Con gli Stati gEnErali, il SiStEma SoCio-Sanitario
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Con gli Stati gEnErali, il SiStEma SoCio-Sanitario
Anno III, n. 7, Aprile/Giugno 2009 Edizione Brescia INIZIATIVE Con gli Stati generali, il sistema socio-sanitario lombardo dialoga con il territorio EMERGENZA Regione Lombardia si mobilita per l’Abruzzo INFORMAZIONE Infezioni infantili: tutte le informazioni in un opuscolo ASSISTENZA Cure palliative: estesa a tutta la Lombardia l’ospedalizzazione domiciliare PREVENZIONE Solo il bello del caldo Con gli Stati generali, il sistema socio-sanitario lombardo dialoga con il territorio Notizie dalla tua asl Prevenzione e vigilanza nei cantieri edili Indagine sull’uso di alcol e tabacco nelle scuole Aggressioni da cani: è emergenza? 7 n° In questo numero EDITORIALE p 3 DA REGIONE LOMBARDiA 4,5 milioni IN PIÙ PER LA PREVENZIONE INIZIATIVEp 4-5 CON GLI STATI GENERALI, IL SISTEMA SOCIO-SANITARIO LOMBARDO DIALOGA CON IL TERRITORIO Un ciclo di incontri con gli Assessori EMERGENZA p REGIONE LOMBARDIA SI MOBILITA PER L’ABRUZZO 6 Dal TERRITORIOp Notizie dalla tua ASL 7-10 Attivata l’Unità Speciale Grandi Emergenze (USGE) PREVENZIONE p 11 INFEZIONI INFANTILI: TUTTE LE INFORMAZIONI IN UN OPUSCOLO Tutte le precauzioni in un prontuario ASSISTENZA p CURE PALLIATIVE: ESTESA A TUTTA LA LOMBARDIA L’OSPEDALIZZAZIONE DOMICILIARE 12-13 Migliore qualità della vita per i pazienti inguaribili PREVENZIONE SOLO IL BELLO DEL CALDO p 14-15 Anno III, n. 7, Aprile/Giugno 2009 Le regole d’oro per affrontare i mesi estivi INIZIATIVE Con gli Stati generali, il sistema socio-sanitario lombardo dialoga con il territorio EMERGENZA Regione Lombardia si mobilita per l’Abruzzo INFORMAZIONE Infezioni infantili: tutte le infornazioni in un opuscolo ASSISTENZA Cure palliative: estesa a tutta la Lombardia l’ospedalizzazione domiciliare PREVENZIONE Solo il bello del caldo Con gli Stati generali, il sistema socio-sanitario lombardo dialoga con il territorio Notizie dalla tua asl 7 n° Registrata al Tribunale di Milano in data 07.05.2007 al numero 292 Chiuso in redazione: 30 aprile 2009 Direttore responsabile: Daniela Martelli Redazione: Franco Binaghi, Maurizia Domenichini, Antonio Fanuzzi, Manuela Filardo, Elena Frasio, Alessandro Gatta, Enzo Mascolo, Enrico Parola, Alberto Rovaris, Marcella Ubezio Progetto grafico: MultiMedia srl Stampa: Lucky Group Tiratura: 440.000 Contatti: [email protected] www.sanita.regione.lombardia.it Anno III, n. 7, Aprile/Giugno 2009 Dalla Regione 4,5 milioni di euro in più per la prevenzione C’è la crisi, si taglia ovunque. È possibile farlo anche nella Sanità? Teoricamente sì, ma certo il discorso si complica se il contenimento dei costi non deve andare a detrimento del livello qualitativo dell’assistenza. Perché, riprendendo un adagio popolare, la salute non ha prezzo, ma ha costi ben precisi. È noto come, soprattutto da alcuni anni, l’attività del sistema sanitario sia programmata sulla base del budget stanziato, delle risorse disponibili; ed è evidente come, soprattutto adesso, sia complicato non solo riuscire ad aumentare, ma anche semplicemente riuscire a non diminuire il budget disponibile. Ebbene, in questo quadro Regione Lombardia ha compiuto un’azione importante: con la delibera VIII/9173, dello scorso 30 marzo, ha introdotto significative innovazioni per la erogazione di alcune prestazioni sanitarie riguardanti la diagnosi precoce di patologie oncologiche, che saranno d’ora in poi retribuite “extrabudget” dalla Regione agli erogatori di tali servizi (ambulatori, aziende ospedaliere, case di cura, ecc.). Mentre la maggior parte delle prestazioni sanitarie erogate per la Regione Lombardia sono regolate da appositi contratti stipulati tra le ASL e gli erogatori, le prestazioni extrabudget sono, come dice la parola stessa, compensate a prescindere dai massimali stabiliti con tali contratti, e quindi, come accade per le prestazioni urgenti, non avendo limiti prefissati non necessitano di alcuna programmazione. Questa innovazione si traduce immediatamente in una drastica riduzione dei tempi di attesa per i cittadini, con l’esito inoltre di un migliore e più approfondito monitoraggio di patologie, che se non curate a tempo, producono gravi conseguenze sulla salute del paziente. È ovvio che tale novità ha come riflesso immediato dei costi aggiuntivi, anche se nel lungo periodo contribuisce sicuramente ad una riduzione dei costi complessivi, grazie al miglioramento della prevenzione che permette percorsi di cura che colgono la patologia nelle fasi iniziali dove le cure sono più semplici ed efficaci. Lo sforzo, anche economico, è notevole: si prevede un aumento della spesa riguardo a queste prestazioni di circa il 10%, pari a 4,5 milioni di euro. L’obiettivo della Regione è come detto quello di aiutare in misura ancor più efficace i cittadini nella prevenzione: dal 2005 sono extrabudget le prestazioni di grande urgenza (infarto, ictus, politrauma) e di dialisi, dal 30 marzo lo sono diventate anche la mammografia mono e bilaterale, l’ecografia mammaria mono e bilaterale e la colonscopia, essenziali per la diagnosi precoce di patologie oncologiche frequenti quali il tumore al seno e al colon retto. E accanto ad esse, sempre nell’ottica di una più ampia ed efficace campagna preventiva, gli screening di 1° livello (FOBT, ricerca del sangue occulto nelle feci, Pap test) e di 2° livello (colposcopia). Un’azione che costerà cara, ma la salute non ha prezzo; e questa iniziativa aiuterà molti cittadini a conservare meglio la propria salute. 