La Ginnastica e la Scoliosi - SIEF Società Italiana di Educazione Fisica
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La Ginnastica e la Scoliosi - SIEF Società Italiana di Educazione Fisica
numeroUNOduemiladodici Direttore esecutivo Giuseppe Mele Direttore responsabile Valdo Flori Comitato direttivo Giuseppe Mele Roberto Sassi Claudio Colistra Nico Sciolla Antonio Gurnari Adolfo Porto Piero Di Saverio Paolo Biasci Alessandro Ballestrazzi Comitato di redazione Alessandro Ballestrazzi Raffaele Di Lorenzo Michele Fiore Valdo Flori Mario Marranzini Comitato dei garanti Giuseppe Mele Roberto Sassi Piero Di Saverio contatti [email protected] www.fimp.org © Copyright by Federazione Italiana Medici Pediatri Via Carlo Bartolomeo Piazza, 30 00161 Roma Edizione Pacini Editore SpA Via Gherardesca, 1 · 56121 Pisa www.pacinimedicina.it A.N.E.S. ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. 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Gherardesca 1 - 56121 Ospedaletto (Pisa) 5 20 Editoriale Un vaccino... per la vita 3 clinica e management I disturbi del sonno in età evolutiva 5 Linfoma di Burkitt 19 Le strategie alimentari del pediatra per gli adolescenti con il diabete e che praticano attività sportiva 20 Ipertransaminasemia persistente: dal riscontro occasionale alla diagnosi 22 Dolicocolon con ptosi del colon in paziente con angioedema-orticaria: un caso clinico 26 Notizie dalle aziende Primavera e idratazione: l’acqua e i sali minerali in essa contenuti, aiutano a curare asma e allergie 29 Approfondimenti e notizie La ginnastica e la scoliosi 31 L’attività sportiva: componente indispensabile in età pediatrica per la prevenzione del sovrappeso e dell’obesità 38 La prevenzione della morte improvvisa in soggetti in età evolutiva praticanti attività sportiva 40 Attività professionale Manifesto della Medicina Integrata 44 Il pediatra di famiglia e la pensione: come è oggi e come cambia 46 Ciao Vittorio 50 Attualità e cultura La magia dell’Alhambra 51 22 26 29 31 40 46 “Rivista stampata su carta TCF (Total Chlorine Free) e verniciata idro”. approfondimenti e notizie La ginnastica e la scoliosi Cristina Baroni Presidente SIEF Società Italiana di Educazione Fisica Nell’affrontare questo importante argomento iniziamo ribadendo alcuni concetti, già espressi nei due articoli precedenti1, relativi al significato del termine “ginnastica”, per passare poi all’esposizione del tema del rapporto tra ginnastica e scoliosi basandoci in modo pressoché esclusivo (e le ragioni di ciò sono chiarite nelle parole che concludono questo nostro scritto) sugli studi e sulle ricerche effettuate, ormai da più di un ventennio, presso l’Istituto Duchenne di Firenze, Scuola Nazionale di Educazione Fisica, e presentati nel corso del XIII Congresso Nazionale SIEF “Il trattamento incruento della scoliosi. Il corsetto Chêneau e la Ginnastica Medica al servizio della persona” (Lido di Camaiore, 8-9 novembre 2008), dal quale sono emersi fatti e considerazioni che pongono in una luce nuova tale rapporto (Fig. 1). L’esercizio fisico, oggetto della Ginnastica “La Ginnastica è la scienza che studia l’esercizio fisico, gli effetti che con esso si possono produrre sull’organismo umano e che ha per fine il conseguimento ed il mantenimento della buona salute” (da G. Mercuriale, 1530-1606, modificata). Questa definizione precisa il campo d’azione specifico della materia, stabilendo da un lato la sua autonomia nei confronti della medicina (che non ha lo stesso oggetto, l’esercizio fisico), d’altro canto la sua vicinanza ad essa, in quanto ambedue rivolte, ma su questo torneremo, alla “buona salute”. C. Baroni, La ginnastica e lo “sport”, Il Medico Pediatra (2010), 4:33-7 e Il piede piatto e la ginnastica correttiva, Il Medico Pediatra (2011), 1:37-41. 