Rivestiamoci dei mantelli di Dio

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Rivestiamoci dei mantelli di Dio
CHIESA DI MILANO VIA F. ARMATE 338
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amo
la Parola
SOLO LA VERITA’ CI RENDE LIBERI
Rivestiamoci
dei mantelli di Dio
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“Perciò in questa tenda gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della
nostra abitazione celeste, se pure saremo trovati vestiti e non nudi. Poiché noi che
siamo in questa tenda gemiamo, oppressi; e perciò desideriamo non già di essere
spogliati, ma di essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita.”
(2 Corinzi 5:2-4)
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Un po’ di antichi usi e costumi ebraici nel vestire
Dal Dizionario Biblico Schaff: Gli abiti degli antichi Ebrei consistevano nell’abito interno,
nell’abito esterno (o mantello), nella cintura e nei sandali.
1. L’abito interno, in origine, era una specie di camicia senza maniche e che arrivava
soltanto alle ginocchia. In seguito si fece più ampia e lunga e con maniche. Una cintura la
stringeva ai fianchi (2 Re 1:8). Una persona vestita soltanto a quel modo si diceva nuda (1
Samuele 19:24; Isaia 20:2-4; Giovanni 21:7). Questa camicia era fatta di cotone, lana, lino
di varie qualità, secondo il gusto e i mezzi di ciascuno.
2. La cintura. Fatti gli abiti lunghi ed ampi, fu necessario stringerli ai fianchi con cinture.
Esse non soltanto davano agli indumenti una grazia tutta speciale, ma servivano altresì a
tenerli sollevati per camminare o per lavorare. Quindi “cingere i lombi” significava esser
pronti al lavoro, e “sciogliere la cintura” denotava ricerca di riposo, anche indolenza (2 Re
4:29; Giobbe 38:3; Isaia 5:27; Geremia 1:17; Luca 12:35; Giovanni 21:7; Atti 12:8; 1 Pietro
1:13). Poteva essere un pezzo di corda, o una striscia di panno o di cuoio larga dai 10 ai
15 cm. e munita di una fibbia per stringerla o rallentarla. Talvolta era fatta di lino
(Ezechiele 16:10) ed era spesso ornata di ricchi e bei fregi in metallo, pietre preziose e
ricami.
3. L’abito esterno o la “veste” (Matteo 21:8) era un panno quadrato o rettangolare, lungo
dai m. 1.80 ai 2.80, e largo circa m. 1.80. Lo si avvolgeva semplicemente attorno al corpo
per proteggerlo dalle intemperie. Questo abito di sopra serviva di letto al povero (Esodo
22:26, 27; Giobbe 22:6; Giobbe 24:7). Esso è probabilmente quello a cui si accenna in 2
Re 2:8 e Matteo 5:40 sotto il nome di “mantello”. Si suppone che le frange con il “cordone
violaceo” (Numeri 15:38) erano poste ai canti o lembi (Matteo 23:5).
Il vestiario della donna differiva da quello dell’uomo soltanto negli abiti esterni. Portavano
inoltre un velo. Era considerato come un segno di modestia nelle donne nubili (Genesi
24:65) e di soggezione e riverenza nelle maritate (1 Corinzi 11:3-10). Quando la veste era
succinta, la parte anteriore poteva servire come di grembiule (Rut 3:15).
4. Il sandalo in origine era una suola di legno o di cuoio che si adattava alla pianta del
piede e le stava unita mediante cordicelle (Genesi 14:23).
Il sandalo comune era fatto di cuoio preso dal collo del cammello. Di solito erano due o più
strisce cucite assieme. Lo sciogliere le scarpe (Marco 1:7), come pure il lavare i piedi, era
ufficio di schiavo (Giovanni 13:1-16).
Nelle riflessioni che seguiranno ci concentreremo sull’abito esterno, ovvero sul significato
dei mantelli nella Bibbia.
Il mantello dell’onore
“Ma Sem e Iafet presero il suo mantello, se lo misero insieme sulle spalle e, camminando
all’indietro, coprirono la nudità del loro padre [Noè]. Siccome avevano il viso rivolto dalla
parte opposta, non videro la nudità del loro padre.” (Genesi 9:23).
Se Noè fosse vissuto oggi, probabilmente questo suo errore involontario sarebbe stato
“postato” sulla rete. Molti se ne sarebbero rallegrati e Cam avrebbe ricevuto un bel po’ di
“mi piace”. Ma a Dio non è piaciuto affatto, anzi Cam ha fatto una brutta fine. I tempi sono
cambiati, evidentemente. Ma per i credenti cristiani è cambiato anche il senso dell’onore?
Mettere in mostra “le nudità altrui” è parte di un diritto-dovere di cronaca o è una violazione
del pensiero di Dio?
