Il sistema di videoconferenza dell`INGV

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Il sistema di videoconferenza dell`INGV
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Anno 2009_Numero 118
apporti
tecnici
Il sistema di videoconferenza dell’INGV
Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia
Direttore
Enzo Boschi
Editorial Board
Raffaele Azzaro (CT)
Sara Barsotti (PI)
Mario Castellano (NA)
Viviana Castelli (BO)
Anna Grazia Chiodetti (AC)
Rosa Anna Corsaro (CT)
Luigi Cucci (RM1)
Mauro Di Vito (NA)
Marcello Liotta (PA)
Lucia Margheriti (CNT)
Simona Masina (BO)
Nicola Pagliuca (RM1)
Salvatore Stramondo (CNT)
Andrea Tertulliani - coordinatore (RM1)
Aldo Winkler (RM2)
Gaetano Zonno (MI)
Segreteria di Redazione
Francesca Di Stefano - coordinatore
Tel. +39 06 51860068
Fax +39 06 36915617
Rossella Celi
Tel. +39 06 51860055
Fax +39 06 36915617
[email protected]
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Anno 2009_Numero 118
apporti
tecnici
IL SISTEMA DI VIDEOCONFERENZA DELL’INGV
Manuela Sbarra, Gianpaolo Sensale, Diego Sorrentino, Francesco Zanolin, Lucio Badiali,
Francesca Caprara, Pietro Ficeli, Melissa Mendicino, Massimiliano Rossi
INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Centro Nazionale Terremoti – Servizi Informatici e Reti)
Indice
Introduzione
5
1
6
2
Lo stato dell’arte
1.1
Protocollo H323
6
1.2
Protocollo H320
8
Architettura della videoconferenza
9
2.1
I terminali
9
2.2
Gateway
10
2.3
Gatekeeper
10
2.4
Multipoint Control Unit (MCU)
11
3
Integrazione tra la rete INGV, le sedi e la videoconferenza
13
4
Applicazioni
15
4.1
Collegamento con l’Antartide
15
4.2
Incontro con il ministro Gelmini
15
5
Streaming
16
6
7
5.1
Architettura del sistema di streaming
16
5.2
Gestione eventi Streaming
17
Utilizzo operativo e risparmio di gestione
18
6.1
Effetti della latenza, del jitter e della perdita di pacchetti sulla qualità della videoconferenza
19
6.1.1
Latenza (Ritardo di Trasferimento)
19
6.1.2
Jitter
19
6.1.3
Perdita di pacchetti (Packet loss)
19
Appendice - il sistema di prenotazioni integrato
Bibliografia
20
21
Introduzione
Negli ultimi anni la continua globalizzazione e decentralizzazione delle risorse umane delle aziende ha
contribuito alla necessità di sviluppare degli strumenti di comunicazione versatili e che facciano risparmiare
tempo e denaro.
In questa ottica è stato sviluppato un sistema che potesse soddisfare questi requisiti. La
videocomunicazione, grazie anche alla crescente disponibilità di banda, sia su internet che nelle reti LAN
private, consente oggi di trasmettere efficacemente audio, video e dati, con un innegabile vantaggio in
termini di miglioramento della qualità della comunicazione, della produttività in generale e abbattimento di
costi di trasferta del personale. Comunicazioni a distanza con video e audio di alta qualità sono più personali
e interattive, creano relazioni di fiducia stabili, consentono presentazioni complesse, spiegazioni dettagliate e
coinvolgono anche soggetti geograficamente lontani.
Una struttura di videocomunicazione ben progettata è un investimento in termini di produttività,
efficienza e risparmio dei costi.
Il sistema di videoconferenza dell’INGV nasce dall’interesse del TTC Informatico che ha proposto
all’Amministrazione i vantaggi funzionali ed economici di questo sistema. Si ringraziano tutti i membri del
TTC, cioè tutti gli informatici (*) responsabili nelle varie Sedi dell’INGV che hanno contribuito con il Sir ai
vari test perché il sistema andasse in funzione esattamente come progettato.
Valore aggiunto che è stato considerato strategico al CNT (di cui il SIR ha da poco eseguito la
ristrutturazione della sala di monitoraggio sismico) sarà la possibilità di usare la videocomunicazione tra le
sedi di monitoraggio dell’INGV e con la sala della Protezione Civile in caso di emergenza.
