I Diritti Di Cittadinanza Per I Migranti

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I Diritti Di Cittadinanza Per I Migranti
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SCHEDA UNITA’ DI APPRENDIMENTO
I diritti di cittadinanza per i migranti
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Paese (croce)
ITALIA x
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FRANCIA
Nome dell’ Organizzazione
CISV
Nome dell’autore
Piera Gioda
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Tema (croce)
ROMANIA
AUSTRIA
SENEGAL
Global Learning
Prima della
migrazione
Durante la
migrazione
Dopo la migrazione
x
Global Learning
Le migrazioni nello
spazio e nel tempo
Definizioni
Tipologie di
migrazione
Effetti socioeconomici e socioculturali x
Ideologie,
Legge : diritti e
stereotipi,
doveri
pregiudizi (ruolo dei x
mass media, della
politica, ..)
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Saperi (croce)
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Materie
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Diritto,
Educazione alla
Cittadinanza
N° ore
10
Età studenti
13 - 19
COMPETENZE (croce)
1) Comunicazione nella
lingua materna x
2) Comunicazione nelle
lingue straniere
3) Competenze
matematiche e di base
in scienze e tecnologie
4) Competenze
numeriche
5) Imparare ad imparare
6) Competenze sociali e
civiche x
7) Spirito d’iniziativa e
d’impresa
8) Sensibilità e
espressione culturale
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Obiettivi (saperi
e attitudini)
(max 10 righe)
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1) Saper declinare il concetto di cittadinanza nei suoi vari significati.
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2) Conoscere le diverse soluzioni che sono state adottate nei paesi meta di
migrazione per quanto concerne il diritto di cittadinanza
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3) Documentarsi su un problema e assumere una posizione personale.
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Attività previste
1. I mille volti della cittadinanza
Si potrebbe iniziare con un brainstorming attorno al termine
“cittadinanza”, per scoprirne la ricca polisemia, che talvolta
può però ingenerare confusione. Consultando un buon
dizionario si potrebbero quindi coglierne le sfumature e i
diversi significati.
Per ulteriore chiarificazione, si potrebbe notare che nella
lingua italiana (a differenza della lingua inglese, ad esempio), i
termini “cittadinanza” e “nazionalità” sono impropriamente
utilizzati come sinonimi. Il concetto di cittadinanza rinvia
all’insieme di diritti che uno Stato riconosce ai propri cittadini
(diritto all’istruzione, alla salute, ecc.), e all’insieme di doveri
collegati (dovere di difesa della Patria, ecc.). La nazionalità
rinvia invece all’appartenenza a una collettività caratterizzata
da un forte denominatore culturale, sovente anche linguistico.
In un’epoca caratterizzata da importanti flussi di migrazioni
internazionali è importante comprendere questa distinzione.
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2. I paesi meta di migrazione si comportano tutti nello
stesso modo?
La propensione a conferire la cittadinanza varia da Paese a
Paese, e nel tempo. Da questo punto di vista, nonostante una
leggera crescita degli ultimi anni, l’Italia rimane uno dei Paesi
con la più bassa propensione a concedere la cittadinanza a
cittadini stranieri.
Dopo aver discusso quali potrebbero essere le diverse
soluzioni (dalle più inclusive a quelle più escludenti) è bene
consultare dati aggiornati.
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3. Ius sanguinis, ius soli … ed altre storie.
E’ bene informarsi sugli aspetti giuridici che riguardano
l’acquisizione della cittadinanza in un paese, per scoprire che
le legislazioni dei vari paesi sono molto diverse e che sono
state escogitate soluzioni plurali e complesse.
Lo ius sanguinis consiste nell'acquisizione della cittadinanza
per il fatto della nascita da un genitore in possesso della
cittadinanza, in contrapposizione allo ius soli, che fa
riferimento alla nascita sul "suolo" di un certo paese.
Normalmente gli ordinamenti nazionali oscillano tra i due
istituti. Lo ius sanguinis (o modello tedesco) presuppone una
concezione "oggettiva" della cittadinanza, basata sul sangue,
sull'etnia, sulla lingua. Lo ius soli (o modello francese)
presuppone, invece, una concezione "soggettiva" della
cittadinanza, come "plebiscito quotidiano", in vigore in Francia
( fin dal 1515), Stati Uniti, Argentina, Brasile e Canada.
4. L’Italia sono anch’io
Sono soprattutto le nuove generazioni, gli adolescenti e i
giovani che “sentono” come proprio il paese in cui sono arrivati
da piccoli con i genitori o dove sono nati e cresciuti,
rivendicano i diritti di cittadinanza, perché vedono il loro futuro
in Italia.
