Programma d`armamento 2010 - Societa` Ticinese degli Ufficiali

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Programma d`armamento 2010 - Societa` Ticinese degli Ufficiali
Anno LXXXIII
Numero 1
gennaio–febbraio 2011
Programma d’armamento 2010
Cecchini in Afghanistan
Turismo storico militare
Milizia
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della Società Ticinese degli Ufficiali (STU)
Sabato, 21 maggio 2011
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Sommario
Anno LXXXIII
Numero 1
gennaio–febbraio 2011
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Attualità politica e militare
Cecchini in Afghanistan
dr. Gianandrea Gaiani
7
L’opinione
Esercito, Milizia, Economia
col SMG Marco Netzer
13
Il comandante di milizia, esperienza arricchente
cap Fabio Canevascini
Programma d’armamento 2010
15
Esercito svizzero
Rapporto annuale della reg ter 3
ten col Graziano Regazzoni
17
Cecchini
in Afghanistan
Turismo storico militare
www.stu.ch
19
Redazione
col Franco Valli (redattore responsabile)
22
Rivista Militare della Svizzera Italiana
Collaboratori
cap Stefan Lehmann
Alessandra Isotta
Angioletta Isotta
Corrispondenti
dr. Gianandrea Gaiani
ing. Fausto de Marchi
Editore - Inserzioni
Circolo Ufficiali di Lugano
CP 5291, 6901 Lugano
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tel. 091 921 11 22, fax 091 921 11 10
Corrispondenza
col Franco Valli
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Abbonamento (sei numeri all’anno)
Svizzera fr. 30.–
estero fr. 40.–
Gestione abbonamenti
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ten col Luca Gilardi
Amministratore RMSI
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Stampa
Arti Grafiche Veladini SA, Lugano
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Rapporto annuale della br fant mont 9
redattore responsabile
Milizia
23
Turismo storico militare
Le opere militari sul fronte del Monte Ceneri
div a r Francesco Vicari
Mutazioni e promozioni
L’eco da palazzo federale
a cura dell’ing. Fausto De Marchi
24
Equipaggiamento e armamento
Il programma d’armamento 2010
a cura dell’ing. Fausto De Marchi
36
Circoli, società d’arma, associazioni
Prestigioso riconoscimento, CUB/ASSU MBC
redattore responsabile
37
Il CIU in groppa
magg Stefano Giedemann
39
4 giorni di Nijmegen 2011
sgt Bruno Horn
40
Anticipazioni nella RMSI 2/2011
41
Comitati
44
Agenda
Prezzi base per inserzioni (sei numeri)
pagina interna: fr. 2000.–
seconda e terza di copertina: fr. 2500.–
quarta di copertina: fr. 3000.–
per altri formati rivolgersi all’Amministratore RMSI
Le opinioni espresse dagli autori degli articoli
rispecchiano esclusivamente le idee personali
e non coinvolgono l’opinione della redazione.
La collaborazione è aperta a tutti.
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Attualità politica
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4
Voi e le vostre
Attualità politica e militare
Cecchini in Afghanistan
testo dr. gianandrea gaiani
Dr. Gianandrea Gaiani
Il record di colpi messi a segno da un cecchino nel conflitto
afghano sembra appartenere a un tiratore scelto del reggimento Black Watch delle Guardie scozzesi del British Army che a
Helmand ha ucciso almeno 32 talebani, uno dei quali colpito
dall’incredibile distanza di 1.500 metri. Il tiro da maggiore
distanza appartiene a un tiratore canadese accreditato di un
nemico abbattuto da 2.400 metri nella zona di Kandahar.
Che il conflitto afghano veda un discreto impiego di sniper non
è certo una novità. Subito dopo la caduta del regime talebano
le forze speciali anglo-americane eliminarono molti uomini di
al-Qaeda grazie ai tiratori scelti delle forze speciali impiegati
negli ultimi anni soprattutto per uccidere i “bombaroli” talebani intenti a piazzare ordigni improvvisati lungo le strade e
le piste attraversate dai convogli alleati. La vera novità degli
ultimi due o tre anni è invece rappresentata dal fatto che anche gli insorti hanno iniziato a impiegare i tiratori scelti, la cui
presenza è stata rilevata soprattutto nelle province di Helmand,
Kandahar, Kapisa e Farah.
Negli anni ’80 la Cia e le forze speciali pakistane addestrarono al tiro di precisione molti mujhaiddin impiegati poi in Afghanistan per uccidere soprattutto ufficiali dell’Armata Rossa
ma negli anni successivi questa specialità perse rilevanza fino
a scomparire quasi con il regime talebano. Dopo la ripresa
del’offensiva dei jihadisti afghani, nell’estate 2006, ricomparvero i cecchini anche se considerati un’arma marginale rispetto
all’addestramento a costruire e piazzare ordigni esplosivi improvvisati o a compiere attentati suicidi, armi responsabili dei
tre quarti dei caduti tra le forze alleate.
L’intelligence alleato segnalò la crescente presenza di tiratori
scelti talebani nel 2008 e l’anno successivo venne registrato
un aumento del 25 per cento dei tiri di precisione effettuati
dal nemico da oltre 600 metri di distanza mentre alcuni militari
vennero uccisi da proiettili sparati anche da oltre un chilometro.
Tiri attribuiti a professionisti, miliziani ceceni, uzbeki, arabi e
pakistani di al-Qaeda affluiti in buon numero in Afghanistan
dopo aver combattuto per anni in Iraq a Fallujah, Baqubah,
Sadr City oppure addestrati dai pasdaran iraniani nei tre campi
allestiti lungo il confine con l’Afghanistan occidentale.
Tiratori scelti esperti, armati per lo più con fucili di precisione
russi Dragunov e veterani della guerra contro l’armata russa
Cecenia. Professionisti al soldo della jihad per ideologia o per
interesse considerato che secondo i’intelligence britannico gli
sniper si fanno pagare migliaia di dollari per ogni soldato alleato ucciso.
A fare le spese del preciso fuoco dei cecchini talebano sono
state soprattutto le fiorze4 anglo-americane. Nel distretto di
Sangin, il più infuocato dell’intero Afghanistan dove le perdite
alleate sono 12 volte più alte della media, almeno sette genieri
del Terzo reggimento dell’esercito di Sua maestà sono stati uccisi nei primi cinque mesi del 2010 dai tiratori scelti talebani a
loro volta sterminati dal fuoco di “counter sniper” dei tiratori
dello Special Air Service. Tra i caduti britannici c’era anche il
soldato Darren Foster, ucciso mentre era di guardia nella torre
blindata della Base avanzata Jackson con un proiettile sparato
da 550 metri di distanza che attraversò la fessura di appena 23
centimetri nella protezione balistic.
Un tiro molto simile a quello che ha ucciso il caporal maggiore italiano Matteo Miotto, il 31 dicembre scorso, nella base
avanza Snow situata nel distretto del Gulistan. Le informazioni fornite sullo scontro dalle fonti italiane sono state confuse
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Attualità politica e militare
e contraddittorie ma pare che i talebani abbiano attaccato la
base degli alpini con raffiche sparate da oltre 500 metri per
provocare la reazione dei militari costringendoli ad esporsi a
vantaggio del cecchino appostato sulle alture ad almeno 800
metri dalla postazione italiana. Il Gulistan, parte della provincia di Farah, è a meno di 70 chilometri da Sangin e anche se il
comando italiano di Herat ha definito una “novità” la presenza
dei cecchini talebani altrettanto non si può certo dire per la
provincia di Helmand che confina con Farah.
Proprio a Helmand nel marzo scorso le truppe anglo-americane
che hanno strappato ai talebani il controllo della roccaforte di
Marjah hanno dovuto fare i conti con qualche decina di sniper
che prendevano di mira pattuglie e colonne di veicoli nemici.
Britannici e statunitensi hanno fornito molte informazioni sui
cecchini talebani ma altri contingenti alleati come quello italiano e francese (che ha perso alcuni soldati per i tiri di precisione
nella provincia di Kapisa, a est di Kabul) cercano abitualmente
di minimizzare agli occhi dei media e dell’opinione pubblica la
crescente presenza di sniper, elemento non certo risolutivo del
conflitto ma di forte impatto psicologico. Tra le contromisure
adottate la più efficace è rappresentata dal contro.-cecchinaggio affidato ai tiratori scelti alleati assegnati in almeno tre unità
a ogni compagni di fanteria e presenti in modo massiccio nelle
task force di forze speciali.
6
Gli statunitensi e da poco anche i paracadutisti britannici hanno in dotazione sistemi grandi come un i-pod che registrano il
colpo di arma da fuoco del cecchino e ne ricavano le coordinate
del luogo da dove è partito. Il dispositivo, che si porta al polso
ed è lungo 30 centimetri, è realizzato dalla società statunitense
Raytheon con il nome di Boomerang Warrior-X e ha un costo
di 12 mila euro.
Nell’ambito dei programmi di addestramento delle forze afghane (che assorbiranno quest’anno 11,6 miliardi di dollari) è in
fase di potenziamento anche la formazione dei tiratori scelti
dell’esercito afghano in vista di una transizione che dovrebbe
vedere entro il 2014 le truppe di Kabul affrontare da soli le
milizie talebane, cecchini inclusi. K
L’opinione
Esercito e milizia.
Il punto di vista
di un rappresentante dell’economia
testo colonnello smg marco netzer, presidente della societâ ticinese degli ufficiali
traduzione dal testo in tedesco colonnello smg pier augusto albrici
col SMG Marco Netzer
Milizia volontaria, militari in ferma continuata e esercito di professione vengono vantati come
nuova ricetta e come modello che dovrebbe sostituire il sistema di milizia, di tipica impronta
svizzera, strettamente collegato all’obbligo militare. Effettivamente esistono diversi fattori che
parlano a favore di un cambiamento di rotta: lo sviluppo demografico, i cambiamenti della società,
dell’economia e della tecnologia e non da ultimo la tendenziale diminuita disponibilità del cittadino
di impegnarsi per e nell’esercito. In numerosi contributi ci si lamenta di questa evoluzione quali:
la diminuita identificazione del cittadino con il suo esercito, la scemata disponibilità all’obbligo di
servire e una certa paura di accettare le speciali esigenze del servizio militare.
Dalla mia personale esperienza si può pure confermare che gli
sviluppi attuali si riconoscono in quanto indicano che anche per il
futuro possiamo continuare a basarci sulla nostra milizia: l’impegno individuale di molti giovani astretti al servizio è, come prima,
sempre presente. La disponibilità ad
assumere responsabilità nell’ambito dell’istruzione militare e
dell’avanzamento è di nuovo in aumento e la disponibilità
dell’economia di favorire la carriera militare è senz’altro presente. È pure da sottolineare l’impegno di parecchie associazioni
per le attività fuori servizio, che nello stretto senso del carattere
di milizia, contribuiscono a stabilirne il legame e provvedono a
garantirne una certa continuità.
Del valore dell’esercito
per assicurare il benessere della Svizzera
La Svizzera dipende, nel suo complesso esistenziale, dall’estero:
mancanza di materie prime, approvvigionamento energetico vulnerabile, perfino per il rifornimento di generi alimentari ed è tributaria allo stesso per la sicurezza. Sicurezza non è però qualcosa
di ovvio. Deve essere preparata accuratamente, curata e sempre
mantenuta anche per il futuro. Sicurezza è un fattore decisivo per
il nostro paese, senza il quale, nel passato così come nel futuro, le
nostre imprese non avrebbero successo
Di questo stato ne sono testimoni una sempre prospera economia con imprese orientate e ben integrate internazionalmente
e come sempre un’intatta attrattività della Svizzera per talenti,
investitori, forze lavorative e turisti.
Dal 1990 la Svizzera è uno dei cinque stati più globalizzati del
mondo e come investitori le nostre imprese guadagnano all’estero sempre più importanza nell’ambito del capitale, delle merci e
delle prestazioni di servizio. Gli Svizzeri che si trattengono spesso
all’estero possono costatare che la sicurezza e la stabilità della Svizzera favoriscono la nostra piazza. Il marchio “Swissness”
viene notevolmente rinforzato e quindi, come prima, godono di
grande considerazione. Tutto questo si pone purtroppo in contrasto con la situazione all’interno, così come viene descritta
ogni giorno dai media. La nostra stabilità e la nostra sicurezza
nel cuore dell’Europa non ha solo contribuito affinché la propria
economia pubblica si sia potuta sviluppare in una misura tale da
non temere confronti, ma è anche una colonna indispensabile per
un positivo sviluppo futuro e per il mantenimento dei vantaggi
attuali.
Dal 1990 la Svizzera è uno dei cinque stati
più globalizzati del mondo
Le esperienze fatte dopo la crisi della finanza e dell’economia
degli ultimi due anni hanno dimostrato come sviluppi globali
possano avere pesanti conseguenze su un’economia pubblica
interconnessa come quella della Svizzera. Non da ultimo a tutto
ciò appartiene pure anche la garanzia di un esercito credibile, ben
equipaggiato e pronto all’impiego. Indipendentemente dalle discussioni attuali e dalle controversie politiche riguardanti il Rapporto sulla politica di sicurezza e su quello sull’esercito, secondo
il rapporto “Sicurezza 2010”, recentemente pubblicato dall’Istituto di ricerca sulla politica di sicurezza della Scuola Politecnica
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L’opinione
Federale, il 74% delle persone interrogate ritiene
l’esercito indispensabile. Il 71% degli interrogati sostiene pur
sempre l’esigenza che la Svizzera disponga di “un esercito ben
equipaggiato e ben istruito”. Questo maggioritario e positivo
comportamento della popolazione si evidenzia pure nell’atteggiamento nei confronti delle spese militari e nell’accettazione
di una carriera di milizia. Tutti segni che dimostrano come nella
popolazione svizzera rimanga inalterata l’accettazione di un esercito credibile ed efficiente.
Purtroppo non è possibile ottenere la sicurezza a tariffa zero.
Necessitiamo di avere consensi sugli obiettivi e strutture dei più
importanti “produttori” di sicurezza e di ottenere il relativo impegno della popolazione nella politica e nell’esercito. Questo anche
se la comprensione della comunità si limita soprattutto al suo
semplice usufrutto, senza rendersi conto dei necessari investimenti e di tutte le condizioni generali. Infine non serve a nulla
voler provvedere alla propria sicurezza nell’indipendenza e nella
libertà – bisogna esserne capaci e saper pure agire di conseguenza. Per questo è indispensabile definire le necessarie condizioni
La sicurezza è un fattore determinante
quadro e mettere a disposizione i necessari mezzi finanziari.
L’esercito – ultimo strumento della politica di sicurezza
In seguito agli sviluppi demografici ed economici e quale logica
conseguenza della ridotta minaccia militare convenzionale verificatesi nel settore dell’Europa centrale, anche l’esercito svizzero,
in questi ultimi anni, si è di conseguenza dovuto riformare. Con la
realizzazione di Esercito XXI si sono eliminati considerevoli punti
deboli del vecchio apparato e attuati notevoli progressi, soprattutto nella capacità di reagire in modo rapido e flessibile a ogni
possibile cambiamento di situazione. Gli effettivi e il numero dei
corpi di truppa sono stati fortemente ridotti, i compiti dell’esercito si sono adattati alle nuove esigenze e, partendo dalla propria
missione di base, sono stati ampliati. Il passo evolutivo
2008/2011 porterà ulteriori miglioramenti e eliminerà i punti
deboli riconosciuti. In un complicato processo – non ancora concluso – in questi ultimi anni la Svizzera si è impegnata per una
credibile politica di sicurezza e per altrettanto credibili strumenti
politici relativi alla stessa. Durante le discussioni, quasi come un
filo rosso, si manifestarono certe riserve nei confronti della collaborazione internazionale, nonostante l’appoggio del Consiglio
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federale e della maggioranza dei partiti al concetto “Sicurezza
grazie alla collaborazione”; timori per la perdita della neutralità
e giustificate paure per l’indebolimento del concetto di milizia.
