il piano integrato urbano di sviluppo sostenibile
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il piano integrato urbano di sviluppo sostenibile
La Città dei Saperi Firenze presenta: INFO: Segreteria coordinamento PIUSS c/o Comune di Firenze - coordinatore Direzione Area di Coordinamento Sviluppo Urbano Via Giotto n. 4 - 50121 Firenze Tel. 0552624214 - fax 0552624042 - mail to: [email protected] http://www.piussfirenze.eu/ IL PIANO INTEGRATO URBANO DI SVILUPPO SOSTENIBILE I progetti del PIUSS di area metropolitana <La Città dei Saperi> nell'ambito del programma POR CREO - Fondi Strutturali 2007/2013 Provincia di Firenze Comune di Campi Bisenzio Comune di Scandicci Comune di Firenze - Provincia di Firenze - Comune di Campi Bisenzio - Comune di Scandicci Estratto da Documento di Orientamento Strategico per la realizzazione del Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile dell’area metropolitana fiorentina La città dei saperi Approvato il 4 marzo 2009 dalla Conferenza di Concertazione Strumento attuativo del Programma Operativo Regionale Competitività Regionale e Occupazione 2007 – 2013 Introduzione L’area metropolitana fiorentina, come molte altre a livello nazionale e comunitario, è interessata da grandi spinte al cambiamento e grandi opportunità di sviluppo. La domanda di valorizzazione strategica del potenziale di produzione culturale di questo sistema metropolitano non è nuova e, di fatto, pervade molta della documentazione di programmazione e pianificazione elaborata negli ultimi 10 anni. Per questo la scelta del Comune di Firenze di farsi promotore e coordinatore di una proposta metropolitana che coinvolge il Comune di Scandicci, il Comune di Campi Bisenzio e la Provincia di Firenze riflette la doverosa scelta di perseguire azioni sinergiche in ambito programmatorio e di dare piena esecuzione al principio di sussidiarietà. La Città dei Saperi, così è stato chiamato il Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile (PIUSS) dell’area metropolitana fiorentina, intende promuovere un programma operativo di interventi che miri a costruire un’infrastruttura di riqualificazione urbana di livello metropolitano e non può che rispondere alla strategia di valorizzazione delle potenzialità di produzione culturale dell’area metropolitana fiorentina. Il PIUSS intercomunale La Città dei Saperi intende quindi investire sulla qualità urbana, dei servizi e dell’offerta culturale, al fine di aumentarne l’attrattività. Negli ultimi anni i comuni che compongono l’area metropolitana fiorentina hanno operato alcuni importanti investimenti e azioni di riqualificazione che hanno portato, ad esempio, a progettare e avviare la realizzazione di un sistema metropolitano di mobilità su ferro e di mobilità pedociclabile, alle redistribuzioni di funzioni rare urbane (i.e. Università, Cittadella della Giustizia, Stazione di Alta Velocità, Poli di Alta Formazione), che hanno attenuato la pressione sul centro storico cittadino e le sue immediate vicinanze, hanno portato alla realizzazione di un parco lineare intercomunale, che infrastruttura a verde la sponda dell’Arno e che permette la valorizzazione di quartieri fino ad oggi periferici e lontani dalle aree chiave del sistema metropolitano, e, non ultimo, alla progressiva progettazione e il progressivo riutilizzo di immobili di pregio che si sono liberati attraverso il trasferimento delle funzioni all’esterno del centro storico e delle sue aree immediatamente prossime. Queste numerose azioni in corso disegnano un nuovo sistema urbano, di natura metropolitana, che può diventare più attraente se riesce a coniugare qualità urbana, offerta di servizi di adeguata qualità e funzioni rare competitive, opportunità di qualità della vita e attrattività turistica, offrendo quel mix di funzioni che oggi sono tipicamente in grado di produrre le più dinamiche aree metropolitane europee. Il PIUSS fiorentino, in quest’ottica, propone quindi di investire su tre grandi direttrici: la prima è incentrata sul trasferimento di funzioni chiave fuori dal centro storico e sul conseguente recupero e valorizzazione delle aree centrali che così si rendono disponibili, aree che, se debitamente messe a sistema, sono in grado di costruire nuove polarità adeguatamente attraenti sia per i turisti che per i city-users e di contribuire così ad attenuare la pressione sulle aree di maggior consumo turistico; la seconda, completando l’infrastrutturazione di una parte del parco fluviale, opera per costruire una nuova direttrice di qualità urbana, verde e accessibile con mobilità sostenibile e lenta mentre la terza, valorizzando a pieno la presenza della tranvia, integra la nuova polarità del Campus di Scandicci dedicato alla moda all’interno dell’area metropolitana, rafforzandone l’attrattività e integrandolo nelle reti del sistema metropolitano. Si tratta di un disegno che mira a costituire nuove polarità nell’area metropolitana fiorentina, che acquisisce così sempre più una dimensione multicentrica, allentando la pressione sul centro storico cittadino e creando punti di riferimento alternativi tra i quali tutti i cittadini della Città dei Saperi si possano muovere utilizzando sistemi di mobilità sostenibile e lenta (su ferro e clicopedonale) estesa a tutta l’area PIUSS e, tramite questa, orientata verso tutte le funzioni chiave del sistema metropolitano. I servizi che verranno attivati nell’ambito del Piano (dagli incubatori alle aree mercatali, ai servizi di ambito sociale e culturale) contribuiranno inoltre, in un’ottica di competitività dell’area metropolitana, ad aumentare l’accoglienza del sistema metropolitano e il suo orientamento alla integrazione sociale, innovazione e tolleranza. Nel Piano presentato in Regione e che qui viene descrittivamente riassunto si è quindi lavorato seguendo una filosofia di intervento che operasse a favore di una città orientata ad costruire un livello di qualità urbana di tipo “europeo”, che risponda alle necessità ed esigenze dei cittadini di oggi così come di quelli di domani, di tutti coloro che vivono quest’area e che ci vivono, ovverosia dei fruitori della città, i