3 iniziative Con gli Stati generali, il sistema socio-sanitario lombardo dialoga con il territorio Anche il mondo della Sanità ha i suoi Stati Generali. Sono ben diversi da quelli proclamati nel 1789 da Luigi XVI a Versailles, quando si riunirono clero, nobiltà e terzo stato per far fronte alla crisi politica, economica e sociale che stava squassando fin nelle fondamenta il regno di Francia. Ma il nome e il riferimento non sono affatto casuali. Gli “Stati generali territoriali del Sistema socio-sanitario” sono nati in Lombardia per il desiderio e la necessità che tutte le realtà impegnate negli ambiti sanitario e sociale potessero incontrarsi e così condividere esperienze, confrontarsi e giudicare la multiforme, complessa e talvolta problematica realtà lombarda. Per questo l’assessore alla Sanità e l’assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale, ripetendo la felice esperienza del 2004, hanno deciso di incontrare, assieme ad altri vertici regionali, i responsabili e gli operatori 4 socio-sanitari di tutte le ASL lombarde. Chi ama la storia e i suoi aneddoti forse ricorderà che il protocollo degli Stati Generali prescriveva che il re incontrasse prima il clero e in seguito i nobili nella sua stanza da lavoro (obbedendo a una precisa simbologia, ai primi venivano aperte entrambe le ante della porta, mentre ai nobili una, l’altra rimaneva chiusa), mentre il terzo stato veniva ricevuto nella regale stanza da letto. Questa volta invece sono state programmate visite in loco in tutte le quindici ASL lombarde: a determinare la forma e la realizzazione di questo progetto, al di là ovviamente del passaggio dalla monarchia a un ordine democratico, è stata la consapevolezza che se oggi il modello lombardo è un riferimento non solo per l’Italia ma per l’intera Europa, e le sue eccellenze vengono citate e studiate anche oltreoceano, il merito, cioè le radici, le fondamenta, vanno ricercate sul territorio: parlare di qualità e di eccellenze del sistema socio-sanitario lombardo vuol dire parlare del lavoro che svolgono le varie realtà locali. Perciò questi incontri, intensi workshop in cui i rappresentanti regionali illustrano le iniziative realizzate o progettate e raccolgono le esperienze e le proposte di chi opera nei vari contesti territoriali. Un viaggio in tutta la Lombardia che è iniziato lo scorso 13 marzo con la visita agli operatori della ASL di Sondrio e che è già arrivato a un quinto del suo percorso, avendo toccato anche le ASL di Varese (26 marzo) e di Lecco (3 aprile). In questi primi tre incontri i due assessori hanno ribadito come ad ispirare l’iniziativa sia stata la consapevolezza di quanto una reale e concreta condivisione di obiettivi ed esperienze sia necessaria per un sistema socio-sanitario che ambisca a raggiungere o confermare il suo livello di efficacia ed efficienza. In quest’ottica sussidiaria, perché que- sti incontri siano realmente uno specchio fedele ed esaustivo dell’attuale realtà socio-sanitaria lombarda e quindi possano davvero fornire informazioni e suggerire indicazioni, sono stati convocati tutti i soggetti coinvolti in questo specifico ambito: Province, Comuni, ASL, Aziende Ospedaliere, strutture socio-sanitarie, gli operatori sanitari e i rappresentanti delle autonomie funzionali e sociali, oltre ai Consiglieri regionali del territorio di riferimento. Un confronto lungo un anno, un lungo lavoro che è frutto di tanti lavori avviati e sviluppati da lungo tempo; il tutto con un preciso obiettivo di fondo: migliorare ulteriormente la qualità del sistema assistenziale lombardo. L’eccellenza e la qualità sono sfide quotidiane dove nulla può essere dato per scontato o per acquisito definitivamente. il calendario degli appuntamenti degli “Stati generali territoriali del sistema socio-sanitario” 13 marzo 2009 ASL di Sondrio 03 luglio 2009 ASL di Mantova 16 ottobre 2009 ASL di Como 20 novembre 2009 ASL di Milano 2 26 marzo 2009 ASL di Varese 18 settembre 2009 ASL di Cremona 23 ottobre 2009 ASL di Lodi 27 novembre 2009 ASL di Milano 1 03 aprile 2009 ASL di Lecco 25 settembre 2009 ASL di Bergamo 30 ottobre 2009 ASL di Brescia 26 giugno 2009 ASL di Valle Camonica Sebino 02 ottobre 2009 ASL di Pavia 13 novembre 2009 ASL di Monza e Brianza 11 dicembre 2009 ASL di Milano 5 emergenza Regione Lombardia si mobilita per l’Abruzzo Il recente terremoto verificatosi in Abruzzo e la grave situazione che ha provocato, sia per l’elevato numero di vittime e feriti che per i gravi danni provocati agli edifici, ha determinato l’intervento della catena dei soccorsi nazionali, coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile. In questo contesto è stata attivata la Colonna Mobile Regionale che vede, tra le varie componenti tecniche, anche un’importante partecipazione della Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia con l’Unità Speciale Grandi Emergenze (USGE) deputata agli interventi in situazioni di maxiemergenza. L’USGE costituisce il nucleo della componente sanitaria della Colonna Mobile Regionale che, con il coordinamento della Direzione Generale Protezione Civile, rappresenta la struttura di intervento rapido che Regione Lombardia mette a diposizione per attività di soccorso in ambito nazionale e internazionale. Accanto all’USGE è stata