che resta pur sempre
basilare ed insostituibile, per approdare a diagnosi sempre più specifiche
e rilevanti.. Questo programma si
concretizza con l’introduzione delle
tecniche di “Immunocitochimica”
che, grazie all’impiego di anticorpi
monoclonali, sono di supporto alla
diagnosi, orientando soprattutto nella
definizione dell’immunofenotipo cellulare. I dati che si ottengono sono
estremamente preziosi per l’identificazione della sede d’origine nella patologia neoplastica: un esempio, l’agoaspirazione di neoplasie poco
differenziate o di metastasi da tumore
occulto.
Negli ultimi anni sono emerse anche
tecniche legate alla “ biologia molecolare” che consentono di aumentare
notevolmente la specificità e la sensibilità diagnostica.
E’ il caso ad esempio, della “ibridazione in situ” che è impiegata per evidenziare il DNA virale dell’HPV (Human
Papilloma Virus) e per tipizzarne i
gruppi a più alto rischio oncogeno per
il carcinoma del collo dell’utero.
A chiusura di questo veloce excursus
nel mondo della Citodiagnostica, un
cenno alla problematica della lettura
al microscopio. Lo screening manuale del pap-test (dal nome di Papanicolaou), che rappresenta circa l’80% del
carico citologico del nostro Servizio è
un compito gravoso, ripetitivo, talora
anche molto tedioso: si tratta infatti di
estrapolare da un 95% di casi negativi quel 5% di casi sospetti o positivi
spesso rappresentati da poche cellule
atipiche all’interno di un vetrino che
ne contiene in media da 300 a
500.000. Un lavoro di competenza e
concentrazione la cui preziosa finalità
è la diminuzione dell’insorgenza e
della mortalità per carcinoma del collo dell’utero.
In questi ultimi anni sono stati realizzati dei sistemi computerizzati ispirati alla neurobiologia che prevedono
l’impiego di reti neurali (elementi
non algoritmici dell’intelligenza
umana) per lo screening dei pap-test.
Questi, a seguito di un addestramento
ad apprendere in modo analogo a
quello dell’uomo, sono in grado di
estrapolare da un pap-test, 128 quadri
cellulari anomali. Splendido lavoro di
screening che si arresta alla fase prediagnostica: qui subentra l’atto critico
e la sintesi dell’intelligenza umana.
Abbiamo vissuto l’evoluzione della
Citodiagnostica, da realtà pionieristiche a tecnologie sempre più avanzate:
oggi nella nostra U.O. di Anatomia
Patologica e Citodiagnostica Diagnostica è stata individuata, da parte della Direzione Generale dell’Azienda,
la Struttura Semplice di Citodiagnostica. Il riconoscimento dell’importanza strategica di questa branca
della diagnostica aprirà le porte, in un
prossimo futuro, all’impiego di tecnologie computer-assistite anche per
la lettura automatica. Nel frattempo
continuiamo a usare occhi e microscopio: comunque sia, grazie dr. Papanicolaou!
19
n. 3 • Ottobre 2003
Il 20 di agosto 2003 è stato pubblicato sul
Bollettino Ufficiale della Regione Liguria il
recepimento dell’accordo: Ministero della
Salute-Regioni relativo agli aspetti igienicosanitari delle piscine ad uso natatorio.
Il 4 settembre la direttiva è diventata esecutiva e da quella data le precedenti disposizioni hanno perso i loro effetti (Circolare del
Ministero della sanità n.128 del 16.7.1971 e
successive modifiche ed integrazioni).
I punti innovativi sono legati ad una maggiore sensibilizzazione del gestore dell’impianto al quale sarà affidata una attività di
autocontrollo sui parametri chimico fisici e
microbiologici della piscina e la comunicazione all’ASL competente per territorio di
eventuali non conformità riscontrate. La
nuova normativa prevede che l’acqua di approvvigionamento risponda ai requisiti di
potabilità previsti dalle attuali normative,
eccetto per la temperatura. Inoltre questo
nuovo disposto di legge rivolge particolare
attenzione ai caratteri termoigrometrici dei
locali attigui alle piscine coperte, garantendo un miglioramento delle condizioni ambientali, riducendo la possibilità di proliferazione di agenti patogeni e la crescita di
muffe. Vengono inoltre richiamate le normative vigenti in merito ai requisiti acustici da
rispettare all’interno delle piscine coperte
fissando quale limite per il tempo di riverberazione 1,6 sec. per ciascun punto delle sezioni di attività natatoria e di balneazione.
Maggiore attenzione viene rivolta alle caratteristiche microbiologiche dell’acqua di piscine e dei solidi grossolani e dei solidi sospesi nell’acqua, che presuppone una
migliore filtrazione nel riciclo dell’acqua e
di conseguenza ciò renderà indispensabile
che l’utente si sottoponga a doccia prima
dell’immersione in vasca. Al personale di vigilanza dell’U.O. Igiene e sanità pubblica
delle A.S.L. viene demandata la verifica della corretta gestione dell’impianto e l’esecuzione di eventuali campioni di controllo di
laboratorio eseguito presso l’ARPAL.
Eventuali richieste di provvedimenti, a seguito di esami non conformi o di carenze
igienico sanitarie, verranno rivolte da parte
dell’ASL ai Sindaci dei Comuni ove insiste
la struttura. In questo nuovo disposto normativo, nulla viene indicato in riferimento
agli impianti approvvigionati con acqua di
mare.
DELIBERAZIONE DELLA
GIUNTA REGIONALE
25.07.2003 N. 877
(B.U.R.L. n. 34 del 20.08.2003)
20
Recepimento dell’Accordo tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano relativo agli aspetti igienico sanitari
concernenti la costruzione, la manutenzione, e la vigilanza delle piscine ad uso
natatorio.
Sanità Notizie
Attualità igienico-sanitaria
Il 20 agosto 2003 è stato pubblicato l’accordo
fra il Ministero della Salute e le Regioni.
I gestori delle piscine devono
controllare i parametri
chimico-fisici e microbiologici
dell’acqua che deve rimanere
potabile secondo le normative
attualmente in vigore
Maria Paola Briata
Direttore ff. dell’Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica
ALLEGATO N. 1
1. Requisiti igienico ambientali.
I requisiti igienico-ambientali si riferiscono alle caratteristiche delle acque utilizzate nell’impianto di piscina, alle condizioni termoigrometriche e di ventilazione,
illuminotecniche ed acustiche.
1.1 Classificazione e requisiti delle acque utilizzate.
Le acque utilizzate nell’impianto piscina
vengono classificate come segue:
— acqua di approvvigionamento: è quella
utilizzata per l’alimentazione delle vasche
(riempimento e reintegro) e quella destinata agli usi igienico-sanitari.
— Acqua di immissione in vasca: è quella costituita sia dall’acqua di ricircolo
che da quella di reintegro opportunamente trattate per assicurare i necessari requisiti.
— Acqua contenuta in vasca: è quella presente nel bacino natatorio e pertanto a diretto contatto con i bagnanti.
