ottobre 2003 imp 5.0 enzo
Transcript
ottobre 2003 imp 5.0 enzo
PERIODICO TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE 2 SAVONESE Anno IV - N. 3 - Ottobre 2003 - Aut. tribunale di Savona n. 919 del 28.03.2000 - Sped. in abb. postale 70%, L. 662/96 - Direz. Comm.le di Savona Approvato il Piano Aziendale triennale 2003-05 dell’A.S.L. I macro-progetti finalizzati a miglioramenti strutturali, servizi puntuali agli utenti, potenziamento dell’emergenza Pur in presenza di risorse sempre più limitate, l’obiettivo è quello di soddisfare i fondamentali bisogni di assistenza della nostra provincia. Ubaldo Fracassi Direttore Generale dell’ASL n. 2 Savonese L’ASL n. 2 “Savonese” ha approvato in veste definitiva il Piano Aziendale Triennale 2003 - 2005, definendo gli indirizzi strategici e gestionali ed individuando le relative Fonti di Finanziamento. Il documento, rispondendo ai principi di programmazione budgetaria ed adattando alla realtà provinciale gli indirizzi regionali, rappresenta uno strumento progettuale ed allo stesso tempo di gestione annuale dei servizi sanitari resi alla popolazione savonese. Le linee triennali di intervento sono state predisposte in accordo con gli obiettivi di budget e nel rispetto della compatibilità di bilancio. Le specifiche aree di intervento riguardano: - l’attività del governo aziendale - l’area ospedaliera - la medicina di base - il dipartimento socio-sanitario e riabilitativo - il dipartimento per le dipendenze - il dipartimento di prevenzione - lo sviluppo del Sistema Qualità Il provvedimento deliberato il 7 agosto 2003 è stato in precedenza condiviso con le Associazioni di Rappresentanza ed impletamento grazie all’apporto della Conferenza dei Sindaci delle Zone socio-sanitarie. Gli assi portanti del triennio possono essere riepilogati nei seguenti macro-progetti: A) Interventi di miglioramento strutturale (messa a norma secondo i requisiti di accreditamento e di eccellenza; avvio della telemedicina mediante il cablaggio delle principali sedi e collegamento dei medici di medicina generale; valorizzazione del patrimonio immobiliare; consolidamento strutturale Ospedale S.M. Misericordia di Albenga; adeguamento tecnologico blocco operatorio di Cairo Montenotte). B) Miglioramento dell’accessibilità degli utenti ai servizi (prenotazioni esami specialistici tramite farmacie, Medici di Medicina Generale (M.M.G.) e call-center; completamento locali libera professione Ospedale S. Paolo e Cairo Montenotte; potenziamento dell’assistenza domiciliare; incremento della campagna vaccinazioni; organizzazione del Polo Oncologico). C) Potenziamento del sistema di emergenza e cure primarie (miglioramento ambulatorio “codici bianchi” di Pronto Soccorso; incremento degli spazi e delle strutture ricettive di primo soccorso; incremento sui 4 ambiti del servizio di automedicali ed integrazione funzionale con il 118; attivazione dell’osservazione breve presso l’Ospedale di Albenga e della guardia sulle 24 ore dei tecnici di radiologia e di laboratorio). Oltre ai nuovi progetti sopra evidenziati, sono confermate le attività volte a garantire il soddisfacimento dei livelli assistenziali ed al miglioramento della qualità delle cure e dei servizi resi. Il Piano si propone pertanto di soddisfare pur in presenza di risorse sempre più limitate, i fondamentali bisogni di assistenza conciliando la necessità di risparmio con il sempre più elevato grado qualitativo dei servizi resi. Nelle pagine seguenti sono riportate le tabelle dei singoli obbiettivi aziendali ed il riepilogo economico dei costi a copertura dei progetti da attivare nell’anno 2003 è nella tabella in basso. FONTI DI COPERTURA DEL PIANO AZIENDALE TRIENNALE (IMPATTO SULL’ESERCIZIO 2003) A CARICO ASL 2 FINANZIAMENTI REGIONALI FONDI MINISTERIALI TOTALE € 3.909.336 € 515.833 € 46.481 € 4.471.650 Sommario - Ecco l’automedica “Sierra 4”.......................5 - La chirurgia laparoscopica del colon al “San Paolo” di Savona............6 - La prevenzione del tumore al seno........................8 - Prevenzione suicidio e telefono amico..............10 - Semplificate le modalità di prescrizione dei farmaci oppiacei....................12 - Eliminazione del morbillo e della rosolia congenita.14 - Il gioco d’azzardo può diventare una vera dipendenza patologica...........16 - Il centro prelievi di via Don Bosco....................17 - L’importanza strategica della citodiagnostica....18 - La vigilanza delle piscine ad uso natatorio............20 - Il successo del corso di aggiornamento sull’elisoccorso........................22 - Grande interesse per il Convegno su: “La relazione d’aiuto: una speranza per il vivere quotidiano”................................23 - “Alassiosalute” sta creando un Centro Sanitario Polifunzionale..............24 - Ecco la nuova sede dell’Unità Operativa Oncologica Medica del “San Paolo” di Savona..25 - In quattrocento al “San Paolo” in festa..............26 - La prevenzione oncologica iniziata a Savona da Pietro Bianucci.............27 - I lavori di ristrutturazione del Poliambulatorio di via Collodi e dell’edificio per gli uffici del Servizio Veterinario di Savona...28 n. 3 • Ottobre 2003 Area di intervento: ATTIVITA’ DI GOVERNO DELLA MISSIONE AZIENDALE Obiettivi 2 Unità Operative coinvolte Project Manager (Capofila) Progetto Telemedicina: Tecnica cablaggio dei tre presidi ospe- S.I.A. dalieri Traverso Carta dei Servizi: U.Re.P Patto tra Azienda ed Associazioni ai sensi dell’ Atto aziendale Pallanca Trasferimento degli uffici amministrativi siti in via Paleocapa nei locali del Padiglione Vigiola (Valloria) Sanità Notizie Piano aziendale triennale 2003-05 Tecnica Branchetti Dir.Medica Dir.Gestionale Approvvigion. Tempi di attuazione previsti 2003 2003 2003 Alienazione Patrimonio: Aff. Generali Antoniol rendicontazione, valorizzazione Tecnica dei beni aziendali e attivazione strumenti operativi per l’alienazione 2003 Recupero ticket su prestazioni Dir.Medica di Pronto Soccorso “codici Dir.. bianchi” e prestazioni differi- Gestionale bili Furfaro 2003 Progetto regionale Information S.I.A. & Communication Technology Tecnica Bernat 2003/4 Messa a regime del sistema di contabilità economica legato agli obiettivi aziendali ed al budget generale e per Unità Operativa (C.d.R.) Balbi 2003/4 Sviluppo C.U.P.A. provinciale S.I.A. con tecnologia WEB ed intro- Medicina di duzione della SMART CARD Base per gli utenti del sistema Bernat Programma adeguamento tec- Tecnica nologico, a termini di legge e gestione del patrimonio strumentale Traverso Aumento dell’offerta in area Dir. Medica chirurgica per ridurre le Dir. “fughe” con particolare foca- Gestionale lizzazione sull’area ortopedica Bellasio Estensione collegamento progetto telemedicina ai presidi territoriali ed ai Medici di Medicina Generale. Bernat S.I.A. Tecnica Marketing interno aziendale: Marketing valorizzazione ownership (libro ospedale S. Paolo) Storti Obiettivi Attivazione dipartimenti 2003/4 2003/4 2003/4 2003/5 2003/5 Unità Operative coinvolte Dir. Medica e UU.OO. interessate Project Manager (Capofila) Tempi di attuazione previsti Piazza 2003 Attivazione n. 10 posti letto di Dir. Medica Piazza riabilitazione ospedaliera post- Dir.Gestionale ricovero S.S.R.F. UU.OO. interessate 2003 Organizzazione del Polo onco- Dir. Medica logico con il coinvolgimento di e UU.OO. tutte le UU.OO. interessate coinvolte Piazza 2003 Compartimentazione ai fini della prevenzione incendi interni locali Ospedalieri Branchetti 2003 Piazza 2004 Dir. Medica Piazza UU.OO. interessate 2004 2003 Rendicontazione trimestrale Gestione Balbi dei dati di contabilità analitica Econ.–Finanz per Unità Operativa (C.d.R.) . Gestione Econ.Finanz. S.I.A. Area di intervento: OSPEDALE SAN PAOLO DI SAVONA Tecnica Dir. Gestionale Serv. Prev. Prot Dir. Medica Ampliamento spazi e funzioni Dir. Medica del Pronto Soccorso Dir. Gestionale Tecnica Attivazione Dipartimento Materno Infantile Hospice: progettazione e realiz- Tecnica Branchetti zazione nell’area ospedaliera Dir. Medica Dip A.S.S.R 2004/5 Attivazione locali ambulatoriali e degenziali per libera professione intra-moenia (casa di salute) all’ 8° piano S.Paolo 2005 Dir. Medica Dir. Gestionale Tecnica Piazza Area di intervento: OSPEDALE SAN GIUSEPPE DI CAIRO Obiettivi Unità Operative coinvolte (Capofila) Tempi di attuazione previsti Furfaro 2003 Completamento divisione di Dir. Medica Furfaro riabilitaz. funzionale costituito Dir. da 14 p.l. ordinari e 4 per atti- Gestionale vità di day-hospital Approvvigion. D.R.R.F. 2003 Spostamento dell’attuale sede e Dir. Medica ampliamento del servizio obi- Dir. torio Gestionale Tecnica Furfaro 2003/4 Adeguamento tecnologicoDir. Medica Furfaro strutturale del Blocco operato- Tecnica rio Approvvigion. Serv.Prev.Prot 2003/4 Completamento ed accorpaDir. Medica mento rete Ambulatoriale per Dir. attività istituzionale ed intra- Gestionale moenia Tecnica Approvvig. 2003/4 Integrazione funzionale del Servizio 118 con Pronto Soccorso Dir. Medica 118 Project Manager Furfaro Sanità Notizie Area di intervento: OSPEDALE S.M. MISERICORDIA DI ALBENGA Obiettivi Unità Operative coinvolte Project Manager (Capofila) Tempi di attuazione previsti Trasmissione progetto definiti- Tecnica Branchetti vo del nuovo ospedale Dir.Medica Aff. Generali 2003 Due letti di osservazione pre- Pronto ricovero per il pronto soccorso Soccorso Anestesia Chirurgia Abregal 2003 Dipartimento chirurgico ad intensità di cura Falchero 2003 Attivazione all’interno del Chirurgia Dipartimento chirurgico di Day Surgery – ricovero di ginecologia - urologia Falchero 2003 Due letti ad alta intensità post Anestesia intervento chirurgico Chirurgia Barabino 2003/4 Attivazione impianto pace maker definitivo Bellotti UU.OO. Chirurgiche Cardiologia Anziani Tecnica Approvvig. Affari Generali (Capofila) Modenesi Tempi di attuazione previsti 2003 Potenziamento cure domiciliari Consultoriale Pregliasco Anziani Modenesi Personale 2003/4 Trasferimento sede consultoriale di via San Lorenzo a ex Magrini (locali comunali) e apertura nuova sede di via Chiappino 2003/4 Tecnica Branchetti Consultoriale Affari Generali Prosecuzione lavori di ristrut- Tecnica turazione e ripristino RSA Anziani Santuario (SV) Approvvig. Personale Affari Generali Branchetti 2003/4 Attività riabilitative disabili motori d’intesa con A.O. S. Corona Disabili Pregliasco Unità Spinale 2003/4 Attivazione Centri Diurni socio-riabilitativi per disabili Disabili Affari Generali Pregliasco 2003/4 Potenziamento posti letto RSA, con particolare riferimento alle zone carenti e/o convenzionamento con strutture. Anziani Affari Generali Tecnica Serv. Prev. Prot. Modenesi 2003/5 Utilizzo struttura per disabili località “La Pace”-Albisola Superiore (SV) Disabili Affari Generali Tecnica Pregliasco 2003/5 2003 2) Miglioramenti strutturali del blocco operatorio Tecnica Dir.Medica Branchetti 2003 3)Sistemazione locali del piano Tecnica terreno ala vecchia per ambulatori e altre strutture di servizio Branchetti 2003/4 Potenziamento dell’emergenza Dir.Medica ospedaliera attivando guardia Lab. Analisi tecnico di radiolo- gia, tecnico Radiologia di laboratorio sulle 24 h. Furfaro 2003/5 Area di intervento: MEDICINA DI BASE Tempi di attuazione previsti Estensione punti di prenotazio- Medicina di ne Cupa anche negli studi dei Base Medici di Medicina Generale S.I.A. Agosti Sperimentazione Budget Medici di Medicina Generale legato alla quota capitaria (diagnostica, farmaceutica, ricoveri ospedalieri, ecc…): art. 86 legge finanziaria. Direttori di 2003/4 Distretto Distretti di Zona S.I.A. Medicina di Base Attivazione di un’unità speciale residenziale per la cura dell’anziano con decadimento delle funzioni mentali (Modulo Alzheimer) c/o R.S.A. di Alassio Project Manager 2003/2004 Branchetti (Capofila) Unità Operative coinvolte 2003/4 Tecnica Project Manager Obiettivi Modenesi 1) Tetto e facciata Unità Operative coinvolte Area di intervento: DIPARTIMENTO SOCIO SANITARIO E RIABILITATIVO Iniziative a favore dell’assisten- Anziani za dell’anziano affetto da demenza (Progetto ministeriale) Consolidamento di alcuni servizi attuale sede: Obiettivi n. 3 • Ottobre 2003 Piano aziendale triennale 2003-05 2003 Area di intervento: SERT Obiettivi Unità Operative coinvolte Interventi di prevenzione nelle Se.R.T. scuole Strutture Project Manager (Capofila) Tempi di attuazione previsti Romani 2002/3 Romani 2003 (già operativo) Interventi di prevenzione sul- Se.R.T. l’uso delle “nuove” sostanze Malattie rivolti alla popolazione giovaniInfettive le. 2003/5 II° fase del progetto di preven- Se.R.T. zione dell’abuso alcoolico nella popolazione giovanile over 14 Romani 2003 Progetto ospedali di comunità Medicina di (ampliamento agli ambiti 1, 2, Base 3) Anziani Agosti 2004/5 Progetto abbattimento, mante- Medicina di nimento, liste di attesa: moni- Base toraggio e riduzione soglia al di sotto dei 30 gg. per tutte le specialità. Agosti 2003/5 Valorizzazione del rapporto Medicina di con i Medici di Medicina Base Generale: Gestione dell’urgenza differibile Agosti (già operativo) Accreditate 3 n. 3 • Ottobre 2003 Piano aziendale triennale 2003-05 Sanità Notizie Area di intervento: DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Obiettivi Unità Operative coinvolte Project Manager (Capofila) Tempi di attuazione previsti Attività mirata alla prevenzio- PSAL ne infortuni Oreste 2003/4 Mantenimento e/o incremento Igiene risultati ottenuti con la campa- Pubblica gna vaccinazioni anno 2002 Briata 2003/5 Analisi mirate per l’identifica- Igiene zione di fattori di rischio che Pubblica possono aver determinato alcune delle differenze sanitarie emerse dallo studio epidemiologico Briata 2003/5 Collaborazione con le Assoc. Veterinaria Protezionistiche per l’incremento delle sterilizzazioni degli animali randagi mediante allestimento di idonei presidi veterinari in ciascuno degli Ambiti territoriali Piacenza 2003/5 Potenziamento dei controlli per Veterinaria BSE sugli allevamenti bovini. Piacenza 2003/5 Monitoraggio della situazione Veterinaria sanitaria delle popolazioni avicole urbanizzate Piacenza 2003/5 Prevenzione delle malattie tra- Igiene smesse dagli alimenti : attività Alimenti e di informazione ed educazione Nutrizione sanitaria Scotto 2003/5 Monitoraggio della situazione igienica