cosiddetti city-users, che, accanto ai tradizionali residenti, costituiscono moderni punti di riferimento di una città contemporanea. Riccardo Nencini Assessore al Servizio Strategie di Sviluppo e Finanziamenti Europei Comune di Firenze Comune di Firenze Provincia di Firenze Comune di Campi Bisenzio Comune di Scandicci Estratto da Documento di Orientamento Strategico per la realizzazione del Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile dell’area metropolitana fiorentina La città dei saperi Approvato il 4 marzo 2009 dalla Conferenza di Concertazione Strumento attuativo del Programma Operativo Regionale Competitività Regionale e Occupazione 2007 – 2013 3 Il PIUSS di area metropolitana fiorentina Come nasce il PIUSS di Area metropolitana fiorentina Il PIUSS si innesta in un percorso spontaneo e virtuoso di costruzione dal basso di un governo metropolitano. Questo percorso, che teoricamente nasce da riflessioni urbanistiche ormai ampiamente metabolizzate, non si era mai consolidato in scelte di pianificazione e investimento, di governo dei servizi pubblici locali, di collaborazione nella gestione dei maggiori problemi sociali, come invece sta accadendo adesso. Alla fine di un percorso fatto di riconoscimenti politici e programmatici della impossibilità di affrontare temi e problemi a livello di singolo comune metropolitano, fatto di Ambiti Territoriali Ottimali, di tavoli della Mobilità Metropolitana, di accordi di programma regionali e di molte altre esperienze, alla fine di questo percorso si può trovare la scelta strategica del sistema metropolitano di operare nella direzione strategica comune di costruire una unione di comuni. Questa scelta, contenuta nel documento peparatorio al II piano strategico, deriva dalla presa di coscienza politica e programmatoria di non poter che agire a livello metropolitano per costruire sviluppo economico, qualità della vita e, soprattutto, per realizzare quegli interventi che permettano al sistema metropolitano fiorentino di essere maggiormente competitivo. Il sistema metropolitano fiorentina non è universalmente identificato con un territorio preciso. Infatti, ne esistono sostanzialmente tre visioni; 1. La città metropolitana dell’area centrale della Toscana. Tradizionalmente, la visione dello sviluppo toscano di lungo termine, ha percepito come la forte presenza di interdipendenze produttive, pendolari, identitarie fra le aree urbane di Pistoia, Prato, Firenze ed Empoli costituiva il baricentro urbano e forse economico dell’intera regione. Questo processo di progressiva integrazione, anche se da tutti universalmente accettato e considerato plausibile, ha potuto percorrere soltanto un timido percorso condiviso, sia per le difficoltà di governance di problemi comuni che per la persistente presenza di forti identità locali. In alcuni casi, la nascita della provincia di Prato e del Circondario Empolese Valdelsa, si è assistito a scelte locali che hanno dato l’impressione di andare in direzione opposta. E, inoltre, il disegno degli ambiti ottimali di governo dei servizi pubblici locali e della gestione di alcuni dei problemi ambientali non sembra aver riconosciuto o aver domandato questa integrazione profonda. Comunque, sembra innegabile, anche alla luce delle scelte di investimento infrastrutturale, che questa sia la tendenza di lungo periodo nella struttura urbana regionale. 2. La provincia metropolitana. Anche alla luce dei molti dibattiti istituzionali sul disegno dell’istituzione Città Metropolitana come ente locale e, di conseguenza, del destino degli enti Provincia di fronte all’emergere di questa nuova istituzione, si è profondamente riflettuto, a livello locale, sulla possibilità di centrare il disegno del sistema metropolitano fiorentino sui confini dell’attuale Provincia di Firenze. In effetti, alcuni fenomeni sociali e demografici hanno giustificato l’attenzione verso questo approccio (il trasferimento di residenti da Firenze ai comuni del Mugello, l’investimento in infrastrutture viarie e ferroviarie che hanno avvicinato le varie parti della provincia al suo centro, alcune iniziative di investimento coordinate e congiunte promosse negli ultimi anni, eccetera). Ma, anche se l’attenzione appare giustificata, 4 le caratteristiche territoriali della Provincia appaiono ancor oggi molto disomogenee e, di fatto, una sua larga parte non si può considerare metropolitana (anche se alcuni residenti sono pendolari verso Firenze o scelgono di trasferirsi dove le abitazioni hanno un costo inferiore). Nonostante tutto, l’impressione è che sia difficile immaginare un’area metropolitana che vada da Marradi a Empoli. 3. La città metropolitana di prima cintura urbana. Sulla base delle riflessioni urbanistiche contenute nei diversi documenti di pianificazione urbanistica locale, sulla base di riflessioni collegate al disegno del II piano strategico, sulla base dell’esperienza di lavoro comune su temi comuni, invece, si è venuta spontaneamente a disegnare una sorta di area metropolitana naturale, costituita dal comune di Firenze e dai comuni della prima fascia metropolitana (Pontassieve, Bagno a Ripoli, Impruneta, Scandicci, Signa, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Fiesole, Vaglia, Firenze), In effetti, la continuità territoriale è innegabile e l’interdipendenza sociale, economica e nei servizi appare fortissima. Infine, tutte le scelte di investimento, soprattutto nel disegno dei servizi locali e nelle infrastrutture di mobilità, ha visto come protagonisti questo gruppo di comuni. Il secondo Piano Strategico e, di conseguenza, il PIUSS hanno individuato in questo terzo scenario il campo di azione naturale di un’azione di riqualificazione urbana e di costruzione della competitività metropolitana, coscienti del fatto che appare francamente impossibile affrontare i temi base di sviluppo di ognuno dei comuni senza agire a livello metropolitano. Il contesto di evoluzione metropolitana del PIUSS Il contesto socioeconomico Il Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile interviene secondo un approccio integrato e intersettoriale al fine di realizzare obiettivi