Lente d`ingrandimento LIBERO API
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Lente d`ingrandimento LIBERO API
DIECI - maggio 2014 <> Lente ingrandimento <> LIBERO API <> I soci di AVF <> MARIA PIA BACCHIELLI onlus sito web http://foto.archivivi.com mail [email protected] facebook Archivivi Foto Ancona Non solo Jamboree Salutiamo il decimo numero della nostra webrivista, che pone sotto la Lente d’ingrandimento un grande amico senigalliese, Libero Api, che da anni ormai segue il Summer Jamboree fino a diventarne uno dei più apprezzati fotografi. Ma il destino ha voluto che questa uscita cadesse a ridosso della terribile alluvione che ha colpito Senigallia. Ci è così sembrato giusto aggiungere alle immagini che Libero ci aveva già da tempo inviato, alcuni suoi scatti ripresi da un portfolio pubblicato sulla sua pagina Facebook. Questo perché il nostro ospite non è soltanto un fotoreporter di spettacoli e concerti, ma è un fotografo a tutto tondo, dotato di una grande sensibilità, che nelle sue immagini mette poesia e tecnica in pari misura. La foto qui a sinistra, con le calle che sembrano allungare il collo per non soccombere al fango, rappresenta al meglio lo spirito dei senigalliesi, tenaci e mai domi, e ci è sembrato giusto pubblicarla, insieme all’altra con i due uomini della Protezione civile, come augurio per un rapido ritorno alla normalità. archivivi comunità folio 1 dieci/2014 archivivi comunità folio 2 dieci/2014 Lente d’ingrandimento LIBERO API “sono un dilettante e faccio le foto storte” nome: età: città: lavoro: Libero Api 47 Senigallia (AN) geometra presso pubblica amminIstrazione hobby: fotografo amatoriale e blogger generi: rockabilly - swing - vintage - burlesque - lives - events - modeling Potrei dire che scatto foto da sempre, ma la vera passione è scoppiata poco più di 10 anni fa con l'avvento della fotografia digitale; ho quindi iniziato a frequentare forum di fotografia, a partecipare a raduni di fotoamatori, ad instaurare amicizie in campo fotografico che non si sono fermate al solo contatto virtuale ma si sono trasformate in “vere” amicizie in carne ed ossa. Ma ad un certo punto sono arrivato a stancarmi dei forum e ho aperto alcuni blogs dove pubblicare le mie foto e non solo: - il mio “primo” blog vide la luce nel novem- archivivi comunità bre 2006: “Dentro al Replay” (http:// dentroalreplay.blogspot.com) nacque come spazio destinato a diario fotografico personale e raccoglitore di notizie legate alla fotografia, ma in seguito si è evoluto anche in altri campi, dai reportages alla blogosfera, dalla musica fino all’altra mia passione, i libri; - un anno dopo creai un secondo blog, stavolta dedicato alla manifestazione internazionale sulla cultura e musica americana degli anni ’40 e ’50 che si tiene ogni agosto a Senigallia e che mi coinvolge (e travolge) in prima persona: “(my) Summer Jamboree” (http://summerjamboree.blogspot.com), contenente news, comunicati, racconti dei lettori e, naturalmente, i miei reportage sul campo; - infine ho anche aggiunto al piccolo “network” un blog dedicato alle interviste ai fotografi amatoriali e professionisti presenti in rete dal nome “Fotografi nel Web” (http:// fotografinelweb.blogspot.com) dove ho pubblicato, fino ad oggi, 179 interviste tra le quali, la n°100, dedicata al Maestro Mario Giacomelli: un'intervista postuma dove il figlio Simone risponde interpretando i pensieri del padre. Purtroppo, data la carenza di tempo da dedicarci, il blog è momentaneamente abbandonato, così come un ulteriore blog personale dedicato ai libri. ck'n Roll e del Rockabilly, come i leggendari Comets, i Teenagers, gli Stray Cats, Jerry Lee Lewis, Lloyd Price, Chuck Berry, Duane Eddy, Wanda Jackson e tanti altri. Grazie a questa manifestazione internazionale ho avuto modo di vedere pubblicate le mie foto su riviste italiane e straniere (una è finita anche su Topolino!), su siti di informazione, di moda e di artisti e gruppi musicali. La manifestazione senigalliese è tra i primi tre festival dedicati al Rock’n’Roll a livello mondiale, ha