NOTIDANTE giugno FINALE - Asociación Dante Alighieri

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NOTIDANTE giugno FINALE - Asociación Dante Alighieri
Giugno 2012
Quando fui presso a la Beata Riva
“Asperges me`” sí dolcemente udissi,
che nol so rimembrar, non chío lo scriva.
La bella donna ne le braccia aprissi;
abbracciommi le testa e mi sommerse
ove convenne chío l´acqua inghiotissi,
...
Purgatorio,CantoXXXI . vv.97-102
Anno - Año VII - nº. 2
Boletin cultural gratuito
Una e indivisibile
I nostri eventi
Lucio Dalla
Miguel Hernandez
Il bruco
700 Años Lanzarote
La povertà
Belluno
La schiavona bellunese
El Rincon de la poesia
Agenda
SOCIEDAD DANTE ALIGHIERI
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CURSOS 2012 - 2013
INSCRIPCIÓN ABIERTA
UNA E INDIVISIBILE
L'aver fatto leva sull'occasione del Centocinquantenario, l'aver puntato su
celebrazioni condivise, è stato giusto e ha pagato. Non bastava però
lanciare un appello generico: occorreva richiamare in modo argomentato
fatti storici ed esperienze, fare i conti con interrogativi e anche con luoghi
comuni, favorire quella che non esito a chiamare una riappropriazione
diffusa, da parte degli italiani, del filo conduttore del loro divenire storico,
del loro avanzare -tra ostacoli e difficoltà, cadute e riabilitazioni, battute
d'arresto e balzi in avanti- come società e come Stato nei secoli XIX e XX.
Gli interventi che ho svolto, nel succedersi delle iniziative per il
Centocinquantenario, hanno segnato i momenti e i contenuti dello sforzo
compiuto: spero che il leggerli, raccolti in volumen, ne renda il senso
complessivo, lo sviluppo coerente.
Qual è la conclusione che oggi ne traggo? Che non si è trattato di un fuoco
fortuito, di un'accensione passeggera che già sta per spegnersi, di una
parentesi che forse si è già chiusa. No, si è trattato di un risveglio do
coscienza unitaria e nazionale, le cui tracce restano e i cui frutti sono
ancora largamente da cogliere. Non ci porti fuori strada l'impressione che
appena dopo aver finito di celebrare il Centocinquantenario in un clima
festosos e riflessivo, aperto e solidale, si sia ritornati alle abituali
contrapposizioni, alle incomunicabilità, alle estreme partigianerie della
política quotidiana. Quel lievito di nuova consapevolezza e responsabilità
condivisa che ha fatto crescere le celebrazioni del Centocinquantenario
continuerà a operare sotto la superficie delle chiusure e rissosità distruttive,
e non favorirà i seminatori di divisione, gli avversari di quel cambiamento di
cui l'Italia e gli italiani hanno bisogno per superare le ardue prove di oggi e
di domani.
Presidente della Repubblica Italiana
GIORGIO NAPOLITANO
(Prefazione al libro)
I nostri eventi
9 marzo 2012
Grande esito il Concerto “Canzoni dei Ricordi”
interpretato dal Trio Mediterraneo. Il concerto
si è svolto nella bellissima sala del Maria Cristina
messa gentilmente a disposizione dall`UNICAJA.
Al Pianoforte il Maestro Juan Antonio Vicente,
tenore Ivan Villa, soprano Mª del Carmen Vicente.
Alla fine il Trio ha reso omaggio al grande Lucio
Dalla recentemente scomparso con la famosissima
canzone “Caruso” magistralmente interpretata.
Esposizione “Tauromaquia e Flamenco”
presso il Centro CÍVICO di Málaga del
pittore italiano Vito Fiore, svoltasi a gennaio
Marzenna e Fiore
omaggio al Torero El Fendi
Esposizione “La Puglia en el corazon”
della pittrice polacca Marzenna presso
il Club Deportivo “El Candado”. Alla
inaugurazione ha suonato il “Duo Merit”.
"IL PRODE FRANCESCANO”
Lucio Dalla
La vita sí ha un senso, ha un fine, "la vita è l'indicazione, è l'esempio, la
passione nel mio caso di stare tra la gente e cantare" diceva Lucio Dalla in una
intervista del 16/11/2011.
