Istituto Zooprofilattico Sperimentale della

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Istituto Zooprofilattico Sperimentale della
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA
LOMBARDIA E DELL’EMILIA ROMAGNA “BRUNO UBERTINI”
CENTRO EMILIANO ROMAGNOLO DI EPIDEMIOLOGIA VETERINARIA
Lettera di informazione n. 45 - Dicembre 2002
IN QUESTO NUMERO:
Enterocolite enzootica del coniglio
Malattie infettive in Emilia Romagna
Sorveglianza sulla BSE in Italia
1
2
3
ENTEROCOLITE ENZOOTICA DEL
CONIGLIO
L’enterocolite del coniglio è una grave sindrome enterica,
ad eziologia polifattoriale, caratterizzata da un’elevata
mortalità (fino al 50-70%), la malattia colpisce principalmente gli animali da ingrasso intorno alla sesta-ottava settimana di vita.
Epidemiologia
La patologia nella sua forma attuale è stata descritta in
Francia alla fine degli anni novanta e denominata dai francesi Enterocolite Epizootica del Coniglio. Questa sindrome
si è rapidamente diffusa sul territorio transalpino, tanto che
nel 2000 più del 90% degli allevamenti cunicoli francesi
risultava colpito. Successivamente l’enterocolite epizootica
è stata segnalata anche in Italia, in particolare nelle regioni
dove l’allevamento cunicolo è più diffuso (Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna). Va però sottolineato che una
sindrome con lesioni anatomo-patologiche sovrapponibili
all'enterocolite epizootica era già presente, almeno in Emilia-Romagna e Lombardia fin dagli anni settanta e diagnosticata dall'IZSLER come "enterite dei giovani conigli".
Attualmente, le associazioni di allevatori del settore denunciano la presenza dell’enterocolite nella quasi totalità
degli allevamenti intensivi e in numerosi allevamenti rurali.
La malattia
L’enterocolite si manifesta principalmente nei conigli nella
fase di post-svezzamento, prevalentemente tra la 7a e l’8a
settimana di vita. Una volta comparsa nell’allevamento, la
malattia tende a ricomparire ad ogni ciclo produttivo, manifestando un’elevata resistenza alle normali pratiche di
pulizia e disinfezione. L’adozione del tutto pieno-tutto
vuoto nei settori da ingrasso sembra rimanere comunque
una tecnica utile dal punto di vista sanitario.
Fig. 1. muco nel colon
Il quadro clinico è rappresentato da diarrea acquosa, inappetenza e mortalità elevata, che può interessare fino al 70%
dei soggetti colpiti.
All’esame anatomo-patologico si nota una dilatazione di
tutti i tratti intestinali, con presenza di gas e liquido chiaro
nel piccolo intestino e di muco nel colon. Spesso si rileva
paresi ciecale e costipazione. Caratteristica è l’assenza di
lesioni di tipo congestizio o infiammatorio, che sono invece comuni nelle colibacillosi, clostridiosi e coccidiosi.
Ipotesi eziologiche
L’eziologia dell’enterocolite è a tutt’oggi sconosciuta. Nel
corso degli ultimi 5 anni diversi gruppi di lavoro, per lo più
in Francia (INRA) e in Spagna, hanno elaborato teorie che
potessero spiegare l'insorgenza di tale patologia: inizialmente si sospettò un’eziologia virale, ma oggi questa ipotesi è stata abbandonata in quanto non è stato possibile evidenziare alcun agente virale (Note d’information n. 14,
2002).
Si ipotizzò anche che l’alimentazione svolgesse un ruolo
determinante nella comparsa dei sintomi: accurati studi effettuati presso l’INRA di Tolosa, terminati alla fine del
2001, hanno però escluso la possibilità che i fattori alimentari abbiano un ruolo importante nella patogenesi della
sindrome, pur confermando che un’alimentazione non adeguata e povera di fibre può influenzare la gravità della
sintomatologia e quindi il decorso della malattia stessa.