un seguito incredibile e chiunque vada alla ricerca di notizie e immagini dedicate passa sicuramente sul mio blog. Inevitabilmente, quindi, la mia immagine di fotografo si è strettamente legata al Rock'n Roll, al vintage, allo swing e anche al burlesque, tant'é che negli ultimi anni sono anche Da sempre ho la passione di scattare in eventi “live”, che siano concerti di artisti italiani, di musica pop o rockabilly poco importa: per me il godimento è sentirmi stretto tra la potenza delle casse e l'energia del pubblico. Grazie al Summer Jamboree ho avuto modo di stare sotto al palco di mostri sacri del Ro- folio 3 dieci/2014 stato invitato come fotografo ufficiale a diversi festival e serate ed eventi swing e lindy-hop. Ma il mio nome viene anche accostato al CaterRaduno, la manifestazione estiva della trasmissione radiofonica “Caterpillar” di Radio2, che si tiene ormai da diversi anni in giugno a Senigallia e che seguo costantemente dalla prima edizione documentandola dettagliatamente sui miei spazi web. Non ritenendomi un vero fotografo, praticando quest'arte solo per hobby e fondamentalmente senza possedere basi di tecnica fotografica, è per me una grossa soddisfazione ricevere apprezzamenti alle mie immagini da coloro che incontro di persona o sul web, venire invitato nel backstage di uno spettacolo burlesque o anche ottenere un posto privilegiato sotto al palco di artisti che ammiro... ...come quella volta nel gennaio 2009, quando Cochi e Renato portarono in scena un loro spettacolo al Teatro Pergolesi di Jesi. Dovete sapere che, tra i pochi ricordi indelebili della mia infanzia, ho l'immagine fissa di quei due ragazzotti sulla TV in bianco e nero che cantavano "come porti i capelli bella bionda", "la gallina", "e la vita e la vita", gags che poi rifacevo con i miei amici delle elementari in classe, durante la ricreazione. L'amico Fabrais, batterista dei Good Fellas (band che li accompagnava), mi fece un regalo grandissimo lasciandomi girare indisturbato nel backstage come fotografo di scena: sul palco con i miei big di infanzia, un'esperienza bellissima e indimenticabile! Trovate qua il reportage: http://dentroalreplay.blogspot.it/2009/01/ cochi-e-renato-una-coppia-infedele.html archivivi comunità ...o come quel giorno di metà gennaio 2006, quando mi ritrovai alla porta dell’ufficio un simpatico signore di 82 anni: si presentava magrissimo, alto, con il cappotto nero, il cappello e il bastone, accompagnato da una signora di un paese dell’est che gli faceva da badante. Si chiamava Valentino, aveva lo sguardo vispo ma sicuro, la voce calma e leggermente tremolante, e ricordo che mi disse, stringendomi la mano in maniera decisa: “E’ lei Libero? Ho visto alcune sue foto, mi è piaciuta molto quella delle sedie davanti al mare. Verrebbe gentilmente a casa mia per mostrarmene delle altre?” Qualche sera dopo andai a trovarlo portando con me un bel mucchietto di stampe; in quelle due ore passate insieme gli mostrai i miei lavori, bevemmo un bicchiere di aranciata e mi raccontò della sua vita, della sua gioventù e della grande passione per l’arte figurativa in genere. Tra pittura, scultura e fotografia, Valentino preferiva di gran lunga la prima: la sua casa era tappezzata di quadri di autori famosi e non, e quella era solo una piccola parte della collezione, che custodiva in altra sede. Mi parlò dei suoi contatti con i pittori italiani dell’ultimo cinquantennio, della sua amicizia con il famoso fotografo senigalliese Mario Giacomelli e delle discussioni avute con lui riguardo al suo stile fotografico (“le sue foto non mi sono mai piaciute” mi confessò guardandomi e sorridendo con i suoi occhietti furbi). Poi mi fece inorgoglire dicendo “…questa invece… è poesia!” mentre ammirava la foto delle sedie che uso anche come testata del mio blog. Qualche tempo dopo, nel maggio 2007, lessi folio 4 il nome di Valentino scritto su un annuncio funebre appeso a un muro. Mi fa piacere pensare che, in un angolino della parete della sua abitazione, abbia ritagliato un posticino anche per una mia foto. ...o quella volta che fui invitato a scattar foto nel backstage di un importante spettacolo burlesque fianco a fianco con i fotografi di Playboy che mi guardavano in cagnesco domandandosi tra loro “...ma questo dilettante chi cavolo è???”