1.2 Requisiti dell’acqua di approvigionamento.
L’acqua di approvvigionamento deve possedere tutti i requisiti di potabilità previsti
dalle vigenti normative fatta eccezione
per la temperatura.
Nel caso l’acqua di approvvigionamento
non provenga da pubblico acquedotto,
sull’acqua stessa dovranno essere effettuati controlli di potabilità con frequenza
almeno annua o semestrale, per i parametri indicati nel giudizio di idoneità dell’acqua destinata al consumo umano, previsti dalla vigente normativa.
1.3 Requisiti dell’acqua di immissione
in vasca e dell’acqua contenuta in vasca.
L’acqua di immissione e quella contenuta
in vasca devono possedere i requisiti di
cui alla seguente tabella A.
I requisiti di qualità dell’acqua in vasca
devono essere raggiunti in qualsiasi punto.
Il controllo all’acqua di immissione sarà
effettuato ogni qual volta se ne manifesti
la necessità per verifiche interne di gestione o sopraggiunti inconvenienti.
Funghi e lieviti e trialometani saranno verificati su richiesta dell’Azienda Unità Sanitaria Locale. I trialometani vengono accertati secondo criteri e parametri fissati
dal Ministero della salute.
Per i metodi di analisi si utilizzano quelli
previsti per le acque destinate al consumo
umano.
Il Ministero della salute individuerà ulteriori metodi di analisi.
L’acqua delle vasche deve essere completamente rinnovata, previo svuotamento,
almeno una volta l’anno e comunque ad
ogni inizio di apertura stagionale.
1.4 Sostanza da utilizzare per il trattamento dell’acqua.
Per il trattamento dell’acqua in immissione in vasca è consentito l’uso delle seguenti sostanze elencate come disinfettanti, flocculanti e correttori di PH.
1. Disinfettanti
- Ozono,
- Cloro liquido,
- Ipoclorito di sodio,
- Ipoclorito di calcio,
- Dicloroisocianurato sodico anidro,
- icloroisocianurato sodico biidrato,
- Acido tricloroisocianurico.
Sanità Notizie
2. Flocculanti
- solfato di alluminio (solido),
- solfato di alluminio (soluzione),
- cloruro ferrico,
- clorosolfato ferrico,
- polidrossicloruro di alluminio,
- polidrossiclorosolfato di alluminio,
- alluminato di sodio (solido),
- alluminato di sodio (soluzione).
3. Correttori di ph
- acido cloridrico,
- acido solforico,
- sodio idrossido,
- sodio bisolfato,
- sodio bicarbonato.
Per disinfettanti, flocculanti e correttori di
Ph si adotta lo stesso grado di purezza
previsto per le sostanze da utilizzare per
la produzione di acqua per consumo umano.
Le sostanze antialghe che possono essere
utilizzate sono:
- N-alchil-dimetil-benzilammonio cloruro,
- Poliidrossietilene(dimetiliminio)etilene(dimetiliminio)metilene dicloruro)
- Poliossietilene(dimetiliminio)etilene(dimetiliminio)etilene dicloruro)
L’impiego di sostanze non incluse in questi elenchi deve essere previamente autorizzato dal Ministero della Salute.
1.5 Punti di prelievo.
Acqua di approvigionamento: campione
da prelevarsi da apposito rubinetto posto
su tubo di adduzione.
Acqua di immissione in vasca: campione
da prelevarsi da rubinetto posto sulle tubazioni di mandata nelle singole vasche a
valle degli impianti di trattamento
Acqua in vasca: campione da prelevarsi in
qualsiasi punto di vasca.
1.6 Requisiti termoigrometrici e di ventilazione.
Per le piscine coperte, nella sezione delle
attività natatorie e di balneazione, la temperatura dell’aria dovrà risultare non inferiore alla temperatura dell’acqua in vasca.
L’umidità relativa dell’aria non dovrà superare in nessun caso il valore limite del
70%. La velocità dell’aria in corrispondenza delle zone utilizzate dai frequentatori non dovrà risultare superiore a 0.10
m/s e dovrà assicurarsi un ricambio di aria
esterna di almeno 20 m. cubi/h per metro
quadrato di vasca.
Nelle altre zone destinate ai frequentatori
(Spogliatoi, Servizi igienici, Pronto soccorso) il ricambio dell’aria dovrà risultare
non inferiore a 4 volumi/h, la temperatura
dell’aria dovrà risultare non inferiore a
20° C.
1.7 I requisiti illuminotecnici.
Nelle sezioni delle attività natatorie e di
n. 3 • Ottobre 2003
Attualità igienico-sanitaria
balneazione l’illuminazione artificiale dovrà assicurare condizioni di visibilità tali
da garantire la sicurezza dei frequentatori
ed il controllo da parte del personale. Comunque il livello di illuminamento sul
piano del calpestio e sullo specchio d’acqua non deve essere in nessun punto inferiore a 150 lux.
Nelle altre zone destinate ai frequentatori
(spogliatoi, servizi igienici, etc.) l’illuminazione artificiale dovrà assicurare un livello di illuminamento sul piano del calpestio e sullo specchio d’acqua non deve
essere in nessun punto inferiore a 150 lux.
Nelle altre zone destinate ai frequentatori
(spogliatoi, servizi igienici, etc.) l’illuminazione artificiale dovrà assicurare un li-
vello medio di almeno 100 lux negli spogliatoi e di 80 lux nei servizi igienici.
In tutti gli ambienti illuminati naturalmente dovrà essere assicurato un fattore
medio di luce diurna non inferiore al 2%.
Deve essere previsto, per possibili sospensioni di erogazione di energia elettrica l’impianto di illuminazione di emergenza.
1.8 Requisiti acustici.
Nella sezione delle attività natatorie e di
balneazione delle piscine coperte, il tempo di riverberazione non dovrà in nessun
punto essere superiore a 1.6 sec., i requisiti acustici passivi ed il rumore generato
dall’attività devono far riferimento alla
normativa vigente in materia.
Requisiti dell’acqua in immissione e contenuta in vasca
PARAMETRO
ACQUA DI IMMISSIONE
ACQUA DI VASCA
Requisiti fisici
Temperatura:
Vasche coperte in genere
Vasche coperte bambini
Vasche scoperte
pH per disinfezione a base di
cloro. Ove si utilizzano disinfettanti
diversi il pH dovrà essere opportunamente fissato al valore ottimale per
l’azione disinfettante.