attivata, con la collaborazione dell’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza, anche la struttura di primo livello, costituita da una postazione sanitaria singola in grado di stabilizzare in una prima fase i pazienti e successivamente di avviarli negli ospedali o all’USGE. L’Unità Speciale Grandi Emergenze, interamente finanziata dalla Direzione 6 Generale Sanità, è stata affidata, sia per l’acquisizione che per la gestione, all’Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda di Milano che ne cura manutenzione e organizzazione logistica e sanitaria, con la supervisione della Regione. All’interno delle strutture di pronto intervento hanno prestato la loro opera medici e infermieri, coordinati dalla Direzione Generale Sanità, dipendenti del Servizio Sanitario Regionale presso molte aziende del territorio lombardo. La struttura dell’USGE è quella tipica di un ospedale da campo con la possibilità di ulteriori funzionalità qualiquantitative che rendono la struttura paragonabile a un presidio sanitario territoriale con caratteristiche di Pronto Soccorso e Terapia Intensiva. Strutturalmente l’Unità è composta da una serie di tende con impiego sanitario e logistico, dall’annesso sistema impiantistico e di supporto e dal materiale sanitario (farmaci, presidi e strumenti). Le caratteristiche salienti dell’USGE riguardano la possibilità di ricoverare contemporaneamente 30 pazienti, suddivisi in 14 codici verdi, 10 codici gialli e 6 codici rossi. Le procedure diagnostiche utilizzabili comprendono l’elettrocardiogramma a 12 derivazioni, con possibilità di trasmissione a distanza del tracciato per una eventuale consulenza cardiologica, l’esecuzione delle indagini ecografiche E-FAST, o più accurate, con operatori esperti, l’esecuzione “on site” delle indagini di laboratorio standard dell’urgenza, il monitoraggio standard del paziente molto grave. Durante le varie fasi dei soccorsi sono stati trattati oltre mille pazienti con patologie talvolta estremamente critiche (infarto, ictus, crisi asfittiche, shock) o con necessità di tipo socio-assistenziale; in particolare è stata dedicata, da parte del personale dell’USGE, una specifica attenzione alla gestione delle fasi iniziali delle situazioni conseguenti a stress post traumatico (disturbi acuti da ansia) nei bambini e negli anziani. Il successivo intervento delle équipe composte da psicologi ha consentito di attivare rapidamente le misure necessarie per il trattamento di questa patologia. Giancarlo Fontana Prevenzione e vigilanza nei Cantieri edili: un nuovo progetto a tutela della sicurezza dei lavoratori Promozione della salute e attività di prevenzione integrate con il ruolo di vigilanza e controllo: così l’ASL di Brescia intende dare maggiore impulso al proprio ruolo nella tutela della sicurezza dei lavoratori. Per combattere in modo efficace il grave problema degli infortuni sul lavoro è oggi più che mai necessario che tutti gli attori coinvolti operino un deciso cambiamento di mentalità, puntando sull’allargamento di una cultura che faccia della sicurezza l’obiettivo prioritario. In uno dei settori più critici, quello dell’edilizia, l’intensa attività di vigilanza e prevenzione svolta dall’ASL di Brescia è stata caratterizzata, negli ultimi anni, da alcune importanti iniziative di significativo impatto, quali la formazione alle principali figure che si occupano di sicurezza (datori di lavoro, capicantiere, coordinatori della sicurezza ecc.) e attività di vigilanza mirata, con particolare riferimento ai grandi cantieri (realizzazione del Metrobus cittadino e allargamento della Tangenziale Sud). Queste attività, e in particolare l’attività di vigilanza (con oltre 1.100 sopralluoghi nei cantieri lo scorso anno) sono state sempre svolte in sinergia con gli altri enti preposti al controllo delle attività lavorative e pertanto la Dir. Prov. del Lavoro, l’INAIL e l’INPS. Con gli stessi Enti si è valutata l’esigenza di attivare un sistema di comunicazione diretta che possa permettere un’immediata informazione rispetto a gravi anomalie tecnico-impiantistiche, assicurative o previdenziali, riscontrate durante l’attività di vigilanza nei cantieri. La necessità è quella di far pervenire immediatamente, all’organo ispettivo competente, un chiaro riscontro (anche fotografico), che attivi una immediata ed efficace azione di controllo. L’obiettivo è stato pertanto la creazione di un software dedicato, che permettesse da un lato all’ASL di informare direttamente INAIL, INPS e DPL di situazioni anomale riscontrate in cantiere, ad esempio la presenza di lavoratori irregolari o la mancanza di documentazione relativa al nome e alla provenienza dei lavoratori, e dall’altro di sollecitare un immediato intervento a fronte di evidenti situazioni di pericolo (es. lavoro in quota senza protezioni, utilizzo improprio di macchinari di movimentazione e sollevamento, ecc.). In sintesi garantire pertanto una efficiente gestione delle visite ispettive e l’ottimizzazione dei tempi di segnalazione tra i vari enti. L’Amministrazione Provinciale di Brescia, attraverso il Settore Informatico dell’Area Innovazione e Territorio, ha fornito l’applicativo necessario a realizzare il progetto che si è poi ulteriormente evoluto con l’introduzione di una base dati condivisa per raccogliere le segnalazioni di aperture di cantieri, la georeferenziazione, la localizzazione, la navigazione e la raccolta dati