(*) Stefano Cacciaguerra (BO), Mariano La Via (CT), Fabrizio Meroni (MI), Santi Mirenna (MI), Luca Nannipieri (PI),
Danilo Reitano (CT), Dario Richichi (PA), Gianni Scarpato (NA), Dario Sudati (MI).
1
Lo stato dell’arte
La videoconferenza rappresenta l’interazione sincrona in audio, video e dati fra due o più soggetti. La
possibilità di comunicare in videoconferenza dipende dalla disponibilità di apparati che supportino la cattura,
codifica, trasmissione e decodifica di audio e video, e dalla capacità degli apparati stessi di colloquiare
secondo un protocollo standard comune.
I protocolli maggiormente diffusi sono H.320 e H.323. Vi sono altre suite di protocolli che interessano
la videoconferenza ma il livello di sviluppo, consolidamento e diffusione non è ancora capillare. La
videoconferenza H.320, nota anche con il nome di videoconferenza su ISDN, definisce le modalità di
comunicazione audio, video e dati, sia punto a punto che multipunto, su reti a commutazione di circuito
(come ISDN, appunto). La videoconferenza H.323 si applica invece all’applicazione su rete TCP/IP, che
definisce le modalità di comunicazione audio, video e dati, sia punto a punto che multipunto, su reti IP.
Un qualunque sistema in grado di convogliare audio, video, dati rispondente allo standard può essere
considerato un terminale di videoconferenza. In questa definizione rientrano un’ampia gamma di prodotti
con caratteristiche tecniche, funzionali e costi notevolmente diversi. Ognuno di questi prodotti deve essere
perciò vagliato in base al contesto di utilizzo. Lo standard indica che la funzionalità minimale da garantire
per una videoconferenza è l’audio; l’audio stesso costituisce uno degli elementi che determinano la buona
riuscita di una videoconferenza. Se l’audio risulta affetto da rumori, distorsioni oppure eco, si vanifica
l’utilità della videoconferenza. Questi problemi sono amplificati nel caso in cui l’incontro non avvenga nella
lingua madre. In generale, se ci sono problemi legati alla qualità dell’audio, la videoconferenza risulterà
completamente inefficace.
1.1
Protocollo H323
H.323 è uno standard creato nel 1996 dall’ITU Study Group 16 (International Telecommunication
Union) che stabilisce le specifiche per una serie di protocolli utilizzabili per la trasmissione di dati, audio e
video su di una rete a commutazione di pacchetto.
Figura 1. Stack Protocol H323.
L’architettura di un sistema basato su tali protocolli si compone di quattro entità:
1. Terminale: è un dispositivo di rete utilizzato dall’utente per ricevere ed effettuare chiamate in
grado di codificare e decodificare le varie tipologie di dati secondo gli standard ITU; può essere un
PC sul quale è in esecuzione un software conforme allo standard H.323, oppure un dispositivo
dedicato (IP Phone). H.323 permette agli utenti di individuare i Terminali mediante un Alias
Address, un indirizzo simbolico di tipo stringa di caratteri, che il chiamante compone per selezionare
il destinatario della chiamata.
6
2. Gateway: definito anche come media gateway, è un apparato che permette la comunicazione realtime tra i vari terminali instaurando comunicazioni multimediali tra reti a commutazione di pacchetto
senza QoS e reti a commutazione di circuito che realizzano la QoS.
3. MCU: l’entità Multipoint Control Unit permette le comunicazioni multipunto, coordinando la
segnalazione di controllo e manipolando i flussi multimediali prodotti dai Terminali.
4. Gatekeeper: effettua il controllo dello stato delle comunicazioni in H.323 monitorando le risorse di
banda.
Ad ogni gatekeeper viene assegnata una porzione della rete H.323.
Tutti i terminali contattano il proprio gatekeeper, al momento in cui effettuano una chiamata,
utilizzando pacchetti UDP in broadcast. Il gatekeeper risponde a questo pacchetto comunicando al terminale
il proprio indirizzo IP. Il terminale invia una richiesta di registrazione ed una volta ricevuta la risposta
richiede al gatekeeper le risorse di banda necessarie ad effettuare una chiamata. Se la banda è sufficiente il
gatekeeper accetta la richiesta ed il terminale invia il numero da contattare, attraverso il canale di
segnalazione. Dopo che la chiamata è stata accettata dal terminale remoto il gatekeeper si svincola dai due
terminali che negoziano il codec da utilizzare ed i vari parametri necessari della comunicazione.