1 numeroUNOduemiladodici 31 approfondimenti e notizie che abbiamo fatto ci avrà magari fatto smaltire delle calorie, ma non è certo stato benefico per la nostra colonna vertebrale… Da qui dunque la necessità di studiare le implicazioni insite in ciascun esercizio, perché ciascun esercizio (e ce ne sono infiniti…) può fare bene per un verso e male per un altro, ed occorre una attenta e consapevole “visione d’insieme” per poter stabilire quale sia quello che, per quelle persone in quel momento, può essere veramente importante, utile, e soprattutto scevro da “effetti collaterali” negativi. In altre parole, questa definizione stabilisce che lo studio della Ginnastica fornisce una competenza specifica nell’esercizio fisico (di cui le Scienze Motorie sono solo un aspetto), che le consente di applicarlo in tutte le sue infinite varietà, con la massima sicurezza e anche con la massima efFigura 1. Gli Atti di questo Congresso, con un DVD allegato, sono pubblicati sul numero 2/2009 della rivista “I.D. Educazione Fisica”, organo ufficiale della SIEF. ficacia. Ciò consente alla Ginnastica, che in questo caso prende il nome di “Ginnastica Medica”3, di rivolgersi anche alle persone che, per motivi vari Essa sottolinea anche un dato che a prima vista può sembrare banale, ma che non lo è affatto: il fatto cioè che l’esercizio fisico non è positivo tout court per la nostra salute. ed in modo continuativo o temporaneo, abbisognano anche di trattamenti fisioterapici e/o riabilitativi, ma che non per questo devono essere esentate dal “fare ginnastica” (Fig. 2). da considerarsi senz’altro un eser- Lo “star bene” della Ginnastica cizio fisico (“atto motorio voluto e Il fine della “buona salute” come ab- precisato”) , spesso porta ad un mal biamo visto, avvicina la ginnastica alla di schiena che ci indica che l’esercizio Medicina, ma nello stesso tempo la al- Ad esempio zappare la terra, che è 2 Figura 2. Per la Presentazione di questo Congresso vedi il nostro sito www.sief.eu lontana, distinguendo le due discipline in modo netto. Infatti la “salute” per la Medicina (ma non solo per essa, se si considera la complessa definizione data dall’OMS) non è la “buona salute” ricercata dalla Ginnastica. Per intendersi: al medico basta che un braccio, magari prima bloccato e/o dolorante, riesca a sollevarsi in alto per stabilire che questo braccio sia “a posto”. La Ginnastica invece non parte dal presupposto della malattia, ma da quello della completa efficienza fisica del corpo umano, quella data da Madre Natura e che rimanda al nostro essere “selvaggio”, capace non solo di camminare e correre, ma anche di saltare, lanciare, arrampicarsi, lottare, nuotare e via dicendo… Questo braccio quindi per la Ginnastica, a quel punto dove Così lo ha definito Emilio Baumann, grande Maestro della Ginnastica italiana (1843-1916) in Ginnastica e Scienza, 1910. Il termine compare fin dagli inizi della storia della Ginnastica, nei testi dei suoi grandi Maestri. Il termine è stato oggi ridefinito dalla SIEF nel 1997, e tale definizione ha contribuito a stilare il documento elaborato dalla SIGM e pubblicato sulla sua rivista “La Ginnastica Medica” (1998) XLVI (fasc.3/4): 64. 