l`impatto dell`allargamento dell`unione europea nel settore agricolo e

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l`impatto dell`allargamento dell`unione europea nel settore agricolo e
A cura del Carrefour europeo delle Alpi
Centro europeo di informazione e animazione rurale - Istituto Agrario di San Michele all’Adige
Anno 8, n. 9 del 5 maggio 2004
157
Spediz. in abb. post. art. 2, comma 20/C - Legge 662/96 - Filiale di Trento
10 maggio 2004, San Michele all’Adige
“L’IMPATTO DELL’ALLARGAMENTO
DELL’UNIONE EUROPEA
NEL SETTORE AGRICOLO E RURALE”
Seminario organizzato dal Carrefour rurale europeo Alpi
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POLONIA
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SLOVACCHIA
SLOVENIA
UNGHERIA
PARTNERSHIP
ISTITUTO AGRARIO
SAN MICHELE ALL’ADIGE
È questo il titolo del seminario in programma nel
pomeriggio di lunedì 10 maggio alle 14.30 all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige ed organizzato dal Carrefour europeo delle Alpi.
Il 1° maggio 2004 dieci nuovi Stati sono entrati a far
parte dell’Unione europea: Cipro, Estonia, Lettonia,
Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria si sono aggiunti ai quindici paesi che fino a quel momento componevano
l’Europa comunitaria.
L’Unione europea, dopo i festeggiamenti della notte
di venerdì, è passata così da 380 a 454 milioni di cittadini e da 3.200 a circa 4.000 kmq di superficie.
In molti dei nuovi paesi l’agricoltura ha rivestito nel
passato e riveste tutt’oggi una significativa importanza dal punto di vista economico, sicuramente
maggiore di quanto avvenga nell’Unione europea “a
15”: con l’ingresso degli Stati dell’Europa centroorientale la superficie agricola dell’Unione europea
aumenta in totale di circa il 30%; la percentuale di
occupati agricoli nei dieci nuovi Strati è ben più alta
di quanto lo sia nei Quindici, arrivando ad un massimo attorno al 18% sul totale degli occupati in Polonia, il più grande dei nuovi Stati membri; l’apporto
del settore agricolo al reddito nazionale lordo dei
paesi è, in percentuale, superiore nei nuovi Stati
rispetto all’Unione europea a quindici. Allo stesso
tempo però la produttività dell’agricoltura nei nuovi
paesi è molto più bassa che non nella “vecchia”
Europa.
Per attuare la “coesione economica e sociale” tra le
diverse regioni dell’Unione, obiettivo questo fondamentale per l’Europa comunitaria, il bilancio dell’Unione europea già prevede, come è logico, che
una buona parte dei fondi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale siano indirizzati ai nuovi vicini ed
anche grazie a questi finanziamenti il tenore di vita
nei dieci nuovi paesi migliorerà. I 74 milioni di nuovi cittadini europei che, è bene ricordarlo, vivono in
paesi dove il tasso annuale di crescita economica è
attualmente ben più altro che nei “vecchi” Quindici,
vedranno quindi aumentare il loro potere d’acquisto
e così si amplierà notevolmente il mercato anche
per i prodotti agricoli provenienti dall’Italia e dagli
altri “vecchi” paesi europei.
Sono quindi numerose e molto importanti, in particolare per realtà come quella trentina dove agricoltura e sviluppo rurale rivestono un interesse non
secondario, le conseguenze che porterà in questi set-
tori l’ampliamento dell’Unione europea.
Per chiarire quali sono i vantaggi e quali possono
essere le difficoltà per il mondo rurale che seguiranno all’allargamento ad est dell’Europa comunitaria,
la Rete italiana dei Carrefours europei di informazione e animazione rurale, in collaborazione con la
Rappresentanza in Italia della Commissione europea e con il Dipartimento per le Politiche comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha
attivato una campagna di informazione a livello
nazionale rivolta a tutti gli operatori del mondo
rurale.
