Provincia di Belluno, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia di

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Provincia di Belluno, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia di
Provincia di Belluno, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia di Pordenone,
Provincia Autonoma di Trento, Provincia di Udine,
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Regione del Veneto
VERSIONE 02.04.2010
RELAZIONE PER LA COSTITUZIONE DELLA
“FONDAZIONE DOLOMITI-DOLOMITEN-DOLOMITES-DOLOMITIS UNESCO”
Premessa
1. Inquadramento storico e procedurale
2. Contenuti della Decisione del Comitato per il Patrimonio Mondiale
3. La strategia di gestione complessiva delle Dolomiti iscritte nel Patrimonio Mondiale
dell’UNESCO
4. Lo Statuto della “Fondazione Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis UNESCO”
5. Piano finanziario per la strategia di gestione complessiva
Premessa
Nella fase iniziale di candidatura delle Dolomiti come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO le
cinque Province proponenti avevano individuato nell'istituto dell'accordo di programma, lo
strumento per raccordare e coordinare le iniziative in merito alle attività legate al piano di
gestione del bene candidato.
Con la decisione n. 31 COM 8 B.15, assunta dal Comitato per il Patrimonio Mondiale nel giugno
2007, in merito alla candidatura stessa, l’UNESCO esprimendosi per il differimento della
candidatura, ha però evidenziato ai proponenti la necessità di mettere in opera “una protezione
giuridica trasparente, reale e coordinata per tutta la serie che sarà proposta”, ritenendo
insufficiente lo strumento amministrativo dell’accordo di programma.
Per superare queste problematiche le cinque Province si sono impegnate a costituire una
fondazione, in quanto soggetto giuridico che avrebbe potuto porsi come unico interlocutore nei
rapporti con lo Stato italiano e l’UNESCO, con il compito di promuovere l’armonizzazione delle
politiche gestionali, che rimangono in capo alle Province e alle Regioni competenti in base ai
rispettivi ordinamenti giuridici, nel quadro degli indirizzi stabiliti dal piano di gestione predisposto
dalla fondazione medesima.
Da ultimo, il Comitato per il Patrimonio Mondiale, nella seduta svoltasi a Siviglia il 26 giugno
2009, con la decisione 33 COM 8.B6 con la quale ha attribuito il riconoscimento di bene UNESCO
alle Dolomiti, ha specificamente richiesto che entro il giugno 2011, “la prevista Fondazione
interprovinciale ‘Dolomiti-Dolomiten-Dolomitis-Dolomites UNESCO’ venga fondata in seguito
all'iscrizione del bene e sia munita con il budget indicato dallo Stato membro.”
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La costituenda Fondazione Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis UNESCO ha quindi lo scopo
primario di fungere da interlocutore di UNESCO e di porsi come tramite tra UNESCO e i soci
fondatori al fine di promuovere la conservazione, valorizzazione e gestione del Bene secondo il
quadro di obiettivi fondanti riconosciuti e integranti il riconoscimento. La Fondazione se, da un
lato esercita una responsabilità diretta che si sostanzia nel rapporto con UNESCO e nella
realizzazione delle attività gestionali che direttamente le competono (es. campagne divulgative,
relazioni locali, nazionali e internazionali; formulazione di pareri obbligatori sulle procedure
urbanistiche interessanti il “bene”, richiesta di pareri al Comitato scientifico, rapporti con gli
stakeholders), per altro verso riveste il ruolo di inquadramento, ai fini della conduzione del bene
UNESCO, dell’esercizio delle responsabilità istituzionali e amministrative che fanno capo in modo
esclusivo ai soci secondo le leggi e gli statuti di riferimento e che i soci esercitano con procedure e
organizzazioni proprie. Va da sé che le “reti” trasversali tra i soci, su singole tematiche, e
l’organizzazione da parte dei medesimi di gruppi operativi potranno essere gli strumenti attraverso
i quali le Amministrazioni potranno corrispondere alle funzioni di inquadramento per un verso e di
relazione con UNESCO per l’altro, della Fondazione.
In conclusione l'istituzione della Fondazione si pone come una necessità cui lo Stato Italiano e gli
enti territoriali coinvolti devono adempiere per riscontrare le richieste dell'UNESCO.
Dal 26 giugno 2009 le Dolomiti sono iscritte, come bene naturale, nel Patrimonio mondiale
dell’UNESCO. Il riconoscimento, avvenuto alla 33° sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale,
svoltasi a Siviglia dal 22 al 30 giugno 2009, è stato assunto con la Decisione 33COM 8.B6, al termine del
lungo iter di candidatura avviato dallo Stato italiano nel 2005 e condotto in questi anni dalle cinque province
di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine con le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Il Patrimonio mondiale dell’UNESCO comprende i beni culturali o naturali considerati di valore
eccezionale per l’intera umanità. L’iscrizione del bene nella Lista rappresenta da un lato il riconoscimento
del valore universale del bene e impone dall’altro la responsabilità della sua conservazione. La Convenzione
UNESCO, ratificata dall’Italia con la legge n. 184 del 1977, definisce “patrimonio naturale” i monumenti
naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale
eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico; le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente
delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale
dall’aspetto scientifico o conservativo; i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore
universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale.
Per la gestione del Bene “Dolomiti”, iscritto nel Patrimonio UNESCO, gli Enti proponenti la
candidatura – le Province di Belluno, Pordenone e Udine assieme alle rispettive Regioni Friuli-VeneziaGiulia e Veneto, nonché le Province autonome di Bolzano e di Trento – hanno deciso la costituzione della
“Fondazione Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis UNESCO”. Come previsto dalla legge 24 dicembre
2007, n. 244 – legge finanziaria 2008 - gli Enti locali possono costituire il nuovo ente, previa asseverazione
dell’organo di controllo competente. In particolare la legge n. 244 stabilisce che le amministrazioni che
costituiscono enti adottano, sentite le organizzazioni sindacali per gli effetti derivanti sul personale,
provvedimenti di trasferimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali in misura adeguata alle funzioni
esercitate mediante i nuovi soggetti e provvedono alla corrispondente rideterminazione della propria
dotazione organica. I collegi dei revisori e gli organi di controllo interno delle amministrazioni e dei soggetti
interessati dalla costituzione del nuovo ente asseverano il trasferimento delle risorse umane e finanziarie e
trasmettono una relazione ai dipartimenti statali ivi citati, segnalando eventuali inadempimenti anche alle
sezioni competenti della Corte dei conti. La disciplina statale sopra menzionata non trova applicazione per la
Regione autonoma Friuli-Venezia-Giulia e la Regione Veneto nonché per le Province autonome di Bolzano e
di Trento, le quali provvedono direttamente con disposizione legislativa ad autorizzare la costituzione della
Fondazione. La Provincia autonoma di Trento ha in questo senso già provveduto con la l.p. n. 2 del 2009. La
Provincia autonoma di Bolzano ha a sua volta provveduto con la L.p. n. 11 del 22 dicembre 2009.
Con la presente relazione i soci fondatori della Fondazione illustrano i requisiti previsti dalle citate
disposizioni statali e le ragioni generali di costituzione della Fondazione, con un’analisi del fabbisogno di
dotazione organica della Fondazione, che tenga conto della natura interistituzionale del nuovo ente e degli
obiettivi di coordinamento gestionale a esso assegnati.
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L’approdo finale sarà il riconoscimento della personalità giuridica, ai sensi del d.P.R. 10 febbraio
2000, n. 361, da condurre presso la Prefettura in cui avrà sede legale e fiscale la Fondazione.