mediante uno strumento palmare come principale mezzo tecnologico di supporto sul campo. Negli ultimi anni sul territorio dell’ASL di Brescia sono diminuiti gli infortuni gravi in edilizia (265 nel 2006, 235 nel 2007, 207 nel 2008) e in particolare nel 2008 non sono stati registrati infortuni mortali in questo settore. Certamente questo risultato può essere correlato a una riduzione della attività nel settore, ma il nostro auspicio è che sia riferibile anche a una maggiore presenza sul territorio delle attività di vigilanza, oltre che alla diffusione della cultura della prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro che rappresenta una delle azioni più efficaci per ridurre il fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali. Carmelo Scarcella Direttore Generale ASL di Brescia p.7 Presentata dall’ASL un’indagine sull’uso di alcol e di tabacco nelle scuole secondarie di Brescia Il consumo di alcol e l’abitudine al fumo rappresentano, nella nostra società, due tra le più comuni e nocive abitudini di vita. In Italia il fumo attivo è la principale causa di mortalità e morbosità ed è legato all’insorgere di patologie all’apparato respiratorio e al sistema cardiovascolare. L’alcol ha un ruolo invece nella genesi di molte malattie del fegato e di tumori maligni dell’apparato digerente, oltre a essere spesso origine di incidenti stradali, sul lavoro e domestici, nonché di un numero considerevole di morti per cause violente. Molte persone acquisiscono tali abitudini durante l’adolescenza e, in alcuni casi, le mantengono per tutta la vita, poiché smettere è spesso difficile, trattandosi di vere e proprie dipendenze fisiche e psichiche. La prevenzione è la principale modalità per contrastarne la diffusione, purché attuata quanto più precocemente possibile. Per fornire un quadro attuale degli aspetti della realtà giovanile bresciana sui consumi, conoscenze e atteggiamenti nei confronti dell’alcol e del fumo di tabacco, è stata svolta, a cura dell’ASL, nei mesi di aprile e maggio 2008, un’indagine campionaria tra gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Brescia. La popolazione era costituita dagli studenti delle prime e delle quinte classi delle scuole secondarie scelte fra tutti gli istituti scolastici pubblici e privati parificati della città, grazie alla collaborazione dell’Ufficio Scolastico Provinciale. p.8 Sono stati così campionati, con campionamento casuale semplice, 949 studenti appartenenti a 38 classi prime e 721 frequentanti 36 classi quinte, per un totale di 1.670 studenti. Per la raccolta delle informazioni è stato utilizzato un questionario anonimo compilato alla presenza di un insegnante e di un assistente sanitario dell’ASL. Il questionario si compone di varie sezioni, con domande generali sull’intervistato (età, residenza, persone che coabitano, condizioni lavorative e livello di istruzione dei genitori, rendimento scolastico) e domande specifiche sui consumi di bevande alcoliche e sulle abitudine fumatorie degli studenti, dei familiari e degli amici, oltre a domande su conoscenze e atteggiamenti degli studenti concernenti i danni alla salute provocati da alcol e fumo. In sintesi l’indagine mostra come una quota rilevante di studenti delle prime, e soprattutto delle quinte classi, consumi abitualmente bevande alcoliche, ha provato uno o più episodi di ebbrezza alcolica nell’arco di un mese e si è messo alla guida di una moto o autoveicolo dopo aver bevuto quantità eccessive di alcolici. I giovani sembrano sottostimare gli effetti acuti e cronici dell’alcol pur dicendosi genericamente consapevoli della pericolosità dell’alcol per la salute. Per quanto riguarda il fumo di sigaretta, uno studente su tre nelle prime classi e il 40% di quelli delle quinte fuma regolarmente, tutti i giorni o qualche volta alla settimana. Circa la metà dei ragazzi di quinta ha provato a fumare la prima sigaretta entro i 13 anni di età. Mentre i ragazzi dichiarano di consumare alcolici in percentuale maggiore rispetto alle ragazze, queste ultime fumano in proporzione maggiore dei coetanei maschi, sia nelle prime che nelle quinte. Le abitudini di vita dei familiari, ma ancora di più quelle dei coetanei, sono fortemente associate ai comportamenti dei giovani: pochi studenti bevono alcolici o fumano sigarette se i loro amici e partner non bevono e non fumano. Considerando gli stili di consumo di alcolici nella popolazione giovanile emerge, e la ricerca lo conferma, che negli ultimi anni l’utilizzo di alcol è presente in età assai precoce: non infrequenti sono gli episodi di intossicazione acuta concentrati in singole occasioni e sono rilevanti i danni conseguenti. AGGRESSIONI DA CANI: È EMERGENZA? Nuove disposizioni per i cani “pericolosi” … e per i loro padroni La convivenza uomo-animale nella nostra società, particolarmente in ambiente urbano, ha assunto una notevole rilevanza, sia per i risvolti sociali ed economici, che per quelli igienico-sanitari. In una indagine effettuata in una grande città italiana si è rilevata l’incidenza percentuale dei diversi problemi comportamentali lamentati dai proprietari di cani, e al primo posto è risultata essere l’aggressività (33,33%), seguita da indisciplina (17,65%), disubbidienza (14,38%), disturbi comportamentali minori quali “ansia da separazione”, distruttività, ecc. I media riportano sempre più frequentemente notizie di aggressioni a persone, spesso donne e