. ...o quando una coppia di amici di Forlì, amanti del genere vintage, mi chiamarono a fotografare il loro matrimonio in perfetto stile anni '30-'40, un “Vintage Wedding Party” dove niente fu lasciato al caso: abiti, ambientazione, musica, invitati... un vero tuffo nel passato, come stare in un set cinematografico di un film di pupe e gangsters, un'esperienza indimenticabile! Ecco il reportage: http://dentroalreplay.blogspot.it/2009/10/ foto-reportage-vintage-wedding-party.html A tal proposito riporto una recensione del reportage da parte di Simona Guerra, consulente di archivi fotografici e nipote del Maestro senigalliese Mario Giacomelli: Libero è un bravo fotografo, e questo lo sanno in tanti; ama il Jamboree e tutto ciò che gira attorno agli anni '50 (e questo ce lo attestano le immagini che pubblica e che tutti vanno a sbirciare prima o dopo "dentro-al-replay") ma con questo servizio fotografico, secondo me, le sue foto hanno fatto davvero un bel balzo. dieci/2014 Gli anni '50 vengono "mescolati" a un rito civile attuale, a un matrimonio, una cosa seria (ma perché la baldoria estiva non lo è?!) ed è la serietà di questi bianchi e neri che colpisce, perché sono sobri, perché sono eleganti e perché la sposa - non possiamo negarlo - è quanto di più delicato e in stile potesse capitare "sotto ai denti" di un fotografo. Senza esitazione penso di poter dire (da amante della cultura fotografica degli anni '50 questa volta) che questi scatti sono degni di una bella rivista patinata... ma di quelle vere... acc... se ce ne fossero ancora! Ora prendete quella in cui i due sposi si guardano trasmettendoci la grande pace che li ha condotti all'altare e dove lui pare volerle dire: "Cara, tutto bene?" e dove lei pare risponderle come in un film "Ma certo tesoro!." Ecco, ora, in alto, su tutta la lunghezza della foto immaginate queste lettere: V O G U E (April 1, 1950) Non ci starebbe alla perfezione? Simona Guerra Per quanto riguarda le esposizioni fotografiche, a parte alcune piccole mostre della durata di alcune ore o pochi giorni, posso ricordare queste: - sono stato selezionato, in qualità di socio sostenitore del circolo fotografico “Micromosso”, ad esporre nelle ultime tre edizioni della mostra collettiva “Scatti dal Web” che si tiene ogni novembre a Lucca; - ho esposto, nel 2011, al Riomagno Foto Festival; archivivi comunità - ho esposto, in occasione della decima edizione del Summer Jamboree, alla una mostra collettiva “10 Years, 10 Points of View”; - ormai da qualche anno, in agosto, allestisco una piccola mostra fotografica all'interno di un pub-vinoteca nel centro storico di Senigallia, generalmente a tema vintage; nelle ultime tre edizioni ho esposto progetti dedicati all'arte del Burlesque (con foto sia di spettacolo che di backstage) e al “WonderShow” (con un reportage fotografico realizzato in più riprese durante gli spettacoli di Cleo Viper e Christopher Wonder, un misto di burlesque, magia, circo e vaudeville), in collaborazione con Valentina Soranna, dott.ssa in Arti Visive - Psicologia dell'Arte, che ne ha curato la presentazione. http://dentroalreplay.blogspot.it/2011/07/ilmio-magic-burlesque-in-mostra-al.html http://dentroalreplay.blogspot.it/2012/07/ wonder-pics-of-wondershow-esposizione.html http://dentroalreplay.blogspot.it/2013/07/ magic-burlesque-2-in-mostra-al.html Ho partecipato in passato a diversi concorsi fotografici e contest on-line con alterne vicende. Voglio solo ricordare la vittoria nel concorso “Senigallia in un click” del 2007, ricordo particolarmente caro in quanto è stato l'ultimo concorso al quale ha presieduto in giuria il Maestro Ferruccio Ferroni, venuto a mancare pochi mesi dopo. http://dentroalreplay.blogspot.it/2007/07/ senigallia-in-un-clic-ho-vinto.html Per quanto riguarda le pubblicazioni, come già detto, ho visto le mie