1. Inquadramento storico e procedurale
La candidatura delle Dolomiti all’iscrizione nel Patrimonio UNESCO ha preso l’avvio nel
dicembre 2004 quando il Ministero per i beni e le attività culturali e il Ministero dell’ambiente e della tutela
del territorio, hanno convocato le Regioni Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, le Province di Belluno,
Brescia, Pordenone e Udine e le Province autonome di Bolzano e di Trento per verificare l’interesse ad
aderire al progetto di candidatura delle Dolomiti come bene naturale del Patrimonio mondiale UNESCO,
nell’ottica del complessivo riconoscimento delle Alpi. Sulla base dei primi approfondimenti tecnici e
istituzionali nel marzo 2005 la Provincia di Belluno, la Provincia autonoma di Bolzano, la Provincia di
Pordenone, la Provincia autonoma di Trento, la Provincia di Udine hanno formalizzato l’adesione al progetto
di candidatura delle Dolomiti come bene naturale, presentando un primo progetto rispondente ai quattro
criteri di iscrizione nel Patrimonio dell’UNESCO e relativi specificamente alla bellezza naturale (criterio
vii), all’importanza geologica (criterio viii), all’importanza biologica (criterio ix), alla biodiversità (criterio
x). Nel giugno 2005, al fine del riconoscimento, gli Enti interessati hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa,
stabilendo:
1.di intraprendere un percorso comune che porti alla candidatura delle Dolomiti quale bene
naturale nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nell’ambito di un progetto più ampio che
coinvolge l’intera area alpina;
2.di avviare in comune ogni azione utile per il conseguimento degli obiettivi delle rispettive
province corrispondenti alle esigenze e requisiti richiesti dall’UNESCO;
3.di predisporre un Dossier di candidatura delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio mondiale
UNESCO ed il conseguente Piano di Gestione;
4.di presentare il territorio dolomitico come un “unicum” connotato da condizioni geografiche,
geomorfologiche ed ambientali diverse ed integrate tra loro in linea con i criteri predefiniti dall’UNESCO
per i siti naturali;
5.di definire l’intesa fra le Province circa le modalità di gestione del “Bene Dolomiti” sulla base
delle competenze e dell’autonomia gestionale di ciascuna. La preparazione del Dossier di candidatura, svolta
di concerto dalle Province coinvolte sotto la supervisione del citato Gruppo di lavoro interministeriale
permanente, si è configurato nella predisposizione della cartografia delle aree candidate, individuate secondo
i criteri fissati dalle procedure UNESCO, e nella elaborazione del dossier di candidatura e del piano di
gestione, strumento tecnico di coordinamento per fornire precise regole e garanzie sul futuro governo del
bene, coerente rispetto agli obiettivi dell’UNESCO.
Criteri per l’individuazione della aree candidate – 22 sistemi caratterizzati dai caratteri di
eccezionalità e di unicità richiesti dall’UNESCO - sono stati individuati nella geologia (gruppi montuosi
costituiti da Dolomia principale e da formazioni dolomitiche ladiniche), nella geomorfologia (pareti rocciose
sviluppate verticalmente per centinaia di metri, presenza spettacolare di guglie e pinnacoli in sommità e
ampie rampe ghiaiose alla base) e nella naturalità (le aree candidate devono dimostrare condizioni di
integrità e di autenticità). Come presupposti necessari, per l’individuazione delle aree candidate, sono state
quindi assunte la preesistenza di una alta disciplina di protezione, assicurando la presenza di un parco
naturale o di un sito di importanza comunitaria ed è stata inoltre assicurata l’unitarietà del bene nel caso
di aree selezionate in corrispondenza dei confini provinciali. I proponenti la candidatura hanno inoltre
accompagnato questa prima versione con un accordo di programma per l’armonizzazione delle politiche di
gestione dei beni candidati.
Nel settembre 2005 il progetto di candidatura è stato consegnato al Ministero per i beni e le attività
culturali (allora competente in materia di candidatura di beni all’UNESCO), per la trasmissione alla
Rappresentanza d’Italia presso UNESCO a Parigi, incaricata dell’inoltro ufficiale della candidatura. Ha
avuto così avvio l’iter di valutazione della candidatura attraverso l’istruttoria condotta da IUCN, l’organismo
internazionale incaricato di esaminare le candidature di beni naturali, che nel settembre 2006 ha inviato un
proprio valutatore per la visita dei beni candidati. A seguito della valutazione di IUCN, il Comitato per il
patrimonio mondiale, nel giugno 2007, con la Decisione n. 31 COM 8B.15, si è espresso per il differimento
della candidatura delle Dolomiti al successivo ciclo di valutazione, richiedendo di rivedere e ove necessario
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integrare gli elaborati già predisposti: il Comitato per il Patrimonio Mondiale ha specificamente
raccomandato di “rifocalizzare la candidatura sui valori estetici, geologici e, in particolare, geomorfologici
delle Dolomiti”, procedendo alla ridefinizione del dossier di candidatura e del relativo piano di gestione al
fine di rappresentare nel modo più efficace possibile la grandiosità di tali valori nelle Dolomiti, impegnando i
proponenti “alla messa in opera di una protezione giuridica trasparente, reale e coordinata per tutta la serie
che sarà proposta”.
Il dossier di candidatura, rivisto secondo quanto richiesto dall’UNESCO sulla base di un
consistente lavoro di approfondimento e di elaborazione, e ridefinito sui due criteri estetico - paesaggistico
(criterio vii) e geologico (criterio viii), nonché riconfigurato nell’articolazione dei beni candidati, riuniti in
nove sistemi, è stato ridepositato dallo Stato italiano all’UNESCO nel gennaio 2008, al fine dell’avvio di una
nuova fase di valutazione. Come detto, la proposta dei beni candidati è stata in quest’ottica rivista e articolata
nei seguenti 9 sistemi:
1.
Pelmo-Croda da Lago
2.
Marmolada
3.
Pale di San Martino – Pale di San Lucano – Dolomiti Bellunesi – Vette Feltrine
4.
Dolomiti Friulane/Dolomitis Furlanis e d’Oltre Piave
5.
Dolomiti Settentrionali/Nördliche Dolomiten
6.
Puez – Odle/Puez – Geisler/Poez - Odles
7.
Sciliar – Catinaccio/Schlern - Rosengarten – Latemar
8.
Rio delle Foglie/Bletterbach
9.
Dolomiti di Brenta.
corrispondenti a 141.902,875 ha di core zone, 89.266,762 ha di buffer zone e 231.169,64 ha totali.
A necessario completamento del dossier di candidatura è stato predisposto il piano di gestione,
inteso come strumento tecnico di orientamento e coordinamento utile all’azione dei diversi soggetti
interessati alla salvaguardia e alla promozione delle Dolomiti quale Patrimonio naturale mondiale UNESCO
e soprattutto finalizzato a fornire precise regole e garanzie sul futuro governo del Bene, coerente rispetto agli
obiettivi dell’UNESCO.
Proprio in relazione alla gestione del bene, tenuto conto che nella decisione del Comitato per il
Patrimonio Mondiale, assunta nel 2007 riguardo alla candidatura delle Dolomiti, si raccomandava anche di
“impegnarsi alla messa in opera di una protezione giuridica trasparente, reale e coordinata per tutta la serie
che sarà proposta”, le cinque Province hanno dato corso alla ricalibratura degli organi destinati ad assicurare
il coordinamento e l’armonizzazione delle politiche di gestione, impegnandosi a istituire la “Fondazione
Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis UNESCO”, al fine di contribuire ad uno sviluppo conservativo
e durevole del patrimonio mondiale UNESCO Dolomiti. La proposta di schema di Statuto, approvata nel
settembre 2008 dagli organi esecutivi della Province che hanno sottoscritto la candidatura, è stata consegnata
ai valutatori di IUCN che, nel settembre 2008, hanno condotto la visita sul campo.
Tenuto conto di tale visita e delle integrazioni prodotte i valutatori dell’IUCN hanno
sostanzialmente condiviso l’impostazione della candidatura così come ridefinita a seguito del differimento
del 2007, esprimendo il 27 aprile 2009 un parere positivo, condizionato all’istituzione della Fondazione. Il
26 giugno 2009 il Comitato per il Patrimonio Mondiale ha formalmente iscritto le Dolomiti nel Patrimonio
naturale dell’UNESCO, con la clausola di procedere all’istituzione della “Fondazione Dolomiti-DolomitenDolomites-Dolomitis UNESCO” entro la 35° Sessione del Comitato stesso, programmata per il 2011.
