Guida all`ascolto
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Guida all`ascolto
7 Guida all’ascolto La considerevole presenza nelle stampe e nei manoscritti per tastiera del Cinque e Seicento di un ricco repertorio di danze e l’opzione esecutiva sul clavicembalo o sull’organo dà l’idea di come quest’ultimo strumento fosse apprezzato all’epoca anche al di fuori della liturgia. Scritte nella tipica notazione alfabetica sono le composizioni che provengono dalle Tabulaturen, quella anonima del 1593 (ms. di Berlino Mus.ms.40115) e quella di Schmid jr. (Strasburgo 1607). L’Intrada, come dice il nome, accompagna un festoso ingresso come introduzione alla danza, mentre Tanz und Sprungck è una coppia di danze di cui la seconda corrisponde al Saltarello italiano. Con denominazione italiana il dittico di Schmid presenta una serie sei di variazioni ornamentali sul moderato Passo è mezzo in tempo binario e di cinque variazioni sul più rapido Saltarello in ritmo ternario. Artisticamente più elevati sono i pezzi di Byrd, il più grande autore inglese di musiche tastieristiche del periodo elisabettiano. Contenute nel famoso My Ladye Nevell’s Book si distinguono per una trama polifonica più accurata rispetto alle coeve realizzazioni, come emerge dalla presenza di passi imitativi che nella quinta Pavana interludiano con l’ornamentazione alla mano destra. Le due Gagliarde, che riprendono la tonalità e talvolta alcuni spunti melodici delle rispettive Pavane, mostrano preziosità armoniche e una spedita veste ritmica che non disdegna passaggi fortemente sincopati. Coincidente con la maturità di Byrd è l’attività quarantennale presso la Oude Kerk di Amsterdam di Sweelinck, figura di riferimento per l’arte organistica europea e noto per la tecnica della variazione strumentale. Unter den Linden grüne è un canto profano in quattro variazioni e già nel trattamento del tema bipartito, come sempre avviene in questo autore, le due frasi non risuonano mai uguali. Questa propensione al continuo rinnovamento sorprende l’ascoltatore e dissimula le inevitabili ripetizioni della melodia all’acuto, talvolta grazie anche a semplici sfumature armoniche. Proiettati verso le esperienze musicali italiane sono tre organisti-compositori che operarono principalmente nelle cappelle musicali della Germania meridionale. Hans Leo Hassler nella sua Canzon risente dei prolungati e proficui contatti con l’ambiente musicale veneziano: la struttura politematica a sezioni, la scorrevolezza delle linee melodiche e la fisionomia di tutti gli spunti ritmici rimandano all’‘ariosa’ polifonia strumentale dei Gabrieli. Johann Kaspar Kerll, attivo tra Monaco di Baviera e Vienna, studiò in Italia con Giacomo Carissimi verso la fine degli anni ’40 del Seicento; la Suite in Fa, suddivisa nei tempi ormai stabilizzati da Froberger e in uno stile «talvolta un po’ popolareggiante» (W. Apel), è parte di un gruppo di composizioni manoscritte riscoperte alcuni decenni fa nella biblioteca dell’Abbazia benedettina di Göttweig (Austria). Franz Xaver Murschhauser, allievo di Kerll a Monaco dove trascorse gran parte della sua vita, è autore di due raccolte per organo ordinate per cicli modali; dalla seconda, il Prototypon Longo-brevem Organicum del 1703-07, è tratto il Preambulum octavi toni che mostra la sua predilezione per le forme brevi. Un’impareggiabile arte contrappuntistica, molto più dotta e fantasiosa, caratterizza invece il Primo Libro di Capricci (1624) di Frescobaldi stampato in forma di partitura per meglio mostrare gli artifici compositivi. Le sette sezioni del Capriccio sopra la Bassa Fiamenga rielaborano un tema tratto da una canzone perduta con due finalità principali: costruire intrecci polifonici variando la fisionomia dei controsoggetti ora piani (sez. 1), ora cromatici (sez. 5), oppure intensificati dall’impiego di crome (sez. 3, 7) e realizzare forti contrasti con tre sezioni ternarie basate sulla seconda frase del soggetto e molto ben distinte tra loro per figurazioni e per sfumature ritmiche. L’Andante in fa maggiore KV 616 di Mozart è un pezzo del 1791 destinato ad un piccolo organo meccanico situato all’interno di un orologio. È costituito da una serie di variazioni su un incantevole tema a note puntate che funge da ritornello. La profusione di trilli, arpeggi, figurazioni di note ribattute ed elaborati accompagnamenti sfruttano appieno le possibilità tecniche offerte dal particolarissimo strumento. Contemporaneo del grande salisburghese è Carvalho, operista portoghese formatosi a Napoli (176166) che nella Sonata in Fa si attiene al più puro stile galante, qui infarcito da copiosi arpeggi spezzati (anche con incroci di mani): il primo Allegro divaga su due temi molto simili senza un vero Sviluppo, mentre nell’altro Allegro il secondo tema è ripreso alla tonica prima della conclusione; di carattere patetico l’Andante centrale in Re minore.