H.323 racchiude e collega insieme una serie di protocolli applicativi. Il suo funzionamento è
indipendente dal protocollo di livello trasporto e dalla rete a pacchetti sottostanti, anche se lo standard
specifica il tipo di servizi che devono necessariamente essere forniti dal livello inferiore e che sono un
servizio affidabile end to end di trasporto dei datagrammi, ad esempio TCP per quanto concerne le reti IP o
un servizio inaffidabile end to end di trasporto dei datagrammi, quale UDP.
H.323 fa riferimento al protocollo H.225 per due funzionalità fondamentali: il protocollo Registration,
Admission, Status (RAS) e il protocollo Call Signaling.
Il protocollo H.225 RAS (Registration, Admission, Status) definisce i messaggi per lo scambio di
segnalazione di controllo tra gli endpoints ed il gatekeeper. I messaggi RAS sono scambiati su un canale
inaffidabile utilizzando il protocollo UDP. Tale canale è aperto indipendentemente da una chiamata e quindi
prima dell’instaurazione di qualunque altro canale. Mediante il protocollo RAS si realizzano le procedure di
discovery del gatekeeper, registrazione, controllo di ammissione, modifica della banda assegnata ad una
comunicazione, scambio di informazioni di stato, cancellazione di registrazioni.
Il protocollo H225.0 Call Signalling definisce i messaggi scambiati al fine di stabilire l’instaurazione e
l’abbattimento di una connessione tra endpoints, sulla quale avverrà lo scambio di dati real-time.
Lo scambio dei messaggi avviene su un canale affidabile, quindi TCP per le reti basate su IP. Questo
protocollo si rifà, sostanzialmente, al protocollo Q.931, definito per il controllo di chiamata in reti ISDN.
Infatti, i messaggi H.225.0 utilizzati nell’instaurazione e nell’abbattimento di una chiamata, sono identici a
quelli usati per una chiamata ISDN. Tipici messaggi di Call Signalling sono: Setup, CallProceeding,
Alerting, Connect, ReleaseComplete.
Il protocollo H.245 viene utilizzato per il controllo delle comunicazioni; con H.245 si realizzano le
procedure per attivare e gestire una comunicazione multimediale tra due o più entità H.323. Ogni entità deve
instaurare un canale dedicato di tipo affidabile (TCP), detto H.245 Control Channel, per ogni comunicazione
alla quale partecipa; tale canale sarà permanentemente aperto durante tutta la connessione. L’instaurazione
degli H.245 Control Channel avviene dopo il dialogo H.225 (RAS e Call Signalling). Nel caso una delle
entità sia un MCU, che può supportare più chiamate contemporaneamente, è necessaria l’apertura di più
canali H.245 di controllo.
7
Figura 2. H.323 Protocol.
1.2
Protocollo H320
L’H320 è un protocollo ITU (International Telecommunication Union) che fissa le specifiche per
definire un’infrastruttura di trasmissione di dati multimediali, quali audio e video, su linee analogiche ISDN
utilizzando la compressione H.261/H.263.
Le specifiche per la compressione H.261 prevedono l’uso di uno o più canali a 64kbits al secondo.
L’H263 è stato sviluppato come un miglioramento del codec H.261.
La Sede Centrale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in alcuni casi ha necessità di
usare tale protocollo quando la controparte della telecomunicazione è vincolata a questo, come nel caso
presentato nel paragrafo 4.1 con la Base Antartica Italiana.
8
2
Architettura della videoconferenza
Figura 3. Architettura H.323.
2.1
I terminali
I terminali sono endpoints che originano e terminano i flussi di dati e la segnalazione H.323, e sono in
grado di instaurare una comunicazione bidirezionale real-time con un altro terminale, un Gateway o un
MCU. Un Terminale H.323 deve supportare obbligatoriamente comunicazioni audio e, facoltativamente,
video e dati. Per fare ciò tutti devono supportare i protocolli di controllo per negoziare l’uso del canale
(H.245), per l’instaurazione della chiamata(RAS - Call Signalling) e per la trasmissione stessa dei pacchetti
(RTP), oltre ovviamente ai codificatori/decodificatori per i flussi audio e video (dove possibili) e i protocolli
relativi allo scambio di dati.
Figura 4. Terminale H.323.
9
2.2
Gateway
Il gateway è un elemento non obbligatorio in una conferenza H.323, ma necessario ogni volta che
occorre mettere in comunicazione reti eterogenee tra loro. La connessione avviene tramite traduzione dei
protocolli applicativi relativi alle due reti e talvolta anche attraverso la traduzione dei protocolli di
trasferimento e la conversione di codifica dei flussi audio/video. Il gateway si incarica dell’attivazione e
dell’abbattimento della chiamata su entrambe le reti che mette in contatto. Un esempio è quello di un
gateway che “vede” sia la rete IP che la PSTN (Public Switched Telephone Network).