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2. Contenuti della Decisione del Comitato per il Patrimonio Mondiale
Il Comitato per il Patrimonio Mondiale, con la Decisione: 33 COM 8B.6, assunta il 26 giugno
2009 nel corso della 33° Sessione svoltasi a Siviglia, ha iscritto le Dolomiti, Italia, nella Lista del Patrimonio
Mondiale sulla base dei criteri naturali (vii) e (viii), adottando la seguente Dichiarazione di Eccezionale
Valore Universale:
“I nove sistemi montuosi che compongono le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità comprendono una
serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale. Le loro cime, spettacolarmente
verticali e pallide, presentano una varietà di forme scultoree straordinaria a livello mondiale. Queste montagne
possiedono inoltre un complesso di valori di importanza internazionale per le scienze della Terra. La quantità e
la concentrazione di formazioni carbonatiche estremamente varie è straordinaria nel mondo, e
contemporaneamente la geologia, esposta in modo superbo, fornisce uno spaccato della vita marina nel periodo
Triassico, all’indomani della più grande estinzione mai ricordata nella storia della vita sulla Terra. I paesaggi
sublimi, monumentali e carichi di colorazioni delle Dolomiti hanno da sempre attirato una moltitudine di
viaggiatori e sono stati fonte di innumerevoli interpretazioni scientifiche ed artistiche dei loro valori.”
In particolare, rispetto ai due criteri di iscrizione, il Comitato per il Patrimonio Mondiale si è così
espresso:
Criterio vii: “Le Dolomiti sono largamente considerate tra i più attraenti paesaggi montani del
mondo. La loro intrinseca bellezza deriva da una varietà di spettacolari conformazioni verticali come
pinnacoli, guglie e torri che contrastano con superfici orizzontali incluse cenge, balze e altipiani, e che
s’innalzano bruscamente da estesi depositi di falda e colline più dolci. Una grande diversità di colorazioni è
procurata dai contrasti fra le chiare superfici di roccia nuda e le foreste ed i pascoli sotto. Le montagne
s’innalzano in picchi interposti a gole, rimanendo isolati in alcuni luoghi ma formando sconfinati panorami
in altri. Alcune scogliere rocciose qui si ergono per più di 1.500 m. e sono fra le più alte pareti calcaree che si
siano trovate nel mondo. Il caratteristico scenario delle Dolomiti è divenuto l’archetipo del “paesaggio
dolomitico”. I pionieri della geologia sono stati i primi ad essere catturati dalla bellezza delle montagne, ed i
loro scritti e le successive opere pittoriche e fotografiche sottolineano ulteriormente il fascino estetico del
bene.”
Criterio viii: “Dal punto di vista geomorfologico le Dolomiti sono di rilievo internazionale, come
il sito classico dello sviluppo delle montagne in calcare dolomitico. L’area mostra un’ampia gamma di
morfologie connesse all’erosione, al diastrofismo e alla glaciazione. La quantità e la concentrazione di
formazioni calcaree estremamente varie è straordinaria in contesto globale ed include cime, torri, pinnacoli e
alcune delle pareti verticali più alte del mondo. Di importanza internazionale sono inoltre i valori geologici,
specie l’evidenza delle piattaforme carbonatiche del Mesozoico, o “atolli fossili”, in modo particolare per la
testimonianza che essi forniscono dell’evoluzione dei bio-costruttori sul confine fra Permiano e Triassico, e
della conservazione delle relazioni fra le scogliere che hanno costruito ed i loro bacini circostanti. Le
Dolomiti comprendono inoltre svariate sezioni tipo di importanza internazionale per la stratigrafia del
periodo triassico. I valori scientifici del bene sono inoltre supportati dalle prove di una lunga storia di studi e
ricognizioni a livello internazionale. Considerata nel suo insieme, la combinazione di valori geomorfologici e
geologici, forma un bene di importanza globale.”
Integrità: “I nove siti componenti che formano il bene includono tutte le aree che sono essenziali per
il mantenimento della bellezza del bene e tutti o la maggior parte degli elementi correlati e interdipedenti in
maniera chiave alle scienze della Terra nelle loro relazioni naturali. Il bene include parti di un parco nazionale,
diversi parchi naturali provinciali e siti Natura 2000 ed un monumento naturale. Le aree tampone sono state
definite per ciacun sito componente per aiutare a proteggerlo dalle minacce esterne ai suoi confini. I paesaggi
naturali ed i processi essenziali al mantenimento dei valori del bene e della sua integrità sono in buon stato di
conservazione e ampiamente esente da sviluppo.”
In tema di “Requisiti di gestione e protezione” il Comitato per il Patrimonio mondiale ha quindi
richiesto precise garanzie di tutela dell’integrità del Bene: “Come bene seriale, le Dolomiti richiedono un
accordo interprovinciale sulla governance, dotato di risorse adeguate, in grado di assicurare che le 5 province con
territori appartenenti al bene siano legate da un comune sistema gestionale, da una strategia di gestione condivisa
e da un quadro di monitoraggio e di rendicontazione esteso al bene nel suo insieme. Sono inoltre richieste per il
bene e le sue aree tampone politiche comuni e programmi per la presentazione del bene e la gestione dell'utilizzo
pubblico. Il bene necessita di tutela rispetto alla pressione turistica e alle relative infrastrutture turistiche. Ciascuno
dei siti facenti parte del bene seriale necessitano di un proprio specifico piano di gestione, che assicuri il governo e
la gestione non solo dell'uso del suolo ma anche delle attività umane al fine di mantenere i suoi valori, ed in
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particolare di preservare la qualità dei suoi paesaggi e dei suoi processi naturali, incluse le ampie aree che hanno
ancora un carattere selvaggio (wilderness). Le aree sottoposte ad una frequentazione intensiva hanno bisogno di
essere gestite in modo da assicurare che il numero di visitatori e le attività siano mantenute nei limiti della
capacità del bene in riferimento sia alla tutela dei suoi valori che di chi compie l'esperienza del bene. Essenziali
sono pure adeguate risorse finanziarie e di personale nonché il coordinamento tra i vari team del personale
afferente ai vari siti componenti del bene.”
In conclusione il Comitato per il Patrimonio mondiale ha iscritto le Dolomiti nel Patrimonio
dell’UNESCO con la condizione che l’Italia accetti le seguenti richieste da completare prima della
35° sessione del Comitato prevista nel 2011, in modo da soddisfare pienamente i requisiti delle Linee
Guida operative:
a)
Che la prevista Fondazione interprovinciale: “Dolomiti – Dolomiten – Dolomitis – Dolomites
UNESCO” venga fondata a seguire l’iscrizione del bene e sia munita con il budget indicato
dallo Stato Membro.
b) Che la strategia di gestione complessiva orientata alle azioni ed estesa al bene seriale nel suo
insieme sia sviluppata con la partecipazione dell’intera gamma di portatori d’interesse, per
stabilire:
(i) le intese di governace per l’efficace gestione del bene,
(ii) le azioni operative di gestione, in relazione ai temi chiave specifici del bene candidato come
Patrimonio dell’Umanità ed ai criteri secondo i quali è iscritto,
(iii) il monitoraggio ed il rapporto sullo stato di conservazione del bene nel suo insieme e
l’efficacia gestionale del bene,
(vi) le opzioni concrete per il raggiungimento della sostenibilità finanziaria per la conservazione
e la gestione del bene.
c) Che i singoli piani di gestione per ciascuno dei siti componenti del bene seriale siano
completati per assicurare la piena ed effettiva efficacia del quadro generale, così come
l’effettiva gestione a livello locale della conservazione e dell’utilizzo appropriato dei siti
componenti in questione.
d) Che venga sviluppata una strategia complessiva per il turismo e l’utilizzo da parte dei visitatori
estesa a tutta l’area del bene, delle sue aree tampone e che consideri collegamenti appropriati ad
una regione più ampia, in ordine a valutare pienamente le necessità di mantenimento degli
eccezionali valori universali e le condizioni di integrità del bene in riferimento allo scenario
dell’atteso incremento di visitatori dopo l’iscrizione. Tale strategia dovrebbe mirare a gestire il
livello di visitatori nelle aree già al limite od oltre il limite di capacità, proibire l’intensificazione
delle infrastrutture o di usi inappropriati che potrebbero avere degli impatti negativi sui valori del
bene, ed assicurare un’efficace proposta e vantaggi turistici compatibili con la conservazione a
lungo termine del bene.”
Una missione sarà inviata nel 2011 per accertare i progressi compiuti nella realizzazione del
quadro gestionale complessivo del bene, nella dotazione di piani di gestione per i diversi siti componenti il
Bene e infine nello stabilire una strategia per il turismo, in ordine a permettere alla Commissione UNESCO
di accertare i progressi fatti in relazione alle richieste di cui sopra.