Torbidità in SiO2
Solidi grossolani
Solidi sospesi
Colore
24°C ÷ 32°C
26°C ÷ 35°C
18°C ÷ 30°C
24°C ÷ 30°C
26°C ÷ 32°C
18°C ÷ 30°C
6,5 ÷ 7,5
6,5 ÷ 7,5
≤ 2 mg/l di SiO2 (o unità equiva- ≤ 4 mg/l di SiO2 (o unità equivalente di farmazina)
lente di farmazina)
Assenti
Assenti
≤ 2 mg/l
≤ 4 mg/l
(filtrazione su membrana da 0,45 µm)
(filtrazione su membrana da 0,45 µm)
Valore dell’acqua potabile
≤ 5 mg/l Pt/Co oltre quello dell’acqua di approvvigionamento
Requisiti chimici
Cloro attivo libero
Cloro attivo combinato
Impiego combinato Ozono Cloro:
- Cloro attivo libero
- Cloro attivo combinato
- Ozono
Acido isocianurico
Sostanze organiche
(analisi al permanganato)
Nitrati
0,6 ÷ 1,8 mg/l Cl2
0,7 ÷ 1,5 mg/l Cl2
≤0,2 mg/l Cl2
≤0,4 mg/l Cl2
0,4 ÷ 1,6 mg/l Cl2
≤0,05 mg/l Cl2
≤0,01 mg/l O3
0,4 ÷ 1,0 mg/l Cl2
≤0,2 mg/l Cl2
≤0,01 mg/l O3
≤75 mg/l
≤ 2 mg/l
≤75 mg/l
≤ 2 mg/l
oltre l’acqua di approvvigionamento
oltre l’acqua di immissione
Valore dell’acqua potabile
≤ 20 mg/l NO3
oltre l’acqua di approvvigionamento
Flocculanti
≤ 0,2 mg/l in Al o Fe
≤ 0,2 mg/l in Al o Fe
(rispetto al flocculante impiegato)
(rispetto al flocculante impiegato)
Requisiti microbiologici
Conta batterica a 22°
Conta batterica a 36°
Eschericchia coli
Enterococchi
Staphylococcus aureus
Pseudomonas aeroginosa
≤ 100 ufc/1 ml
≤ 10 ufc/1 ml
0 ufc/100 ml
0 ufc/100 ml
0 ufc/100 ml
0 ufc/100 ml
≤200 ufc/1 ml
≤ 100 ufc/1 ml
0 ufc/100 ml
0 ufc/100 ml
≤1 ufc/100 ml
≤ 1 ufc/100 ml
21
n. 3 • Ottobre 2003
Dal 13 al 15 giugno u.s. si è svolto a
Savona e presso l’aeroporto C. Panero
di Villanova d’Albenga e le palestre di
roccia di Finale Ligure il primo corso
HEMS-HSR “griffato” AAROI.
Oltre a consentire a 42 sanitari, per la
quasi totalità anestesisti rianimatori ed
infermieri dei Servizi di Anestesia e
Rianimazione, di acquisire le conoscenze di base per operare in sicurezza
con il mezzo aereo in situazioni di
emergenza, il corso di Savona è stato
anche un utile banco di prova per testare il sistema di collaborazione tra i primi “Nuclei Periferici di Formazione in
Emergenza AAROI” (NPFE-AAROI)
accreditati secondo i criteri pubblicati
recentemente su “l’Anestesista Rianimatore”.
Il NPFE-AAROI “Savona ASL2” infatti ha offerto la propria organizzazione,
logistica e la disponibilità del mezzo
aereo, un AB 412 della società AIRGREEN già utilizzato per elisoccorso
sul territorio piemontese e valdostano,
grazie a fondi aziendali e al contributo
dell’Assessorato al Lavoro della Regione Liguria, mentre i contenuti didattici
e gli istruttori (tra i pochi ad essere accreditati presso il Ministero dei trasporti e dell’aviazione civile) sono stati offerti dal NPFE -AAROI “118 Cuneo”
da anni all’avanguardia nel soccorso
con mezzo a pala rotante.
Durante il primo giorno, dedicato alla
teoria e svoltosi nella “Sala Rossa” del
Comune di Savona, i discenti hanno viste analizzate le problematiche tipiche
di regioni come la Liguria dal punto di
vista del soccorso con mezzi aerei, hanno potuto apprendere dalla voce del Direttore del corso Dr. Danilo Bono, una
delle figure nazionali più esperte nella
materia, e degli istruttori del “NPFE
AAROI 118 Cuneo”, le più recenti normative in tema di elisoccorso, si sono
cimentati in scenari di triage di emer-
22
Sanità Notizie
Aggiornamento professionale
Organizzato dall’A.S.L. savonese e dall’Assessorato al Lavoro
della Regione Liguria.
Successo e consenso attorno al
Corso Hems-Hsr di Savona
Per l’elisoccorso utilizzato all’aereoporto “Panero” di Albenga
un mezzo della Airgreen.
Massimo Vecchietti
Direttore Dipartimento di Emergenza A.S.L. 2
Giuseppe Ratto
Dirigente medico - Responsabile Struttura Semplice. Emergenza Intraospedaliera A.S.L. 2
genza e maxiemergenza, hanno iniziato
a familiarizzare con l’approccio corretto al mezzo aereo, le segnalazioni ed i
linguaggi aeronautici e le caratteristiche degli strumenti di supporto vitale e
monitoraggio tipici dei mezzi aerei.
Nella seconda giornata, dedicata alla
pratica, i medici e gli infermieri liguri
hanno appreso le corrette manovre di
approccio al mezzo a rotori in moto, le
procedure di sicurezza, la salita e discesa in hovering, le tecniche di salita e discesa col verricello, anche con barella.
Un’intera giornata è stata poi dedicata
alle tecniche di sicurezza e discesa in
località impervie, le procedure di immobilizzazione, intubazione, mobilizzazione in ambiente ostile. Durante tutto il corso la corrispondenza dei
contenuti alle linee guida dell’AAROI
è stata garantita dalla presenza in qualità di ispettore del Dr. Davide Cordero,
Presidente della Commissione Nazionale Emergenza dell’AAROI.
I 42 tra medici ed infermieri delle province di Savona ed Imperia hanno così
acquisito un’istruzione
per la quale non erano
disponibili istruttori
medici accreditati sul
proprio territorio regionale. Durante il corso sono inoltre stati individuati
alcuni
elementi che in futuro
parteciperanno ad un
corso istruttori che
verrà successivamente
organizzato per colmare tale lacuna.
Essenziale per la riuscita del corso è stata
la collaborazione tra
membri del Corpo nazionale del soccorso
alpino delle province
di Cuneo, Imperia, Savona e Genova
ed il pilota ed il tecnico di volo della
società AIRGREEN, che hanno consentito di garantire la sicurezza dei partecipanti durante le esercitazioni a terra
e a bordo dell’elicottero.
L’esperimento di Savona ha così consentito di verificare, con risultati positivi, la bontà della costruenda rete nazionale dei “Nuclei periferici di
formazione all’emergenza” dell’AAROI, consentendo di raggiungere non
solo l’obiettivo della formazione dei
medici anestesisti rianimatori in emergenza, ma di gettare il seme per rafforzare tale rete con competenze didattiche
(istruttori)
sempre
più
capillarmente diffuse anche là dove non
esistevano . L’auspicio è di vedere moltiplicarsi iniziative comuni anche fra
più NPFE - AAROI anche su altri corsi
in modo da rendere sempre più centrale e visibile la figura dell’Anestesista
Rianimatore come operatore, ma soprattutto formatore nel campo dell’emergenza.