L’aggiunta del gateway all’architettura ha dato ad H.323 la possibilità di interfacciarsi con tutte le altre
realtà esistenti, e di conseguenza ha permesso allo standard di diffondersi in maniera capillare.
Figura 5. Gateway verso la rete PSTN.
2.3
Gatekeeper
Il gatekeeper è il componente centrale dell’architettura: agisce come punto di riferimento per tutte le
chiamate all’interno della sua zona e fornisce servizi di controllo di chiamata agli endpoint registrati. In
particolare, esso può limitare l’accesso al servizio secondo le disposizioni dell’amministratore dello stesso, e
la quantità di capacità trasmissiva allocata per le applicazioni multimediali ad un livello tale da non
degradare troppo la qualità offerta agli altri servizi (email, trasferimento dati ecc.).
Lo standard definisce in maniera precisa le funzionalità offerte dal gatekeeper, alcune obbligatorie e
altre opzionali. Tra quelle obbligatorie bisogna citare:
• Address Translation: trasformazione di un numero telefonico (E.164) o di un indirizzo alias in un
indirizzo IP e viceversa. Esiste, internamente al gatekeeper, una tabella delle registrazioni,
continuamente aggiornata attraverso i messaggi del protocollo RAS.
• Admission Control: controllo di ammissione di un endpoint in una Zona H.323. Attraverso i
messaggi ARQ (Admission ReQuest), ACF (Admission ConFirm) e ARJ (Admission ReJect), ad un
endpoint viene permesso o meno l’accesso alla LAN. L’accesso può essere basato su autorizzazioni
alla chiamata, banda richiesta o altri criteri.
• Bandwidth Control: controllo di banda. Il gatekeeper usa i messaggi BRQ (Bandwidth ReQuest),
BCF (Bandwidth ConFirm) e BRJ(Bandwidth ReJect) per la gestione della banda disponibile.
• Zone Management: controllo dei componenti H.323 appartenenti alla Zona H.323; il gatekeeper offre
i propri servizi solo a Terminali, Gateway e MCU ad esso registrati.
Tra le funzionalità opzionali del gatekeeper possiamo elencare:
•
•
•
Call Control Signalling: in una conferenza punto - punto il gatekeeper può processare i segnali di
controllo H.225.0 oppure farli scambiare direttamente tra gli endpoints.
Call Authorization: il gatekeeper può rifiutare una chiamata per motivi ad esempio di mancata
autorizzazione. I criteri per determinare queste autorizzazioni sono al di fuori della
raccomandazione.
Bandwidth Management: il gatekeeper può rifiutare una chiamata se non c’è abbastanza banda
disponibile, ma i criteri per definire la banda disponibile vanno al di fuori della raccomandazione.
Tale funzione può operare anche dopo la fase di inizializzazione della chiamata, qualora gli utenti
decidessero di cambiare il tipo di media che si stanno scambiando nella chiamata in atto.
10
•
•
•
Call Management: il gatekeeper può tenere, ad esempio, una lista degli utenti occupati in
comunicazioni.
Routing della segnalazione di chiamata: il gatekeeper si fa carico dell’inoltro agli endpoint della
segnalazione di chiamata. Questo permette, ad esempio, a un service provider di monitorare le
chiamate sulla rete a scopi di billing, oppure di inoltrare chiamate ad altri endpoint ove quelli
chiamati non siano disponibili, ecc.
Routing del controllo di chiamata: il canale di controllo H.245, invece di essere stabilito tra i due
endpoint, passa attraverso il gatekeeper (H.245 Routed Mode).
2.4
Multipoint Control Unit (MCU)
L’MCU è l’entità che permette a tre o più terminali di partecipare a una conferenza. Se da una parte
può essere considerato un Terminale, in quanto può generare e terminare flussi audio e video, dall’altra la
differenza è come agisce su questi. Infatti, l’MCU riceve tutti i flussi audio e video dai partecipanti alla
conferenza e restituisce a tutti un unico flusso contenente i contributi di ognuno. Per quanto riguarda l’audio,
le varie comunicazioni vengono sovrapposte come nella realtà, mentre, per quel che riguarda il video, viene
spedita un’immagine di formato standard, ma comprendente al suo interno riquadri più piccoli con i
partecipanti alla videoconferenza. Al suo interno sono comprese due parti:
• Multipoint Controller (MCU), che gestisce i segnali di controllo (H.245) e stabilisce dei codec audio
e video comuni a tutti gli endpoints, come pure una larghezza di banda sostenibile da tutti i
partecipanti alla conferenza. Esso non ha a che fare direttamente con i flussi voce/video.