3. La strategia di gestione complessiva delle Dolomiti iscritte nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
La strategia di governance del Bene Dolomiti UNESCO, presentato al Comitato per il Patrimonio
Mondiale, è impostata sull’assetto delle Dolomiti come bene seriale, articolato sul territorio di cinque
Province, di cui due (Bolzano e Trento) con ordinamento autonomo, e di due Regioni (Veneto e Friuli
Venezia Giulia, quest'ultima a statuto speciale). La strategia è tesa a creare una rete di collaborazioni tra gli
Enti che governano le porzioni del Bene iscritto, di loro competenza, facendo perno nella nuova
“Fondazione Dolomiti – Dolomiten – Dolomites – Dolomitis UNESCO”, al fine di assicurare l’efficacia e
l’adeguatezza delle misure di salvaguardia del Bene e insieme il loro coordinamento, nell’ottica della
trasmissione dei valori estetico-paesaggistici e geologico-geomorfologici. Nel corso della candidatura il
lavoro delle Istituzioni (Province e Regioni) si è configurato come percorso comune verso l’iscrizione delle
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Dolomiti nel Patrimonio mondiale, finalizzato non solo a presentare il territorio dolomitico come un
“unicum” seppure nelle specificità geografiche, geomorfologiche e ambientali, ma anche a definire coerenti e
omogenee modalità di gestione del bene “Dolomiti” tenuto conto delle competenze e dell’autonomia
gestionale di ciascuna Provincia e/o Regione. Va peraltro sottolineato che nella proposta di istituire la
Fondazione “Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis UNESCO”, il Comitato per il Patrimonio Mondiale
ha riconosciuto un modello significativo per contribuire allo sviluppo conservativo e durevole del proprio
Patrimonio naturale, garantendo il governo coordinato di un bene articolato sul territorio di più realtà
istituzionali anche diverse per ordinamento.
La strategia di gestione complessiva tesa al mantenimento dei valori universali del Bene, si
concentra su tre indirizzi, intorno cui sviluppare il piano di coordinamento delle gestioni locali:
conservazione, comunicazione e valorizzazione sono gli assi primari per la gestione del Patrimonio, cui
seguono, nello spirito della Convenzione UNESCO, gli obiettivi di carattere scientifico, culturale e sociale di
conservazione del paesaggio e del patrimonio geologico, gestione dei flussi turistici, comunicazione,
informazione e formazione rispetto ai valori del Bene, sviluppo sostenibile, educazione ambientale e ricerca
scientifica, su cui programmare le attività rispetto ai singoli sistemi.
Gli obiettivi, individuati all'interno di ciascun asse, sono stati in particolare selezionati sulla base
dell'esperienza maturata nel monitoraggio geologico, nella gestione delle aree parco e dei siti e zone della
rete Natura 2000, nella pianificazione territoriale e paesaggistica:
1. Conservazione e Gestione
1.01 strategia di conservazione del patrimonio paesaggistico
1.02 strategia di conservazione del patrimonio geologico
1.03 strategia di gestione dei flussi turistici
2. Comunicazione
2.01. strategia e strumenti di comunicazione interprovinciale/regionali
2.02. strategia di informazione
2.03. strategia di formazione
3. Valorizzazione
3.01. strategia di sviluppo sostenibile
3.02. strategia di ricerca
La strategia è tesa a creare una rete di collaborazioni tra enti e territori, già competenti alla
governo dell’area dolomitica, al fine di garantire efficacia e adeguatezza delle misure di protezione delle
Dolomiti. La Fondazione "Dolomiti – Dolomiten – Dolomites – Dolomitis UNESCO", finalizzata ad
assicurare il coordinamento tra le Province e le Regioni nell’ottica dell’armonizzazione delle politiche di
gestione del Patrimonio mondiale Dolomiti-UNESCO, sarà il referente unico nei confronti del Comitato per
il Patrimonio Mondiale e garante, attraverso reports triennali, della coerenza tra la strategia di gestione
complessiva e il mantenimento dei valori universali.
In questo quadro, “armonizzazione” e “gestione a rete” sono i termini chiave per assicurare la
coerenza delle azioni e al contempo evitare la creazione di sovrastrutture: sotto il profilo amministrativo la
Fondazione sarà quindi impostata secondo un modello “leggero” – il segretario generale, il personale di
segreteria, uno o due funzionari - che si appoggia, per l’esercizio delle proprie azioni, sulle reti funzionali
assicurate dalle strutture degli Enti territoriali competenti.
Considerato che le aree iscritte risultano, per il 71% delle core zone, ricomprese in 9 parchi
naturali – Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, Parco naturale regionale Dolomiti d’Ampezzo, Parco
regionale delle Dolomiti friulane, Parco naturale provinciale di Paneveggio-Pale di San Martino, Parco
naturale provinciale Adamello-Brenta, Parco naturale provinciale Fanes, Senes e Braies, Parco naturale
provinciale Puez-Odle, Parco naturale provinciale Sciliar-Catinaccio, Parco naturale provinciale Dolomiti di
Sesto - e per il 94% in siti di importanza comunitaria, la rete dei parchi e delle aree protette assume un ruolo
primario nello sviluppo del tema della “conservazione”, secondo obiettivi gestionali di tutela dell’integrità
naturale del Bene, coordinati e coerenti con il Piano complessivo. Ugualmente, rispetto al medesimo asse
strategico, l’obiettivo della conservazione del patrimonio geologico trova esito nel coordinamento
dell’azione di studio, elaborazione cartografica e monitoraggio già condotta dalle strutture competenti
(strutture amministrative, enti di ricerca, musei), attive nei vari territori. Il tema della “comunicazione” si
sostanzia principalmente nella definizione e nell’aggiornamento degli strumenti di informazione rispetto
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alle proprietà e alla gestione del Bene (sito internet, portali informativi) nonché nella formazione di
personale amministrativo, tecnici, operatori economici per l’elaborazione di una visione condivisa sulla
gestione del Bene UNESCO. La “valorizzazione”, infine articolata negli obiettivi dello sviluppo
sostenibile, tra cui la promozione dell’economia locale mediante la gestione del marchio, e nella ricerca
scientifica riguardo ai valori del Bene, dove particolare significato assumono i progetti di cooperazione
internazionale attinenti ai Beni UNESCO, passa necessariamente attraverso la generale messa in rete di attori
e conoscenze.
Passaggio fondamentale per tale strategia di gestione è l'armonizzazione degli strumenti tecnicoamministrativi di gestione, relativamente al territorio di ogni socio fondatore: si tratta ad esempio
dell'inserimento nella propria pianificazione strategica, territoriale e socio-economica, ciascuno secondo gli
specifici strumenti legislativi, di indicazioni precise per quanto riguarda la conservazione delle Dolomiti
Patrimonio dell'Umanità oppure lo sviluppo di protocolli comuni per il monitoraggio dei cambiamenti
strutturali del paesaggio e della qualità del territorio o ancora il monitoraggio dei sentieri e degli accessi
all’area dolomitica, per un'appropriata definizione della carrying capacity delle singole aree dolomitiche, in
riferimento alla rispettive potenzialità turistiche.
In generale, lo sviluppo di una cultura condivisa della responsabilità e della partecipazione delle
comunità coinvolte nella gestione del Bene UNESCO è il tema di fondo del piano generale. Gli assi
strategici e le relative misure saranno pertanto oggetto di “tavoli di lavoro”, per il coinvolgimento delle
popolazioni e dei visitatori nella gestione e valorizzazione del Bene. In maniera orientativa, e non esaustiva,
nel piano generale di gestione sono state indicate le categorie principali dei portatori di interesse da
coinvolgere, facendo riferimento a comuni, enti parco, associazioni portatrici di interessi ambientali e
culturali, associazioni economiche (albergatori, impiantisti), club alpini (CAI-SAT-AVS), guide alpine,
proprietari di rifugi alpini, operatori turistici, musei ed enti di ricerca (fondazioni ed istituti culturali locali),
università e scuole ed istituti educativi. Va inoltre richiamato che, tra gli organi della Fondazione, è
specificamente previsto il Collegio dei sostenitori, composto in primo luogo da comuni, amministrazioni dei
parchi, università e enti di ricerca del territorio ma anche da associazioni e categorie che, condividendo gli
scopi della Fondazione, contribuiscono alla gestione del Bene.