di sviluppo economico locale e di rigenerazione urbana. Il punto di partenza statistico per l’analisi socioeconomica dell’area del PIUSS sono gli studi portati avanti nell’ambito del piano strategico, oltre le fonti statistiche ordinarie dei comuni interessati. L’analisi è concentrata a dare un quadro integrato della realtà socioeconomica del territorio interessato, mettendo in particolare in evidenza: • La potenzialità della cultura come vettore di crescita e innovazione sociale ed economica • Lo stretto legame esistente tra cultura, formazione e innovazione • La potenzialità della formazione quale perno del sapere e del saper fare. L’analisi in questo senso riguarda cinque aspetti principali: • Ambiente, territorio e qualità della vita • Accessibilità e infrastrutture • Popolazione e migrazione • Economia e innovazione • Cultura, turismo e società della conoscenza. Circa l’Ambiente, territorio e qualità della vita, lo sviluppo urbano è storicamente policentrico; nel tempo, i piccoli centri hanno teso a saldarsi intorno al capoluogo, sia per un decentramento dei servizi e delle attività distrettuali, sia per un allontanamento delle residenze dal comune centrale. Il risultato ha portato oggi a una forte urbanizzazione che da Firenze si sviluppa lungo due assi occidentali (in direzione di Prato e di Empoli). Nell’area metropolitana, sono Calenzano e Signa i comuni che prevedono la massima espansione degli edifici a uso residenziale, mentre la densità della città di Firenze, e in particolare quella di Scandicci, sono rilevanti. 5 A livello nazionale, Firenze si situa agli ultimi posti tra le città metropolitane circa la disponibilità di verde urbano. Sul lato ambientale, la principale fonte d’inquinamento è data dai trasporti, con un sovrautilizzo del mezzo proprio e l’insufficiente utilizzo del trasporto pubblico. Si pensi che per la consistenza del parco autobus, Firenze figura al 2° posto in Italia, mentre la città scivola all’ottavo posto per numero di passeggeri trasportati ogni anno. Circa i rifiuti, gli sforzi fatti dalle amministrazioni sono invece rilevanti per quanto la raccolta differenziata (ad esempio Scandicci è il Comune che ha la percentuale di differenziata più alta del Centro Italia). Circa gli investimenti per i servizi alla persona, la spesa sociale per abitante è mediamente pari a 186 euro: al di sopra della media si trovano le città del nord, compresa Firenze (198 euro). I dati dell’ultimo decennio sono confortanti anche per quanto riguarda la sicurezza, con un calo dei reati consistente a dispetto di una generale diffusione del senso d’insicurezza. Circa le infrastrutture immateriali, la percentuale di domini internet rispetto al totale nazionale è del 4,74%, dopo Milano (13,41%) e Roma (8,44%). A livello di ranking, Milano, Roma e Firenze occupano rispettivamente la terza, quarta e quinta posizione; 4° posizione per quanto riguarda la penetrazione di internet a livello generale (imprese, associazioni, individui), mentre al secondo posto per servizi di connettività alle aree metropolitane (dopo Milano) e 6° posizione invece occupa Firenze circa i punti di accesso wireless (hot spots). Il contesto territoriale Negli ultimi 15 anni, tramite un sostanziale accordo interistituzionale, l’area metropolitana fiorentina ha governato il suo riposizionamento geostrategico e la sua vocazione allo sviluppo economico disegnando alcuni percorsi di investimento e di riassetto territoriale. Questo riposizionamento è dovuto a due importanti fenomeni; 1. L’evoluzione del sistema infrastrutturale europeo e nazionale Il percorso di costruzione delle grandi direttrici europee di trasporto, che nasce alla fine degli anni ‘80, ha interessato l’Italia concretamente con l’approvazione del Piano Nazionale dei Trasporti nella prima metà degli anni ‘90 e con il conseguente finanziamento del potenziamento delle infrastrutture autostradali principali e con la costruzione della rete delle ferrovie ad Alta velocità / Capacità. Queste scelte hanno riposizionato l’area metropolitana fiorentina, rendendola più competitiva in termini di accessibilità e di potenziale di interazione con altre aree metropolitane rilevanti (Milano, Bologna, Roma). Gli snodi ferroviari e viari che, dunque fanno riferimento a Firenze e ai comuni dell’immediata fascia urbana, costituiscono la porta dell’intera regione e, dunque, hanno rideterminato il disegno delle infrastrutture regionali e della strategia regionale di competitività attraverso il disegno di una vera e propria piattaforma logistica regionale (la cui importanza e centralità è chiaramente espressa nel PIT, sin dalle sue premesse). Quindi, l’area metropolitana di Firenze non è più una degli insediamenti urbani Toscani fra gli altri ma, in prospettiva, una delle aree metropolitane meglio accessibili d’Italia e fortemente orientata ad attrarre investimenti, funzioni, turisti, residenti, nel contesto delle nuove e dinamiche aree urbane d’Europa. 6 2. L’esaurirsi della spinta della industrializzazione che tradizionalmente ha caratterizzato gli ultimi 50 anni dell’economia locale e la progressiva terziarizzazione della struttura del reddito Seppure in estrema sintesi, si deve sottolineare come la natura industriale del sistema metropolitano fiorentino si è profondamente modificata negli ultimi 20 anni. Imprese di medie e grandi dimensioni sono scomparse o si sono profondamente ridimensionate; il sistema dell’artigianato e della piccola imprese integrato con i distretti toscani si è ridotto e, in alcuni casi, scomparso; nuove realtà produttive sono emerse e si sono affermate ma in un contesto di struttura produttiva diverso, maggiormente orientato all’innovazione e meno collegato con le strutture distrettuali classiche; progressivamente, le funzioni istituzionali, amministrative e terziarie si sono potenziate e, inoltre, note attività produttive sono nate e si sono sviluppate nei settori tipici del terziario, del turismo, del commercio, della ristorazione. Infine, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni ‘90, si è assistito ad macrodimensionamento del settore dell’edilizia e delle