• Multipoint Processor (MVP), che si occupa di processare e mescolare i flussi audio/video.
Esistono vari tipi di conferenza multipunto, e per ognuno di questi l’MCU funziona in maniera
differente.
• Conferenza di tipo centralizzato: tutti i terminali mandano audio, video e dati all’MCU in modalità
punto - punto. Il Media Controller gestisce la conferenza usando le funzioni del protocollo H.245,
nei messaggi del quale si trovano anche le capability dei singoli terminali. Il Media Processor
effettua l’unione dell’audio e del video dei flussi, e spedisce il flusso risultante a ognuno dei
terminali, sempre in modalità punto - punto.
• Conferenza di tipo decentralizzato: fa uso del multicast. I terminali H.323 che partecipano alla
conferenza mandano i flussi audio e video a un indirizzo multicast, senza spedirli a un MCU.
Quest’ultimo continua a gestire la conferenza usando il controllo H.245: infatti, anche in questo
secondo caso, i terminali mandano all’MCU i messaggi H.245 in modalità punto - punto. In questo
tipo di conferenza sono i terminali che devono farsi carico del processamento dei segnali audio e
video; essi usano i canali di controllo H.245 per indicare all’MCU quanti flussi audio e video sono in
grado di decodificare.
Figura 6. Conferenze multipunto Decentralizzata e Centralizzata.
•
Conferenza di tipo ibrido: è una combinazione delle due precedenti. La segnalazione H.245 e
alcuni dei flussi audio e video vengono mandati all’MCU in modalità punto - punto, mentre i
rimanenti flussi audio/video vengono trasmessi in modalità multicast.
11
Il sistema presente in INGV è altamente compatibile e interoperabile con terminali di comunicazione
audio e video, MCU e gatekeeper standard. Permette di connettere in un’unica rete di videocomunicazione
tutti i sistemi di videoconferenza di un ufficio, indipendentemente dal protocollo e dal tipo di rete utilizzata.
La famiglia dei gateway AETHRA include soluzioni flessibili e scalabili per installazioni centralizzate o
distribuite nella propria rete di comunicazione. Il nostro sistema può essere abbinato con l’unita di
conferenza multi - punto, applicativi di collaborazione via web, sistemi di prenotazione, moduli di sicurezza
e strumenti di network management, per realizzare una comunicazione veramente multimediale. Come si può
notare nelle figg. 7 e 8 la nostra architettura è di tipo centralizzato. Disponiamo di una unità centrale di
controllo (MCU) che fa da convergence layer per più tipi di applicazioni e protocolli, quali IP, ISDN , SIP ,
H324.
Figura 7. Componenti del Sistema.
Figura 8. Architettura Centralizzata.
12
3
Integrazione tra la rete INGV, le sedi e la videoconferenza
Le sedi INGV quali Milano, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Palermo, Catania, hanno a disposizione i
client hardware del sistema composti da videocamera e televisore, mentre per le altre sedi come ad es.
Grottaminarda è possibile utilizzare un client software. Tutti i client sono collegati verso l’MCU (fig.9), ed è
possibile gestire da remoto ed in automatico gli interventi delle varie sedi. Nel caso in cui una sede non
disponga dell’hardware, si può procedere all’istallazione sia di software proprietario che utilizzare software
open source che sfrutti il protocollo standard H323.
Figura 9. Rete della Videoconferenza Sedi INGV.
L’INGV sede di Roma è il nodo centrale del sistema di videoconferenza a cui afferiscono le altre sedi.
Qui sono stati installati il gatekeeper, l’MCU e l’MVP che costituiscono il core della comunicazione. Gli
apparati si trovano su di una rete pubblica a 60 Mb/s, non mascherati dal firewall e per garantire la
sicurezza, le reti delle altre sedi sono in trust solo sulle porte strettamente necessarie al corretto
funzionamento. Le sale di interesse della sede romana sono state dotate di opportune porte ethernet che in
Virtual LAN sono esposte in rete pubblica.
Figura 10. Rete della Videoconferenza Sede di Roma.
