il gas radon e la salubrità degli ambienti confinati

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il gas radon e la salubrità degli ambienti confinati
IL GAS RADON E LA SALUBRITÀ
DEGLI AMBIENTI CONFINATI
di Massimo Moroni
Www.radon.it - [email protected]
Convegno di Geologia Medica
Roma 21 Marzo 2014
COS'È IL RADON
Isotopo
Uranio 238
Torio 234
Protoattinio 234
Uranio 234
Torio 230
Radio 226
Radiazione
alfa
Beta
Beta
alfa
alfa
alfa
Emivita
4.5x109 anni
24.1 giorni
1.2 minuti
2.5x105 anni
7.5x104 anni
1600 anni
Radon 222
alfa
3.8 giorni
Polonio 218
Piombo 214
Bismuto 214
Polonio 214
alfa
beta
alfa e beta
alfa
3 minuti
27 minuti
20 minuti
1.5x10-4 secondi
Piombo 210
Bismuto 210
Polonio 210
beta
beta
alfa
25 anni
5 giorni
136 giorni
Piombo 206
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Stabile
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GLI ALBORI
Prima del 1990 il Gas Radon ed i suoi effetti sulla
salute erano quasi totalmente ignorati.
Solo una piccolissima comunità riunita sotto l'egida di
qualche Associazione provava a parlarne in genere
ricevendone segni di insofferenza se non peggio.
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LA RACCOMANDAZIONE EURATOM
143/1990
Poi il 27 Marzo 1990 viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale della CEE la
“Raccomandazione Euratom n. 143/90 della Commissione del 21 febbraio
1990 su “la tutela della popolazione contro l'esposizione al radon in
ambienti chiusi”
La Raccomandazione dopo una breve discussione culminata nella
pubblicazione della Circolare 5/1990 dell'Assessorato Sanità della
Lombardia viene dimenticata.
La Raccomandazione, mai recepita a livello legislativo in Italia, raccomanda
valori di riferimento per la concentrazione di attività del Radon pari a 400
Bq*m-3 negli edifici già esistenti ed a 200 Bq*m-3 in quelli nuovi.
Se Le Ns. Istituzioni sanitarie avesse posto più attenzione alla
Raccomandazione tutto il parco edilizio realizzato dopo il 1990 non
avrebbe problemi di Radon. Sappiamo che non è cosi'.
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Il RADON NEI LUOGHI DI LAVORO
DLGS 241/2000
Nel 1996 viene quindi promulgata la Direttiva 29 che conduce al recepimento
nell'ordinamento Italiano nel 2000 con il Dlgs 241
Il recepimento nella normatva italiana del Dlgs 241/2000 introduce
1)  l’obbligo del controllo del Radon nei luoghi di lavoro
2) 
L'obbligo della perimetrizione delle aree a rischio Radon da parte delle
Regioni entro Agosto 2005.
Ad oggi, a 14 anni dalla emanazione della norma ed a circa 9 dalla scadenza
solo la regione toscana e le Prov. Atonome di Trento e Bolzano hanno
adempiuto all'obbligo.
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IL RADON: TECNICHE DI MISURA E
RISANAMENTO
La prefazione del mio libro pubblicato nel 2002 a cura de
IlSole24Ore dichiarava nella premessa:
Le autorità locali possono e devono ricoprire un ruolo
essenziale. In questa sede possiamo indicare tre
approcci fondamentali:
1) Approfondire la comprensione della situazione geologica
locale riguardo i rischi legati alla presenza di radon
attraverso la redazione di mappe di rischio e la
redazione di opportuni regolamenti edilizi volti a
realizzare le condizioni di mitigazione sia per le nuove
costruzioni che per le ristrutturazioni.
2) Informare la popolazione sui rischi per la salute posti dal
Radon e sulle tecniche per diminuire l'incidenza del
rischio stesso;
3) Sostenere economicamente le soluzioni al problema del
radon non appena esso sia stato identificato attraverso
la concessione di contributi per la realizzazione delle
opere di mitigazione.
