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Arti Marziali
« Se mi accorgo che qualcuno mi guarda con odio, non reagisco. Mi limito
a fissarlo negli occhi, avendo cura di non trasmettergli alcuna sensazione
d'ira o di pericolo. E il combattimento, prima ancora di cominciare è già
finito. Il nemico da battere è dentro di noi. Le arti marziali non significano
violenza, ma conoscenza di sé stessi e degli altri . (Wang Wei)
Con arte marziale si intende una disciplina legata al combattimento che
raccoglie al suo interno determinate pratiche e tecniche codificate fondate
a loro volta su particolari principi fisici, culturali e filosofici.
Il termine è entrato nell'uso agli inizi degli anni sessanta quando vennero
introdotte in occidente le arti marziali orientali e talvolta viene associata
solo a queste ed in particolare alle arti marziali cinesi, arti marziali
giapponesi e coreane.
Oggi, le arti marziali vengono studiate per varie ragioni: ottenere abilità di
combattimento, autodifesa, sport, salute fisica, autocontrollo, meditazione,
acquisire confidenza col proprio corpo, sicurezza nelle proprie capacità e
consapevolezza dei propri limiti.
Muay Thai
Storia
La Thai Boxe o Boxe Tailandese, o ancora, Muay Tay, deriva da una
antichissima lotta Thailandese, la Mae Mai. Questa era un'arte di
combattimento reale che si usava sui campi di battaglia, e comprendeva
anche l'uso di armi bianche di vario tipo. I guerrieri Thailandesi erano
molto temuti e rispettati per le loro capacità di combattenti.
Da questa micidiale arte nasce la Thai Boxe, versione sportiva e meno
cruenta. E subito si diffonde tra i Thailandesi a tutti i livelli, dal re al
popolo.
Nel 1930 vengono inserite regole tratte dalla Boxe, rendendo gli scontri
meno cruenti grazie sopratutto all'adozione dei guantoni (e di tecniche
pugilistiche di braccia), dei round e delle categorie di peso. Questo apre la
strada ad una Thai Boxe agonistica.
Attualmente la Boxe Tailandese è una delle arti marziali più diffuse nel
mondo, e praticata come sport nazionale in Thailandia, dove gli allievi la
incominciano da giovanissima età.
La tecnica
La Boxe Thailandese non è un'arte marziale per tutti. La preparazione
fisica, la determinazione a sopportare il dolore e la fatica, e sopratutto
tibbie robuste, sono caratteristiche che no possono mancare a chi voglia
intraprendere quest'arte seriamente.
I micidiali colpi di tibbia, sopratutto alle gambe (low kick) sono una delle
sue caratteristiche principali (ormai riconosciuti efficaci e assorbiti da tutte
le altre arti marziali agonistiche) Altra caratteristica è l'uso delle
ginocchiate, molte volte afferrando prima la testa dell'avversario e
tirandola verso il ginocchio. I gomiti anche fanno parte del combattimento
di questa arte, ma non sono sempre permessi in agonismo, perchè troppo
devastanti.
Attualmente è considerata una delle arti più dure ed efficaci
KICK BOXING
Storia
La parola kickboxing è stata inventata in Giappone negli anni sessanta. In
quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto erano il full
contact karate, la muay thai, il Sambo russo, il taekwondo ed il sanda
cinese. I promoter giapponesi, vedendo il successo dei match di boxing
tailandese, decisero di eliminare i colpi di gomito, ginocchio e le prese.
Rimase uno sport da combattimento nel quale gli atleti usano pugni e calci
alle gambe, al tronco ed al viso. Si usano i calzoncini corti come nella
boxe e nelle boxe thailandese. Nacque la "kickboxing giapponese", poi
abbreviata in Kick Boxing o parola unica Kickboxing.
Gli americani precedentemente avevano iniziato a fare gare di kung fu e di
karate a contatto pieno (full contact). Unirono quindi le tecniche di
pugilato a quelle di karate e le tecniche di gambe del taekwondo a quelle
del karate e nacque così il Full Contact Karate.