e di sicurezza degli istituti di istruzione materna ed elementare Piacenza Scotto Briata Oreste 2003/5 Veterinaria Igiene Alimenti e Nutrizione Igiene Pubblica PSAL www.asl2.liguria.it U.Re.P. Area di intervento: DIREZIONE SANITARIA AZIENDALE Obiettivi Sviluppo del Sistema di Gestione per la Qualità 4 Unità Operative coinvolte Direzione Sanitaria Aziendale UU.OO. coinvolte Project Tempi di Manager attuazione (Capofila) previsti 2003/5 Ufficio Relazioni con il Pubblico Via Collodi, 13 - 17100 SAVONA terzo piano lato Uffici Amininistrativi Tel. 019 840 5296 • Fax 019 840 5297 e-mail: [email protected] orario: da lunedì a venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00 Sanità Notizie Il 5 luglio è entrata in servizio l’automedica “Sierra 4”, voluta dall’ASL 2 savonese, per affrontare le emergenze sanitarie che, nel periodo estivo, quando la popolazione del comprensorio finalese, per l’afflusso di turisti, passa da 60 mila persone a circa 300 mila, impegnano in maniera sempre più gravosa i volontari delle pubbliche assistenze. Si tratta di un servizio sperimentale del 118, non ancora attivo 24 ore su 24, limitato ai fine settimana sino alla fine di settembre dalle ore 8 alle 20, con la prospettiva di essere riproposto nei periodi “caldi” anche invernali. Verrà infatti affidato ai tecnici la valutazione dei dati per verificare l’effettiva utilità del servizio sulla base delle chiamate e sulla tipologia degli interventi, considerando la vicinanza dell’A.O.S. Corona, ospedale di interesse nazionale con un Dipartimento di Emergenza di II livello, secondo solo all’A.O. San Martino di Genova. Nel periodo estivo il servizio ha rappresentato una garanzia in più per gli utenti, grazie ad una migliore presenza sul territorio in particolare con la possibilità di fare intervenire (con base dall’Azienda Ospedaliera di Santa Corona) un’autoambulanza attrezzata, con a bordo un medico rianimatore e un infermiere che arriveranno in aiuto dei militi delle pubbliche assistenze per prestare il primo ed efficace soccorso alle persone che ne hanno necessità. All’iniziativa di attivazione di “Sierra 4” hanno aderito e lavorato, affinché questo servizio fosse attivato il più presto possibile, le Croci Bianche di Noli, Varigotti, Finale Ligure, Calice, Borgio Verezzi, Borghetto S. Spirito, la Croce Verde di Finalborgo con la collaborazione della Croce Rossa. Tutti i militi sono addestrati e periodicamente prendono parte a corsi specifici e dopo aver frequentato un apposito corso, con un severo esame teorico/pratico finale, possono utilizzare il defibrillatore in dotazione anche alle ambulanze. Per far fronte a questa crescente richiesta di interventi di primo soccorso, ogni pubblica assistenza è alla costante ricerca di nuovi volontari e la loro funzione, coordinata dalla Centrale operativa del 118, è sempre fondamentale negli interventi di urgenza. n. 3 • Ottobre 2003 Soccorso pubblico Si tratta di un servizio sperimentale del “118” non solo estivo ma forse anche nei periodi “caldi” invernali. Ecco l’automedica “Sierra 4” per i trecentomila presenti nel comprensorio finalese All’iniziativa hanno collaborato le Croci Bianche e Verdi di Noli, Varigotti, Finale, Calice, Borgio Verezzi, Borghetto S.S. Finalborgo e la Croce Rossa. Massimo Vecchietti Direttore del Dipartimento di Emergenza dell’A.S.L. n. 2 Savonese Sede Dati Interventi Automediche 1 Giugno - 14 Settembre 2002 2003 Savona Albenga Cairo Pietra* 978 680 290 – 1019 688 281 118 * operativa solo nei giorni festivi e prefestivi dalle ore 8 alle ore 20 Patologia riscontrata Cardiocircolatoria 31 % Traumatica 21,5 % Altra Patologia 18,3 % Neurologica 12,4 % Respiratoria 9,6 % Psichiatrica 3,2 % Intossicazione 2,1 % Etilista 1,2 % Neoplastica 0,7 % Criticità riscontrata Non critico 1,14 % Poco critico 7,84 % Mediamente critico 57,76 % Molto critico 33,26 % Fonte: Archivio del “118” 5 n. 3 • Ottobre 2003 Fino a 10 anni fa la chirurgia addominale richiedeva un’estesa incisione per l’esecuzione degli interventi e periodi di degenza e convalescenza lunghi. Attualmente in alternativa alla chirurgia tradizionale viene usato un nuovo approccio più gentile al malato, tanto da essere definito mini-invasivo. La tecnica chirurgica laparoscopica è infatti tra le più moderne innovazioni che si siano affermate in chirurgia. Essa permette l’esecuzione degli interventi sugli organi addominali con l’utilizzo di una telecamera miniaturizzata e di sofisticati e specifici strumenti, attraverso piccole incisioni cutanee della lunghezza di circa 0,5-1,5 cm. Negli interventi di chirurgia laparoscopica colica spesso è necessario eseguire un’ulteriore incisione di circa 7-8 cm per estrarre le parti anatomiche resecate. Tale, taglio “accessorio” o “di servizio”, viene solitamente fatto a livello sovrapubico. Chirurgia del colon: tipi di incisione 6 I vantaggi di tale approccio rispetto alla chirurgia “aperta” vanno da un minor trauma chirurgico, con ridotta risposta infiammatoria, ad una minore disfunzione respiratoria e minor dolore postoperatorio. Ciò determina oltre a benefici in termini di qualità di vita, una conseguente riduzione delle complicanze broncopneumoniche, cardiocircolatorie e di ferita. L’ospedalizzazione risulta dunque più breve rispetto ai pazienti operati in chirurgia tradizionale con un più rapido recupero delle normali attività. Vi è poi un miglior risultato estetico dovuto a cicatrici più piccole, talvolta impercettibili. Per tali motivi la chirurgia laparoscopica ha avuto una rapida e crescente diffusione in tutte le unità chirurgiche del territorio, rimanendo però spesso relegata a procedure di base, come la colecistectomia, l’appendicectomia e le laparoscopie diagnostiche e/o stadiative. Ciò anche perché dal punto di vista tecnico la laparoscopia è una disciplina chirurgica complessa, che richiede tempi di apprendimento lunghi e che necessita di grande esperienza professionale. Indispensabile inoltre, in caso di interventi complessi come quelli di chirurgia colica, uno specifico e costoso strumentario composto da ottiche sofisticate, moderni bisturi ad ultrasuoni e radiofrequenza, avanzatissimi sistemi di sutura e fissazione dei tessuti. Presso l’Unità Operativa di Chirurgia Generale dell’Ospedale San Paolo di Savona fin dai primi anni ‘90 abbiamo scelto di impiegare la chirurgia laparoscopica non solo per gli interventi di base suddetti ma anche per interventi Sanità Notizie Metodologie mini-invasive Un’innovativa opzione terapeutica nel Reparto diretto dal dott. Paolo Cavaliere La chirurgia laparoscopica del colon al S. Paolo di Savona. Una realtà consolidata dall’esperienza L’applicazione di nuove e moderne tecnologie ha consentito un aumento della qualità delle prestazioni offerte. Angelo Schirru Dirigente Medico Struttura Semplice di Chirurgia Mini-invasiva dell’Ospedale S.Paolo di Savona Davide Cavaliere a Medico Borsista 2 Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale, Università di Genova che richiedono tali tecniche e tecnologie avanzate come quelli appunto per il trattamento delle patologie benigne e maligne del colon. Questa è da sempre considerata una chirurgia avanzata sia con approccio laparoscopico che tradizionale. Infatti è caratterizzata da momenti tecnicamente molto delicati e difficili. Dopo il tempo demolitivo è necessario ricostruire la continuità intestinale mediante ricucitura dei due monconi. Tale sutura può essere eseguita a seconda delle condizioni o dell’abilità del chirurgo sia manualmente che con specifiche cucitrici meccaniche. L’uso di queste suturatrici è parti- colarmente utile in caso di tumori del retto basso e ci ha consentito di ridurre sensibilmente il sacrificio dell’apparato sfinteriale anale. Inoltre le nuove conoscenze sull’anatomia dei plessi nervosi ci hanno permesso di ridurre drasticamente alcuni disturbi di natura sessuale (impotenza) ed urinaria (incontinenza). La confezione di una “stomia provvisoria” (deviazione o “sacchetto”) di protezione dell’anastomosi intestinale attualmente viene riservata solo a particolari casi in cui non vi siano condizioni di sicurezza sufficienti a garantire la tenuta della sutura. Nei casi di neoplasie maligne Chirurgia tradizionale. Chirurgia laparoscopica. Sanità Notizie Interventi di chirurgia colica eseguiti in laparoscopia presso la Chirurgia Generale di Savona: • Emicolectomie destre e sinistre • Resezioni segmentarie del colon • Resezioni del retto • Amputazioni addominoperineali • Deviazioni coliche • Colotomie • Raffie per perforazione “avanzate” l’intervento chirurgico viene spesso preceduto o seguito da un trattamento radio-chemioterapico. All’Ospedale San Paolo di Savona da tempo sfruttiamo gli schemi terapeutici più innovativi e che forniscono le garanzie maggiori secondo protocolli internazionali in termini di qualità e durata della sopravvivenza. Va comunque sottolineato che la laparoscopia nel colon viene utilizzata come approccio alternativo alla chirurgia tradizionale mediante procedure ed accessi differenti in grado però di eseguire quanto già codificato e standardizzato negli interventi classici. Le indicazioni e i principi della Chirurgia, sanciti da secoli di esperienze e studi, non sono quindi cambiati: l’operazione laparoscopica è identica a quella tradizionale salvo che manca l’apertura e la chiusura di ampie ferite chirurgiche. Le indicazioni più frequenti nell’ambito delle patologie coliche benigne (accettate e provate da numerosi ed autorevoli studi scientifici) sono rappresentate dai polipi e dai tumori benigni non asportabili endoscopicamente (cioè in corso di colonscopia), dalle complicanze di malattie infiammatorie croniche dell’intestino, dalla malattia diverticolare del colon e dal prolasso del retto. E’ più recente la validazione scientifica della laparoscopia nel trattamento dei tumori maligni del colon e del retto. In questi casi la scelta chirurgica va comunque adottata in seguito ad una valutazione multidisciplinare (chirurgica, oncologica, e radioterapica) talvolta nell’ambito di trattamenti multimodali (radioterapia associata o meno a chemioterapia pre- o post-operatoria, e chirurgia). Esistono però anche delle controindicazioni alla laparoscopia che possono essere schematicamente distinte in assolute e relative. Quelle assolute impongono la scelta chirurgica tradizionale. Ciò vale ad esempio nel caso Metodologie mini-invasive n. 3 • Ottobre 2003 La laparoscopia ossia la chirurgia video-assistita Gli strumenti del chirurgo scorrono attraverso incisioni di pochi centimetri. Le operazioni vengono eseguite osservando le immagini trasmesse su un monitor. Ciò consente una visione ingrandita e magnificata degli organi interni, limitando al minimo il trauma parietale. di pazienti con gravi problemi cardiologici o respiratori, turbe emocoagulative e tumori localmente avanzati. Controindicazioni relative fanno invece preferire l’approccio tradizionale anche se non in modo categorico. E’ il caso ad esempio del grave sovrappeso o di precedenti interventi chirurgici addominali. Parlando di chirurgia laparoscopica bisogna anche introdurre il concetto di “conversione”: con tale termine si indica il passaggio obbligato da un intervento laparoscopico ad un intervento con accesso tradizionale. Le cause che determinano tale scelta possono essere dovute ad impossibilità tecnica a proseguire l’operazione con metodica mini-invasiva, o per il subentrare di complicanze operatorie non gestibili in maniera sufficientemente sicura con tale accesso (per esempio gravi sanguinamenti o lesioni viscerali). Nelle circostanze sopraccitate l’intervento viene comunque portato a termine mediante un’ampia incisione cutanea e muscolare come si farebbe in chirurgia “aperta”. L’anestesia è generale con intubazione oro-tracheale in tutti i casi, come in chirurgia “aperta”. La laparoscopia necessita infatti del rilasciamento muscolare per facilitare l’insufflazione di anidride carbonica, gas utilizzato per distendere l’addome creando una campana. Solo così è possibile avere la visione degli organi addominali e ottenere lo spazio necessario per operare. L’esperienza Savonese Presso la nostra U.O. di Chirurgia Generale dell’Ospedale San Paolo il numero di pazienti selezionati per la laparoscopica è aumentato negli anni in maniera progressiva. Nell’ultimo anno è addirittura raddoppiato rispetto ai cinque anni precedenti. Ciò è il frutto sia della maturata esperienza della nostra equipe chirurgica, sia e soprattutto dell’affinamento delle tecniche e delle tecnologie a nostra disposizione. Allo stato attuale, in assenza di controindicazioni assolute alla laparoscopia, tutti i pazienti con patologie coliche benigne vengono da noi trattati con approccio mini-invasivo. E’ il caso cioè dei pazienti con malattia diverticolare del colon non complicata o con polipi non asportabili in corso di colonscopia. In tali pazienti la degenza postoperatoria è stata talvolta inferiore ad una settimana. I benefici, in termini di dolore postoperatorio, complicanze chirurgiche precoci e tardive, ripresa funzionale, sono stati spesso notevoli se paragonati a quelli dei pazienti operati con tecnica tradizionale. I risultati estetici talvolta persino stupefacenti. Nel caso dei pazienti con malattie tumorali maligne la selezione è invece più rigorosa ed è in particolar modo condizionata dallo stadio della malattia. In linea generale, se la neoplasia è diagnosticata in stadio precoce ed il paziente è adeguatamente preparato all’intervento, lo consideriamo un candidato ideale per la laparoscopia. In caso contrario abbiamo sinora preferito l’approccio tradizionale per garantire al malato i migliori risultati soprattutto in termini di radicalità oncologica. In altri casi particolari come nei pazienti affetti da neoplasie ostruenti il retto e candidati ad un programma di radioterapia preoperatoria, il confezionamento in laparoscopia di una stomia derivativa temporanea ci ha permesso di accelerare i programmi terapeutici curativi. Nei pazienti con neoplasie avanzate, la laparoscopia è talvolta stata sufficiente per la diagnosi, la stadiazione e la palliazione, evitando interventi demolitivi ed aggressivi. Non potendo la chirurgia in tali circostanze prolungare in alcun modo la sopravvivenza, grazie alla laparoscopia ci ha