2 3 32 numeroUNOduemiladodici approfondimenti e notizie A tutti i bambini del mondo Figura 3. Nell’iconografia di Enea che salva, portandolo sulle spalle, il padre Anchise, (qui ne “L’incendio di Borgo” di Raffaello) troviamo una delle più belle e suggestive esemplificazioni del motto “essere forti per essere utili”, concetto che fu fatto proprio da tutti i grandi maestri nella storia della Ginnastica. l’ha “lasciato” il medico, è solo agli inizi del suo percorso, e dovrà imparare a sospendersi, a lanciare, a trasportare… ed iniziare quindi il suo cammino verso la riacquisizione di capacità motorie che la civiltà e la società moderne ci hanno fatto perdere, e senza le quali siamo comunque un po’ meno “sani”, meno efficienti, meno pronti ad affrontare un eventuale imprevisto e sicuramente meno disposti ad aiutare qualcuno in pericolo… (Fig. 3). L’ultimo concetto su cui vogliamo tornare, anch’esso necessaria premessa per affrontare il tema che ci siamo proposti, è quello riassunto in una sorta di Desiderata scritto, ormai diversi anni or sono, dall’Ortopedico Marco Pecchioli, socio fondatore e “motore” della nostra società, e rivolto “A tutti i bambini del mondo”. Sai nuotare ............. no allora impara Sai fare le capriole ............. no allora impara Sai sciare ............. no allora impara Sai pattinare ............. no allora impara Sai saltare alla cordicella ............. no allora impara Sai fare la verticale ............. no allora impara Sai lottare per difenderti ............. no allora impara Sai andare in bicicletta ............. no allora impara Sai saltare ............. no allora impara Sai arrampicarti ............. no allora impara Sai andare a cavallo ............. no allora impara Sai scalare le montagne ............. no allora impara Sai tirare con l’arco ............. no allora impara Sai ............. no allora impara impara più cose possibile Imparare tutte queste cose però può essere pericoloso; ad esempio, imparare a nuotare... si può affogare!! Imparare a far le capriole... ci si può far male... allora l’Educazione Fisica ti prende per mano e ti insegna come si fa ad imparare tutte queste cose senza farsi male... nel minor tempo possibile... ed anche se non si è «tagliati»... E poi?... E poi le sai fare e ti ritrovi un corpo molto più efficiente di quando non le sapevi fare; inoltre hai imparato tante cose che puoi utilizzare nelle esperienze della vita quotidiana, o per divertirti; le puoi insegnare ai tuoi amici, ai tuoi figli, o ti possono essere utili per aiutare gli altri. E non devi impararle per vincere gli altri; devi impararle perché è bello. Non serve a granché dire: “io sono più bravo di te”: quella è una nevrosi. Marco Pecchioli Questo scritto sottolinea il carattere distintivo della ginnastica, che è quello di proporre non uno solo ma tanti esercizi fisici, tutti finalizzati al “conseguimento ed al mantenimento della buona salute”, tutti quindi importanti ed utili, tesi all’acquisizione di quell’efficienza fisica che non solo può farci stare e sentire meglio, ma che può anche servire per aiutare gli altri… A questo punto, dopo aver ricordato le caratteristiche della Ginnastica ed aver stabilito sia la sua autonomia rispetto al mondo della Medicina che la sua distinzione dal mondo dello Sport, possiamo iniziare a parlare del rapporto che la Ginnastica può avere con la Scoliosi, limitandoci a sottolineare di questa complessa patologia gli aspetti che riguardano da vicino il nostro tema. numeroUNOduemiladodici 33 approfondimenti e notizie Figura 4. Gli esercizi di sospensione, per il loro effetto traente sulla colonna vertebrale, costituiscono parte importante in tutta la Ginnastica, ed anche nel programma di Ginnastica Medica nei casi di scoliosi. La ginnastica è una necessità igienica per tutti, quindi anche per chi ha una scoliosi grado di potenzialità e, anche, di diffi- togenetica certa, la deformità resta coltà per chi la insegna. infatti l’oggetto di ogni trattamento Essa prevede a questo livello la mas- attuale, cruento (con la chirurgia) od sima collaborazione con l’Ortopedi- incruento (con corsetto e ginnastica), co, come