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Mostra fotografica “I curridur ad ca nossa’”
Sabato 10 ottobre alle 18.00 (presso la pista polivalente di Via Curiel a San Nicolò) presentazione della
mostra ‘I curridur ad ca nossa’. Curatore Graziano Zilli coadiuvato da Marco Pastonesi (Gazzetta delllo
Sport), il quale presenterà, in collaborazione con libreria Fahrenheit 451 di Piacenza, una serie di libri dedicati
al ciclismo “epico” editi da Ediciclo.
Marco Pastonesi
(Genova, 27 agosto 1954) è un giornalista italiano de La Gazzetta dello Sport.
Specializzato in rugby e ciclismo è una delle "penne ufficiali" del Giro d'Italia e di altre manifestazioni ciclistiche
internazionali. I suoi articoli sono sempre focalizzati a capire la persona dietro il campione e raccontano storie
di vita di atleti famosi o anche di semplici gregari. Ha intervistato campioni e uomini famosi legati agli sport che
segue. Ex giocatore di rugby e ciclista, ha pubblicato diversi libri sullo sport tra cui La leggenda di Maci (Mario
Battaglini), Il terzo tempo e In mezzo ai pali. Quest'ultimo ha ottenuto il premio Ussi-Coni 2002 per i migliori
racconti di sport.
Libri di Pastonesi pubblicati da Ediciclo
La corsa più pazza del mondo
Una corsa pazza: 1270 km e mezzo di ciclismo equatoriale in Burkina Faso.
Colori, volti e storie di un ciclismo vero, lontano dal doping e ricco di umanità.
Centotto corridori di diciotto squadre e di quindici Paesi e di tre continenti. Milleduecentosettanta chilometri e
mezzo, di cui sessantacinque su piste rosse. È il Tour du Faso, il Giro del Burkina Faso. Ciclismo, ciclismo
equatoriale, ma non solo ciclismo. Soprattutto storie di vita. Come quella di Djibril Hassane, diciannove anni,
nigerino, studente, che corre da due anni. Prima del Tour du Faso ha rotto la bici, allora ha ricevuto in prestito
quella del suo allenatore, che però è più alto di una spanna, ma il problema è quando tornerà a casa: "Chi mi
darà una bici per allenarmi?". O come quella di Herman Beysens, cinquantasei anni, direttore sportivo di una
squadra belga: un giorno un amico gli chiese se volesse andare al Tour du Faso, lui pensò alle malattie e ai
serpenti, “hai cinque minuti per decidere” gli intimò l'amico, lui rispose sì e appena messo piede in Africa, capì
che era casa sua e adesso, ogni anno, da dieci anni, fa costruire sei pozzi d'acqua.
CAVANNA, L'uomo che inventò Coppi
Il diario del gregario
Prendete una classifica e giratela a testa in giù: finalmente gli ultimi sono i primi, i protagonisti, i mattatori. Tre
gregari raccontano il Giro d’Italia dal loro punto di vista: la pancia del gruppo. Dove la corsa è fatta di borracce,
spinte, cartelli, striscioni, buche e buchi, elastici e ventagli, cotte e fughe dalla parte sbagliata. Cioè di dietro. E
dove si lotta sempre contro il cronometro, ma per il fuori tempo massimo. Michele Scarponi, marchigiano,
esordiente di belle speranze, nel 2002, al servizio di Mario Cipollini; Marzio Bruseghin, veneto, passista e
scalatore che assiste e protegge Alessandro Petacchi, nel 2003; e Andrea Noè, lombardo, che cullava il sogno
di un trionfo e si arrende a una “giornata no”, nel 2004
Gli angeli di Coppi
Fausto Coppi, l'uomo e il campione visto attraverso le parole dei suoi angeli. Ma chi erano questi?
Gli angeli di Coppi erano i suoi gregari. Angeli sudati, sporchi, forti, duri, semplici, generosi. Che hanno
continuato ad aiutarlo, obbedirgli, spingerlo e sostenerlo anche quando lui è morto. Ma gli angeli di Coppi
erano anche quelli che volevano essere i suoi gregari, e invece erano i gregari di qualche altro capitano.
Perché nel cuore facevano il tifo per lui, perché di nascosto gli passavano una borraccia o in segreto gli
facevano un favore. Angeli di Coppi erano però anche quei corridori che ai suoi tempi erano solo dei ragazzi,
innamorati della bicicletta e del ciclismo perché innamorati di lui.
Manifestazione Da dove nasce l’idea
PREMESSA
Nel 218 a.C., nello stesso anno in cui i Romani fondarono Placentia, ovvero “città che piace”, le nostre terre
furono teatro della più cruenta battaglia mai combattuta nel nostro territorio, la “Battaglia della Trebbia”, dove
si fronteggiarono Roma e Cartagine: da una parte il Console Publio Cornelio Scipione, con le sue leggendarie
legioni, la sua organizzazione ferrea, la sua disciplina e le sue leggi; dall’altra un esercito dove si “levavano
canti d’ogni lingua: dialetti spagnoli, la parlata cartaginese, l’accento più gutturale degli idiomi africani, di tanto
in tanto qualche intonazione greca”, tenuto insieme dal carisma di uno dei più grandi condottieri della storia,
Annibale.
IL PERCHÈ DELL’IDEA
I promotori della manifestazione, LA ORSI BIKE e AMO LA BICI, hanno voluto rievocare la “Battaglia della
Trebbia” organizzando un evento, per bici e abbigliamento d’ogni epoca, con la formula “eroica” delle gare di
un tempo, alternando tratti di strada asfaltata a carraie e strade sterrate dando la possibilità a chiunque abbia
la passione per questo sport di ripercorrere da vicino i luoghi teatro del conflitto e degli storici accampamenti.
In sintesi è un connubio tra attività sportiva, rievocazione storica, e valorizzazione del territorio del parco del
basso TREBBIA.
LA FILOSOFIA PORTANTE
La valenza storica, culturale e naturalistica della manifestazione, oltre ovviamente all’aspetto puramente
sportivo, rendono l’evento un importante strumento di comunicazione proprio in virtù dei diversi valori percepiti
dai partecipanti: gli stili di vita e i valori culturali, la classe sociale, le motivazioni, le attitudini, le caratteristiche
emotive ed altri fattori psicologici, i gruppi di influenza, le opinion leadership, i fattori economici, ecc…
I tre fattori chiave restano, comunque: forte coinvolgimento e senso di appartenenza, opportunità di
integrazione e volontà di relazione.
per informazioni ulteriori: Gustavo Conni 3479209904, libreria fahrenheit 0523/335725