almeno consentito di migliorare sensibilmente la qualità di vita. 7 n. 3 • Ottobre 2003 Prevenzione sanitaria La Regione applicato. Liguria, con la In corso di attuazione il Programma della Regione Liguria. La popolazione delibera n° 1646 target, rappresendel 28/12/2001, tata dalle donne ha promosso un residenti in età “Programma di 50-69 anni, viene prevenzione per invitata sulla base le più frequenti di liste anagrafipatologie oncoloche. Le donne giche, con estenvengono invitate sione dello tramite lettera Screening mampostale personale mografico su con appuntamentutto il territorio to prefissato - per ligure”. Si è così l’esecuzione delle esteso l’effettuamammografie (1ª zione dello fase età 50-59 Screening mamanni / 2ª fase 60mografico all’in- Il ruolo dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro. 69 anni). Lo tera popolazione Screening prevefemminile di età de l’invio dell’inMichele Oliveri compresa tra i 50 vito alle donne Direttore del Dipartimento di diagnostica per Immagini e i 69 anni, anche comprese per età in considerazione nella fascia di Paola Pregliasco del fatto che tale riferimento, Direttore del Dipartimento di Assistenza Socio Sanitaria iniziativa ridurescludendo le e Riabilitazione rebbe la mortalità donne che già per carcinoma nell’anno passato Maddalena Fois mammario fino al e nell’anno in Capo Tecnico Coordinatore dell’U.O. Radiodiagnostica, 30%. corso abbiano Ospedale S.Paolo di Savona L’iniziativa è attieffettuato l’esame vata, coordinata e mammografico. Rosella Griggio • L’esame mammonitorata Assistente Sanitario Coordinatore dell’U.O. Ass. Consultoriale dall’Istituto mografico viene Nazionale per la ricerca sul Cancro soggetti asintomatici e quindi, eseguito da tecnici di radiologia di Genova (IST). Nell’ ASL 2 savo- verosimilmente, sani. Occorre (che hanno partecipato a corsi di nese il programma di Screening è tenere presente che, nelle varie formazione specifici su programmi stato avviato e viene svolto dal casistiche di screening realizzate in di Screening mammografico), dopo Dipartimento di Diagnostica per Italia ed all’estero, la percentuale la compilazione di una scheda nella immagini (Direttore dottor Michele di donne comprese nelle età sum- quale, oltre alle notizie su eventuaOliveri) in collaborazione con il menzionate, riscontrate positive per li presenze di sintomi, si riportano Dipartimento di Assistenza Socio carcinoma mammario risulta tra il le informazioni anamnestiche (ad Sanitario e Riabilitativa (Direttore 6-8 %; una maggiore percentuale esempio familiarità per tumore dott.sa Paola Pregliasco). d’incidenza equivale ad una più mammario ed eventuale terapia Il carcinoma della mammella appa- efficiente sensibilità del modello sostitutiva). re in lenta ma progressiva crescita • La lettura della mammografia numerica; l’incidenza della malatviene effettuata separatamente da tia aumenta progressivamente con due specialisti radiologi particolarl’età; si rileva anche la tendenza mente esperti in senologia; il condella malattia a colpire donne più fronto con precedenti esami mamgiovani che in passato. E’ ormai mografici, se presenti, è di aiuto dimostrato che quanto più precocealla diagnosi. • La risposta dell’esame mammomente viene fatta la diagnosi, migliore sarà la prognosi in termini grafico di screening viene comunidi sopravvivenza. Da ciò scaturisce cata per lettera entro 10-15 giorni la necessità di attuare ogni sforzo lavorativi successivi all’esame per alla prevenzione, all’individuaziodonne risultate negative. ne precoce ed alla cura di questi • Entro lo stesso periodo vengono richiamate le donne a cui è necestumori. sario effettuare approfondimenti L’attività di prevenzione è rivolta a L’effettuazione dello screening mammografico esteso a tutta la popolazione femminile di età compresa tra i 50 e i 69 anni 8 Sanità Notizie Sanità Notizie diagnostici: in questo caso il richiamo viene effettuato per telefono, con offerta di appuntamento ecografico nel più breve tempo possibile, al fine di ridurre le possibilità di ansia nelle donne richiamate. • Nei casi risultati positivi all’approfondimento e in cui si consiglia un intervento chirurgico, la diagnosi viene comunicata alla paziente direttamente dal medico in colloquio con la donna, alla quale viene consegnata copia della documentazione mammografia ed ecografia. Tutti gli operatori, precedentemente all’attività di Screening, hanno effettuato un adeguato programma di formazione e mantengono un aggiornamento periodico, al fine di garantire un mantenimento dei livelli qualitativi. Vengono, inoltre, eseguiti tutti i controlli di qualità come consigliato dalle linee guida. Il programma dei controlli di qualità ha lo scopo di ottimizzare le prestazioni, il materiale, gli strumenti utilizzati (apparecchiature, tubo radiog.) e uniformare la qualità delle immagini di tutti i Centri che partecipano al programma, al fine di effettuare comparazioni statistiche in ambito nazionale. La procedura operativa utilizzata prevede un controllo mensile e semestrale di tutti i dati rilevati che viene svolto dal Servizio di Fisica sanitaria dell’ASL 2 savonese. Inoltre, vengono effettuati controlli giornalieri dai T.S.R.M. Tutti i dati rilevati vengono controllati dal Servizio di Fisica Sanitaria dell’ASL 2 savonese. n. 3 • Ottobre 2003 Prevenzione sanitaria Ambito 3 Totale Donne, di età compresa tra i 50 ed i 59 anni, da invitare al programma di Screening: n° 2493 Inizio attività: 14 ottobre 2002 Comuni interessati: n° 14 (Altare - Bardineto - Bormida - Cairo Montenotte - Calizzano - Carcare Cengio - Dego - Mallare - Millesimo - Murialdo - Pallare - Plodio Roccavignale) Resoconto ambito 3 (periodo ottobre 2002 - Agosto 2003) Comune N° donne N° risposte N° donne N° donne N° donne N° donne invitate invitate a da invitare positive fortemente 2° livello a controlli per neosospette anticipati plasia Cairo M. 490 299 28 5 4 1 Carcare 293 153 19 2 0 0 Cengio 173 96 12 3 0 0 Altare 82 41 2 0 0 0 Millesimo 172 69 7 1 1 0 Roccavignale 49 27 3 0 0 0 Murialdo 5 5 0 0 0 0 1264 690 71 11 5 1 Totale Si prevede a breve, ultimata la prima fase di Screening, l’estensione dell’invito alle donne di età 60-69 anni. Ambito 4 Totale Donne, di età compresa tra i 50 ed i 59 anni, da invitare al programma di Screening: n° 8585 Inizio attività: gennaio 2003 Comuni Interessati: n° 14 (Albisola Marina - Albisola Superiore - Bergeggi - Celle Ligure - Mioglia Pontinvrea - Quiliano - Savona - Sassello - Stella - Spotorno - Urbe - Vado Ligure - Varazze) Resoconto Ambito 4 (periodo gennaio - agosto 2003) Per qualsiasi dubbio o informazione, è stato istituito un n° telefonico a cui le donne possono rivolgersi: Ambito 3: tel. 019/5009250, Ambito 4: tel. 019/8404506. Inoltre, se nei mesi successivi alla esecuzione dell’esame mammografico la paziente dovesse riscontrare qualsiasi modificazione, può rivolgersi, oltre che al medico di famiglia, anche al Centro Oncologico dell’Ospedale San Paolo di Savona (direttore dottor Fulvio Brema) numero telefonico 019/8404436. Comune N° donne N° risposte N° donne N° donne N° donne N° donne invitate invitate a da invitare positive fortemente 2° livello a controlli per neosospette anticipati plasia Spotorno 210 90 3 3 0 0 Bergeggi 66 37 2 0 0 0 Vado Ligure 324 199 10 11 1 1 Quiliano 372 176 3 2 2 0 Varazze 753 277 11 10 1 0 Celle 250 105 3 3 0 0 Totale 1975 884 32 29 4 1 9 n. 3 • Ottobre 2003 Le indicazioni contenute nel Piano Sanitario nazionale (obiettivo di ridurre l’incidenza dei suicidi nella popolazione a rischio per problemi di salute mentale) e l’incidenza di comportamenti suicidari nella provincia savonese, ha fatto emergere la necessità di una analisi epidemiologica con lo scopo di valutarne l’entità, di confrontare i dati locali con quelli regionali e nazionali, di identificare gli aspetti psichiatrici e quindi arrivare ad ipotizzare una proposta di prevenzione sul territorio. Nell’anno 2001 l’U.O. Assistenza Psichiatrica Territoriale dell’ASL 2 Savonese (Direttore dr. Carlo Vittorio Valenti) ha avviato un progetto di ricerca e individuazione di strategie preventive sul fenomeno dei comportamenti suicidari nella nostra Provincia. Il progetto è articolato in più fasi e prevede: • una analisi epidemiologica del suicidio a far data dal 1995, (tab.n.1) • l’avvio di uno studio sui tentati suicidi allo scopo di individuare interventi più efficaci ed adeguati, – la definizione e l’attuazione di un programma di prevenzione sul territorio savonese volto ad arginare e contenere le dimensioni del fenomeno. In Italia il suicidio rappresenta una delle prime cause di morte tra la popolazione adolescente. Nonostante ciò non esistono strategie condivise di prevenzione del fenomeno o li- Sanità Notizie Analisi epidemiologica Avviato un progetto di ricerca e di individuazione di strategie preventive secondo le indicazioni del Piano sanitario. Duecentoquarantanove suicidi in sette anni in provincia di Savona L’attività di prevenzione e il ruolo di “Telefono amico”. Vito Mangraviti Dirigente medico Responsabile Struttura Semplice CSM di Albenga Donatella Pecoraro Dirigente psicologo CSM di Albenga Letizia Nicolini Assistente sociale CSM di Albenga nee guida per la gestione dei tentati suicidi specie da parte dei servizi territoriali. La sperimentazione avviata dal Dipartimento di Psichiatria prevede l’elaborazione e l’applicazione di alcune strategie di prevenzione. STRATEGIE DI PREVENZIONE 1. programmi di collaborazione col medico di famiglia volto a garantire e favorire un rapporto di scambio di informazione ed integrazione anche attraverso corsi educativi sulla diagnosi ed il trattamento della depressione e di altre patologie psichiatriche,con una maggiore attenzione ai fattori predittivi dei comportamenti suicidari; 2. interventi di consulenza psichiatrica presso il Pronto soccorso nei casi di tentato suicidio articolati in modo da favorire una efficace rete di protezione che preveda il coinvolgimento dei familiari . dei medici di medicina generale e dei servizi territoriali; 3. avvio di gruppi di auto-aiuto, volti al sostegno dei pazienti e dei lo- Tab. n. 1: SUICIDI NELLA PROVINCIA DI SAVONA DAL 1995 AL 2001 10 ANNO m f Totale complessivo 1995 26 6 32 1996 34 8 42 1997 26 13 39 1998 21 12 33 1999 22 16 38 2000 25 9 34 2001 25 6 31 Totale complessivo 179 70 249 Sanità Notizie Analisi epidemiologica n. 3 • Ottobre 2003 ro familiari ; 4. interventi di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno dei comportamenti suicidari rivolto alle popolazioni a rischio al fine di favorire la richiesta di aiuto; 5. interventi di informazione e sensibilizzazione rivolti a specifiche categorie di persone (personale scolastico, operatori sociali, ecc.) al fine di facilitare l’individuazione dei fattori di rischio e di saper riconoscere gli elementi di disagio che possono anticipare un gesto autolesivo; 6. programmi di miglioramento della qualità delle cure delle persone affette da disturbo mentale (tali programmi intendono migliorare l’accessibilità ai servizi di salute mentale per i pazienti e per le famiglie e promuovere interventi preventivi terapeutici e riabilitativi con particolare riferimento agli aspetti lavorativi e sociali); 7. istituzione di una sede locale di Telefono Amico. TELEFONO AMICO Nell’ambito della telefonia di soccorso è stato individuato telefono amico Italia in quanto associazione storicamente accreditata nel settore. E’ un centro di ascolto telefonico per il disagio psichico e la prevenzione del suicidio. Il colloquio telefonico rappresenta una situazione di ascolto partecipe e di supporto emotivo al disagio presentato con l’intento di contenere le ansie insieme alla possibilità di fornire diverse strategie di approccio al problema presentato. Tutte le informazioni vengono trattate con riservatezza ed in anonimato. Il primo centro di ascolto telefonico nasce nel 1906 a New York, si diffonde prima negli Usa e poi in Europa. I primi centri in Italia si diffusero negli anni 60 e nel 1967 si costituirono nella “Federazione nazionale telefono amico Italia”. In Italia gli operatori del telefono amico sono volontari, vengono selezionati alla fine di un corso di pre- parazione al servizio e devono poi seguire una formazione permanente. Nella nostra provincia si è avviato a partire dal 2002 il progetto di attivazione di una sede locale . Tale iniziativa promossa dall’U.O. Assitenza Psichiatrica Territoriale si è avvalsa della sensibilità e della collaborazione della Provincia di Savona e del Cesavo che con il patrocinio di Telefono amico Italia hanno costituito un comitato promotore. Questa attivazione è articolata nei seguenti punti: 1. Campagna di reclutamento dei volontari (divisa in due fasi a giugno e a settembre, attraverso l’affissione di manifesti, la distribuzione dei volantini, l’uilizzo di messaggi radio, articoli su quoti- diani, riunioni con le associazioni, divulgazione di materiale informativo in spazi pubblici di grande affluenza); 2. Corso di formazione (organizzato da Telefono Amico Italia, strutturato in quattro week-end nei mesi di ottobre, novembre e dicembre condotto da formatori dell’Associazione stessa); 3. Costituzione dell’Associazione savonese di Telefono Amico; 4. Attivazione del servizio telefonico. A tal proposito si ringraziano la Croce Bianca di Albenga che ha fornito la sede per gli incontri con i volontari e si è data disponibile per la possibile utilizzazione di spazi per il corso di formazione e la Caritas di Albenga che ha offerto la sede per l’Associazione. 