In classe può essere interessante dibattere della questione,
documentandosi sui termini e sapendo anche ascoltare i
diversi punti di vista. La letteratura e la cinematografia hanno
sovente affrontato il tema, dal punto di vista dei giovani
protagonisti.
Una recente campagna ha animato nel 2012 la partecipazione
di molti giovani nella raccolta di firme che sono state
consegnate al capo dello Stato.
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Strumenti didattici
Scheda statistica Diritti di cittadinanza
Articoli interessanti
Le soluzioni a portata di mano:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/
tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?
ID_blog=25&ID_articolo=9705
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Il nuovo sito del Ministro per l’integrazione nel
2013 apporta molte informazioni aggiornate
sulle diverse modalità con cui in Europa si è
affrontata la questione, nella sezione
“Partecipazione e cittadinanza”
http://www.integrazionemigranti.gov.it/Attualita/
IlPunto/Pagine/Partecipazione%20e
%20Cittadinanza%20home.aspx
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Una buona fonte per una ricerca sulle diverse
accezioni giuridiche è il sito del Ministero
dell’Interno italiano
http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/
default/it/temi/cittadinanza/Ius_soli.html
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Per avvicinarsi al tema dell’integrazione dei
migranti nei paesi d’arrivo, il linguaggio
cinematografico rappresenta una buona porta
d’accesso. Il racconto di storie personali
permette un comprensione empatica potente
dal punto di vista educativo
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In particolare:
Il destino nel nome, di Mira Nair, 2007
Quando sei nato non puoi più nasconderti,
di Marco Tullio Giordana 2005
Sognando Beckham, di Gurinder Chadha,
2002
East is East, di Damien O'Donnell, 1999
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Per documentarsi sull’attuale dibattito in Italia
sui diritti di cittadinanza, si può consultare il sito
della Campagna “L’Italia sono anch’io!”
http://www.litaliasonoanchio.it/
Scheda statistica Diritti di cittadinanza
Il diritto e le politiche della cittadinanza sono uno strumento essenziale per regolare i processi di
integrazione a lungo termine. Perciò è importante fare il punto su alcune tendenze in materia di
accesso alla cittadinanza, a livello nazionale e comparato.
Prima di esaminare i grafici, può essere utile richiamare cosa si intenda per cittadinanza. Nella
lingua italiana, i termini “cittadinanza” e “nazionalità” sono impropriamente utilizzati come
sinonimi. Questo non è corretto. Il concetto di cittadinanza rinvia all’insieme di diritti che uno Stato
riconosce ai propri cittadini (diritto all’istruzione, alla salute ecc), e all’insieme di doveri collegati
(dovere di difesa della Patria ecc). La nazionalità rinvia invece all’appartenenza a una collettività
caratterizzata da un forte denominatore culturale, sovente anche linguistico. In un’epoca
caratterizzata da importanti flussi di migrazioni internazionali è importante comprendere questa
distinzione.
Ogni anno acquisiscono la cittadinanza di un Paese dell’Unione europea circa 700.000 persone (Fig.
1). La propensione a conferire la cittadinanza varia da Paese a Paese, e nel tempo. Da questo punto
di vista, nonostante una leggera crescita degli ultimi anni, l’Italia rimane uno dei Paesi con la più
bassa propensione a concedere la cittadinanza a cittadini stranieri (Fig. 2): meno di un’acquisizione
annua ogni 1.000 residenti. La Svezia è invece il Paese europeo con la maggiore propensione a
naturalizzare gli stranieri: così, dopo 10 anni di residenza, oltre l’80% degli immigrati in Svezia ha
potuto accedere alla cittadinanza (Fig. 3); all’estremo opposto si colloca il Lussemburgo, con solo il
12% di naturalizzati tra gli stranieri che hanno maturato almeno un decennio di residenza legale.
La cittadinanza può essere acquisita a tutte le età; pur tuttavia, in Europa le fasi della vita in cui è
più frequente tale acquisizione sono la preadolescenza (da 10 a 14 anni) e la prima età adulta (Fig.
4). L’età mediana alla quale si diventa cittadini di un Paese europeo è di circa 32 anni, con
oscillazioni tra un minimo in Austria (22 anni) e un massimo in Grecia (41 anni); l’età mediana per
l’acquisizione della cittadinanza italiana è di 35 anni (Fig. 5). Da notare che tale acquisizione
riguarda soprattutto le donne straniere (Fig. 6), che costituiscono il 60% circa dei “nuovi cittadini”.
Questa predominanza femminile è da mettere in relazione con una peculiarità tutta italiana, ossia la
maggior frequenza di matrimoni misti – circa 3 su 4 - in cui è la sposa ad essere straniera (Fig. 7).