La città che preferiva era Napoli, si diceva "Napoli dipendente", anche se la
"piazza grande" bolognese era la sua "casa", come qualsiasi piazza grande
del mondo, dove portava con semplicità, l'amore delle sue canzoni.
L'Amore, l'emarginazione erano temi di grande interesse basti pensare alla
generosità figurativa e reale allo stesso tempo - per quella canzone che dice:
"per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino…" e la ultimissima di San Remo
2012 "Naní, Naní, Naní", dove si è compiuto il suo sogno: cantautore e
maestro d'orchestra. La sua voce penetrava nel segreto dei nomi comuni e
propri. Ciao Lucio, dal cielo aiuti tutti i poveri del mondo! Amen!
di Paola Sebastiani
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MIGUEL HERNANDEZ - (1910-1942) Ricordando un grande poeta
Nacque a Orihuela (Alicante) nel 1910. Viene educato nel collegio dei Gesuiti di San Domenico. Le sue umili origine lo
obbligarono a lasciare gli studi per dedicarsi alla pastorizia . La sua formazione poetica si deve alla lettura delle liriche
rinascimentali e barrocche.la sua è anche una vocazione giovanile, infatti i suoi primi poemi sono datati 1939-31. Scritti in
distinti diari. Il suo primo libro di poesia viene pubblicato nel 1933 "Perito en lunas". La rivista avanguardista "El gallo crisis"
pubblica anche le sue poesie. Nel 1934 si trasferisce a Madrid, là viene accolto con grande amicizia dai migliori poeti dell`epoca.
Nello stesso anno si fidanzerà con Josefina Manresa, che sposerà nel 1937. La sua evoluzione poetica sarà decisiva per l`amicizia
con il poeta cileno Pablo Neruda, che fece di lui un repubblicano e partecipe alla guerra. Nel tentativo di scappare in Portogallo,
fu arrestato a Huelva e condannato dal consiglio di guerra (1940)alla pena di morte, poi commutata a trenta anni di carcere. Fu
recluso nel Riformatorio per adulti di Alicante (1941). Morirà di tubercolesi polmonare acuta nel marzo del 1942.
Por una senda
Por una senda van los hortelanos,
es la sagrada hora del regreso,
con la sangre injuriada por el peso
de inviernos, primaveras y veranos.
Vienen de los esfuerzos sobrehumanos
y van a la canción y van al beso,
y van dejando por el aire impreso
un olor de herramientas y de manos.
Por otra senda yo, por otra senda
que no conduce al beso aunque es la hora,
sino que merodea sin destino.
Bajo su frente trágica y tremenda,
un toro solo en la ribera llora
olvidando que es toro y masculino.
Per un sentiero
Per un sentiero vanno gli ortolani,
è la sacra ora del ritorno,
con il sangue ingiuriato dal peso
d´inverni, primavere ed estati.
Vengono dagli sforzi sovraumani
e vanno alla canzone e vanno al bacio,
e lasciano nell´aria impresso
un odore di utensili e di mani.
Per un altro sentiero io, per un altro
sentiero
che non conduce al bacio anche se è
l´ora,
ma gironzola senza destino.
Sotto il suo fronte tragico e tremendo,
un toro sulla riva piange
Il Bruco
Sorte de un ciuffo d`erba che lo aveva nascosto durante il caldo. Attraversa il viale di sabbia con grandi ondulazioni.
Si guarda bene dal fermarsi, e per un momento si crede perduto nell`orma d`uno zoccolo del giardiniere.
Giunto alle fragole, si riposa, alza il naso a destra ed a sinistra, per annusare; poi riparte sotto le foglie sa ormai dove va.
Che bel bruco grasso, velloso, impellicciato, bruno, punteggiato d' oro e con gli occhi neri! Giudato dall` olfatto,
si dimena e si aggrotta come un sopracciglio folto. Si ferma al fondo di un rosaio. Con le papille sottili tasta la scorza
ruvida, muove qua e la` la testina di cane appena nato e si decide ad arrampicarsi. E questa volta, sembra che divori
faticosamente tutta la lunghezza del cammino inghiottendolo.