11 n. 3 • Ottobre 2003 Etica Medica Sanità Notizie “Sino ad oggi è stata eccessivamente complessa la Per la terapia del dolore, una nuova cultura agevolata dalle recenprescrizione e la somminiti normative del Governo italiano strazione di oppiacei per la terapia del dolore- peraltro inferiore a quanto necessario- e ciò ha contribuito ad una sorta di “confusione” tra l’uso della morfina e le tossicodipendenze”. Questo è quanto ha dichiarato il Ministro della Salute Girolamo Sirchia. In Italia, infatti, la prescrizione dei farmaci oppiacei rimane molto bassa rispetto ad altri paesi europei quali Germania, Francia, DaniGian Luigi Figini marca benché i consumi Direttore U.O Farmaceutica Territoriale dell’A.S.L. 2 Savonese negli ultimi anni presentino Marco Bessero un trend positivo. Dirigente Farmacista Responsabile Struttura Semplice controllo spesa Con l’entrata in vigore della farmaceutica convenzionata Legge n. 12 dell’8.02.2001 Elena Farulla (“Norme per agevolare Farmacista U.O. Farmaceutica Territoriale dell’A.S.L. 2 Savonese l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore”) e del successivo recente morfina, idromorfone, ossicodone, “Savonese” di morfina solfato, fentanil e morfina cloridrato, negli anDecreto Ministeriale del 4.4.2003 ossimorfone. (Gazzetta Ufficiale n. 122 del Le sostanze fino ad oggi maggior- ni 2000-2001-2002, abbiamo ri28.05.2003. “Approvazione del ri- mente prescritte sono limitate a tre: scontrato un costante aumento del cettario stupefacenti per la prescri- morfina solfato e fentanil (per uso fentanil (somministrazione tranzione dei farmaci di cui all’allegato orale e transdermico), morfina clo- sdermica), un decremento imporIII bis del DPR 309/90, introdotto ridrato (per uso iniettivo), corri- tante della morfina solfato e in micon la legge n. 12/01”), sono state spondenti alle specialità medicina- nor misura della morfina cloridrato. Nella tabella seguente sono stati semplificate le modalità di prescri- li: zione dei farmaci oppiacei per la te- Durogesic® cerotti; MS Contin® considerati i consumi di cinque merapia del dolore severo acuto e cro- compresse; Oramorph® sciroppo si (maggio- settembre) negli anni e soluzione orale; Skenan® com- 2000-2001-2002. nico. Andamento rappresentato anche Il controllo del dolore, in particolar presse retard. modo nei pazienti terminali, è un Analizzando le prescrizioni effet- nel grafico. dovere etico irrinunciabile del me- tuate nell’ambito della ASL n.2 Con il nuovo Decreto Ministeriale dico, però la paura di dipendenza (“oppiofobia”) sembra essere la Tabella: numero di pezzi prescritti causa più comune per un inadeguanel periodo maggio-settembre, anni 2000-2001-2002 to trattamento del dolore severo, in particolare da tumore, anche se è Sostanze 2002 2001 2000 accertato che il fenomeno della dipendenza è trascurabile nella teraMorfina solfato 351 496 913 pia analgesica con i farmaci oppioidi. I principi attivi che possono essere Morfina cloridrato (FU) 101 166 43 prescritti, utilizzando l’apposito ricettario, a soggetti affetti da dolore severo, sono dieci: Fentanil (DC.IT) 1049 827 8 buprenorfina, codeina, diidrocodeina, fentanil, idrocodone, metadone, Semplificate le modalità di prescrizione dei farmaci oppiacei per migliorare la qualità della vita del paziente 12 Sanità Notizie Etica Medica n. 3 • Ottobre 2003 Numero di pezzi prescritti nel periodo maggio-settembre del 4.4.2003, vengono introdotti un nuovo modello di ricettario ed importanti semplificazioni delle modalità prescrittive. Sulla stessa ricetta: • È possibile prescrivere due medicinali differenti o due diversi dosaggi dello stesso medicinale. • E’ possibile prescrivere per una terapia della durata di 30 giorni. • Anche i medicinali a base di buprenorfina per somministrazione orale possono essere prescritti. • E’ abolito l’obbligo di compilare la ricetta “a tutte lettere”: dosi, quantità, modo e tempo di somministrazione possono essere indicati a numeri. Anche da esperienze personali, vissute in passato durante l’attività lavorativa presso le farmacie aperte al pubblico, le vecchie ricette ministeriali per i farmaci oppioidi, potevano apparire come prescrizioni a favore di persone dedite all’abuso di sostanze stupefacenti. Oggi, come in più occasioni ribadito dal Ministro della Salute, deve svilupparsi una diversa mentalità sull’uso di questi farmaci particolari. Allo scopo, sia a livello ministeriale, che locale, sono previste numerose iniziative: corsi Ecm di aggiornamento sulle cure palliative, distribuzione di materiale informativo rivolto ai cittadini, ma anche agli operatori sanitari destinati a chiarire i dubbi che ancora avvolgono la terapia del dolore. Anche la ASL 2 Savonese ha intrapreso iniziative di sensibilizzazione sull’argomento: prima con l’organizzazione del convegno “Il dolore. Un nemico da vincere” a giugno 2002, recentemente con l’attivazione del “ Servizio di spedalizzazione domiciliare in favore di pazienti terminali necessitanti di terapia del dolore” presso il Distretto Sanitario n. 2 Finalese. In conclusione, possiamo affermare che è in atto un cambiamento culturale che favorirà una sempre maggiore diffusione delle cure palliative, nell’ottica di un miglioramento della qualità della vita del paziente affetto dal dolore severo. 13 n. 3 • Ottobre 2003 Gli obiettivi dell’O.M.S. Non tutti conoscono il dei Pediatri di libera Pericoli e rischi per i bambini e gli adulti. morbillo come una patoscelta, ha recentelogia seria e questo forse mente provveduto a perché da sempre è consiredigere un protocolderata una malattia che fa lo operativo in cui parte dell’infanzia di sono descritte tutte ognuno di noi. Il morbillo le azioni che dovranè una malattia infettiva no essere intraprese molto contagiosa causata per raggiungere rapida un virus che si trasmetdamente i tassi di te per via aerea. copertura vaccinale Contrariamente all’opiindicati. Per ragnione comune della popogiungere lo scopo lazione, quest’infezione è prefissato è necessaconsiderata la più grave Il raggiungimento e il mantenimento di elevati tassi di ria infatti l’azione fra le comuni malattie di più copertura vaccinale per queste malattie infettive deve combinata infettive dell’infanzia e attori: personale dei ciò a causa delle sue essere considerata l’azione prioritaria della nostra A.S.L. servizi vaccinali ternumerose complicazioni ritoriali, personale Seguendo le indicazioni dei consultori pediaMaria Paola Briata dell’Organizzazione trici, pediatri e mediDirettore f.f. dell’Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica Mondiale della Sanità ci di famiglia, presi(OMS), che ha programdi ed insegnanti, permato di raggiungere l’erasonale delle scuole Roberto Carloni dicazione del morbillo a materne e dei nidi, livello mondiale entro il Dirigente Medico Responsabile Struttura Semplice di Profilassi utilizzo dei mass delle malattie diffusive e contagiose 2010, nel recente Piano media locali. La vacNazionale Vaccini si precinazione sarà provede per la vaccinazione posta e offerta graantimorbillo il rapido raggiungimento regionale pari al 65%, 40.000 i casi di tuitamente dai servizi vaccinali territodi un tasso di copertura pari al 95% nei malattia stimati, incidenza più elevata riali a tutti i nuovi nati al compimento soggetti che abbiano compiuto i 2 anni nei bambini tra i 10 ed i 14 anni di età. del dodicesimo mese di vita. Per recud’età. Tale soglia dovrà essere rag- Nel corso dell’epidemia si sono perare i soggetti non vaccinati dovrà giunta gradualmente, ma entro tempi riscontrati 642 ricoveri, 104 compli- essere sfruttata ogni altra occasione assai ristretti. Il raggiungimento di ele- canze polmonari, 15 encefaliti e 4 utile di incontro vate coperture vaccinali ha infatti non decessi. Altre epidemie verificatesi in Per il raggiungimento dell’obiettivo solo lo scopo di prevenire la malattia, ambito europeo mostrano in termine sarà fondamentale l’opera di sensibima anche quello di interrompere la cir- percentuale identici valori delle com- lizzazione e di informazione dei medicolazione dell’agente patogeno nella plicanze e dei tassi di ospedalizzazio- ci di famiglia e dei pediatri nei conpopolazione; qualora infatti la coper- ne. fronti dei genitori; sarà altresì cura dei tura vaccinale risulti insufficiente il medici scolastici fornire tutte le inforvirus continua a circolare, colpendo i mazioni utili ad insegnanti, personale CHE FARE? cosiddetti soggetti suscettibili. Per tali degli asili nido e genitori, possibilmotivazioni la Regione Liguria con il mente tramite incontri programmati. Decreto Dirigenziale del 3 Aprile 2003 L’Unità Operativa Igiene e Sanità E’ inoltre già previsto l’utilizzo dei ha dettato le modalità operative urgen- Pubblica della ASL 2 Savonese, con la mezzi di informazione locale per ragti per contrastare la diffusione del mor- collaborazione dell’Unità Operativa giungere in breve tempo il maggior billo, individuando così fra le attività Consultoriale e di un rappresentante numero di persone. vaccinali prioritarie il miglioramento delle coperture per la vaccinazione Complicanze del morbillo nelle Nazioni industrializzate antimorbillo. Secondo i dati della Complicanze Frequenza sul totale dei casi recente indagine ICONA, la nostra regione presenta un tasso di copertura Qualsiasi complicanza 7 - 16% che si aggira attorno al 70%, allineanDiarrea 6% dosi così poco al di sotto della media Otite media 7-9% nazionale: appare evidente che si è Polmonite 1-6% ancora molto lontani dalla soglia preRicovero 1-5% fissata. Ciò che inoltre preoccupa è che la percentuale di copertura sinora Encefalite 0.5-1 su 1000 casi raggiunta presenta una distribuzione Decesso 0.1-1 su 1000 casi “a macchia di leopardo”: a zone ad Il rischio di complicanze è maggiore nei bambini sotto l’anno di età e negli adulti elevata copertura si alternano infatti altre fette di territorio con basse per- dal 12° mese di vita ed entro il 24° mese è quanto indicato dal Ministero della salute centuali. Tale situazione è quella più temuta dagli epidemiologi, rappresen- tra i 2 ed i 3 anni in occasione della quarta dose di antipolio tando il terreno ideale per lo sviluppo di una epidemia. - a 5-6 anni in occasione del richiamo per Difterite Tetano Pertosse Per esemplificare quanto detto sin qui, - campagne di vaccinazione negli alunni della scuola elementare può essere utile fornire i dati della recente epidemia di morbillo verifica- in qualsiasi altro momento tasi nella Regione Campania nel corso del 2002: tasso di copertura vaccinale Entro il 2010 eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 14 Sanità Notizie Sanità Notizie Gli obiettivi dell’O.M.S. n. 3 • Ottobre 2003 ROSOLIA E PAROTITE Nel Piano Nazionale per l’eliminazione del morbillo di imminente uscita è prevista inoltre l’eliminazione della rosolia congenita. Sebbene la rosolia sia in genere una patologia meno grave del morbillo può anch’essa provocare seri danni alla salute. Se contratta nel primo trimestre di gravidanza, la rosolia può essere causa di aborto o di gravi danni al bambino, quali sordità, ritardo mentale, affezioni oculari, malformazioni cardiache ecc. Anche in questo caso, vale quanto già detto per il morbillo: per prevenire tali complicanze occorre interrompere la circolazione del virus e ciò si ottiene unicamente con elevati tassi di copertura vaccinale. La parotite (orecchioni) determina solitamente il gonfiore di una o più ghiandole salivari che perdura per circa una settimana. Le complicazioni nell’età neonatale ed infantile sono più rare e meno gravi di quelle del morbillo (meningite non complicata, infiammazione del pancreas, sordità permanente). L’infezione acquisita in età giovanile o adulta può causare infiammazione dei testicoli o delle ovaie (25% dei casi) che comunque assai raramente è causa di sterilità. Essendo entrambe patologie sostenute da un virus, non esistono terapie specifiche. IL VACCINO UNICO Morbillo, rosolia e parotite possono essere prevenute con un’unica vaccinazione. Il vaccino è estremamente efficace in quanto provoca la comparsa di anticorpi protettivi nel 95% dei bambini vaccinati ed è ottimamente tollerato. Solo eccezionalmente sono possibili reazioni locali (rossore, gonfiore) nel punto in cui viene effettuata l’iniezione. A distanza di 6-12 giorni dalla vaccinazione è possibile che il bambino presenti un rialzo febbrile in genere modesto e di breve durata (1-2 giorni), che solo nel 5-15 % dei vaccinati può raggiungere i 39°C. A volte è possibile che si manifestino i segni di una comune malattia da raffreddamento oppure una malattia simile al morbillo molto attenuato sotto forma di macchioline rossastre sulla pelle ed arrossamento degli occhi di breve durata (1-2 giorni) e rapida risoluzione spontanea. Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo questo vaccino può determinare, anche se molto raramente, reazioni allergiche. L’aver già contratto una delle malattie in causa non costituisce una controindicazione alla vaccinazione. Eventuali controindicazioni alla vaccinazione saranno valutate, presso il servizio vaccinale, prima della somministrazione del vaccino. DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE AMBULATORIO MEDICO CONTRO IL FUMO Il Dipartimento per le Dipendenze, nel quadro delle iniziative della A.S.L. 2 Savonese, finalizzate alla lotta contro il fumo, ha attivato un ambulatorio medico gratuito per i pazienti che desiderano impegnarsi a smettere di fumare. L’ambulatorio è situato a Savona presso il poliambulatorio di via Collodi 13 e vi possono accedere tutti gli interessati telefonando al numero 019 84 89 170 All’ambulatorio, per ovvie ragioni, si accede solo previo appuntamento concordato telefonicamente con il medico e per garantire la privacy e facilitare l’accesso è stata attivata una linea telefonica esclusivamente dedicata. 