La madre coraggio che ha sconfitto il colosso svizzero Godzilla

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La madre coraggio che ha sconfitto il colosso svizzero Godzilla
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In nome del figlio
Sotto, un ritratto di Linda Gillick
con il figlio Tom, nato nel ’79 con
un blastoma, un tumore maligno
che ha origine dalle cellule del
sistema nervoso. Pure ad altri
bambini di Toms River sono stati
diagnosticati tumori e malattie
La
storia
IL CAFFÈ
11 maggio 2014
attualità
Nel 1952 a Toms River, città di 90
mila abitanti del New Jersey, si
insedia la Ciba Geigy di Basilea.
E anni dopo si scopre una
drammatica verità. Da una falda
dello stabilimento fuoriescono
scorie tossiche. Si contano 69 casi
di cancro tra i bambini. Ma una
donna sfida la multinazionale...
La madre coraggio
che ha sconfitto
il colosso svizzero
FRANCO ZANTONELLI
S
Sul New York Times
la lunga battaglia legale
Il giornalista del New York
Times Dan Fagin (nella foto in
alto) che nel suo libro “Toms
River: Story of Science and
Salvation”, ha raccontato la
battaglia contro la Ciba Geigy
(sopra una immagine della
fabbrica). E ha vinto il Premio
Pulitzer 2014
embra il soggetto di un legal
thriller di John Grisham o Scott
Turow. Quelle storie di abusi da
parte di grandi gruppi industriali
a danno di una comunità, che
dopo anni riesce ad ottenere
giustizia. È tutto in un libro di
grande successo negli Stati Uniti, che è valso al suo autore, Dan
Fagin, giornalista del New York
Times, il premio Pulitzer 2014.
“Toms River: Story of Science
and Salvation”, racconta una vicenda che inizia nel 1952, quando un colosso svizzero della chimica, la Ciba Geigy, nel frattempo confluita, insieme a Sandoz,
nella Novartis, si insediò in una
città di circa 90 mila abitanti del
New Jersey, la stessa che dà il titolo al libro, che si trova sulle rive
dell’Oceano. L’azienda elvetica,
a Toms River, realizzò una fabbrica tessile, creando posti di lavoro, con tutto quello che ne
consegue, compreso un cospicuo aumentò del gettito fiscale.
Inoltre, per farsi benvolere, finanziò l’ampliamento dell’ospedale e regalò un campo da golf
agli appassionati della zona.
Era giustificata, insomma,
almeno agli inizi, la soddisfazione degli abitanti per l’apertura di
quello stabilimento industriale.
Con il tempo, tuttavia, a quella
soddisfazione fece da contraltare un altro aspetto, decisamente
meno gradevole. L’altra faccia
della medaglia
erano le scorie
tossiche che, fino
al 1966, dagli impianti della multinazionale fuoriuscirono nella
falda
freatica provocando, secondo
quanto accertato
successivamente
da uno studio
approfondito, 69
casi di cancro tra
i bambini. Come
Gabrielle Pascarella, morta a 14 mesi, per una
rara forma di linfoma. Oppure
Landy Lynnworth, stroncato appena 18 enne da un tumore al
cervello. La Ciba, per porre rimedio alla contaminazione
dell’acqua, realizzò una conduttura sotterranea che convogliava
quei veleni verso l’Oceano ma,
ormai, il danno era stato fatto. E
anche la conduttura ovviò solo
La vicenda
La nascita
Le reazioni
La scoperta
I tumori
La denuncia
L’INDUSTRIA
IL LAVORO
I VELENI
I BAMBINI
LA VITTORIA
Nel 1952 un
colosso svizzero
della chimica, la
Ciba Geigy, poi
confluita nella
Novartis, si insedia
a Toms River.
L’iniziativa della
Ciba Geigy viene
accolta con
soddisfazione.
Posti di lavoro per
tutti e un ingente
gettito fiscale
parzialmente al problema, visto
che le perdite, sia pure in misura
minore, proseguirono. “L’aumento dei tumori nei bambini,
rispetto alla media del New Jersey, è stata accertata tra il 1975 e
il 1995”, hanno potuto stabilire le
autorità sanitarie dello Stato.
“Dal ’95 in poi - hanno aggiunto
- la situazione è tornata nella
normalità”.
