Controllo dell`inquinamento delle acque superficiali Controllo dell
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Controllo dell`inquinamento delle acque superficiali Controllo dell
Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Controllo Controllo dell’inquinamento dell’inquinamento delle delle acque acque superficiali superficiali Prof. Prof. Ing. Ing. Leonardo Tognotti Dipartimento di Ingegneria Chimica, Università di Pisa Sommario n Schemi generali di trattamento delle acque reflue Trattamenti primari, specifici, secondari, terziari e dei fanghi n Fenomeni di trasporto di inquinanti in acque superficiali n Modelli di qualità fluviale n © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 1 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Interventi di riduzione della emissione inquinante Sistema di abbattimento degli inquinanti SORGENTE INQUINANTE EMISSIONE Sistema di dispersione dell’emissione inquinante EMISSIONE RESIDUA Dispersione e trasformazione nell’ambiente IMMISSIONE INQUINANTE Sistemi di protezione del ricettore RICETTORE Sistemi di trattamento e smaltimento dei residui RESIDUI DEI TRATTAMENTI EFFETTI Schemi generali di trattamento (1) n Un impianto industriale generalmente produce diverse correnti di acque di rifiuto: u acque di processo inquinate, u acque di lavaggio di tubazioni e serbatoi, u spurgo di circuiti di raffreddamento, u acque meteoriche provenienti da aree inquinate da sversamenti o da polveri. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 2 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Schemi generali di trattamento (2) n Le correnti possono essere: u trattate separatamente e riutilizzate nell'impianto, u combinate e trattate in un impianto di depurazione autogestito, u convogliate e trattate consortili o pubblici in impianti Schemi generali di trattamento (3) n Criteri di scelta per la realizzazione del sistema di trattamento: u valutazioni tecnico-economiche, tecnico-economiche, u caratteristiche dello scenario in cui l'impianto si colloca. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 3 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Schemi generali di trattamento (4) nI parametri da considerare sono: u composizione, concentrazioni portate delle acque di rifiuto, e u limiti di legge vigenti per lo scarico in corsi d'acqua, laghi o mare, u disponibilità di acqua del sito, Schemi generali di trattamento (4) u possibilità di riciclo delle acque all'impianto, u possibilità correnti esterni. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 di convogliare alcune a impianti di trattamento Pagina 4 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Trattamento acque: considerazioni preliminari (1) n Limitazione dell'intervento depurazione mediante modifiche processo produttivo: produttivo: di del F- riduzione della portata delle acque di rifiuto mediante adeguati ricicli. F Esempio gli zuccherifici italiani: da 1.51.8 m3 a 0.15-0.20 m3 di acqua di rifiuto per 100 kg di barbabietola lavorata; Trattamento acque: considerazioni preliminari (2) n Limitazione dell'intervento depurazione mediante modifiche processo produttivo: produttivo: di del F -eliminazione di sostanze nocive sostituendole con altre meno nocive, o recuperandole o riutilizzandole (es (es.. rigenerazione di resine a scambio ionico con soda anzichè con ammoniaca) © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 5 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Trattamento acque: considerazioni preliminari (3) n Necessità di predisporre il fognario in modo da: sistema mantenere separate le correnti di acqua di rifiuto da sottoporre a trattamenti F- specifici. Trattamento acque: considerazioni preliminari (4) F -convogliare a parte le acque meteoriche, prevedendo la depurazione delle acque di prima pioggia, provenienti da aree inquinate per sversamenti di liquidi (ad esempio piazzali di carico), deposito di polveri, etc. etc. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 6 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A ACQUE INQUINATE TRATTAMENTO SPECIFICO TRATTAMENTO DEI FANGHI TRATTAMENTO PRIMARIO TRATTAMENTO SECONDARIO RESIDUI SOLIDI TRATTAMENTO TERZIARIO ACQUE DEPURATE Trattamenti specifici n Si hanno all'uscita del reparto in cui l'effluente è prodotto. n Abbattono inquinanti specifici, specifici, prima che essi siano diluiti con acque di rifiuto di altri reparti. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 7 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Trattamenti specifici (2) n Esempi: u abbattimento dei metalli pesanti, u ossidazione chimica di sostanze non biodegradabili, u stripping di vapori ammoniaca, etc... organici o di Trattamenti primari n L'effluente subisce alcuni trattamenti di sgrossatura, n non sufficienti a produrre un effluente in specifica, n necessari per un corretto funzionamento dei trattamenti successivi. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 8 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Trattamenti primari (2) n Si possono avere: u compensazioni di portata e concentrazione degli inquinanti; u neutralizzazione; u trattamento chimico-fisico di coagulazione e flocculazione; u separazione solido-liquido per mezzo di sedimentazione, flottazione, filtrazione. Trattamento secondario (biologico) n L'effluente subisce un trattamento biologico (solitamente aerobico) che produce l'abbattimento del BOD (COD). n Si ottengono rimozioni anche di azoto, fosforo e solidi sospesi, che però possono necessitare di ulteriori trattamenti per entrare in specifica. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 9 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Trattamento secondario (biologico) (2) nI trattamenti possono essere di sgrossatura e/o finali a seconda delle soluzioni di processo e impiantistiche (vasche aerate in diverse configurazioni , letti percolatori, percolatori, biodischi., etc...) Trattamenti terziari n trattamenti di finitura per entrare in specifica su tutti gli inquinanti. con particolare riferimento a: u nitrificazione e denitrificazione, per la rimozione dell'azoto; u defosfatazione,per l'eliminazione del fosforo; © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 10 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Trattamenti terziari (2) u filtrazione, filtrazione, per l'eliminazione dei solidi sospesi rimasti; u disinfezione, disinfezione, per l'eliminazione dei microrganismi patogeni; u adsorbimento con carboni attivi, per l'eliminazione delle sostanze non biodegradabili. Trattamenti dei fanghi n La natura dei fanghi (composizione a prevalenza organica, inorganica o mista) deriva dalla struttura complessiva del processo depurativo. n I fanghi necessitano di ulteriori trattamenti prima di poter essere definitivamente smaltiti. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 11 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Sicurezza e ambiente Politecnico di Torino CeTeM 965 Sicurezza e ambiente 9A Trattamenti dei fanghi (2) u ispessimento, ispessimento, per aumentare il tenore in solido; u stabilizzazione, stabilizzazione, per ridurre il contenuto in microrganismi u disidratazione, meccanica (centrifugazione, filtri e nastro presse) o termica (essiccatori). u Scopo: ottenere fanghi inerti facilmente trasportabili al recapito finale o riutilizzabili. Schema impianto depurazione civile grigliatura sedimentazione ossidazione primaria dissabbiatura sedimentazione secondaria aria biogas ispessitore scarico filtro pressa fango disidratato digestore anaerobico © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 ispessitore Pagina 12 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Interventi di riduzione della emissione inquinante Sistema di abbattimento degli inquinanti SORGENTE INQUINANTE EMISSIONE Sistema di dispersione dell’emissione inquinante EMISSIONE RESIDUA Dispersione e trasformazione nell’ambiente IMMISSIONE INQUINANTE Sistemi di protezione del ricettore RICETTORE Sistemi di trattamento e smaltimento dei residui RESIDUI DEI TRATTAMENTI EFFETTI Il Processo d'Inquinamento n Gli inquinanti emessi da una sorgente vengono immessi nell'ambiente dove si propagano con velocità e per distanze che dipendono dal tipo d'inquinante e dalle circostanze, variando di concentrazione e subendo trasformazioni fisiche, chimiche e biologiche. © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 13 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Fenomeni di trasporto in acque superficiali- 1 n I fenomeni di trasporto degli inquinanti nelle acque superficiali sono legati a u convezione u diffusione u reazione n delle sostanze chimiche disciolte o sospese nell’acqua Fenomeni di trasporto in acque superficiali: convezione n Quando una sostanza chimica viene immessa in un fiume, il suo centro di massa si sposta a valle con una velocità pari alla velocità media del fiume e con un tempo di permanenza medio nel tratto di fiume considerato, dato da t = L/v v x=0 t =0 © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 fiume Pagina 14 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Fenomeni di trasporto in acque superficiali: reazione n Relazioni di questo tipo vengono utilizzate per stime dei tempi di permanenza di alcune sostanze chimiche nei fiumi, in relazioni alle loro velocità di trasformazione chimica. chimica. ri = k Cin Fenomeni di trasporto in acque superficiali: diffusione n Un inquinante immesso in un fiume subisce fenomeni di dispersione dovuti a diffusione turbolenta n E’ causata dal moto irregolare dell'acqua e dalla non uniformità della velocità del fiume © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 15 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Fenomeni di trasporto in acque superficiali: diffusione + convezione n n Dispersione degli