15 n. 3 • Ottobre 2003 Problemi socio-sanitari “Un uomo del genere passa la vita intera a giuocare ogni giorno piccole somme. Dategli tutte le mattine la somma che può guadagnare nel corso della giornata a patto che non scommetta e lo renderete infelice. Si potrebbe forse dire che quel che cerca è il divertimento del giuoco, non il guadagno. Ma fatelo allora giuocare senza possibilità di vincita e perderà ogni interesse e si stancherà” Blaise Pascal 16 Nel nostro Paese la passione per il gioco sembra coinvolgere l’ottanta per cento della popolazione mentre il tre per cento sviluppa una dipendenza da tale comportamento. La distinzione tra la “normalità” del gioco e la comparsa di aspetti più squisitamente patologici è possibile quando la condotta del giocatore soddisfa i criteri del DSM-IV TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) per la diagnosi di dipendenza. Il giocatore che fa puntate sempre più alte per provare eccitamento, ha sviluppato la tolleranza, il suo desiderio di giocare aumenta ed egli diviene sempre più nervoso se non gioca perché presenta una vera e propria sindrome astinenziale; anche i suoi ripetuti ed infruttuosi tentativi di ridurre o controllare la sua condotta, nonostante la consapevolezza di avere un problema, rientrano nei criteri per diagnosticare la dipendenza, così come la crescente quantità di tempo che egli trascorre giocando, spesso a scapito dell’attività lavorativa, affettiva e sociale. Anche dal punto di vista fisiopatologico si riscontrano similitudini tra questo quadro patologico ed altre forme di dipendenza, che possono essere inquadrabili in una disregolazione del sistema serotoninergico-dopaminergico con alterazione dei meccanismi della ricompensa e della gratificazione. Il gioco d’azzardo, nei suoi risvolti patologici, rientra pertanto a pieno titolo nel target degli interventi multimodali integrati degli operatori del campo delle dipendenze. Il Dipartimento per le Dipendenze, diretto dalla dott. Francesca Romani, ha quindi attivato un centro d’ascolto dedicato a tali problematiche presso cui presteranno la loro opera medici e psicologi. Sanità Notizie Puntuali riflessioni del Dipartimento specialistico dell’A.S.L. Il gioco d’azzardo può diventare una vera dipendenza patologica Attivato un centro d’ascolto dedicato a queste problematiche dove operano medici e psicologi. Franco Badii Dirigente Medico Responsabile Struttura Semplice Ambiti Territoriali 3-4 Stefania Remotti Dirigente Medico U.O. Ser.T. Roberto Carrozzino Dirigente Medico U.O. Ser.T. DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE CENTRO DI ASCOLTO PER LA DIPENDENZA DA GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO Il Dipartimento per le Dipendenze dell’A.S.L. 2 Savonese ha istituito un Centro d’ascolto, gratuito, in cui presteranno la loro opera medici e psicologi, situato presso gli ambulatori della A.S.L. di via Collodi, rivolto alle persone che sentono di aver perso il controllo nel gioco d’azardo e che desiderano impegnarsi al cambiamento. Per garantire la privacy e facilitare l’accesso gli interessati possono fissare l’appuntamento telefonando al numero: 019 84 89 170 il giovedì dalle ore 14,00 alle ore 15,00 Sanità Notizie Attualità n. 3 • Ottobre 2003 E’ trascorso un anno zia come il tempo In un questionario, i commenti costruttivi degli utenti dall’apertura del di attesa per il prenuovo Centro Prelievo è quasi nullo lievi di Via Don Boo al massimo di 10 sco e ci pare giusto minuti, che il comfare un bilancio sia portamento degli per l’ASL n.2 che operatori è educaha dato il via al proto e disponibile, getto, sia per gli che è buono il utenti che sono ditempo di attesa per ventati via via più il referto ed ottima numerosi, sia per i la qualità del remedici ed il persoferto. nale del Laboratorio E’ stata data anche Analisi dell’Ospela possibilità di dale che ogni giorno aggiungere comTempi di attesa nulli e buoni rapporti con il personale dedicano due ore almenti liberi; il la gestione del nuo25% ha compilato della nostra azienda sanitaria. vo centro. anche questa parLa struttura è racte, il che dimostra Franca Minetti colta, ma accoglienl’attenzione posta te; l’accesso è codagli utenti che Direttore Dipartimento di Patologia Clinica modo, privo di non solo hanno barriere architettoniche. dato le risposte richieste, ma hanno lievi; L’afflusso di persone è regolare e per- - la valutazione dell’ubicazione, del- voluto aggiungere un contributo permette di effettuare il prelievo di san- l’ambiente, degli orari di apertura; sonale per il successo del nuovo sergue in breve tempo e con il giusto - i tempi di attesa per il prelievo e per vizio che è stato loro offerto. comfort. Molti di questi commenti riportano il ritiro del referto; Negli ultimi mesi è stato distribuito - la disponibilità e professionalità del elogi, veramente rare sono le critiche, un questionario di soddisfazione del personale. frequenti i suggerimenti di cui si terrà cliente per valutare : Dall’analisi delle risposte (ne sono ri- adeguatamente conto, laddove sia - la conoscenza del nuovo punto pre- tornati compilati due terzi) si eviden- possibile. Bilancio positivo per il Centro prelievi di via don Bosco ad un anno dalla sua apertura 17 n. 3 • Ottobre 2003 Storia della medicina Sanità Notizie Nel 1970 il Servizio di Anatomia Già nella seconda metà dell’Ottocento erano state riportate sporadiche Patologica dell’Ospedale di Savona segnalazioni sulla sua funzione diagnostica. era costituito da un’unica stanzetta, all’interno del Laboratorio Analisi dove si affollavano le apparecchiature minimali necessarie per la routine cito-istologica. La citodiagnostica era allora rappresentata da una fila di scarabattole di vetro piene di liquidi colorati e un vecchio microscopio; nella sua essenzialità c’era quanto serviva per svolgere il lavoro di tutti i Wally De Pirro giorni. Le indagini Dirigente Biologo U.O. Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica citologiche erano Damiana De Leonardis applicate allo stuCitotecnico U.O. Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica dio delle cellule Luigi Caliendo che “esfoliano” Dirigente Medico U.O. Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica naturalmente da vari distretti anatoEzio Venturino mici: utero, vesciDirettore ff U.O. Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica ca, pleura, peritoneo. Se rivolgiamo la nostra attenzione al- della citodiagnostica nei protocolli porto strumentale tecnicamente più le origini della citodiagnostica, già clinici di follow-up: esempi ne sono idoneo e affidabile permette di prelenella seconda metà dell’Ottocento l’esame delle urine in pazienti trattati vare cellule da masse palpabili: è erano state riportate sporadiche se- per carcinoma uroteliale delle vie uri- l’avvento della citodiagnostica “ per gnalazioni sul suo ruolo diagnostico. narie, l’esame dell’espettorato dopo agoaspirazione” o FNA “fine needle L’intuizione del valore pratico e della broncoscopia in pazienti affetti da aspiration”. Il connubio tra citodiagnostica agoasua possibile applicazione estensiva neoplasia del polmone. A metà degli anni ottanta, la Citodiaspirativa e le indagini radiologiche di la dobbiamo però a un patologo gregnostica vive una svolta epocale: la diagnostica per immagine (TAC, ecoco: George N. Papanicolaou che, nel scuola svedese di Zaijcek e Franzén grafia) permette un ulteriore balzo in 1941, insieme al ginecologo Herbert mette a punto una tecnica in cui l’apavanti della metodica, che si concretizTraut, pubblica la monografia “Diagnosis of Uterine Cancer by the Vaginal Smear”; è la pietra miliare dalla quale prende l’avvio la diagnostica citologica delle patologie dell’apparato genitale femminile. La Citodiagnostica inizia ad assumere rilevanza nell’applicazione clinica nei primi anni ‘50.L’interesse scientifico-accademico, verso questa disciplina, è attestato, in quegli anni, dalla nascita in tutto il mondo di Società di Citodiagnostica e si iniziano a pubblicare giornali e riviste sull’argomento: “ Acta Cytologica” (1957) ne è l’antesignana. L’applicazione successiva ad altri campi ha portato oggigiorno, al ricoGeorge Papanicolaou noscimento di un ruolo ben definito Il ruolo della citodiagnostica dopo le intuizioni di Papanicolaou, la scuola svedese di Zaijcek e Franzén e l’introduzione delle tecniche di Immunocitochimica e di biologia molecolare 18 Sanità Notizie Storia della medicina Pap 20x n. 3 • Ottobre 2003 liquido pleurico FNA Tiroide za con l’agoaspirazione Eco guidata. Questa tecnica che assume valore multidisciplinare, in quanto richiede la stretta collaborazione del radiologo con il patologo, consente finalmente di eseguire prelievi di lesioni profonde prima non raggiungibili. E’ una rivoluzione che innanzi tutto semplifica e accorcia l’iter diagnostico del paziente ed al contempo permette di ottenere alte definizioni diagnostiche, a bassi costi per la sua applicazione ambulatoriale. Un altro aspetto prezioso dell’agoaspirazione sotto guida strumentale, consegue dal fatto che sul materiale citologico aspirato, aldilà della basilare valutazione morfologica, si possono applicare indagini più complesse come l’immunocitochimica e la citometria a flusso che consentono di affinare la diagnosi e fornire anche indicazioni prognostiche. I tempi, nel frattempo, sono maturi per un nuovo grande avanzamento di qualità e conoscenza.. Emerge la necessità di superare la pura “frontiera morfologica”, che resta pur sempre basilare ed insostituibile, per approdare a diagnosi sempre più specifiche e rilevanti.. Questo programma si concretizza con l’introduzione delle tecniche di “Immunocitochimica” che, grazie all’impiego di anticorpi monoclonali, sono di supporto alla diagnosi, orientando soprattutto nella definizione dell’immunofenotipo cellulare. I dati che si ottengono sono estremamente preziosi per l’identificazione della sede d’origine nella patologia neoplastica: un esempio, l’agoaspirazione di neoplasie poco differenziate o di metastasi da tumore occulto. Negli ultimi anni sono emerse anche tecniche legate alla “ biologia molecolare” che consentono di aumentare notevolmente la specificità e la sensibilità diagnostica. E’ il caso ad esempio, della “ibridazione in situ” che è impiegata per evidenziare il DNA virale dell’HPV (Human Papilloma Virus) e per tipizzarne i gruppi a più alto rischio oncogeno per il carcinoma del collo dell’utero. A chiusura di questo veloce excursus nel mondo della Citodiagnostica, un cenno alla problematica della lettura al microscopio. Lo screening manuale del pap-test (dal nome di Papanicolaou), che rappresenta circa l’80% del carico citologico del nostro Servizio è un compito gravoso, ripetitivo, talora anche molto tedioso: si tratta infatti di estrapolare da un 95% di casi negativi quel 5% di casi sospetti o positivi spesso rappresentati da poche cellule atipiche all’interno di un vetrino che ne contiene in media da 300 a 500.000. Un lavoro di competenza e concentrazione la cui preziosa finalità è la diminuzione dell’insorgenza e della mortalità per carcinoma del collo dell’utero. In questi ultimi anni sono stati realizzati dei sistemi computerizzati ispirati alla neurobiologia che prevedono l’impiego di reti neurali (elementi non algoritmici dell’intelligenza umana) per lo screening dei pap-test. Questi, a seguito di un addestramento ad apprendere in modo analogo a quello dell’uomo, sono in grado di estrapolare da un pap-test, 128 quadri cellulari anomali. Splendido lavoro di screening che si arresta alla fase prediagnostica: qui subentra l’atto critico e la sintesi dell’intelligenza umana. Abbiamo vissuto l’evoluzione della Citodiagnostica, da realtà pionieristiche a tecnologie sempre più avanzate: oggi nella nostra U.O. di Anatomia Patologica e Citodiagnostica Diagnostica è stata individuata, da parte della Direzione Generale dell’Azienda, la Struttura Semplice di Citodiagnostica. Il riconoscimento dell’importanza strategica di questa branca della diagnostica aprirà le porte, in un prossimo futuro, all’impiego di tecnologie computer-assistite anche per la lettura automatica. Nel frattempo continuiamo a usare occhi e microscopio: comunque sia, grazie dr. Papanicolaou! 19 n. 3 • Ottobre 2003 Il 20 di agosto 2003 è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Liguria il recepimento dell’accordo: Ministero della Salute-Regioni relativo agli aspetti igienicosanitari delle piscine ad uso natatorio. Il 4 settembre la direttiva è diventata esecutiva e da quella data le precedenti disposizioni hanno perso i loro effetti (Circolare del Ministero della sanità n.128 del 16.7.1971 e successive modifiche ed integrazioni). I punti innovativi sono legati ad una maggiore sensibilizzazione del gestore dell’impianto al quale sarà affidata una attività di autocontrollo sui parametri chimico fisici e microbiologici della piscina e la comunicazione all’ASL competente per territorio di eventuali non conformità riscontrate. La nuova normativa prevede che l’acqua di approvvigionamento risponda ai requisiti di potabilità previsti dalle attuali normative, eccetto per la temperatura. Inoltre questo nuovo disposto di legge rivolge particolare attenzione ai caratteri termoigrometrici dei locali attigui alle piscine coperte, garantendo un miglioramento delle condizioni ambientali, riducendo la possibilità di proliferazione di agenti patogeni e la crescita di muffe. Vengono inoltre richiamate le normative vigenti in merito ai requisiti acustici da rispettare all’interno delle piscine coperte fissando quale limite per il tempo di riverberazione 1,6 sec. per ciascun punto delle sezioni di attività natatoria e di balneazione. Maggiore attenzione viene rivolta alle caratteristiche microbiologiche dell’acqua di piscine e dei solidi grossolani e dei solidi sospesi nell’acqua, che presuppone una migliore filtrazione nel riciclo dell’acqua e di conseguenza ciò renderà indispensabile che l’utente si sottoponga a doccia prima dell’immersione in vasca. Al personale di vigilanza dell’U.O. Igiene e sanità pubblica delle A.S.L. viene demandata la verifica della corretta gestione dell’impianto e l’esecuzione di eventuali campioni di controllo di laboratorio eseguito presso l’ARPAL. Eventuali richieste di provvedimenti, a seguito di esami non conformi o di carenze igienico sanitarie, verranno rivolte da parte dell’ASL ai Sindaci dei Comuni ove insiste la struttura. In questo nuovo disposto normativo, nulla viene indicato in riferimento agli impianti approvvigionati con acqua di mare. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 25.07.2003 N. 877 (B.U.R.L. n. 34 del 20.08.2003) 20 Recepimento dell’Accordo tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano relativo agli aspetti igienico sanitari concernenti la costruzione, la manutenzione, e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio. Sanità Notizie Attualità igienico-sanitaria Il 20 agosto 2003 è stato pubblicato l’accordo fra il Ministero della Salute e le Regioni. I gestori delle piscine devono controllare i parametri chimico-fisici e microbiologici dell’acqua che deve rimanere potabile secondo le normative attualmente in vigore Maria Paola Briata Direttore ff. dell’Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica ALLEGATO N. 1 1. Requisiti igienico ambientali. I requisiti igienico-ambientali si riferiscono alle caratteristiche delle acque utilizzate nell’impianto di piscina, alle condizioni termoigrometriche e di ventilazione, illuminotecniche ed acustiche. 