Quale stent in quale stenosi dell`esofago
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Quale stent in quale stenosi dell`esofago
IF Le protesi esofagee auto espansibili rappresentano oggi una efficace terapia palliativa nelle neoplasie dell’esofago sia stenosanti che fistolizzate nella trachea o nel mediastino, con un numero limitato di complicanze. Sono preferibili quelle metalliche ricoperte, mentre quelle in plastica presentano una maggior difficoltà di posizionamento e maggiore incidenza di migrazione. I risultati nelle stenosi benigne invece sono meno brillanti per cui il loro uso è consigliato solo in casi selezionati. Da valutare l’utilizzo delle nuove protesi biodegradabili. Giorgio Battaglia Paolo Bocus Giorgio Diamantis - Fabio Pomerri Stefano Realdon Self expandable esophageal prosthesis today represent an effective palliative treatment in esophageal cancer and in cases of stenosis or fistula into the trachea or in the mediastinum, with a limited number of complications. Covered metal ones are preferable, while the plastic stents present a more difficult position and higher incidence of migration. Results in benign stenosis are less successful: their use is recommended only in selected cases. Further long-term prospective data are awaited before biodegradable stents can be recommended for the management of benign esophageal lesions. In un precedente articolo comparso su questa rivista (1) sono già state descritte le caratteristiche costruttive delle protesi esofagee, per cui mi limiterò solo a ricordare quelle che possono influenzarne la scelta. Ad oggi esistono 11 modelli principali di stent che si distinguono fondamentalmente per il rivestimento, non rivestite(PMA-nr), rivestite completamente (PMAcr), o parzialmente(PMA-pr), e per il materiale con cui è costruito lo scheletro, in metallo (Nitinol o acciaio) o in polimeri plastici (PPA). Altre caratteristiche che le differenziano sono la forza radiale esercitata, la flessibilità, l’intreccio della maglia ed il materiale con cui è costruita, l’entità dell’accorciamento dopo la dilatazione, il diametro. Ma queste sembrano essere meno importanti per l’outcome clinico. I suggerimenti che verranno dati in questo articolo sono di ordine generale e applicabili alla maggior parte dei pazienti. Dovranno comunque essere sempre rivalutati dal medico in base alla specifica situazione clinica ed alla sua esperienza tecnica. Essi scaturiscono oltre che dall’esperienza di più di 1.400 protesi personalmente posizionate nell’arco di 15 anni, soprattutto dall’esame della letteratura scientifica dal 2000 al 2010 su pub-med utilizzando i seguenti termini: stents, self-expandable metal stents, self-expandable plastic stents, esophageal cancer, esophageal adenocarcinoma, esophageal squamous cell Key words: esophageal neoplasm, esophageal stent, esophageal benign strictures U.O.D. Endoscopia Digestiva ad alta tecnologia U.O.D. Radiologia Istituto Oncologico Veneto I.R.C.C.S. di Padova Introduzione Giorn Ital End Dig 2010;33:207-212 Parole chiave: neoplasie dell’esofago, protesi esofagee, stenosi benigne dell’esofago - Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche Quale stent in quale stenosi dell’esofago 207 tab. 1: indicazioni e controindicazioni al posizionamento di uno stent Indicazioni Neoplasie maligne stenosanti Compressione ab estrinseco per neo polmone o mediastinite neoplastica Fistola tracheo-bronchiale o mediastinica Recidiva anastomotica Fistola anastomotica Controindicazioni assolute e relative* Con la comparsa di nuovi modelli protesici, le controindicazioni si sono molto ridotte e alcune dipendono molto dall’esperienza dell’operatore: Gravi disturbi della coagulazione (INR > 1,5plts < 50.000) Recente seduta di radio/chemioterapia (3-6 settimane)* Massivo coinvolgimento neoplastico dello stomaco* Occlusione intestinale da carcinosi peritoneale Spettanza di vita < a 4 settimane Stenosi al di sopra del SES Compressione tracheale grave Assenza di aggancio per la protesi Oggi non c'è consenso nel definire controindicazioni assolute, ma una attenta selezione dei pazienti è della massima importanza carcinoma, esophageal stricture, perforations, anastomotic leaks, tracheoesophageal