costruzioni, sia per effetto di un boom della domanda edilizia che per effetto dell’apertura dei grandi cantieri infrastrutturali (che si chiuderanno non prima del 2015) Questi due fenomeni hanno provocato il profondo modificarsi della struttura urbana metropolitana e il suo collegamento con le dinamiche dello sviluppo economico e della competitività metropolitana. Infatti, in un contesto diverso da quello tradizionale del sistema metropolitano fiorentino degli anni ‘70 e ‘80 (tutte le funzioni chiave localizzate nel centro storico di Firenze e, sostanzialmente, la residenzialità localizzata nei quartieri e nei comuni periferici), si sono affermati tre grandi trend di evoluzione metropolitana: A. Il trasferimento e potenziamento di funzioni e ruoli dal centro storico di Firenze verso aree in passato periferiche, che hanno lasciato molti vuoti urbani in immobili e aree di prestigio Le direttrici di redistribuzione e potenziamento delle funzioni si accompagnano al riutilizzo di aree ex industriali oppure, come nel caso di Scandicci, ad un processo di riordino urbanistico complessivo che “travolge” la vecchia immagine della cittadina e che la integra nel tessuto metropolitano. Il centro storico di Firenze, seppure mantiene un grande potere di attrazione e il suo ruolo simbolico, perde la sua centralità geografica e logistica che tende a spostarsi verso ovest, lungo l’Arno e lungo la Green Way. I vuoti del centro storico, che mano a mano si rendono disponibili, diventano occasioni di riqualificazione e di investimento per l’insediamento di funzioni rare e attrattori maggiormente coerenti con la vocazione turistica, culturale, residenziale e commerciale del Centro Storico dell’area metropolitana. In questo PIUSS verranno interessati l’ex carcere delle Murate, l’ex Caserma della Guardia di Finanza di S. Orsola, l’area ex Leopoldine di Piazza S. Maria Novella, l’area ex Specola, l’area ex ferroviaria della Leopolda. B. L’investimento in un sistema metropolitano di mobilità sostenibile, principalmente su ferro, ma anche ciclabile e pedonale A partire dalla prima metà degli anni ‘90, su spinta principale del Comune di Firenze, il sistema metropolitano ha cominciato a pensare ad un sistema di mobilità alternativo a quello a motore e individuale. Infatti, come da tutte le statistiche risulta, l’area metropolitana fiorentina è fra quelle con il tasso maggiore di presenza di auto e mezzi a motore in funzione della popolazione. Inoltre, il combinato disposto della mancanza di una tangenziale al sistema metropolitano e della difficoltà a disegnare una viabilità alternativa al sistema dei viali che circondano il centro storico di Firenze ha determinato un abbassamento progressivo della qualità della vita e della vivibilità dell’area metropolitana. Con l’accordo di programma siglato dagli enti locali Toscani con le Ferrovie dello Stato (Trenitalia) per la realizzazione del sistema di alta velocità, si sono resi utilizzabili per il traffico ferroviario locale alcuni dei binari che oggi sono normalmente utilizzati per la circolazione ferroviaria di lunga percorrenza. Questo, 7 integrato con la decisione di costruire un sistema di trasporto su ferro di tipo metropolitano (riprendendo esempi di successo come quello di Stoccarda), ha permesso di ridisegnare il sistema di trasporto locale sostenibile, offrendo l’opportunità di costruire un vero e proprio sistema di mobilità sostenibile alternativo all’auto. Questo percorso cambierà profondamente l’area metropolitana e permetterà una vivibilità “europea” in molte aree del sistema metropolitano. L’area chiave di interscambio locale diventerà, per diversi anni, il sistema Leopolda – Porta al Prato, dove giungerà la principale prima linea di tranvia e dove è stata aperta la prima effettiva linea di ferrovia metropolitana nella direttrice Empoli-Firenze. Quest’area è anche quella dalla quale si dipartono molte delle potenzialità di mobilità lenta e sostenibile, tramite percorsi pedonali e ciclabili. Si potrà percorre tutto il centro storico, e avviarsi verso i quartieri est e sud, ma, anche, entrare nel parco delle Cascine (e nel suo nuovo polo musicale ed artistico) percorrendo il parco lungo l’Arno che arriva fino a Signa. Come si nota, il vero centro di interscambio e di intermodalità si sposterà verso Ovest. E questo spostamento sarà ancora rafforzato dalla realizzazione della stazione Alta Velocità e dalle linee tranviarie 2 e 3 che collegheranno l’ospedale di Careggi e l’Aeroporto con il nuovo sistema di mobilità locale. C. lo sviluppo del tessuto connettivo verde lungo l’Arno, vera e nuova Green Way centrale della nuova qualità urbana. Come in molte città europee, soltanto tramite un intervento urbano che crei nuove direttrici di vivibilità si riesce a suscitare un cambiamento urbano reale. Molti sono gli esempi in grandi e piccole città (Lille e Barcellona, per esempio). L’occasione dell’area metropolitana fiorentina è rintracciabile nella direttrice verde lungo l’Arno che, da Rovezzano e Bagno a Ripoli, seguendo le due sponde e attraversando parchi e giardini, centro storico e aree ad alta vivibilità, raggiunge i quartieri periferici lungo la Pistoiese, Campi Bisenzo, Scandicci e Signa. Questo straordinario sistema di Parchi Urbani e sponde attrezzate del fiume Arno permetterà, integrandosi con il sistema di mobilità lenta e su ferro, di pensare ad una qualità della vita nuova e ad una nuova filosofia di accoglienza urbana. Si potrà pensare, ad esempio di rendere effettivamente competitivi alcuni quartieri, come Le Piagge e come S. Donnino, integrandoli al sistema metropolitano attraverso questa sorta di “città verde” in corso di progressiva realizzazione, influenzando la qualità della vita anche di altre aree della città metropolitane, anch’esse in corso di trasfromazione (area manifattura tabacchi, area Isolotto-Argingrosso, Badia a Settimo – S. Colombano, per esempio). Questi grandi trend si sono, per adesso, affermati soprattutto nella parte ovest della città e hanno interessato i comuni di Firenze, Scandicci, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino. Il PIUSS interviene valorizzando una delle vocazioni chiave dell’area metropolitana, ricollegando e ricucendo fra loro questi interventi in atto, attraverso un numero limitato di azioni le quali, per effetto della loro qualità e del potenziale di effetto leva, permettano di completare una parte, ma completa, del disegno di modernizzazone dell’area metropolitana. Il PIUSS, come si capisce bene, non può che muoversi a livello di Area Metropolitana. Ogni intervento che si sarebbe potuto immaginare sarebbe poco comprensibile, nei suoi esisti e nel suo potenziale, al di fuori della lettura metropolitana dei temi chiave dello sviluppo urbano. 