Peraltro, dopo essere stato a lungo il primo canale di accesso alla cittadinanza italiana, dal 2009 il
matrimonio misto è stato superato dal motivo della residenza (Fig. 8). E’ questo un chiaro segno di
stabilizzazione dell’immigrazione. Altro segno di stabilizzazione è ricavabile dalla crescita degli
approdi alla cittadinanza italiani per motivi diversi dal matrimonio e dalla residenza (Fig. 9): si
tratta delle acquisizioni da parte di minori che diventano cittadini italiani perché conviventi al
seguito di genitori naturalizzati, nonché di quelle da parte degli stranieri nati in Italia che richiedono
la cittadinanza al compimento dei 18° anno di età.
Come tutti i fenomeni legati all’immigrazione, anche le acquisizioni di cittadinanza risultano
piuttosto concentrate nelle regioni centro-settentrionali (Fig. 10): in particolare, sono le regioni del
Nord-Est a far registrare i maggiori tassi di acquisizione, sia rispetto alla popolazione straniera
residente, sia rispetto al totale della popolazione. Peraltro, scendendo alla scala dei grandi comuni
non si osserva una chiara relazione tra la frequenza di acquisizione della cittadinanza italiana per la
popolazione straniera e l’incidenza della stessa popolazione straniera sul totale (Fig. 11).
Non tutte le istanze di concessione della cittadinanza italiana presentate da stranieri vengono
soddisfatte. Ad esempio, nell’anno 2009 il rapporto tra concessioni e domande presentate è stato
pari al 65%. Questo dato è solo indicativo, dal momento che l’iter burocratico di concessione dura
in media 3 anni. Si osservi (Fig. 12) come tale tasso grezzo sia piuttosto variabile a seconda della
cittadinanza di origine, con gli argentini in testa alla graduatoria (95% di istanze accolte) e i
senegalesi in coda (33%).
Va infine considerato un aspetto legato alla costruzione europea: per immigrati da paesi esterni
all’UE l’acquisizione della cittadinanza italiana offre vantaggi (possibilità di soggiornare, viaggiare,
studiare, lavorare ecc) che in buona misura sono già riconosciuti ai cittadini di Stati appartenenti
all’UE, ad esempio romeni o bulgari. Per questi ultimi potrebbe dunque esserci minore convenienza
a richiedere la cittadinanza italiana; questa considerazione va fatta anche alla luce della diversa
distribuzione degli immigrati (Ue/nonUE) sul territorio nazionale (Fig. 13).
Grafico 1 - Numero annuo di acquisizioni di cittadinanza nei paesi europei (fonte SOPEMI 2010 +
Eurostat 2010)
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Grafico 2 - Numero di acquisizioni annue di cittadinanza per 1.000 persone residenti (fonte
SOPEMI 2010 + Eurostat 2010)
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Grafico 3 - Quota di cittadini del paese di arrivo tra gli stranieri di età 15-64 anni con almeno 10
anni di residenza (fonte SOPEMI 2010)
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Grafico 4 - Distribuzione per età di chi ha acquisito una cittadinanza europea nel 2008 (fonte
Eurostat 2010)
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Grafico 5 - Età mediana alla quale si è acquisita la cittadinanza nel 2008 (fonte Eurostat 2010)
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Grafico 6 - % di uomini tra coloro che hanno acquisito una cittadinanza europea nel 2008 (fonte
Eurostat 2010)
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Grafico 7 - Matrimoni misti celebrati nel 2008
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Grafico 8 - Come è cambiata in un decennio, a legislazione costante, la politica di concessione
della cittadinanza italiana (Fonte: Elab. su dati Min. Interni)
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Grafico 9 - L’approdo alla cittadinanza italiana è più frequente di quanto non dicano le statistiche
ufficiali fornite dal Ministero degli Interni (riprese da Sopemi)
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Grafico 10 - Anche i percorsi di acquisizione della cittadinanza italiana interessano maggiormente
le regioni settentrionali (Fonte: Elab. su dati Istat)
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Grafico 11 - Scendendo alla scala dei grandi comuni, non si osserva una chiara relazione tra la
frequenza di acquisizione della cittadinanza italiana per la popolazione straniera (asse x) e
l’incidenza della stessa popolazione straniera sul totale (asse y). (Dati Istat riferiti all'anno 2009)
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Grafico 12 - Fonte: Elab. su dati Ministero dell’Interno (solo Paesi con più di 1.000 istanze
presentate)
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Grafico 13 - Presenza di stranieri (appartenenti all’UE e non appartenenti all’UE) nei grandi
comuni (Fonte: Elab. su dati Istat)
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