Nonostante ciò si attribuì grande importanza al dialogo sulla politica di sicurezza. Da una parte perché la popolazione è stata regolarmente coinvolta a esprimersi sulle problematiche di questa
politica e d’altro canto perché il cittadino conosce – secondo il
suo proprio punto di vista - la forza e la debolezza delle stesse.
In tutta Europa, gli eserciti vengono massicciamente ridotti. Il 1.
luglio 2010 la Svezia, quale membro dell’UE, ha abolito l’obbligo del servizio (la Germania lo ha solamente procrastinato, la
Finlandia lo mantiene) e segue così la tendenza di realizzare un
esercito più piccolo e più professionale. La somma a disposizione dei ministri della difesa è condizionata dalle misure di
risparmio. Anche la Svizzera non poté e non può sottrarsi da
questa evoluzione; lo fa già da 12 anni. Per le nazioni dell’occidente la problematica di una giusta scelta delle priorità nell’uso
delle limitate risorse a disposizione per i compiti dello stato, sta
in primo piano sull’agenda politica. Diverse urgenze, a seconda
della connotazione politica, dei problemi legati all’ambiente,
delle difficoltà economiche, delle spese per la previdenza sociale
in aumento e di altri compiti, inducono, secondo l’orientamento
politico, a scegliere altre priorità. Anche in Svizzera si conduce
- con grande meticolosità - la discussione sulle limitate risorse
e sul futuro dell’esercito. Una parziale sostituzione della flotta
dei velivoli Tiger viene rimandata a media scadenza, il bilancio
del DDPS viene ridotto e le modifiche assolutamente urgenti
vengono rinviate a causa della mancanza di finanze. Tutti questi
sviluppi sono da collegare – come già ricordato – alla non realistica imminente minaccia in Europa e allo sviluppo demografico.
Questi cambiamenti hanno contribuito al fatto che l’esercito, in
fasi successive, ha dovuto adeguarsi alle nuove realtà. Non solo
si è dovuto pensare a un cambiamento dell’organizzazione, ma
anche a una percezione differenziata del problema nei confronti dell’opinione pubblica. In particolare nel rispondere a questa
domanda: quanto, anche in futuro, la sicurezza della Svizzera è
dipendente dall’efficacia dell’esercito o, diversamente detto, quale funzione deve assumere in futuro l’esercito nel “Sistema di
sicurezza svizzero” e quanto siamo disposti a contribuirne.
Le spese della Confederazione per la Difesa nazionale ammontarono, per l’anno 1990, a circa 6 miliardi di franchi. Nel 2009
erano scese a 4.5 miliardi. I mezzi e le risorse disponibili per il
nostro esercito si sono, di conseguenza continuamente ridotti. Dall’anno 2000 la parte del prodotto interno lordo riservata all’esercito corrisponde allo 0.8%. Confrontata a quella dei
nostri vicini e a quella dei paesi appartenenti alla NATO risulta
essere nettamente minore. Inoltre i mezzi finanziari in continua
diminuzione non poterono essere impiegati, così da costituire un
notevole ristagno degli investimenti e una insana proroga delle
spese per l’armamento a favore delle spese d’esercizio. Il risultato
costituisce un grave sottofinanziamento che potrà avere delle serie conseguenze per l’esercito, in quanto compiti e mezzi non collimano, e pur essendo l’unico strumento impiegabile autonoma-
L’opinione
fine, saper gestire autonomamente.
Di conseguenza, quale altamente efficiente, versatile nell’impiego, condotto in modo professionale e ottimamente equipaggiato,
rimane l’ultimo strumento di sicurezza nelle mani dello stato.
Come per altri valori e investimenti nell’ambito dell’infrastruttura
sociale ed economica, anche per la sicurezza e la stabilità deve
essere pagato un premio assicurativo. Quanto il nostro Stato,
basandosi sul modello svizzero di milizia, è disposto a investire, lo decidono i cittadini aventi diritto al voto e il parlamento
definendo pure le priorità e l’importanza che vogliono dare alla
sicurezza.
L’esercito quale elemento di riserva in caso di bisogno
mente purtroppo, è solo parzialmente pronto all’impiego. Questo
problema non è quindi incombenza di singoli, impegna tutti. Non
appartiene quindi unicamente all’esercito produrre sicurezza.
Nel nostro paese l’esercito è solo un tassello del mosaico dei
loro garanti. Polizia, pompieri, organizzazione sanitaria, aziende
tecniche, protezione civile e Corpo delle guardie di confine sono
giornalmente in servizio per la sicurezza della nostra popolazione.
In questo contesto l’esercito è però l’unico elemento che può
essere impiegato su tutto il territorio e che può intervenire, su ordine, con adeguate formazioni. Può agire aiutando, proteggendo
o combattendo.
Il risultato costituisce un grave sottofinanziamento che potrà
avere delle serie conseguenze.
Quello che nelle discussioni spesso si dimentica è il fatto che
l’esercito di milizia è l’unica riserva di sicurezza del nostro paese. Di regola nel caso di gravi danni o di catastrofi le organizzazioni civili, dopo due giorni, necessitano di rinforzi. È perciò
evidente che, in caso di bisogno e di necessità l’esercito venga
chiamato quale aiuto e sostegno. E questo in ogni momento con
circa 1000 uomini per giorno, anche durante i fine settimana e
i periodi di vacanza. L’esercito è l’unico e l’ultimo strumento impiegabile autonomamente che lo Stato può impiegare, in caso
di difesa o, altrimenti detto, l’unico mezzo del quale il Governo
dispone direttamente. I rischi e le minacce non sono più gli stessi
come negli anni delle ultime guerre mondiali o della guerra fredda. Il nostro Paese è però diventato più vulnerabile.
L’interconnessione globale, la dipendenza nei settori dell’approvvigionamento energetico, del traffico, delle informazioni e
delle comunicazioni, del movimento del capitale, dei prodotti
e delle prestazioni di servizio sono diventati indubbiamente
il punto debole della moderna economia pubblica. Siamo obbligati a uno scambio senza intralci. Senza di esso non esiste
progresso alcuno, nessun rinnovamento, nessun futuro. Per assicurare queste condizioni quadro in caso di bisogno, necessitiamo
di una riserva che ci permetta di agire rapidamente e anche per
lungo tempo. Affinché lo si possa fare ci serve un esercito indipendente, bene equipaggiato, adeguato alle proprie necessità, in
grado, in caso di bisogno, di proteggere efficacemente il territorio
e la popolazione, prestare aiuto e attivamente difenderlo. L’esercito si deve preparare per il caso più pericoloso che deve, alla fin
L’esercito di milizia deve adattarsi
alle esigenze del piccolo stato
L’obbligo di prestare servizio militare costituisce pur sempre il
fondamento del nostro esercito di milizia, nel quale il libero cittadino difende, quale soldato, il suo popolo e il suo paese. L’obiettivo da raggiungere è quello di essere condotto professionalmente,
di disporre di un equipaggiamento ottimale e di essere e rimanere altamente efficiente, condotto e sostenuto da ufficiali coscienti
delle proprie responsabilità. Per tutto questo abbiamo bisogno
di un esercito di milizia. Non per essere fine a se stesso ma per
essere impiegato a favore delle sicurezza del nostro paese. Una
piccola nazione, come la Svizzera dipende, per la realizzazione di
missioni pubbliche, dall’impegno personale, dal lavoro accessorio
e dall’impiego limitato nel tempo di cittadine e cittadini; l’esercito
ne rappresenta un esempio. Solo in questo modo può approfittare delle capacità civili e dell’esperienza di vita dei cittadini. È
inoltre chiaro che per un piccolo stato neutrale, un esercito di
milizia presenta le migliori premesse per essere efficace anche
in momenti di situazioni inaspettate e non prevedibili. Ogni altra
forma dell’esercito o non è preparata o è troppo cara.
L’esercito di milizia costa, anche considerando le spese indirette, meno di un esercito di professione. Esso permette di integrare direttamente il cittadino in compiti centrali dello stato e si
preoccupa di ottenere un forte legame tra esercito e popolo, al di
là di tutte le culture e gruppi di popolazione. Il principio di milizia
ha marcato la vita sociale, politica e militare del nostro paese ed
è senza dubbio un fattore di successo per la Svizzera. È responsabile per aver creato per le cittadine e cittadini un vasto e diretto
orizzonte di esperienze e per aver sviluppato la disponibilità ad
assumere delle responsabilità. Non si possono pagare i soldati e
i quadri che offrono le loro prestazioni a favore della sicurezza,
della libertà e dello stato sociale.
Le esperienze degli ultimi anni hanno sempre più dimostrato che
la milizia nell’esercito è sempre stata all’altezza della situazione:
sia in impieghi di aiuto in caso di catastrofi, sia in compiti di sorveglianza e di assistenza durante i campionati mondiali di calcio,
i vertici del G8, del forum economico o del vertice della francofonia. L’impegno personale del cittadino costituisce un contributo
essenziale per le missioni a favore della nostra comunità; il suo
contributo è importante e non può essere pagato con denaro.
È sempre richiesta la disponibilità per l’impegno, sotto la forma
RMSI 1.2011 | 9
L’opinione
del servizio militare, a favore della comunità, che viene fornita
fintanto che la legittimità del servizio militare, vale a dire fino a
quando esiste una giusta esecuzione dell’obbligo di servire. Oltre
a questo si premette che un esercito moderno, anche in futuro,
deve basarsi sulle particolari capacità della milizia. In particolare
su uomini e donne ampiamente istruiti, che possono essere impiegati in modo versatile e che sono pronti e capaci di impiegare
puntualmente le loro conoscenze e capacità. Questa situazione
favorisce un particolare scambio di esperienze che non si verifica
in altri sistemi.
L’esercito di milizia è attivo ed efficiente anche in futuro
L’impegno personale in scuole e corsi è evidente, il sostegno da
parte dell’economia è (di nuovo aumentato) presente e le attività
delle associazioni fuori servizio sono variate.
L’impegno individuale, lo stimolo personale e la motivazione a
prestare servizio militare, per i servizi di avanzamento, per l’impiego quale comandante o ufficiale di stato maggiore, sono
anche oggi valutati soggettivamente in modo molto diverso. Lo
stimolo per una nuova sfida, la sensazione, a seconda delle capacità, di poter assumere ulteriori responsabilità o la decisione di
voler mettere a disposizione, anche in servizio militare, il proprio
meglio, influenzano la decisione individuale.
Motivante è pure, quando assieme a una adeguata infrastruttura
e una efficiente attrezzatura nelle scuole e nei corsi, viene anche
offerta una istruzione basata sulla realtà. Da questo ne deriva
la soddisfazione e la motivazione degli appartenenti all’esercito
per l’adempimento dei compiti. Specialmente riguardo a impieghi
all’estero può per esempio aiutare, oltre ad attrattivi programmi
di istruzione, il computo dei giorni prestati sul conto delle normali
prestazioni di servizio.
Competenza e credibilità nell’istruzione rappresentano, a nostro avviso, la più forte motivazione per persone giovani, ambiziose e determinate. Fondamentalmente anche oggi gli appartenenti all’esercito sono motivati, pronti alle prestazioni; vogliono
essere stimolati e accettano in buona parte anche momentanei
svantaggi legati alla propria formazione professionale.
10
Milizia al lavoro
L’impiego di moderni mezzi per l’istruzione come per esempio i
simulatori, che consentono un’istruzione dinamica e interattiva e
che permettono una valutazione oggettiva dei risultati raggiunti, sono anche grandi motivatori e coerentemente promuovono
un dinamico processo di apprendimento. È quindi estremamente
importante, considerare questi mezzi nel loro insieme e tenere
in considerazione adattamenti per gli altri metodi d’istruzione,
rispettivamente per il modello delle prestazioni di servizio.
Bisogna inoltre costatare che il passaggio a una istruzione orientata in funzione dell’impiego ha generato effetti positivi: impieghi
di sicurezza, come per esempio durante il forum economico di
Davos, hanno dimostrato che i soldati hanno riconosciuto molto volentieri che il loro impiego era essenziale e importante per
l’immagine della Svizzera nel contesto internazionale. L’impegno
e la motivazione sono stati apprezzati in modo molto positivo e
questo non solo negli ambienti militari.
Sostegno dell’economia
I tempi in cui i capi delle imprese prestavano per settimane
servizio militare assieme a parte dei loro quadri, appartengono
probabilmente e giustamente al passato. Oggi le imprese sono
diventate internazionali. Le esigenze richieste alle classi dirigenti
riguardanti gli affari del giorno sono sostanzialmente cambiate.
Il valore delle complesse conoscenze apprese e consolidate in
servizio militare e che poteva servire per avere dei vantaggi nella
carriera civile, viene posto in dubbio. Non si deve pure dimenti-
L’opinione
care che ancora oggi migliaia di ufficiali, a tutti i livelli del nostro
mondo imprenditoriale, assumono compiti di grande responsabilità, che favoriscono i buoni rapporti interpersonali senza dover
partecipare a lunghi esercizi settimanali.
Decisiva per la motivazione alle prestazioni nell’esercito, come
del resto per tutte le altre prestazioni volontarie, è la convinzione
di lavorare per una buona causa. Come pure di realizzare un ragionevole rapporto tra i costi e i profitti rapportati al bilancio del
proprio stimolo personale e la possibilità di conciliare ragionevolmente i più importanti elementi quali la famiglia, la professione,
il militare e la salute. Si tratta perciò di mantenere e di migliorare
queste condizioni quadro. Gente che s’impegna è da ragionevolmente premiare e sostenere con facilitazioni.
Importanti per l’economia e la società rimangono sicuramente
la formazione e l’esperienza che i quadri dell’esercito apportano alla condotta: dagli elementari principi CCC della condotta
(Comandare, Controllare, Correggere) alla corretta preparazione
del lavoro per un programma di istruzione, fino alla complessa
programmazione dei processi di azioni di pianificazione e di condotta delle Grandi Unità. Gli eserciti, e questo non è una nuova
scoperta, sono e rimangono laboratori per lo sviluppo di efficienti
ed efficaci metodi di condotta.
Interessante è costatare che da più parti, dopo la crisi dell’economia, sono stati evidenziati gli aspetti etici del servizio militare,
un servizio a favore della comunità e dello Stato. Un impegno per
la società che, come una boccata di aria fresca, si allontana dalla
diffusa mentalità dell’ottimizzazione personale.
Non sono infine da sottovalutare anche i positivi effetti sullo sviluppo della personalità dei giovani ufficiali e sottufficiali che, in
servizio militare, possono beneficiare dei primi successi e delle
prime esperienze nel campo della condotta. In generale possiamo
costatare che l’amministrazione e l’industria privata riconoscono
di nuovo e sempre più il valore aggiunto di una istruzione e di
una esperienza militare. Lo si può anche dedurre dal successo
ottenuto dai corsi organizzati per l’istruzione superiore dei quadri
dell’esercito (HKA) a favore dell’economia privata e del diritto
pubblico .Corsi come “Transfer” o convegni sul tema “Il valore
aggiunto della formazione militare sulla condotta a favore dei
quadri che lavorano nell’economia”, hanno riscosso grandi consensi.