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AMBIENTI RESIDENZIALI
Il PIANO NAZIONALE RADON
Richiesto dalle “Linee Guida per la tutela e la promozione della
salute negli ambienti confinati”
D’altra parte l’esigenza di un Piano Nazionale Radon, veniva espressamente
richiesta, al pari di altri paesi europei, dall’Accordo tra il Ministro della
Salute le regioni e le province autonome nelle Linee Guida per la tutela e
la promozione della salute negli ambienti confinati pubblicate in Gazzetta
Ufficiale n. 276 del 27-11-2001.
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AMBIENTI RESIDENZIALI
Il PIANO NAZIONALE RADON (1)
Richiesto dalle “Linee Guida per la tutela e la promozione della
salute negli ambienti confinati”
bisogna pero' attendere il 2006 per l'avvio del Piano Nazionale Radon che
riceveva dallo stato uno stanziamento di 800’000 euro
http://www.ccm-network.it/progetto.jsp?id=node/31&idP=740
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AMBIENTI RESIDENZIALI
Il PIANO NAZIONALE RADON (2)
Richiesto dalle “Linee Guida per la tutela e la promozione della
salute negli ambienti confinati”
bisogna quindi aspettare due anni per il primo convegno …
PNR2008 - Primo convegno del Piano Nazionale Radon
"L'avvio del Piano Nazionale Radon nel contesto internazionale"
http://www.iss.it/tesa/index.php?lang=1&id=177&tipo=21
…. per scoprire che in realta dopo due anni non si e' fatto nulla.
Al convegno non si presentano infatti nuovi dati o indicazioni.
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AMBIENTI RESIDENZIALI
Il PIANO NAZIONALE RADON (3)
Richiesto dalle “Linee Guida per la tutela e la promozione della
salute negli ambienti confinati”
a gennaio 2009 Il dr Bochicchio Resp. Nazionale del PNR intervistato dal
corriere della sera, afferma che in un paio di mesi sarebbe stato pubblicato
un documento tecnico per le nuove costruzioni.
http://archiviostorico.corriere.it/2009/gennaio/18/
Radon_micidiale_alleato_del_fumo_co_9_090118147.shtml
…. naturalmente i due mesi passano indisturbati …..
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AMBIENTI RESIDENZIALI
Il PIANO NAZIONALE RADON (4)
Richiesto dalle “Linee Guida per la tutela e la promozione della
salute negli ambienti confinati”
… e poiché chi non fa nulla viene premiato nel ns. Paese nel 2012, il Ministero
della Salute ha approvato il progetto biennale Piano Nazionale Radon per
la riduzione del rischio di tumore polmonare in Italia: seconda fase di
attuazione (acronimo PNR-II), anch’esso affidato all’ISS.
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AMBIENTI RESIDENZIALI
Il PIANO NAZIONALE RADON (5)
Richiesto dalle “Linee Guida per la tutela e la promozione della
salute negli ambienti confinati”
A distanza di quasi 5 anni dall’ultima intervista ed a quasi 15 dalla
introduzione legislativa del Piano Nazionale Radon siamo invece al
punto di partenza e cioe' senza documento tecnico per le nuove
costruzioni e senza nemmeno un accenno a cosa fare per le abitazioni
esistenti che tra l'altro sono la maggioranza.
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MENO MALE CHE CI SONO I GEOLOGI
In virtu' di una collaborazione attiva con la Cattedra di Geochimica Ambientale
di Roma Tre abbiamo in questi anni pubblicato una serie di documenti
finalizzati al contenimento del rischio sia per le costruzioni esistenti che per
la pianificazione.
Tra i tanti i piu recenti sono:
Il Rischio Radon in Edilizia – Bollettino Geologi Lazio – Aprile 2011
La classificazione della pericolosità Radon nella pianificazione territoriale
finalizzata alla gestione del rischio - Italian Journal of Engineering Geology
and Environment, Vol. 2 -2012
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MENO MALE CHE CI SONO I GEOLOGI (2)
Che pero'
1)  Non possono accedere all'Elenco degli Esperti qualificati e quindi
svolgere quella funzione di sorveglianza che la natura del problema,
eminentemente geologico, richiederebbe
2)  Non sono presenti nella Commissione del PNR
3)  Ed in genere litigano con i Responsabili del PNR per l'impronta quasi
esclusivamente “sanitaria” che la Commissione del PNR ha dato alle
pur modeste attività del Piano.