1.1 Classificazione e requisiti delle acque utilizzate. Le acque utilizzate nell’impianto piscina vengono classificate come segue: — acqua di approvvigionamento: è quella utilizzata per l’alimentazione delle vasche (riempimento e reintegro) e quella destinata agli usi igienico-sanitari. — Acqua di immissione in vasca: è quella costituita sia dall’acqua di ricircolo che da quella di reintegro opportunamente trattate per assicurare i necessari requisiti. — Acqua contenuta in vasca: è quella presente nel bacino natatorio e pertanto a diretto contatto con i bagnanti. 1.2 Requisiti dell’acqua di approvigionamento. L’acqua di approvvigionamento deve possedere tutti i requisiti di potabilità previsti dalle vigenti normative fatta eccezione per la temperatura. Nel caso l’acqua di approvvigionamento non provenga da pubblico acquedotto, sull’acqua stessa dovranno essere effettuati controlli di potabilità con frequenza almeno annua o semestrale, per i parametri indicati nel giudizio di idoneità dell’acqua destinata al consumo umano, previsti dalla vigente normativa. 1.3 Requisiti dell’acqua di immissione in vasca e dell’acqua contenuta in vasca. L’acqua di immissione e quella contenuta in vasca devono possedere i requisiti di cui alla seguente tabella A. I requisiti di qualità dell’acqua in vasca devono essere raggiunti in qualsiasi punto. Il controllo all’acqua di immissione sarà effettuato ogni qual volta se ne manifesti la necessità per verifiche interne di gestione o sopraggiunti inconvenienti. Funghi e lieviti e trialometani saranno verificati su richiesta dell’Azienda Unità Sanitaria Locale. I trialometani vengono accertati secondo criteri e parametri fissati dal Ministero della salute. Per i metodi di analisi si utilizzano quelli previsti per le acque destinate al consumo umano. Il Ministero della salute individuerà ulteriori metodi di analisi. L’acqua delle vasche deve essere completamente rinnovata, previo svuotamento, almeno una volta l’anno e comunque ad ogni inizio di apertura stagionale. 1.4 Sostanza da utilizzare per il trattamento dell’acqua. Per il trattamento dell’acqua in immissione in vasca è consentito l’uso delle seguenti sostanze elencate come disinfettanti, flocculanti e correttori di PH. 1. Disinfettanti - Ozono, - Cloro liquido, - Ipoclorito di sodio, - Ipoclorito di calcio, - Dicloroisocianurato sodico anidro, - icloroisocianurato sodico biidrato, - Acido tricloroisocianurico. Sanità Notizie 2. Flocculanti - solfato di alluminio (solido), - solfato di alluminio (soluzione), - cloruro ferrico, - clorosolfato ferrico, - polidrossicloruro di alluminio, - polidrossiclorosolfato di alluminio, - alluminato di sodio (solido), - alluminato di sodio (soluzione). 3. Correttori di ph - acido cloridrico, - acido solforico, - sodio idrossido, - sodio bisolfato, - sodio bicarbonato. Per disinfettanti, flocculanti e correttori di Ph si adotta lo stesso grado di purezza previsto per le sostanze da utilizzare per la produzione di acqua per consumo umano. Le sostanze antialghe che possono essere utilizzate sono: - N-alchil-dimetil-benzilammonio cloruro, - Poliidrossietilene(dimetiliminio)etilene(dimetiliminio)metilene dicloruro) - Poliossietilene(dimetiliminio)etilene(dimetiliminio)etilene dicloruro) L’impiego di sostanze non incluse in questi elenchi deve essere previamente autorizzato dal Ministero della Salute. 1.5 Punti di prelievo. Acqua di approvigionamento: campione da prelevarsi da apposito rubinetto posto su tubo di adduzione. Acqua di immissione in vasca: campione da prelevarsi da rubinetto posto sulle tubazioni di mandata nelle singole vasche a valle degli impianti di trattamento Acqua in vasca: campione da prelevarsi in qualsiasi punto di vasca. 1.6 Requisiti termoigrometrici e di ventilazione. Per le piscine coperte, nella sezione delle attività natatorie e di balneazione, la temperatura dell’aria dovrà risultare non inferiore alla temperatura dell’acqua in vasca. L’umidità relativa dell’aria non dovrà superare in nessun caso il valore limite del 70%. La velocità dell’aria in corrispondenza delle zone utilizzate dai frequentatori non dovrà risultare superiore a 0.10 m/s e dovrà assicurarsi un ricambio di aria esterna di almeno 20 m. cubi/h per metro quadrato di vasca. Nelle altre zone destinate ai frequentatori (Spogliatoi, Servizi igienici, Pronto soccorso) il ricambio dell’aria dovrà risultare non inferiore a 4 volumi/h, la temperatura dell’aria dovrà risultare non inferiore a 20° C. 1.7 I requisiti illuminotecnici. Nelle sezioni delle attività natatorie e di n. 3 • Ottobre 2003 Attualità igienico-sanitaria balneazione l’illuminazione artificiale dovrà assicurare condizioni di visibilità tali da garantire la sicurezza dei frequentatori ed il controllo da parte del personale. Comunque il livello di illuminamento sul piano del calpestio e sullo specchio d’acqua non deve essere in nessun punto inferiore a 150 lux. Nelle altre zone destinate ai frequentatori (spogliatoi, servizi igienici, etc.) l’illuminazione artificiale dovrà assicurare un livello di illuminamento sul piano del calpestio e sullo specchio d’acqua non deve essere in nessun punto inferiore a 150 lux. Nelle altre zone destinate ai frequentatori (spogliatoi, servizi igienici, etc.) l’illuminazione artificiale dovrà assicurare un li- vello medio di almeno 100 lux negli spogliatoi e di 80 lux nei servizi igienici. In tutti gli ambienti illuminati naturalmente dovrà essere assicurato un fattore medio di luce diurna non inferiore al 2%. Deve essere previsto, per possibili sospensioni di erogazione di energia elettrica l’impianto di illuminazione di emergenza. 1.8 Requisiti acustici. Nella sezione delle attività natatorie e di balneazione delle piscine coperte, il tempo di riverberazione non dovrà in nessun punto essere superiore a 1.6 sec., i requisiti acustici passivi ed il rumore generato dall’attività devono far riferimento alla normativa vigente in materia. Requisiti dell’acqua in immissione e contenuta in vasca PARAMETRO ACQUA DI IMMISSIONE ACQUA DI VASCA Requisiti fisici Temperatura: Vasche coperte in genere Vasche coperte bambini Vasche scoperte pH per disinfezione a base di cloro. Ove si utilizzano disinfettanti diversi il pH dovrà essere opportunamente fissato al valore ottimale per l’azione disinfettante. Torbidità in SiO2 Solidi grossolani Solidi sospesi Colore 24°C ÷ 32°C 26°C ÷ 35°C 18°C ÷ 30°C 24°C ÷ 30°C 26°C ÷ 32°C 18°C ÷ 30°C 6,5 ÷ 7,5 6,5 ÷ 7,5 ≤ 2 mg/l di SiO2 (o unità equiva- ≤ 4 mg/l di SiO2 (o unità equivalente di farmazina) lente di farmazina) Assenti Assenti ≤ 2 mg/l ≤ 4 mg/l (filtrazione su membrana da 0,45 µm) (filtrazione su membrana da 0,45 µm) Valore dell’acqua potabile ≤ 5 mg/l Pt/Co oltre quello dell’acqua di approvvigionamento Requisiti chimici Cloro attivo libero Cloro attivo combinato Impiego combinato Ozono Cloro: - Cloro attivo libero - Cloro attivo combinato - Ozono Acido isocianurico Sostanze organiche (analisi al permanganato) Nitrati 0,6 ÷ 1,8 mg/l Cl2 0,7 ÷ 1,5 mg/l Cl2 ≤0,2 mg/l Cl2 ≤0,4 mg/l Cl2 0,4 ÷ 1,6 mg/l Cl2 ≤0,05 mg/l Cl2 ≤0,01 mg/l O3 0,4 ÷ 1,0 mg/l Cl2 ≤0,2 mg/l Cl2 ≤0,01 mg/l O3 ≤75 mg/l ≤ 2 mg/l ≤75 mg/l ≤ 2 mg/l oltre l’acqua di approvvigionamento oltre l’acqua di immissione Valore dell’acqua potabile ≤ 20 mg/l NO3 oltre l’acqua di approvvigionamento Flocculanti ≤ 0,2 mg/l in Al o Fe ≤ 0,2 mg/l in Al o Fe (rispetto al flocculante impiegato) (rispetto al flocculante impiegato) Requisiti microbiologici Conta batterica a 22° Conta batterica a 36° Eschericchia coli Enterococchi Staphylococcus aureus Pseudomonas aeroginosa ≤ 100 ufc/1 ml ≤ 10 ufc/1 ml 0 ufc/100 ml 0 ufc/100 ml 0 ufc/100 ml 0 ufc/100 ml ≤200 ufc/1 ml ≤ 100 ufc/1 ml 0 ufc/100 ml 0 ufc/100 ml ≤1 ufc/100 ml ≤ 1 ufc/100 ml 21 n. 3 • Ottobre 2003 Dal 13 al 15 giugno u.s. si è svolto a Savona e presso l’aeroporto C. Panero di Villanova d’Albenga e le palestre di roccia di Finale Ligure il primo corso HEMS-HSR “griffato” AAROI. Oltre a consentire a 42 sanitari, per la quasi totalità anestesisti rianimatori ed infermieri dei Servizi di Anestesia e Rianimazione, di acquisire le conoscenze di base per operare in sicurezza con il mezzo aereo in situazioni di emergenza, il corso di Savona è stato anche un utile banco di prova per testare il sistema di collaborazione tra i primi “Nuclei Periferici di Formazione in Emergenza AAROI” (NPFE-AAROI) accreditati secondo i criteri pubblicati recentemente su “l’Anestesista Rianimatore”. Il NPFE-AAROI “Savona ASL2” infatti ha offerto la propria organizzazione, logistica e la disponibilità del mezzo aereo, un AB 412 della società AIRGREEN già utilizzato per elisoccorso sul territorio piemontese e valdostano, grazie a fondi aziendali e al contributo dell’Assessorato al Lavoro della Regione Liguria, mentre i contenuti didattici e gli istruttori (tra i pochi ad essere accreditati presso il Ministero dei trasporti e dell’aviazione civile) sono stati offerti dal NPFE -AAROI “118 Cuneo” da anni all’avanguardia nel soccorso con mezzo a pala rotante. Durante il primo giorno, dedicato alla teoria e svoltosi nella “Sala Rossa” del Comune di Savona, i discenti hanno viste analizzate le problematiche tipiche di regioni come la Liguria dal punto di vista del soccorso con mezzi aerei, hanno potuto apprendere dalla voce del Direttore del corso Dr. Danilo Bono, una delle figure nazionali più esperte nella materia, e degli istruttori del “NPFE AAROI 118 Cuneo”, le più recenti normative in tema di elisoccorso, si sono cimentati in scenari di triage di emer- 22 Sanità Notizie Aggiornamento professionale Organizzato dall’A.S.L. savonese e dall’Assessorato al Lavoro della Regione Liguria. Successo e consenso attorno al Corso Hems-Hsr di Savona Per l’elisoccorso utilizzato all’aereoporto “Panero” di Albenga un mezzo della Airgreen. Massimo Vecchietti Direttore Dipartimento di Emergenza A.S.L. 2 Giuseppe Ratto Dirigente medico - Responsabile Struttura Semplice. Emergenza Intraospedaliera A.S.L. 2 genza e maxiemergenza, hanno iniziato a familiarizzare con l’approccio corretto al mezzo aereo, le segnalazioni ed i linguaggi aeronautici e le caratteristiche degli strumenti di supporto vitale e monitoraggio tipici dei mezzi aerei. Nella seconda giornata, dedicata alla pratica, i medici e gli infermieri liguri hanno appreso le corrette manovre di approccio al mezzo a rotori in moto, le procedure di sicurezza, la salita e discesa in hovering, le tecniche di salita e discesa col verricello, anche con barella. Un’intera giornata è stata poi dedicata alle tecniche di sicurezza e discesa in località impervie, le procedure di immobilizzazione, intubazione, mobilizzazione in ambiente ostile. Durante tutto il corso la corrispondenza dei contenuti alle linee guida dell’AAROI è stata garantita dalla presenza in qualità di ispettore del Dr. Davide Cordero, Presidente della Commissione Nazionale Emergenza dell’AAROI. I 42 tra medici ed infermieri delle province di Savona ed Imperia hanno così acquisito un’istruzione per la quale non erano disponibili istruttori medici accreditati sul proprio territorio regionale. Durante il corso sono inoltre stati individuati alcuni elementi che in futuro parteciperanno ad un corso istruttori che verrà successivamente organizzato per colmare tale lacuna. Essenziale per la riuscita del corso è stata la collaborazione tra membri del Corpo nazionale del soccorso alpino delle province di Cuneo, Imperia, Savona e Genova ed il pilota ed il tecnico di volo della società AIRGREEN, che hanno consentito di garantire la sicurezza dei partecipanti durante le esercitazioni a terra e a bordo dell’elicottero. L’esperimento di Savona ha così consentito di verificare, con risultati positivi, la bontà della costruenda rete nazionale dei “Nuclei periferici di formazione all’emergenza” dell’AAROI, consentendo di raggiungere non solo l’obiettivo della formazione dei medici anestesisti rianimatori in emergenza, ma di gettare il seme per rafforzare tale rete con competenze didattiche (istruttori) sempre più capillarmente diffuse anche là dove non esistevano . L’auspicio è di vedere moltiplicarsi iniziative comuni anche fra più NPFE - AAROI anche su altri corsi in modo da rendere sempre più centrale e visibile la figura dell’Anestesista Rianimatore come operatore, ma soprattutto formatore nel campo dell’emergenza. Sanità Notizie Il Dipartimento di Salute Mentale, in collaborazione con il Dipartimento per le Dipendenze ed il Dipartimento di Assistenza Socio Sanitaria e Riabilitazione, ha organizzato, il 2-3-4 ottobre 2003, presso la “Sala della Sibilla” della Fortezza del Priamàr, il Congresso “La relazione d’aiuto: una speranza per il vivere quotidiano”. ASL 2 del savonese e Comune di Savona sostengono l’iniziativa, resa possibile soprattutto per l’importante aiuto alla nostra proposta da parte della “Fondazione A. De Mari” della Cassa di Risparmio di Savona. Sono stati invitati a partecipare professionisti e tecnici dei settori sanitari e sociali, insegnanti, studenti, istituzioni e associazioni di volontariato e la popolazione interessata, per riflettere insieme sulla relazione d’aiuto nei suoi aspetti sanitari, sociali, psichiatrici, filosofici e culturali. Il Prof. Giovanni Jervis, che ha “pensato” con me questo convegno scrive in “Psicologia Dinamica” ed. Mulino 2001 “...per relazione d’aiuto si intende qualsiasi rapporto tra due (o più persone) quando sia caratterizzato da una particolare divisione di ruoli: una delle due chiede aiuto, qualsiasi tipo d’aiuto, e l’altra è disposta a fornirlo.” La possibilità di “aiutare” costituisce un elemento importante di ogni relazione umana, ma anche dell’operare di molteplici istituzioni che sono portatrici di interventi a beneficio della popolazione. Nell’uomo spinte aggressive e distruttive si accompagnano a questa naturale tendenza a fornire aiuto, solidarietà, anche amore, rispetto per “l’altro da noi”. Tanatos ed Eros, bene e male, entropia ed ectropia , creazione e distruzione si confrontano da sempre nella natura, storia, cultura dell’universo umano e di ognuno di noi in particolare. Tornando poi al nostro ambito psichiatrico l’obiettivo prevalente è quello di condurre i pazienti al massimo grado possibile di benessere o