L’allevamento intensivo, e soprattutto lo svezzamento precoce dei coniglietti, sembrano essere concause importanti
nello sviluppo e nell’evoluzione della patologia enterica.
L’ipotesi oggi predominante riguarda il ruolo di uno o più
agenti batterici patogeni che, insieme a fattori ambientali,
creano uno squilibrio della flora batterica intestinale. Dai
conigli malati, infatti, è possibile isolare dal contenuto del
grosso intestino numerosi e differenti patogeni, quali clostridi e coliformi. All'esame microscopico diretto della
mucosa intestinale vengono spesso evidenziati anche coccidi, giardie o chilomastix.
Terapia
L’efficacia di alcuni antibiotici nella prevenzione e terapia
dell'enterocolite del coniglio sembra avvallare l’ipotesi
dell’eziologia batterica. In particolare sembrerebbe avere
Fig. 2. costipazione
ciecale
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Lettera di informazione CEREV n. 45 – Dicembre 2002
una discreta efficacia terapeutica la zincobacitracina, impiegata nel mangime alla dose di 100-200 ppm. Il trattamento però deve essere prolungato, in quanto prove di
campo hanno dimostrato la ricomparsa dei sintomi dopo
alcuni giorni dalla sospensione del trattamento (Richard et
al., 2000).
La terapia antibiotica potrebbe quindi rivelarsi un efficace
strumento di controllo della malattia, ma non va dimenticato che sono pochissime le molecole registrate per il coniglio: l’impiego della Zincobacitracina, ad esempio, non è
ammesso nelle specie da reddito, compreso il coniglio, in
quanto il Reg. CE 2821/98 ne ha vietato l’uso come additivo dal 30 giugno 1999, e nessuna casa farmaceutica ha finora ritenuto conveniente registrare una specialità per
l’impiego nel coniglio.
Legislazione
Per ovviare all’assenza di principi attivi autorizzati, e per
la necessità di far fronte in qualche modo alla diffusione
dell’enterocolite nell’allevamento cunicolo, il Ministero
della Salute ha deciso di avviare un Piano controllato di
impiego sperimentale della zincobacitracina (OM
07/05/2002). Tale piano prevede che il farmaco, incorporato nel mangime, venga somministrato ai conigli durante
la fase di ingrasso. Sono quindi esclusi dalla sperimentazione i riproduttori e i soggetti di età inferiore a 35 giorni.
Il mangime medicato deve essere prodotto da mangimifici
autorizzati.
L’efficacia della zincobacitracina nel trattamento
dell’enterocolite del coniglio dovrà pertanto essere verificata attraverso una sperimentazione della durata di un anno
e mezzo, durante la quale saranno anche effettuate indagini
sulla presenza e persistenza del principio attivo nelle carni
e nelle deiezioni dei soggetti trattati. Saranno anche ricercati eventuali fenomeni di induzione della farmacoresistenza.
Considerando la presenza sul territorio regionale di zone
ad elevata densità di allevamenti cunicoli nei quali la malattia sembra essere diffusa, la Regione Emilia-Romagna,
come previsto dall’Ordinanza Ministeriale, ha predisposto
ed emanato un proprio “Piano controllato di impiego sperimentale della zincobacitracina per l’enterocolite enzootica del coniglio” (n. prot. ASS/DIR/02/38050 del 27 settembre 2002).
Il Piano sperimentale dell'Emilia-Romagna
Gli allevamenti in cui sia diagnosticata dal veterinario
aziendale e ufficialmente confermata da un Istituto Zooprofilattico Sperimentale la malattia, possono fare richiesta
di adesione al Piano al Servizio Veterinario dell’AUSL di
competenza. In seguito al parere favorevole del Servizio
Veterinario della AUSL in allevamento potrà essere impiegato un mangime medicato contenente zincobacitracina
prodotto da un mangimificio autorizzato alla produzione di
mangimi medicati e che abbia fatto richiesta alla AUSL
competente di adesione al piano.