Attività delle Associazioni fuori servizio
Uno sguardo sui diversi siti Web delle Associazioni fuori servizio,
dimostra chiaramente che anche oggi si sta compiendo un eccellente lavoro. Le numerose società militari di milizia che, quali partner fedeli, attenti e critici accompagnano gli sviluppi che
interessano in ogni campo l’esercito, apportano, come sempre,
un importante sostegno. Le diverse società militari e di ufficiali
assumono un ruolo importante nel migliorare la collaborazione
con l’economia e, quali partner e appartenenti al nostro sistema di milizia, partecipano in modo importante alla formazione
delle opinioni e al sostegno delle autorità e dell’economia. Sono
l’espressione del carattere di milizia del nostro esercito, nelle
quali s’incontrano giovani, attivi e veterani per discutere di esperienze vissute in servizio militare e nella professione, assicurando
così una certa continuità interdisciplinare e un fruttuoso scambio
di opinioni.
Le Associazioni fuori servizio costituiscono, in questo senso, il
legame più importante tra l’esercito e la società. Al contrario
per i partiti politici la politica di sicurezza sembra non più godere
di quei valori che si dovrebbe effettivamente meritare.
Le Associazioni fuori servizio sostengono la formazione di opinioni politiche, la diffusione di informazioni sull’esercito e si preoccupano affinché importanti temi come stimolare l’avanzamento,
favorire il rinnovamento dell’equipaggiamento ecc. vengano ampiamente discussi. Curano anche parecchi contatti internazionali,
che vengono molte volte trascurati dalla politica estera ufficiale.
L’esercito svizzero rappresenta un investimento a lungo termine
a favore della nostra sicurezza. Il suo valore non si misura solamente considerando quanto costa. Si tratta di conservare valori di
importanza generale quali: camerateria, coscienziosità, senso del
dovere e della responsabilità, impegno, precisione, modestia, tolleranza, volontà di resistenza e perseveranza. Il nostro sistema di
milizia è la struttura giusta per la Svizzera. Gente di tutti gli stati
sociali e professioni, di tutte le parti del paese e gruppi linguistici
si trovano assieme per apportare un contributo alla sicurezza del
nostro paese. In questo senso il servizio nell’esercito assume
un’eminente funzione sociale.
Un paese in cui si possono sviluppare libertà e imprenditoria,
deve anche, se necessario, potersi difendere. La Svizzera, quale piccolo stato nel cuore dell’Europa, necessita dunque di un
esercito di milizia indipendente, bene istruito ed equipaggiato,
in grado di garantire la sicurezza interna e esterna. L’esercito di
milizia vive sulla premessa che ogni singolo presta il suo proprio
contributo. Questi principi di solidarietà devono essere rafforzati
sotto la forma della mentalità di milizia e dell’esercito di milizia
per una Svizzera libera e sicura. Non esiste una valida alternativa
a un esercito di milizia ben equipaggiato e istruito che di regola
prepara molti giovani svizzeri ai compiti militari e che quindi non
necessita che di pochi membri continuamente in servizio. Grazie
alle capacità dell’esercito, nell’ambito della propria missione, di
essere impiegato in missioni all’estero, di intervenire in aiuto in
caso di catastrofi, di poter garantire la sicurezza o altri importanti
servizi, lo stesso rende un indispensabile e non delegabile servizio a favore del nostro paese. L’esercito di milizia rappresenta una
valida risposta alle minacce presenti e future nell’ambito delle
missioni conferitogli dalla Costituzione. K
RMSI 1.2011 | 11
12
L’opinione
Il comandante di milizia,
esperienza arricchente
testo capitano fabio canevascini
Nel nostro Esercito essere comandante di milizia di una compagnia è
cap Fabio Canevascini
un’esperienza che arricchisce e aiuta ad affrontare le problematiche non
solo professionali della vita civile.
A complemento dell’articolo del col SMG Marco Netzer, abbiamo chiesto
al capitano Fabio Canevascini, classe 1968, ingegnere civile ETH, membro
del Gran Consiglio del Cantone Ticino (si ricandida) e comandante della
compagnia telematica 9/4, di raccontare le sue impressioni. Questo
articolo vuole essere una conferma del ruolo della milizia e un incentivo
per i giovani ufficiali.
Mi è stato chiesto di redigere una breve riflessione su quanto ho
imparato dall’esperienza di comandante di Compagnia che ho
da poco concluso e confesso che svolgo questo compito senza
indugio alcuno perché mi stimola moltissimo.
Ho comandato la compagnia telematica 9/4 per 5 anni, fino allo
scorso 31 dicembre, data in cui anche la compagnia, che era stata
creata nel 2004, è stata sciolta.
L’impegno che la compagnia ha profuso è sempre stato encomiabile, rispettoso sia delle norme che delle aspettative dei superiori
e della popolazione civile. Una compagnia composta da oltre 100
uomini che ha indubbiamente facilitato il mio dovere e che ha
largamente collaborato a lasciarmi un ottimo, e, confesso anche
nostalgico, ricordo del tempo trascorso insieme.
Sia il lavoro amministrativo sia il rapporto con le persone mi hanno insegnato tanto anche per il proseguimento della mia carriera,
per l’attività civile. Gestire gli uomini in modo da dare a tutti
un’occupazione finalizzata ad assolvere i compiti assegnati alla
compagnia, organizzare i loro spostamenti, pianificare i loro compiti e le loro giornate, è stata una sfida non sempre semplice ma
gratificante al momento della buona riuscita.
Tuttavia il rapporto con i militi è stato per me notevolmente edificante perché di natura mi piace molto stare tra la gente, con
la gente, e durante questi 5 anni (momenti difficili compresi) ho
stretto diversi legami e fatto molte amicizie che sicuramente,
anzi, lo spero vivamente, dureranno anche in futuro.
Credo che poche altre esperienze possano essere altrettanto
arricchenti quanto ascoltare i militi (come d’altronde anche la
gente in generale) quando vengono da te per parlare di loro, per
sentirli confidare i loro problemi (anche verso lo svolgimento dei
compiti che avevo dato), le loro necessità, la loro visione della
vita, i loro sogni e le loro aspettative, e infine dare e ricevere
qualche schietto consiglio.
Se, da una parte, l’esercizio pratico fatto con la truppa è stato
molto interessante per quanto ho appreso, dall’altro sono stati
questi momenti di apertura che mi hanno fatto crescere umanamente.
Ho capito che, come i grandi comunicatori della storia insegnano, bisogna parlare in modo semplice e facilmente comprensibile,
bisogna adattare il linguaggio a quello del nostro interlocutore
perché le nostre parole possono venir recepite in modo distorto
a dipendenza del livello intellettivo e affettivo di chi ci ascolta, e
che i problemi non sono mai uguali tra di loro e pertanto quanto
diciamo è altrettanto importante di come lo diciamo.
Ho capito anche che quel che più conta tra gli uomini è riuscire a
stabilire un rapporto di fiducia, perché è grazie ad esso che si riesce a condividere qualsiasi momento della vita comune e a condurre agevolmente, senza troppi problemi, i militi: se il ruolo di
comandante mi ha dato il diritto di prescrivere il comportamento,
è solo grazie alla reciproca fiducia che sono riuscito (non sempre
facilmente però) a far percepire la mia autorità come legittima,
e quindi a non trovarmi mai confrontato con antipatiche e imbarazzanti situazioni di disobbedienza o di opposizione. Ripensandoci ora, credo fermamente che sia risieduta in ciò la facilitazione
dell’assunzione di un compito da parte dei miei militi.
È anche vero che spesso le persone vogliono essere condotte, vogliono ricevere precise istruzioni su quanto devono fare (e spesso
anche su come devono svolgere il compito). Siamo ormai lontani
da quello che diceva il filosofo inglese Thomas Hobbes nel XVII
RMSI 1.2011 | 13
sec., ossia che “ben pochi preferiscono essere governati dagli altri piuttosto che governarsi da sé.” Talvolta mi è quasi sembrato
che i militi volessero maggiori istruzioni per essere rassicurati e
anche deresponsabilizzati dall’esito dell’esercizio. E questo mi ha
aiutato a capire che dovevo sempre mostrarmi deciso e risoluto
per ottenere credibilità: un altro insegnamento che porto ancor
oggi con me.
D’altronde la fiducia è stata determinante anche da parte mia
14
poiché per svolgere il doveroso compito di delegare ai capisezione mansioni che potevano essere più o meno delicate, dovevo
capire, talvolta solo intuire, di chi potevo fidarmi di più. E anche
in queste scelte sono stato molto fortunato.
Non posso che concludere questa riflessione ribadendo un doveroso e caloroso grazie a tutti quanti mi sono stati vicini in questa
arricchente esperienza formativa: militi della Compagnia telematica 9/4, capisezione, superiori, come pure i famigliari. K
Esercito Svizzero
Rapporto annuale
della regione territoriale 3
testo tenente colonnello graziano regazzoni, capo media reg ter 3
Al rapporto del 26 novembre 2010, il divisionario Roberto
Fisch, comandante della regione territoriale 3, ha stilato un
bilancio positivo degli impieghi e dei servizi di istruzione
svolti nel 2010. È stata anche l’occasione per illustrare ai 400
ufficiali e sottufficiali superiori, agli ospiti civili dei cantoni di
competenza della regione: Ticino,Grigioni, Uri, Svitto, Zugo e
militari gli obiettivi e le sfide 2011.
Nell’ambito delle attività della regione il punto forte degli
scorsi anni è stato quello di costruire la collaborazione
con i partner civili, d’integrare le rispettive conoscenze e
di costituire una rete di intervento. “Gli ottimi risultati ci
dicono che abbiamo percorso il giusto cammino, ora si
tratta di migliorare e rafforzare quanto fin qui costruito”
ha dichiarato il divisionario Fisch aprendo il rapporto della
regione territoriale 3.
Ospiti illustri si sono rivolti ai convenuti
In rappresentanza del comandante di corpo Dominique
Andrey, comandante delle forze terrestri, il divisionario Fritz
Lier ha ringraziato i militi per il loro impegno cosciente del
fatto che esso richiede uno sforzo importante. Ha inoltre
esortato i politici a prendere delle decisioni fondamentali
per il futuro della nostra sicurezza e dell’esercito, a essere
concreti e a definire chiaramente, una volta per tutte, i compiti
dell’esercito e a mettergli a disposizione i mezzi finanziari.
Il relatore del giorno, brigadiere Jean-Philippe Gaudin, capo
del servizio informazioni dell’esercito, ha illustrato la sua
visione delle minacce e delle sfide dei prossimi anni. K
Imparare dal passato,
agire nel presente, preparare il futuro
È questo il pensiero alla base delle attività del comando della
regione territoriale 3 e delle sue formazioni.
Accanto agli esercizi di condotta dell’azione, l’attività
principale del 2010 è stato l’impiego a favore del cantone
Grigioni nella sicurezza del World Economic Forum (WEF) di
Davos.
Per i battaglioni della regione che hanno prestato servizio
(battaglione d’aiuto alla condotta 23 e battaglione del genio
9 e il battaglione d’aiuto in caso di catastrofe 3) il 2010 ha
significato servizi di istruzione ed esercizi che hanno permesso
di valutare le prestazioni. Il divisionario Fisch ha sottolineato
nel suo intervento i positivi risultati raggiunti. “Voi tutti vi
siete meritati un posto sul podio. Grazie di questo lavoro
eccelso”.
Sfide pretenziose attendono i militi della regione territoriale
3 per il 2011. Le priorità sono cinque: l’istruzione, essenziale
ma approfondita, l’ordine e la disciplina, vale a dire la
conduzione militare, la gestione delle risorse logistiche in
collaborazione con i centri logistici, la gestione dei rischi,
compito fondamentale dei quadri onde ridurre il pericolo di
incidenti, e la ricerca di nuove leve.
“Abbiamo raggiunto una vetta più alta di quella dello
scorso anno. Possiamo guardare avanti con fiducia perché
ne abbiamo le capacità e i mezzi” ha concluso il suo
intervento il divisionario Roberto Fisch.
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Esercito Svizzero
Rapporto annuale
della brigata fanteria montagna 9
testo redattore responsabile
foto sergente elena d’alessandri
Brigata del Gottardo:
un anno dedicato all’istruzione e allo sport
Venerdì 3 dicembre 2010, al Centro sportivo di Tenero,
ha avuto luogo il rapporto annuale della brigata
fanteria montagna 9. Gli elementi principali sono stati
una retrospettiva su un 2010 in gran parte dedicato
all’istruzione delle truppe e al supporto ad eventi sportivi
di livello internazionale, ai trapassi del comando in seno al
battaglione fanteria montagna 30, al gruppo artiglieria 49 e
agli obiettivi dei servizi 2011.
Dopo gli anni passati nello svolgimento dei compito AMBA
CENTRO (sicurezza alle ambasciate) e l’impiego al World
Economic Forum (WEF) di Davos, il 2010 della brigata
fanteria montagna 9 è stato un anno dedicato soprattutto
all’istruzione e all’allenamento dei militi. “È sempre
importante avere un anno per consolidare le attitudini
militari dei nostri soldati” ha affermato il brigadiere
Stefano Mossi, comandante della brigata fanteria montagna
9 agli ufficiali, sottufficiali superiori e ospiti convenuti.
I battaglioni fanteria montagna 17, 29, 30 e il gruppo artiglieria
49 si sono impegnati in particolar modo nell’istruzione e
nell’allenamento durante i rispettivi servizi.
Passaggi di comando
A fine 2010 è giunto al termine il periodo di comando del
comandante del battaglione fanteria montagna 30, tenente
colonnello SMG Renato Bacciarini, che con il 2011 è passato
nello SM della brigata .
Nuovo comandante dal 3 gennaio 2011 è il maggiore SMG
Marco Mudry. Ufficiale cresciuto militarmente nel battaglione
ne conosce le caratteristiche ed i pregi.
Anche il gruppo artiglieria 9 ha cambiato il comandante. Il
tenente colonnello Massimo Bonfio, comandante del gruppo
dal 2008, ha passato il comando al maggiore Michele
Paganini, già sostituto del comandante del gruppo.
Supporto agli eventi sportivi internazionali
Il battaglione fanteria montagna 7 e il battaglione d’aiuto
alla condotta 9 hanno collaborato nel mese di aprile
allo svolgimento della Patrouille des Glaciers in Vallese.
L’importante evento si svolge ogni due anni e richiama migliaia
di spettatori ad applaudire le 1400 pattuglie che affrontano
il durissimo percorso che collega Zermatt a Verbier. Nel mese
di febbraio una compagnia del battaglione fanteria montagna
17 è stata invece di supporto alle gare di coppa del mondo di
sci alpino svoltesi a Crans Montana.
Grande importanza ha rivestito l’impiego del battaglione
fanteria montagna 48 nell’esercizio AEROPORTO 10, diretto
dalla regione territoriale 4. Un esercizio che ha testato con
più truppe la sicurezza dell’aeroporto di Zurigo e verificato il
grado di prontezza in caso di un disastro aereo.
Commiato
La brigata ha pure preso commiato dalle compagnie
telematiche 9/3 e 9/4 che, uscite dal battaglione d’aiuto
alla condotta 9, fanno ora parte del battaglione d’aiuto alla
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Esercito Svizzero
condotta 41. Inoltre la batteria artiglieria 49/4, formazione di
riserva, è stata sciolta.
