Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle

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Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle
Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo e che anche quando non ci
sei resta ad aspettarti. (Cesare Pavese)
Documento Sviluppo Campania
Convocazione parti sociali
Proposte Anpci
I piccoli Comuni possono contribuire in modo fattivo allo sviluppo della Campania anche in questo
preciso momento di grossa difficoltà finanziaria che l’Italia sta attraversando e che, proprio questa
mancanza di risorse, mette le stesse Autorità regionali davanti alla scelta di individuare gli obiettivi
prioritari premiando anche le buone regole di una sana amministrazione.
In primo luogo, secondo noi, si debbono mettere a frutto le occasioni offerte dalle leggi in vigore sia
nazionali che regionali rivedendo, però, le procedure che spesso bloccano o ritardano le azioni che
possono essere messe in atto e gli investimenti conseguenti.
Il termine della discussione riteniamo possa essere diviso in tre momenti:
Il primo è quello delle semplificazioni, oserei dire il più importante; il secondo delle regole certe e del
rigore; mentre è sicuramente importante assicurare risorse anche agli enti minori ed in particolare quelli
che possono favorire gli investimenti privati.
Riteniamo quindi urgente:
1_ Semplificare le procedure autorizzative previste che determinano ritardi incomprensibili.
Basti pensare che in campo edilizio per ottenere una autorizzazione occorrono mediamente non
meno di sei mesi che diventano dodici nelle aree collinari e montane gravate da ogni vincolo
(idrogeologico, paesaggistico, archeologico, etc, etc, senza alcun coordinamento fra i vari enti
preposti. A Tal fine si allega la lettera del Vicesindaco del Comune di Tortorella in Provincia di
Salerno, chiarificatrice delle difficoltà riscontrate-All.A). Senza pensare che le costruzioni in
queste aree costano mediamente un 30% in più per via dei materiali obbligatoriamente previsti;
2_ Esercitare il Controllo sulle misure messe in essere anche recentemente dalla Regione: Piano
casa ad esempio (che poteva essere un buon volano di sviluppo anche per la microimprenditoria,
quella produttiva), i cui dettami non sono stati recepiti che da pochissimi Comuni, vanificando
quella speranza su cui fondava il Governo per far ripartire lo sviluppo, da troppo tempo fermo
senza che si intravvedono sbocchi seri;
3_ Sbloccare le risorse ed in particolar modo quelle che promuovono anche gli investimenti
privati a completamento dei programmi previsti con i contributi europei semplificando ma
garantendo sia il rigore sulla tempistica prevista dai progetti finanziati che il controllo sugli esiti
finali (es.:agriturismi che hanno prodotto in tanti casi solo il miglioramento delle proprietà
immobiliari, anche perché nello stesso Comune anche piccolo spesso sono stati finanziati
progetti per un numero enorme che non potevano essere scaturenti da reali necessità); ovvero,
come nel caso di investimento privato nel fotovoltaico, di impianti che attendono mesi prima di
ottenere l’autorizzazione facendo vanificare l’investimento che spesso trasferisce l’attenzione
verso altre Regioni le quali, più attente, favoriscono con procedure rapidissime (DIA,SCIA,etc) per
impianti fino a 1 Mega ovvero la incapacità di completare investimenti degli esercenti gli impianti
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di distribuzione dei carburanti perché la Regione ha approvato il regolamento per l’esercizio di
attività connesse ai distributori (bar ed edicole, per esempio) con enorme ritardo (la legge è del
29 marzo 2006, n.6, Il REGOLAMENTO del 20 gennaio 2012, è stato pubblicato il 30.01.02012 );
ed altri ancora.
I Piccoli Comuni è indubbio che siano stati penalizzati o addirittura esclusi dalle provvidenze ripartite nei
programmi varati recentemente. Questi Enti locali, di popolazione fino a 5000 abitanti, sono stati lasciati
a patire per i problemi di sempre ma che in precedenza avevano visto prodigarsi la Regione in tanti casi.
Non vi sono più le risorse che prima assicurava la L.R. 51/78 e le altre leggi simili ad essa con le loro
modifiche ed integrazioni, che avevano consentito in modo significativo la realizzazione dei sotto servizi
e di edilizia pubblica riguardante le problematiche degli edifici scolastici, impianti sportivi, PIP e altro.
Ed ancora, cosa che riteniamo veramente paradossale (come testimoniano molti Sindaci tra cui quello
del Comune di Casalvelino), il non poter utilizzare le somme derivanti dalle economie relative ai ribassi
d’asta relativi ai lavori finanziati ai sensi delle leggi regionali 51/78, 42/79 e 50/85 (con mutui assunti
direttamente dai Comuni) poiché la legge regionale 4/2011 ha reso obbligatorio il parere preventivo
della Regione, che non si riesce ad avere. Si ricorda che quelle economie, pur composte di pochi
spiccioli, potevano e possono risolvere questioni importanti che preoccupano giornalmente gli
amministratori locali.