bambini, da parte di cani. Recentemente la cronaca ha riferito un terribile caso di aggressione mortale da parte di un branco di cani ai danni di un bimbo e di aggressioni molto gravi a una donna. In seguito a pericolosi episodi di aggressività da cani ai danni di persone, nel 2003 venne pubblicata la prima ordinanza urgente per la tutela dell’incolumità pubblica dal rischio di cani potenzialmente pericolosi. Negli anni seguenti sono state emesse successive ordinanze che hanno visto variare soprattutto l’elenco delle “razze pericolose”, fino all’ultima del 3 marzo scorso, la cosiddetta ordinanza... novità rispetto a quelle precedenti tra cui: 1.l’abolizione dell’elenco delle cosiddette “razze pericolose” in quanto non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane in base alla razza o a un suo incrocio (ricordiamo che l’aggressività verso le persone deriva molto spesso da una non corretta educazione e gestione dell’animale, che ne condiziona l’apprendimento e ne influenza il tipo di interazione); 2.l’introduzione della responsabilità civile e penale dei proprietari per danni o lesioni che il cane arreca a persone animali o cose; 3.l’obbligo di utilizzo di museruola e guinzaglio di lunghezza non superiore a m. 1,5 per i cani condotti nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico; 4.l’istituzione di percorsi formativi per i proprietari di cani volti alla formazione e all’acquisizione di adeguate cognizioni sulla corretta detenzione di un cane e ai fini della prevenzione di danni o lesioni agli altri. LA SITUAZIONE NELL’ASL DI BRESCIA Storicamente la lotta al randagismo è nata per la prevenzione dei casi di morsicatura e conseguentemente della pro- pagazione dell’infezione della rabbia. Le norme vigenti prevedono che i cani catturati, perché vaganti, debbano essere ricoverati presso i canili sanitari e che i cani morsicatori debbano essere tenuti in osservazione 10 giorni da parte del veterinario dell’ASL, al fine di escludere che l’animale in questione sia affetto da rabbia e che possa averla trasmessa ad un altro animale o all’uomo. Al giorno d’oggi infatti non esiste una metodica di laboratorio per la diagnosi in vita. Solo l’osservazione clinica nei dieci giorni successivi all’evento della morsicatura consente di escludere che sia affetto da rabbia. Nel corso del 2008, nella sola ASL di Brescia, in seguito alle segnalazioni di avvenute morsicature pervenute dal Pronto Soccorso degli Ospedali sono stati sottoposti a osservazione 637 cani; fortunatamente la stragrande maggioranza delle morsicature non ha fatto registrare gravi lesioni per le vittime, che sono state dimesse con prognosi inferiore ai 20 giorni. Nella tabella sono riportati i dati riferiti agli ultimi due anni relativi ai cani in ingresso al canile sanitario dell’ASL, ai cani restituiti al proprietario perché regolarmente identificati, ai cani affidati e infine ai cani sottoposti a osservazione poiché morsicatori. p.9 CRS, ritira presso l’ASL il modulo per il consenso informato Molti cittadini lombardi hanno ormai familiarizzato con la Carta Regionale dei Servizi (CRS), ma è utile ricordare che per usufruire a pieno di tutte le sue funzionalità per i servizi on line è necessario: - richiedere il codice PIN; - esprimere il consenso al trattamento dei dati personali effettuato con il Fascicolo Sanitario Elettronico. Il PIN è il codice segreto associato alla Carta, che consente di autenticarsi on line, accedendo ai servizi direttamente dal proprio PC, con un semplice lettore di smart card. Per richiedere il PIN A cura di: Servizio Comunicazione ASL di Brescia Redazione e testi: Lia Giovanelli, Fiorella Albini Foto EDEN p.10 è necessario recarsi con la propria CRS e un documento d’identità in ASL, uffici di Scelta e Revoca, dove verrà rilasciato immediatamente, oppure rivolgersi agli Uffici Postali e compilare l’apposito modulo. L’altra operazione importante da compiere è quella relativa al consenso informato: in questi giorni è in distribuzione presso le ASL lombarde un modulo che permette ad ogni cittadino di esprimere il consenso al trattamento dei dati personali che saranno inseriti nel Fascicolo Sanitario Elettronico. Ogni cittadino può compilarlo e accedere a uno dei servizi più innovativi previsti dall’utilizzo della CRS. Il Fascicolo Sanitario Elettronico è infatti una cartella sanitaria virtuale che raccoglie e rende disponibili tutte le informazioni e i documenti clinici relativi all’assistito (prescrizioni di visite s p e c i a l i s t iche, di esami diagnostici e di farmaci, referti di visite specialistiche ed esami, verbali di pronto soccorso, lettere di dimissioni, dati relativi alle cure in corso e altri dati utili in condizioni di emergenza). Il Fascicolo Sanitario Elettronico viene creato solo dopo che il cittadino ha espresso il Consenso al trattamento dei dati personali ed è consultabile on line dai medici e dagli specialisti coinvolti nei processi di diagnosi e cura e dal cittadino stesso, da casa dal proprio computer. Il consenso permette: - al cittadino, di visualizzare i dettagli relativi ai propri eventi sanitari (prescrizioni, ricoveri, visite specialistiche, eventi di Pronto Soccorso, ecc.); - al medico curante, agli specialisti che seguono il paziente, di accedere e consultare, quando necessario e nei casi di emergenza, la storia clinica del paziente aggiornata all’ultimo evento sanitario, visualizzando in tempo