Elementi di primo soccorso - Distretto Carso

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Elementi di primo soccorso - Distretto Carso
Protezione Civile - Regione Friuli Venezia Giulia
Protezione Civile - Regione Friuli Venezia Giulia
Corso base per volontari di protezione civile
M2. Preparare l’emergenza
Elementi di primo soccorso
In questa lezione apprenderai:
o
Come agire in caso ci si trovi ad affrontare una situazione in cui sia necessario
prestare un primo soccorso a una o più vittime.
o
Quali sono le più comuni procedure di primo soccorso.
o
A riconoscere se una vittima è in pericolo di vita e le più semplici operazioni da
effettuare in attesa dei soccorsi
o
Quali sono le misure sanitarie fondamentali per il mantenimento della salute pubblica
nel post-emergenza
Il timore è uno stato d’animo normale quando ci si trova di fronte ad una scena drammatica come quella di un
intervento di primo soccorso. Le domande e preoccupazioni che in genere ci si pone sono:”che devo fare?” e “e
se sbaglio a fare le manovre di rianimazione, cosa succede?”. Per tenere sotto controllo le emozioni ed essere
in grado di intervenire nel modo più corretto ed efficace può essere utile avere ben presente uno schema di
azione da seguire in questi casi.
Valutazione iniziale – restare calmi
La prima cosa da fare appena giungi sul luogo è cercare di restare calmo, guardarti in giro e farti una visione
d’insieme della situazione. Questa panoramica ti fornirà un’impressione della situazione globale incluso il
numero potenziale delle vittime coinvolte, e possibilmente anche della gravità dei loro traumi. In questo modo
sarai in grado di fare una stima iniziale del tipo di aiuto necessario per gestire la situazione.
Osservare cosa può essere successo è importante perché consente di supporre cosa può essere successo alle
vittime e quindi comportarsi di conseguenza.
Es.: Se in un locale trovo una persona a terra e vi è una scala appoggiata al muro posso pensare che:
- l’infortunato ha avuto un malore prima di salire sulla scala;
- l’infortunato è caduto dalla scala
la condizione più critica è la seconda, se non ci sono elementi per escluderla, è necessario comportarsi di
conseguenza.
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Laboratorio e-Learning (LabeL)
Università di Udine
Elementi di primo soccorso
a cura di D.Bellè
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M2. Preparare l’emergenza
Cosa fare
Proteggere
La prima cosa da fare è proteggere te stesso, la persona a cui stai prestando soccorso, ed eventuali altre
persone presenti. Di conseguenza è importante verificare che non ci siano pericoli imminenti ed eventualmente
fare quanto possibile per rimuoverli o evitarli.
Es: Nel caso di incidente automobilistico non si dimentichi di indossare l’apposito giubbetto catarifrangente e di
segnalare la propria presenza e quella delle vittime.
Se sono presenti persone non qualificate è meglio allontanarle (anche con un atteggiamento autoritario) o
trovargli qualcosa di utile da fare.
Ogni secondo guadagnato dall’equipaggio di soccorso può essere determinante per limitare i danni
all’infortunato o addirittura ad evitargli la morte. Il tempo di attesa può essere utilmente utilizzato per dare
agibilità alla zona liberando un percorso di accesso per i soccorsi. Lo puoi fare in prima persona nel caso tu non
sia impegnato nel soccorrere direttamente la vittima o puoi chiedere alle altre persone presenti di farlo.
Avvertire
La comunicazione iniziale è spesso il messaggio più importante in una situazione di emergenza perché definisce
il livello emozionale ed operativo per tutto ciò che seguirà. Nel fornire il primo rapporto usa un linguaggio chiaro
(non codici o abbreviazioni), sii conciso e calmo e non gridare. L’obiettivo è quello di dare al centro preposto alle
comunicazioni una sintetica immagine verbale della scena.
•
Chi chiamare? In Italia va chiamato il Soccorso Sanitario al numero 118
•
Cosa dire? Di solito è l’operatore del 118 che pone le seguenti domande:
o
Chi chiama?
o
Quale è il suo n° di telefono? (la centrale del 118 è in grado di vedere il numero di cellulare di
chi chiama anche se identificativo è nascosto)
o
Qual è il luogo dell’incidente?
o Che cosa è accaduto, quali pericoli sono presenti ?
o Quali sono le condizioni generali?
o Quante sono le persone coinvolte?