Dopo aver insegnato a non giudicare, Gesù conclude con una linea guida di grande
semplicità e profonda saggezza: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi
facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” (Matteo 7:12). Il
pensiero di Dio non cambia. Anche l’apostolo Pietro l’aveva capito, tanto che esorta:
“Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l’amore copre moltitudine di
peccati.” (1Pietro 4:8). E tu? E noi? Che faremo?
Il mantello proibito
“Ho visto fra le spoglie un bel mantello di Scinear, duecento sicli d’argento e una sbarra
d’oro del peso di cinquanta sicli; ho desiderato quelle cose e le ho prese; ecco, sono
nascoste in terra in mezzo alla mia tenda; e l’argento è sotto”. (Giosuè 7:21). Si tratta della
confessione di Acan di essersi indebitamente appropriato “dell’interdetto” durante la presa
di Gerico. Questo fatto individuale viene considerato da Dio un peccato di tutto il popolo
(7:11-13), che non permetterà loro di vincere sui propri nemici. Infatti, nella battaglia di Ai,
sottovalutata dagli Israeliti, ne morirono 36 e “il cuore del popolo venne meno e si sciolse
come acqua” (7:5). In quel caso Dio chiese di trovare chi aveva deliberato in cuor proprio
di andare contro il Suo preciso ordine. Acan e la sua famiglia furono lapidati e i loro beni
distrutti col fuoco. Non è scritto che “il nostro Dio è anche un fuoco consumante” (Ebrei
12:29)?
Il Nuovo Testamento non è da meno. Il Dio dell’Antico e del Nuovo è lo stesso e la Sua
richiesta che il Suo popolo sia santo non è cambiato. Di questo Paolo dà un insegnamento
estremamente forte in 1 Corinzi 5:9-13, che conclude così: “Togliete il malvagio di mezzo
a voi stessi.” Vedi anche la lettera alla Chiesa di Tiatiri (Apocalisse 2:18-29).
Il mantello del principe
Il giovane Davide aveva deciso di affrontare il gigante Golia. Non lo potette fare
indossando l’armatura, l’elmo, la corazza e la spada di Saul (17:38,39). Siccome “non era
abituato a camminare con quell’armatura”… “se la tolse di dosso” (v.39).
Una volta vinto Golia, lo aspettava un altro tipo di “rivestimento”, non del re ma del
principe:
“Gionatan fece alleanza con Davide, perché lo amava come l’anima propria. Perciò
Gionatan si tolse di dosso il mantello e lo diede a Davide; e così fece delle sue vesti, fino
alla sua spada, al suo arco e alla sua cintura.” (1 Samuele 18:3,4). Quale figura di Gesù
che si è “spogliato” di ogni cosa per noi! Se non ci “abituiamo a indossare vestiti che non ci
appartengono”, anzi “ce li togliamo di dosso” una volta per sempre, come Davide potremo
smettere gli abiti del povero pastore di pecore col suo modesto bastone ed essere rivestiti
di Cristo. Le due cose insieme, no.
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Il mantello del timor di Dio e della Sua giustizia
“La gente di Davide gli disse: «Ecco il giorno nel quale il SIGNORE ti dice: ‘Vedi, io ti do in
mano il tuo nemico; fa’ di lui quello che ti piacerà’». Allora Davide si alzò e, senza farsi
scorgere, tagliò il lembo del mantello di Saul.” (1 Samuele 24:5). In questa storia di
Davide, che avrebbe potuto farsi giustizia su chi lo voleva morto, ma non lo fa, emerge un
particolare interessante. Saul era l’unto del Signore dal quale Dio aveva preso le distanze
(1 Samuele 13). Davide era il nuovo unto del Signore (1 Samuele 16). Eppure Davide non
alzò un dito su di lui. Il timor di Dio fa la differenza, a tutti i livelli.
Così la giustizia va di pari passo col timor di Dio e appartiene al Signore:
“Io mi rallegrerò grandemente nel SIGNORE, l’anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli
mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia, come
uno sposo che si adorna di un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli.”
(Isaia 61:10). Sela.
Il mantello dell’investitura
Dio scelse Eliseo come successore di Elia, ed Elia lo confermò. Anche qui un mantello
ebbe un ruolo di evidenza. Nella conferma di Eliseo: “Elia partì di là e trovò Eliseo, figlio di
Safat, il quale arava con dodici paia di buoi davanti a sé; ed egli stesso guidava il
dodicesimo paio. Elia si avvicinò a lui, e gli gettò addosso il suo mantello.” (1 Re 19:19);
per aprire le acque del Giordano da parte di Elia (2 Re 2:8); per aprire le acque del
Giordano da parte di Eliseo: “raccolse il mantello che era caduto di dosso a Elia, tornò
indietro, e si fermò sulla riva del Giordano; e, preso il mantello che era caduto di dosso a
Elia, percosse le acque, e disse: «Dov’è il SIGNORE, Dio d’Elia?» Quando anch’egli ebbe
percosso le acque, queste si divisero in due, ed Eliseo passò”. (2 Re 2:13,14). Da questa
storia comprendiamo almeno tre cose:
 Ogni servo di Dio deve passare da una fede altrui a esercitare una propria fede.