In cima al rosaio sboccia una rosa dal colorito di una candida fanciulla. I profumi di cui e` prodiga la inebriano.
Non diffida di alcuno. Lascia salire sullo stelo il primo bruco venuto: l` accoglie come un regalo.
E prevedendo che stanotte sara`freddo, è ben contenta di mettersi un boa attorno al collo.
Ritratti di animali - da Storie naturali trad. M. Bontempelli.
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LANZAROTTO, DESCUBRIDOR DE LAS ISLAS CANARIAS
Este año 2012 se conmemora el séptimo centenario (1312-2012) del descubrimiento de
Lanzarote y de las Islas Canarias, gracias a la intrépida empresa del navegante italiano,
originario de Génova, Lanzarotto Malocello.
Las celebraciones se desarrollarán en Italia y en España. El Presidente del Comitato promotor
En Italia, y en los respectivos centros oficiales italianos en España, Abogado Alfonso Licata,
está escribiendo varios artículos de carácter histórico sobre esta empresa -poco conocida- y
comparable al viaje de Marco Polo, al de Vasco de Gama, y al de Crisóforo Colombo.
Publicamos un resumen de la relación del presidente del Comité para celebrar el
descubrimiento de las Canarias y agradecemos su trabajo y el del presidente del Comité de las
Canarias.
En los siglos XIII y XIV los navegantes genoveses iban por los mares con sus propios barcos,
Y sin duda eran los mejores marineros del mundo que conocían muy bien el Mediterráneo
hasta el Atlántico, el Portugal, los Países Bajos e Inglaterra. Eran Fuertes en las tecnologías y
convencidos con firmeza que era posible la circunnavegación de África, para además salvar la
república de Génova que veía sus vías comerciales cerrarse. Por lo tanto la empresa abría los
comercios de Génova hacia los ricos mercados asiáticos.
Los hermanos Vivaldi, también genoveses, salieron en 1291 del puerto de Génova a bordo de
dos galeras hacia las Indias y se pudo seguir la navegación hasta ciertos puntos, después no se
supo más de ellos.
Veinte años después, en 1312, un valiente capitán y naviero lígure, Lanzarotto Malocello (o
Maroxello), de familia muy noble, salió de Génova en busca de los hermanos Vivaldi y llegó a
la isla a la que dio su nombre, la Lanzarota (hoy Lanzarote). Se hizo dueño de la "ínsula", a
nombre también de la República de Génova; allí construyó un castillo y allí vivió veinte años.
La historia moderna de las Islas Canarias inició con Lanzarotto; pero sólo en 1339 aparece
por primera vez su nombre en el mapa de Angelino Dulcert, en donde se ve el archipiélago de
las Canarias, y la más septentrional se llamaba Lanzarote ("Ínsula de Lanzarotus
Marocellus").
Más tarde en 1367 en el mapa de los hermanos Pizigani se evidencia el emblema genovés y los
barcos genoveses o extranjeros están marcados navegando hacia el sur.
Este histórico navegante italiano -poco conocido- quedará en la historia y en la geografía
hispano-italiana en ese séptimo centenario del descubrimiento de las Canarias como puente
cultural, marítimo y comercial entre dos países: Italia y España.
Lanzarote
Playa
Parque Natural
Cultivo
(Trad. Paola Sebastiani)
Avv. Alfonso Licata (Presidente del Comité Promotor para las celebraciones)
Revista "Vita e mare" Enero-Febrero 2012, p.10
PATRONATO INAS - SPAGNA A MÁLAGA
ISTITUTO NAZIONALE ASSISTENZA SOCIALE
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La Povertà
Che cosa significa povertà?
La povertà è fame.
La povertà è vivere senza un tetto.
La povertà è essere ammalati e non riuscire a farsi visitare da un medico.
La povertà è non potere andare a scuola e non sapere leggere.
La povertà è non avere un lavoro, è timore del futuro, è vivere giorno per giorno.
La povertà è perdere un figlio per una malattia causata dall'inquinamento
dell'acqua.
La povertà è non avere potere e non essere rappresentati adeguatamente,
La povertà è macanza di libertá.
La peggior povertá é non saper amare.