8 Il contesto programmatorio e pianificatorio di riferimento del PIUSS Il Progetto cofinanziabile dal POR CREO si dovrà inserire ed essere coerente con tutta la programmazione che insiste sull’area dei comuni metropolitani interessati allo stesso. I documenti di strategia e programmazione regionale, Piano Regionale di Sviluppo e Piano Integrato Territoriale, individuano tre elementi chiave dello sviluppo regionale che interessano l’area metropolitana Fiorentina: 1. Il ruolo dell’area metropolitana come snodo della rete dei trasporti regionale e come principale aggancio alla rete nazionale e internazionale di comunicazione (alta velocità, alta capacità, direttrice Livorno-PisaFirenze, direttrice Viareggio-Lucca-Pistoia-Prato-Firenze, direttrice Siena-Firenze); 2. Il ruolo dell’area metropolitana come apice della rete metropolitana policentrica regionale che, nella sua multiforme distribuzione sul territorio regionale, contiene tutti i principali fattori e potenziali di sviluppo competitivo e dinamico del sistema regionale, soprattutto in coerenza con le prospettive della cosiddetta strategia di Lisbona per la costruzione della società della conoscenza e competitività del sistema continentale; 3. Il ruolo specifico dell’area metropolitana della Toscana Centrale come polo di sviluppo che coniuga un sistema produttivo industriale rinnovato e profondamente orientato all’innovazione, un sistema universitario e formativo di eccellenza, un potenziale straordinario per la propria capacità di accoglienza e di attrattività di nuovi cittadini, city user, studenti, turisti e, di conseguenza, anche come vetrina dell’intero sistema regionale I documenti di programmazione regionale, però, mettono anche in evidenza come questo ruolo può esercitarsi soprattutto se il sistema metropolitano sviluppa alcune innovazioni in proprio, ovvero: 1. Aumentare la propria capacità di agire coesivamente puntando ad una scala di interventi che siano coerenti con la propria dimensione e il proprio ruolo. Il mix virtuoso di artigianato, piccola impresa, rendita immobiliare, turismo e molti servizi che hanno caratterizzato lo sviluppo degli ultimi 25 anni, disordinato e policentrico, non riuscirebbe, nel futuro, a garantire quella soddisfacente qualità della vita, dei servizi, delle infrastrutture senza uno sforzo collettivo che renda possibile al territorio metropolitano di aumentare la propria produttività sociale e la propria capacità di dare una immagine unitaria di sé. 2. Riuscire con coerenza a facilitare lo sviluppo e l’attrazione di quelle iniziative imprenditoriali, classe creativa, funzioni direzionali e funzioni rare urbane che ne qualificano e valorizzano il ruolo e la potenzialità. Il problema fondamentale del sistema regionale toscano è la sua dinamica di sviluppo lenta, la sua capacità alta di conservare ma non di innovare, la sua scarsa capacità di attrarre investimenti qualificati di dimensione adeguata. Il sistema metropolitano fiorentino può essere l’apice di questo rinnovo che richiede uno sforzo di coerente reindirizzo delle dinamiche di sviluppo e, conseguentemente, di pianificazione e programmazione. 3. L’area centrale della Toscana è quella che ha fatalmente attratto la maggior parte di nuovi cittadini e abitanti da aree italiane meno sviluppate (soprattutto nel passato), da paesi lontani e dalle aree dell’ Europa meno sviluppate. Questo processo, seppure non drammatico e meno difficile rispetto ad altre città d’Europa, richiede comunque uno sforzo aggiuntivo al fine di valorizzare il potenziale di questa nuova popolazione, renderla una risorsa di innovazione del tessuto sociale, favorendo un naturale processo di qualificazione, riqualificazione e specializzazione urbana. Il rischio 9 della mancanza di integrazione è quello della diminuzione della qualità della vita e dell’attrattività, della percezione di un ambiente metropolitano insicuro e senza governo, di una sostanziale reciproca ghettizzazione reciproca fra cittadini di diverse provenienze geografiche. Le esperienze di New York, Londra e Parigi (ma anche quelle toscane dell’area di Prato e Campi, meno drammatiche e complesse, o dello stesso centro storico di Firenze) ci insegnano che questa strada non è facile ma anche che sia irrinunciabile. I documenti di programmazione provinciali, di conseguenza, individuano nella riarticolazione del ruolo del sistema metropolitano la chiave di lettura rilevante per comprendere la strategia di intervento e di sviluppo. La prima riflessione che emerge, sia a livello urbanistico che di sviluppo economico, è quella relativa al ridisegno del rapporto fra i comuni che ruotano intorno a Firenze negli ultimi 15 anni. Il combinato disposto dell’aumento delle rendite immobiliari e delle nuove forme di residenzialità e di domanda di qualità urbana hanno determinato un ridistribuirsi della popolazione attiva e creativa nell’intero sistema provinciale, interessando sia i comuni della immediata cintura urbana (Scandicci, Campi, Sesto Fiorentino, Bagno a Ripoli) sia quelli più tradizionalmente a vocazione rurale (come Vaglia, Borgo S. Lorenzo, Pontassieve). Questo fenomeno ha avuto ed ha una conseguenza importante sia nel disegno dei servizi (i.e trasporti, servizi alla persona) ma anche nella necessaria esigenza di non diffondere il cosiddetto “effetto dormitorio”. Infatti, questi spontanei movimenti di popolazione hanno avuto la capacità di riarticolare le funzioni chiave e di favorirne la distribuzione sul territorio provinciale