fistula, and achalasia. La qualità dell’evidenza e il grado delle raccomandazioni sono state definite utilizzando “the Grading of Recommendations, Assessment, Development, and Evaluation (GRADE) system” (2). Giorgio Battaglia et al > Stent in stenosi dell’esofago Stenosi maligne Per poter posizionare una protesi deve essere presente una stenosi che determini almeno una disfagia di grado 3-4 (tabella 2). Scopo è quello di migliorare la disfagia definitivamente, senza dislocazione, ostruzione alimentare, perforazione o dolore (3). tab. 2: scoring della disfagia 0. Dieta libera 1. Disfagia con alcuni cibi solidi 2. Passaggio cibi semi-solidi 3. Passaggio solo liquidi 208 4. Disfagia completa Ormai molti studi randomizzati hanno stabilito definitivamente la superiorità delle protesi auto espandibili vs le protesi di plastica non autoespandibili (4). Nelle stenosi maligne si devono utilizzare protesi auto espandibili. La qualità dell’evidenza di questa raccomandazione è forte e il grado delle raccomandazioni è forte. Protesi metalliche autoespansibili La principale caratteristica che le differenzia è il rivestimento: ricoperte, parzialmente ricoperte, scoperte. Quasi tutti gli studi riguardano il confronto tra PMA-nr e PMA-pr. Non ci sono ancora sufficienti studi di confronto con le PMA-cr da qualche anno presenti nel mercato (Niti-S, Tae Woong, Corea) che a fianco della possibilità di una sicura rimozione, presentano teoricamente una maggiore possibilità di dislocazione. La recidiva di disfagia dovuta all’ingrowth tumorale è il maggior inconveniente delle PMA-nr. Vakil et al (5) in uno studio multicentrico su 62 pazienti riporta un tasso di reinterventi maggiore con le PMAnr (27% vs. 0%, P=0,002) così come un maggiore ingrowth tumorale (30 vs 3%, P=0,005). Non sono statisticamente diverse la dislocazione, la palliazione della disfagia, il performance status. Risultati analoghi si trovano in uno studio retrospettivo su IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche Le protesi PMA parzialmente ricoperte sono più efficaci nella palliazione delle neoplasie esofago-cardiali. La qualità dell’evidenza è buona e il grado delle raccomandazioni è forte. Nella nostra esperienza esiste una sola eccezione a questa regola: le stenosi esofagee da mediastinite neoplastica pazienti quasi sempre irradiati (es. ca della mammella). In questi casi il calibro dell’esofago decresce progressivamente senza un preciso punto di ancoraggio; inoltre il tessuto soprattutto se irradiato è fragile e si lacera facilmente per cui si preferisce posizionare protesi di calibro inferiore al normale (14-16 mm vs 18 mm). Per questi motivi è più facile la migrazione per cui preferiamo utilizzare stent non ricoperti. Tutte le altre caratteristiche delle protesi non modificano l’outcome (7-9). Sulla base dei dati della letteratura non si può raccomandare l’uso di un brand di protesi rispetto ad un altro. La qualità dell’evidenza è moderata e il grado delle raccomandazioni è forte. Protesi plastiche autoespansibili Sono comparse da qualche tempo nel mercato con la caratteristica di essere facilmente rimovibili perché totalmente ricoperte (Polyflex, Boston Scientific, Natick,MA). Rispetto le PMA presentano però lo svantaggio che bisogna montarle sull’applicatore al momento dell’uso, e che lo stesso applicatore ha un calibro molto grosso (12-14 mm). Nella nostra esperienza risultano palliare bene la disfagia nell’immediato, ma vanno incontro a maggior dislocazione e ad overgrowth di tessuto iperplastico, nonostante il rivestimento sia in silicone. Anche in letteratura gli autori sono d’accordo sull’efficacia di tali protesi nel palliare la disfagia, ma la maggior parte denuncia una incidenza maggiore di complicanze in particolare la dislocazione (fino al 29%) (10,11). In uno studio prospettico su 125 pazienti si sono confrontate protesi Ultraflex, Polyflex, Niti-s (12). Globalmente la disfagia è ricomparsa più frequentemente nei pazienti con ultraflex (p=0.03), nelle quali si è osservato un maggior ingrowth o overgrowth anche se non significativo e una maggiore ostruzione da cibo (P< 0,01). Nelle Polyflex invece maggiori difficoltà di impianto (P=0,008) e maggiore