capirono coloro che già nel trattamento che in ogni caso mira a Tutti dovrebbero fare ginnastica, fin da 1952, a Venezia, fondarono la SIGM correggerla o comunque a prevenirne piccoli e per tutta la vita, per mante- Società Italiana di Ginnastica Medica un eventuale aggravamento. nere il proprio corpo efficiente, per (www.sigm.it), voluta proprio da un quanto possibile e compatibilmente grande Ortopedico come Carlo Pais e con gli “accidenti” della vita… da un insegnante di Educazione Fisica, Chi ha una scoliosi non è malato, deve Mario Gallo. semplicemente fare della ginnastica La scoliosi tà (e che per questo prende il nome di è una deformità, Ginnastica Medica), cercando di fare non una malattia che tenga conto di questa sua deformi- tutto il possibile per migliorarla (Fig. Almeno finché non verrà trovata la 4) e soprattutto facendo in modo di causa della scoliosi più diffusa, quella non peggiorarla con esercizi dannosi cosiddetta idiopatica, la deformità che (Fig. 5). ne consegue costituisce “IL” problema Ecco la “scienza dell’esercizio fisico”, della scoliosi. ecco dove essa arriva al suo massimo In mancanza di una diagnosi eziopa- 34 numeroUNOduemiladodici Figura 5. Gli esercizi che prevedono la flessione forzata (diversa dalla inclinazione) del busto sono da evitarsi, nella scoliosi così come per tutte le altre persone. approfondimenti e notizie Figura 6. Queste foto, presentate al Congresso SIEF del 2008, appartengono ad una Maestra di Ginnastica, la cui scoliosi di 54° Cobb (le rx sono quelle attuali) risulta essere assolutamente poco visibile esteticamente, grazie al corsetto Chêneau ed alla Ginnastica Medica da lei costantemente praticata. Il filmato presentato tra gli altri in quella sede (tutti visionabili nel DVD allegato agli Atti congressuali) testimonia la vitalità fisica di questa persona, che ha potuto e può godere in modo completo del suo corpo, compresa una tranquilla maternità. Si potrebbe dire lo stesso se si fosse operata? Ciò significa che il controllo della deformità costituisce il solo obiettivo che attualmente si più pensare di raggiungere: ed in questo campo trova sicuramente uno spazio importante la ginnastica (si pensi al ruolo che può avere la strutturazione dello schema corporeo nella autocorrezione del gibbo), mentre la chirurgia, nelle migliori delle ipotesi, può arrivare a correggere esteriormente la deformità ma, comunque sia, lascia alla persona un corpo che, a causa dell’intervento stesso, non potrà mai più acquistare – o riacquistare – quelle capacità e quelle funzioni motorie di cui abbiamo parlato in precedenza, e che costituiscono la differenza tra un corpo “subito” e un corpo “vissuto”… senza contare poi che esso pregiudica la possibilità di agire in modo incruento nei confronti di disturbi e dolori che negli anni successivi, e a volte proprio Questo nuovo approccio al trattamento della scoliosi è stato presentato in occasione del XIII Congresso Nazionale SIEF, nel corso del quale il Dott. Marco Pecchioli ha affermato: “Nel trattamento della scoliosi la curva della colonna vertebrale ed in modo specifico la angolazione misurabile alla Rx NON HA RILEVANZA ai fini della buona riuscita del trattamento, ma ciò che ha rilevanza è la correzione della deformità esteriore ed il miglioramento della funzionalità motoria, perché da questi due elementi dipende la qualità della vita di quella persona sul piano relazionale e sul piano della autosufficienza 4” (Fig. 6). a causa dell’intervento stesso, possono insorgere. Essa infatti provvede a compensare quell’atrofia muscolare che l’utilizzo La ginnastica è fondamentale nel caso di utilizzo di un corsetto di un corsetto inevitabilmente comporta; favorisce