Il piano prevede anche l'esecuzione di controlli sui residui
presenti nella carne e nelle deiezioni (contenuto ciecale)
degli animali trattati prelevati almeno 7 giorni dopo la fine
del trattamento e prima dell'invio al macello. In considerazione della complessità di tali analisi di laboratorio questo
controllo verrà effettuato a campione in un limitato numero
di allevamenti nel corso del prossimo anno.
Sono invece già in corso le valutazioni sull'eventuale induzione di farmaco resistenza da parte della zincobacitracina.
La verifica verrà effettuata controllando i pattern di antibiotico-resistenza di ceppi di E. coli e Cl. perfringens isolati nel grosso intestino al momento della diagnosi con
quelli dei ceppi isolati al termine della sperimentazione.
Il CEREV è stato incaricato dalla Regione della raccolta ed
elaborazione dei dati relativi alla sperimentazione, necessari alla stesura della relazione finale per il Ministero della
Salute. Per facilitare l'espletamento del piano sperimentale
regionale sul sito del CEREV, all’indirizzo:
http://www.bs.izs.it/cerev/znbac/znindex.htm
è stata predisposta una pagina informativa sulla quale è
possibile reperire il testo dell’OM 07/05/02, il Piano Regionale di impiego sperimentale della Zincobacitracina e
l’elenco dei mangimifici autorizzati alla produzione del
mangime medicato con zincobacitracina.
Le pubblicazioni degli Autori citati nel presente articolo
sono disponibili sul sito:
http://www.tours.inra.fr/tours/pap/enterocolite/entero1.htm
Focolai di Malattie infettive in
Emilia Romagna. Ottobre 2002.
Nelle tabelle seguenti è rappresentata, suddivisa per specie, la
situazione dei focolai di malattie infettive in Regione. I dati
pubblicati derivano dalla Banca regionale sulle malattie infettive del bestiame e sono aggiornati al 31.10.02. La Banca dati
viene alimentata attraverso l’archiviazione delle segnalazioni
ufficiali provenienti dai Servizi Veterinari delle Aziende USL; i
dati sulla diffusione delle malattie infettive possono quindi essere sottostimati in caso di mancata segnalazione della loro
presenza alla AUSL competente. Fatte salve le malattie oggetto
di piani di controllo/eradicazione, ciò è vero senza dubbio per
una serie di malattie infettive considerate minori.
MALATTIA
AUSL
Brucellosi
Leucosi Bov.
Enzootica
Piacenza
Modena
Parma
BO Sud
Cesena
Parma
Piacenza
Reggio E.
Rimini
Parma
Piacenza
Reggio E.
Tubercolosi
Bovina
(M. bovis)
BSE
MALATTIA
Brucellosi
Scrapie
BOVINI
Foc.
Den. Nel
2002
1
0
0
0
1
1
2
1
1
1
1
2
Capi
Foc. Capi
pres.
Al
pres.
(I)
31/10
(II)
26
1
26
1
260
6
724
1
199
5
1
5
41
1
41
485
2
366
23
0
12
0
182
0
94
0
362
0
OVI-CAPRINI
Foc.
Capi Foc.
Den. Nel pres.
Al
AUSL
2002
(I)
31/10
Modena
1
44
1
Ravenna
1
147
0
Ferrara
1
1
0
Forlì
1
748
0
Imola
1 1111
0
Modena
1
115
0
Capi
pres.
(II)
44
3
Lettera di informazione CEREV n. 45 – Dicembre 2002
MALATTIA
Anemia inf.
Arterite virale
MALATTIA
Leptospirosi
MALATTIA
Mixomatosi
MEV
MALATTIA
EQUINI
Foc.
Capi Foc. Capi
Den. Nel pres.
Al
pres.
AUSL
2002
(I)
31/10
(II)
BO Nord
0
26
1
26
Reggio E.
0
1
15
AUSL
Modena
Parma
Piacenza
CANI
Foc.
Capi
Den. Nel pres.
2002
(I)
2
101
1
1
1
3
Foc.
Al
31/10
0
0
0
Capi
pres.
(II)
CONIGLI
Foc.