"Sappiatelo, sovrani e vassalli, eminenze e
mendicanti,
nessuno avrà diritto al superfluo,
finché uno solo mancherà del necessario."
Salvador Diaz Miròn
Kahlil Gibran - (1883-1931) poeta, pittore, novellista libanese
Autoritratto
Del comprare e del vendere...
E un mercante disse:
Parlaci del comprare e del vendere.
Ed egli rispose e disse:
La terra vi offre i suoi frutti, e voi non patirete indigenza se solo saprete come riempirvene le mani. E'
scambiandovi i doni della terra che troverete abbondanza e sarete soddisfatti.
Ma se lo scambio non sarà con amore ed equanime giustizia, non condurrà che alcuni all'ingordigia ed
altri alla fame.
Quando voi, lavoratori del mare e dei campi e delle vigne incontrate sulla piazza del mercato i
tessitori, i vasai e i venditori di spezie, invocate allora che lo spirito supremo della terra intervenga tra
voi a santificare bilance e calcolo, di modo che pesi e valori si corrispondano.
E non lasciate che chi ha mani sterili partecipi alle vostre transazioni, perché costoro venderebbero le
loro chiacchiere per la vostra fatica.
Dovreste dire a tali uomini:
"Venite con noi nei campi, o recatevi con i nostri fratelli al mare a gettare la vostra rete:Poiché la terra
e il mare saranno generosi come con noi".
E se colà verranno i danzatori e i cantanti e i suonatori di flauto, ebbene, comprate pure i loro doni.
Poiché anch'essi sono raccoglitori di frutti e d'incenso, e ciò che essi vi recano,benché fatto di sogni, è
di ornamento e alimento alla vostra anima.
E prima di lasciare la piazza del mercato, badate a che nessuno vada via a mani vuote.Poiché lo spirito
supremo della terra non dormirà in pace nel vento finchè i bisogni dell'ultimo tra voi, non siano
soddisfatti.
Gibran Jalil Gibran fue un poeta, pintor, novelista y ensayista libanés nacido en Bisharri, Líbano, el 6 de
enero de 1883 y fallecido el 10 de abril de 1931 en Nueva York: la causa de su muerte se determino que fue
cirrosis en el hígado y tuberculosis.
Khalil Gibrán, El Profeta
Dijo un mercader: Háblanos del comprar y vender.
Y él respondió:
La tierra nos prodiga sus frutos con generosidad; pero a veces nosotros deseamos más de lo que cabe en
nuestras manos.
La abundancia y la satisfacción proceden del intercambio de regalos con la tierra.
Pero cuando el trueque no se realiza con justicia y amor, no encontraremos sino hambre y codicia.
Ustedes, los mercaderes de mar, de los campos y de los viñedos, cuando se encuentren en el mercado
junto a los tejedores, a los alfareros y a los que venden especias.
Hay que invocar entre todos al Espíritu de la Tierra para que se manifieste entre ustedes y santifique la
balanza en que se pesan los valores.
No se debe tolerar que los perezosos participen en sus negocios porque ellos quisieran comprar el
producto del trabajo tan sólo con palabras: a ellos deben decirles:
Vengan con nosotros al campo, o vayan al mar junto a nuestros hermanos a lanzar redes.
Porque la tierra y el mar serán igualmente generosos para todos.
Y cuando lleguen los cantores, los bailarines y los músicos, también hay que pagar sus ofrendas, porque
ellos también son colectores de frutos y trabajan como cualquiera, aunque lo que producen está hecho de
sueños, es alimento y vestido para el alma.
Antes de abandonar el mercado, debemos procurar que nadie salga con las manos vacías, porque el
Espíritu de la Tierra no dormirá en paz sobre el viento hasta que no queden satisfechas las necesidades del
último.
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Publicado el 26 mayo 2010 por Carol
Belluno - BELO-DUNUM
La citta splendente - rocca luminosa
B
:
elluno Sorge in una stupenda conca ai piedi delle Dolomiti, il gruppo montuoso più
bello e famoso del mondo, dal 27 giugno 2009 è Patrimonio dell`Unesco.
La città estremamemnte fredda, il clima è rigidamente alpino.