reale sul proprio computer referti di visite specialistiche ed esami, verbali di pronto soccorso, lettere di dimissioni. La tutela della privacy è garantita come attestato nell’informativa allegata al modulo relativa al “Trattamento dei dati personali effettuato con il Fascicolo Sanitario Elettronico”. Ogni cittadino può esprimere il consenso compilando e firmando il modulo e consegnandolo agli sportelli della ASL, delle Aziende Ospedaliere, in Farmacia o negli Uffici Postali. Di fianco i principali indirizzi presso cui ritirare e riconsegnare il modulo. Tiratura per l’ ASL: 50.000 copie Contatti: [email protected] Sito: www.aslbrescia.it PREVENZIONE Malattie infettive: tutte le misure di prevenzione in un solo opuscolo False credenze e facili allarmismi; ma soprattutto la necessità di una prevenzione efficace e di precauzioni e comportamenti adeguati: per questo Regione Lombardia ha pubblicato l’opuscolo “Malattie infettive e comunità infantili”, un vero e proprio prontuario che fornisce informazioni utili e scientificamente precise sulle fondamentali misure di prevenzione e di igiene in generale, dal lavaggio delle mani alla preparazione e somministrazione degli alimenti, dalla sanificazione degli ambienti alle misure di controllo. L’opuscolo contiene diciannove schede, ognuna dedicata alle malattie infettive più diffuse, elencate in ordine alfabetico: si parte dalle congiuntiviti e si arriva alla varicella, passando dalle epatiti virali A ed E alla mononucleosi, dal morbillo alla scarlattina. “È esperienza comune - introduce Luigi Macchi, responsabile della Prevenzione in Lombardia - che, quando casi singoli o focolai di epidemia coinvolgono la scuola o le comunità infantili in genere, subentrino paure e preoccupazioni. Gli interventi di prevenzione, che l’ASL mette in campo attraverso gli operatori del Dipartimento di Prevenzione Medico e dei Distretti, sono a volte ritenuti insufficienti, perché è ancora diffusa l’erronea convinzione che tutti i mezzi possibili, dall’isolamento dei malati alla disinfezione di case e scuole, siano sempre assolutamente necessari”. Miti popolari che poco hanno a che fare con le verità scientifiche: “I dati statistici e le ricerche epidemiologiche - approfondisce Macchi - hanno rivelato molti ‘segreti’ della trasmissione di malattie infettive. È ormai noto che la maggior parte delle patologie si diffondono già dal periodo di incubazione (quando cioè non vi sono ancora sintomi chiari della malattia), che in molti casi il contagio può essere evitato adottando semplici precauzioni e misure di igiene, purché applicate costantemente anche in assenza di persone malate. E ancora sappiamo che tutti i virus e molti batteri sopravvivono, fuori dal malato, per pochissimo tempo e, dunque, la disinfezione degli ambienti si rivela inutile se non dannosa (per la selezione di ceppi resistenti)”. Proprio per mettere a disposizione del maggior numero di persone le nuove conoscenze scientifiche, la Regione non solo le ha tradotte in indicazioni operative per gli addetti ai lavori, ma le ha riportate in questo opuscolo, diffuso nelle ASL, nelle scuole infantili ed elementari. L’iniziativa ha avuto un enorme successo tant’è che si è dovuto provvedere a una ristampa di 60.000 copie che saranno in distribuzione da fine giugno. Nello stesso periodo l’opuscolo sarà inoltre disponibile sul sito www.sanita. regione.lombardia.it. “Occorre cambiare la mentalità - prosegue Macchi - pensare cioè alla prevenzione delle malattie infettive, incentivando gli interventi disponibili prima che si verifichi una malattia infettiva e non solo quelli posti in atto quando la malattia si è già manifestata, finalizzati esclusivamente al controllo della sua diffusione”. Se il mezzo di prevenzione primo e più efficace è costituito dalle vaccinazioni, “altrettanto importante è l’adozione di misure igieniche di routine che, divenute parte del comportamento abituale, ci evitano di essere raggiunti dai microbi”. Il primo passo da compiere in questa direzione ha un nome ben preciso: informazione. “La collaborazione tra gli operatori della prevenzione e le diverse componenti che operano nelle comunità infantili e scolastiche (insegnanti, educatori, genitori e alunni) - conclude Macchi - nasce anche dalla condivisione delle conoscenze che sottendono le indicazioni operative per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Da qui queste ‘schede’, perché le azioni di prevenzione non possono essere bagaglio solo degli addetti ai lavori”. 11 ASSIStENZA Cure palliative: Estesa a tutta la Lombardia l’ospedalizzazione domiciliare “In latino il pallium era il mantello che protegge il debole: questa è l’etimologia di palliativo”. Spiegare bene i concetti vuol significare anche dare il giusto peso alle parole che li definiscono, e così fa Furio Zucco, già presidente della Società Italiana Cure Palliative e oggi direttore del Dipartimento di Anestesia, Rianimazione, Terapia del dolore e Cure Palliative presso l’Azienda Ospedaliera “Salvini” di Garbagnate Milanese. “Per Cure Palliative – continua – si intende l’insieme di cure attive caratterizzate da interventi sanitari, innanzitutto controllo del dolore e dei sintomi, socio-sanitari, psicologici, di volontariato che rispondono a tre caratteristiche fondamentali: la continuità di intervento, la presenza di un’équipe di operatori preparati, la gratuità delle 12 cure”. In questo ambito così