dislocazione: PPA, n = 12, (29%); Ultraflex, n = 7 (17%); Niti-S, n = 5 (12%); P=0,01. Nessuna differenza fra i tre gruppi per quanto riguarda il miglioramento della disfagia, complicanze, performance status e sopravvivenza. Gli autori concludono che per la maggior dislocazione e la difficoltà di posizionamento, le protesi autoespansibili in plastica sono meno indicate nelle stenosi maligne. L’uso delle PPA nelle stenosi maligne dell’esofago è associato ad una significativa maggiore incidenza di complicanze. La qualità dell’evidenza è moderata e il grado delle raccomandazioni è forte. Sede della lesione Due sono le sedi critiche nel posizionamento: quella cervicale e quella cardiale. A livello cervicale le protesi sono più difficili da posizionare e gravate da una maggior numero di complicanze: dolore e sensazione di corpo estraneo, fistola esofago tracheale, inalazione, dislocazione. Generalmente viene raccomandato di posizionare lo stent 2 cm al di sotto dello sfintere esofageo superiore, ma nella nostra esperienza in 52 pazienti con neoplasia cervicale abbiamo visto che in alcuni casi è possibile posizionare lo stent anche a livello del piano delle corde vocali. Una serie retrospettiva del gruppo di Rotterdam (13) di 104 pazienti con stenosi maligna localizzata al di sopra del SES, ha confermato i nostri dati con un successo tecnico nel 96% dei casi e un 21% di complicanze maggiori tra cui 8 emorragie e 9 fistole. Il dolore si è presentato in 16 pazienti ma solo in 9 è stata necessaria una terapia antidolorifica prolungata. L'uso delle PMA a livello cervicale deve essere considerato in rapporto alla sfintere esofageo superiore e alla tollerabilità. La qualità dell'evidenza è moderata e il grado della raccomandazione alto. A livello cardiale le complicanze più frequenti sono: 1. Perforazione per decubito del calice protesico quando lo stent si posiziona orizzontalmente → posizionare lo stent più prossimalmente. Giorn Ital End Dig 2010;33:207-212 152 paz. (54 PMA-nr vs 98 PMA-pr) (6). Nel follow-up l’88% dei pazienti con PMA-pr erano liberi da sintomi vs 54% con PMA-nr.(P< 0,0001). La dislocazione era inferiore nelle PMA-nr (0 vs 10% P=0,03), mentre risultavano maggiori l’ingrowth tumorale (100 vs 53% P<0,0001), e la conseguente disfagia (37 vs 8% P<0.0001). Qualora sia presente una compressione tracheale bisogna tener presente il rischio di determinare una stenosi serrata dopo la dilatazione della protesi; in questi casi è indicato l'uso di protesi con calibro ridotto (12 mm) o addirittura lo stent potrebbe essere controindicato. Un secondo stent tracheale determinerebbe una fistolizzazione precoce dell'esofago. 209 IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche 2. Dislocazione per mancanza di ancoraggio distale → utilizzare stent con diametro maggiore. 3. Esofagite per il reflusso gastrico → utilizzare stent con valvola antireflusso. Ne esistono in commercio diversi modelli, ma i dati disponibili sono estremamente controversi e contrastanti. Nella nostra esperienza abbiamo visto che anche se osserviamo un iniziale beneficio, dopo poco il materiale con cui sono costruite le valvole a contatto con i succhi gastrici si irrigidisce e perde la sua funzione. L'uso rutinario a livello cardiale di PMA con valvola antiriflusso non è consigliato. La qualità dell'evidenza è bassa e il grado della raccomandazione debole. Fistole neoplastiche Le fistole esofagee maligne normalmente si sviluppano per infiltrazione e necrosi tumorale o come complicanza della radioterapia. Esistono molti lavori prospettici che riportano un successo nella chiusura della fistola del 70% -100% e un'incidenza di complicanze tra il 10 e il 30% (14). Shin (15) in 61 pazienti riferisce un successo in 49 ma in 10 ha dovuto posizionare in contemporanea uno stent tracheale. Nel follow-up un terzo dei pazienti ha ripresentato la fistola. La sopravvivenza mediana è stata di 3 mesi (1-56 settimane). Considerata l'assenza di alternative, il posizionamento di una protesi ricoperta è il trattamento di scelta nelle fistole esofagea maligne. La qualità dell'evidenza è moderata e il grado della raccomandazione alta. Giorgio Battaglia et al > Stent in stenosi dell’esofago 