Queste misure rientravano nell’evoluzione 08/11.
Prospettive
Il brigadiere Mossi ha sintetizzato gli obiettivi per l’anno in
corso in quattro capitoli:
•Impieghi: non si tratta che di adempiere perfettamente il
compito. Nessun compromesso può essere accettato.
•Condotta: permanente, garante dell’ordine e della disciplina
gestendo i rischi e le risorse in modo oculato.
•Istruzione: essenziale, approfondita e sistematica, priorità
all’addestramento del reparto.
•Personale: reperire nuove leve per i quadri e aiutarli a
crescere.
Relatori
Al termine del rapporto della brigata fanteria montagna 9
sono intervenuti due relatori di prestigio: il presidente del
Consiglio di Stato, avvocato Luigi Pedrazzini e il Consigliere
nazionale, avvocato Fulvio Pelli.
I due relatori hanno espresso interessanti riflessioni che ci
riserviamo di rimandare alla RMSI 2/2011. Riflessioni che
saranno temi di discussione sul futuro dell’Esercito svizzero
nel corso di quest’anno. K
Pubblicità sulla
Rivista Militare
della Svizzera Italiana
Prezzi base per inserzioni (sei numeri)
- pagina interna: fr. 2000.–
- seconda e terza di copertina: fr. 2500.–
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Anno LXXXII
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Milizia
Turismo storico militare
Le opere militari
sul fronte del Monte Ceneri
testo divisionario a r francesco vicari
Dall’inizio del XVI secolo la chiusa di Bellinzona con i suoi
castelli e la murata può essere considerata la prima linea difensiva dei Confederati sul fronte sud.
E` risaputo che, nei secoli successivi, questa linea difensiva verrà più volte spostata verso meridione per far fronte all’evolvere della minaccia e per la disponibilità di ulteriori truppe e di
armi sempre più moderne. Nel 1844 il futuro Generale Dufour
pianifica le opere fortificate a sud di Bellinzona, che saranno
realizzate in due tempi:
- dopo il 1848 la linea sul Dragonato
- nel 1853 - 1854 la linea sugli ostacoli naturali del Riale di
Sementina e sul fiume Morobbia, oggi nota come “i fortini
della fame”.
A partire dal 1880 vennero studiate da diverse commissioni le
opere necessarie a garantire la sicurezza della linea ferroviaria
del Gottardo. Le discussioni furono accese e si protrassero, almeno per la parte più a meridione, fino alla primavera del 1913
quando la proposta di fortificare la linea Gordola – Magadino
– Monte Ceneri – Alpe di Grumo – Cima di Medeglia venne
accettata dal Consiglio Federale.
Fu così finalmente possibile dare subito inizio ai lavori riguardanti una batteria
di artiglieria sul Monte Ceneri (oggi nota come forte di Spina)
e la strada da Robasacco verso la Cima di Medeglia. Nessun
impresario ticinese inoltrò un’offerta; i lavori iniziarono dunque
a regia, investendo la metà del credito autorizzato di franchi
200’000 e malgrado vi fossero difficoltà per il mancato aggiornamento dei piani catastali dei comuni ticinesi da oltre 50 anni.
Quando nell’agosto 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale si
constata il seguente stato dei lavori:
- le posizioni di 4 semibatterie per i cannoni calibro 12 cm
sul Monte Ceneri e lo scavo delle gallerie fiancheggianti di
Gordola, Magadino e del Ceneri (Spina) quasi realizzati
- la strada di accesso da Robasacco verso la Cima di Medeglia
costruita fino a 1,5 km a valle della quota “1050”, cioè il
valico più basso fra Medeglia e Robasacco.
Immediatamente dopo la mobilitazione la direzione di tutti i
lavori di fortificazione fu attribuita allo Stato Maggiore opere
fortificate Bellinzona, al quale vennero subordinati 2 battaglioni di zappatori e una compagnia di zappatori di montagna con
il compito di portare rapidamente a termine i lavori. Oltre alla
truppa furono impiegati anche operai civili (da 300 a 1’000)
principalmente per la costruzione delle strade (Gesero e Cima
di Medaglia). Fu così possibile entro la fine del 1914 realizzare
la strada fino al valico “1050” e una mulattiera fino alla Cima
di Medeglia, dove in poco tempo si scavarono 3 capisaldi e fu
allestito un baraccamento per 450 militi.
Nella primavera del 1915 venne realizzato un caposaldo sul
Matro, come pure tutta una serie di appostamenti e camminamenti fra la Cima di Medeglia e l’Alpe del Tiglio, poco coordinati nel loro insieme, ma che un occhio esperto riesce ancora
oggi a individuare nel terreno.
Negli anni 1915 e 1916 vennero portati a compimento le opere
seguenti:
- opere permanenti:
- gli sbarramenti stradali
- le posizioni per cannoni da 12 cm sul Ceneri e sull’ Alpe
delle Lagonce
- il deposito delle munizioni sotterraneo e la rimessa per i
cannoni annessa alla caserma
- le casematte per cannoni da 8,4 cm lungo la linea difensiva anteriore
- gli acquedotti
- le linee telefoniche;
- vie di comunicazione:
- la strada carrozzabile, che dalla quota “1050” passa lungo il fianco settentrionale del Matro per poi raggiungere i
Monti di Cima e l’Alpe del Tiglio
- la strada carrozzabile in direzione opposta verso la Cima di
Medeglia e probabilmente fino all’ Alpe delle Lagonce
- la mulattiera dal Monte Ceneri, a Carro e agli alpi di Grumo e Lagonce;
- opere di fortificazione campale:
- il ricovero sul Cucchetto (pt 1’406), sopra l’Alpe del Tiglio,
con il relativo sentiero (da notare su un masso granitico
l’effige del Gen. Wille).
A partire dall’autunno del 1916 le opere fortificate furono meglio coordinate fra loro sotto la supervisione del Comando distaccamento frontiera Ticino Sud (Col Audéoud).
Entro la fine del 1917 furono inoltre realizzate:
- una seconda linea difensiva più avanzata rispetto a quella fra
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Turismo storico militare
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il Ceneri e la Cima di Medaglia decisa dal Conaiglioo Federale nel 1913
ulteriori 5 capisaldi sulla linea della Cima di Medeglia,
15 baracche quali accantonamenti per 50 militi ciascuna oltre a due stalle per 20 cavalli ognuna sul fianco settentrionale della Cima di Medeglia
un sentiero lungo la seconda linea difensiva sopraccitata
una teleferica da Camorino all’ Alpe del Tiglio, che però non
verrà mai messa in esercizio.
una cantina con cucina e magazzino viveri e l’allacciamento
alla rete elettrica della Verzasca sul Ceneri.
Nel 1918 le truppe dislocate sul fronte sud vennero ridotte e
quelle rimaste si limitarono al controllo del traffico di frontiera.
Le ultime opere fortificate furono portate a termine prevalentemente da operai civili.
Nel 1919 si passò al ripristino dei terreni non di proprietà della
Confederazione, allo smantellamento dei reticolati e alla vendita di parte delle baracche alla Cima di Medeglia, mentre altre
rimasero in loco a disposizione dei corsi d’istruzione.
Anche la teleferica del Tiglio fu venduta.
Nel 1920 tutti i lavori di ripristino vennero terminati e vari contratti di compra-vendita o di servitù furono conclusi con le autorità locali o con i proprietari dei terreni sui quali si trovavano
opere ritenute necessarie anche in futuro. D’ora in poi sarebbe
stato il Comando nelle fortificazioni del Gottardo ad occuparsi
della loro manutenzione. Fra le due guerre l’attenzione viene
riservata ai Passi S. Jorio e S. Giacomo (Valle Bedretto), ma sulla vetta del Camoghè sorgerà ancora un rifugio, che un ripido
sentiero collega all’ Alpe Caneggio.
Nei mesi di maggio e giugno del 1939, dopo varie ricognizioni
nel Sottoceneri, vengono decise nuove opere fortificate e fissate le priorità. La linea difensiva viene ulteriormente avanzata:
dall’Alpe di Neggia sale al Tamaro, scende nella Valle Cusella, sbarra il Moscendrin, risale a Gola di Lago e all’Alpe
Davrosio. Diverse le fortificazioni permanenti portate a termine
durante la seconda Guerra Mondiale lungo questa linea difensiva, innanzitutto le opere permanenti all’altezza di Mezzovico
(4 fortini di fanteria con 3 cannoni anticarro e varie mitragliatrici) come pure quelle costruite sulle alture dominanti nel settore
di Gola di Lago (Stinché, Cima di Lago, Alpi S. Maria, Zalto e
Davrosio). Ma anche la linea più arretrata venne migliorata
inserendovi il fortino di S. Carlo, sulla rampa sud del Monte
Ceneri (con un’ arma anticarro), i fortini di mitragliatrici con
campo di fuoco verso Rivera e quelli sui Monti di Medeglia e
di Travorno in Val Serdena. Non dovrebbero andare dimentiche
le varie opere minate (a Taverne e sulle due rampe del Ceneri), come pure gli ostacoli anticarro, sia sulla strada cantonale
come sulla sinistra del riale Cusella, ancor oggi ben visibili.
Scrivetemi le vostre:
Franco Valli
Osservazioni
[email protected]
Reazioni
Via C Ghiringhelli 15
6500 Bellinzona
Contestazioni
Critiche
20
Scrivetemi,
nell’interesse dei lettori della RMSI!
Turismo storico militare
Tolto il mascheramento il forte di S. Carlo è ora ben visibile dalla cantonale del Monte Ceneri
Caposaldo nel bosco della piazza d’armi del Monte Ceneri, feritoie per
mitragliatrice e osservatore
In due baracche in Val dei Cugnoli sarà alloggiata la truppa
dislocata nell’alta Valle di Serdena e collegata a Isone da una
teleferica militare (vedasi la stele oggi posta accanto alla cappella dei granatieri, ma originariamente situata sotto il paese di
Isone). Una di queste baracche è detta “dei polacchi”, probabilmente per ricordare l’impiego di internati in lavori forestali.
Ma innumerevoli furono gli alloggi costruiti sulle pendici del
Tamaro e sui monti della valle del Vedeggio.
Chissà che in un futuro non troppo lontano si possa valorizzare
almeno parte di queste opere a fini didattici e turistici, come i
nostri vicini amici oltre confine già da anni fanno lungo la linea
Cadorna e con grande successo. Così quanto è servito in passato, potrà servire anche in futuro. K
Durante la Guerra Fredda si pianificherà la difesa “sin dalla
frontiera”, ma le diverse linee difensive allestite in profondità
per opporsi a ogni avversario lungo l’asse del San Gottardo
rimarranno valide. Anzi, sulle alture fra la Cima di Medeglia e
l’ Alpe del Tiglio, a Gola di Lago e sul fondovalle verranno, da
parte delle truppe del genio, scavati nella roccia più ricoveri di
fortuna, interrati diversi ASU (Atomschutzunterstand = ricovero antiatomico di sezione) e ricoveri sferici. Dagli anni ottanta
sarà possibile agire con il fuoco dei due moderni lanciamine di
fortezza da 12 cm da Robasacco e dal Trodo in tutto il settore.
Sotto l’ Alpe del Tiglio, quasi ai piedi della pendice, ma rivolti verso lo svincolo autostradale di Camorino, saranno ancora
portati a termine due cosiddetti “Centibunker” (torretta di carro armato Centurion in opera permanente), la qual costruzione
era iniziata prima che il patto di Varsavia venisse disciolto.
Bibliografia
Julius Rebold, Genieoberst, Baugeschichte der Eidgenössischen Befestigungswerke 1831-1860 und 1885-1921 (1982)
Werner Rutschmann, Befestigtes Tessin, Burgen, Schanzen,
Werke, Stände (1994)
Jean de Montet, L’armamento dell’artiglieria di fortezza svizzera dal 1885 al 1939 (traduzione del Col Alfonso Bignasca,
1984)
Dillena, Braga, Riva, La brigata frontiera 9 (1994)
Sull’Alpe del Tiglio verrà, all’inizio degli anni ottanta, risanata
la bella casermetta e una seconda sarà costruita completamente interrata nelle vicinanze. Ma l’opera militare più importante
nell’alta Valle del Vedeggio resta ovviamente la piazza d’armi
dei granatieri a Isone, inaugurata il 29 marzo 1973, con la sua
rete di carrozzabili portata a termine negli anni successivi. Sul
Ceneri le caserme attribuite sin dal 1912 all’artiglieria e al genio
e a più riprese ampliate, verranno rimodernate nel 1978.
Mi si permetta di non tralasciare la spiritualità di questo settore, che ci viene ricordata dalla Cappella dei Soldati (oggi Santuario dei Ciclisti) sul Ceneri e quella dei Granatieri lungo la
strada militare che sale all’ Alpe del Tiglio.
Piazza d’armi Isone, opuscolo del DMF (1973)
Piazza d’armi Monte Ceneri, opuscolo del DMF (1978)
Carta nazionale della Svizzera, 1 : 25›000, foglio 1313 Bellinzona, foglio 1314 Passo S. Jorio, foglio 1333 Tesserete,
foglio 1334 Porlezza
Ingrandimento di carta Siegfried 1:25›000, con settori di
fuoco delle armi di fanteria, Archivio cantonale, Archivio
delle truppe ticinesi (data incerta, forse inizio mobilitazione
Seconda Guerra Mondiale)
RMSI 1.2011 | 21
Mutazioni e promozioni
Mutazioni e promozioni
Nomina di prestigio per il divisionario Roberto Fisch
Il 10 dicembre 2010 il Consiglio federale ha nominato il divisionario Roberto Fisch a nuovo
Capo della base d’ aiuto alla condotta (BAC). Per il divisionario Fisch si tratta di un importante
riconoscimento delle sue capacità nell’ambito delle specifiche esigenze richieste dal BAC.
In un prossimo numero della RMSI lo intervisteremo per conoscere meglio le sue responsabilità di
Capo dell’importante struttura dell’Esercito.
Altre nomine
A sostituire il divisionario Fisch al comando della regione territoriale 3, Il Consiglio federale ha nominato il divisionario Marco Cantieni
, 56 anni, grigionese, già comandante del Centro di istruzione dei quadri superiori (HKA) di Lucerna.
Nuovo comandante del HAK è stato nominato e promosso divisionario il brigadiere Daniel Roubaty, 59 anni, friborghese, già
comandante della truppa d’applicazione della logistica.
A questa funzione è stato nominato il brigadiere Melchior Stoller, 49 anni, bernese. Il br Stoller è stato negli anni novanta anche
comandante delle Scuole sanitarie 67/267 a Losone e ultimamente comandante della br log 1.
Nuovo comandante della br log 1 è il col SMG Thomas Kaiser, promosso brigadiere.