l’efficacia delle spinte correttive del corsetto migliorandone così la tollerabilità; provvede a mantenere agili tutte quelle articolazioni che col corsetto possono non avere una completa escursione articolare (ROM); educa la persona, attraverso lo sviluppo di uno schema corporeo sempre più affinato, a gestire in modo corretto il proprio corpo nei movimenti della vita quotidiana, anche quando il corsetto non verrà più usato5. Infine, ma non meno importante, contribuisce a far sentire il giovane che porta il corsetto una persona come le altre, anzi a volte, proprio perché fa ginnastica, anche più efficiente dei suoi coetanei… e questo può aiutare non poco a “sopportare” il corsetto, in anni in cui il rapporto con il proprio corpo definisce la propria personalità ed è strumento di valutazione e misura nei rapporti con gli altri. M. Pecchioli, Efficacia del trattamento della scoliosi idiopatica con corsetto Chêneau e Ginnastica Medica secondo le tecniche I.D., I.D. Educazione Fisica (2009), 2:55. 5 Ibidem, 53-58. 4 numeroUNOduemiladodici 35 approfondimenti e notizie La ginnastica non può correggere, da sola, la scoliosi Questa affermazione è estremamente importante, e potrebbe contribuire a migliorare il rapporto che i medici hanno con il mondo della ginnastica, che da sempre ha inseguito (e purtroppo ancora a volte persiste in questo errore…) il miraggio di “curare” la scoliosi. Diverso è invece il caso dell’Atteggiamento Scoliotico, che come si sa non presenta la strutturazione propria della scoliosi (infatti è un Paramorfismo) ed è risolvibile quindi con la sola Ginnastica Correttiva. Il problema della Diagnosi Differenziale, che si pone in modo importante specialmente quando ci si trova di fronte a lievi deformazioni del tronco in bambini ancora piccoli, è di pertinenza chiaramente ortopedica e pertanto non rientra nelle nostre competenze. Ciò che va però evidenziato è l’opportunità, in questi casi, di far eseguire comunque della buona Ginnastica Correttiva, perché essa, per le caratteristiche che abbiamo evidenziato finora, non presenta rischi legati ad eventuali effetti dannosi dell’esercizio fisico ed agisce comunque in senso positivo sia per la costruzione di un corpo efficiente che per l’affinamento di quello schema corporeo che potrà risultare particolarmente importante nel caso poi di scoliosi vera. Figura 7. Grazie alla presenza dai grandi attrezzi, una palestra ben attrezzata sostituisce al meglio, per la possibilità di unire molteplicità degli stimoli e sicurezza durante l’esecuzione degli esercizi, quell’ambiente naturale di cui i nostri bambini possono sempre meno usufruire. Quale ginnastica? La Ginnastica Correttiva, come abbiamo visto nel nostro precedente articolo (v. nota 1), così come la Ginnastica Medica, resta sempre Ginnastica, e si svolge in ambienti e con personale (l’insegnante di Educazione Fisica) del tutto diversi dagli esercizi svolti in ambito sanitario. Essa si svolge infatti in una palestra provvista di tutti gli attrezzi dell’educazione fisica classica (Fig. 7), in un ambiente quindi che di per sé, essendo fatto per sostituire quell’ambiente naturale di cui oggi i nostri bambini non possono più godere, è ricco di stimoli ed è di fondamentale importanza per dare ai bambini la possibilità di crescere e svilupparsi “secondo natura”, in un mondo in cui la natura viene sempre più ignorata ed anzi calpestata, con le conseguenze che ormai sono sotto gli occhi di tutti. Ma non basta. La Ginnastica, per avere tutti i benefici di cui abbiamo parlato, deve essere “fatta bene”. “Fatta bene” significa che chi la insegna si pone, sempre e continuamente, la domanda “a cosa serve questo esercizio (perché lo propongo)?”