Sanità Notizie
Il Dipartimento di Salute Mentale, in collaborazione
con il Dipartimento per le Dipendenze ed il
Dipartimento di Assistenza Socio Sanitaria e
Riabilitazione, ha organizzato, il 2-3-4 ottobre 2003,
presso la “Sala della Sibilla” della Fortezza del
Priamàr, il Congresso “La relazione d’aiuto: una
speranza per il vivere quotidiano”. ASL 2 del savonese e Comune di Savona sostengono l’iniziativa,
resa possibile soprattutto per l’importante aiuto alla
nostra proposta da parte della “Fondazione A. De
Mari” della Cassa di Risparmio di Savona. Sono stati
invitati a partecipare professionisti e tecnici dei settori sanitari e sociali, insegnanti, studenti, istituzioni
e associazioni di volontariato e la popolazione interessata, per riflettere insieme sulla relazione d’aiuto
nei suoi aspetti sanitari, sociali, psichiatrici, filosofici e culturali. Il Prof. Giovanni Jervis, che ha “pensato” con me questo convegno scrive in “Psicologia
Dinamica” ed. Mulino 2001 “...per relazione d’aiuto
si intende qualsiasi rapporto tra due (o più persone)
quando sia caratterizzato da una particolare divisione di ruoli: una delle due chiede aiuto, qualsiasi tipo
d’aiuto, e l’altra è disposta a fornirlo.” La possibilità
di “aiutare” costituisce un elemento importante di
ogni relazione umana, ma anche dell’operare di molteplici istituzioni che sono portatrici di interventi a
beneficio della popolazione. Nell’uomo spinte
aggressive e distruttive si accompagnano a questa
naturale tendenza a fornire aiuto, solidarietà, anche
amore, rispetto per “l’altro da noi”. Tanatos ed Eros,
bene e male, entropia ed ectropia , creazione e
distruzione si confrontano da sempre nella natura,
storia, cultura dell’universo umano e di ognuno di
noi in particolare. Tornando poi al nostro ambito psichiatrico l’obiettivo prevalente è quello di condurre i
pazienti al massimo grado possibile di benessere o
almeno di riduzione del soffrire, fornendo anche tutti
gli strumenti per raggiungere l’autonomia di cui essi
potranno essere capaci. Siamo quindi ben lontani
dall’assistenzialismo e da provvidenzialismi che
risentono ancora oggi di culture “coloniali”.Queste
giornate hanno voluto avvicinare la popolazione ad
una compresione empatica della sofferenza, soprattutto di quella psichica per infrangere ulteriormente
lo stigma sociale che per molto tempo ha “segnato”
i nostri pazienti ed anche i loro familiari. Le relazioni d’aiuto sono tuttavia spesso complesse e complicate perché in realtà non è facile fornire aiuto né
riceverlo: molti sono gli aspetti pratici, tecnici, etici,
emotivi, talvolta passionali ma anche di potere in
gioco. Abbiamo affrontato così anche queste tematiche con particolare attenzione agli aspetti umani e
psicologici non solo di chi è aiutato ma anche di chi
presta aiuto. Hanno dialogato con noi alla”Sibilla”
teologi, sociologi, filosofi, medici, psichiatri, psicoanalisti di rilevanza nazionale ed anche la Comunità
di Sant’Egidio, Medici Senza Frontiere, Maestri di
Strada e la Fondazione Diocesana Comunitàservizi.
Per migliorare la nostra “Bottega della psichiatria”
che, come le botteghe rinascimentali, vuole essere
aperta ai contributi della comunità civile. Ricordo
che nel 2004 organizzeremo una mostra fotografica
con il Maestro Vasco Ascolini dal titolo “Un’incerta
follia” e una serie di seminari che approfondiranno i
temi del convegno; sull’attaccamento e lo sviluppo
del bambino e dell’adolescente, sulle funzioni genitoriali, sull’assistenza sociale, sulle dipendenze, sui
disturbi dell’alimentazione e sulla psicoanalisi. Nel
concludere ringrazio lo staff amministrativo del
Dipartimento di Salute Mentale e le Dott.sse Cinzia
Parodi e Simonetta Porazzo senza i quali questo congresso non sarebbe stato possibile.
n. 3 • Ottobre 2003
Aggiornamento professionale
Organizzato il 2-3-4 ottobre
al Priamàr
dall’A.S.L. n. 2 Savonese,
Fondazione CARIGE,
Comune di Savona,
Regione Liguria
Grande interesse
per il Convegno su
“La relazione di
aiuto: una
speranza per il
vivere quotidiano”
Antonio M. Ferro
Direttore Dipartimento
Salute Mentale A.S.L. n. 2
IL PROGRAMMA
GIOVEDI’ 2/10/2003
“La relazione d’aiuto in psichiatria”
Ora 13,30 Iscrizione e consegna pre-test
Ore 14,30 Introduzione: Antonio .M.Ferro
Prima Sessione
• Pier Luigi Scapicchio
“Teoria e prassi dell’aiuto in psichiatria”
• Giacomo Di Marco - Angelo Cassin
“Ai confini della relazione d’aiuto”
• Giacinto Buscaglia - Marcello Macario - Silvia
Orengo
“La relazione d’aiuto nel DSM di Savona”
Discussant: Carlo Vittorio Valenti - Paolo Peloso
Seconda Sessione
• Giuseppina Boidi
“Influenza del genere nella relazione d’aiuto”
• Armando Ciriello - Marco Anselmo
“Alcune esperienze di counseling all’equipe infermieristica nell’Ospedale S.Paolo di Savona”
• Giovanni Stanghellini
“Comprendere e curare”
Discussant: Giovanni Giusto - Maurizio
Marcenaro
Ore 18,00 Chiusura Lavori
VENERDI’ 3/10/2003
La Relazione d’aiuto nella dimensione sociale, culturale, filosofica
Ore 8,30 Inizio Lavori
Introduzione: Antonio M. Ferro
Saluti delle Autorità
S.E. Mons. Domenico Calcagno, Vescovo di
Savona
Dott. Carlo Ruggeri, Sindaco di Savona
Avv. Ubaldo Fracassi, Direttore Generale ASL 2
Savonese
Dott. Luciano Pasquale, Presidente Fondazione “A.
De Mari” - Savona
Terza Sessione
• Giovanni Jervis
“Analisi Psicologica delle risorse nella relazione
d’aiuto”
• Giuliano Carlini
“Aspetti socio culturali ed epistemologici della
relazione d’aiuto”
• Don Adolfo Macchioli
“Relazione d’aiuto e prossimità: una riflessione
teologica”
• Laura Boella
“Gli aspetti chiaroscurali della relazione empatica”
• Pier Francesco Galli
“L’aiuto nella relazione:pratica clinica e prospettive
teoriche”
Discussant: Luigi Ferrannini - Mariella Lombardi Mariella Ricci
Ore 13,00 Pausa pranzo
Quarta Sessione
“La relazione d’aiuto in adolescenza”
Inizio Lavori ore 14,30
• Ilo Rossi - Flavia Alberoni
“I luoghi dell’ascolto”
• Eugenia Pelanda
“Comportamenti autolesivi in adolescenza”
• Antonio Ferro - Simonetta Porazzo - Paolo
Moretti - Fabrizio Cerro
“Il lavoro di gruppo e nei gruppi nel CDAA: un’esperienza complessa o confusa?”