Prima di iniziare, respira a fondo, cerca di concentrarti e calmare la tua voce.
Soccorrere
Ci sono tre fasi di morte dovuta a trauma:
fase 1: la morte sopraggiunge nel giro di minuti come risultato di danni estesi e irreversibili ad organi vitali
fase 2: la morte sopraggiunge in qualche ora come risultato di un eccessivo sanguinamento
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M2. Preparare l’emergenza
fase 3: la morte sopraggiunge in molti giorni o settimane come risultato di infezioni o complicanze dei traumi
riportati
Le ricerche indicano che più del 40% delle vittime nella seconda o terza fase del trauma potrebbero essere
salvate se vengono fornite loro tempestivamente dei trattamenti piuttosto semplici.
Nota: Se ci si trova in presenza di un numero elevato di vittime il primo passo è dire alle persone
che possono alzarsi e camminare di spostarsi in un’area specifica:
Se le vittime possono alzarsi e camminare probabilmente non sono in pericolo di vita.
Per rendere la situazione più facilmente gestibile si chiede alle vittime che possono camminare di
lasciare il luogo nel quale si è verificato l’evento e spostarsi in una specifica area sicura.
Se le vittime si lamentano di avvertire dolore mentre tentano di camminare o semplicemente
muoversi, non forzarle a farlo. A questo punto ci si può concentrare sulle vittime che sono
rimaste sul posto.
Cosa non fare
È importante prima di tutto evitare di compiere operazioni che potrebbero aggravare lo stato della vittima:
La persona ferita non va mai spostata, sollevata, girata o fatta alzare in piedi, soprattutto nel caso che il danno
sia stato provocato da una caduta oppure da uno scontro: eventuali lesioni interne o fratture della colonna
vertebrale potrebbero aggravarsi e compromettere irrimediabilmente la sopravvivenza della persona. Solo in
caso ci sia una situazione di imminente pericolo puoi rimuovere il ferito o fargli assumere la posizione di
sicurezza.
Non mettere a repentaglio la tua sicurezza. La cronaca riporta frequentemente eventi quali: automobilisti che,
nel fermarsi a soccorrere vittime di incidenti, vengono travolti a loro volta dalle auto di passaggio, oppure
persone di persone entrate in cisterne contenenti esalazioni letali che muoiono insieme ad uno o più dei propri
soccorritori, di persone annegate nel tentativo di salvarne altre ecc.
Non muovere l’infortunato se non è indispensabile. La persona ferita non va mai spostata, sollevata, girata o
fatta alzare in piedi, soprattutto nel caso che il danno sia stato provocato da una caduta oppure da uno scontro:
eventuali lesioni interne o fratture della colonna vertebrale potrebbero aggravarsi e compromettere
irrimediabilmente la sopravvivenza della persona. Solo in caso ci sia una situazione di imminente pericolo potete
rimuovere il ferito o fargli assumere la posizione di sicurezza.
Non dargli da bere, specialmente alcolici. Dar da bere ad un infortunato è quasi sempre sconsigliato, mai
comunque somministrare alcolici che oltretutto peggiorano lo stato di shock aggravando eventuali emorragie.
Non caricare l’infortunato su un’auto di passaggio. Può essere molto pericoloso non sapendo come
potranno evolvere le condizioni del trasportato e quanto il trasporto stesso con un mezzo non idoneo potranno
influire su di esse.
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Come soccorrere chi è in pericolo di vita
Compito del volontario di protezione civile è essenzialmente essere di supporto al personale specializzato o
comunque ai volontari delle associazioni del settore sanitario (Croce Rossa, Croce Verde, S.O.G.IT. ecc..) che
possiedono una preparazione specifica in campo medico. È comunque importante che il volontario di protezione
civile, come anche il semplice cittadino, conosca alcuni elementi base delle procedure di primo soccorso.
Rianimazione cardiopolmonare – ABC
La rianimazione cardiopolmonare è una tecnica di primo soccorso che può - in alcune circostanze - essere
determinante per salvare la vita di un infortunato. Viene spesso utilizzato l'acronimo BLS, dall'inglese Basic Life
Support. La tecnica di BLS è basata innanzitutto sulla rigida applicazione di una procedura che viene
denominata ABC, dalle iniziali delle parole inglesi Airway (apertura delle vie aeree), Breathing (respirazione),
Circulation (circolazione sanguigna). Al primo posto comunque vi è il controllo dello stato di coscienza.