almeno di riduzione del soffrire, fornendo anche tutti gli strumenti per raggiungere l’autonomia di cui essi potranno essere capaci. Siamo quindi ben lontani dall’assistenzialismo e da provvidenzialismi che risentono ancora oggi di culture “coloniali”.Queste giornate hanno voluto avvicinare la popolazione ad una compresione empatica della sofferenza, soprattutto di quella psichica per infrangere ulteriormente lo stigma sociale che per molto tempo ha “segnato” i nostri pazienti ed anche i loro familiari. Le relazioni d’aiuto sono tuttavia spesso complesse e complicate perché in realtà non è facile fornire aiuto né riceverlo: molti sono gli aspetti pratici, tecnici, etici, emotivi, talvolta passionali ma anche di potere in gioco. Abbiamo affrontato così anche queste tematiche con particolare attenzione agli aspetti umani e psicologici non solo di chi è aiutato ma anche di chi presta aiuto. Hanno dialogato con noi alla”Sibilla” teologi, sociologi, filosofi, medici, psichiatri, psicoanalisti di rilevanza nazionale ed anche la Comunità di Sant’Egidio, Medici Senza Frontiere, Maestri di Strada e la Fondazione Diocesana Comunitàservizi. Per migliorare la nostra “Bottega della psichiatria” che, come le botteghe rinascimentali, vuole essere aperta ai contributi della comunità civile. Ricordo che nel 2004 organizzeremo una mostra fotografica con il Maestro Vasco Ascolini dal titolo “Un’incerta follia” e una serie di seminari che approfondiranno i temi del convegno; sull’attaccamento e lo sviluppo del bambino e dell’adolescente, sulle funzioni genitoriali, sull’assistenza sociale, sulle dipendenze, sui disturbi dell’alimentazione e sulla psicoanalisi. Nel concludere ringrazio lo staff amministrativo del Dipartimento di Salute Mentale e le Dott.sse Cinzia Parodi e Simonetta Porazzo senza i quali questo congresso non sarebbe stato possibile. n. 3 • Ottobre 2003 Aggiornamento professionale Organizzato il 2-3-4 ottobre al Priamàr dall’A.S.L. n. 2 Savonese, Fondazione CARIGE, Comune di Savona, Regione Liguria Grande interesse per il Convegno su “La relazione di aiuto: una speranza per il vivere quotidiano” Antonio M. Ferro Direttore Dipartimento Salute Mentale A.S.L. n. 2 IL PROGRAMMA GIOVEDI’ 2/10/2003 “La relazione d’aiuto in psichiatria” Ora 13,30 Iscrizione e consegna pre-test Ore 14,30 Introduzione: Antonio .M.Ferro Prima Sessione • Pier Luigi Scapicchio “Teoria e prassi dell’aiuto in psichiatria” • Giacomo Di Marco - Angelo Cassin “Ai confini della relazione d’aiuto” • Giacinto Buscaglia - Marcello Macario - Silvia Orengo “La relazione d’aiuto nel DSM di Savona” Discussant: Carlo Vittorio Valenti - Paolo Peloso Seconda Sessione • Giuseppina Boidi “Influenza del genere nella relazione d’aiuto” • Armando Ciriello - Marco Anselmo “Alcune esperienze di counseling all’equipe infermieristica nell’Ospedale S.Paolo di Savona” • Giovanni Stanghellini “Comprendere e curare” Discussant: Giovanni Giusto - Maurizio Marcenaro Ore 18,00 Chiusura Lavori VENERDI’ 3/10/2003 La Relazione d’aiuto nella dimensione sociale, culturale, filosofica Ore 8,30 Inizio Lavori Introduzione: Antonio M. Ferro Saluti delle Autorità S.E. Mons. Domenico Calcagno, Vescovo di Savona Dott. Carlo Ruggeri, Sindaco di Savona Avv. Ubaldo Fracassi, Direttore Generale ASL 2 Savonese Dott. Luciano Pasquale, Presidente Fondazione “A. De Mari” - Savona Terza Sessione • Giovanni Jervis “Analisi Psicologica delle risorse nella relazione d’aiuto” • Giuliano Carlini “Aspetti socio culturali ed epistemologici della relazione d’aiuto” • Don Adolfo Macchioli “Relazione d’aiuto e prossimità: una riflessione teologica” • Laura Boella “Gli aspetti chiaroscurali della relazione empatica” • Pier Francesco Galli “L’aiuto nella relazione:pratica clinica e prospettive teoriche” Discussant: Luigi Ferrannini - Mariella Lombardi Mariella Ricci Ore 13,00 Pausa pranzo Quarta Sessione “La relazione d’aiuto in adolescenza” Inizio Lavori ore 14,30 • Ilo Rossi - Flavia Alberoni “I luoghi dell’ascolto” • Eugenia Pelanda “Comportamenti autolesivi in adolescenza” • Antonio Ferro - Simonetta Porazzo - Paolo Moretti - Fabrizio Cerro “Il lavoro di gruppo e nei gruppi nel CDAA: un’esperienza complessa o confusa?” • Clotilde Gislon “L’intervento psicoterapeutico breve in adolescenza” Discussant: Cinzia Parodi - Paola Pregliasco Ore 19,00 Chiusura lavori SABATO 4/10/2003 “ La relazione d’aiuto nella dimensione medica ed umanistica” Ore 9,00 Inizio lavori Saluto Autorità Dr. Franco Vairo Direttore Sanitario ASL2 Savonese Dr. Renato Giusto, Presidente Ordine Medici Savona Quinta Sessione • MarcoTrabucchi “L’attenzione per l’altro nella relazione medicopaziente” • Fausto Petrella - Vanna Berlincioni “Accoglienza e presa in carico nei servizi psichiatrici” • Aldo Gargani “La comunicazione con l’altro: il principio della carità interpretativa” Discussant: Giorgio Marengo - Leo Nahon Sesta Sessione Fra Luca Pozzi (O.F.M.): “San Francesco” Lorena Rambaudi: presenta • Daniela Sironi (Comunità S.Egidio) “Libertà e gratuità nella relazione d’aiuto” Antonella Frugoni:presenta • Barbara Galmuzzi, Medici Senza Frontiere “Oltre l’emergenza: progetti psicosociali a lungo termine” Simonetta Porazzo: presenta • Marco Rossi Doria - Progetto Chance “Una scuola per chi non va a scuola Francesca Romani:presenta • Maurizio Raineri, Fondazione Diocesana Comunità Servizi “Relazione d’aiuto: un’esperienza concreta” Discussant: Lorena Rambaudi - Leo Nahon Ore 13,30 Conclusioni del Convegno: Antonio Maria Ferro - Leo Nahon Coordinatore del Corso Dr. Antonio Maria Ferro Segreteria Scientifica Dr. Armando Ciriello Dr. Luigi Ferrannini Dr. Cinzia Parodi Dr. Simonetta Porazzo Segreteria Organizzativa Logo Faggio In collaborazione con: Regione Liguria Società Italiana di Psichiatria Sezione Ligure Ordine dei Medici della Provincia di Savona Bollati Boringhieri Editore Villa Ridente 23 n. 3 • Ottobre 2003 Presso la sede dell’ASL2 savonese, venerdì 11 luglio, alla presenza dell’avv. Ubaldo Fracassi, Direttore Generale dell’ASL2, dell’arch. Marco Melgrati, della dott.sa Loretta Zavaroni, rispettivamente Sindaco e Assessore alla Sanità del Comune di Alassio, del dott. Francesco Bogliolo e dott. Augusto Gandolfo, legali rappresentanti della società “Alassiosalute” S.r.l., è stata siglata la convenzione fra l’Azienda, il Comune e la Società su menzionata, relativa all’espletamento di attività socio-sanitarie che prevede un’innovativa forma di collaborazione tra Enti e professionalità diverse, con l’intento di fornire concrete ed immediate risposte all’utenza residente e no, attraverso una nuova forma organizzativa, unica in Liguria. Composta da nove medici di medicina generale operanti nei comuni di Alassio e Laigueglia: Francesco Bogliolo, Augusto Gandolfo, Giampaolo Merello, Pietro Rabolli, Giovanni Barilaro, Roberto Bersano, Enrico Tardani, Giovanni Pisano e Loretta Zavaroni, la Società “Alassiosalute” sta ristrutturando un locale di circa 400 metri quadrati siti nei locali del Collegio Salesiano ad Alassio, in Via Chiusetta n° 12, zona centrale e di facile accesso alla cittadinanza. Si tratta di un progetto ambizioso che comporterà la creazione di un Centro Sanitario Polifunzionale e che contempla un’innovazione sostanziale del sistema sanitario delle cure territoriali, proponendosi - tra i primi in Italia - come progetto pilota di gestione mista pubblico-privato della medicina generale. Potrà contare come bacino di utenza su una popolazione residente di circa 14.000 persone, oltre che sul flusso stagionale turistico - sia invernale, sia estivo - che una località come Alassio può offrire. L’obiettivo è di creare una struttura territoriale in grado di erogare cure primarie attraverso una gestione diretta da parte dei medici di famiglia e di sviluppare nuove strategie organizzative in risposta ai bisogni emergenti dell’utenza e alle esigenze economiche del mercato sanitario. 24 Sanità Notizie Progetto pilota La convenzione è stata firmata a Savona presso la sede dell’A.S.L. n. 2 Savonese. “Alassiosalute” sta creando un Centro Sanitario Polifunzionale per rispondere alle esigenze di residenti e turisti estivi e invernali Ogni singolo paziente usufruirà della struttura, ottenendo in maniera razionale le prestazioni, con conseguente riduzione dei costi ed un’ottimale allocazione delle risorse umane ed economiche. La “Reception” sarà intesa come punto di smistamento, ma soprattutto come “sportello per il pubblico” e rappresenterà il biglietto da visita della struttura, indirizzando l’utente verso i percorsi ottimali e risponderà ad ogni esigenza (sanitaria, burocratica e informativa). Il nuovo Centro Sanitario Polifunzionale svolgerà attività di medicina generale e di pediatria; centro CUPA con ritorno dei referti direttamente in cartella clinica; centro prelievi ASL con supporto di apparecchiature gestibili direttamente dai medici di medicina generale per indagini di laboratorio di prima routine. I pazienti potranno usufruire di ambulatori per patologia anche in collaborazione con specialisti, nell’ambito dell’applicazione dei percorsi di cura (diabete, rischio cardiovascolare, osteoartrosi, prevenzione oncologica, malattie dermatologiche ecc.) con l’ausilio, se necessario, della telemedicina. Sarà presente una diagnostica ecografica di primo livello gestita in un primo momento da specialisti esterni ma con l’obiettivo di inserimento dei medici di medicina generale. Un ambulatorio attrezzato garantirà terapie parenterali, medicazioni e piccola chirurgia, inoltre sarà attivo un ambulatorio fisioterapico-riabilitativo. Aperto tutto l’anno, 7 giorni su 7, per 10 ore al giorno, diventerà un punto di riferimento essenziale per esigenze sanitarie di emergenza nell’arco dell’intera giornata per pazienti convenzionati e turisti, evitando così ricoveri impropri. Sono in corso le trattative con i sindacati dei Medici di Medicina Generale FIMG e SNAMI per mettere a punto la convenzione nel rispetto della normativa vigente. Da sinistra: il Direttore Generale avv. U. Fracassi, il Sindaco di Alassio arch. Marco Melgrati, i medici Francesco Bogliolo e Augusto Gandolfo Sanità Notizie n. 3 • Ottobre 2003 Inaugurazione Alla presenza dell’ing. Roberto Levaggi, Assessore regionale alla Sanità, di S.E. Domenico Calcagno, Vescovo di Savona e di numerose autorità provinciali ed aziendali è stata inaugurata, il 3 luglio, la nuova sede dell’Unità operativa oncologica medica dell’Ospedale San Paolo. I nuovi locali, allestiti nell’Ospedale di Savona, rappresentano una struttura moderna e funzionale, rinnovata dal punto di vista progettuale, seguendo in maniera scrupolosa i parametri previsti dalle normative. A Savona, è bene ricordare, è nato, per iniziativa del dott. Pietro Bianucci, nel 1966, uno dei primi centri oncologici italiani per la diagnosi precoce e la prevenzione dei tumori. L’attività dell’oncologia medica si è evoluta ed arricchita nel tempo, adeguandosi al progresso clinico-scientifico. La struttura che è stata inaugurata è fra le più avanzate in talia e risponde appieno alle esigenze della moderna oncologia ed è stato possibile realizzarla grazie all’acquisizione della Cappella dell’Ospedale e dei locali annessi per gentile concessione della Curia di Savona che ha permesso lo spostamento del luogo sacro in un locale attiguo. L’ampliamento è stato di 150 metri quadrati, ed ora l’unità operativa si estende complessivamente per 600 metri quadrati, E’ stato così possibile separare e ampliare i locali del “day hospital”, ovvero i locali che permettono il ricovero giornaliero dei pazienti, consentendo loro di seguire cure, anche di una certa intensità, ritornando ogni sera a casa. E’ stato realizzato, inoltre, l’ambiente dedicato alla preparazione delle terapie con farmaci Ecco la nuova sede dell’Unità Operativa oncologica medica del “San Paolo” di Savona Giampiero Storti Direttore editoriale di “Sanità Notizie” antiblastici, secondo le vigenti normative, al fine di garantire la massima protezione per gli operatori e per l’ambiente. Durante l’inaugurazione, il primo a prendere la parola è stato il Direttore Generale dell’ASL 2 Savonese, l’avvocato Ubaldo Fracassi, il quale ha ricordato la figura del dottor Pietro Bianucci che nel lontano 1966 iniziò a credere in un reparto specializzato. “Ha combattuto come tutti i pionieri, oggi vediamo crescere l’albero del quale Bianucci sparse i semi”, ha detto il Direttore generale. E’ stata quindi la volta del Direttore scientifico del Polo Oncologico, dott. Fulvio Brema, che ha avuto momenti di profonda commozione, interrompendo più volte il suo discorso. “Non tutti sanno che dopo la scomparsa di Da sinistra: il dott. Fulvio Brema, S.E. Mons. Domenico Calcagno, Vescovo di Savona Noli, il dott. Cosimo Macrì, Prefetto di Savona, il dott. Carlo Ruggeri, Sindaco di Savona. Bianucci, venti anni fa, il reparto rischiava di chiudere. Con l’aiuto della dottoressa Gisella Pastorino riuscimmo a resistere”, ha ricordato il dottor Brema. L’attività svolta dall’Unità Operativa di Oncologia medica nel 2002 comprende oltre 7.500 prestazioni in “day hospital”, circa 5.500 visite ambulatoriali, più di 300 consulenze per pazienti ricoverati. Ogni anno confluiscono all’Unità Operativa circa 500 nuovi pazienti, che si aggiungono ai precedenti già in cura o al controllo ambulatoriale. La nuova struttura garantirà un maggior comfort e privacy per i pazienti permettendo, inoltre, agli operatori sanitari di svolgere più agevolmente e in modo funzionale le consuete attività cliniche-assistenziali. Da sinistra: il Presidente della Provincia di Savona avv. Alessandro Garassini, il direttore generale avv. Ubaldo Fracassi e l’Assessore alla Sanità Ing. Roberto Levaggi. Personale dell’U.O. Oncologia medica dell’Ospedale San Paolo di Savona. 