delicato il Sistema Sanitario Regionale ha intrapreso un’importante iniziativa: verrà esteso a tutto il territorio lombardo il percorso di ospedalizzazione domiciliare delle cure palliative oncologiche. Un ampliamento sostanziale dell’offerta di cure, fino ad oggi assicurata in hospice o nelle strutture ospedaliere di cure palliative, che viene incontro con ancora maggior attenzione e adeguatezza alle necessità familiari e psicologiche del paziente oncologico. Zucco sa bene che spiegare i concetti vuol anche dire fare riferimenti precisi e inquadrare il tema in un contesto specifico; così, prima di dettagliare l’iniziativa, fa un richiamo importante: “Il Consiglio d’Europa afferma che le cure palliative rappresentano la risposta migliore per i malati terminali e per le loro famiglie; l’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce il concetto sottolineando come le cure palliative garantiscono la miglior qualità di vita alle persone inguaribili. Dal 2001 in Italia sono un Livello Essenziale di Assistenza che deve essere garantito gratuitamente a tutta la popolazione italiana”. Si passa poi al contesto lombardo: “La nostra è la regione italiana più avanzata nella realizzazione della rete per le cure palliative. Non è uno slogan propagandistico, ma la semplice realtà dei fatti, come dimostrano alcuni dati: 28 sono le Unità di Cure palliative (UCP) funzionanti; 46 le strutture lombarde, tra UCP e hospice, dedicate ai malati terminali: i 623 posti letto lombardi attivi ogni giorno costituiscono la maggiore dotazione regionale italiana. In ognuna delle 15 ASL è operativo almeno un servizio di cure palliative al domicilio del paziente; 23 sono le Organizzazioni non profit attive nelle cure palliative”. Numeri importanti, ma purtroppo correlati al reale bisogno che emerge dal quadro regionale: “In Lombardia sono più di 30.000 le persone che ogni anno, a causa di una malattia inguaribile, giungono alla fase finale della propria esistenza. Per questo la Regione sta investendo ogni anno di più in quest’area innovativa: programmi di formazione del personale, informazione della popolazione e potenziamento della rete domiciliare sono le direttrici fondamentali che dimostrano la continua attenzione ai bisogni dei malati e delle loro famiglie”. A entrare nello specifico del percorso di ospedalizzazione domiciliare delle cure palliative oncologiche è Caterina Tridico, responsabile della Programmazione e Sviluppo Piani della Sanità lombarda: “Il servizio è rivolto a malati oncologici non più suscettibili di terapie antitumorali specifiche, ma che necessitano di trattamenti palliativi per il mantenimento della migliore qualità di vita possibile e con un grado di autonomia che non permette l’accesso ai servizi ambulatoriali e con un ambiente domiciliare/familiare adeguato al servizio”. Regione Lombardia ha definito alcuni standard di riferimento: “Il servizio deve essere attivato entro 72 ore dalla domanda – dettaglia la Tridico - e ogni settimana va definito un piano di assistenza modulato sulla base dei bisogni rilevati; il servizio è attivo 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno, con reperibilità telefonica notturna; vengono dispensati e prescritti direttamente i farmaci ed eventualmente dispensati direttamente particolari ausili e presidi. Inoltre possono essere eseguiti a domicilio prestazioni come ad esempio prelievi, paracentesi, trasfusioni”. Accanto a ciò, è previsto l’accesso ad eventuali consulenze specialistiche ospedaliere ed il ricorso diretto a servizi diagnostici ospedalieri come analisi e imaging. “Tutto ciò viene assicurato dalla presenza di un’équipe multidisciplinare (medico, infermiere, psicologo, assistente sociale, ecc.) che integra le diverse competenze per dare una risposta più possibile adeguata ai bisogni del paziente e della famiglia – conclude Tridico – ricordando l’insostituibilità delle associazioni di volontariato, che da sempre sostengono queste attività”. In questo quadro generale, “particolare è la situazione dei bambini a cui va garantita, soprattutto nelle ultime fasi dell’esistenza, un’assistenza che merita il massimo delle attenzioni, fornendo tutti i conforti per affrontare con la minore drammaticità possibile l’addio alla vita terrena”. “Regione Lombardia sta avviando un percorso di definizione delle cure palliative per il paziente in età pediatrica” spiega Franco Locatelli, Direttore dell’Oncoematologia pediatrica dell’Istituto S. Matteo di Pavia. “L’assistenza al domicilio del paziente permetterà a bambini e adolescenti di vivere la malattia nei luoghi e nelle situazioni per loro di maggior conforto, anche e soprattutto affettivo, quali la casa dove hanno trascorso la maggior parte del loro tempo, ferma restando la possibilità di ricovero in letti dedicati che verranno individuati in Centri di riferimento altamente qualificati. Considerata l’importanza di un tale servizio – conclude Locatelli – sarà fondamentale stabilire una stretta rete di collegamento tra gli operatori dei centri pediatrici di riferimento per queste cure e le figure sanitarie territoriali (il pediatra/ medico di famiglia, l’infermiere, l’assistente sociale, ecc). Per questo sono importanti la formazione degli operatori e l’informazione alle comunità più allargate, cui spetta il compito di accompagnare e sostenere il bambino e la sua famiglia nel drammatico momento di una malattia terminale”. 