Il BLS è la tecnica di base da applicare quando il paziente:
•
ha perso conoscenza e
•
ha un arresto respiratorio e
•
ha un arresto cardiaco.
Per applicare la procedura ABC non è necessario essere specialisti nel campo medico ma serve saper fare la
respirazione a bocca a bocca e il massaggio cardiaco. E’ necessario quindi aver partecipato almeno ad uno
specifico corso di primo soccorso.
Triage
Il Triage è nato per affrontare le grandi emergenze dove sono coinvolte più persone infortunate con differenti
situazioni cliniche. Questo sistema permette di classificare l’intervento da effettuare in base alla situazione
clinica, di stabilire di conseguenza la priorità dell’evacuazione e di impostare della terapia ed il ricovero
nell’ambiente più adeguato.
Esistono diversi tipi di Triage:
- Triage extraospedaliero, effettuato dai soccorritori;
- Triage di centrale, effettuato dal personale della Centrale Operativa;
- Triage intraospedaliero o di Pronto Soccorso, effettuato dal personale infermieristico dedicato o
specificatamente formato.
Esistono molte metodiche di triage da applicare "sul campo" in occasione di una catastrofe o di una maxiemergenza in cui ci si trovi nella necessità di operare una prima selezione di gravità sui soggetti colpiti.
Tra questi sistemi ne un sistema di concezione italiana, il "Sistema CESIRA", e uno di derivazione
anglosassone, il "Sistema Start".
Tra questi il sistema di concezione italiana denominato CESIRA. Si tratta di una procedura applicabile da
personale sanitario che, valutando sostanzialmente l'ABC e la risposta neurologica, seleziona e suddivide
inizialmente i codici verdi (che non necessitano di trattamento), allontanandoli dalla scena del disastro e
raggruppandoli in un'area ben definita, da quelli gialli (che verranno quanto più possibile dilazionati), blu (che
NON verranno trattati), e rossi (per i quali verrà stabilita la priorità di trattamento).
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Il metodo di origine anglosassone “Triage semplice e trattamento rapido” (in inglese: Simple Triage And Rapid
Treatment - START) è stato sviluppato invece con l’intento di permettere ai primi soccorritori, non
necessariamente specializzati in campo medico, di individuare le vittime più gravemente colpite. Il metodo
permette sostanzialmente di aprire le vie aeree bloccate e fermare gravi emorragie. Quando poi arriverà nella
zona altro personale di soccorso ai pazienti verrà fatto un nuovo triage, saranno trattati, stabilizzati e trasportati.
Nozioni base di primo soccorso
Intendiamo illustrare qui le operazioni più semplici della procedura ABC, senza addentrarci nella respirazione
bocca a bocca e nel massaggio cardiaco. Operazioni analoghe caratterizzano anche la procedura di triage
START. La differenza principale tra i due sistemi risulta essere in questo caso il momento della valutazione dello
stato mentale: nel caso siano presenti molte vittime la valutazione dello stato mentale viene fatta alla fine per
velocizzare il procedimento di triage che non dovrebbe richiedere più di 30sec. per ciascuna vittima.
Stato Mentale
Controlla lo stato della vittima chiedendogli di eseguire un semplice comando: “Apri gli occhi”, “Chiudi gli occhi”,
“Stringimi la mano”. Le vittime in grado di seguire questi semplici comandi e che abbiano una respirazione e
circolazione
adeguata
non
sono
in
immediato
pericolo
di
vita.
Se la vittima non risponde scuotila leggermente (fare attenzione nel caso di vittime d’incidente perché si
potrebbero aggravare le lesioni). Se lo scuotimento non ha effetto prova con uno stimolo doloroso (es.: pizzicotti
su parti sensibili). Se la persona non reagisce, o reagisce in maniera disordinata e non mirata ad allontanare il
dolore, è da supporre che sia in coma e quindi in grave pericolo di vita.
La persona incosciente è a rischio di soffocamento e va sempre posta in posizione laterale di sicurezza, tranne
in caso di sospetta lesione della colonna vertebrale (e tale lesione è sempre da sospettare in caso di trauma)
Sorveglia attentamente la vittima evitando ogni parola imprudente, certi infortunati incoscienti sentono e
capiscono quanto si dice intorno a loro.
Apertura delle vie aeree
Se la vittima respira devi determinare la frequenza della respirazione. Le vittime con frequenza di respirazione
maggiore di 30 inspirazioni al minuto stanno mostrando uno dei principali sintomi di shock e necessitano di
assistenza immediata.