metropolitano, favorendo lo sviluppo di una vision policentrica, più equilibrata e potenzialmente dotata di maggiore qualità della vita. Ma se questo policentrismo si dovesse sostenere • sulla mobilità individuale in auto (per gli spostamenti casa-lavoro, per l’accesso ai servizi, per la ricreazione eccetera) • sull’aumento del consumo del suolo per costruzioni (in quanto la diminuzione del tasso di rendita immobiliare non ha diminuito la domanda di uso del suolo per nuove costruzioni: l’industria delle costruzioni, nell’arco degli ultimi 15 anni, ha avuto performance straordinarie sia per la domanda di abitazioni nuove o rinnovate che per le grandi opere) sarebbe insostenibile e creerebbe condizioni di degrado, di diminuzione della qualità della vita, di progressiva scarsa attrattività dell’area metropolitana in confronto alle aree simili italiane ed europee. Il problema chiave che si pone, dunque, è quello di: 1. integrare l’area metropolitana attraverso un sistema efficiente e adeguatamente distribuito sul territorio di mobilità sostenibile (ferro, mobilità collettiva, mobilità lenta quanto possibile) 2. facendo crescere e valorizzando, collegando fra loro, le aree verdi e i parchi che possono aumentare la qualità ambientale e sociale della vita, integrandoli virtuosamente nella pianificazione urbana e nelle politiche sociali e dei trasporti. I livelli di programmazione comunale appaiono metabolizzare queste istanze, in alcuni casi già da tempo. Il sistema metropolitano fiorentino, attraverso i lavori preparatori del secondo piano strategico di Firenze, ha riflettuto sul tema della coesione dell’area metropolitana e ha decisamente virato i suoi obiettivi strategici in quella direzione. Ormai da alcuni anni, infatti, tutti gli interventi chiave per lo sviluppo e per la riqualificazione che facevano perno direttamente su Firenze avevano riflesso diretto su tutto il sistema metropolitano e, sulla base dei documenti preparatori al nuovo piano strutturale, questo orientamento appare rafforzato: 10 1. Le nuove infrastrutture ultraurbane (alta velocità e ferrovie regionali) 2. La redistribuzione della presenza dell’Università e dell’alta formazione sul territorio dell’area metropolitana (da una sostanziale presenza nella sola area comunale, si sta consolidando una presenza significativa anche nei comuni di Sesto Fiorentino, Scandicci, Campi Bisenzio e Prato) 3. La realizzazione di infrastrutture di mobilità che integrino nella direzione della mobilità sostenibile e su ferro l’intera area metropolitana (ad esempio sviluppo della Tranvia, completamento della infrastrutturazione come ferrovia metropolitana dei tratti ferroviari che servono il sistema metropolitano) 4. Potenziamento e integrazione del sistema dei parchi storici e del parco fluviale dell’Arno che, nel loro complesso e quando completamente integrati e funzionanti, permetteranno di fruire di un patrimonio di verde e di qualità ambientale straordinario (si va dal sistema dei parchi lungo l’Arno fino allo sviluppo diffuso di parchi urbani che fra loro siano connessi con sistemi di mobilità lenta, ciclabili, pedonali e mobilità pubblica) 5. Coordinamento costante fra le iniziative culturali, ricreativo e di animazione sociale che, di fatto, permette al sistema metropolitano di garantire un’offerta di qualità della vita e un potenziale di attrazione di city user notevole (inoltre, gli investimenti in corso nel nuovo polo teatrale fiorentino, nella valorizzazione del polo teatrale di Scandicci, nel polo musicale de Le Piagge eccetera, permetteranno di consolidare e potenziare questa offerta). Sulla base di queste constatazioni e delle linee guida della programmazione regionale e provinciale, le azioni preparatorie al secondo Piano Strategico (a questo punto di area metropolitana) e le linee guida per il nuovo Piano Strutturale di Firenze, si confermano questi orientamenti e si promuovono il completamento e la qualificazione delle scelte strategiche del passato nelle seguenti direzioni: 1. Progetto Città dei Saperi, ovvero qualificazione della rete dell’alta formazione e dei saperi artigianali come risorsa chiave della competitività urbana; 2. La rete delle funzioni rare urbane (amministrative, direzionali, educative, sanitarie, ricreative, culturali) tenderà ad essere ottimizzata e integrata, fornendo anche a livello informativo un’immagine unitaria dell’offerta e delle risorse dell’area metropolitana; 3. Le rete delle infrastrutture di collegamento e trasporto sostenibile e lenta, urbana e metropolitana, tenderà progressivamente a integrare l’intera area metropolitana, con una programmazione unitaria e con una coerenza urbanistica forte; 4. L’azione di risanamento e di riqualificazione in corso nell’area centrale e storica della città, che avrà come finalità la costruzione di nuove polarità e funzioni che siano insediate in contenitori vuoti o sottoutilizzati e favorirà i processi di risanamento urbano e integrazione sociale, anche tramite processi partecipativi e attrazione di investimenti, marketing territoriale e investimento sull’immagine dell’area metropolitana; 5. L’azione di risanamento nei quartieri storici, intorno al centro e al circuito dei viali che asseconderà la vocazione nuova che mano a mano questi stanno assumendo, permettendo la ricostruzione di qualità urbana e di nuove centralità, ma anche favorendo l’utilizzo nuovo e creativo degli spazi e delle residenze per favorire la capacità metropolitana di accoglienza verso gli utenti, gli attori e la classe creativa che animerà e darà forza alla Rete dei Saperi e del Saper Fare; 6. La qualificazione di alcune funzioni chiave e rare dell’attrattività urbana e della qualità della vita offerta attraverso nuovi investimenti e azioni fortemente innovative che facciano da effetto 11 leva anche per le scelte private di investimento (Polo delle Murate, Polo della Leopolda, Polo di S. Lorenzo e S. Orsola, Sistema dei Parchi Urbani eccetera); 7. La dotazione dell’ambiente urbano di quelle infrastrutture tecnologiche ed informative che integrino e qualifichino la Rete dei Saperi e del Saper fare e costruiscano