In effetti la Commissione del PNR rivolge la
propria attenzione più agli effetti che alle cause
del problema.
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LA SITUAZIONE NEL LAZIO
Le attività della campagna di monitoraggio del radon indoor nella regione Lazio
sono state svolte nell’ambito di due programmi portati a termine tra il 2003 e
il 2011 - (http://www.arpalazio.gov.it/download/?
sez=pubblicazioni&pid=file&fln=Report_Radon_2013.pdf)
Il quadro che emerge è molto preoccupante e le conclusioni coincidono con la
premessa del mio Libro del 2002:
“Alla luce dei risultati delle indagini e delle analisi effettuate è possibile
individuare delle azioni che le diverse Autorità competenti sul tema del
radon potrebbero, compatibilmente con le risorse disponibili,
sviluppare in futuro:
ü 
ü 
ü 
ü 
informazione dei cittadini e delle amministrazioni;
definizione di azioni di prevenzione per le nuove abitazioni;
pianificazione e realizzazione di nuove campagne di monitoraggio;
individuazione e risanamento degli edifici.”
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LA SITUAZIONE NEL LAZIO (2)
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LA SITUAZIONE NEL LAZIO (3)
Dalla distribuzione emergono alcuni dati
interessanti:
Non è solo la parte Nord della Regione ad essere
interessata dal Rischio Radon.
Le aree ad urbanizzazione intensiva vengono
penalizzate nella definizione del rischio con
metodi geostatistici
ROMA non è affatto esente dal rischio come
emergerebbe dalla cartografia.
Una pesatura del dato sulla qualità dell'immobile e
sul piano di misura veniva richiesta già dal
2002
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LA SITUAZIONE NEL LAZIO (4)
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LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA
Euratom 59 2013
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LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA
Euratom 59 2013
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URGE UNA AZIONE DI
DIVULGAZIONE SERIA
Gli Enti Territoriali a partire dai Comuni devono adottare azioni di
contenimento del Rischio Radon nei Regolamenti Edilizi. La bozza è
gia stata predisposta ed è a disposizione di chi ne fa richiesta. E'
stata sottoposta alle Amministrazioni di Pomezia e Rocca di Papa.
Le Regioni devono programmare azioni di monitoraggio e bonifica e
adottare la perimetrazione delle aree a rischio (che consentirebbe la
completa attuazione del Dlgs 241/2000).
Sarebbe il colmo arrivare al 2018 ed avere una nuova Legge (di
recepimento della Direttiva 59 2013) senza che il Dlgs 241/2000 sia
stato ancora attuato.
Nel Lazio la Legge Regionale 14/2005 non è mai stata finanziata ad
eccezione dell'anno di introduzione e del prossimo esercizio
finanziario grazie all'azione di uno sparuto gruppo di piantagrane
appena insediatisi in Regione Lazio.
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MORIRE DI BUROCRAZIA
In Italia l'esposizione al radon è
In Italia i morti per incidenti
responsabile (secondo la stima
stradali nel 2012 sono stati 3423
del 2010 dell'Istituto Superiore di
(dati ISTAT)
Sanità) di circa 3200 casi di
tumore polmonare all’anno.
(http://dati.istat.it/)
(http://www.iss.it/radon/
index.php?
lang=1&id=168&tipo=25)
Morti per incidenti stradali: 3423 / anno
Morti per Radon: 3200 / anno
senza clamore e senza campagne di sensibilizzazione.
Dal 1990 sono passati 24 anni x 3200 =
76'800 morti per Radon
si puo' dire che questi nostri concittadini sono “morti di burocrazia” ?
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Grazie per l'attenzione
….. per informazioni scrivetemi a:
[email protected]
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