Iniziata il 7 aprile a Reggio Emilia e con conclusione prevista il 14 maggio ad Avellino, l’iniziativa
prevede una serie di seminari che i Carrefours europei di informazione e animazione rurale attivi in Italia organizzano in diciannove località della penisola
nelle settimane a cavallo della data di adesione
all’Unione europea da parte dei dieci nuovi paesi.
A San Michele l’incontro è in programma il 10
maggio e propone, tra le altre, la relazione tecnica di
Paolo Berizzi, funzionario della Commissione europea che ha seguito il capitolo “Agricoltura” dei
negoziati di adesione dei nuovi paesi, il quale illustrerà i cambiamenti che l’allargamento comporterà
nel settore agricolo e rurale a livello europeo. Paolo
De Castro, docente all’Università di Bologna, nonché consulente agricolo del Presidente della Commissione europea Romano Prodi, tratterà invece delle conseguenze che l’ampliamento dell’Unione avrà
sull’agricoltura delle realtà montane e di quella trentina in particolare. Considerata l’importanza che la
montagna riveste nei dieci nuovi paesi, dato che,
come riportato in un recentissimo studio della Commissione europea, ben il 22% della superficie di
questi Stati è rappresentato da aree montane, sul
tema “allargamento e montagna” sarà imperniato
infine l’intervento dell’europarlamentare Giacomo
Santini.
In occasione di questo appuntamento, e per “celebrare” anche nel nostro piccolo l’ingresso dei dieci
nuovi paesi, “Europa informa” dedica questo numero in gran parte ai nuovi Stati membri dell’Unione
europea; nelle pagine seguenti abbiamo perciò elaborato una breve scheda di presentazione per ognuno dei dieci nuovi Stati membri dell’Unione europea, riportando in particolare alcuni dati relativi agli
aspetti agricoli del paese.
GO
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CIPRO
Capitale: Nicosia
Lingua: greco e turco
Moneta: lira sterlina cipriota
Superficie: 9.000 kmq (il triplo del
Lussemburgo)
Popolazione: 800.000
ESTONIA
Capitale: Tallinn
Lingua: estone
Moneta: corona estone
Superficie: 45.000 kmq (come la Danimarca)
Popolazione: 1,4 milioni
LETTONIA
Capitale: Riga
Lingua: lettone
Moneta: lats
Superficie: 65.000 kmq (poco meno
dell’Irlanda)
Popolazione: 2,4 milioni
LITUANIA
Capitale: Vilnius
Lingua: lituano
Moneta: litas
Superficie: 65.000 kmq (come la Lettonia)
Popolazione: 3,5 milioni
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Cipro è stato a lungo un crocevia tra Europa, Asia e Africa e conserva ancora molte tracce delle
diverse civiltà che si sono succedute nel tempo. Da quando, nel 1974, la Turchia ha occupato la
parte settentrionale dell’isola, la comunità turco-cipriota è separata da quella greco-cipriota che
vive nella parte meridionale. Un referendum svoltosi nello scorso mese di aprile ha bocciato l’unificazione tra le due parti.
Le principali attività economiche dell’isola sono il turismo (il 65% degli occupati ciprioti lavorano in questo settore), l’esportazione di prodotti dell’abbigliamento e dell’artigianato e la navigazione mercantile. L’artigianato tradizionale comprende in particolare ricami, ceramiche e lavori
in rame.
Il settore primario impiega il 9,2% dell’insieme dei lavoratori, contribuendo complessivamente
al 4,2% del Prodotto Interno Lordo. La superficie agricola cipriota è di 134.000 ettari (più o
meno come quella lussemburghese), cioè il 14,5% del territorio totale ed è destinata ad arativi
per 101.000 ha, a colture perenni per 42.000 ha ed a pascolo permanente per 4.000 ha. Le esportazioni di prodotti agricoli comunitari verso Cipro sono aumentate negli ultimi anni, passando da
un valore di 190 milioni di euro nel 1995 a 330 milioni nel 2000. Le importazioni comunitarie da
Cipro si sono invece attestate negli ultimi su un valore di 100 milioni di euro.