13
Uno dei ruoli fondamentali dell’INGV è quello di programmare e gestire le varie attività di
videoconferenza, con la possibilità di estendere questo servizio anche ad altri enti sia nazionali che
internazionali, mantenendo gli standard di sicurezza adeguati. La programmazione comprende anche l’invio,
sfruttando il servizio di posta elettronica istituzionale, di inviti ai partecipanti di una determinata
videoconferenza.
La gestione avviene via web ed è visibile all’indirizzo http://teleconferenza.rm.ingv.it:8080.
Figura 11. Programmazione Videoconferenza.
14
4
Applicazioni
Il sistema di videoconferenza ha trovato un ampio utilizzo presso l’INGV, in particolar modo in convegni,
riunioni di Unità di Progetto e dei TTC (Temi Trasversali Coordinati) dell’INGV, riunioni del personale tra le
varie sedi, etc. ed è uno strumento in continua crescita per nuove iniziative che possano mettere in evidenza le
attività svolte dall’Ente. Inoltre, in caso di evento sismico o vulcanico significativo di rilevanza nazionale, le tre
sedi di monitoraggio sono ora in grado di utilizzare il servizio per collegare le varie unità di crisi come pure
attivare dei punti di emergenza in loco così da raggiungere le zone interessate (crisis management di moderna
concezione). Seguono alcuni casi significativi che abbiamo esperimentato sino ad oggi.
4.1
Collegamento con l’Antartide
Evento importante è stato un video collegamento con le nostre basi al polo sud in occasione del
convegno su “osservatori geofisici in Antartide e tecniche di radiocomunicazione digitale”, tenuto in Roma il
25 novembre 2008 (fig. 12). Questo collegamento è stato stabilito tramite il protocollo H320 (ISDN come in
paragrafo 1.2). A tale evento ha partecipato anche il Presidente Emerito Francesco Cossiga da casa tramite
applicativo software con supporto del SIR.
Figura 12. Collegamento ISDN con Antartide.
4.2
Incontro con il ministro Gelmini
Una videoconferenza di rilievo si è tenuta in occasione della visita del ministro M. Gelmini, incontro molto
sentito per la questione del precariato all’INGV (fig. 13).
Figura 13. Incontro con il ministro Gelmini.
15
5
Streaming
Nella gestione della videoconferenza abbiamo sviluppato un sistema per la trasmissione via streaming
degli eventi, per dare la possibilità di assistere anche solo in maniera passiva a convegni e conferenze in cui
non è necessaria una interazione paritetica. Il vantaggio di tale sistema risiede sempre nell’azzeramento dei
costi di viaggio, pernottamento e dei vari spostamenti del personale.
5.1
Architettura del sistema di streaming
Lo "streaming" identifica un flusso audio/video trasmesso da una sorgente a una o più destinazioni
utilizzando la rete telematica.
Figura 14. Architettura Streaming.
I contenuti audio/video sono compressi e memorizzati su un server come file. La richiesta di questi
contenuti viene effettuata dall’utente che non dove scaricarli per intero sul PC per poterli riprodurre: i dati
ricevuti vengono decompressi e riprodotti pochi secondi dopo l’inizio della ricezione. Questo ritardo iniziale
ha lo scopo di rimediare ai ritardi o microinterruzioni della rete.
L’utilizzo dello streaming sfrutta una piattaforma con un’interfaccia utente web-based per la gestione
completa di eventi Live (in diretta) e On-Demand (in differita).
La piattaforma è in grado di trasmettere sia eventi di videoconferenza, sia eventi direttamente ripresi
da sorgenti Audio/Video, siano esse analogiche o digitali (Telecamere, DVD, etc.).
L’architettura scalare di E-WebStreaming/TC la rende estremamente flessibile; in particolare, con
specifico riferimento a quanto richiesto nel Capitolato Tecnico, lo streaming server hardware è proposto in 2
configurazioni per supportare le seguenti capacità:
•
•
25 flussi contemporanei con il massimo bitrate
100 flussi contemporanei a 512 Kbps
Tramite la piattaforma offerta è possibile gestire una agenda di eventi, prenotare risorse dedicate agli
eventi, amministrare gruppi di partecipanti e notificare automaticamente la richiesta di partecipazione
all’evento.
La piattaforma include inoltre un sistema di autenticazione e permette la creazione del profilo degli
utenti, per garantire la più completa sicurezza e riservatezza, che è basato su tre livelli:
1. Autenticazione utenti (login di sistema)
2. Controllo fisico su IP
3. Controllo di sessione.
16
Inoltre il sistema si integra in un’eventuale architettura Active Directory già esistente.