210 Associazione con chemio e/o radioterapia I dati sono discordanti e limitati. Homs (16) in 200 pazienti chemio-radiotrattati osserva un aumento del dolore ma non delle complicanze. Molti altri autori invece osservano un aumento del sanguinamento, della migrazione e delle fistole (17). Nei nostri pazienti abbiamo osservato un aumento della sopravvivenza mediana di 2,3 m. ma anche un aumento delle complicanze da 14% a 27,3%. Le protesi non sono raccomandate di principio in associazione alla radio-chemioterapia. La qualità dell’evidenza è bassa e il grado della raccomandazione debole. Stenosi benigne Le caratteristiche ideali di uno stent per il trattamento delle stenosi benigne sono la facilità di posizionamento e riposizionamento, la possibilità di rimozione senza complicanze e il mantenimento del calibro una volta rimosso lo stent. In letteratura il successo clinico a lungo termine qualunque sia il tipo di stent utilizzato si aggira intorno al 50%, con risultati discordanti tra i vari ricercatori. Questo perchè le stenosi benigne possono essere molto diverse l'una dall'altra per lunghezza, interessamento a tutto spessore della parete, grado di infiammazione, eziologia. tab. 3: definizioni Stenosi refrattaria Incapacità di dilatare con successo una stenosi ad un diametro di 14 mm in 5 sedute con un intervallo di 2 settimane ciascuna Stenosi recidiva L'incapacità a mantenere un calibro sufficiente per 4 settimane dopo che si è raggiunto il calibro di 14 mm Possiamo avere stenosi da caustici, peptiche, anastomotiche per errore tecnico o per ischemia viscerale. Protesi metalliche parzialmente o totalmente ricoperte I lavori pubblicati sono aneddotici, ma è evidente che molte limitazioni precludono l’uso di queste protesi in questi casi. Prima di tutto la difficoltà a rimuovere la parte scoperta della protesi per il tipo Ultraflex, ma anche una maggiore incidenza di complicanze come la dislocazione (31-58%), il sanguinamento (3-6%), la fistola (6%), l’erosione in strutture vitali, la stenosi recidiva alla rimozione (41-50%) e la morte. L’alto tasso di migrazione è legato al fatto che le stenosi benigne a differenza di quelle maligne nelle quali il tessuto continua a crescere sono plastiche: posizionata la protesi, il viscere si adatta, la protesi non più sorretta dalla stenosi cade, e soprattutto se coesiste un’alta componente infiammatoria come nelle ingestioni di caustici, subito dopo ricompare. Ma la stenosi può anche ricomparire dopo la rimozione programmata soprattutto se troppo precoce, per i processi fibrogenetici conseguenti al trauma della protesi sulla parete esofagea. In letteratura si consiglia per le protesi di tipo ultraflex un periodo di posizionamento di 4- 16 settimane IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche Sulla base di questa alta incidenza di complicanze e sugli scarsi dati pubblicati, l’uso delle PMA parzialmente o totalmente ricoperte non è raccomandato né approvato dalla FDA. La qualità dell'evidenza è molto bassa e il grado della raccomandazione alta. Protesi in plastica Recentemente si è osservato un incremento nell'uso della protesi auto espansibile in plastica per trattare patologie esofagee benigne perché più facilmente rimovibili. I primi lavori erano particolarmente favorevoli presentando scarse complicanze e un miglioramento della disfagia a distanza dell'80%. Recentemente l'iniziale entusiasmo si è notevolmente affievolito: gli ultimi reports pubblicati riferiscono un'alta incidenza di complicanze che includono migrazione (7%-75%), legata soprattutto all’utilizzo in stenosi corte o alla sede prossimale o distale, dolore (11%) sanguinamento (8%), perforazione (5,5%), con una limitata efficacia a distanza dopo la rimozione (7%-30%) (18,19). Se utilizzate si consiglia in periodo di posizionamento non inferiore alle 4 o superiore alle 16 settimane. Sulla base di questi dati le protesi auto espansibile in plastica non possono essere raccomandate nel trattamento delle stenosi esofagee benigne. La qualità dell'evidenza è molto bassa e il grado della raccomandazione è debole. Protesi biodegradabili Una interessante opzione è rappresentata dalle protesi biodegradabili perché non necessitano