quei servizi informativi e di accesso alla comunicazione globale per gli utenti della Rete e per i city user comunque interessati. In conclusione, il processo di integrazione a livello metropolitano passa per tre azioni trasversali e che interessano il PIUSS e interessano tutti i comuni; a) La rete dei trasporti e dei collegamenti sostenibili che facciano diminuire la domanda di mobilità individuale produttrice di CO2 e aumentino la qualità della vita e ambientale del sistema urbano b) La rete telematica e informativa a servizio della rete dei Saperi e del Saper Fare c) La rete dei servizi di accoglienza, ospitalità, residenza e qualità della vita a servizio degli utenti della rete 12 Linee guida e proposta strategica per il PIUSS dell’area metropolitana fiorentina L’idea chiave L’idea chiave del PIUSS è realizzare la Città dei Saperi dell’area metropolitana attraverso un percorso complesso di ricucitura degli interventi in corso, al fine di realizzare una rete di servizi e funzioni che favoriscano l’insediamento di classe creativa, nuovi imprenditori, ricercatori e residenzialità straniera in un ambiente urbano dinamico e in corso di trasformazione che, tendenzialmente, garantirà servizi e qualità della vita coerenti con i migliori standard europei. Anche se per molti anni si è immaginato un percorso del tutto originale e sganciato dalle tensioni che interessano le principali aree metropolitane europee, appare oggi chiaro come soltanto creando una nuova attrattività da parte del sistema metropolitano, si potrà garantirne un futuro altrettanto prospero come il passato. L’area metropolitana, dunque, si sta confrontando con altre realtà urbane che, coerentemente, stanno realizzando investimenti, offrendo opportunità ai propri residenti e a potenziali nuovi residenti, operando con forza per migliorare gli standard qualità della vita, infrastrutturando il territorio per aumentarne l’accessibilità fisica e non fisica. Sulla base delle indicazioni emerse dai lavori preparatori al Secondo Piano Strategico, la risorsa chiave sulla quale si intende puntare è quella della presenza, all’interno dell’area metropolitana, di un sistema di produzione culturale, del sapere e del saper fare che possono costituire il vantaggio competitivo chiave del sistema metropolitano del futuro. Tale sistema include, oltre all’Università degli Studi di Firenze, anche un significativo numero di Università straniere (oltre 40) che organizzano corsi per un numero ragguardevole di studenti che raggiunge le 50.000 unità su base annua. A livello di eccellenza altre realtà formative nei più svariati campi: dall’Opificio delle Pietre Dure alla Scuola di Musica di Fiesole, dall’Istituto Universitario Europeo al Polimoda, le tradizionali accademie come Georgofili e Crusca. A ciò si aggiunge tutto il sistema del saper fare dell’artigianato e dell’artigianto artistico che costituisce un unicum a livello mondiale. Nessun territorio infatti può vantare l’artigianato di eccellenza che caratterizza quello fiorentino e al contempo la capacità di trasmettere la sapienza artigianale nei luoghi deputati costituiti dalle Botteghe. Una tradizione ed eccellenze produttive mondiali nel campo della moda e del design, ma anche nel campo del restauro dei monumenti, nella creazione di nuove architetture, nell’uso delle nuove tecnologie nell’edilizia. Questa singolare concentrazione di ricchezza a livello di sapere e saper fare, non viene promossa a livello nazionale e internazionale in maniera adeguata e soprattutto le iniziative promozionali realizzate da singoli non vengono inserite in un progetto di promozione sistematica. In definitiva la CITTÀ DEI SAPERI vuole creare un Sistema accoglienza e servizi a supporto della rete, esteso a livello metropolitano, integrato fra università italiane e straniere, rivolto a studenti, residenti, city user, che possano trovare in una parte dell’area metropolitana quei servizi di accoglienza, servizi alle imprese, servizi per la qualità della vita, qualità della vita e mobilità sostenibile, indispensabili per garantire una stabile attrattività dell’area metropolitana contemporanea, che non sia legata alla sola memoria del passato. 13 La proposta territoriale prevede un’area che si sviluppa lungo le direttrici intersecantesi della ferrovia e della tramvia, partendo dal centro storico di Firenze per raggiungere da un lato a Scandicci l’area dove dovrebbe sorgere il nuovo centro della città e il campus Polimoda, dall’altro San Donnino a Campi, correndo lungo l’asse del fiume e dei parchi fluviali attraverso Le Piagge, quale quartiere interessato da un ampio piano di riqualificazione proposto a suo tempo dall’Arch. De Carlo. Quest’area territoriale costituisce la base della rete di servizi e opportunità che è presente nel sistema metropolitano: 1. la rete delle università e delle istituzioni culturali 2. la rete dei musei scientifici ed universitari 3. la rete dei centri per l’artigianato artistico 4. la rete degli incubatori 5. la rete dei nuovi quartieri e dei parchi 6. la rete di informazione per la città dei saperi 7. altre reti 14 Il quadro logico Obiettivo generale Costruire la città dei saperi completando gli interventi avviati nel passato e collegandoli fra loro, in coerenza con alcuni interventi pilota di riqualificazione urbana Obiettivi specifici Tipologia di interventi Effetti attesi Completamento e messa a sistema della rete dei saperi e del saper fare e dell’area metropolitana Reti informative Sistemi informativi per utenti della rete dei saperi, cittadini e city user Riqualificazioni di immobili e spazi disponibili per insediamenti coerenti con la costruzione della rete dei saperi e del saper fare Coesione della rete dei saperi e del saper fare Facilitazione di accesso ai servizi, alle informazioni e alla offerta della città e della rete Aumento della disponibilità di spazi qualificati per integrare le funzioni di alta formazione della rete con le funzioni produttive, artigianali, artistiche e creative che ad essa sono coerenti e collegate Sviluppo di nuove qualità urbane per aumentare il tasso di spostamenti tramite