• Clotilde Gislon
“L’intervento psicoterapeutico breve in adolescenza”
Discussant: Cinzia Parodi - Paola Pregliasco
Ore 19,00 Chiusura lavori
SABATO 4/10/2003
“ La relazione d’aiuto nella dimensione medica ed
umanistica”
Ore 9,00 Inizio lavori
Saluto Autorità
Dr. Franco Vairo Direttore Sanitario ASL2
Savonese
Dr. Renato Giusto, Presidente Ordine Medici
Savona
Quinta Sessione
• MarcoTrabucchi
“L’attenzione per l’altro nella relazione medicopaziente”
• Fausto Petrella - Vanna Berlincioni
“Accoglienza e presa in carico nei servizi psichiatrici”
• Aldo Gargani
“La comunicazione con l’altro: il principio della
carità interpretativa”
Discussant: Giorgio Marengo - Leo Nahon
Sesta Sessione
Fra Luca Pozzi (O.F.M.): “San Francesco”
Lorena Rambaudi: presenta
• Daniela Sironi (Comunità S.Egidio)
“Libertà e gratuità nella relazione d’aiuto”
Antonella Frugoni:presenta
• Barbara Galmuzzi, Medici Senza Frontiere
“Oltre l’emergenza: progetti psicosociali a lungo
termine”
Simonetta Porazzo: presenta
• Marco Rossi Doria - Progetto Chance
“Una scuola per chi non va a scuola
Francesca Romani:presenta
• Maurizio Raineri, Fondazione Diocesana
Comunità Servizi
“Relazione d’aiuto: un’esperienza concreta”
Discussant: Lorena Rambaudi - Leo Nahon
Ore 13,30 Conclusioni del Convegno: Antonio
Maria Ferro - Leo Nahon
Coordinatore del Corso
Dr. Antonio Maria Ferro
Segreteria Scientifica
Dr. Armando Ciriello
Dr. Luigi Ferrannini
Dr. Cinzia Parodi
Dr. Simonetta Porazzo
Segreteria Organizzativa
Logo Faggio
In collaborazione con:
Regione Liguria
Società Italiana di Psichiatria Sezione Ligure
Ordine dei Medici della Provincia di Savona
Bollati Boringhieri Editore
Villa Ridente
23
n. 3 • Ottobre 2003
Presso la sede dell’ASL2 savonese, venerdì 11 luglio, alla presenza dell’avv.
Ubaldo Fracassi, Direttore Generale
dell’ASL2, dell’arch. Marco Melgrati,
della dott.sa Loretta Zavaroni, rispettivamente Sindaco e Assessore alla Sanità del Comune di Alassio, del dott.
Francesco Bogliolo e dott. Augusto
Gandolfo, legali rappresentanti della società “Alassiosalute” S.r.l., è stata siglata la convenzione fra l’Azienda, il Comune e la Società su menzionata,
relativa all’espletamento di attività socio-sanitarie che prevede un’innovativa
forma di collaborazione tra Enti e professionalità diverse, con l’intento di fornire concrete ed immediate risposte all’utenza residente e no, attraverso una
nuova forma organizzativa, unica in Liguria.
Composta da nove medici di medicina
generale operanti nei comuni di Alassio
e Laigueglia: Francesco Bogliolo, Augusto Gandolfo, Giampaolo Merello,
Pietro Rabolli, Giovanni Barilaro, Roberto Bersano, Enrico Tardani, Giovanni Pisano e Loretta Zavaroni, la Società
“Alassiosalute” sta ristrutturando un locale di circa 400 metri quadrati siti nei
locali del Collegio Salesiano ad Alassio,
in Via Chiusetta n° 12, zona centrale e
di facile accesso alla cittadinanza.
Si tratta di un progetto ambizioso che
comporterà la creazione di un Centro
Sanitario Polifunzionale e che contempla un’innovazione sostanziale del sistema sanitario delle cure territoriali, proponendosi - tra i primi in Italia - come
progetto pilota di gestione mista pubblico-privato della medicina generale.
Potrà contare come bacino di utenza su
una popolazione residente di circa
14.000 persone, oltre che sul flusso stagionale turistico - sia invernale, sia estivo - che una località come Alassio può
offrire.
L’obiettivo è di creare una struttura territoriale in grado di erogare cure primarie attraverso una gestione diretta da
parte dei medici di famiglia e di sviluppare nuove strategie organizzative in risposta ai bisogni emergenti dell’utenza
e alle esigenze economiche del mercato
sanitario.
24
Sanità Notizie
Progetto pilota
La convenzione è stata firmata a Savona presso la sede
dell’A.S.L. n. 2 Savonese.
“Alassiosalute” sta
creando un Centro
Sanitario
Polifunzionale per
rispondere alle esigenze
di residenti e turisti
estivi e invernali
Ogni singolo paziente usufruirà della
struttura, ottenendo in maniera razionale le prestazioni, con conseguente riduzione dei costi ed un’ottimale allocazione delle risorse umane ed economiche.
La “Reception” sarà intesa come punto
di smistamento, ma soprattutto come
“sportello per il pubblico” e rappresenterà il biglietto da visita della struttura,
indirizzando l’utente verso i percorsi ottimali e risponderà ad ogni esigenza (sanitaria, burocratica e informativa).
Il nuovo Centro Sanitario Polifunzionale svolgerà attività di medicina generale
e di pediatria; centro CUPA con ritorno
dei referti direttamente in cartella clinica; centro prelievi ASL con supporto di
apparecchiature gestibili direttamente
dai medici di medicina generale per indagini di laboratorio di prima routine. I
pazienti potranno usufruire di ambulatori per patologia anche in collaborazione con specialisti, nell’ambito dell’applicazione dei percorsi di cura (diabete,
rischio cardiovascolare, osteoartrosi,
prevenzione oncologica, malattie dermatologiche ecc.) con l’ausilio, se necessario, della telemedicina.
Sarà presente una diagnostica ecografica di primo livello gestita in un primo
momento da specialisti esterni ma con
l’obiettivo di inserimento dei medici di
medicina generale.
Un ambulatorio attrezzato garantirà terapie parenterali, medicazioni e piccola
chirurgia, inoltre sarà attivo un ambulatorio fisioterapico-riabilitativo.
Aperto tutto l’anno, 7 giorni su 7, per
10 ore al giorno, diventerà un punto di
riferimento essenziale per esigenze sanitarie di emergenza nell’arco dell’intera giornata per pazienti convenzionati e
turisti, evitando così ricoveri impropri.
Sono in corso le trattative con i sindacati dei Medici di Medicina Generale
FIMG e SNAMI per mettere a punto la
convenzione nel rispetto della normativa vigente.