Den. Nel
2002
Capi
pres.
(I)
Foc.
Al
31/10
Capi
pres.
(II)
Ferrara
1
5
1
5
Parma
1
27
1
27
n.d.
AUSL
Casi dal
01/01/01
30
1
LOMBARDIA
8
27
1
424
0
EMILIA-ROMAGNA
4
12
Modena
1
3
0
VENETO
3
10
Piacenza
2
30
0
FRIULI-VENEZIA GIULIA
2
5
Reggio E.
2
42
0
PIEMONTE
3
6
ABRUZZO
2
3
PUGLIA
0
2
SICILIA
2
3
TRENTINO-ALTO ADIGE
5
7
MARCHE
0
1
MOLISE
1
1
SARDEGNA
0
1
TOSCANA
0
1
AUSL
API
Foc.
Den. Nel
2002
Capi
pres.
(I)
Foc.
Al
31/10
38
0
Americana
Parma
2
17
1
Capi
pres.
(II)
7
MALATTIA
AUSL
Colera Aviare
Piacenza
AVICOLI
Foc.
Den. Nel
2002
1
BO Nord
2
3900
0
Parma
1
22900
1
22900
Piacenza
1
44
1
44
Cesena
1
88000
1
88000
Leptospirosi
Malrossino
MVS
Casi dal
01/01/02
3
1
MALATTIA
REGIONE
Piacenza
Modena
Tifosi Aviare
Tab. 1 - Casi di BSE rilevati in Italia. Periodo 01/01/200118/11/2002 (fonte: CEA)
Ferrara
Peste
Salmonellosi
dopo 24-48 ore. In caso di positività il campione viene
sottoposto a test di conferma presso il Centro di Referenza
per le Encefalopatie Animali di Torino (CEA).
Nelle tabelle seguenti sono riportati i risultati dell'attività
di sorveglianza sulle TSE in Italia. Dal 2002, infatti, accanto a quello della BSE, viene attuato anche un programma di sorveglianza attiva nei confronti della scrapie.
Nella Tabella 1 sono riportati, suddivisi per regione, i casi
di BSE rilevati in Italia nel periodo 01/01/02 - 18/11/02 e il
totale dei casi di BSE rilevati dal l gennaio 2001.
Nella tabella 2 sono riportati i dati relativi al numero di test
rapidi per BSE e Scrapie eseguiti dagli Istituti Zooprofilattici nel 2002, e il numero di capi risultati positivi nello
stesso periodo.
Nella Figura 1 è rappresentata la distribuzione per provincia dei casi di BSE denunciati dal 01/01/2001.
AUSL
Reggio E
Piacenza
Rimini
SUINI
Foc.
Den. Nel
2002
1
2
1
Capi
Foc.
pres.
Al
(I)
31/10
70
0
Capi Foc.
pres.
Al
(I)
31/10
4377
0
2072
0
1081
0
Capi
pres.
(II)
VALLE D'AOSTA
Totale complessivo
0
1
30
80
Figura 1: distribuzione dei casi di BSE in Italia
Capi
pres.
(II)
FOCOLAI DI BSE
(suddivisi per provincia)
province con 9 casi
province con 8 casi
province con 6 casi
province con 5 casi
province con 4 casi
province con 3 casi
province con 2 casi
province con 1 caso
province senza casi
(1)
(1)
(1)
(1)
(3)
(4)
(4)
(20)
(67)
SORVEGLIANZA BSE IN ITALIA:
AGGIORNAMENTO AL 18/11/2002.
periodo 01/01/2001 – 18/11/2002 (fonte: CEA)
Dal 1 gennaio 2001 tutti i bovini di età superiore a 30 mesi,
destinati al consumo umano, sono sottoposti al test rapido
per BSE. Dal 12/09/01 l’età minima per il test è stata portata a 24 mesi. Il test, effettuato presso i laboratori degli
Istituti Zooprofilattici Sperimentali, necessita di un breve
tempo di esecuzione ed il risultato è in genere disponibile
Per quanto riguarda la BSE, un parametro importante è
l'incidenza della malattia, che viene solitamente calcolata
secondo due diverse modalità: numero di casi per 10.000
test rapidi eseguiti e il numero di casi per milione di capi
bovini di età superiore a 24 mesi. In Tabella 3 sono riportati entrambi i parametri calcolati per l'Italia: va rilevato
4
Lettera di informazione CEREV n. 45 – Dicembre 2002
che, rispetto all’anno precedente il numero di test rapidi
per BSE è complessivamente aumentato, mentre
l’incidenza è diminuita notevolmente.