Belluno fu fondata nel II secolo a.C ed acquistò grande importanza sotto Augusto. A partire dal
1400 la città fu legata alla Serenissima, alla quale venne strappata solo per un breve priodo
nell'epoca napoleonica quando passò sotto l'Austria nel dipartimento del Piave. A seguito del
Congresso di Vienna passò al Regno d'Italia. Il giro artistico della città parte dal Duomo, vero centro
di Belluno. Di qui si percorre in Piazza Campedel il "liston" che in effetti si chiama Piazza Martiri,
nella quale sorge la chiesa di San Rocco. Suggestivi i tramonti sul Piave, di rara bellezza. Belluno è
la città d`Italia dove si vive meglio, per il clima, la serenità e tranquillità, questo secondo statistiche
nazionali del "Sole 24 ore". Il dominio veneziano, nella storia, segnò un periodo di grande splendore
per la città che ebbe una notevole importanza strategica come avamposto settentrionale di difesa e
come bacino di fornitura di metalli e legname, allora materie prime essenziali. Risalgono a
quell'epoca l'antico Palazzo del Comune detto "la Caminada dei Nobili" per il suo salone loggiato
percorso dai membri del Consiglio Cittadino, la cattedrale ed il lombardesco Palazzo dei Rettori che
definiscono la struttura della bellisssima Piazza Duomo. Numerosi sono i cittadini celebri di
Belluno che si distinsero sia in campo umanistico che in campo artistico. Tra essi ricordiamo Pierio
Valeriano (1477-1558) poeta e filologo, Tiziano Vecellio (1488-1490) pittore della Serenissima che
divenne uno dei più influenti artisti europei della sua epoca alla sua figura la provicnia di Belluno ha
dedicato una mostra nel settembre del 2007, Andrea Brustolon (1662-1732), il Michelangelo del
legno; le sue opere sono sparse in molte chiese bellunesi e i mobili di sofisticata ed elegantissima
fattura artigianale si trovano anche nel Palazzo del Quirinale.Dino Buzzatti (1906-1972)
giornalista, scrittore e pittore che fu una delle personalità di maggior rilievo culturale del XX secolo
per la Provincia di Belluno.Ricordiamo anche Tommaso Paoda Schioppa, grande figura economista
recentemente scomparso.
Panorama
Piazza “Campedel”
Ponte della Vittoria
ANTICO ARTIGIANATO BELLUNESE
LE SPADE BELLUNESI
La Schiavona Bellunese
La gabbia
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Cerchiamo di scoprire insieme o riscoprire arti e mestieri dei nostri avi come ad
esempio "le Schiavone bellunesi". Quando si sente la parola Schiavona" si
pensa subito a Venezia alla Riva degli Schiavoni, invece con grande sorpresa
scopriamo che la Schiavona era una spada. L`artigianato antico delle armi è la
testimonianza della cultura di un popolo, purtroppo restano sempre lo specchio
dell`odio, inamicizia, sterminio, ma noi oggi vediamo nella "Schiavona
bellunese" l`opera d`arte non di abili armaioli ma bensì di artisti che forgiavano
con maestria i metalli. La spada bellunese si forgiava agli inizi del 1400 al 1600,
armavano gli eserciti non solo della Serenissima ma anche europei e del Medio
Oriente. Venivano fatte su commissione, così il fabbro sviluppava con il
metallo la sua arte creativa. Secondo ricerche storiche, le schiavone venivano
prodotte nei borghi di Bustighel e Fisterre, lungo il corso del fiume Ardo. Si
forgiavano fino a 25mila spade all`anno; si scrive anche che gli inglesi fecero
un contratto per 10 anni per la fornitura di 600 spade al mese. Il ferro di ottima
qualità si estraeva nell`Agordino e nello Zoldano. Le miniere del Fursil
fornivano un materiale ferroso particolarmente ricco di manganese, era
particolarmente duttile per la tecnica della forgitura detta "a stoffa". Questa
tecnica consisteva nell`unire a caldo, martellando le lamine di acciaio e il ferro
finchè si saldavano per bollitura. Fu questo uno dei periodi più floridi del
bellunese. Per produrre una spada in quei tempi, erano necessari artigiani del
mestiere a cominciare dai carbonai, minatori, conciatori di pelli, e naturalmente
i mastri spadari. Le spade che restano nei musei, nel Palazzo Ducale di Venezia
erano di artisti celebri agordini, Giorgio e Giuseppe Giorgiutti, mentre le spade
di Pietro da Formegan sono nel Palazzo Venezia a Roma.