foto apparire (a volte anche in copertina) su numerose riviste di folio 5 musica, moda, matrimoni e turismo, su quotidiani e siti di informazione locali, su locandine di spettacoli musicali e teatrali, su poster e brochure pubblicitari, sulle copertine di CD swing e rockabilly oltre che sui siti web e profili di social network di artisti e gruppi musicali. Ho anche avuto l'onore di vedere le mie immagini sulla copertina di due romanzi gialli della scrittrice senigalliese Luciana Quattrini: “La disciplina del mare” e “Adriatico. Gli occhi del Puma” http://dentroalreplay.blogspot.it/2010/03/ news-in-libreria-la-disciplina-del-mare.html http://dentroalreplay.blogspot.it/2012/03/ news-in-libreria-adriatico-gli-occhi.html Per l'anno 2014 l'Assessorato alla Promozione dei Turismi e Manifestazioni del Comune di Senigallia ha anche realizzato un calendario promozionale distribuito in ogni manifestazione fieristica che vede coinvolta la Regione Marche in Italia e all'estero con mie foto interamente scattate con l'app. Hipstamatic for Iphone. http://dentroalreplay.blogspot.it/2013/12/lefoto-di-libero-api-per-il-calendario.html Foto a colori o in bianco e nero? Per molti fotografi le foto “vere” si fanno solo in bianco e nero, e magari a pellicola. Secondo me alcune foto nascono in bianco e nero, altre lo diventano; molte non potranno mai esserlo. Io vedo il mondo più a colori (e storto) che in monocromatico… “sono un dilettante e faccio le foto storte” dieci/2014 archivivi comunità folio 6 dieci/2014 LIBERO API - Burlesque - Lady Flo, BiancaNevius LIBERO API - Burlesque - Dolly archivivi comunità folio 7 dieci/2014 LIBERO API - Burlesque - Grace Hall archivivi comunità folio 8 dieci/2014 LIBERO API - Concerti - Nina Zilli archivivi comunità folio 9 dieci/2014 archivivi comunità folio 10 dieci/2014 LIBERO API - Concerti - Biagio Antonacci, Caparezza archivivi comunità folio 11 dieci/2014 LIBERO API - Vintage - Caterina e Serena, Lady archivivi comunità folio 12 dieci/2014 LIBERO API - Vintage - Ludivica, Maria LIBERO API archivivi comunità folio 13 dieci/2014 LIBERO API archivivi comunità folio 14 dieci/2014 Lente d’ingrandimento LIBERO API Perché Libero ? archivivi comunità Quella con Libero Api è un’altra delle amicizie fotografiche nate sul web, e poi sviluppatasi nel corso degli anni in raduni organizzati in varie parti d’Italia dai soci di varie foto-community. Libero è senigalliese, e per un fotografo che vive nella bella città marchigiana occuparsi del Summer Jamboree è - credo - inevitabile. Come avrete già letto nella “autointervista” nelle prime pagine, Libero non si è però accontentato di fotografare il SJ, perché la sua mente sempre in fermento lo ha portato da un lato ad allargare la sua attenzione fotografica a spettacoli musicali di altro genere (uno tra tutti il burlesque), acquistando così anche una discreta notorietà, e dall’altro lato con una intensa attività sul web, dove ha creato vari siti e blog, uno dei quali a “fotografinelweb” - riveste un notevole valore documentario, con interviste - ad oggi - a ben 179 fotografi, sia amatoriali che del mondo professionale. Fin qui un piccolo spaccato del suo dinamismo, ma se entriamo nel suo mondo fotografico ci troviamo folio 15 davanti ad un grande occhio unito ad una sensibilità non comune, che gli consentono di entrare nello spirito degli eventi che ama rappresentare con le sue immagini. Le donne del Summer Jamboree ormai non hanno più segreti per il suo obiettivo, ed è così che riesce a coglierle in atteggiamenti così naturali e spontanei che sembrano scatti colti all’insaputa dei soggetti, tanta è la naturalezza che emanano le “sue” donne. La foto qui a fianco (“Grace Hall”) è un esempio di questa sua capacità di mettere a proprio agio le protagoniste del festival senigalliese, ma non da meno è il suo istinto quando agisce nell’ambito di concerti musicali come, ad esempio, sicuramente emerge dallo scatto di Caparezza (pag. 10), colto magistralmente in uno dei suoi scatenamenti musicali, con una tecnica che gli fa tirar fuori una