di rimozione (si riassorbono in 2-3 mesi) e non essendo ricoperte darebbero maggiori garanzie di non dislocarsi. In realtà anche in queste protesi si osserva un'elevata incidenza di migrazione fino a più del 70% (minore forza radiale) oltre a provocare una reazione infiammatoria con crescita tra le maglie di tessuto ipertrofico che può arrivare a determinare una stenosi anche completa (20). I dati in letteratura sono insufficienti per qualunque tipo di raccomandazione. Trattamento delle perforazioni esofagee, deiscenze anastomotiche e delle fistole La soluzione di continuità della parete esofagea può essere dovuta a cause molto diverse: lacerazioni jatrogene in corso di dilatazione o di chirurgia endoscopica (submucosectomia, sezione diverticolo ecc.), deiscenze anastomotiche per mal confezionamento o necrosi, decubito di placche di sintesi vertebrale o di tubi endotracheali. Ognuna di queste cause ha una diversa gravità e una diversa possibilità di guarigione, talora anche spontanea e non per tutte c’è l’indicazione al trattamento protesico. Infatti se per le lesioni in pazienti con neoplasia avanzata l’unico scopo dell’intubazione protesica è quello di evitare o ridurre l’ab ingestis, nella patologia benigna scopo principale è quello della chiusura della comunicazione. Per questo in alcuni tipi di fistole come quelle da decubito di placche vertebrali o da prolungata intubazione tracheale, le protesi sono eventualmente indicate solo come ponte verso la chirurgia. Alcuni principi fondamentali vanno tenuti presente quando si pone l’indicazione all’uso di uno stent: deve esistere una minima possibilità di ancoraggio, a valle il transito non deve essere ostacolato (da stenosi o spasmi viscerali) e la protesi non deve escludere una cavità settica, se questa non è drenata mediante un drenaggio toracico. In uno studio di Fischer (21) che compara l’outcome di due gruppi di pazienti con perforazione iatrogena, il primo trattato al momento della perforazione, l’altro qualche gg più tardi, si dimostra come l’esito sia sempre favorevole nel primo gruppo, mentre nel secondo 2 pazienti muoiono per polmonite e tutti gli altri hanno un decorso clinico complicato da sepsi e insufficienza multiorgano. I report in letteratura sono comunque sempre case report o limitati a pochi pazienti. I migliori risultati si hanno nel trattamento delle deiscenze anastomotiche con un successo dal 72 % al 91% e una migrazione intorno al 33%. In casi selezionati può essere indicato il posizionamento di uno stent; la qualità dell’evidenza è molto bassa, e il grado della raccomandazione debole. Conclusioni Le moderne protesi autoespansibili sono relativamente facili da posizionare e costituiscono in molti casi l’unico trattamento possibile. Bisogna però non solo applicare una corretta procedura e conoscere le giuste indicazioni, ma anche avere ben presenti le possibili complicanze per evitarle o, una volta comparse, riconoscerle tempestivamente e saperle trattare (22). Giorn Ital End Dig 2010;33:207-212 a seconda del tipo di stenosi con controlli endoscopici ogni quattro per verificare che non ci sia un eccessivo ingrowth sugli estremi non ricoperti cosa che ne impedirebbe la rimozione. Il modello Niti-s invece può rimanere in sede per un periodo di 6-12 mesi, senza controlli endoscopici se non ricompare la disfagia. 211 IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche tab. 4: complicanze posizionamento stent Immediate Precoce A distanza Ab ingestis Sanguinamento Ostruzione da crescita tumorale (ingrowth - overgrowth) Stenosi tracheale Dolore Ostruzione da alimenti Dislocazione Nausea Migrazione Lacerazione esofago Dislocazione Sanguinamento - - Fistola Corrispondenza Giorgio Battaglia Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Gastroenterologiche Università di Padova U.O.D. Endoscopia Digestiva ad alta tecnologia Istituto Oncologico Veneto I.R.C.C.S. Via Gattamelata 64, 35128 Padova Tel. + 39 049 8213182 Fax + 39 049 8211707 e-mail: [email protected] Bibliografia Giorgio Battaglia et al > Stent in stenosi dell’esofago 212 1.Fregonese D, Zecchin P, Pirillo A, Ravagnan P, Dinca M, Andrian G, Vianello A. 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