Tabella 2: numero di test rapidi eseguiti dagli Istituti Zooprofilattici
italiani nel periodo 01/01/02 – 18/11/02 (fonte: CEA).
N° capi
Test rapidi
positivi
BSE
BSE
IZS
Piemonte, Liguria
e Valle d'Aosta
Lombardia ed
Emilia Romagna
Test rapidi
SCRAPIE
N° capi
positivi
SCRAPIE
76.646
3
516
9
365.853
14
982
9
Venezie
62.031
10
630
0
Lazio e Toscana
20.058
0
2.439
23
Abruzzo e Molise
5.874
1
1.772
5
Umbria e Marche
7.127
0
1.562
5
Campania e
Calabria
55.404
0
2.167
1
Puglia e Basilicata
17.289
0
1.589
2
Sicilia
31.142
2
4.381
9
Sardegna
12.191
0
4.861
27
TOTALE
653.615
30
20.899
90
Figura 2: Incidenza della BSE nelle provincie italiane
(fonte: CEA. Dati al 18/11/02)
Tabella 3 Incidenza della BSE nel 2001 e nel 2002
(fonte: CEA. Dati aggiornati al 25/11/2002).
Incidenza
Incidenza (ca- Cumulativa
Test ese- Casi autoc- Casi com- si autoctoni/ (casi autoctoAnno
ni/ milione
guiti
toni
plessivi
10.000 test)
capi adulti)
2001
465.403
48
50
1,03
14,1
2002
670.834
29
30
0,43
8,5
La figura 2 mostra infine l’incidenza della BSE nelle provincie italiane: i valori più elevati si registrano al Nord,
dove è più rilevante la presenza di allevamenti intensivi.
Per quanto riguarda la sorveglianza attiva della Scrapie negli ovini, iniziata nel corso del 2002, nella Tabella 2 sono
riportati i capi positivi per Scrapie, suddivisi per IZS che
ha effettuato il test.
I 90 capi positivi hanno dato luogo, nel periodo 01/01/02 18/11/02, a 31 focolai di Scrapie: l'incidenza della Scrapie,
pari a circa 43 casi ogni 10.000 test rapidi effettuati, risulta
100 volte più elevata rispetto all'incidenza della BSE nei
bovini (0,43 casi per 10.000 test).
L'attività di sorveglianza sugli ovi-caprini è richiesta dalla
normativa comunitaria (Regolamento CE 999/2001 e successive modifiche): all'Italia è richiesto il controllo, mediante test rapido, di 60.000 capi regolarmente macellati e
6.000 capi morti.
L'attività di sorveglianza durante gli ultimi mesi dell'anno
si sta intensificando ma, come si evince dalla Tabella 2,
difficilmente per il 2002 verranno raggiunti gli obiettivi
previsti dalla normativa comunitaria.
Il Bollettino CEREV è redatto e stampato dal Centro
Emiliano Romagnolo di Epidemiologia Veterinaria.
Responsabile: Marco Tamba.
Indirizzo: Via Fiorini, 5 40127 Bologna.
Telefono 051-4200032. Fax 051-4200038
Mailto:[email protected] - http://www.bs.izs.it/cerev/index.htm
INCIDENZA DELLA BSE
(casi per milione di capi > 24 mesi)
>100
81
- 100
61
- 80
51
- 60
41
- 50
31
- 40
21
- 30
<20
(8)
(1)
(6)
(3)
(4)
(1)
(4)
(8)