Promozioni 1. gennaio 2011
colonnello
Fiscalini Antonio, Locarno
Olgiati Diego, Muralto
Monticelli Moreno, Lostallo
tenente colonnello
Borradori Mario, Lugano
Frigerio Marco, Morbio Inferiore
Lecannellier Henri, Cadro
maggiore Carrozza Dario, Riazzino
Colombo Paolo, Bellinzona
Hösli Martin, Minusio
capitano
Francescon Aldo, Verscio
Gyöngy Mattia, Cavigliano
Lucini Roland, Chiasso
Stirnimann Luca, Camorino
primo tenente
Fumagalli Marco, Canobbio
Gabrielli Lorenzo, Bellinzona
Giovannini Daniele, Tesserete
Grütter Andreas, Locarno
Heim Steve, Comano
Piffaretti Valentina, Riva San Vitale
Righenzi Tommaso, Breganzona
Rigetti Paolo, Sorengo
Stoppani Jonathan, Pura
Tettamanti Nicola, Ponte Capriasca
22
Eco da Palazzo Federale
L’eco da Palazzo federale
testo ing. fausto de marchi
Ing. Fausto De Marchi
• Martedì 28 dicembre 2010 ad Adelboden nel Canton Berna, in occasione del suo incontro di fine anno con i media,
il Consigliere federale Ueli Maurer ha posto in primo piano la
sicurezza della popolazione svizzera. Come rilevato dal Capo
del dipartimento, il DDPS s’impegna in modo sistematico per
questa sicurezza. Il denaro speso per l’esercito è ricompensato
dalla pace e dal benessere ed è inoltre un investimento nella
storia di successo del nostro Paese.
• Le Forze aeree svizzere devono avere la possibilità di compiere
voli d’istruzione con gli addestratori PC-21 in spazi aerei separati da quelli civili: è una questione di sicurezza. L’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) ha ora definito tali spazi. I voli
d’aerei civili attraverso gli spazi attribuiti all’aviazione militare
sono soggetti a restrizioni. In merito alle modalità d’utilizzo di
questi spazi sono previsti l’anno prossimo colloqui con i Cantoni interessati. Le Forze aeree eseguiranno voli d’addestramento con i PC-21 esclusivamente nei giorni feriali e nei normali
orari di lavoro.
Nell’estate 2008 l’UFAC, su richiesta delle Forze aeree, aveva
autorizzato per la durata di un anno due spazi aerei di questo
tipo nella Svizzera orientale e nella regione dell’Oberland bernese: un terzo spazio nella regione del Giura, fra il lago di Neuchâtel e il confine con la Francia, era già a disposizione delle
Forze aeree da tempo. In vista della ripresa dell’attività d’istruzione, le Forze aeree hanno presentato nel 2010 una nuova
domanda d’utilizzazione dei due spazi aerei. In novembre e
dicembre il DDPS, le Forze aeree e l’UFAC hanno avuto due
incontri con i Cantoni interessati in merito alle norme d’utilizzazione degli spazi. Le Forze aeree hanno inoltre promesso di
valutare la possibilità di introdurre miglioramenti tecnici alle
pale delle eliche allo scopo di ridurre le emissioni foniche dei
PC-21.
Nel frattempo l’UFAC ha dato il nulla osta all’utilizzo, da parte
delle Forze aeree, di due spazi aerei. Il primo è denominato
«Speer» e comprende l’area fra Glarona, il confine con il Liechtenstein, Urnäsch e Schänis. Il secondo è lo spazio denominato «Hohgant» e che si trova fra Thun, il Susten, Buochs
e Wolhusen. Il limite inferiore di entrambi gli spazi è di circa
3’000 metri, quello superiore a poco meno di 5’500 metri. Le
Forze aeree hanno ripreso le attività di formazione dei piloti
con i PC-21 il 6 gennaio u.s. Allo scopo di ridurre al minimo
le emissioni foniche, anche tendendo conto delle condizioni
meteorologiche, i voli saranno effettuati solo nei giorni feriali,
in media 16 lezioni di volo di 30 minuti ciascuna, distribuite
uniformemente nei tre spazi aerei. Non avrà luogo alcun addestramento notturno.
RMSI 1.2011 | 23
Equipaggiamento e armamento
Il Programma d’armamento 2010
testo ing. fausto de marchi
Ing. Fausto De Marchi
Premessa del redattore responsabile
Abbiamo voluto pubblicare per esteso un’analisi del Programma d’armamento 2010 per dare al
lettore l’occasione di leggerlo con occhio critico. Esso è il risultato di un processo alquanto complesso che mostra, se ce ne fosse ancora bisogno, un Parlamento con poche certezze sull’evoluzione del nostro Esercito.
Non si può certo dire che il Programma d’armamento 2010 (PA 2010) abbia avuto un iter parlamentare semplice e rapido. Tutt’altro.
Inizialmente (17 febbraio 2010) il Consiglio federale propose al Parlamento un PA 2010 composto di soli tre progetti, per un ammontare complessivo di CHF 529 milioni. Si trattò nuovamente di un programma volto al risparmio, di poco superiore a quello del 2009 ma
inferiore alla media degli ultimi dieci anni.
La Commissione per la politica di sicurezza del Consiglio degli Stati, preso atto del nuovo, modesto programma, auspicò un potenziamento della prontezza operativa delle Forze terrestri, richiedendo l’acquisto di ulteriori 70 veicoli per il trasposto della truppa protetto
(VTTP), per un importo di CHF 122 milioni. Il 30 giugno il Consiglio federale, facendo propria la richiesta della Commissione, licenziò
un messaggio aggiuntivo all’indirizzo delle Camere federali. In esso si propose l’acquisto dei 70 veicoli blindati per l’importo indicato.
La spesa complessiva per il PA 2010 raggiunse così i CHF 651 milioni.
L’intera operazione non piacque però ai politici di Berna. Consiglieri nazionali e senatori preconizzarono misure di risparmio, proposero tagli e compensazioni, votarono diverse varianti creando di continuo nuove differenze tra le due Camere e ritardando, di fatto, la
conclusione dell’oggetto parlamentare: il tutto in modo alquanto caotico. È pur vero che anche il messaggio aggiuntivo dei 70 veicoli
VTTP contribuì ad allungare i tempi dei dibattiti parlamentari e a procrastinare le decisioni finali.
Un esempio rivelatore di come si svolsero le discussioni furono i 24 milioni di franchi destinati all’equipaggiamento logistico degli elicotteri leggeri EC 635 da trasporto e d’addestramento (progetto ELTA, vedi più avanti). Una somma che per molti parlamentari apparve
ingiustificata poiché ritenuta compresa nel credito di CHF 310 milioni, quando cioè furono acquistati i 20 elicotteri con il Programma
d’armamento 2005. Il Capo del DDPS spiegò tuttavia che i crediti stanziati nel 2005, anche se prevedevano delle riserve (utilizzate
in parte per finanziare pure il simulatore di volo del Super Puma voluto dal Parlamento), risultarono alla fine insufficienti per coprire
tutte le necessità logistiche del nuovo elicottero. Giustificazioni che, in un primo tempo, non convinsero il Consiglio Nazionale, che
negò il credito dei 24 milioni con 97 contro 76 voti, mentre per il Consiglio degli Stati le giustificazioni del Capo DDPS furono ritenute
necessarie e sufficienti.
Si arrivò così, tra discussioni e rinvii, alla sessione invernale senza che il PA 2010 fosse giunto in porto. Soltanto qualche giorno prima
della fine della sessione si riuscì, con una serie di compromessi, ad appianare le ultime divergenze tra le due Camere. Il Consiglio degli
Stati, rinunciando a misure di compensazione adottate in un primo tempo, si allineò al Nazionale. Ma restarono le misure di risparmio.
La fattura del PA 2010 ammonta ora (definitivamente) a CHF 617 milioni, quindi 34 in meno rispetto alla somma auspicata dal Consigliere federale Ueli Maurer.
Da quanto comunicatoci di recente dal Segretariato generale del DDPS (gennaio 2011), i risparmi avranno ripercussioni unicamente sul
progetto d’acquisto dei veicoli leggeri per il trasporto di persone (vedi più avanti il secondo progetto “Nuova generazione di veicoli”).
24
Equipaggiamento e armamento
I quattro progetti in breve
La descrizione in queste righe dei quattro progetti si attiene al messaggio originale del Consiglio federale, non contempla cioè i risparmi decisi dal Parlamento in un secondo tempo.
• Equipaggiamento logistico per l’elicottero leggero da trasporto e d’addestramento (ELTA)
Il credito a disposizione nel settore della logistica, stanziato con il PA 2005, non è risultato sufficiente a garantire quella disponibilità
richiesta dalla flotta degli elicotteri ELTA (acronimo per elicotteri leggeri trasporto e addestramento). Con un credito supplementare
di CHF 24 milioni si potrà acquistare e completare l’equipaggiamento logistico previsto originariamente. Il “pacchetto” logistico
comprende pezzi di ricambio, attrezzature per la manutenzione, sistemi per verifiche e test di funzionalità.
• Nuova generazione di veicoli
La maggior parte dei veicoli dell’esercito sono obsoleti e devono essere sostituiti. Con un credito di CHF 440 milioni si vuole acquistare complessivamente 1’526 nuovi mezzi, quali autocarri, rimorchi, vetture per il trasporto di persone e furgoni, ruspe e carrelli
elevatori. Si è deciso di rinunciare a veicoli che rispecchino unicamente standard militari, orientandosi parzialmente verso quelli civili.
In questo modo si potranno ridurre i costi d’acquisto e di manutenzione e approfittare maggiormente degli sviluppi tecnologici nel
settore automobilistico. Per contro è d’attendersi una riduzione della durata d’utilizzazione. Per i veicoli pesanti si calcola che questa
durata si aggirerà sui 15 anni. La minore durata di servizio comporterà in futuro un più rapido processo di rinnovamento del parco
veicoli dell’esercito.
• Sistemi d’istruzione per i piloti di jet su PC-21 (JEPAS PC-21)
Con il Programma d’armamento 2006 sono stati acquistati 6 addestratori PC-21 con i relativi mezzi d’istruzione per assicurare
annualmente l’istruzione da 4 fino a 6 piloti.
L’esperienza di questi ultimi anni ha dimostrato che ciò è possibile soltanto parzialmente. Settori importanti dell’istruzione, come il
volo notturno o il combattimento aereo, devono essere eseguiti con gli F/A-18, molto più onerosi sul piano economico. Inoltre è accresciuta la necessità d’istruire annualmente più piloti d’aviogetto, da 6 fino a 8 nuovi piloti. Per garantire nuove leve di piloti F/A-18
sono necessari due aerei PC-21 supplementari unitamente ai mezzi logistici e materiale d’istruzione al suolo: l’importo complessivo
è di CHF 31 milioni.
• Veicoli trasporto truppa protetto (VTTP)
Con il Programma d’armamento 2008 si è acquistato un primo lotto di 220 veicoli trasporto truppa protetto (VTTP), allo scopo
di completare il parco di carri armati granatieri ruotati 93. I 220 VTTP corrispondono al numero minimo di veicoli necessari per
equipaggiare (ma solo in parte) sei battaglioni di fanteria, due compagnie d’intervento della fanteria e per coprire il fabbisogno di
SWISSINT. Per disporre di un quantitativo di VTTP che soddisfi anche le esigenze dell’istruzione della truppa sono necessari 70 veicoli
supplementari, come proposti in questo PA 2010 e accettati dalle Camere federali. L’ammontare dell’investimento è stato calcolato
in CHF 122 milioni.
Alcuni aspetti generali
L’acquisto delle armi e degli equipaggiamenti previsti nel PA 2010 costituisce un tassello importante per ammodernare il nostro
esercito: essi devono soddisfare criteri militari a medio e lungo termine. I progetti del PA 2010 rispettano pure i criteri riguardanti
l’acquisto di materiale bellico e della politica degli armamenti. Il loro finanziamento è conforme agli obiettivi fissati dalla pianificazione
finanziaria.
Da ormai molti anni la situazione del materiale per l’esercito è caratterizzata da un forte aumento delle spese d’esercizio e di
manutenzione, mentre i mezzi finanziari a disposizione rimangono limitati e pressoché inalterati nel tempo. Materiale, immobili,
piazze d’istruzione e d’esercizio sono sollecitate in modo eccessivo, per cui aumenta l’usura dei mezzi e quindi le spese di manutenzione. L’esercito ha reagito a questa evoluzione riducendo a corto termine le spese per l’acquisto di nuovo materiale. A medio
e lungo termine questa tendenza presenta tuttavia aspetti negativi, in primis la mancata possibilità di uno sviluppo tecnologico e
concettuale dell’esercito.
Il PA 2010 è imperniato a ridurre i costi dei mezzi in servizio, grazie a investimenti mirati in sistemi con un rapporto costi / prestazioni
particolarmente favorevole. È da notare inoltre che questi progetti non pregiudicano in nessun caso passi successivi nello sviluppo
dell’esercito.
RMSI 1.2011 | 25
Equipaggiamento e armamento
Nel periodo 2000 – 2008 la spesa media annuale per la difesa è stata di CHF 4’568 milioni. La quota-parte del budget della Confederazione per la difesa, sullo stesso periodo di nove anni, è diminuita costantemente dal 10.4% al 7.9%.
Per il 2010 si prevedono uscite per la difesa per CHF 4’826 milioni, ciò che corrisponde all’ 8% del budget della Confederazione. L’importo si può suddividere in tre parti: le spese del DDPS per la difesa (CHF 4’082 mio), spese immobiliari (CHF 388 mio) e altre uscite
varie tutte però riconducibili a spese militari (CHF 356 mio).
La rilevanza economica
Nell’ambito del PA 2010 la partecipazione dell’industria svizzera ammonta al 48%. In tal modo si tiene conto di un obiettivo importante del Consiglio federale: quello di creare, a ogni acquisto di materiale per l’esercito, una quota di valore aggiunto, la più elevata possibile. Questo obbiettivo fu formulato al Dipartimento DDPS il 29 novembre 2002 quale direttiva generale sulla politica dell’armamento.
Si distingue tra la possibilità di partecipazione diretta alla produzione e quella di una partecipazione indiretta. In generale si applica il
principio secondo il quale l’industria svizzera è coinvolta nella misura in cui sia competitiva e concorrenziale.
Soprattutto nei casi d’acquisti di materiale all’estero si esaminano le possibilità di una partecipazione diretta dell’industria svizzera. Si
tratta di rapporti di subappalto, della produzione di componenti e sottosistemi, della fabbricazione industriale, del montaggio o della
fabbricazione su licenza. Le partecipazioni indirette (affari offset o di compensazione) hanno lo scopo di agevolare all’industria svizzera
l’accesso ai mercati esteri o di contribuire al consolidamento della sua posizione sui mercati delle esportazioni. Nei programmi offset
realizzati finora l’industria svizzera è sempre riuscita a dimostrare la propria competitività.
Effetto positivo sul mercato del lavoro in Svizzera:
(partecipazione diretta + indiretta):
CHF 315 milioni, ovvero 48%
(CHF 315 = 293 + 22 milioni)
Annualmente si registrano ordinazioni all’estero per un ammontare di molte centinaia di milioni, di cui beneficiano, in particolare,
migliaia di piccole e medie aziende. Armasuisse vigila affinché gli obblighi derivanti dagli affari offset siano adempiuti dalle industrie
estere, e questo in collaborazione con l’Associazione padronale svizzera dell’industria metalmeccanica (SWISSMEM) e con il Gruppo
romando per il Materiale di Difesa e per la Sicurezza (GRPM).
Come indicato nella tabella, la partecipazione diretta dell’industria svizzera al PA 2010 è stata valutata a CHF 293 milioni, in altre
parole al 45%, quell’indiretta a CHF 22 milioni, pari al 7.5% dell’importo totale. Ciò è importante per la creazione di nuovi posti di
lavoro. Ammettendo una cifra d’affari annuale media di CHF 180’000 per persona occupata nel nostro mercato di lavoro, i CHF 315
milioni significano un grado d’occupazione in Svizzera di 1750 persone / anno, oppure di 875 persone occupate sull’arco di due anni.