Da sinistra: il Direttore Generale avv. U. Fracassi, il Sindaco di Alassio arch. Marco Melgrati, i medici Francesco Bogliolo e Augusto Gandolfo
Sanità Notizie
n. 3 • Ottobre 2003
Inaugurazione
Alla presenza dell’ing. Roberto Levaggi,
Assessore regionale alla Sanità, di S.E.
Domenico Calcagno, Vescovo di Savona e di
numerose autorità provinciali ed aziendali è
stata inaugurata, il 3 luglio, la nuova sede
dell’Unità operativa oncologica medica
dell’Ospedale San Paolo.
I nuovi locali, allestiti nell’Ospedale di
Savona, rappresentano una struttura moderna
e funzionale, rinnovata dal punto di vista progettuale, seguendo in maniera scrupolosa i
parametri previsti dalle normative.
A Savona, è bene ricordare, è nato, per iniziativa del dott. Pietro Bianucci, nel 1966, uno
dei primi centri oncologici italiani per la diagnosi precoce e la prevenzione dei tumori.
L’attività dell’oncologia medica si è evoluta
ed arricchita nel tempo, adeguandosi al progresso clinico-scientifico.
La struttura che è stata inaugurata è fra le più
avanzate in talia e risponde appieno alle esigenze della moderna oncologia ed è stato
possibile realizzarla grazie all’acquisizione
della Cappella dell’Ospedale e dei locali
annessi per gentile concessione della Curia di
Savona che ha permesso lo spostamento del
luogo sacro in un locale attiguo.
L’ampliamento è stato di 150 metri quadrati,
ed ora l’unità operativa si estende complessivamente per 600 metri quadrati,
E’ stato così possibile separare e ampliare i
locali del “day hospital”, ovvero i locali che
permettono il ricovero giornaliero dei pazienti,
consentendo loro di seguire cure, anche di una
certa intensità, ritornando ogni sera a casa.
E’ stato realizzato, inoltre, l’ambiente dedicato alla preparazione delle terapie con farmaci
Ecco la nuova sede
dell’Unità Operativa
oncologica medica del
“San Paolo” di Savona
Giampiero Storti
Direttore editoriale di “Sanità Notizie”
antiblastici, secondo le vigenti normative, al
fine di garantire la massima protezione per gli
operatori e per l’ambiente.
Durante l’inaugurazione, il primo a prendere
la parola è stato il Direttore Generale
dell’ASL 2 Savonese, l’avvocato Ubaldo
Fracassi, il quale ha ricordato la figura del
dottor Pietro Bianucci che nel lontano 1966
iniziò a credere in un reparto specializzato.
“Ha combattuto come tutti i pionieri, oggi
vediamo crescere l’albero del quale Bianucci
sparse i semi”, ha detto il Direttore generale.
E’ stata quindi la volta del Direttore scientifico del Polo Oncologico, dott. Fulvio Brema,
che ha avuto momenti di profonda commozione, interrompendo più volte il suo discorso. “Non tutti sanno che dopo la scomparsa di
Da sinistra: il dott. Fulvio Brema, S.E. Mons. Domenico Calcagno, Vescovo di Savona Noli, il dott. Cosimo Macrì, Prefetto di Savona, il dott. Carlo Ruggeri, Sindaco di Savona.
Bianucci, venti anni fa, il reparto rischiava di
chiudere. Con l’aiuto della dottoressa Gisella
Pastorino riuscimmo a resistere”, ha ricordato il dottor Brema.
L’attività svolta dall’Unità Operativa di
Oncologia medica nel 2002 comprende oltre
7.500 prestazioni in “day hospital”, circa
5.500 visite ambulatoriali, più di 300 consulenze per pazienti ricoverati. Ogni anno confluiscono all’Unità Operativa circa 500 nuovi
pazienti, che si aggiungono ai precedenti già
in cura o al controllo ambulatoriale.
La nuova struttura garantirà un maggior
comfort e privacy per i pazienti permettendo,
inoltre, agli operatori sanitari di svolgere più
agevolmente e in modo funzionale le consuete attività cliniche-assistenziali.
Da sinistra: il Presidente della Provincia di Savona avv. Alessandro Garassini, il direttore
generale avv. Ubaldo Fracassi e l’Assessore alla Sanità Ing. Roberto Levaggi.
Personale dell’U.O. Oncologia medica dell’Ospedale San Paolo di Savona.
25
n. 3 • Ottobre 2003
Per Ippocrate, medico greco del IV secolo
a.C., l’efficacia di una qualsivoglia terapia
non stava esclusivamente nell’operato di un
buon medico (questo sì quantomai necessario) ma soprattutto nel “coinvolgimento”
nelle cure prestate al paziente di ogni membro
a lui vicino. Medici, familiari e soprattutto
“chi assiste il malato espletando al meglio il
suo specifico compito - diceva - riveste un
ruolo essenziale affinché avvenga la guarigione”.
Senza guardare troppo lontano, è certamente
questo lo spirito in cui si è svolta - il 29 giugno scorso - prendendo spunto dalla tradizionale ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo, la 1ª
edizione di “L’Ospedale San Paolo in Festa”,
festa dei dipendenti e delle loro famiglie,
“Festa dell’appartenenza” come è stata anche
definita. E scorrendo le cifre della manifestazione - oltre 400 persone, il contributo di
numerose Associazioni di Tutela e
Volontariato e Organizzazioni sindacali - si è
trattato certo di un successo inatteso che ha
visto il suo momento più significativo nella
consegna degli attestati ai dipendenti che nel
2002 hanno raggiunto la pensione.
Ma ripercorriamo brevemente le tappe della
cerimonia che, visto il successo ottenuto, gli
organizzatori contano di ripetere nei prossimi
anni.
Alle 19, con il supporto logistico dell’Amministrazione dell’ASL 2 e alla presenza del
Sindaco di Savona, Carlo Ruggeri e altre autorità cittadine, nel parco prospiciente il padiglione Astengo, il dott. Giampiero Storti ha
inaugurato la festa, sottolineando come l’obiettivo della manifestazione fosse quello di
“aumentare il senso di appartenenza alla
struttura dei dipendenti e di legare maggiormente i problemi della struttura ospedaliera ai
Sanità Notizie
Attualità
A “L’Ospedale San Paolo
in festa” accorrono
insieme alle autorità oltre
quattrocento savonesi
Il contributo di Associazioni di tutela e di Volontariato e di
Organizzazioni sindacali
cittadini che vivono nei palazzi del quartiere
Valloria e a tutti coloro che usufruiscono dei
servizi del San Paolo”.
Subito dopo sono stati aperti gli Stand. La
Cooperativa dei dipendenti dell’ASL 2, la
Compagnia di S. Isidoro, la Gamma Vini, la
Geamedia, la ditta Pedus e altre numerose
Associazioni presenti alla manifestazione
hanno offerto alle persone intervenute vini,
bevande, frittelle e primi piatti. Non sono
mancati i gadget: latte detergente nello stand
della Farmacia ospedaliera e una simpatica tshort bianca con la scritta “San Paolo in
Festa”.