Guardacaso proprio in concomitanza con la chiusura dello
stabilimento. Nel frattempo l’inquinamento dell’area è stato al
centro di una procedura giudiziaria, il cui esito venne annunciato nell’ottobre del 2001.
Quando cioè Ciba e Dipartimento statunitense della Giustizia si
sono accordati per risanare la
Si scopre che dagli
impianti della
fabbrica elvetica
escono scorie
tossiche che
contaminano una
falda freatica
L’inquinamento,
secondo uno
studio dura sino
al 1966. Solo sui
bambini sono stati
accertati ben 69
casi di cancro.
zona contaminata. Il costo dell’operazione è stato di 91,4 milioni di dollari, di cui si è fatta carico la multinazionale svizzera.
“Siamo soddisfatti che Ciba Geigy abbia accettato di ripulire il
L’eroina che ha vinto
da sola la sua “guerra”
è al centro di un libro
premiato quest’anno
con il Pulitzer
sito”, il commento dei responsabili americani al momento della
firma dell’accordo. Fatto sta che
per una quarantina d’anni gli
abitanti di Toms River ingerirono, mischiata con l’acqua, una
La mamma di un
bimbo malato si
ribella. E aiutata da
un legale ottiene un
grosso indennizzo
e la bonifica di tutta
l’area inquinata.
quantità incredibile di veleni.
Come, tanto per ricordarne
qualcuno, il tricloroetilene, conosciuto anche come trielina,
che a lungo andare è corresponsabile dell’insorgere della leucemia.
Prima che le autorità facessero la loro parte fu necessario,
proprio come si è abituati a leggere nei legal thriller, che qualcuno si assumesse il compito di
scuotere le coscienze. “L’eroina
di Toms River - scrive il premio
Pulitzer Dan Fagin - è sicuramente Linda Gillick, mamma di
Tom, nato nel ’79 con un blastoma”. Ovvero un tumore maligno
che ha origine dalle cellule del
sistema nervoso. La signora Gillick convinse le famiglie della
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cittadina a martellare con continue richieste le autorità comunali, quelle della Contea e dello
Stato, perché controllassero la
qualità dell’acqua di Toms River.
E non si perse d’animo neppure
quando le risposero che “l’acqua
è buona”. O, peggio ancora,
quando la accusarono di seminare il panico, con il rischio che i
turisti disertassero le spiagge
della città nella stagione estiva.
“La Ciba Geigy dorme, il Governo dorme, anche se il verbo dormire è un eufemismo, se pensiamo al danno che ci stanno facendo”, fu la replica di quella
donna determinata nel chiedere
giustizia.
A darle una mano, a un certo
punto, arrivò Jan Schlichtmann, un avvocato specializzato in cause di questo genere, la
cui figura è stata interpretata sullo schermo dall’attore John Travolta nel film “A civil action”. Una
storia ambientata a Woburn, nel
Maryland, che ha parecchie
analogie con quella di Toms River. Anche a Woburn, infatti, una
comunità è stata costretta a lottare contro un’azienda che scaricava le proprie scorie tossiche
nell’acqua, provocando seri problemi alla salute degli abitanti.
Alla fine, grazie alla tenacia
di Linda Gillick e alle capacità
dell’avvocato Schlichtmann, si è
raggiunto l’accordo in virtù del
quale la Ciba Geigy ha risanato
l’area contaminata. Quanto alle
69 famiglie, in cui si sono registrati casi di tumore, l’avvocato
Schlichtmann ha ottenuto complessivamente un indennizzo di
40 milioni di dollari.
“Oggi - scrive il giornalista
Dan Fagin - l’acqua di Toms River è sicuramente, quella più
controllata di tutto il New Jersey”.
Sembrerebbe un lieto fine ma, in
realtà, così non è. Lo scorso anno Toms River venne investita
dall’uragano Sandy, i cui danni
sono tutt’ora visibili. Quanto a
Fagin, dopo un soggiorno a Basilea, ha scritto un duro articolo,
per il New York Times, che ha intitolato :“La prosperità tossica
della Svizzera”. Anche a Basilea,
spiega il premio Pulitzer, decine
di anni fa l’industria chimica inquinava l’acqua. Proprio come a
Toms River. “I cittadini che si sono battuti per avere un ambiente
più pulito, temono però che il ciclo inquinante sia stato spostato
da un’altra parte.”
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