LETTERA DEL PROVINCIALE Anno della Fede e Nuova

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LETTERA DEL PROVINCIALE Anno della Fede e Nuova
Provincia Mediterranea dei Missionari OMI
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LETTERA DEL PROVINCIALE
Anno della Fede e Nuova Evangelizzazione:
un binomio che ci deve entusiasmare
Carissimi Confratelli Oblati e Laici Associati,
innanzitutto, vi scrivo questo messaggio a pochi giorni dall’ordinazione dello
scolastico Giuseppe Calderone - avvenuta nella Cattedrale di Oppido Mamertina
(RC), domenica scorsa, 30 settembre, per l’imposizione delle mani di mons.
Francesco Milito -, e dalla morte di padre Patricio Domínguez Gutierrez, deceduto
a Barcellona il 27 settembre, all’età di 76 anni, avendo sulle spalle una vita spesa per
l’annuncio del vangelo negli Stati Uniti e in America Latina. Due avvenimenti
differenti, ma che non si oppongono alla luce della fede cristiana, la quale ci fa
comprendere come ogni tappa del nostro cammino non solo non è estranea alla
presenza di Dio, ma che Egli, nel mistero del Risorto, ne è l’ispiratore, soprattutto il
datore di senso e di compimento. Due avvenimenti, dunque, distinti, ma non
separabili, che la fede nel Vangelo e in Colui che ne è Suo Signore illumina e
interpreta, spingendoci ad accoglierli e annunciarli come luoghi della
manifestazione dell’amore di Dio.
In secondo luogo, sento il bisogno di sottolineare la straordinarietà di questo
“Ottobre 2012”, per antonomasia mese missionario, introdotto, fin dal suo primo
giorno, dalla memoria liturgica che la Chiesa fa di santa Teresa di Lisieux, donna
affascinante per la sua originale santità e per la visione missionaria che possedeva
della sua vocazione claustrale, Patrona delle missioni per volontà di Papa Pio XI.
Precisavo, mese speciale questo, perché il prossimo 11 ottobre, 50mo anniversario
dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, Papa Benedetto XVI inaugurerà
l’Anno della Fede, che porterà con sé il sigillo della XIII Assemblea Generale del
Sinodo dei Vescovi sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della
fede”, che si terrà in Vaticano dal 7 al 28 di questo mese.
Ecco, fede ed evangelizzazione: un binomio che ci deve affascinare, perché ha
a che fare con la nostra vocazione di chiamati alla vita consacrata, esperienza alta
della comprensione narrata della fede cristiana, e di missionari, testimoni pubblici
della bellezza del volto cristiano di Dio. Quindi, interpellati a riflettere sulle
modalità e sui contenuti essenziali da assumere nella trasmissione della stessa fede
per un annuncio autentico ed efficace.
Credo di condividere con voi la percezione che l’Anno della Fede,
unitamente a quanto scaturirà dai lavori del Sinodo sull’evangelizzazione,
rappresenterà una sfida, non priva di fervore, per “riscoprire la gioia di credere e
ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede”, come ha precisato Benedetto XVI nella
Lettera Apostolica “Porta fidei”, indicendo questo Anno speciale per la Chiesa.
Del resto, a noi, segnati dal carisma di Sant’Eugenio, sta a cuore la fede in
Gesù non solo come valore positivo che aiuta a vivere, ma come esperienza
decisiva che marca l’esistenza, la stessa coscienza e la volontà per decidere cosa
scegliere per vivere la nostra vita con gli altri nella ricerca e nell’attuazione della
verità. A noi, Oblati consacrati e laici, non può che stare a cuore “il non tacere”
questa fede come familiarità con l’Eterno, che invera l’esistenza e la rende umana,
che la provoca alla comunione e alla prossimità senza riserve, assicurandole un
finale soprannaturale. Sì, a noi sta a cuore la fede in Colui che ha dato la vita in
riscatto per l’umanità e ci preme mostrarlo e annunciarlo: “Lui ha parole di vita
eterna; Lui è l’amore divino che ci dà vita e ci fa vivere”.
Mi sempre doveroso per tutti noi, a livello personale, comunitario, familiare,
interrogarci sullo stato della nostra fede e, di conseguenza, meditare, condividere e
pregare, perché questa si rafforzi nella sincera adesione al Signore Gesù e
all’evangelo. Altrettanto doveroso, soprattutto come missionari dei poveri dai
molteplici volti, ritengo prioritario interrogarci, dialogare, verificare se possediamo
un desiderio profondo di donare la fede, di annunciarla con fierezza, “senza lasciare
nulla di intentato”, come chiedeva il Fondatore, perché altri scoprano la bellezza
cristiana del Dio fatto uomo per rendere l’umanità consapevole della sua divinità.
Una proposta: chiedo, a tutte le comunità oblate e alle famiglie di voi laici, di
riservare, possibilmente per la giornata dell’11 ottobre, anniversario giubilare
dell’inizio del Concilio, un momento prolungato di preghiera, personale e
comunitario. Innanzitutto, per ringraziare il Signore per essere stato grazia e
misericordia nel cammino della Chiesa e della nostra Congregazione in questo
ultimo mezzo secolo nel solco del Concilio; ancora, per condividere, attraverso
l’invocazione e l’intercessione di Colei che è Madre, le attese e le speranze che
Benedetto XVI avverte necessarie, perché la Chiesa viva la sua fede nella gioia e
nella carità, rendendosi credibile nell’annunciare la salvezza di Dio.
Che la fede vissuta ci renda fratelli e Chiesa del Signore. Che la fede,
testimoniata e annunciata, evidenzi la bellezza del Regno che continuamente si
compie.
BUON ANNO DELLA FEDE! E che sia tempo di grazia per tutti.
Frascati, Casa provincializia, 7 ottobre 2012
Memoria liturgica della Vergine del Santo Rosario
In J.C. et M.I.,
vostro fratello padre Alberto Gnemmi, omi
(Superiore Provinciale)