Da qui nacque la confusione dei nomi e degli stili, in quanto nel Full
Contact Karate si colpisce con i calci dal busto in su mentre nella Kick
Boxing si possono dare calci anche alle gambe.
In Giappone venne poi creato un torneo chiamato K-1, in cui K sta per
Karate, Kempo e Kick Boxing. In questo torneo le regole sono quelle della
kick boxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni
saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso ring atleti di diverse arti
marziali che avesse un regolamento sportivo che permetteva loro di
confrontarsi. Viste le borse elevatissime e l'entusiasmo enorme dei
giapponesi in questi avvenimenti, il K 1, nome corretto K 1 GRAND PRIX
è diventato il più importante torneo al mondo, dove i migliori atleti si
confrontano a Tokyo per la finalissima. Il regolamento del torneo è
chiamato K-1 Style.
Tecniche
Come già accennato, la kickboxe prevede l'utilizzo di tecniche sia di pugno
che di calcio. Le principali sono riportate di seguito:
Tecniche di pugno
Le tecniche di pugno utilizzate nella kickboxe sono sostanzialmente le
stesse del pugilato classico: diretti, ganci, montanti e combinazioni dei tre:
• diretto: colpo sferrato stendendo completamente il braccio in avanti, a
colpire il volto o il busto dell'avversario. È un pugno fondamentale, e viene
portato sfruttando la torsione della gamba d'appoggio, della schiena e delle
spalle
• gancio: pugno sferrato mantenendo il braccio piegato, ad uncino,
ruotando la spalla
• montante: colpo sferrato dal basso verso l'alto, a cercare solitamente il
mento dell'avversario, anche se può essere diretto anche al busto o
all'addome.
Tecniche di calcio
Esistono diverse tecniche di calcio nella kickboxe; di queste alcune
vengono considerate fondamentali, altre sono varianti o tecniche speciali
che possono essere utilizzate in combattimento. Ad ogni modo, le tecniche
fondamentali di gamba utilizzate nella kickboxing comprendono il calcio
frontale, il calcio laterale ed i calci circolari:
• calcio frontale: sferrato portando la gamba al petto e poi stendendola in
avanti, per colpire con la pianta del piede, il tallone o, raramente, la punta
• calcio laterale: simile al calcio frontale ma sferrato da posizione laterale,
ruotando la gamba d'appoggio di 45º e andando a colpire con l'altra
utilizzando la pianta o il tallone
• calcio circolare o rotante: sferrato muovendo la gamba con una traiettoria
-appunto- circolare, colpendo con la tibia o con il collo del piede. Viene
realizzato torcendo tutto il corpo, a partire dal piede d'appoggio che,
nell'esecuzione, ruota di 45º in avanti nella direzione del movimento. Può
essere diretto alle gambe dell'avversario, e si parla in questo caso di calcio
basso (low kick), al fianco (calcio medio o middle kick) o, infine, al volto
(calcio alto o high kick)
Altre tipologie di calci comprendono, fra gli altri, il calcio incrociato
(crescent kick), in cui la gamba compie un movimento laterale ascendente
a colpire il volto, il calcio discendente (axe kick), nel quale il movimento è
opposto a quello del crescent kick e il piede cade dall'alto verso il basso e
lateralmente, usato solitamente per aprire la guardia avversaria, o il calcio
ad uncino (hook kick) che consiste nel colpire con una traiettoria di rientro
effettuando una rotazione di 360º (di pianta piede o tallone).
FULL CONTACT
Storia
Negli anni settanta si erano diffuse varie arti marziali nei cui incontri i
colpi dovevano essere controllati e l'azione doveva spesso essere interrotta
dopo i colpi stessi. Per rendere più spettacolare i combattimenti vennero
inizialmente inventate due nuove discipline: il "Point Karate" negli USA e
il Semi-contact in Europa. In questi sport gli atleti indossano protezioni
(inventate dal maestro coreano Jhoon Rhee) che permettono il contatto alla
fine del colpo, anche se è necessario fermare l'azione subito dopo.