Sono definiti tre profili di accesso al sistema:
1. Administrator: è un utente amministrativo che gestisce la piattaforma.
2. Scheduler: è un utente abilitato alla creazione, configurazione e modifica di eventi live e on-demand.
E-WebStreaming T/C consente infatti agli utenti autorizzati di inoltrare direttamente richieste di
prenotazione eventi.
3. User: è l’utente generico abilitato alla visione della propria agenda di eventi ed alla fruizione degli
stessi.
E-WebStreaming/TC integra inoltre un modulo di amministrazione semplice ed intuitivo,
completamente web-based. L’interfaccia grafica di E-WebStreaming/TC è personalizzabile e
personalizzabile da parte degli amministratori di sistema al fine di integrarla all’interno di portali esistenti.
Il sistema è inoltre multilingua (Italiano ed Inglese) configurabile a livello utente.
5.2
Gestione eventi Streaming
Dopo aver effettuato l’accesso alla piattaforma E-WebStreaming la prima form è per la gestione degli
eventi, suddivisa in quattro sotto cartelle.
Figura 15. E-WebStreaming.
La cartella “Lista Eventi” è suddivisa in tre sotto sezioni principali:
-
Lista di eventi in corso
Lista eventi da completare
Motore di ricerca eventi
Lista di eventi Live e On-Demand in corso:è la lista degli eventi che sono in corso e a quali si è stati
invitati. In particolare per ogni evento viene indicato:
Simbolo per gli eventi di tipo Live
Simbolo per gli eventi di tipo On-demand
Simbolo per visualizzare i dettagli dell’evento
17
Per ogni evento viene inoltre indicata la data e ora di inizio e di fine, il titolo dell’evento e chi ha
prenotato l’evento. Selezionando il titolo dell’evento, l’utente verrà collegato direttamente alla pagina di
visione dell’evento. Selezionando “Dettagli dell’evento” viene aperta una pagina riassuntiva dei dettagli
dell’evento e in particolare viene indicato:
-
-
6
Titolo della conferenza - nome assegnato all’evento;
Creatore - persona che ha prenotato l’evento;
Inizio - data e ora di inizio dell’evento;
Fine - data e ora di fine dell’evento;
Descrizione - breve commento all’evento;
Opzioni - vengono descritte le opzioni disponibili durante l’evento e in particolare:
audioconferenza: durante l’evento è possibile collegarsi ad una conference call tramite normale
apparecchio telefonico per poter interagire con i presentatori;
chat room: durante l’evento è possibile utilizzare una chat integrata per poter interagire con i
partecipanti;
Allegati: è possibile scaricare e/o visualizzare i documenti che il promotore del servizio ha allegato
alla presentazione;
Relatori: lista delle persone che condurranno l’evento;
Partecipanti: Lista Utenti che sono stati invitati a partecipare all’evento;
Partecipanti: Lista Gruppi che sono stati invitati a partecipare all’evento.
Utilizzo operativo e risparmio di gestione
Come si può notare dalle figure 16 e 17, abbiamo utilizzato, alla data di compilazione della presente,
il sistema per una durata complessiva di 144 ore e con una media di cinque sedi partecipanti, con un picco di
due videoconferenze contemporanee. Considerando che gli spostamenti di personale tra le varie sedi
implicano una spesa media, tra pernottamento e trasferimento di circa 800 euro, facendo un calcolo
approssimativo possiamo affermare di aver risparmiato fino a luglio 2009 intorno ai 25000 euro. Questa
operazione si è resa possibile sfruttando la sola infrastruttura di rete esistente.
Figura 16. Utilizzo per attività.
18
Figura 17. Data e Durata VideoConferenze.