Le spade schiavonesche erano di 5 tipi, solo le prime tre venivano fatte a
Belluno, le altre due a Serravalle (Vittorio Veneto). Uno dei migliori mastri
spadari si chiamava Andrea Ferara da Fonzaso, le sue spade venivano copiate
dai spadari tedeschi di Solingen.
Andrea Ferara fece le prime spade con la gabbia, veri e propri capolavori
dell`arte artigianale.
EL RINCÓN DE LA POESÍA
de Paola Sebastiani
Fuensanta Postigo Cler è una giovane poetessa, appassionata del Sahara, nata a San Javier del Mar Menor nel 1989.
Scrive le sue poesie nella pagina culturale della Rivista" Cronicas del Sahara".
Nel 2007 andò nel Sahara per conoscere da vicino la situazione dei rifugiati che lottano per la liberazione del Sahara; ma
già precedentemente, nel 1996 aveva accolto presso la sua familia una bambina sahariana conoscendone così una certa
cultura.
Ma l'anno decisivo fu il 2008 quando conobbe suo marito. S'innamora perdutamente di tutto ciò che questo deserto
offriva ai suoi occhi. Il paesaggio: il cielo, le stelle, il tramonto, il silenzio infinito, le colline di sabbia e la gente pacifica e
serena -malgrado l'assenza di libertà-: "i bambini giocando felici come bambini/ i giovani cercando 'un mondo
migliore',/gli adulti vedendo passare gli anni da quella lontana invasione".
Questa terra ha lasciato nel suo cuore segni incancellabili: l'amore, il matrimonio e la maternità, e la speranza di una vita
libera e democratica per il Sahara.
Come disse un religioso italiano, Carlo Carretto, della Congregazione cattolica dei Piccoli Fratelli del Vangelo: chi non
ha mai visto il deserto, non conosce il mondo. Il silenzio e la belleza del deserto sono come l'estasi e avvicinano al silenzio
dell'anima e a Dio.
Famose dell'esperienza del Sahara sono le sue Lettere dal deserto (1967).
La arena, las estrellas y yo
el desierto, el cielo y yo.
Cuántos granitos de arena
en semejante inmensidad,
cómo se ven las estrellas,
bella imagen celestial.
Ambas, imposibles de explicar,
cuántas hay,
quién lo sabe,
imposible de contar.
La arena como colchón,
el cielo por manta,
mil y una noches pasaría,
sí, es cierto, me encanta.
Me he convertido a la monotonía,
de por y para él,
por el pueblo saharaui,
por su (espero) temprana libertad,
para que esa libertad llegue,
para que libres yo los vea
y lo podamos celebrar.
Para que ese cariño,
y ese todo que nos dan,
se vea recompensado
con una temprana libertad.
Fuensanta Postigo (23/04/07)
Io, la sabbia e le stelle
Io, il deserto e il cielo.
Quanti granelli di sabbia
in tale immensità
come si vedono le stelle,
bella immagine celestiale!
Ambedue, impossibile da spiegare,
quante ce ne sono,
chi lo sa,
Impossibile contarle.
La sabbia come letto,
il cielo per coperta,
passerei mille notti,
sí, certo, ne sono incantata.
Mi sono convertita alla monotonia,
con lui e per lui,
per il popolo del Sahara,
per la sua (spero) pronta libertà,
perché arrivi questa libertà,
perché io li veda liberi
e poterlo celebrare.
Perché questo affetto,
e quello che ci danno,
sia ricompensato
con una rapida libertà.
(trad. Paola Sebastiani)
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A G E N D A DE ACTIVIDAD
COMITATO DI MALAGA
Nuestras actividades culturales
empezaran en otoño con el ciclo de
COMITATO DI MALAGA
CINEMA ITALIANO
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Asociación DANTE ALIGHIERI
Boletín trimestral oficial
Directora Silvana Molin Pradel
Redación:
Marco Thiene
Paola Sebastiani
Carmen Gabriele