Relazione elegante

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Relazione elegante
LIBRO
IN ASSAGGIO
NOTTE PRIMA DEGLI
ESAMI OGGI
DI LUCA E AZZURRA
Lei!
Il Charlie è la mia gelateria preferita. Sta in piazza a San Lorenzo, un
quartiere di quelli popolari, dove puoi mangiare una pizza ai trancin che è la
fine del mondo. Quella quadrata e sottile, non triangolare e spessa come la
fanno al Nord. Visto che era cominciata la bella stagione, c’erano un sacco di
turisti seduti ai tavolini dei bar e le solite comitive di giapponesi che
fotografavano tutto, anche la cacca dei piccioni. Mentre legavo il motorino a
un palo, vidi che molti dì quelli che stavano passeggiando avevano un
cuscino sotto il braccio. Era una vera folla che sembrava convergere al centro
della piazza, via via sempre più piena. Mentre attraversavo quel gruppo di
matti mi accorsi che ha loro si lanciavano sguardi di intesa, controllando gli
orologi. Sembravano aspettare qualcosa,ma cosa? Lo capii quando il
campanile della chiesa batté il primo rintocco. All’improvviso, tutti quelli con il
cuscino lanciarono un urlo a pieni polmoni e cominciarono a menarsi a
vicenda con i guanciali. Il casino era pazzesco, e a nessuno sembrava
importare che io non volessi partecipare al massacro. Ricevetti colpi a destra
e sinistra, e se pensate che un cuscino non faccia male provate a
prendervene una ventina in testa, nel giro di pochi secondi.
Mi chiamo Luca Molinari
Avete mai avuto un colpo di fulmine? A me è successo, e vi assicuto che non
scorderò mai quel momento, potei campare un milione di anni. Mi è capitato
negli stessi gioni in cui ho scoperto la verità su mio padre, ho messo alla
prova i’affelto dei miei migliori amici e litalia ha vinto i Mondiali di calcio. E
come se non bastasse, lutto questo è avvenuto mentre mi preparavo per la
prova più dura che tutti i ragazzi devono affrontare, un’orribile tortura che
ceIpisce in modo indiscriminato intere generazioni che ne rimangono segnate
per sempre. Avete capito di cosa sto parlando? Giusto: l’esame dì maturità.
Ma andiamo cnn ordine. Mi chiamo Luca Molinari, ho diciannove anni, e i miei
sono proprietari di un negozio di giocattoli nel centro di Roma che gestiscono
assieme. Mia madre si chiama Antonella. Direi che è ancora una bella donna
e dimostra meno dei suoi quarant’anni, anche perché ci tiene a essere
sempre in ordine. Mio padre Paolo, invece be’, è un po più vecchio di lei, ma
sembra che non se ne ricordi proprio. Gli piace fare il ragazzìno, e mi viene
voglia di seppellirmi quando si mette a raccontare barzellette ai miei amici.
Che per giunta non fanno ridere.
La Robby Doyle Jazz Band
Era stato davvero divertente? Non mi pareva, ma non mi sembrava il caso di
contraddire la ragazza dei miei sogni. Così mi limitai a sorriderle, ancora un
po’ tremante, e a proporle di bere qualcosa, tanto per chiacchierare un po’.
Avevo una voglia matta di sapere tuttoDi lei,ogni suo più intimo segreto. Poi,in
una situazione più tranquilla, speravo di potermela cavare meglio di quanto
avessi fatto fino a quel momento. Avrei potuto sfoderare qualcuna delle
barzellette di Massi…No,meglio di no, erano tutte troppo volgari per una della
sua classe. Individuammo un baretto all’aperto e ci piazzammo a un tavolino
a scolarci una Coca-Cola. La radio, in sottofondo, trasmetteva Albachiara di
Vasco il grandissimo.Pensai che la ragazza della canzone non assomigliava
per niente a quella furia scatenata di Azzurra. Da sola in casa a studiare?
See, figurarsi! Probabilmente, nel tempo libero di Azzurra organizzava incontri
di Wrestling. Mi fissava da sopra il bicchiere e ancora una volta mi stupii
diQuanto i suoi occhi fossero splendidi. Sembravano cambiare sfumatura di
colore a seconda dell’inclinazione della luce. Sarei stato a guardarli per ore.
© 2007 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
1^ edizione Febbraio 2007