immagine perfetta nonostante sia stata realizzata in un ambiente con scarsa illuminazione e con un soggetto poco incline all’immobilità sul palcoscenico. Spero davvero che il talento di Libero riesca ad emergere da queste pagine. S.M. dieci/2014 Commento di ELENA PASCOLINI I soci di Archivivi - Uscita 16 Maria Pia Bacchielli archivivi comunità Il mio esordio come commentatrice di Archivivi non poteva essere più difficile in quanto si chiede di inter- folio 16 pretare una foto che, più che parlare, aspetta di essere interrogata: l’etnia dei soggetti e lo sfondo suggeriscono che il contesto non sia relativo alla nostra cultura ma possiamo escludere si tratti di reportage antropologico, in quanto lo scatto non fornisce accurate notizie circa le abitudini, l’ambiente, i riti e i costumi dei protagonisti, sembra una considerazione ovvia ma è pur sempre necessaria in quanto si tende ad attribuire valore documentaristico ad alcune immagini solo per un loro vago sapore esotico. Escluso ogni possibile sfoggio delle mie competenze etnografiche, tratterò questa immagine esclusivamente come un ritratto, del quale potrò decifrare solo un minuscolo frammento delle sue infinite letture. Affidandomi unicamente all’evocazione mi viene immediatamente spontaneo il confronto con l’arte sacra del periodo medioevale e prerinascimentale, in particolare con le raffigurazioni della Beata Vergine. La giovane donna ritratta ha piena consapevolezza e partecipazione allo scatto, similmente ad una modella che posa per un quadro di Madonna, difatti della Madonna assume lo sguardo e il contegno, severo e critico, diretto all’interlocutore, lo stesso che apprezziamo in certi dipinti del Giotto e di autori a lui contemporanei; la Madonna dolce, dal capo reclinato e dalle morbide forme avvolgenti è protagonista del Rinascimento, nel dieci/2014 Medioevo il sentimento che la Sacra Madre deve muovere è molto più affine al rimprovero che alla rassicurante benevolenza, più all’accusa che al perdono, più alla colpa che alla grazia, traduzione iconografica dei precetti e del sentimento religioso che la Chiesa dello stesso periodo intendeva divulgare. Rivedo in questa giovane donna la stessa austera anima di una Vergine medioevale, tradita da un bambin Gesù assolutamente inconsapevole, che infatti non benedice ma frigna, rompendo la rigidità della posa con la sua naturale essenza di neonato universale, che fa e pensa le stesse cose dei neonati di tutti i secoli e di tutte le nazioni, compresa la scarsa inclinazione a mantenere il contegno. Non so se il profondo biasimo che riconosco negli occhi di questa “madre di dio” sia solo il mio sentimento di colpa occidentale o se in effetti essa, dal suo presente medioevo, stia reclamando più penitenza e carità, mentre il suo Cristo in fasce chiede solo la sua parte di carezze, ignaro se sia stato preso in prestito in occasione del ritratto, o se sia uno dei tanti figli santi e superflui di questo mondo, lui, divino bambino con la sua piccola America già cucita al cappellino al posto dell’aureola. no aggeggio, mentre si abbandona fiduciosa al corpo materno (sempre che non si tratti della sorella maggiore...) Non sono un viscerale appassionato del ritratto, per personale inclinazione, ma questo lo trovo sufficientemente intenso da poterlo definire un buon ritratto. I dolori vengono dal profilo tecnico! La composizione è sicuramente approssimativa (frutto di uno scatto veloce? non ci credo…); vedendo il soggetto la scelta doveva necessariamente cadere su un formato verticale, per evitare i tagli chirurgici che affliggono l'immagine; il braccio affettato in tutta la sua lunghezza dal bordo basso, la testa (ossia la bellissima capigliatura) monca della sommità... Pia, ti perdono solo perchè non hai ancora seguito un nostro corso di fotografia di base... Un po' di sfocatura in più dello sfondo sarebbe stata auspicabile, ma qui probabilmente possiamo incolpare la macchina, verosimilmente una compatta che con la profondità di campo ha poco da spartire. Bilancio finale? Sono certo che Pia ha foto