Alle 20 lo spettacolo musicale. Il “Medical
Mystery Tour” ha allietato i presenti proponendosi in spettacoli di magia, barzellette,
giochi e ha presentato il suo spettacolo di
grande successo: “Hospital Trek”, coinvolgendo anche il pubblico presente il quale ha
accettato di buon grado i giochi della compagnia teatrale.
E’ stato anche presentato il nuovo logo
dell’Ospedale San Paolo, ma il momento più
significativo è stato certamente quello che
alle 21 ha portato il saluto del Direttore
Generale della ASL 2, avv. Ubaldo Fracassi e
del Direttore gestionale, avv. Rosavio
Bellasio, ai dipendenti del San Paolo che nel
2002 hanno raggiunto la pensione. Il caloroso
ringraziamento dei dirigenti e il dono di un
piatto di ceramica di Albisola hanno suggellato un pluriennale rapporto di fedeltà e di
“appartenenza” dei dipendenti alla struttura
della ASL savonese.
La festa è proseguita sino alle 23. Medici,
infermieri, operatori sanitari e tutti gli intervenuti hanno felicemente concluso una manifestazione di grande successo. Appuntamento
al prossimo anno, il 29 giugno.
I DIPENDENTI DEL SAN PAOLO PREMIATI
26
Battistina Addis
Infermiera di ortopedia
Carlo Spotorno
Responsabile concorsi
Luigina Alfonso
Infermiera di ostetricia
Gaetano Pirito
Addetto farmacia
Roberto Mariani
Addetto magazzino
Giovanni Perrone
Responsabile cassa dell’economato
Giovan Battista
Ghigliazza
Direttore sanitario
“S. Paolo”
Sanità Notizie
Storia della medicina savonese
Riflessioni su cinquant’anni di attività oncologica
Dal pionierismo dei primi
ricercatori alla odierna
prevenzione globale
Il ruolo di Pietro Bianucci per dotare il “S. Paolo” di Savona
di un moderno Centro di cura
Fausto Badellino
Primario emerito di Chirurgia Oncologica dell’Istituto Nazionale per
la ricerca sul cancro di Genova
Il fatto che in un convegno chirurgico venga
ricordato un oncologo che chirurgo non era, costituisce una controprova che tra le caratteristiche
peculiari della chirurgia oncologica vi è anche
l’interesse per altre discipline parentali, incluse
l’epidemiologia e la prevenzione, e per tutti gli
altri molteplici aspetti del “pianeta tumori”.
I “cinquanta anni” del titolo forse peccano per
eccesso, in quanto i programmi e le iniziative di
prevenzione e diagnosi precoce, associati a
quelli di educazione sanitaria, professionale e
d’informazione, andarono prendendo corpo
attorno agli anni sessanta; ma vennero preceduti da periodi di evoluzione culturale e dalle
prime realizzazioni pratiche.
Lo spazio temporale di “cinquanta anni” pertanto è giustificato, anzi può essere anche allungato se ricordiamo che la “Lega Italiana per la
lotta contro il cancro” (allora si chiamava così)
venne fondata nel 1922 ed i suoi tre obiettivi
principali furono da subito la diagnosi precoce,
le terapia tempestive e l’informazione.
A cavallo degli anni ’20 e ‘30 sorsero l’Istituto
Nazionale Tumori a Milano, l’Istituto Regina
Elena a Roma ed a Torino il Centro Tumori
dell’Ospedale San Giovanni. Si narra che in
questo Centro si tenessero regolarmente delle
riunioni dei clinici di allora in cui, accanto alle
discussioni sui malati e quelle scientifiche, si
provvedeva a ... scartare i pazienti con tumore,
perchè troppo spesso in stadio avanzato o avanzatissimo e come tali non curabili con i mezzi
allora disponibili.
Ma tale atteggiamento andò modificandosi
negli anni. Infatti diverse scoperte nei laboratori, mi riferisco alla tecnica di Papanicolau che
permise di individuare le cellule cancerose nel
secreto vaginale (nei carcinomi dell’utero) e al
settore della genetica (ad esempio la struttura
del DNA) e le scoperte in campo clinico, come
il mammografo per i tumori della mammella,
comportarono significative modifiche di pensiero ed operative.
Di conseguenza si fanno chiari i concetti di prevenzione primaria e secondaria, di terapie radicali e palliative, ed alla chirurgia ed alla radioterapia si affianca la terapia medica ormonale
ed antiblastica.
Ricercatori e clinici, provenienti dai laboratori di
patologia o dai reparti ospedalieri ed universitari
Pietro Bianucci
generalmente di medicina interna, si dedicano a
queste problematiche con passione e dedizione,
a volte dovendo duramente lottare e confrontarsi
con lo scetticismo, l’indifferenza e anche l’ignoranza. Pietro Bianucci è uno di questi.
Nato a Reggio Calabria, è mancato prematuramente nel 1983 ed ora avrebbe 82 anni.
Laureato a Torino con il patologo medico Pietro
Sisto (nel cui Istituto entrai pure io come allievo interno in quegli anni), dopo un breve periodo di pratica professionale nei dintorni della
capitale piemontese, nel 1953 si trasferisce a
Savona dove inizia il suo “percorso” come assistente presso la Divisione di Medicina Generale
dell’Ospedale San Paolo.
E’ qui che inizia il suo coinvolgimento totale nel
settore oncologico, tanto da specializzarsi in
oncologia presso l’Università di Pavia nel 1960
(dopo che aveva già ottenuto a Genova la specializzazione in Medicina Interna) diventando
in assoluto uno dei primi specialisti oncologi
del nostro Paese. All’epoca in Italia, se ben
ricordo, vi erano solo due Scuole di specializzazione in Oncologia, una a Pavia per l’appunto e
l’altra a Bari; nel ’64 sarebbe seguita quella di
Torino, voluta e diretta da un clinico chirurgo, il
famoso A.M. Dogliotti, che ne affidò la direzione effettiva ad un altro chirurgo Leonardo
Caldarola.
Fu in quegli anni che ebbi la fortuna ed il piacere di conoscere Pietro Bianucci e di trovare un
amico. Pur essendo io chirurgo il comune inte-
n. 3 • Ottobre 2003
resse oncologico ci faceva incontrare in convegni della Società Italiana di Cancerologia, della
Lega Tumori, dell’allora neonata Società di
Prevenzione, diagnosi e Terapia dei Tumori e
nelle battaglie sindacali come rappresentanti del
“SIMO” ovvero Sindacato Italiano dei Medici
Oncologi.
Ebbi modo di conoscerlo e di apprezzarlo e di
ammirare l’entusiasmo e la tecnica nel convincere le autorità sanitarie ed ospedaliere locali ad
istituire ed implementare poi l’azione oncologica. Ciò ne comportò la nomina a direttore del
Centro di Prevenzione e Diagnosi dei Tumori
dell’Ente Ospedaliero San Paolo di Savona nel
1970 e poi nel 1978 a primario oncologo. Ma
quanta fatica, quante battaglie e quanta strada
(percorsa a tanti piccoli passi). Ricordiamo:
Nel 1969 un uomo, Bianucci, solo “al comando”, parafrasando una storica espressione ciclistica ed un microscopio (400 visite).