 Resta la regola privilegiata per la quale i servi di Dio devono lasciarsi guidare dallo
Spirito Santo nella scelta di altri anziani, come insegnato nel Nuovo Testamento.
Questo valse per i conduttori delle nuove Chiese fondate durante il periodo apostolico e
tanto più dovrebbe essere applicato oggi: “Dopo aver designato per loro degli anziani in
ciascuna chiesa, e aver pregato e digiunato, [Paolo e Barnaba] li raccomandarono al
Signore, nel quale avevano creduto.” (Atti 14:23); “Per questa ragione ti ho lasciato a
Creta: perché tu metta ordine nelle cose che rimangono da fare, e costituisca degli
anziani in ogni città, secondo le mie istruzioni” (Tito 1:5); “Non imporre con troppa fretta
le mani a nessuno…” (1 Timoteo 5:22).
 Simile modalità è suggerita nella scelta dei diaconi: “cercate di trovare fra di voi sette
uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali
affideremo questo incarico… elessero […]. Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo
aver pregato, imposero loro le mani. (Atti 6:3-6).
Il mantello della lode
“Lo Spirito del Signore, di Dio, è su di me […] per mettere, per dare agli afflitti di Sion un
diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno
spirito abbattuto, affinché siano chiamati querce di giustizia, la piantagione del SIGNORE
per mostrare la sua gloria.” (Isaia 61:1,3). Andiamo dritti al punto: come il Cristo-Uomo è
stato “ricoperto” dello Spirito di Dio che gli ha permesso di affrontare ogni avversità
durante il Suo ministero terreno, così ogni situazione interiore del credente sia “ricoperta”
della sovrannaturale capacità di lodare il nostro Signore, indipendentemente dalle
circostanze. Da lì viene la forza, a volte insperata, ma sufficiente di Dio!
Il mantello della pazienza che produce la pace
“…a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello” (Matteo 5:40);
“A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello non
impedire di prenderti anche la tunica.” (Luca 6:29).
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La pazienza di Gesù che normalmente non reagiva, difficilmente si può insegnare. Va
vissuta. Va sperimentata. Ne deve essere assaporata la pace (almeno per la parte che la
mette in pratica). A questo proposito l’apostolo Paolo aggiunge:
“…non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce
pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza. Or la speranza non delude,
perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è
stato dato.” (Romani 5:3-5). Spesso ci sarà di mezzo il tempo: se non vogliamo soffrire la
delusione, impariamo ad aspettare il Signore!
Il mantello di Cristo
“Nell’anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto
elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio”. (Isaia 6:1).
Isaia non vide Jehovah – l’essenza di Dio (che nessun uomo ha mai visto né può
vedere), ma Adonai – il Suo dominio. Isaia vide il Signore Gesù (Giovanni 12:41), e
parlò di Lui, una prova inconfutabile della divinità del nostro Salvatore. Egli è Colui
che quando dopo la risurrezione si sedette alla destra di Dio, semplicemente tornò a
sedersi dove era prima (Giovanni 17:5). Cristo è il Sovrano eterno seduto sul trono
della gloria (che dobbiamo adorare), sul trono del governo (al quale dobbiamo essere
soggetti), e sul trono della grazia (al quale possiamo accostarci con piena fiducia).
Questo trono è innalzato sopra il mondo intero (perché il cielo è il Suo trono e la terra
è lo sgabello dei Suoi piedi), ma ancor più sulla Sua Chiesa, riempita con le
manifestazioni della Sua gloria (i lembi del suo mantello riempivano il tempio). Cioè,
la Chiesa è pienamente arricchita e beatificata con i segni della presenza spirituale di
Cristo. [dal Commentario Matthew Henry].
Nel Nuovo Testamento troviamo un glorioso parallelo in tutto il cap. 1 di Efesini, e in
particolare:
“Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni
benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. […] In lui siamo anche stati fatti eredi […]
…egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati,
qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di
noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza. Questa potente efficacia della sua forza
egli l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria
destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro
nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro. Ogni cosa egli
ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il
compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti.” (Efesini 1:3; 11; 18-23).
Dio aiuti la Chiesa ad abbandonare ogni stato di povertà (spirituale e morale) e
riconoscere e beneficiare delle ricchezze spirituali del Signore in noi, “cioè Cristo in voi, la
speranza della gloria” (Colossesi 1:27)!
Elio Varricchione
mercoledì 21 gennaio 2015
Per approfondire l’argomento vedi anche il mantello…:
 del dispiacere per il peccato altrui (Esdra 9:3)
 nella prova più dura (Giobbe 1:20; 29:14);
 della gelosia di Dio (Isaia 59:17) (trattato nel mese di novembre 2014);
 della purificazione (Rut 3:3; 9);
 delle promesse (Neemia 5:13);
 della liberazione (Marco 10:50);
 della regalità di Cristo (Matteo 21:8).
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