13 PREVENZIONE SOLO IL BELLO DEL CALDO Le condizioni climatiche Vengono innanzitutto indicate alcune situazioni che, se riscontrate, possono risultare indicative di un eventuale pericolo per eccesso di caldo: temperatura esterna superiore ai 3235 gradi; alta umidità che impedisce la regolare sudorazione; temperatura di casa superiore a quella esterna (si verifica soprattutto in edifici in cui i locali risultano poco ventilati, i tetti e i solai non sono ben isolati). Disturbi legati alle condizioni ambientali estive Edemi da calore Arriva l’estate. Forse non sarà torrida come profetizzano i teorici dell’effetto serra, forse, come quella scorsa, sarà abbastanza mite, ma certo non mancheranno giornate di caldo intenso, di temperature elevate, soprattutto in città di afa e di canicola. E con esse anche i problemi che possono colpire soprattutto gli anziani, che per la loro condizione fisica risultano più esposti ai disturbi provocati dalle temperature eccessive. Ma tutti possono affrontare meglio questa stagione adottando stili di vita adeguati e sapendo come comportarsi nell’eventualità che si 14 manifestino disturbi come colpi di sole o collassi da calore. Prevenire ed eventualmente affrontare questi problemi: sono gli obiettivi dell’opuscolo “Solo il bello del caldo” che uscirà in giugno e verrà distribuito da Regione Lombardia presso le ASL e le strutture sanitarie, i Comuni e gli sportelli SpazioRegione. In esso sono illustrati i disturbi legati alle condizioni climatiche e il dettaglio dei sintomi e dei comportamenti da tenere e da evitare; vengono poi elencate le “10 regole d’oro per affrontare il caldo estivo” e proposti alcuni “Consigli per il menu estivo”. Legati alle alte temperature, provocano senso di pesantezza e gonfiore agli arti inferiori anche se non ci si espone direttamente ai raggi solari. Nel caso vengano riscontrati questi sintomi, bisogna togliersi vestiti e calzature troppo strette; sdraiarsi e tenere le gambe sollevate, più alte rispetto alla testa, e dormire con un cuscino sotto i piedi; se in viaggio fare soste frequenti e passeggiare; se al mare camminare a lungo nell’acqua. Bisogna evitare di bere alcolici. Colpo di sole Provocato dall’esposizione diretta e prolungata ai raggi solari, provoca rossore in viso, malessere generale improvviso, mal di testa, nausea, sensazione di vertigine, possibile fastidio alla luce, febbre e anche perdita di coscienza. In caso di colpo di sole bisogna chie- dere assistenza medica, e nell’attesa distendere la persona sollevandole le gambe, fare impacchi di acqua fresca, dare da bere acqua fresca con sali minerali, coprire gli occhi. Bisogna evitare di provocare raffreddamenti troppo rapidi e, se c’è perdita di coscienza, di somministrare bevande. Colpo di calore Si verifica se la temperatura supera i 25 gradi, con ridotta ventilazione e umidità oltre il 60-70%. Provoca volto arrossato o pallido, pelle secca e calda, febbre, tachicardia e tachipnea (aumento della respirazione), pupille dilatate e anche perdita di coscienza. Bisogna chiedere l’assistenza medica, e nell’attesa far sdraiare la perso- na con le gambe sollevate (se pallida) o metterla in posizione semiseduta (se rossa in viso), liberarla dagli indumenti, raffreddarla oltre che con acqua fresca anche con borse del ghiaccio messe sotto le ascelle, ai polsi, all’inguine, alle caviglie, ai lati del collo. Idratare con acqua e sali. Le stesse condizioni climatiche possono provocare anche i crampi muscolari da calore, accompagnati da sudorazione abbondante e spasmi muscolari, e l’esaurimento o collasso da calore, con tachipnea, pressione bassa, cute fredda, pallida e umida, nausea e cefalea. In questo caso va richiesta l’assistenza medica, portando la persona in un luogo fresco, liberandola dagli indumenti e somministrandole acqua fresca e sali minerali. 10 regole d’oro per affrontare il caldo estivo 1. Ricordati di bere. 2. Evita di uscire e di svolgere attività fisica nelle ore più calde del giorno (dalle 11.00 alle 17.00). 3. Apri le finestre dell’abitazione al mattino e abbassa le tapparelle o socchiudi le imposte. 4. Rinfresca l’ambiente in cui soggiorni. 5. Ricordati di coprirti quando passi da un ambiente molto caldo a uno con aria condizionata. 6. Quando esci, proteggiti con cappellino e occhiali scuri; in auto, accendi il climatizzatore e in ogni caso usa le tendine parasole. 7. Indossa indumenti chiari, non aderenti, di fibre naturali, come lino e cotone; evita le fibre sintetiche. 8. Bagnati con acqua fresca in caso di mal di testa provocato da un colpo di sole o di calore, per abbassare la temperatura corporea. 9. Consulta il medico se soffri di pressione alta e non interrompere o sostituire di tua iniziativa la terapia. 10. Non assumere regolarmente integratori salini senza consultare il tuo medico curante. Consigli per il menu estivo Ok acqua, tè, pesce, frutta, verdura e gelati; Con attenzione pasta e riso, caffè, succhi di frutta e bevande gasate; Evitare alcolici, fritti, insaccati, cibi piccanti e bevande fredde o ghiacciate. 15 Farti riconoscere in modo sicuro? Facile. richiedi il codice piN presso la tua ASL. Con la Carta Regionale dei Servizi sarai identificabile on line in modo sicuro e potrai accedere a molti servizi della pubblica amministrazione e della sanità, nel pieno rispetto della tua privacy. Numero Verde 800.030.606 www.crs.lombardia.it CARTA REGIONALE DEI SERVIZI. impAriAmo A USArLA.