Il campione di karate tradizionale e Point Karate Joe Lewis decise di
creare uno sport in cui, come nel pugilato, vi fosse il contatto pieno, dando
così vita al "Full-Contact Karate" o "Professional Karate". La nuova
disciplina ebbe un forte successo sia negli Stati Uniti sia in Europa. Dato
che le associazioni sportive di karate tradizionale ritenevano non corretto
associare la parola "karate" a "full-contact", ancora oggi tale sport viene
chiamato semplicemente Full-Contact.
Oltre al Semi-Contact vi è il "Light-Contact" in cui non è permesso
mettere a pieno segno i colpi e quindi neanche il KO. Come nel FullContact, però, l'azione non viene interrotta.
Differenti forme di Full contact
Full contact point karate
Una variante di Full contact è denominata Full contact point karate. È
molto similare alle competizioni di karate e si differenzia dal semi-contact
e dal light contact in quanto l'arbitro può squalificare per contatto
eccessivo. L'incontro viene interrotto dopo ogni colpo portato a bersaglio.
Questa forma di competizione di Full Contact Karate si trova
principalmente nel Nord America dal quale ha origine, ed ha un seguito
anche in Europa. Essa è similare al formato di competizione usato nel
taekwondo, e nelle competizioni di Karate sportivo che utilizzano queste
regolamentazioni che spesso non si distinguono fra di loro per il
regoolamento di gara.
American full contact karate
Un secondo formato di competizione è l'American full contact karate.
Sviluppatosi negli USA tra gli Anni '60 e l'inizio degli anni '70, ha preso in
prestito regole e schemi tipici della boxe occidentale adattandolo. Il
combattimento continua nonostante il punteggio e li stessi punti vengono
contati a fine incontro. Le protezioni consistono nell'impiego di guantoni,
calzari per i piedi, paratibie ect. Come orientamento l'American full
contact non permette i calci sotto la vita e l'uso dei gomiti e delle ginocchia
per colpire.
Knockdown Karate
Un altro maggiore formato sportivo di full-contact karate è conosciuo
come knockdown karate o qualche volta denominato Japanese full contact
karate. Questo stile di sport da combattimento è stato sviluppato per la
prima volta nella seconda metà degli anni 60 in Giappone
dall'organizzazione Kyokushinkai karate, fondata da Masutatsu Oyama.
Nel combattimento tradizionale nessuno dei due combattenti porta alcun
tipo di protezione se non la conchiglia (Anche se qualche volte delle
regolamentazioni locali presentano delle eccezioni), ma è comunque un
combattimento a nocche scoperte. Pugni al viso ed inguine e attacchi uniti
sono proibiti. ma tutti i colpi con le nocche scoperte e con i gomiti al corpo
ed ai fianchi (ad eccezione dei colpi uniti), e calci (incluse le ginocchiate)
gambe, braccia, corpo, e al volto sono consentiti, come del resto anche le
spazzate. un punto è realizzato solo quando si è messo a tappeto
l'avversario, o lo si è immobilizzato, o con una spazzata e controlled
follow-up per un mezzo punto, e, a meno che non ci sia una spazzata od un
knockdown, il combattimento è continuo. Al contrario dell'American full
contact karate non si contano i colpi andati a segno, ma solo gli effetti dei
colpi.
Gloved Karate
Un recente sistema di full contact karate è il Gloved Karate o Karate
Gloved. Qualcuno lo chiamava anche Shin-karate/Shinkarate (o "new"
karate, in una traduzione parziale) dependentemente dallo sport
organizzatore e dai promotori.[1] Questo sistema ha origine in Giappone
dove è divenuto un sport dilettantistico e popolare per combattenti di
karate che desiderano entrare kickboxing professionale. Fuori del
Giappone ha guadagnato del momento in Europa. Le regole prendono
spunto da quelle di atterramento del Karate, ma si modificarono con
l'introduzione dei guantoni da boxe che permettevsno di colpire al volto.