4. Lo Statuto della “Fondazione Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis UNESCO”
A seguito della decisione del Comitato per il Patrimonio Mondiale di inserire le Dolomiti nel
Patrimonio mondiale UNESCO gli enti territoriali che, insieme al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare, hanno condotto la candidatura, ovvero le Province di Belluno, Pordenone e Udine, le
Province autonome di Bolzano e di Trento, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e la Regione del
Veneto, stanno perfezionando i lavori e gli atti per la costituzione della “Fondazione Dolomiti – Dolomiten
– Dolomites – Dolomitis UNESCO”. La nuova istituzione, proposta nella fase finale della candidatura per
garantire all’UNESCO il coordinamento nella gestione del Bene, è ora pienamente delineata e dotata dello
Statuto, finalizzato a inquadrarne i compiti, la struttura e il funzionamento. Tale documento, condiviso in
questa fase dal tavolo di coordinamento degli enti fondatori nella riunione tenutasi a Belluno il 18 ottobre
2009, verrà quindi approvato dalle Giunte provinciali e regionali degli Enti fondatori.
Richiamata la dimensione seriale del Bene “Dolomiti” e l’impostazione del piano gestionale per
obiettivi e misure da attuare mediante reti funzionali, lo Statuto individua la sede legale e fiscale presso la
Provincia di Belluno, prevedendo al contempo cinque sedi operative, collocate presso ciascuna delle
Province proponenti, in modo da assicurare un sistema gestionale efficiente e integrato nelle strutture
territoriali competenti. Allo scopo di contenere i costi, i soci si sono impegnati a mettere a disposizione della
Fondazione strutture e spazi funzionali all'attività. Il budget e il patrimonio iniziale della Fondazione sono
quindi costituiti dai beni mobili, immobili e dotazioni finanziarie eventualmente conferiti dai soci fondatori
all’atto della costituzione. In particolare per il primo anno è stato definito un conferimento di 70.000 Euro al
fine di costituire un fondo di dotazione complessivo, nonché un fondo di gestione stabilito per il 2010 in
600.000 Euro e in 400.000 Euro negli anni successivi. Le risorse conferite da ogni singolo socio sono
suddivise così come riportato in tabella 1 e tabella 2. Tale patrimonio potrà in ogni caso essere
successivamente incrementato da ulteriori conferimenti da parte dei soci fondatori e sostenitori e da eventuali
contributi, donazioni, eredità, legati ed erogazioni in genere di altri soggetti pubblici e privati e infine da
avanzi di gestione.
Previa intesa sulle condizioni, il Consiglio di Amministrazione, uno degli organi della Fondazione,
potrà deliberare l'ammissione di nuovi soci aderenti, quali soggetti pubblici che intendano aderire alla
8
Fondazione, condividendone la finalità e che si impegnino a contribuire al fondo di dotazione e alle spese
annuali di esercizio. Per l'ammissione dei nuovi soci sarà necessario il preventivo benestare di tutti i soci
fondatori, ovvero delle province e delle due regioni interessate.
Quando e qualora lo scopo della Fondazione sia divenuto impossibile o siano divenuti
eccessivamente onerosi i mezzi per attuarlo, la Fondazione si estinguerà e i beni e immobili rimasti in
proprietà dovranno essere restituiti, al netto degli eventuali saldi passivi di liquidazione, ai soci fondatori.
Scopi. La Fondazione, che non ha scopo di lucro, si propone di contribuire a uno sviluppo
conservativo del Bene “Dolomiti”, tenuto conto degli obiettivi definiti nel piano di gestione generale che,
come stabilito dal Comitato per il Patrimonio mondiale, deve essere sviluppato entro la Sessione prevista nel
2011. La Fondazione in particolare è quindi garante, tramite i propri soci fondatori, dell’attuazione degli
obiettivi definiti nel futuro piano di gestione ovvero:
- promuovere la cooperazione tra i soci fondatori, al fine di assicurare l’armonizzazione delle
politiche di gestione del Bene UNESCO poste in essere da ciascun Ente, nel quadro degli indirizzi stabiliti
dal piano di gestione;
- promuovere, sulla base del piano di gestione, l'eventuale adozione di nuovi strumenti di
salvaguardia del Bene UNESCO, al fine di perseguire con azioni comuni ulteriori forme di protezione,
conservazione e valorizzazione, nel rispetto dell’ordinamento istituzionale delle parti;
- curare la comunicazione fra i soci fondatori ai fini dell’attuazione del piano di gestione e
promuoverà tra i soci fondatori lo scambio d’informazioni e documenti;
- istituire appositi tavoli tematici con gli enti locali, con gli enti parco, nonché con le altre
amministrazioni e istituzioni pubbliche e private e con esperti e collaborare con istituzioni internazionali,
comunitarie, nazionali, regionali e locali;
- predisporre periodici dossier informativi sullo stato d’attuazione del piano di gestione, che
saranno messe a disposizione delle autorità, pubbliche e private, operanti nel settore, che ne facciano
richiesta;
- trasmettere le conoscenze del patrimonio UNESCO, diffonderà la cultura della tutela del
territorio in collaborazione con scuole e istituzioni pubbliche o private, anche assicurando l'istituzione di
apposito sito web ed indirizzo di posta elettronica e organizzare ricerche, mostre, relazioni o altro;
- esprimere parere nell'ambito della pianificazione territoriale regionale e provinciale con riguardo
al Bene.
Organi della Fondazione. La Fondazione si articola negli organi strettamente necessari al suo
corretto funzionamento, ovvero il Consiglio direttivo, il Consiglio di amministrazione, l’Organo di revisione,
il Comitato scientifico e il Collegio dei sostenitori.
Il Consiglio direttivo è composto dal legale rappresentante, o suo delegato, di ciascun socio
fondatore e dura in carica tre anni. Tra i suoi compiti rientrano l’assunzione di impegni reciproci e indirizzi a
carattere strategico per la definizione da parte del Consiglio di Amministrazione del piano di gestione e per il
conseguimento degli obiettivi della Fondazione nonché la verifica dello stato di attuazione delle attività della
Fondazione e l’espressione obbligatoria dei pareri sugli atti di pianificazione, programmazione e sugli
strumenti finanziari adottati dal Consiglio di amministrazione. Compito del Consiglio direttivo, nel quale
sono dunque rappresentate le Province di Belluno, Pordenone e Udine con le rispettive Regioni FriuliVenezia-Giulia e Veneto e le Province autonome di Bolzano e di Trento, è in particolare quello di assicurare
un livello armonizzato di azioni rispetto alle politiche territoriali e ambientali del Bene, tenuto conto dei
diversi ordinamenti degli Enti fondatori e delle relative competenze statutarie.
Il Consiglio di Amministrazione è composto da cinque membri, ivi compreso il Presidente,
nominati dalle Province proponenti la candidatura, nella persona dell’assessore provinciale competente pro
tempore. I membri restano in carica tre anni e possono essere riconfermati. Al Consiglio di Amministrazione
spettano tutti i poteri per la gestione ordinaria e straordinaria della Fondazione. Esso approva il programma
annuale di attività, il bilancio preventivo, le relative variazioni e il conto consuntivo, nomina un segretario
generale, approva il regolamento di organizzazione e di funzionamento dei servizi. Il Consiglio approva
inoltre tutti gli altri atti necessari per il buon funzionamento della Fondazione, delibera sull'ammissione di
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nuovi soci aderenti e sulle relative condizioni, così come su ogni altro oggetto d'interesse della Fondazione, o
su tutte le materie non specificatamente attribuite ad altri organi. La Presidenza del Consiglio di
Amministrazione è assegnata, a rotazione e con durata di tre anni, al componente nominato da ciascuna
Provincia, seguendo l'ordine alfabetico del nome delle Province. Il Presidente del Consiglio di
Amministrazione ha la legale rappresentanza della Fondazione, convoca e presiede le adunanze, stipula i
contratti, firma tutti gli atti della Fondazione, ordina i pagamenti nei limiti degli stanziamenti previsti dal
bilancio e sovrintende al buon funzionamento amministrativo e tecnico della Fondazione nel suo complesso.