Se la vittima non respira, libera rapidamente la bocca da eventuali corpi estranei.
Nota: Il trattamento di traumi alla colonna cervicale può essere ignorato solo nel caso in cui ci sia un numero di
vittime molto maggiore del numero dei primi soccorritori. È infatti l’unico caso in cui ci può non essere tempo per
stabilizzare propriamente la colonna di ogni vittima che abbia subito dei traumi.
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Apertura delle vie aeree e posizione di sicurezza
•
Se l’infortunato ha gli occhiali dovete levarglieli prima di muovere la testa per evitare lesioni
agli occhi.
•
Slacciare tutto ciò che stringe (colletti, cravatte, cinture).
•
Eseguire la manovra di iper-estensione del capo e sollevamento del mento. (vedi riquadro
successivo)
•
Aprire la bocca della vittima e ripulirla da ogni corpo estraneo eventualmente presente (denti
rotti, vomito, ecc.), con due dita messe ad uncino, possibilmente protette da un fazzoletto.
•
Preparare un cuscino (giacca ripiegata, maglione,…) d’uno spessore pari alla metà della
larghezza delle spalle.
•
Inginocchiarsi all’altezza del torace dell’infortunato
e sistemare bene il cuscino contro la testa evitando
di muovergli lateralmente il capo.
•
Stendere perpendicolarmente al corpo il braccio che
si trova dalla parte del soccorritore.
•
Ripiegare sul torace l’altro braccio e ruotare
l’infortunato in blocco fino a farlo appoggiare sul
fianco.
•
Iperestendergli subito il capo portando all’indietro,
con precauzione, cuscino e testa.
•
Agganciare il piede dell’arto flesso al polpaccio della
gamba sottostante, in modo che il ginocchio tocchi
terra.
•
Controllare ancora una volta che il capo sia in
iperestensione e che la posizione sia stabile (se
necessario puntellarlo).
In questa posizione l’infortunato manterrà le vie aeree
libere e la lingua non ricadrà indietro. Il capo sarà
iperesteso (cioè piegato all’indietro), con la bocca aperta, così vomito e altri liquidi potranno
defluire
liberamente
da
essa.
La posizione degli arti permette di mantenere il corpo in posizione stabile e comoda.
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Asportazione del materiale estraneo visibile
APERTURA DELLA BOCCA, con il dito dietro i denti, se è presente tono
muscolare;
RIMOZIONE con le dita indice e medio coperte da un panno, se si tratta di liquidi,
o utilizzate come pinza o uncino, se si tratta di solidi.
Precauzioni:
•
fare attenzione alla possibilità di essere morsi
•
non ruotare la testa lateralmente e non flettere il collo;
Manovra iper-estensione del capo e sollevamento del mento
La posizione del collo in flessione facilita l'ostruzione da parte della lingua,
non più sostenuta dalla contrazione muscolare.
In questa situazione occorre subito praticare la manovra di iper-estensione
del capo e sollevamento del mento (in inglese: head tilt - chin lift), che
consente di spostare la lingua verso l'alto, rendendo possibile il passaggio
dell'aria
Per realizzare la manovra:
o
Appoggiare una mano sulla fronte della vittima e applicare una
pressione ferma all'indietro per inclinare la testa.
o
Posizionare le dita dell'altra mano sotto la parte ossea del mento.
o
Sollevare il mento in avanti e sostenere la mandibola, per piegare la
testa indietro. Questa posizione riporterà la lingua in avanti, liberando
meglio le vie aeree.
La trazione del mento è il metodo preferenziale per i soccorritori inesperti.
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Precauzioni:
•
Le dita non devono premere in profondità nel tessuto molle sotto il mento perché potrebbero
ostruire le vie aeree.
•
Non usare il pollice per sollevare la mandibola.
•
La bocca non deve essere chiusa.
•
Se la vittima ha la dentiera, questa non deve essere rimossa subito, in quanto rappresenta
un sostegno per le guance e le labbra, che facilita la respirazione artificiale. Inoltre la mano
posta sul mento la mantiene in sede. Va rimossa solo nel caso in cui si sia spostata o
interferisca con le manovre di rianimazione.