. Su questo punto v. C. Baroni, L. Grazzini, La ginnastica nell’insegnamento universitario, in “I.D. Educazione Fisica”, 2 (2010) (relazione presentata in occasione del XIV Congresso Nazionale SIEF “l Quadro Svedese. Il ruolo dei grandi attrezzi nell’Educazione Fisica scolastica”, Prato, 16 ottobre 2010. Gli Atti di questo Congresso costituiscono l’intero numero della rivista). 6 36 numeroUNOduemiladodici approfondimenti e notizie La necessaria premessa alla risposta è la conoscenza (da parte dell’insegnante ovviamente, non dell’allievo) dei vari esercizi e, più tecnicamente parlando, dell’esatta “localizzazione dell’effetto motorio” di ognuno di essi. Ad oggi, nelle varie Università di Scienze Motorie ciò non viene studiato. Al suo posto vengono studiate le varie discipline mediche (anatomia, fisiologia, traumatologia…), che sono le “scienze di base” della ginnastica, alcune attività sportive, con i loro Regolamenti, i gesti tecnici, ecc., insie- me a nozioni relative al Management dell’Azienda Palestra 6. Ciò fa sì che, oggi come ieri, non sia facile trovare palestre dove venga proposta, al di là di ogni moda o delle a volte stravaganti ed astruse richieste da parte dell’utenza, della Ginnastica eseguita con le caratteristiche di cui abbiamo parlato: il Maestro di Ginnastica infatti sa bene quello che occorre alle persone, e non si “vende” alle richieste di nessuno. Le “tecniche I.D.” (Istituto Duchenne) sono state studiate proprio con questa impostazio- ne, e sono nate per ridare valore e dignità alla Ginnastica. Per questo, esse sono ritenute dalla SIEF, Società scientifica della materia, quanto di più avanzato ci sia attualmente (in Italia ma non solo) in questo specifico settore (la Ginnastica), nella convinzione che oggi più che mai essa potrebbe rispondere, se diffusa in modo adeguato ed in tutte le sue sfaccettature (Ginnastica Formativa, di Mantenimento per Adulti, Correttiva, Medica…) in tutta la popolazione, ai bisogni veri (e non a quelli indotti…) delle persone. ■ Bibliografia Pecchioli M. Elementi di Ginnastica Correttiva, Bologna: A. Gaggi 1992. Pecchioli M. La bambina e la Ginnastica Correttiva, I.D. Educazione Fisica, 1, 1 1992;10. Pecchioli M. Scoliosi, I.D. Educazione Fisica, 1, 3 1992;7. Pecchioli M. La Ginnastica Medica, I.D. Educazione Fisica, 2,1 1993;1. Pecchioli M. La colonna vertebrale scoliotica è restia alla flessione in avanti, I.D. Educazione Fisica, 3, 2 1994, 33. Pecchioli M. La scoliosi degenerativa dell’anziano (SDA), La Ginnastica Medica, LIII, 4 2005;1922. Pecchioli M. Il ruolo aggiunto dell’Ortopedia oggi ed il suo connubio con l’Educazione Fisica classica, La Ginnastica Medica, LIII, 6 2005;9-12. Pecchioli M. Inquadramento della Ginnastica Correttiva e della Ginnastica Medica nei confronti della scoliosi, La Ginnastica Medica, LIV, 6 2006;13-6. Pecchioli M. Il trattamento della scoliosi idiopatica evolutiva con corsetto Chêneau e Ginnastica Medica secondo le tecniche I.D., La Ginnastica Medica, LIV, 4/5 2006;39-40. Pecchioli M. Parliamo di scoliosi, Firenze: Istituto Duchenne 2008. Pecchioli M. Conoscere la scoliosi, Firenze: Istituto Duchenne 2009. AA.VV. Il trattamento incruento della scoliosi. Il corsetto Chêneau e la Ginnastica Medica al servizio della persona. XIII Congresso Nazionale SIEF, Lido di Camaiore, 8-9 novembre 2008). I.D. Educazione Fisica (2009) 2 (con DVD allegato). Chêneau J. CORSET CHÊNEAU. Manuel d’orthopédie des scolioses suivant la technique originale, Éditions Frison-Roche 1994. Delpech J. De l’Orthomorphie, Paris: Gabon Libraire-Éditeur 1828. Pecchioli M. Elementi prognostici di evolutività nelle scoliosi idiopatiche dell’adolescenza, Bologna: A. Gaggi 1991. numeroUNOduemiladodici 37