inquinanti nei fiumi: estremamente lenta se affidata solamente ai meccanismi diffusivi: se il fluido è in movimento, gli effetti convettivi possono contribuire alla dispersione della sostanza in esame, riducendo i tempi di ordini di grandezza l l diffusione diffusione + convezione 10 10 10 10 6 Diffusione turbolenta: orizzontale 4 2 0 -2 10 Diffusione turbolenta: verticale Diffusione molecolare sali e gas in acqua -4 10 10-6 proteine in acqua Diffusione termica sali in acqua Soluti ionici in mezzi porosi -8 10 -10 10 COEFFICIENTI DI DIFFUSIONE(cm /sec) © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 2 Pagina 16 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Coefficienti di diffusione - 2 Fiume Sacramento Missouri Yuma Mesa Clinch John Day Profondità Larghezza Velocità (m) (m) (m/s) 3.9 2.6 3.4 2.06 2.43 198 52 33.6 0.5 1.6 0.67 0.78 0.81 Coefficiente di dispersione (m 2 /s) 14.9 1480 0.76 47.1 65 Modelli di qualità fluviale - 1 n Sono utilizzati, in generale, modelli dinamici monodimensionali F Il sistema di equazioni che risulta si basa sul principio di conservazione della generica grandezza c i ed ha la forma ACCUMULO = INGRESSO - USCITA + GENERAZIONE © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 17 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Modelli di qualità fluviale - 2 ∂ (A x c i ) ∂ (A x u c i ) ∂ ci ∂ + = A x D L ∂ t ∂ x ∂ x ∂ x + A x r u dove: u Ax = sezione di flusso u u = velocità media nella sezione u D L = coefficiente di dispersione assiale = velocità di produzione (o scomparsa) u ri di c i Modelli di qualità fluviale - 3 n Forme simili dell'equazione (1) si utilizzano per esprimere u la conservazione della massa e della quantità di moto (sottomodello idraulico) u la conservazione dell'energia termica (sottomodello termico ) u il bilancio dei vari componenti chimici/biochimici considerati (sottomodello biochimico). © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 18 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Modelli di qualità fluviale - 4 F Le interazioni tra i vari sottomodelli permettono una soluzione sequenziale del sistema modello idraulico modello termico modello biochimico Modello biochimico n Processi di degradazione delle sostanze inquinanti presenti nelle acque superficiali: trasformazione o in altre sostanze chimiche (inquinanti (inquinanti secondari) secondari) o in composti inorganici (mineralizzazione ). © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 19 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Modello biochimico n In un fiume avvengono reazioni chimiche e biochimiche complesse catalizzate dalla presenza di enzimi prodotti dalla flora batterica presente nelle acque residui organici ossigeno atmosferico luce ossigeno disciolto batteri fitoplancton sali nutrienti cibo cibo detriti escrementi organismi morti © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 escrementi organismi morti pesci zooplancton cibo Pagina 20 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Sicurezza e ambiente Politecnico di Torino CeTeM 965 Sicurezza e ambiente 9A Modello biochimico n Le trasformazioni mediate da microorganismi (batteri e funghi) vengono dette biodegradazioni e possono avvenire in presenza d'aria (aerobiche (aerobiche)) o in mancanza d'aria (anaerobiche ). (anaerobiche). u processi aerobici: aerobici: formazione di CO2 e di prodotti stabili (SP, come solfati (SO4), ortofosfati (PO4) e nitrati (NO3)) microorganismi BOD + O2 → CO2 + H 2O + NC + SP Modello biochimico n Ipotesi: la velocità di decomposizione delle sostanze organiche è proporzionale alla loro concentrazione: n MOt: MOt: quantità di ossigeno richiesto ancora da consumare per degradare le sostanze organiche, n reazione del primo ordine: ordine: dMOt © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 dt = − k ⋅ MOt Pagina 21 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Modello biochimico che ha soluzione MOt = MO0 ⋅ e − kt dove MO0 rappresenta la quantità totale di ossigeno richiesta dai microorganismi per ossidare i composti organici a CO2 e H 2O Modello biochimico MOt + BODt = MO0 da cui: BODt = MO0 (1 − e − kt ) MOt BODt MO0 MO0 tempo © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 tempo Pagina 22 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti Politecnico di Torino CeTeM Sicurezza e ambiente 965 Sicurezza e ambiente 9A Il consumo dell'ossigeno disciolto nelle acque superficiali dipende anche dalla degradazione di sostanze azotate . BOD mg/l 0___ _5____10____15___20___25___30 Giorni Modello biochimico n La costante di degradazione dipende dalla temperatura secondo la relazione k = k 20θ (T − 20) •dove k 20 è il valore della costante a 20 °C . •Valori tipici: •k = 0.35-0.70 die-1 scarichi non trattati •k = 0.10-0.25 die-1 scarichi trattati © Politecnico di Torino Data ultima revisione 05/06/02 Pagina 23 di 23 Autore: Prof. Ing. Leonardo Tognotti