[ Le illustrazioni sono tratte da: P.Safar N.G.Bircher, Rianimazione cardio-polmonare e cerebrale
Edizione Italiana a cura di M.L.Bozza Marrubini , Raffaello Cortina Editore ]
Circolazione
Il metodo migliore per controllare la circolazione (per verificare se il cuore è in
grado di far circolare adeguatamente il sangue) è controllare le pulsazioni al
polso.
Il punto in cui sentire le pulsazioni non è largo e può essere difficile
individuarlo sul polso. Il polso radiale si sente sul lato del polso
corrispondente al palmo della mano, tra la linea mediana e l’osso del radio
(quello dalla parte del pollice per intenderci). Per controllare il polso metti
l’indice ed il medio sulla cunetta del polso alla base del pollice. Poi falle
scivolare verso la fossetta appena sotto il polso. Per controllare il polso
mantieni le dita in posizione per almeno 5-10 secondi. Se il polso è assente o
irregolare la vittima necessita di assistenza immediata.
Controllare le emorragie
L’emorragia è una perdita di sangue da ferite o lesioni in genere. L’emorragia è arteriosa
se il sangue è di colore rosso vivo ed esce a getto pulsante. L’emorragia è venosa se il
sangue è rosso scuro ed esce di continuo.
Emorragia venosa:
- Comprimere la ferita con garza sterile o con un pezzo di stoffa pulita.
- Avvolgere il tutto con una fasciatura più stretta evitando di interrompere la circolazione
sotto la fasciatura.
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-
L’arto ferito deve essere tenuto più alto del corpo in modo da ridurre l’afflusso di
sangue alla ferita.
Emorragia arteriosa:
Da fare subito:
- comprimere in un punto dell’arto fra la ferita e la radice dell’arto stesso poiché il sangue
arterioso corre dal centro verso la periferia.
- La compressione sull’arteria deve essere fatta in un punto al di sotto del quale si trovi un
piano rappresentato da un osso. È possibile schiacciare con un dito o meglio con un pugno.
- Mentre si tiene compressa l’arteria è possibile porre una fasciatura in vicinanza della
ferita e, allentando la compressione, controllare se la fasciatura è sufficiente ad
interrompere l’emorragia.
Non usare stringhe, corde, fili o lacci sottili ma in ogni caso usare fasce larghe, calze,
cravatte o cinture.
Non bloccare le fasciature con nodi ma usare un bastoncino che vi permetta di
stringere la fasciatura progressivamente.
Non tenere la fasciatura stretta per un periodo superiore ai 45 minuti. Segnate
sulla vittima in un posto ben visibile (la fronte ad esempio) l’ora esatta e i minuti in cui
avete applicato la fasciatura stretta. Superati i 45 minuti la fasciatura va allentata per 2 o 3
minuti tenendo la ferita tamponata.
Dove comprimere in caso di emorragia arteriosa:
- Arteria omerale: alla faccia interna del braccio a metà
strada tra gomito e ascella
- Arteria ascellare: nella parte anteriore del cavo ascellare
- Arteria succlavia: dietro la parte centrale della clavicola
- Arteria femorale: nella piega inguinale
- Arteria polipnea: nella parte posteriore del ginocchio
(agire con le due mani)
Emorragia interna (raccolta di sangue in cavità interne del corpo):
Informarsi se il paziente ha subito un trauma al torace e/o all’addome
I sintomi di una emorragia interna sono:
- frequenza del polso aumentata
- sudorazione e cute fredda
se il paziente è in stato confusionale, portarlo in posizione di sicurezza.
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Chiamare al più presto il soccorso medico.
Stato di shock
Lo shock è un disordine che segue a una circolazione del sangue poco efficace. Rimanere in stato di shock
porta alla morte di cellule, tessuti ed interi organi.
I principali sintomi di shock da osservare sono:
•
respiro rapido e superficiale
•
ritorno del sangue capillare maggiore di due secondi. Il ritorno del sangue capillare è quanto ci vuole al
colore normale per ritornare.
•
incapacità di eseguire semplici comandi come ad esempio “Stringi la mia mano”
•
cambiamenti nel colore della pelle.
Il corpo tende inizialmente a compensare la perdita di sangue e maschera i sintomi dello shock. Ricorda che le
vittime che hanno subito traumi non rimangono stabilmente nella stessa situazione. Il processo di shock può
continuare e diventare più serio con il trascorrere del tempo. È quindi importante ricontrollare le condizioni di
tutte le vittime per verificare dei cambiamenti nelle loro condizioni.