mobilità sostenibile e la attrattività della qualità della vita metropolitana Completamento della green way fra il centro storico e le aree di insediamento di nuova residenzialità Completamento e integrazione delle nuove infrastrutture metropolitane su ferro con servizi e strumenti funzionali alla promozione della mobilità sostenibile Realizzazione di campus, ostelli e altre residenze adeguate ad attrarre nuova residenzialità coerente con la strategia Realizzazione di infrastrutture a servizio della domanda di qualità della vita per chi vive la rete dei saperi e le aree interessate Integrazione degli investimenti nel polo teatrale, musicale e ricreativo in corso con la costruzione di nuova qualità urbana nell’area di azione del PIUSS Creazione di una direttrice urbana che possa puntare sulla mobilità lenta e sulla qualità ambientale urbana al fine di diminuire la domanda di spostamenti individuali su mezzi produttori di CO2 Potenziamento della potenzialità di accesso ai servizi di mobilità urbana su ferro al fine di diminuire la domanda di spostamenti individuali su mezzi produttori di CO2 Facilitare l’accesso e potenziare l’attrattività della rete dei saperi e del saper fare per popolazione giovane, nuova residenzialità e classe creativa Aumentare la qualità della vita nelle aree di intervento al fine di facilitare l’aumento del tasso di attività dei giovani e delle donne Integrare le funzioni rare urbane culturali, teatrali, ricreative con i servizi e le azioni per attrarre nuova residenzialità e nuove forme di city using Sviluppo di azioni di risanamento e riqualificazione urbana per valorizzare e potenziale l’integrazione sociale multiculturale Recupero di immobili in disuso o abbandonati in aree chiave della rete Azioni di riqualificazione e recupero urbano in aree a forte insediamento multiculturale Realizzazione di servizi e luoghi pubblici per l’integrazione sociale e culturale Diminuzione del degrado e aumento dell’attrattività di aree chiave di insediamento della rete dei saperi per investimenti qualificati e insediamento di servizi e funzioni coerenti Aumento del contributo potenziale e della partecipazione alla rete dei saperi e del saper fare della popolazione residente con particolare riferimento alle culture nuove e di origine non locale Diminuzione del rischio di aumento del degrado e di diminuzione della coesione sociale in aree chiave di insediamento della rete 15 La dimensione territoriale della possibile strategia del PIUSS Uno sguardo sintetico all’area metropolitana, evidenzia come la redistribuzione delle funzioni universitarie e formative, artigianali e artistiche, abbia creato una rete territoriale diffusa all’interno della stessa area metropolitana, coinvolgendo almeno 5 comuni e creando un potenziale altissimo in termini di attrattività. Questo sguardo sintetico, comunque, tradisce l’esigenza di collegare i diversi insediamenti e funzioni per potenziarne l’efficacia in termini di potenziale di attrattività urbana e di sviluppo, attraverso infrastrutture tecnologiche, infrastrutture di collegamento fisico, qualificazione dell’ambiente fisico, qualificazione dei supporti informativi e di servizio. Elenco Operazioni co-finanziate dal PIUSS DENOMINAZIONE OPERAZIONE TIPOLOGIA LIVELLO PROGETTO COFIN BENEF LINEA Murate Polo Artigianato Laboratori sviluppo imprenditorialita’ PE 567821 Com.Fi 5.1A Polo Artigianato Conventino Laboratori sviluppo imprenditorialita’ PE 297895 Com.Fi 5.1A Polo integrato per l’alta formazione nel campo della moda e del design Centri trasf. Tec. PP 2007915 Co. Sca 5.1A Realizzazione Urban Center Metropolitano Laboratori partecipazione sociale PP 698475 Co. Sca 5.1A Spazi di animazione imprenditoriale Laboratori sviluppo imprenditorialita’ PP 2657064 Pro.Fi 5.1A Auditorium S. Orsola Strutture congressuali/espositive/ fieristiche PP 1354344 Pro.Fi 5.1B Centro Commerciale Naturale – Pedonalizzazione Centri Commerciali Naturali PA 710758 Co.Sca 5.1B Mercato Centrale San Lorenzo ristrutturazione per adeguamento Centri Commerciali Naturali PD 209.859 Com.Fi 5.1B Mercato San Lorenzo Centri Commerciali Naturali PE 1028201 Com.Fi 5.1B Parco dell’Acciaiolo - Struttura per la convegnistica Strutture congressuali/espositive/ fieristiche PA 149382 Co.Sca 5.1B Riqualificazione area Mercato San Lorenzo Centri Commerciali Naturali PE 821698 Com.Fi 5.1B Sistema Informativo Citta dei Saperi Uffici informazione/accoglienza turistica PP 1.212000 Com.Fi 5.1B Asse urbano prioritario S. Donnino Spazio Reale Centri di soggiorno PP 470944,2 Co.Ca 5.1C Centro Integrazione Centri contrasto disagio PP 1205304 Pro.Fi 5.1C Centro polifunzionale di coesione e intercultura Spazio Reale Centri di soggiorno PE 3846870 Parr. S.Don. 5.1C Parco Urbano Le Piagge Centri di soggiorno PP 2663140 Com.FI 5.1C Asilo Nido Aziendale Nidi di infanzia PA 165528 Prov.FI 5.1D OPERAZIONI FINANZIATE DALL’ASSE V- POR 16 Asilo Nido e Centro Gioco del Centro Polifunzionale di Coesione Sociale e Intercultura Spazio Reale Nidi di infanzia PP 197951 Parr. S.Don 5.1D Nuovo plesso scolastico Turri Nidi di infanzia PA 750000 Co.Sca 5.1D Ex scuderie delle Cascine - volume ex Fabbri Valorizzazione attivita’ culturali/ spettacolo PP 899999 Com.FI 5.2 Nuova Biblioteca Valorizzazione attivita’ culturali/ spettacolo PA 425000 Co.Sca 5.2 Nuovo modello di visita e informazione per la rete dei Musei Scientifici Valorizzazione beni culturali/ paesaggistici PA 297900 Mus. Scie. 5.2 Percorso Museale Valorizzazione beni culturali/ paesaggistici PE 2925820 Prov. Fi 5.2 Progetto di riqualificazione monumentale del Parco delle Cascine Valorizzazione beni culturali/ paesaggistici PP 188950 Com .Fi 5.2 Recupero e riqualificazione di Piazza Santa Maria Novella Valorizzazione beni culturali/ paesaggistici PE 1199454 Com .Fi 5.2 Restauro Anfiteatro delle Cornacchie Valorizzazione attivita’ culturali/ spettacolo PP 182.233 Com .Fi 5.2 Sistema informativo Città dei Saperi Valorizzazione beni culturali/ paesaggistici PP 2295759 Com .Fi 5.2 Realizzazione Museo del’900 Ex Scuole Leopoldine Valorizzazione beni culturali/ paesaggistici PP 1885200 Com .Fi 5.2 17