Per garantire un ottimale funzionamento della Fondazione il Consiglio di amministrazione nomina
il Segretario generale che dura in carica per tre anni e il cui incarico può essere rinnovato. Il Segretario
Generale cura l’attuazione degli indirizzi e degli obiettivi riguardanti l’amministrazione stabiliti dal
Consiglio d’Amministrazione; cura in particolare l’elaborazione di un piano triennale strategico da
sottoporre al Consiglio di Amministrazione al momento del rinnovo. La consulenza tecnico-scientifiche su
materie e problematiche attinenti la gestione e conservazione del Bene, nonché la possibile espressione di
pareri sul monitoraggio della gestione e su attività di ricerca, è invece assegnata al Comitato Scientifico,
nominato dal Consiglio di Amministrazione e composto da un minimo di tre a un massimo di cinque
componenti.
Nell’ottica di assicurare la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella gestione delle
“Dolomiti” Patrimonio dell’UNESCO e di sviluppare un’idea condivisa di sviluppo sostenibile del Bene, la
Fondazione è dotata del Collegio dei Sostenitori, composto oltre che dai soci fondatori anche da tutti i
sostenitori della Fondazione nominati dal Consiglio di amministrazione, ovvero dalle persone fisiche o
giuridiche, pubbliche o private, - in particolare da comuni, amministrazioni dei parchi, università e enti di
ricerca del territorio Bene UNESCO - che, condividendo gli scopi della Fondazione, contribuiscano al fondo
di gestione ovvero all’attività dell’Ente con prestazioni di particolare rilievo. Il Collegio fornisce pareri e
proposte sulle attività e sui programmi della Fondazione e propone l’ammontare dei contributi da versare al
fondo di gestione, al fine di poter assumere la qualifica di sostenitore.
Lo Statuto prevede infine che i soci fondatori nominino un Organo di revisione, composto da un
minimo di uno ad un massimo di tre revisori dei conti, figure professionali incaricate di verificare l’attività di
amministrazione della Fondazione, di redigere la relazione sul bilancio di previsione e sul bilancio di
esercizio, di esprimere pareri obbligatori sulle variazioni di bilancio, prestando consulenza finanziaria al
Consiglio di Amministrazione. I revisori restano in carica per un periodo di tre anni e il loro mandato può
essere riconfermato per un’ulteriore sola volta.
La Fondazione ha sede legale e fiscale presso la Provincia di Belluno ed è dotata di cinque sedi
operative. Il funzionamento delle sedi operative non grava sui bilanci della Fondazione ma su quello di
ciascuna Provincia, la quale nell’ambito dell’organizzazione della propria struttura attua le misure previste
dalla strategia generale di gestione. Questo modello organizzativo si basa sul principio di reciproca
responsabilità tra i soci e tiene conto delle peculiarità e prerogative istituzionali nonché delle diversità
territoriali. Le sedi operative hanno pertanto la funzione di dare continuità all'organizzazione attivata tra le
cinque Province durante il percorso che ha portato al riconoscimento delle Dolomiti Patrimonio Mondiale
dell'UNESCO. Tale modello prelude a una Fondazione con strutturazione leggera, in grado di assicurare il
coordinamento interistituzionale, di porsi come interlocutore unitario nei confronti di UNESCO e di
garantire il monitoraggio complessivo sull’attuazione del piano di gestione.
5. Piano finanziario per la strategia di gestione complessiva
La legge 24 dicembre 2007, n. 244 – legge finanziaria 2008 – prevede che gli -enti locali che
intendono costituire un nuovo ente, adottino, sentite le organizzazioni sindacali per gli effetti derivanti sul
personale, provvedimenti di trasferimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali in misura adeguata
alle funzioni esercitate mediante i nuovi soggetti e provvedano alla corrispondente rideterminazione della
propria dotazione organica. I collegi dei revisori e gli organi di controllo interno delle amministrazioni
asseverano il trasferimento delle risorse umane e finanziarie e trasmettono una relazione ai dipartimenti
statali ivi citati, segnalando eventuali inadempimenti anche alle sezioni competenti della Corte dei Conti.
Con la presente relazione si provvede quindi a illustrare indicativamente la proiezione economica,
finanziaria e patrimoniale, sviluppata per il prossimo triennio, tenuto conto del fondo di dotazione previsto
nello stesso Statuto e delle risorse finanziarie e strumentali assicurate dalle Province.
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Le attività della Fondazione.
La Fondazione elabora un piano strategico triennale, che viene approvato dal Consiglio di Amministrazione.
Tale piano prevede:
1. indirizzi strategici per le attività istituzionali;
2. indirizzi strategici per la ricerca e le pubblicazioni scientifiche;
3. indirizzi strategici per l’armonizzazione delle misure di conservazione del Bene;
4. indirizzi strategici per la valorizzazione, la formazione e la comunicazione relativa al Bene.
1. Attività istituzionale
Obiettivo (triennale):
Promuovere l’armonizzazione delle politiche di gestione del patrimonio delle Dolomiti, identificando linee
d’azione comuni ai soggetti fondatori corrispondenti alle esigenze e ai requisiti richiesti dall’UNESCO.
Garantire una gestione efficace, trasparente e funzionale della Fondazione, orientata a moderni criteri di
management.
Compatibilità finanziarie:
Dette attività verranno svolte dalla Fondazione con il supporto tecnico delle strutture amministrative dei soci
fondatori.
2. Ricerca e pubblicazioni scientifiche
Obiettivo (triennale):
Diffondere cultura attraverso attività di ricerca scientifica e pubblicazioni che valorizzino il patrimonio delle
Dolomiti (bellezza naturale, importanza geologica).
Compatibilità finanziarie:
Dette attività verranno svolte dalla Fondazione mediante il contributo di gestione annuo versato dai soci
fondatori.
3. Armonizzazione delle misure di conservazione del Bene UNESCO
Obiettivo:
Garantire la continuità delle caratteristiche di eccezionalità geologica e paesaggistica, che hanno permesso
alle Dolomiti di essere iscritte nel Patrimonio mondiale.
Il piano generale di gestione, finalizzato all’armonizzazione delle politiche gestionali messe in atto da
ciascun socio fondatore, è approvato del Consiglio di Amministrazione con i dovuti supporti tecnicoscientifici. Si ritiene che l’obiettivo dell’armonizzazione degli strumenti legali di gestione e degli strumenti
tecnici di gestione sia un passaggio fondamentale per ottenere una strategia coordinata finalizzata al
raggiungimento dei risultati comuni. La Fondazione collabora con le strutture provinciali/regionali
competenti alla gestione del bene “Dolomiti-UNESCO”, al fine dell’attuazione delle modalità di gestione,
promuovendo peraltro il confronto con le popolazioni e i portatori di interesse.
La mission della Fondazione è pertanto tesa a creare una rete di collaborazioni tra i territori e gli Enti che
governano le porzioni del Bene di loro competenza, al fine di garantire efficacia e adeguatezza alle misure di
salvaguardia del bene Dolomiti nel suo complesso. Va in proposito tenuto conto che, se fino a questo punto il
gruppo tecnico ha lavorato con le strutture di ciascuna Provincia secondo la necessità che progressivamente
emergevano nel procedimento di candidatura e nel quadro della competenza scientifica degli esperti, in
questa fase di costituzione della Fondazione si prefigura – sul piano operativo – l’attività di raccordo della
Fondazione con le strutture decentrate sul territorio attraverso l’utilizzo di task-force, composte in modo
omogeneo per professionalità (es. geologici, urbanisti, giuristi, dagli esperti in comunicazione ecc.).
Obiettivo è quello di uniformare i livelli di conoscenza dei problemi, utilizzare più esperienze analoghe per
tipologia, pervenire a proposte di soluzioni tecnicamente omogenee e coerenti con i livelli di competenza, le
normative e le prassi amministrative di ciascun socio fondatore. Questi gruppi tecnico-amministrativi si
configurano quindi come strutture “mobili”, utili ad assicurare il lavoro trasversale tra i vari enti coinvolti,
finalizzate all’approfondimento di singoli profili che la Fondazione dovrà affrontare.
Compatibilità finanziarie:
Contributo di gestione annuo versato dai soggetti fondatori.