Come trasportare un ferito
Va sempre ricordato che spostare una persona ferita può arrecare gravi danni nel caso siano presenti lesioni
interne o fratture nella colonna vertebrale. Non cercare quindi di cambiare posizione all’infortunato finché non sia
accertata la natura delle lesioni.
In alcuni casi si rende però necessario affrontare il rischio di muovere comunque l’infortunato: quando si trova a
faccia in giù e ha bisogno di essere rianimato o ha difficoltà a respirare per la presenza di acqua o fango;
quando la respirazione è ostacolata dal rilasciamento della lingua o dalla presenza di vomito o di altri materiali
organici; quando c’è il pericolo di un incendio, di una esplosione, ecc.
In ogni caso la vittima deve essere spostata nel senso della lunghezza, non di fianco, mantenendo la testa
immobilizzata ed allineata col collo e col dorso. Se possibile va infilata sotto una coperta o un indumento lungo
con il quale poterla trascinare. Se la vittima deve essere sollevata, non va alzata soltanto la testa e i piedi ma è
importante sollevare insieme tutto il corpo, in modo da mantenerlo sempre dritto.
Se un ferito deve assolutamente essere trasportato va fatto con una barella, anche improvvisata. E’ possibile
realizzare una barella con un'asse larga, una porta, oppure bastoni e giacche (i bastoni devono essere infilati
nelle maniche rovesciate all'interno di giacche che poi vengono abbottonate).
Un ferito grave non va mai trasportato in automobile.
Lavorare in una situazione in cui sono presenti numerose vittime
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Se non sei la prima persona a raggiungere il luogo in cui si è verificata l’emergenza assicurati, prima di
cominciare a darti da fare, che quanto è accaduto sia stato adeguatamente segnalato e segnala la tua presenza
nel luogo ai tuoi superiori. Molte eventi stanno accadendo simultaneamente e chi organizza i soccorsi saprà dirti
dove le tue capacità di prestare soccorso saranno meglio utilizzate.
Oltre alla prima valutazione della situazione, al segnalare accuratamente e chiaramente la situazione, chi presta
i primi soccorsi può essere chiamato a partecipare in molti altri modi.
Non appena il personale di soccorso specializzato arriva sul posto, il tuo compito è di segnalare accuratamente
quanto individuato alla persona incaricata.
Dopo aver riportato queste informazioni ti potranno essere indicate altre necessarie attività in cui prestare la tua
opera: occuparti delle vittime, aiutare a spostarle, o collaborare al loro trasporto con l’ambulanza o l’elicottero.
Considerazioni di salute pubblica
Quando le vittime di un disastro hanno trovato sistemazione per ricevere i necessari trattamenti, la salute
pubblica diventa una delle maggiori preoccupazioni. Devono essere prese misure per evitare il propagarsi di
malattie.
Le principali misure di salute pubblica includono:
•
mantenere un’igiene appropriata
•
evitare la diffusione di malattie
•
purificare l’acqua (se necessario)
Mantenere l’igiene
E’ importante mantenere un’igiene appropriata anche in condizioni di fortuna.
Alcune semplici raccomandazioni di igiene:
•
lava frequentemente le mani con acqua e sapone. Il lavaggio dovrebbe durare almeno 12-15 secondi e
dovrebbe essere fatto possibilmente con un detergente antibatterico.
•
se hai a che fare con feriti indossa sempre dei guanti in lattice.
•
evita il contatto con i fluidi corporei. Lava immediatamente le parti che ne vengono accidentalmente in
contatto con acqua e sapone o con una soluzione disinfettante.
Evitare la diffusione di malattie
•
•
•
controlla dove vengono gettati oggetti che possono essere fonte di batteri (guanti di lattice, vestiti ecc…)
butta i prodotti di scarto in sacchetti di plastica, lega i sacchetti e contrassegnali come rifiuti medici. Tieni
questi rifiuti separati da altri rifiuti e considerali come rifiuti pericolosi.
sotterra i rifiuti fisiologici.
Purificazione dell’acqua
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M2. Preparare l’emergenza
Durante un’emergenza una delle prime cose che vengono a mancare è proprio l’acqua potabile. E’ possibile
purificare l’acqua per bere, cucinare e usi medici facendola bollire per almeno un minuto oppure usando delle
apposite sostanze insapori.
I soccorritori non devono mettere sulle ferite nient’altro che acqua purificata. Solo il personale medico
specializzato può decidere l’uso di altre soluzioni (ad esempio di disinfettanti).
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