migliori nel suo armadio, diverse ne abbiamo già potute apprezzare. erbosa dello sfondo e il verde della tshirt della mamma spingono con forza chi guarda ad può abbassare gli occhi per cercare di proseguire e di intravedere il resto. Gambe, piedi. Perché sì, resta la voglia di vedere il resto, e magari anche altro e altri (se ci sono). La mamma è certamente in piedi, questo è sicuro, ma non è eretta. Mamma e bambino si appoggiano l’una all’altro con leggerezza e calma. Guardano avanti con occhi pieni e diretti. Guardano chi li fotografa? C’è una maestosità nello sguardo della mamma, forse una mal celata richiesta di aiuto, di incontro, di attenzione. Nessun lamento. Nessuna apparente povertà. Quasi una sorta di sicurezza dell’essere lì, fotografata e osservata. Il bimbo invece mostra un minimo disturbato stupore….La figura materna diventa possente perché si scioglie amorevolmente nel colore dorato della pelle. Un bruno tenero, luminoso, per nulla esotico! Madonna con bambino a Bali. Magari è una costruzione turistica. Ma cosa cambierebbe? L’aver eliminato il paesaggio privilegiando i volti fa di questa immagine una bella e non comune fotografia! Commento di GABRIELLA PAPINI Difficile commentare la foto di un'amica, e di una collega, senza essere condizionati dall'affetto e dalla stima. Mi sforzerò di essere imparziale, partendo da ciò che conosco di Pia, o meglio, in questo caso, della sua produzione. Chi ha avuto la possibilità di vedere i suoi scatti, frutto di affascinanti peregrinazioni per il mondo, non può non essere stato colpito da un particolare: i soggetti che lei ritrae (donne e uomini d'ebano e d'ambra, dai serici o ricciuti capelli, coppie, bimbi e ragazzetti dagli occhi color del corvo e dai sorrisi sdentati, creature di chissà quale latitudine che si mostrano in vestiti multicolori o nudi con i corpi lucenti) si fermano davanti al suo obiettivo con naturale Commento di SAURO MARINI Di questa foto mi colpisce la dolce tristezza della bambina-mamma, quello sguardo intenerito dalla maternità, ma che risente del peso di una vita che probabilmente l'ha messa troppo presto di fronte alla responsabilità più grande, quella di allevare un figlio. E' una immagine che intenerisce chi la osserva, non ci si può esimere dal provare un moto di affettuoso slancio di fronte sia alla mamma che alla creaturina, la cui espressione emana un misto di sonno (disturbato) e forse di timore di fronte alla persona che osserva con quello stra- archivivi comunità Non sono una buona fotografa (e nemmeno una cattiva; forse non lo sono affatto), ma la fotografia è un grande amore. E quindi vi dico con gioia quello che vedo in questa di Pia Bacchielli scattata a Bali. Ciò che smonta ogni ovvia riflessione o calcolo per intessere trame e racconti di vita è il volume (inteso come spazio) occupato dal bambino e dalla mamma (ma sarà la sua mamma questa anche lei bambina?). isure in centimetri non molto differenti tra i due. Due figure che diventano un’unica persona, senza interruzioni. La dominante verde ed folio 17 Commento di FRANCESCA VISSA dieci/2014 consapevolezza, come modelli che ben accettano di rivelarsi ai suoi occhi. Nessuna immagine è rubata. Tutti sono lì, in posa, come se non avessero aspettato altro nella vita: farsi ritrarre da questa signora chic che se ne va in giro tra polveri e sbuffi di sabbie desertiche, spezie profumate e rasoiate di soli accecanti. Perché, mi sono sempre domandata, persone diverse, 'altre', sospettose di natura essendo figlie di razze piegate dai destini economici imposti dai più forti, si dovrebbero mettere in posa per Pia? Non ho una risposta, se non dal sapere – dall'intuire – cosa muove Pia nella vita. La curiosità, innanzitutto. Perché lei è una cronista. Si dica quel che si vuole della categoria, ma un giornalista ha nel suo mazzo di chiavi quella speciale che apre le porte del cuore. E' l'ingrediente essenziale per una buona intervista, ad esempio: se non entri in sintonia con l'altro, il tuo pezzo sarà di un piattume inaccettabile. La curiosità è la molla della