4. indirizzi strategici per la valorizzazione, la formazione e la comunicazione relativa al Bene
Al fine di presentare il territorio dolomitico come un “unicum” connotato da condizioni geografiche,
geomorfologiche ed ambientali diverse ed integrate tra loro, la Fondazione propone un piano di
comunicazione, informazione e formazione triennale.
11
Alla base di questo piano di comunicazione è posta la Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale
adottata dal Comitato per il Patrimonio Mondiale.
Obiettivo:
Obiettivo del piano di comunicazione è quello di trasmettere l’eccezionalità del territorio dolomitico e
l’importanza della sua conservazione.
Come strumenti di comunicazione utili al perseguimento dell’obiettivo posto sono stati individuati i seguenti
strumenti: marchio, sito internet / indirizzo di posta elettronica (tipo info), mostre, materiali divulgativi.
Per le finalità di gestione del bene UNESCO la formazione si provvederà nell’ambito del sistema a rete delle
funzioni demandate alle Province.
Compatibilità finanziarie:
Contributo di gestione annuo versato dai soggetti fondatori.
Alla luce dei contenuti dei documenti di candidatura (nomination document, supplementary
information february 2009), la Fondazione prevede di svolgere, con la collaborazione o avvalendosi degli
enti fondatori e di altri soggetti pubblici o privati diversi dagli enti fondatori, con le risorse finanziarie,
strumentali ed umane a disposizione di cui al presente piano finanziario, le seguenti attività:
Assi
Obiettivi
2.
2.01.
Comunicazione Strumenti di
comunicazione
2.02.
Informazione
2.03.
Formazione
3.
Valorizzazione
3.01.
Sviluppo
Azioni
Breve descrizione
2.01.01 definizione del marchio e logo (1) DOLOMITI WORLD
HERITAGE SITE
2.01.02 corporate design e manuale di utilizzo dello stesso
2.01.05 database multimediale del World Heritage Site (fotografie,
testi, disegni, musica, audiovisivi, ecc.)
2.01.06 ufficio stampa
2.01.09 realizzazione di materiale informativo (brochure,
manifesti, pieghevoli)
2.01.10 realizzazione del libro sul World Heritage Site
2.01.13 integrazione del volo virtuale (3D) su tutti i core site del
World Heritage Site
2.02.01 definizione delle strategie di informazione (internamente
ed esternamente al World Heritage Site)
2.02.03 individuazione e segnalazione dei portali di accesso al
World Heritage Site
2.02.04 allestimento punti informativi World Heritage Site
UNESCO in area hot spot
2.02.05 allestimento e coordinamento di servizi di informazione
all’interno delle strutture espositive/museali interne al
World Heritage Site
2.02.06 allestimento e coordinamento di servizi di informazione
all’interno dei rifugi nel World Heritage Site
2.02.07 cooperazione alle reti museali e dei parchi naturali
2.03.01 definizione delle strategie di divulgazione guidata (interno
ed esterno al World Heritage Site)
2.03.02 definizione del codice di condotta degli operatori
(vademecum)
2.03.07 elaborazione di moduli e progetti didattici per scuole di
ogni ordine e grado, sui valori universali del WORLD
HERITAGE SITE
2.03.08 organizzazione di seminari e convegni tematici di livello
internazionale
3.01.05 organizzazione di percorsi tematici (geologia, paesaggio,
ecc.) in ogni core site
1
Attività che gli enti fondatori stanno già portando avanti e passerà alla fondazione nel momento in cui la stessa sarà
operativa.
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sostenibile
3.02.
Ricerca
4.
Finanziamento
4.01.
Businnes plan
3.01.06 organizzazione di percorsi di visita complessivi per tutto il
WORLD HERITAGE SITE (in funzione di: difficoltà
alpinistica, stagione, livello di preparazione, interessi,
criteri, ecc.)
3.02.01 attivazione di cooperazione internazionale con altri siti
World Heritage nelle Alpi
3.02.02 promozione di partnership con le organizzazioni alpine
transnazionali
3.02.03 database ricerche (già svolte ed in corso) sul WORLD
HERITAGE SITE
4.01.01 definizione delle necessità economiche (a breve e lungo
termine)
4.01.02 found rising - ricerca di fondi pubblici (europei, nazionali)
e/o privati (operatori economici e finanziari, banche, ecc.)
4.01.03 individuazione di progetti per l'autofinanziamento del
WORLD HERITAGE SITE e del loro potenziale
economico
(*) Legenda:
La Fondazione in qualità di garante-coordinatore degli impegni presi con l’UNESCO contenuti nel
documento di candidatura, collaborerà con gli enti fondatori e con gli altri soggetti pubblici e privati
coinvolti nello svolgimento delle altre attività previste nel documento di candidatura.
Personale
Non è previsto il trasferimento alla Fondazione di personale in servizio presso gli enti fondatori.
La stessa si avvarrà di una dotazione organica contenuta, che sia in grado di dar seguito alle attività a essa
rimandate. Nel disegno sopra esposto che individua nella Fondazione l’interlocutore nei confronti di
UNESCO e nelle strutture amministrative dei soci fondatori il livello operativo per l’esercizio delle funzioni
previste nel piano generale di gestione, si ritiene che sia sufficiente una dotazione presumibilmente costituita
da 1 Segretario generale (con funzioni di direttore), 1 amministrativo e 1 tecnico
Si prevede che, salvo verifiche, al personale assunto sarà applicato il C.C.N.L. per i dipendenti da
aziende del settore turismo, e che il personale stesso sarà così inquadrato:
Dipendente
Classificazione
Quadro A
Ruolo
Segretario generale
Quadro
Direttore
Amministrativo
Livello 3
ControlloImpiegato amministrativo
Amministrativo
Livello 3
Impiegato amministrativo
Tecnico
Livello 3
Impiegato tecnico
I costi del personale stimati sono comprensivi degli oneri accessori e delle imposte a carico della
Fondazione; in sede di assunzione dei dipendenti potranno essere diversamente quantificati, anche al ribasso,
sulla base delle effettive esigenze di personale e delle attività effettivamente svolte, nonché della reperibilità
sul mercato del lavoro delle necessarie professionalità. In ogni caso, la selezione del personale avverrà
mediante procedura che garantisca il rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità, imparzialità e pari
opportunità.
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Patrimonio e Fondo di Gestione
Al fine di sostenere l’attività che eserciterà la Fondazione, i soggetti fondatori si sono impegnati a
costituire il fondo di dotazione per un importo pari a 70.000,00 € da suddividersi con la seguente modalità
tra i soci:
Tabella 1
Soci Fondatori
Importi conferito
%
Regione Friuli Venezia Giulia € 16.000,00
22,84%
Regione Veneto
€ 10.000,00
14,29%
Provincia Autonoma Bolzano
€ 10.000,00
14,29%
Provincia Autonoma Trento
€ 10.000,00
14,29%
Provincia Belluno
€ 10.000,00
14,29%
Provincia di Pordenone
€ 7.000,00
10,00%
Provincia di Udine
€ 7.000,00
10,00%
Con trasferimenti annuali, articolati secondo la tabella seguente, i soci fondatori provvederanno
alla costituzione di un Fondo di gestione, per garantire il finanziamento delle spese di esercizio della
Fondazione. Il fondo di gestione sarà così costituito per i primi tre anni:
Tabella 2
Regione Friuli V. Giulia
Prov. Pordenone
Prov. Udine
Regione Veneto
Prov. Belluno
Prov. autonoma Bolzano
Prov. autonoma Trento
TOTALE
conferimento annuale
2010
2011
€ 100.000,00
€ 70.000,00
€ 25.000,00
€ 15.000,00
€ 25.000,00
€ 15.000,00
€ 110.000,00
€ 80.000,00
€ 40.000,00
€ 20.000,00
€ 150.000,00
€ 100.000,00
€ 150.000,00
€ 100.000,00
€ 600.000,00
€ 400.000,00
2012
€ 70.000,00
€ 15.000,00
€ 15.000,00
€ 80.000,00
€ 20.000,00
€ 100.000,00
€ 100.000,00
€ 400.000,00
Per gli anni successivi al 2012 i soci fondatori si impegnano, secondo quanto previsto dal
combinato disposto dell’art. 3 e dell’art. 7 terzo comma, lett. B) dello Statuto, a trasferire al Fondo di
gestione i conferimenti annuali qualora abbiano trovato adeguata copertura finanziaria nei corrispondenti
Bilanci di Previsione. Tali trasferimenti dovranno ottenere le asseverazioni previste ai sensi di legge.