A NON Riteniamo giusto quindi, pur condividendo la scelta dell'eliminazione del Parco progetto
regionale per finalizzare i fondi europei sui grandi progetti, cancellare il progetto “Piccolo e Bello” che
nella programmazione precedente, dopo un'intensa lotta da parte dei piccoli comuni, era stato inserito
come finanziamento per la rinascita dei centri storici e per le altre infrastrutture capaci di creare una
vera e propria filiera produttiva degli oltre 300 comuni campani al di sotto dei 5000 abitanti. Riteniamo
che i componenti del tavolo “Sviluppo Campania” possano condividere questa nostra posizione di
inserire il progetto “piccolo e bello” nella tabella interventi di breve termine fondi UE pag. 10
aggiungendo alle parole “città medie”, anche “piccoli comuni” (Piccolo e bello). Ciò metterebbe in essere
uno sviluppo socio- economico della nostra regione con creazioni di nuovi posti di lavoro nel campo
dell'edilizia, del turismo e nelle altre tipologie di lavoro compreso il terzo settore; nè và dimenticato sia il
riassetto idrogeologico del territori della nostra Regione che per due terzi di questi enti è condizione
imprescindibile, che la creazione delle così dette “isole dell'educazione”, strutture intercomunali di
edilizia scolastica prendendo esempio dai Paesi nord Europei dove queste strutture sono già finalizzate a
una organizzazione scolastica basata sui nuovi parametri OCSE. Altra area di intervento è quella
dell’adeguamento di quegli edifici (più del 70%) alle norme sulla sicurezza ed in particolare a quelle
sismiche. Vanno, poi, inseriti nel progetto fondi per le energie alternative perché sia reso obbligatorio
sugli edifici pubblici , nonchè per la pubblica illuminazione, l’utilizzo di strumenti per la produzione di
energia con tecniche alternative, di modo che questi enti locali minori abbiano un vero e proprio
risparmio economico oltre che perseguire una politica volta al rispetto dell'ambiente.
B_ Sarebbe anche utile, vista la difficoltà di assumere mutui prevedere la possibilità di poter mettere a
gara la rata che la Regione concede in modo da invitare le imprese a farsi carico del finanziamento
stesso, sulla scia della proposta realizzata dall’ex Ministro delle Attività Produttive On.le Romano.
C_ Così come estremamente importante è la costituzione all'interno dell'ufficio per il federalismo di una
struttura che si occupi solo dei comuni al di sotto dei 5000 abitanti e che abbia anche le funzioni di un
vero e proprio sportello unico a cui gli amministratori e le parti sociali possono rivolgersi.
D Perultimo non va sottovalutata l’ipotesi che si produca ogni sforzo, anche con un programma che si
svolga su diversi esercizi finanziari, per affrontare il grosso problema dell’adeguamento delle strade
comunali, provinciali ed ex statali alle disposizioni del codice della strada; così come quello dei trasporti
sia per risolvere l’enorme difficoltà che i pendolari affrontano quotidianamente, che per dare ogni
opportunità al mondo del turismo che invogli a visitare l’enorme patrimonio della Campania, ma anche
per dare le giuste dotazioni infrastrutturali agli operatori industriali e commerciali perché possano
competere con gli altri paesi sia per rapidità che per economicità dei trasporti.
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Siamo certamente disponibili a discutere in qualsiasi sede ed in qualsiasi momento sulle procedure da
porre in essere per assicurare quanto da tempo sosteniamo e che cioè tutti debbono rimboccarsi le
maniche per far uscire la Regione e l’Italia dalla stagnazione in cui siamo caduti e che si prefigura ancora
per qualche tempo e che le recenti gravi misure approvate, sebbene si siano rese necessarie per mettere
i conti in ordine, non potranno assicurare se non con il nostro fattivo impegno quello sviluppo e quella
crescita di cui la nostra economia ha bisogno per consentire l’incremento dell’occupazione, unica via di
salvezza della Nazione ma che per la Campania rappresenta una assoluta priorità se non la si vuole far
cadere nell’oblio e nella più profonda recessione con l’incremento della stessa criminalità organizzata
che già la affligge e la strozza.
Ailano 23 febbraio 2012
per ANPCI-Campania
Arturo Manera
Prosegue Bianco: «Passi per l'assessore ai Trasporti Vetrella, occupato a ‘‘demonizzare'' il passato, ma che
anche i consiglieri di maggioranza e opposizione in carica oggi e nelle scorse legislature abbiano memoria
corta, è la misura delle condizioni attuali della politica». Cinquanta milioni di euro, spiega Bianco, «per un
progetto sono un'enormità tale, che pure in tempi di ‘‘vacche grasse'' — e non è il nostro caso — farebbero
sorgere più di una perplessità, figuriamo oggi. L'aeroporto di Grazzanise, ci si rassegni, non si farà mai più
perché dopo tanti anni dalla prima proposta, sono stati realizzati altri scali nelle regioni vicine ed il Lazio si
appresta a costruirne il quarto a Viterbo. Perché non si destinano i 50 milioni per la tragedia della
disoccupazione?».
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