Rispetto agli anni passati il PA 2010 avrà però un effetto nettamente inferiore sul mercato occupazionale svizzero. Ciò è dovuto al
fatto che nell’oggetto più importante, l’acquisto di nuovi veicoli terrestri, la parte “civile” di essi, prodotti all’estero, è preponderante.
Secondo disposizioni dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OCM) i prodotti “civili” non possono essere compensati con affari
offset da parte dell’acquirente, mentre lo sarebbero se si trattasse di veicoli puramente militari o nel caso di armi.
Tutte le acquisizioni saranno realizzate e consegnate alla truppa al più tardi entro il 2015.
26
Equipaggiamento e armamento
I quattro progetti in dettaglio
Presentiamo in queste righe una scheda un po’ più dettagliata per ognuno dei quattro oggetti, ponendo l’accento sugli aspetti militari
e tecnici del materiale in questione.
1. Equipaggiamento logistico per l’elicottero leggero da trasporto e d’addestramento (ELTA)
Con il PA 2005 si sono acquisiti 20 elicotteri leggeri del tipo EC-635 per un importo di CHF 310 milioni, e con essi anche materiale
logistico e per l’istruzione, equipaggiamento per le missioni e un simulatore di volo. Il progetto è stato realizzato come previsto, senza
ritardi o sorpassi finanziari. Tutti gli elicotteri sono oggi operativi e le prime esperienze con questo mezzo sono senz’altro positive.
Nell’importo di CHF 310 milioni le Camere federali hanno voluto inserire anche il simulatore per l’elicottero Super Puma TH 89,
finanziandolo con le riserve del progetto ELTA. L’Amministrazione federale e le Forze aeree hanno voluto onorare l’impegno parlamentare risparmiando laddove era possibile. Ad esempio si è rinunciato a istallazioni radio, ridotto l’equipaggiamento per il salvataggio
dell’equipaggio e per missioni particolari (ganci ventrali, dispositivo per la discesa a fune dei granatieri, seggiolini per passeggeri,
barelle, pannelli per la protezione da schegge, sistema per la pianificazione di missioni ecc). A queste misure di risparmio si è aggiunta
la rinuncia a diverso materiale per la logistica. Di conseguenza la disponibilità richiesta alla flotta non può oggi essere garantita. Questa disponibilità è stata definita come una prontezza d’impiego di almeno 8 ore al giorno, con un tasso di probabilità dell’80%, per
tutti gli elicotteri di una qualsiasi base. Con il credito addizionale di CHF 24 milioni si acquistano pezzi di ricambio, attrezzature per
la manutenzione, sistemi per verifiche e per test di funzionalità. Sarà anche possibile eseguire lavori di manutenzione e riparazione in
Svizzera ottenendo quindi la disponibilità richiesta originariamente alla flotta ELTA.
Manutenzione
ELTA
Entità dell’acquisto e crediti necessari
Il volume complessivo della commessa e i singoli crediti si suddividono come segue:
• “Pacchetto” logistico per la flotta ELTA, comprendente pezzi di ricambio (avionica, servo-motori, pale di riserva, trasmissione) e
manutenzione a diversi livelli: CHF
22.8 mio
• Rincaro fino a consegna: CHF
0.9 mio
• Rischi: CHF
0.3 mio
Totale: CHF
24.0 mio
Il progetto, sotto la direzione di armasuisse, sarà gestito dallo stesso team responsabile dell’acquisto dell’elicottero nell’ambito del PA
2005.
La consegna del “pacchetto” logistico terminerà presumibilmente nel 2015. Con questo materiale sarà possibile però aumentare gradualmente la capacità operativa della flotta già dal 2012. Il rischio tecnico e commerciale dell’operazione è considerato esiguo. Non
sarà necessario apportare adeguamenti o ampliamenti alle infrastrutture aeroportuali esistenti.
2. Nuova generazione di veicoli
I veicoli dell’esercito sono obsoleti, la loro età media è nettamente superiore a quelli civili. Ad esempio gli autocarri dell’esercito hanno
un’età media che supera i 25 anni, alcuni di essi, si pensi ad esempio agli STEYR per la logistica, superano addirittura i 40 anni. Ciò
RMSI 1.2011 | 27
Equipaggiamento e armamento
causa oneri sempre più elevati di manutenzione, riparazioni frequenti con pezzi di ricambio difficilmente reperibili, una diminuzione
della sicurezza e una mancanza di quelle tecnologie anti-inquinamento che nel “civile” sono ormai degli standard affermati. Tutte
ragioni che giustificano l’introduzione nell’esercito di una nuova generazione di veicoli, soprattutto un rinnovo del parco autocarri.
Sono sei i tipi di veicoli acquistati, e cioè: autocarri, rimorchi, furgoni, vetture leggere per il trasporto di persone, ruspe e carrelli elevatori
a forca.
Gli autocarri si possono suddividere in due gruppi principali:
Gruppo 1: autocarri con una capacità fuoristrada limitata. Appartengono a questo gruppo autocarri in diverse versioni e per diversi
compiti, la combinazione camion-rimorchio per la scuola guida, quelli con sistemi di carico e scarico per cassoni amovibili e quelli per
contenitori scarellabili o intercambiabili.
Gruppo 2: autocarri con una capacità fuoristrada estesa.
L’acquisizione non consentirà di sostituire tutti i veicoli giunti al termine della durata d’utilizzazione. Altri veicoli obsoleti dovranno pertanto essere sostituiti nei prossimi anni. Inoltre non sarà possibile un’assegnazione capillare alla truppa dei nuovi mezzi. Ad eccezione
delle combinazioni camion-rimorchio per scuola guida le esigenze della truppa in materia d’istruzione e d’impiego saranno coperte
mediante un pool centralizzato di veicoli.
Entità dell’acquisto e crediti necessari
I dati riportati in basso si riferiscono al Messaggio del Consiglio federale del 17.2.2010 (PA 2010 originale). Non considerano cioè le
misure di risparmio decise dal Parlamento in un secondo tempo.
• Autocarri (totale dei due gruppi): 936 Gruppo 1 (capacità fuoristrada limitata): 536
336 camion in diverse versioni
60 combinazioni camion-rimorchio per la scuola-guida
114 camion per cassoni amovibili
26 camion per contenitori scarellabili o intercambiabili
Gruppo 2 (capacità fuoristrada estesa): 400
• Rimorchi: 150
• Furgoni: 250
• Vetture leggere per il trasporto di persone: 1'000
• Ruspe (su ruote):
40
• Carrelli elevatori (a forca): 150
• Rincaro fino a consegna: • Rischi: Totale: 2’526
CHF 368.0 mio
CHF
9.0 mio
CHF
19.5 mio
CHF
33.6 mio (&)
CHF
15.0 mio
CHF
14.3 mio
CHF
0.6 mio
CHF
14.0 mio
CHF 474.0 mio (&)
(&): queste posizioni subiranno certamente delle modifiche dopo la decisione delle Camere federali di ridurre l’ammontare del credito
complessivo di CHF 34 milioni.
Per quanto concerne il settore dei veicoli commerciali in uso presso l’esercito, l’eventuale collaborazione a lungo termine su base
contrattuale con partner privati, ai sensi di una “Public Private Partnership”, è stata oggetto di una perizia esterna da cui è risultato
che, alle condizioni attuali, un partenariato tra pubblico e privato per questo tipo di veicoli non sarebbe ragionevole, né dal profilo
economico né da quello finanziario. Pertanto sarà mantenuto e ottimizzato lo status quo con una gestione dei mezzi tutta militare.
Tra le misure di ottimizzazione figurano la polivalenza, la riduzione della gamma delle marche e dei modelli e la gestione dei veicoli
grazie a un unico pool.
Alcune considerazioni sull’acquisto degli autocarri del gruppo 1 (capacità fuoristrada limitata).
I nuovi camion sostituiranno in parte quelli obsoleti, gli autocarri della precedente generazione, tra i quali gli STEYR A680 (anni d’acquisto 1968 – 1970) e i SAURER D330 a cassone ribaltabile (anno d’acquisto 1980).
Per assicurare l’istruzione dei conducenti, devono essere urgentemente sostituite in considerazione del loro stato tecnico, anche le
combinazioni camion-rimorchio STEYR per scuola guida. Per ragioni di natura economica, di tecnica dei trasporti e di compatibilità e
28
Equipaggiamento e armamento
Esempio: autocarro IVECO 6x6 con ponte ribaltabile su tre lati
Esempio: autocarro fuoristrada IVECO 4x4
disponibilità dei mezzi l’esercito abbisogna di nuovi autocarri: essi devono essere dotati di un sistema di carico e scarico di contenitori
intercambiabili. Tale sistema consente di caricare e scaricare autonomamente contenitori scarrellabili o intercambiabili e container ISO.
La scelta del veicolo IVECO e dei corrispondenti contenitori e rimorchi permette di coprire le esigenze dell’esercito in maniera ottimale,
grazie alle possibilità offerte dalla modularità dei mezzi. Il carico utile varierà tra il “leggero” (4 - 6 to) e il “pesante” (fino a 14 to).
In corrispondenza varierà ovviamente la potenza del mezzo e il numero delle ruote motrici. Le diverse varianti si distinguono anche
per l’attrezzatura del pianale: vi saranno ponti telonati, a cassoni ribaltabili, con gru per il carico e scarico, attrezzature a gancio ecc.
Marca del veicolo: IVECO - MAGIRUS
Tipo:
4x4
Peso totale:
18 to
Carico utile massimo:
4 – 6 to
Norme gas di scarico:
EURO V
6x6
26 to
11 to
EURO V
8x8
32 to
14 to
EURO V
Le sovrastrutture saranno realizzate da diversi fabbricanti svizzeri. Ad esempio i cassoni, i rimorchi per la scuola-guida e le gru per
il carico saranno prodotte dalla ditta Lanz + Marti SA (Sursee), i pianali ribaltabili dalla Moser SA (Steffisburg) e i sistemi di carico e
scarico dei contenitori intercambiabili dalla Notter SA (Boswil).
Le combinazioni camion-rimorchio per scuola guida dei nuovi conducenti saranno dislocate nelle sedi di Thun, Burgdorf, Wangen a. A.,
Frauenfeld e Drognens.
Alcune considerazioni sull’acquisto degli autocarri del gruppo 2 (capacità fuoristrada estesa).
I nuovi autocarri fuoristrada sono destinati a sostituire una parte dei 1200 veicoli del tipo SAURER 6 DM e SAURER 10 DM acquistati
con il Programma d’armamento 1982. La sostituzione dei SAURER consentirà inoltre di ridurre i costi di manutenzione e di risolvere la
crescente difficoltà nel rifornirsi dei pezzi di ricambio.
Gli autocarri fuoristrada saranno impiegati presso formazioni costrette a muoversi al di fuori della rete stradale consolidata, come ad
esempio la difesa contraerea e le formazioni d’aiuto in caso di catastrofi. Poiché con i veicoli richiesti non è possibile un’assegnazione capillare alla truppa, la consegna avrà luogo in funzione delle necessità. Fanno eccezione, per motivi legati al rispettivo specifico
impiego, i mezzi per la scuola guida. L’istruzione avrà luogo in linea di principio secondo il comprovato sistema odierno: istruzione dei
conducenti durante la scuola reclute sulla strada e con l’ausilio dei simulatori FATRAN.
Rispetto agli autocarri del gruppo 1 i fuoristrada mostrano alcune differenze importanti. Anzitutto i pneumatici atti alla marcia sul
terreno accidentato con i relativi adeguamenti tecnici, poi le sovrastrutture dei pianali che sono esenti da torsione (vale a dire disaccoppiate dal telaio) e infine il fuoristrada possiede un argano per la rimozione che gli altri autocarri non possiedono. I nuovi mezzi saranno
di due tipi, secondo il carico utile: tecnicamente si basano sulle trazione integrali 4×4 e 6×6.
Tipo di veicolo:
Peso totale:
Carico utile massimo:
4x4
18 to
6 to
6x6
26 to
10 to
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Equipaggiamento e armamento
Norme gas di scarico:
Sovrastruttura:
Lunghezza del ponte:
Trazione dell’argano:
EURO V
ponte telonato
5 m
8 to
EURO V
ponte telonato
6m
8 to
A livello di tecnica automobilistica questi autocarri fuoristrada costituiscono una sola unità logistica con gli altri autocarri del Programma d’armamento. Ciò comporta una notevole riduzione dei costi in materia d’istruzione e di manutenzione.
Alcune considerazioni sull’acquisto dei rimorchi
Per raggiungere l’auspicata polivalenza, grazie anche all’utilizzo di un numero sempre crescente di contenitori scarellabili e amovibili,
è necessario dotarsi di rimorchi supplementari, con o senza il dispositivo a slitta.
Esempio: camion 8x8 e contenitore intercambiabile su rimorchio con
dispositivo a slitta
Esempio: camion 4x4 con rimorchio e contenitori intercambiabili
Un’assegnazione capillare alla truppa dei rimorchi per contenitori intercambiabili (con o senza il dispositivo a slitta) non sarà però
possibile. Le consegne avverranno quindi secondo le necessità momentanee della truppa. La manutenzione sarà eseguita nelle infrastrutture esistenti dei centri logistici dell’esercito. I rimorchi per contenitori intercambiabili fanno parte di una famiglia di rimorchi a
due assi con ammortizzatori pneumatici. Essa comprende pure i 277 rimorchi già acquistati (e introdotti nell’esercito) nell’ambito dei
Programmi d’armamento 1999 e 2002.
La produzione dei rimorchi sarà eseguita dalla ditta Lanz+Marti SA di Sursee.
Alcune considerazioni sull’acquisto dei furgoni
Il modello del furgone selezionato è il Mercedes-Benz Sprinter. Già nel 1999 furono acquistati 850 esemplari di questo tipo di furgone,
in differenti versioni; 150 di essi sono equipaggiati per il trasporto della truppa, che è seduta su panche disposte trasversalmente
rispetto alla direzione di marcia, come nei tram dei tempi passati. Dal 2010 questo sistema di trasporto di persone non è più permesso
per ovvie ragioni di sicurezza e dovrà essere sostituito entro il 2013. Inoltre nell’esercito circolano tuttora furgoni segnati dagli anni,
come ad esempio i furgoni VW e Ford per il trasporto di materiale che hanno più di 15 anni di servizio.
L’entità della commessa è di 250 nuovi furgoni suddivisi come segue:
- 170 minibus per il trasporto di persone, e
- 80 furgoni in diverse versioni per il trasporto di materiale.
Un’assegnazione capillare alla truppa dei nuovi furgoni non sarà possibile. Pertanto essi saranno consegnati in funzione delle necessità
momentanee della truppa.
Mercedes-Benz Sprinter, versione 316D, 4x4, per il trasporto di persone
30
Equipaggiamento e armamento
Il nuovo lotto di furgoni comprende le due versioni di base seguenti:
Tipo di veicolo:
Peso totale:
Carico utile:
Norme gas di scarico
Genere di trasporto:
Combi 4x4
3.5 to
1.1 to
EURO V
materiale + 10 persone
Telaio - cabina 4x4
5.5 to
2.5 to
EURO V
materiale + 2 persone
La manutenzione dei furgoni avverrà nei centri logistici dell’esercito.
Alcune considerazione sull’acquisto delle vetture leggere per il trasporto di persone
Il PA 2010 originale prevedeva l’acquisto di vetture leggere per il trasporto di persone per un valore di CHF 33.6 milioni: un totale di
1’000 vetture in diverse versioni (Van, Combi), con diverse capienze (da 2 fino a 9 persone) e di marche e modelli diversi (Skoda, Opel,
Citroën, Peugeot). Poiché le Camere federali hanno deciso una misura di risparmio dello stesso valore, l’ordinazione è stata (probabilmente) annullata per intero. L’oggetto non sarà quindi descritto in questa sede.