In una fase successiva la Fondazione potrebbe reperire anche altre fonti di ricavo, quali a titolo di
esempio godimento di eventuali royalties derivanti dalla concessione del marchio che verrà all’uopo creato
dalla Fondazione, organizzazione di escursioni e visite guidate, contributi di sostenitori che intendo
contribuire alle spese di mantenimento del Bene, vendita di oggetti con il marchio “Dolomiti”.
Dette fonti di ricavo saranno frutto della gestione del Consiglio di Amministrazione della
Fondazione; non essendo ricavi “certi” si è ritenuto prudenzialmente di non inserire dette voci nel business
plan previsionale. A titolo d’esempio si potrebbero ipotizzare i seguenti ricavi:
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RICAVI DA ROYALTIES MARCHIO "DOLOMITI"
anno n
anno n+1
anno n+2
€
Royalties
€
45.000,00 135.000,00
€
180.000,00
RICAVI DA GADGET "DOLOMITI"
anno n
anno n+1
anno n+2
€
€
T-shirt,
100.000,00
€
127.000,00
calendari,ecc.
ALTRI RICAVI
anno n
anno n+1
anno n+2
Sostenitori
€
50.000,00 €
50.000,00
Nota: ricavi ipotizzati ma non considerati nella previsione.
15
I costi della Fondazione
Di seguito si presenta uno schema dei costi che la Fondazione sosterrà nel prossimo triennio,
tenuto conto delle linee strategiche e delle azioni previste nella parte precedente.
esercizio 2010
costi organizzativi
totale costo attività
personale
rimborsi spese personale
spese ufficio
contablità
revisore dei conti
spese notarili per costituzione
legale
227.500
170.000
24.000
18.000
4.000
2.500
5.000
4.000
1 segret ario generale, 1 funzionario, 1 segretria
locale, riscaldamento, pulizie, consumabili ufficio ecc.
costo commercialista
costo societ à revisione incaricata
consulenza legale
costi operativi
n°
obiettivi
1 ATTIVITA’ ISTITUZIONALI
n°
attività
n°
costo
descrizione costo
2 RICERCA E PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
totale costo attività
5000
87000
3 ARM ONIZAZIONE DELLE M ISURE DI CONSERVAZIONE DEL BENE UNESCO
105.000
4 VALORIZZAZIONE, FORM AZIONE E COM UNICAZIONE RELATIVA AL BENE
166.000
TOTALE COSTI 2010
590.500
esercizio 2011
costi organizzativi
totale costo attività
personale
rimborsi spese personale
spese ufficio
contablità
revisore dei conti
legale
206.000
170.000
8.500
18.000
4.000
2.500
3.000
1 segret ario generale, 1 funzionario, 1 segretria
locale, riscaldamento, pulizie, consumabili ufficio ecc.
costo commercialista
costo societ à revisione incaricata
consulenza legale
costi operativi
n°
obiettivi
1 ATTIVITA’ ISTITUZIONALI
n°
attività
n°
costo
descrizione costo
totale costo attività
5.000
2 RICERCA E PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
87.000
3 ARM ONIZAZIONE DELLE M ISURE DI CONSERVAZIONE DEL BENE UNESCO
16.500
4 VALORIZZAZIONE, FORM AZIONE E COM UNICAZIONE RELATIVA AL BENE
79.000
TOTALE COSTI 2011
393.500
esercizio 2012
costi organizzativi
totale costo attività
personale
rimborsi spese personale
spese ufficio
contablità
revisore dei conti
216.000
180.000
8.500
18.000
4.000
2.500
3.000
1 segret ario generale, 1 funzionario, 1 segretria, 1 stagista
locale, riscaldamento, pulizie, consumabili ufficio ecc.
costo commercialista
costo societ à revisione incaricata
consulenze legali
costi operativi
n°
obiettivi
1 ATTIVITA’ ISTITUZIONALI
n°
attività
n°
costo
descrizione costo
totale costo attività
5.000
2 RICERCA E PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
87.000
3 ARM ONIZAZIONE DELLE M ISURE DI CONSERVAZIONE DEL BENE UNESCO
16.500
4 VALORIZZAZIONE, FORM AZIONE E COM UNICAZIONE RELATIVA AL BENE
71.000
TOTALE COSTI 2012
16
395.500
17
18
19
Si riporta di seguito una previsione del primo bilancio di esercizio della Fondazione.
CON T O
E CON OMI CO
Esercizio
2010
RICAVI / COSTI
Esercizio
2012
600.000,00
400.000,00
400.000,00
-
594.377,78 -
397.377,78 -
399.377,78
A) Totale ricavi
B) Totale costi
Esercizio
2011
5) P er servizi
- c os ti generali, amm inistrativi, c om merc iali e tecnic i
-
33.500,00 -
27.500,00 -
27.500,00
- c os ti per organi
6) P er il personale
-
24.000,00 170.000,00 -
8.500,00 170.000,00 -
8.500,00
180.000,00
7) P er attiv ità istituzionale
-
5.000,00 -
5.000,00 -
5.000,00
8) P er ricerca e pubblicazioni sc ientific he
-
87.000,00 -
87.000,00 -
87.000,00
9) P er conservazione del bene unesco
10) Per com unicazione
-
105.000,00 166.000,00 -
16.500,00 79.000,00 -
16.500,00
71.000,00
11) Am m ortamenti e svalutazioni
-
3.877,78 -
3.877,78 -
3.877,78
DIFFERENZA VALORE/COSTI PRODUZ. (A-B)
C) Proventi e oneri finanziari
RISULTATO LORDO
[-]Imposte e tasse
UTILE (PERDITA) D'ESERCIZIO
STATO
5.622,22
2.622,22
622,22
328,28
483,11
634,46
5.950,51
5.950,51
3.105,34
3.105,34
1.256,68
1.256,68
PATRIMONIALE
ATTIVITÀ
Esercizio
2010
A) Crediti v/soci per versamenti dovuti
TOTALE CREDITI V/SOCI PER VERSAM.
B) Immobilizzazioni
I. Immobilizzazioni immateriali
Meno fondi ammortamento (ins. con segno -)
Totale immobilizzazioni immateriali nette
II. Immobilizzazioni materiali
Meno fondi ammortamento (ins. con segno -)
Totale immobilizzazioni materiali nette
III. Immobilizzazioni finanziarie
Meno fondi svalutazione (ins. con segno -)
Totale immobilizzazioni finanziarie
TOTALE IMMOBILIZZAZIONI NETTE
TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE
D) Ratei e risconti
TOTALE ATTIVITÀ
PASSIVITA'
-
Fondi per rischi ed oneri
Trattamento di fine rapporto
Debiti
Ratei e risconti
TOTALE PASSIVITÀ
Esercizio
2012
-
-
50.000,00
2.777,78 47.222,22
5.500,00
1.100,00 4.400,00
50.000,00
5.555,56 44.444,44
5.500,00
2.200,00 3.300,00
50.000,00
8.333,33
41.666,67
5.500,00
3.300,00
2.200,00
51.622,22
32.828,28
47.744,44
48.311,40
43.866,67
63.445,86
84.450,51
96.055,84
107.312,52
Esercizio
2010
A) Patrimonio netto
I. Fondo di dotazione dell'ente
VII. Riserve varie
VIII. Utili (perdite) portati a nuovo
IX. Utile (perdita) d'esercizio
TOTALE PATRIMONIO NETTO
B)
C)
D)
E)
Esercizio
2011
Esercizio
2011
Esercizio
2012
70.000,00
70.000,00
5.950,51
5.950,51
75.950,51
3.105,34
79.055,84
70.000,00
9.055,84
1.256,68
80.312,52
8.500,00
17.000,00
27.000,00
84.450,51
96.055,84
107.312,52
(NB. In merito al business plan, si precisa che le ipotesi presentate dimostrano una sostenibilità dell’iniziativa. Si
precisa in conclusione che l’impatto fiscale non è stato considerato, a tal riguardo si dovrà procedere con un
approfondimento in quanto parte dell’attività potrebbe essere soggetta ad I.V.A. e la stessa potrebbe, ragionevolmente,
essere soggetta ad imposta I.R.E.S.)
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