conoscenza, è la condizione per andare verso il mondo, per uscire dalla contemplazione del proprio ombelico e collegare pensieri, esperienze. Quindi, Pia è questo. In più ama il viaggio, da sempre scenario privilegiato di scambi in cui la moneta è l'umanità. Forse i beduini, gli andini, gli afghani, i tuareg, i balinesi, gli africani del cuore nero dell'Africa e tutti gli altri che si mettono in posa per Pia, sentono questo. E percepiscono, perché ne sono anche espressione, il suo desiderio di bellezza. Curiosità, movimento, bellezza. La foto proposta non è tra le più sfolgoranti tra quelle che, di lei, ho visto. Ma gli ingredienti a cui ho accennato nella lunga premessa ci sono tutti. La mamma bambina, o la sorellina troppo presto responsabilizzata, è, manco a dirlo, in posa per Pia, mentre il piccolo, scocciato, fa i suoi capricci. Ci mancherebbe. Quello che mi colpisce dell'immagine è lo sguardo della ragazzina: un occhio è lucido, brillante, riflette la gioia e l'orgoglio di donare la sua bellezza, immortalata per sempre nello scatto. L'altro è più malinco- archivivi comunità nico, perché questa donna in progress non è felice. Che vita tornerà a fare dopo il clic? Su quale giaciglio dormirà dopo essere stata una star per una frazione di secondo? Quanti – pochi - granelli di riso mangerà, lei, che è stata anche se per poco una piccola regina? Vorrei che restasse così, come Pia ce l'ha regalata: un simbolo di assoluta bellezza e regalità. Il verde che domina la foto, colore dell'Islam e della speranza, della natura e della conoscenza superiore, la accompagni e le porti fortuna. Commento di FLAVIO PETRINI L’immagine che Pia Bacchielli ci propone, secondo me è scaturita più dall’emozione del momento vissuto, che dall'esigenza di raccontare una storia. Mi è capitato diverse volte di fissare delle immagini viste come ottime immagini dal mio occhio suggestionato dall’atmosfera e dalle situazioni del luogo, ma che poi, riviste a casa con occhio meno influenzato dal momento vissuto, non raccontavano molto, o per lo meno risultavano un po’ “sbiadite” rispetto a quello che avrei voluto che fossero. Questo è l’effetto che mi ispira questa foto; la ragazzina, forse mamma, forse sorella (potrebbe essere indifferentemente l'una o l'altra), non stupisce chi è stato in quei luoghi, ma solo noi occidentali, abituati a vedere le mamme sempre più avanti nell’età; per quei luoghi non è così, spesso le ragazze vengono date in sposa appena giunte all’età fertile, come merce di scambio dalle famiglie. Vista così, non ci dà neanche la sensazione di essere di fronte a persone mal nutrite, né malvestiti o particolarmente sofferenti. Lo sguardo fisso nella macchina, se pur velato di tristezza, denota una certa fierezza. Per quanto riguarda l’immagine, l’avrei vista meglio con un taglio portrait, evitando ovviamente il taglio dei capelli e del gomito. Che Pia non me ne voglia, ma la considero una foto da riporre nel cassetto, tra i bei ricordi di viaggio. folio 18 Circolo Fotografico Archivivi - Ancona Consiglio: Sauro Marini (presidente), Piergiorgio Moretti (vice presidente), Flavio Petrini (segretario), Ancona, Via Mamiani 70/b E-mail [email protected] Il presente elaborato costituisce un bollettino interno delle attività del Circolo fotografico Archivivi, è rivolto ai soli soci iscritti al Circolo, viene realizzato in forma digitale ed inviato tramite e-mail. La cadenza di uscita è legata al reperimento di materiali, non è soggetta ad aggiornamenti periodici e non rientra nella categoria del prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare, come stabilito dalla Legge 7 marzo 2001, n.62. Il bollettino interno, conformemente alle attività del Circolo, ha esclusivamente fini culturali e divulgativi, non ha alcuno scopo di lucro, è accessibile in forma totalmente gratuita, e non riceve, né chiede, alcuna sovvenzione o altro beneficio economico previsto dalle leggi sulla stampa. Il Ci rcol o fotograf ico Archivivi declina ogni responsabilità per eventuali usi difformi da quanto sopra indicato. dieci/2014