All’inizio degli anni ’70 sempre un uomo solo,
Bianucci ovviamente, una biologa (la Sig.ra
Brondi), un assistente sanitaria (la Sig.ra
Costa), due infermiere. Nel 1972 le visite sono
5.000
Nel 1973 ristrutturazione ed ampliamento dei
locali, installazione di un nuovo mammografo,
assunzione in organico di un secondo medico,
la Dottoressa Pastorino, con la possibilità così
di lavorare di più e meglio,
Nel 1980 sono state eseguite oltre 10.000 visite
annuali, 14.000 pap tests, 1.200 mammografie
più altre decine di indagini diagnostiche e pratiche riabilitative.
E sempre nel settore diagnostico e preventivo
l’attività andava allargandosi al distretto orofaringeo e colo-rettale.
E’ stato quello il periodo in cui si andavano concretizzando i presupposti della moderna oncologia nazionale; anche per quanto riguarda la
Liguria, persone, opere e strutture sono degne
di menzione e ricordiamo alcuni nomi quali
Dosio, Santi, Galizioli, Lotti ed altri. Qui a
Savona ciò che è stato realizzato allora nel
campo della prevenzione in gran parte è dovuto
a Pietro Bianucci, il cui nome, su proposta
dell’Ordine dei Medici della Provincia, è stato
associato al Centro oncologico cui diede tanto
del suo cuore e della sua determinazione.
E non bisogna dimenticare l’Associazione
ONLUS “Amici del Centro Oncologico” attraverso la quale la consorte Signora Maria Rosa
Bossi con la raccolta di fondi mantiene vivo il
ricordo e l’opera del compagno scomparso.
Cinquanta anni sono un lungo periodo, in cui
molte nuove conoscenze sono state acquisite,
anche in campo prevenzionistico, ma è in questi ultimi anni che vi è stato un evolversi straordinario nello scibile umano.
Oncologia molecolare, la suscettibilità e le
modificazioni genetiche, i fenotipi dei cancri
ereditari, markers molecolari, prevenzione chirurgica e farmacologica, immagini digitalizzate,
risonanza magnetica, tac spirale; in quasi tutti i
tumori si sono aperti grandi spazi per una prevenzione quasi globale.
E si era partiti, la storia di Pietro Bianucci ne è
un esempio, da semplici microscopi e da tanto
entusiasmo!
Nel ricordo di questo amico va un pensiero
affettuoso ai famigliari, la compagna fedele di
una vita Maria Rosa ed il figlio Massimo, stimato radiologo all’Ospedale San Paolo.
Guardiamo al futuro, ma non dimentichiamo
quei pionieri che tale futuro hanno reso possibile.
27
n. 3 • Ottobre 2003
Sanità Notizie
Investimenti in corso
Lavori di ristrutturazione e messa a norma del presidio
poliambulatoriale di via Collodi 13 - Savona
Progetto:
Responsabile del
Procedimento:
U.O. Progettazione e Gestione Immobili,
Arch. Cesare Branchetti
Arch. Aldo Oriti (U.O. Progettazione e
Gestione Immobili)
Ufficio Direzione Lavori:
(U.O. Progettazione e Gestione Immobili)
Geom. Alessandro Bressan
Arch. Bruno Lai
Coordinatore Sicurezza:
Geom. Alessandro Bressan
Edilmar S.r.l., Via Gramsci, 2 - Savona
Impresa esecutrice:
Importo a base d’asta:
€ 505.817,88
Importo contrattuale:
€ 454.696,53
16-09-2002
ottobre 2003
Inizio lavori:
Fine lavori prevista:
Presidio poliambulatoriale di via Collodi
13 - Savona - lato via
Giusti.
Presidio poliambulatoriale di via Collodi
13 - Savona - lato via
Aleardi.
Lavori di ristrutturazione dell’edificio adibito ad uffici
del servizio veterinario sito all’interno dell’area del
macello comunale - P.le Amburgo - Savona
Progetto:
U.O. Progettazione e Gestione Immobili,
Arch. Cesare Branchetti
Responsabile del
Procedimento:
Arch. Cesare Branchetti (U.O. Progettazione
e Gestione Immobili)
Ufficio Direzione Lavori:
(U.O. Progettazione e Gestione Immobili)
Arch. Cesare Branchetti
Cap. Giovanni Iraldo
Per. Ind. Pierluca Poggi
Arch. Sonia Elisei
Coordinatore Sicurezza:
Arch. Cesare Branchetti
Edilmar S.r.l., Via Gramsci, 2 - Savona
Impresa esecutrice:
Importo a base d’asta:
€ 417.830,00
Importo contrattuale:
€ 377.262,76
06-09-2002
ottobre 2003
Inizio lavori:
Fine lavori prevista:
EDITORE
Nuova sede U.O. Veterinaria - Savona - P.le Amburgo.
DIREZIONE
Ubaldo Fracassi
Direttore generale
Claudio Balbi
© Copyright ASL n. 2 Savonese
Via Manzoni, 14 - 17100 Savona
Tel. 019 84041
C.F. e P. IVA 01062990096
Hanno collaborato a questo numero:
Ubaldo Fracassi, Massimo Vecchietti, Angelo Schirru, Davide Cavaliere, Michele Oliveri,
Paola Pregliasco, Maddalena Fois, Rosella Griggio, Vito Mangraviti, Donatella Pecoraro,
Letizia Nicolini, Gian Luigi Figini, Marco Bessero, Elena Farulla, Roberto Carloni, Maria
Paola Briata, Franco Badii, Stefania Remotti, Roberto Carrozzino, Franca Minetti, Wally
De Pirro, Damiana De Leonardis, Luigi Caliendo, Ezio Venturino, Giuseppe Ratto,
Antonio M. Ferro, Giampiero Storti, Fausto Badellino, Claudio Balbi, Massimo Bianucci,
Mauro Peluffo, Cesare Branchetti, Aldo Oriti, Cinzia Parodi, Simonetta Porazzo, Anna
Ascheri, Carlo Vittorio Valenti, Morena Scurani, Fulvio De Lucis, Mauro Peluffo.
Stampa: Coop Tipograf
C.so Viglienzoni, 78 r.
17100 Savona
Tel. 019 804947 - Fax 019 806657
e-mail: [email protected]
Questo numero è stato stampato e distribuito gratuitamente in 9.700 copie e inviato presso le U.O. agli oltre 3.000
dipendenti dell’A.S.L. 2 Savonese, a tutti i medici iscritti all’Ordine provinciale di Savona, a tutti i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta della Provincia di Savona e alle oltre 100 farmacie per la distribuzione
diretta ai pazienti. Viene inviato alle Istituzioni, ai Comuni e alle Parrocchie, alle Associazioni di Tutela e
Volontariato, ai Sindacati. Una parte viene distribuita gratuitamente presso i nostri ambulatori.
Direttore amministrativo
Franco Vairo
Periodico trimestrale
di informazione dell’ASL 2
del Savonese
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“Sanità Notizie”
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