6.1
Effetti della latenza, del jitter e della perdita di pacchetti sulla qualità della videoconferenza
6.1.1
Latenza (Ritardo di Trasferimento)
La latenza di rete è definita come il tempo impiegato da un determinato flusso di dati ad andare
dall’interfaccia di rete di un terminale all’altro. La latenza è data dalla somma di diversi addendi: ritardo di
propagazione, ritardo di elaborazione, ritardo di trasmissione, ritardo di permanenza in coda, ecc. per ciascun
nodo attraversato. In una WAN il ritardo di permanenza in coda è in genere il fattore più critico, dovuto alla
congestione sui router; politiche di controllo della priorità, della lunghezza dei pacchetti e delle congestioni
influenzano il tempo di latenza effettivo. La latenza non influenza la qualità del particolare flusso audio o
video, bensì la dinamica della conversazione, rendendo molto difficoltosa l’interattività. Inoltre quando il
tempo di latenza è elevato l’eco può risultare particolarmente elevato e difficile da cancellare. La codifica del
video, in videoconferenze altamente interattive, è responsabile della maggior parte del tempo di ritardo
totale; il ritardo di codifica è più fastidioso a bassi bit rate e in presenza di transcodifica. In tali casi è
richiesto che la latenza della rete sia particolarmente bassa. Reti IP di elevata qualità sono in grado di
contenere il ritardo di permanenza in coda entro i 10 ms; come regola generale, la latenza di rete non
dovrebbe mai superare i 100 ms.
6.1.2
Jitter
Quando un flusso di pacchetti attraversa una rete IP, i ritardi non sono costanti bensì variabili per
ciascun pacchetto. Il terminale ricevente deve ricostruire un flusso di pacchetti costante per poter
decodificare l’audio e il video. Ciò si ottiene attraverso un buffer di dejittering, la cui lunghezza è stabilita in
base a una stima del jitter di picco rilevato nella rete. Ogni pacchetto RTP è contrassegnato con time-stamp
che consentono la risincronizzazione del flusso e il riordinamento dei pacchetti. Sfortunatamente il buffer di
dejittering ha come effetto collaterale l’aumento del tempo di ritardo totale, per cui è bene che sia il più corto
possibile. Nelle sessioni di videoconferenza il jitter non costituisce un problema per l’audio, in quanto questo
viene già ritardato per sincronizzarlo con il video (lip sync), mentre può portare a perdite di trame video se il
jitter effettivo è superiore a quello stimato.
6.1.3
Perdita di pacchetti (Packet loss)
La perdita di pacchetti può avvenire a causa della congestione nei router, a causa della presenza di errori
di trasmissione o perché i pacchetti arrivano oltre un certo time-out. La videoconferenza H.323 usa un trasporto
“inaffidabile” (stack RTP/UDP/IP), in quanto lo schema acknowledge/ritrasmissione di un trasporto affidabile
(TCP/IP) comporterebbe un tempo di ritardo intollerabile per applicazioni interattive. La perdita di pacchetti ha
un impatto diretto sulla qualità della videocomunicazione, provocando fenomeni quali: immagini con scacchi,
video a scatti o bloccato, audio rumoroso o a scatti. I terminali di videoconferenza si scambiano informazioni
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sulla perdita dei pacchetti e cercano di contrastarla abbassando il bit rate, cosa che in ogni caso si ripercuote
sulla qualità. Nei casi in cui sia probabile la perdita di pacchetti, è preferibile per la codifica audio scegliere in
primis G.711, poi G.722 e infine G.728. Con la codifica G.711 la qualità dell’audio è accettabile in presenza di
perdita di pacchetti bassa o moderata. Per il video, la perdita dei pacchetti dovrebbe restare al di sotto dell’1%
per una buona qualità e non superare mai il 3% per avere una qualità accettabile. L’elevata perdita di pacchetti
può rendere molto lento anche il set-up della comunicazione.
7
Appendice - il sistema di prenotazioni integrato
Per rendere fruibile e ben organizzate le sessioni di videoconferenza con le varie sale dell’INGV, il
SIR, su richiesta del TTC 2.1, ha sviluppato un sistema per la gestione e prenotazione delle sale adibite a
video conferenza, all’indirizzo web http://prenotazioni.rm.ingv.it, il cui Rapporto Tecnico è in corso di
sottomissione, figg. 18 e 19. Questo sistema è comunque quello ufficiale per la prenotazione delle sale
riunioni della sede di Roma dell’INGV e delle sue collegate.
Figura 18. Sistema di prenotazioni.
Figura 19. Servizio aggiuntivo videoconferenza.
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Bibliografia
[SIR, 2009]: Massimiliano Rossi, Emanuele Sammali, Manuela Sbarra, Gianpaolo Sensale, Diego Sorrentino,
Francesco Zanolin, Lucio Badiali, Francesca Caprara, Pierluigi Cau, Pietro Ficeli, Melissa Mendicino (2009). Rete
Informatica INGV Roma, Rapporti Tecnici INGV n. 107.
[Kurose-Ross, 2003]: Internet e reti
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Coordinamento editoriale e impaginazione
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