25 n. 3 • Ottobre 2003 Per Ippocrate, medico greco del IV secolo a.C., l’efficacia di una qualsivoglia terapia non stava esclusivamente nell’operato di un buon medico (questo sì quantomai necessario) ma soprattutto nel “coinvolgimento” nelle cure prestate al paziente di ogni membro a lui vicino. Medici, familiari e soprattutto “chi assiste il malato espletando al meglio il suo specifico compito - diceva - riveste un ruolo essenziale affinché avvenga la guarigione”. Senza guardare troppo lontano, è certamente questo lo spirito in cui si è svolta - il 29 giugno scorso - prendendo spunto dalla tradizionale ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo, la 1ª edizione di “L’Ospedale San Paolo in Festa”, festa dei dipendenti e delle loro famiglie, “Festa dell’appartenenza” come è stata anche definita. E scorrendo le cifre della manifestazione - oltre 400 persone, il contributo di numerose Associazioni di Tutela e Volontariato e Organizzazioni sindacali - si è trattato certo di un successo inatteso che ha visto il suo momento più significativo nella consegna degli attestati ai dipendenti che nel 2002 hanno raggiunto la pensione. Ma ripercorriamo brevemente le tappe della cerimonia che, visto il successo ottenuto, gli organizzatori contano di ripetere nei prossimi anni. Alle 19, con il supporto logistico dell’Amministrazione dell’ASL 2 e alla presenza del Sindaco di Savona, Carlo Ruggeri e altre autorità cittadine, nel parco prospiciente il padiglione Astengo, il dott. Giampiero Storti ha inaugurato la festa, sottolineando come l’obiettivo della manifestazione fosse quello di “aumentare il senso di appartenenza alla struttura dei dipendenti e di legare maggiormente i problemi della struttura ospedaliera ai Sanità Notizie Attualità A “L’Ospedale San Paolo in festa” accorrono insieme alle autorità oltre quattrocento savonesi Il contributo di Associazioni di tutela e di Volontariato e di Organizzazioni sindacali cittadini che vivono nei palazzi del quartiere Valloria e a tutti coloro che usufruiscono dei servizi del San Paolo”. Subito dopo sono stati aperti gli Stand. La Cooperativa dei dipendenti dell’ASL 2, la Compagnia di S. Isidoro, la Gamma Vini, la Geamedia, la ditta Pedus e altre numerose Associazioni presenti alla manifestazione hanno offerto alle persone intervenute vini, bevande, frittelle e primi piatti. Non sono mancati i gadget: latte detergente nello stand della Farmacia ospedaliera e una simpatica tshort bianca con la scritta “San Paolo in Festa”. Alle 20 lo spettacolo musicale. Il “Medical Mystery Tour” ha allietato i presenti proponendosi in spettacoli di magia, barzellette, giochi e ha presentato il suo spettacolo di grande successo: “Hospital Trek”, coinvolgendo anche il pubblico presente il quale ha accettato di buon grado i giochi della compagnia teatrale. E’ stato anche presentato il nuovo logo dell’Ospedale San Paolo, ma il momento più significativo è stato certamente quello che alle 21 ha portato il saluto del Direttore Generale della ASL 2, avv. Ubaldo Fracassi e del Direttore gestionale, avv. Rosavio Bellasio, ai dipendenti del San Paolo che nel 2002 hanno raggiunto la pensione. Il caloroso ringraziamento dei dirigenti e il dono di un piatto di ceramica di Albisola hanno suggellato un pluriennale rapporto di fedeltà e di “appartenenza” dei dipendenti alla struttura della ASL savonese. La festa è proseguita sino alle 23. Medici, infermieri, operatori sanitari e tutti gli intervenuti hanno felicemente concluso una manifestazione di grande successo. Appuntamento al prossimo anno, il 29 giugno. I DIPENDENTI DEL SAN PAOLO PREMIATI 26 Battistina Addis Infermiera di ortopedia Carlo Spotorno Responsabile concorsi Luigina Alfonso Infermiera di ostetricia Gaetano Pirito Addetto farmacia Roberto Mariani Addetto magazzino Giovanni Perrone Responsabile cassa dell’economato Giovan Battista Ghigliazza Direttore sanitario “S. Paolo” Sanità Notizie Storia della medicina savonese Riflessioni su cinquant’anni di attività oncologica Dal pionierismo dei primi ricercatori alla odierna prevenzione globale Il ruolo di Pietro Bianucci per dotare il “S. Paolo” di Savona di un moderno Centro di cura Fausto Badellino Primario emerito di Chirurgia Oncologica dell’Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro di Genova Il fatto che in un convegno chirurgico venga ricordato un oncologo che chirurgo non era, costituisce una controprova che tra le caratteristiche peculiari della chirurgia oncologica vi è anche l’interesse per altre discipline parentali, incluse l’epidemiologia e la prevenzione, e per tutti gli altri molteplici aspetti del “pianeta tumori”. I “cinquanta anni” del titolo forse peccano per eccesso, in quanto i programmi e le iniziative di prevenzione e diagnosi precoce, associati a quelli di educazione sanitaria, professionale e d’informazione, andarono prendendo corpo attorno agli anni sessanta; ma vennero preceduti da periodi di evoluzione culturale e dalle prime realizzazioni pratiche. Lo spazio temporale di “cinquanta anni” pertanto è giustificato, anzi può essere anche allungato se ricordiamo che la “Lega Italiana per la lotta contro il cancro” (allora si chiamava così) venne fondata nel 1922 ed i suoi tre obiettivi principali furono da subito la diagnosi precoce, le terapia tempestive e l’informazione. A cavallo degli anni ’20 e ‘30 sorsero l’Istituto Nazionale Tumori a Milano, l’Istituto Regina Elena a Roma ed a Torino il Centro Tumori dell’Ospedale San Giovanni. Si narra che in questo Centro si tenessero regolarmente delle riunioni dei clinici di allora in cui, accanto alle discussioni sui malati e quelle scientifiche, si provvedeva a ... scartare i pazienti con tumore, perchè troppo spesso in stadio avanzato o avanzatissimo e come tali non curabili con i mezzi allora disponibili. Ma tale atteggiamento andò modificandosi negli anni. Infatti diverse scoperte nei laboratori, mi riferisco alla tecnica di Papanicolau che permise di individuare le cellule cancerose nel secreto vaginale (nei carcinomi dell’utero) e al settore della genetica (ad esempio la struttura del DNA) e le scoperte in campo clinico, come il mammografo per i tumori della mammella, comportarono significative modifiche di pensiero ed operative. Di conseguenza si fanno chiari i concetti di prevenzione primaria e secondaria, di terapie radicali e palliative, ed alla chirurgia ed alla radioterapia si affianca la terapia medica ormonale ed antiblastica. Ricercatori e clinici, provenienti dai laboratori di patologia o dai reparti ospedalieri ed universitari Pietro Bianucci generalmente di medicina interna, si dedicano a queste problematiche con passione e dedizione, a volte dovendo duramente lottare e confrontarsi con lo scetticismo, l’indifferenza e anche l’ignoranza. Pietro Bianucci è uno di questi. Nato a Reggio Calabria, è mancato prematuramente nel 1983 ed ora avrebbe 82 anni. Laureato a Torino con il patologo medico Pietro Sisto (nel cui Istituto entrai pure io come allievo interno in quegli anni), dopo un breve periodo di pratica professionale nei dintorni della capitale piemontese, nel 1953 si trasferisce a Savona dove inizia il suo “percorso” come assistente presso la Divisione di Medicina Generale dell’Ospedale San Paolo. E’ qui che inizia il suo coinvolgimento totale nel settore oncologico, tanto da specializzarsi in oncologia presso l’Università di Pavia nel 1960 (dopo che aveva già ottenuto a Genova la specializzazione in Medicina Interna) diventando in assoluto uno dei primi specialisti oncologi del nostro Paese. All’epoca in Italia, se ben ricordo, vi erano solo due Scuole di specializzazione in Oncologia, una a Pavia per l’appunto e l’altra a Bari; nel ’64 sarebbe seguita quella di Torino, voluta e diretta da un clinico chirurgo, il famoso A.M. Dogliotti, che ne affidò la direzione effettiva ad un altro chirurgo Leonardo Caldarola. Fu in quegli anni che ebbi la fortuna ed il piacere di conoscere Pietro Bianucci e di trovare un amico. Pur essendo io chirurgo il comune inte- n. 3 • Ottobre 2003 resse oncologico ci faceva incontrare in convegni della Società Italiana di Cancerologia, della Lega Tumori, dell’allora neonata Società di Prevenzione, diagnosi e Terapia dei Tumori e nelle battaglie sindacali come rappresentanti del “SIMO” ovvero Sindacato Italiano dei Medici Oncologi. Ebbi modo di conoscerlo e di apprezzarlo e di ammirare l’entusiasmo e la tecnica nel convincere le autorità sanitarie ed ospedaliere locali ad istituire ed implementare poi l’azione oncologica. Ciò ne comportò la nomina a direttore del Centro di Prevenzione e Diagnosi dei Tumori dell’Ente Ospedaliero San Paolo di Savona nel 1970 e poi nel 1978 a primario oncologo. Ma quanta fatica, quante battaglie e quanta strada (percorsa a tanti piccoli passi). Ricordiamo: Nel 1969 un uomo, Bianucci, solo “al comando”, parafrasando una storica espressione ciclistica ed un microscopio (400 visite). All’inizio degli anni ’70 sempre un uomo solo, Bianucci ovviamente, una biologa (la Sig.ra Brondi), un assistente sanitaria (la Sig.ra Costa), due infermiere. Nel 1972 le visite sono 5.000 Nel 1973 ristrutturazione ed ampliamento dei locali, installazione di un nuovo mammografo, assunzione in organico di un secondo medico, la Dottoressa Pastorino, con la possibilità così di lavorare di più e meglio, Nel 1980 sono state eseguite oltre 10.000 visite annuali, 14.000 pap tests, 1.200 mammografie più altre decine di indagini diagnostiche e pratiche riabilitative. E sempre nel settore diagnostico e preventivo l’attività andava allargandosi al distretto orofaringeo e colo-rettale. E’ stato quello il periodo in cui si andavano concretizzando i presupposti della moderna oncologia nazionale; anche per quanto riguarda la Liguria, persone, opere e strutture sono degne di menzione e ricordiamo alcuni nomi quali Dosio, Santi, Galizioli, Lotti ed altri. Qui a Savona ciò che è stato realizzato allora nel campo della prevenzione in gran parte è dovuto a Pietro Bianucci, il cui nome, su proposta dell’Ordine dei Medici della Provincia, è stato associato al Centro oncologico cui diede tanto del suo cuore e della sua determinazione. E non bisogna dimenticare l’Associazione ONLUS “Amici del Centro Oncologico” attraverso la quale la consorte Signora Maria Rosa Bossi con la raccolta di fondi mantiene vivo il ricordo e l’opera del compagno scomparso. Cinquanta anni sono un lungo periodo, in cui molte nuove conoscenze sono state acquisite, anche in campo prevenzionistico, ma è in questi ultimi anni che vi è stato un evolversi straordinario nello scibile umano. Oncologia molecolare, la suscettibilità e le modificazioni genetiche, i fenotipi dei cancri ereditari, markers molecolari, prevenzione chirurgica e farmacologica, immagini digitalizzate, risonanza magnetica, tac spirale; in quasi tutti i tumori si sono aperti grandi spazi per una prevenzione quasi globale. E si era partiti, la storia di Pietro Bianucci ne è un esempio, da semplici microscopi e da tanto entusiasmo! Nel ricordo di questo amico va un pensiero affettuoso ai famigliari, la compagna fedele di una vita Maria Rosa ed il figlio Massimo, stimato radiologo all’Ospedale San Paolo. Guardiamo al futuro, ma non dimentichiamo quei pionieri che tale futuro hanno reso possibile. 27 n. 3 • Ottobre 2003 Sanità Notizie Investimenti in corso Lavori di ristrutturazione e messa a norma del presidio poliambulatoriale di via Collodi 13 - Savona Progetto: Responsabile del Procedimento: U.O. Progettazione e Gestione Immobili, Arch. Cesare Branchetti Arch. Aldo Oriti (U.O. Progettazione e Gestione Immobili) Ufficio Direzione Lavori: (U.O. Progettazione e Gestione Immobili) Geom. Alessandro Bressan Arch. Bruno Lai Coordinatore Sicurezza: Geom. Alessandro Bressan Edilmar S.r.l., Via Gramsci, 2 - Savona Impresa esecutrice: Importo a base d’asta: € 505.817,88 Importo contrattuale: € 454.696,53 16-09-2002 ottobre 2003 Inizio lavori: Fine lavori prevista: Presidio poliambulatoriale di via Collodi 13 - Savona - lato via Giusti. Presidio poliambulatoriale di via Collodi 13 - Savona - lato via Aleardi. Lavori di ristrutturazione dell’edificio adibito ad uffici del servizio veterinario sito all’interno dell’area del macello comunale - P.le Amburgo - Savona Progetto: U.O. Progettazione e Gestione Immobili, Arch. Cesare Branchetti Responsabile del Procedimento: Arch. Cesare Branchetti (U.O. Progettazione e Gestione Immobili) Ufficio Direzione Lavori: (U.O. Progettazione e Gestione Immobili) Arch. Cesare Branchetti Cap. Giovanni Iraldo Per. Ind. Pierluca Poggi Arch. Sonia Elisei Coordinatore Sicurezza: Arch. Cesare Branchetti Edilmar S.r.l., Via Gramsci, 2 - Savona Impresa esecutrice: Importo a base d’asta: € 417.830,00 Importo contrattuale: € 377.262,76 06-09-2002 ottobre 2003 Inizio lavori: Fine lavori prevista: EDITORE Nuova sede U.O. Veterinaria - Savona - P.le Amburgo. DIREZIONE Ubaldo Fracassi Direttore generale Claudio Balbi © Copyright ASL n. 2 Savonese Via Manzoni, 14 - 17100 Savona Tel. 019 84041 C.F. e P. IVA 01062990096 Hanno collaborato a questo numero: Ubaldo Fracassi, Massimo Vecchietti, Angelo Schirru, Davide Cavaliere, Michele Oliveri, Paola Pregliasco, Maddalena Fois, Rosella Griggio, Vito Mangraviti, Donatella Pecoraro, Letizia Nicolini, Gian Luigi Figini, Marco Bessero, Elena Farulla, Roberto Carloni, Maria Paola Briata, Franco Badii, Stefania Remotti, Roberto Carrozzino, Franca Minetti, Wally De Pirro, Damiana De Leonardis, Luigi Caliendo, Ezio Venturino, Giuseppe Ratto, Antonio M. Ferro, Giampiero Storti, Fausto Badellino, Claudio Balbi, Massimo Bianucci, Mauro Peluffo, Cesare Branchetti, Aldo Oriti, Cinzia Parodi, Simonetta Porazzo, Anna Ascheri, Carlo Vittorio Valenti, Morena Scurani, Fulvio De Lucis, Mauro Peluffo. Stampa: Coop Tipograf C.so Viglienzoni, 78 r. 17100 Savona Tel. 019 804947 - Fax 019 806657 e-mail: [email protected] Questo numero è stato stampato e distribuito gratuitamente in 9.700 copie e inviato presso le U.O. agli oltre 3.000 dipendenti dell’A.S.L. 2 Savonese, a tutti i medici iscritti all’Ordine provinciale di Savona, a tutti i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta della Provincia di Savona e alle oltre 100 farmacie per la distribuzione diretta ai pazienti. Viene inviato alle Istituzioni, ai Comuni e alle Parrocchie, alle Associazioni di Tutela e Volontariato, ai Sindacati. Una parte viene distribuita gratuitamente presso i nostri ambulatori. Direttore amministrativo Franco Vairo Periodico trimestrale di informazione dell’ASL 2 del Savonese 28 I dati riferiti ai destinatari di “Sanità Notizie” vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per nessun motivo REDAZIONE Direttore editoriale: Giampiero Storti e-mail: [email protected] Direttore responsabile: Mario Lorenzo Paggi Direttore sanitario