Alcune considerazioni sull’acquisto di ruspe (caricatrici ruotate)
Anni fa furono acquistate 55 ruspe (caricatrici di materiale su ruote) del tipo FAUN F-1310 che hanno raggiunto il termine della durata
d’utilizzazione. Inoltre molte di esse (37 per la precisione) non hanno filtri antiparticolati e non utilizzano carburanti biodegradabili.
Per continuare a eseguire lavori di “movimento terra”, le truppe del genio e le formazioni d’aiuto in caso di catastrofe necessitano di
nuove ruspe su ruote appartenenti alle classe media, sia per quanto riguarda il peso che le prestazione. Le 40 nuove ruspe saranno
destinate all’istruzione e agli impieghi della truppa, segnatamente agli impieghi sussidiari (aiuto in caso di catastrofe) nonché a coprire
le esigenze della Base logistica dell’esercito.
Le ruspe sono macchine edili comunemente reperibili sul mercato: non saranno necessari presumibilmente adeguamenti per soddisfare
i requisiti militari. A causa dell’entrata in vigore di una legislazione più restrittiva sulle macchine edili il 1° gennaio 2011, l’industria
privata immetterà sul mercato europeo una nuova generazione di macchine per l’edilizia già dall’inizio del 2011. La valutazione e la
scelta del tipo terminerà soltanto nel corso del 2011, vale a dire dopo la prevista approvazione definitiva del PA 2010 e quindi dopo
l’autorizzazione di disporre dei crediti necessari. In tal modo potrà essere garantito che dalla metà del 2012 la truppa sarà dotata di
ruspe moderne che corrispondono allo stato della tecnica e alle prescrizioni ambientali, segnatamente per quanto concerne la protezione delle acque e le emissioni di gas di scarico.
Un’assegnazione capillare delle ruspe su ruote in tutte le formazioni non sarà possibile. Di conseguenza la consegna avverrà in funzione delle necessità momentanee della truppa.
Alcune considerazioni sull’acquisto dei carrelli elevatori (a forca)
A causa degli elevati costi di manutenzione e dell’irreperibilità di una parte dei pezzi di ricambio, 170 carrelli elevatori a forca appartenenti al lotto di 368 carrelli STEINBOCK 2 to acquistato a suo tempo hanno raggiunto, dopo oltre 40 anni, il termine della durata
di utilizzazione. Per poter coprire le esigenze attuali e quelle future nel settore del trasporto di piccole partite, la truppa e gli esercizi
logistici abbisognano di un adeguato mezzo di trasbordo con una potenza di sollevamento tra le 2 e le 3 tonnellate. Con il PA 2010 si
prevede d’acquistare complessivamente 150 carrelli elevatori a forca.
Per determinare il miglior rapporto costi / benefici saranno pertanto valutati unicamente prodotti comunemente in commercio. La
valutazione avrà luogo nel corso del 2011.
I carrelli elevatori a forca saranno destinati principalmente all’impiego da parte della truppa per il trasbordo di merci nelle retrovie.
Secondariamente essi saranno impiegati per il trasbordo di merci nei centri logistici e d’infrastruttura della Base logistica dell’esercito
e per l’istruzione dei collaboratori della Base e dei militari.
Valgono anche per i carrelli elevatori le stesse considerazioni sulle ruspe per quanto riguarda le prescrizioni anti-inquinamento e le
modalità d’acquisto.
RMSI 1.2011 | 31
Equipaggiamento e armamento
Un’assegnazione capillare dei carrelli elevatori a forca non sarà possibile. Essi saranno quindi gestiti in maniera centralizzata, presso
un pool del materiale, e consegnati alla truppa in funzione delle necessità momentanee.
3. Sistemi d’istruzione per i piloti di jet su PC-21
(JEPAS PC-21)
Il velivolo PC-21 della Pilatus Flugzeugwerke AG
Il sistema d’istruzione dei piloti di jet PC-21 (l’abbreviazione JEPAS PC-21 significa Jetpiloten-Ausbildungssystem PC-21), comprendente il velivolo d’addestramento PC-21 e il relativo sistema d’istruzione terrestre, costituisce lo strumento principale d’istruzione dei
futuri piloti d’aviogetti.
Nel 2006 sono stati acquisiti e introdotti 6 aerei PC-21, impiegati tuttora con successo dalle nostre Forze aeree. Nel 2006 si era partiti
dal presupposto che per l’istruzione da 4 a 6 aspiranti piloti jet sarebbero stati necessari i PC-21 acquistati. Dalle esperienze raccolte
durante l’istruzione della prima classe di piloti (costituita da 4 aspiranti piloti) è risultato che l’istruzione di una classe di 6 aspiranti,
pur corrispondendo nelle linee essenziali alle aspettative delle Forze aeree, avrebbe comportato gravi lacune, ad esempio nell’istruzione
al volo notturno e al combattimento aereo. Due “capitoli” importanti nell’istruzione di un pilota militare, che sarebbero dovuti essere
recuperati con gli F/A-18, ovviamente molto più onerosi sul piano economico degli PC-21. A ciò si aggiunge che negli ultimi anni è
cresciuto il numero di piloti che hanno lasciato le Forze aeree (tra i nuovi datori di lavoro figura, tra l’altro, la compagnia Swiss). Per
queste ragioni il fabbisogno futuro di nuove leve per gli F/A-18 si situerà tra 6 e 8 nuovi piloti all’anno. Sono necessari pertanto due
velivoli PC-21 supplementari, unitamente ai mezzi logistici e a quelli per l’istruzione al suolo. Questi ultimi comprendono simulatori,
un sistema per la pianificazione delle missioni, mezzi d’istruzione assistita da computer, check-list, manuali d’addestramento, manuali
specifici ai velivoli ed equipaggiamento di sopravvivenza.
32
Equipaggiamento e armamento
Entità dell’acquisto e crediti necessari
Il volume complessivo della commessa e i singoli crediti si suddividono come segue:
• 2 aerei PC-21 con i relativi adeguamenti alla flotta esistente, alle stazioni di pianificazione delle missioni e d’analisi, computer,
materiale didattico per l’istruzione: CHF
25.7
• Adeguamenti ai simulatori: CHF
0.7
• Pezzi di ricambio e materiale logistico: CHF
2.8
• Rincaro fino a consegna: CHF
1.2
• Rischi: CHF
0.6
Totale: CHF
31.0
La ditta d’aeronautica Pilatus Flugzeugwerke AG di Stans, produttrice degli PC-21, si assume la funzione d’impresa generale. Il progetto sarà gestito da un’organizzazione dipartimentale e delle Forze aeree sotto la direzione di armasuisse.
La fornitura dei JEPAS PC-21 alle Forze aeree avrà luogo nel 2013.
4. Veicoli trasporto truppa protetto (VTTP)
Nell’ambito del Programma d’armamento 2008 il Parlamento aveva approvato l’acquisto di 220 veicoli trasporto truppa protetto
(VTTP), per un ammontare di CHF 396 milioni: Il VTTP assicura alla fanteria protezione, mobilità e capacità di condotta nell’ambito
degli impieghi più probabili. Consiglio federale e Parlamento hanno deciso d’acquistare 70 VTTP supplementari per una spesa complessiva di CHF 122 milioni. Va notato che per tale veicolo il DDPS possedeva ancora opzioni d’acquisto.
La fanteria svolge un ruolo centrale nelle operazioni militari. L’ampia gamma delle opzioni operative e dei rischi a cui è esposto il singolo soldato rende necessario un veicolo con un elevato livello di protezione. Tuttora dei 20 battaglioni di fanteria, previsti dalla fase
di sviluppo dell’esercito 2008 - 2011, soltanto quattro sono equipaggiati completamente con il carro armato granatieri 93 ruotato
(Piranha).
Il veicolo trasporto truppa protetto (VTTP), DURO IIIP, 6x6
RMSI 1.2011 | 33
Equipaggiamento e armamento
A partire dal 2011 questi battaglioni disporranno di un parco veicoli misto, composto cioè dai VTTP e dai carri armati granatieri 93. Ma
non tutti i 20 battaglioni di fanteria potranno essere equipaggiati contemporaneamente con il VTTP o il carro armato granatieri 93.
Conformemente all’organizzazione del corpo della truppa e delle formazioni sono previsti 28 VTTP e 15 carri armati granatieri ruotati
93 per ogni battaglione di fanteria e 8 VTTP per ogni compagnia d’intervento rapido della fanteria.
Con complessivi 290 VTTP possono essere equipaggiati 6 battaglioni di fanteria e 2 compagnie d’intervento rapido della fanteria, può
essere coperto l’eventuale fabbisogno di SWISSINT in materia di veicoli per il trasporto di truppa e ottimizzata l’istruzione nelle scuole.
I veicoli DURO I, attualmente in servizio, saranno ancora utilizzati per il trasporto di materiale e munizioni.
Il VTTP si basa sul veicolo DURO IIIP, 6x6, della Società General Dynamics European Land Systems–MOWAG Sagl (GDELS – MOWAG).
Si tratta di un successivo sviluppo dei veicoli DURO I acquistati con i Programmi d’armamento 1993 e 1997. Il veicolo DURO IIIP, 6x6,
è un sistema modulare che comprende il veicolo vettore e una sovrastruttura intercambiabile. Il veicolo vettore è sempre identico per
tutti i tipi di veicolo e le sovrastrutture sono concepite ed equipaggiate in funzione delle esigenze dell’utente.
La postazione d’arma sul tetto del VTTP (comandata dall’interno) è identica a quella del veicolo di comando PIRANHA I, 6x6, acquistati
con il PA 2006.
Tutti i VTTP saranno preparati per il montaggio di componenti del sistema d’informazione e di condotta delle Forze terrestri (FIS FT) e
per l’installazione dell’impianto radio.
Modello: DURO IIIP
Peso totale: 14.0 to (*)
Velocità massima: 100 km/h
Norme gas di scarico: EURO V
Equipaggio: 11 persone (comandante, conducente, tiratore e 8 soldati)
(*): il peso è di 0.5 to superiore ai modelli 2008 a causa di misure protettive supplementari.
Entità d’acquisto e crediti necessari
Il volume complessivo della commessa e i singoli crediti si suddividono come segue:
• 70 veicoli trasporto truppa protetto VTTP versione di base come nel PA-2008), comprendente:
- postazione d’arma completa
- impianto di intercomunicazione di bordo
- preparazione per le interfacce radio e FIS FT
- prove d’accettazione e servizio modifiche
• Logistica (mezzi per la manutenzione, pezzi di ricambio) • Rincaro fino a fornitura • Rischio Totale: CHF
110.9 mio
CHF
3.1 mio
CHF
4.7 mio
CHF
3.3 mio
CHF 122.0 mio
Il materiale è acquistato da armasuisse. Il partner contrattuale per la parte concernente i veicoli e l’integrazione della postazione
d’arma è la GDELS – MOWAG Sagl di Kreuzlingen. Essa assume la responsabilità generale della fornitura dei veicoli e del materiale
logistico. La postazione dell’arma è la Kongsberg Defence & Aerospace AS (Norvegia). Essa fornirà pure il materiale logistico necessario
che sarà acquistato da armasuisse e consegnato alla GDELS – MOWAG per l’integrazione.
La fornitura dei VTTP alla truppa avverrà nel periodo 2013 – 2014.
I VTTP richiedono una superficie coperta. Eventuali adeguamenti e ampliamenti delle infrastrutture esistenti saranno finanziati nell’ambito del messaggio sugli immobili del DDPS (credito quadro per progetti fino a CHF 10 milioni). I costi annui di manutenzione sono
iscritti nel preventivo annuale, i quali ammontano a circa CHF 1.5 milioni per 70 VTTP supplementari.
34
Equipaggiamento e armamento
Nel caso del progetto proposto si tratta di un acquisto successivo al lotto di 220 VTTP già approvato nel 2008. A causa della situazione
di monopolio, nei contratti d’acquisto di allora per i veicoli e le postazioni d’arma era già stato convenuto il diritto di visionare il calcolo
dei prezzi. Inoltre, erano state concluse opzioni per ulteriori acquisti. Il credito d’impegno sollecitato con questo messaggio aggiuntivo
al PA 2010 comprende tutti i tributi, segnatamente l’imposta sul valore aggiunto all’aliquota dell’8 % in vigore tuttora.
Considerazioni finali
Per i progetti d’acquisto il rincaro fino alla fornitura completa del materiale è stato stimato e figura nelle domande di credito. I tassi di
rincaro si basano sull’indice nazionale dei prezzi al consumo e sull’evoluzione del rincaro delle materie prime.
Per le domande di credito ci si è fondati sui tassi di rincaro e i corsi di cambio seguenti:
(1)
(2)
- Rincaro annuo:
Svizzera
1,8 %
Germania
2.1%
USA
2.7%
Francia
2.1%
Austria
2.2%
Belgio
Norvegia
1.6%
- Corsi di cambio:
(rispetto al CHF)
€
1.60
$
1.10
NOK
1.50
2.0%
2.6%
0.18
(1): valori indicati nel messaggio alle Camere federali per il PA 2010 (primi tre progetti)
(2): valori indicati nel messaggio aggiuntivo al PA 2010 (quarto progetto)
I dati che precedono sono fissati d’intesa con il Dipartimento federale delle finanze. Se nel corso dell’acquisto i tassi di rincaro e i corsi
di cambio dovessero aumentare, occorrerebbe richiedere crediti aggiuntivi.
Conformemente alla legge federale sulle finanze della Confederazione, i crediti d’impegno richiesti nel quadro di un programma
d’armamento rappresentano un importo massimo che contiene una riserva menzionata nel messaggio e che non può essere superato
senza l’approvazione del Parlamento. La maggior parte dei progetti d’armamento termina con costi inferiori rispetto ai crediti d’impegno votati dalle Camere federali.
I costi di trasporto riguardanti le parti del materiale importato non sono compresi nel credito globale richiesto. Tale somma graverà sul
preventivo di armasuisse, rubrica finanziaria «Altre spese d’esercizio». La quota dell’imposta sul valore aggiunto relativa alle importazioni è stanziata nell’ambito dell’elaborazione del preventivo annuale. K
RMSI 1.2011 | 35
Circoli • Società d’arma • Associazioni
Chiasso 1945
Prestigioso riconoscimento
per il CUM e l’ASSU MBC
testo redattore responsabile
Domenica 16 gennaio, è stato attribuito nel corso di una cerimonia a Chiasso
il premio Lavezzari al Gruppo di lavoro
impegnato nella rievocazione dei Fatti di
Chiasso 1945 e che la scorsa primavera
ha organizzato l’evento commemorativo
degli episodi della seconda guerra mondiale.
Il Gruppo di lavoro ha deciso di destinare i proventi del premio a un fondo per
sostenere in particolar modo studenti
che svolgeranno ricerche e effettueranno lavori sul tema.
28 aprile 1945
i fatti di Chiasso
Un prestigioso riconoscimento che la Fondazione omonima ha conferito al Gruppo
composto anche da diversi soci del CUM e
dell’ASSU MBC.
Un libro per non dimenticare
A coronamento del lavoro svolto e su richiesta di numerosissime persone si è voluto pubblicare un libro. Lo stesso è la conclusione del lavoro svolto sul periodo di
due anni che ha visto il Gruppo impegnato
con passione, entusiasmo e con il cuore. K
Il libro è ottenibile al prezzo Fr. 45.- (più
spese postali) oppure direttamente presso:
Tipografia PROGETTO STAMPA,
via Simen 7a, Chiasso
[email protected]
091 960 50 60
tutte le librerie di Chiasso
Libreria Colombi Elia SA,
via Dogana 3, Bellinzona
Libreria Melisa, via Vegezzi, Lugano
Dopo il grande successo
della mostra antologica intorno ai “Fatti di Chiasso”
dello scorso aprile allo Spazio Officina,
il Comune di Chiasso ha pubblicato un volume
che raccoglie immagini, testimonianze
e approfondimenti di quel periodo.
Non un libro di storia, bensì un viaggio
attraverso un tempo di Chiasso ormai lontano,
ma mai dimenticato.
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36
Circoli • Società d’arma • Associazioni
Il CIU in groppa
foto magg stefano giedemann
RMSI 1.2011 | 37
Circoli • Società d’arma • Associazioni
95a EDIZIONE DELLA MARCIA INTERNAZIONALE
DEI QUATTRO GIORNI DI NIMEGA
La Marcia internazionale dei 4 giorni
di Nimega: una manifestazione
poliedrica! Questa marcia è considerata
dagli addetti ai lavori di tutto il
mondo la «regina delle marce» per
eccellenza. Visitare l’Olanda, fornire
prestazioni sportive fuori del comune
insieme ad amici, conoscere gente
proveniente da tutto il mondo e vivere
qualcosa di unico: tutto ciò è la
Marcia internazionale dei 4 giorni.
Partecipazione volontaria, con diritto
al soldo, senza computo dei giorni
di servizio!
Per informazioni dettagliate
rivolgersi a: Forze terrestri
SAT
4 DAAGSE
Papiermühlestrasse 14
3003 Berna oppure:
[email protected]
www.armee.ch/sat
95ste Internationale
Vierdaagse Afstandsmarsen
Nijmegen
The
Walk
of the
World
19 t/m 22 juli 2011
www.4daagse.nl
83.0011 i
01.2011
DAL 19 AL 22 LUGLIO 2011
38
Circoli • Società d’arma • Associazioni
4 Daagse,
Nijmegen 19-22 Luglio, 2011
testo sergente bruno horn
Il gruppo Nijmegen Ticino è alla ricerca di
marciatori che vogliano partecipare alla 4
giorni di marcia di Nimega, in Olanda, con
il battaglione svizzero di marcia.
Volete provare?
I requisiti sono essere membri o essere
stati membri delle forze armate svizzere,
essere di sana costituzione e di volersi
mettere alla prova in una manifestazione
internazionale nella quale portare il buon
nome delle nostre forze armate.
L’intento è di portare un gruppo completo
di 10 marciatori e di un elemento di appoggio (ciclista), nel caso non dovessimo
arrivare a questo numero possiamo avvalerci della collaborazione dei nostri amici
del Fernmeldedienst Gruppe con i quali
marciamo oramai da anni. K
Contattateci a
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Quale qualifica per l’Olanda si deve affrontare almeno una marcia di 2 giorni per
la complessiva distanza di 80 km quali la
2tagemarsh di Belp/Berna o la Klettgauer
2tagemarsch di Tiengen Waldshut.
Le date importanti sono:
21/22 Maggio, 2011
Schweizerische 2tagemarsch
Belp/Bern 2x20 o 2x40 km
5 Giugno, 2011
Prenjmegen, Malnate 30 km
18/19 Giugno, 2011
Klettgauer Marschtage,
Tiengen Waldshut 2x40 km
19/22 Luglio, 2011
4daagse Nijmegen 4x40 km
RMSI 1.2011 | 39
Circoli • Società d’arma • Associazioni
Anticipazioni nella RMSI 2/2011
L’intervista al Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica e
Cantone Ticino e Direttore del Dipartimento delle Istituzioni
L’avvocato Luigi Pedrazzini, Consigliere di Stato, Direttore del Dipartimento
delle Istituzioni dal 1999 e capitano dell’Esercito svizzero, lascerà la sua funzione al termine della legislatura 2008-2011. Del Dipartimento delle Istituzioni fa pure parte la Sezione del militare e della protezione della popolazione.
Con il Consigliere di Stato colloquieremo su “Ticino militare, passato, presente e futuro: valutazioni dell’autorità cantonale”.
Riflessioni sull’Esercito svizzero di un Consigliere Nazionale
e Presidente nazionale del partito liberale radicale
Il Consigliere nazionale e Presidente del partito liberale radicale svizzero, avvocato Fulvio Pelli analizza la situazione nell’ambito della sicurezza e il ruolo
dell’Esercito svizzero.
40
Comitati
Comitati
Società Ticinese
degli Ufficiali
Indirizzo: c.p. 439, 6802 Rivera
STU; ten col Stefano Coduri, Delegato STU
www.stu.ch
alla SSU; magg SMG Matteo Cocchi, Delegato
Presidente: col SMG Marco Netzer
STU alla SSU; ten col Silvano Petrini, Gestore
Via Prevagno 1 - 6933 Muzzano
sito internet STU; magg Stefano Giedemann,
Tel. uff 091 986 68 68 - Fax uff 091 986 68 69
Presidente Circolo Uff Bellinzona;
e-mail: [email protected]
ten col Claudio Knecht, Presidente Circolo
Segretario: Iten Simone Leonardi
6781 Bedretto
e-mail: [email protected]
Membri di Comitato: col SMG Michele
Masdonati, Vicepresidente; ten col SMG
Stefano Laffranchini, secondo Vicepresidente;
Uff Locarno; col SMG Roberto Badaracco,
Presidente Circolo Uff Lugano;
cap Daniele Pestalozzi, Presidente Circolo
Uff Mendrisiotto; col SMG Sergio Romaneschi,
Presidente Associazione ticinese
uff professionisti ; cap Nicola Ballabio,
Presidente AVIA Sez Ticino; col Riccardo Rondi,
ten col Tiziano Scolari, Capo Sezione militare e
Presidente Circolo Ippico Uff, ten col Giorgio
protezione popolazione (SMPP);
Krüsi, Presidente Società Ticinese d’artiglieria;
uff spec Giancarlo Dillena, Capo comunicazione
magg Raoul Barella, Presidente Società Ticinese
dei Genieri
Circolo Ufficiali di Lugano
Circolo Ufficiali
del Mendrisiotto
Indirizzo: c.p. 5291, 6901 Lugano
Segretario: uff spec Simone Cotti
Presidente: col SMG Roberto Badaracco
Cassiere: ten col Luca Gilardi
Corso Elvezia 8, cp 5244, 6901 Lugano,
Membri di Comitato: col Franco Valli redattore
tel. 091 921 11 22, fax 091 921 11 10
responsabile RMSI, Iten Jeanpierre Mini,
[email protected]
Iten Federico Chiesa, magg SMG Andrea
Vicepresidente: ten col Heidi Kornek
Gianola, uff spec Omar Terzi
Indirizzo: c.p. 2656, 6830 Chiasso
Vicepresidente: col Mirko Tantardini
[email protected]
Cassiere: cap Fabio Canevascini
http://www.cum-ti.ch
http://www.trofeosanmartino.ch
Presidente: cap Daniele Pestalozzi
via al Loi 10, 6852 Genestrerio
tel. 091 647 35 03
e-mail: [email protected]
Circolo Ufficiali
di Bellinzona
Webmaster: Iten Andrea Chiesa
Membri di Comitato: col Rino Fasol,
magg Ercole Levi, Iten Ivan Inauen,
cap Alberto Cassina, cap Jonathan Binaghi,
ten Nicola Pestalozzi
Indirizzo: c.p. 224, 6517 Arbedo
Cassiere: cap Luca Guarino
e-mail: [email protected]
Via San Gottardo 221, 6648 Minusio
Presidente: magg Stefano Giedemann
Membri di comitato: ten col Paolo Germann,
Salita Ciani 4, 6616 Losone
magg Michele Boggia, Iten Nicola Rauch,
Tel. uff 091 803 71 37
Iten Manlio Rossi-Pedruzzi, ten Davide Morisoli
e-mail: [email protected]
Vicepresidente: ten col SMG Stefano Brunetti
Segretario: Iten Igor Canepa
RMSI 1.2011 | 41
Comitati
Circolo Ufficiali
di Locarno
Indirizzo: c.p. 622, 6612 Ascona
Segretario: magg Luigi Bazzi
e-mail: [email protected]
Cassiere: Iten Tiziano Märki
Presidente: ten col Claudio Knecht
Membri di Comitato: magg Marco Lucchini,
Vicolo dei Tigli 3, 6616 Losone
tel. uff. 091 786 15 12
Iten Giovanni Giudici, magg Gian Pietro Losa
fax uff. 091 793 25 10
Vicepresidente: cap Giancarlo Vacchini
Circolo Ippico
degli Ufficiali
Indirizzo: c/o ten col Claudio Knecht
Segretario: ten col Claudio Knecht,
Vicolo dei Tigli 3, 6616 Losone
Cdt corsi equitazione: Col Riccardo Rondi
Presidente: col Riccardo Rondi
Economo: Sgt Sandro Scossa
Piazza Grande 12, 6600 Locarno
tel. 091 751 90 77
Viceresidente: Col Damiano Castelli
Società Ticinese
d’Artiglieria
Responsabile ballo: Cap Marco Canonico
Documentarista: magg Stefano Giedemann
Indirizzo: I ten Roberto Sciaroni
Cassiere: I ten Stefano Farei Campagna
Via del Sole 6, 6600 Muralto
Membri di Comitato: ten col Daniele Stocker,
[email protected]
cap Carlo Azzi, cap Alan Barlocchi,
Presidente: ten col Giorgio Krüsi
cap Francesco Galli, cap Walter Landolt,
tel. uff. 091 821 99 30
Iten Simone Gianini
Segretario: I ten Roberto Sciaroni
Società Ufficiali AVIA
Svizzera Italiana
Indirizzo: c.p. 1, 6949 Comano
Segretario: cap Patrick Rossetti
Presidente: cap Nicola Ballabio
Responsabile Web: cap Massimo Lafranchi
Via dei Somazzi 16, 6932 Breganzona,
Membri di Comitato: ten col Carlo Franchini,
e-mail: [email protected]
magg Silvano Petrini
[email protected]
Vicepresidente: cap Edgardo Rezzonico
Società Ticinese
dei Genieri
Associazione Ticinese
Ufficiali Professionisti
(ATUP)
42
Indirizzo: casella postale 1201 - 6512 Giubiasco
Verbalista: Iten Gianluca Berti
[email protected] - http://www.genieri.ch
Responsabile Web: Iten Andrea Chiesa
Presidente: magg Raoul Barella
Membri di Comitato: cap Lorenzo Bassi,
via Robiana, 6863 Besazio
cap Ivano Caldelari, magg Roberto Jopiti,
Segretario/ cassiere: Iten Ignazio Odermatt
Iten Alessandro Achermann, cap Ryan Pedevilla
Indirizzo: ccp 65-99738-3, 6929 Gravesano
Cassiere: ten col SMG Nicola Guerini
Presidente: col SMG Sergio Romaneschi,
Membri di Comitato: col Beat Am Rhyn
Via Istituto Rusca 13, 6929 Gravesano.
(Vicepresidente), col SMG Luigi Frasa,
tel. 091 605 16 89, cell. 079 211 69 82,
col SMG Athos Solcà, ten col SMG Renato
e-mail: [email protected]
Bacciarini, magg Nicola Reimann,
Segretario: magg Alessandro Goldhorn
magg Matthias Fiala
Comitati
ASSU Bellinzona
Presidente: sgt Achille Sargenti
Resp. cartoteca: sgt Moreno Caccia
e-mail: [email protected]
Membri di Comitato: aiut suff Tiziano Sassi,
[email protected]
sgt Roberto Geiler
tel 078 675 15 42
Vicepresidente: sgt Claudio Ostini
Segretario: sgtm Aldo Rusconi
Presidente comitato tecnico: magg Paolo Baiardi
Membro: Iten Nicola Rauch
Resp mat e alfiere: sgt Fiorenzo Bettosini
Cassiere: cpl Christian Schweizerr
ASSU Mendrisiotto
e Basso Ceresio
www.assumbc.ch
Cassiere: sgt Mike Stadler
Presidente: app Moreno Brenta
Direttore tecnico: aiut suff Paolo Crameri
Viale Breggia 17, 6834 Morbio Inferiore
e-mail: [email protected]
e-mail: [email protected]
Membri di Comitato: col Mirko Tantardini,
Vicepresidente: sgt Bruno Horn
sgt Ulrich Sutter, cpl Dario Cereghetti,
Segretariato: sgt Bruno Crameri
sdt Marzio Canova
e-mail: [email protected]
ASSU Lugano
Presidente: aiut suff Floriano Lorenzetti
Segretaria/cassiera: sdt Noemi Bobbi
Vicepresidente: sgt Werner Walser
Membri di Comitato: Iten Stefano Rossi,
Alfiere: sgt Carlo Crivelli
sgt Enrico Notari, sgt Angelo De Stefani,
sdt Luca Conti
ASSU Locarno
www.assu.ch
Direttore tecnico: sgt Urs Roth
Presidente: sgt Giordano Raveane
Responsabile web: fur Cosimo Lupi
Casella postale 630, 6600 Locarno
Vicepresidente: sgt Giorgio Rezzonico
Consegna dei contributi alla RMSI 2011 e data di pubblicazione
Termine
Pubblicazione
RMSI 2/2011
19 marzo 2011
fine aprile 2011
RMSI 3/2011
14 maggio 2011 fine giugno 2011
RMSI 4/2011
16 luglio 2011
fine agosto 2011
RMSI 5/2011
17 settembre 2011
fine ottobre 2011
RMSI 6/2011
5 novembre 2011
metà dicembre 2011
RMSI 1.2011 | 43
Agenda - Attività
L’agenda è incompleta, per informazioni rivolgersi ai propri circoli, società e associazioni
* dettagli da definire
44
17 marzo
AGO CIU, *
03 settembre
Tiro AVIA, *
18 marzo
AGO CUdL, *
10 settembre
Tiro CUdL, *
25 marzo
AGO CUB, *
16-18 settembre
Trekking al Sand, Berna, CIU
16 aprile
AGO ATUP, *
23 settembre
Gita alla Pilatus, Buochs, AVIA
28 aprile
AGO CU Locarno, *
01 ottobre
CO notturna, CUdL
maggio – giugno
corso CIU I/2011, la Monda Contone, CIU
01 ottobre
Brunch AVIA *
06-07 maggio
Military Cross, Bellinzona, CUB
12 ottobre
Gita all’Axalp, AVIA
21 maggio
AGO STU, CST Tenero, CU Locarno
15 ottobre
Paintball CUdL *
28 maggio
Gita CUdL *
19 novembre
Tiro ATUP *
17 giugno
Cena CUDL, *
25 novembre
Aperitivo CUB *
26 giugno
75 anni AVIA, *
26 novembre
Gala STU/CIU *
01 luglio
Cena CU Locarno, *
01 dicembre
Aperitivo CU Locarno *
01 agosto
Cerimonia 1. Agosto Lugano, CUdL
02 dicembre
Aperitivo CUdL *
Chiusura redazionale del numero 2/2011
19 marzo 2011
Pubblicazione del numero 2/2011
fine aprile 2011
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