Ottenuta l’indipendenza nel 1920, l’Estonia visse come paese indipendente per circa vent’anni,
basando la propria economia in particolare sulle esportazioni agricole. Successivamente venne
occupata dal 1940 al 1991 dall’Unione sovietica, con la parentesi dell’occupazione nazista dal
1941 al 1944.
La capitale è una delle città medievali meglio conservate d’Europa.
Paese prevalentemente pianeggiante, affacciato sulle rive orientali del mar Baltico, è caratterizzato da ben 1.400 laghi e 1.521 isole. La terra è in gran parte coltivata o coperta di boschi.
L’attuale economia del paese è basata fortemente sulle esportazioni di macchine utensili e prodotti elettrici, nonché di legname e di prodotti tessili. Il turismo ed il trasporto commerciale sono
altre due importanti voci dell’economia del paese. L’Estonia è uno dei primi paesi al mondo per
collegamenti Internet.
Il settore primario impiega il 7,4% del totale dei lavoratori, contribuendo complessivamente al
6,3% del Prodotto Interno Lordo. La superficie agricola estone è di 986.000 ettari (la metà di
quella dell’Olanda), vale a dire il 21,8% del territorio totale ed è destinata ad arativi per 861.000
ha, a prati permanenti per 130.000 ha ed a coltivazioni perenni per 11.000 ha. Le esportazioni di
prodotti agricoli comunitari verso l’Estonia si sono stabilizzate negli ultimi anni su un valore di
circa 250 milioni di euro, mentre le importazioni comunitarie dal paese baltico sono a livelli molto bassi (circa 40 milioni di euro).
Come l’Estonia, anche la Lettonia, ottenne l’indipendenza nel 1920 per poi subire l’occupazione
russa (con l’intervallo di quella nazista tra il 1941 ed il 1944) e riottenere infine l’indipendenza
nel 1991.
Riga, la capitale fondata nel 1201, è la più grande città degli Stati baltici e qui vive oltre un terzo
degli abitanti dell’intero paese. La popolazione è composta per il 60% da lettoni e per il 40% da
russi.
Il paese si estende su un territorio pianeggiante, ricco di animali e piante selvatiche e coperto da
vaste foreste che forniscono legname per le industrie della costruzione e della carta. Altre importanti produzioni sono quelle di macchine utensili e di prodotti tessili. Notevole è l’attività legata
alla pesca.
L’agricoltura impiega il 13,5% del totale dei lavoratori, contribuendo complessivamente al 4,5%
del Prodotto Interno Lordo. La superficie agricola lettone è di 2.540.000 ettari (poco meno di
quella della Danimarca), pari al 39,3% del territorio totale ed è destinata ad arativi per 1.841.000
ha, a prati permanenti per 618.000 ha, a colture permanenti per 30.000 ha; ben 254.000 ha sono
occupati da acque interne. Le esportazioni agricole dell’UE in Lettonia sono quantificate in circa 220 milioni di euro; le importazioni comunitarie dal paese baltico sono sui livelli di quelle
estoni (circa 40 milioni di euro).
Come gli altri due paesi baltici, anche la Lituania subì nel 1940 l’occupazione russa per riacquistare l’indipendenza solo nel 1990.
Dolci colline coperte da estese foreste ed una grande ricchezza di fiumi e laghi caratterizzano il
paesaggio lituano; la costa presenta spiagge sabbiose con dune di notevoli dimensioni.
Prima dell’avvento dell’economia di mercato l’agricoltura rappresentava il secondo più importante settore di attività nel paese, contribuendo con il 28% al Prodotto Interno Lordo del paese.
Questa percentuale è drasticamente calata durante il periodo di transizione, per tornare ora su
buoni livelli. Molto importante è il ruolo svolto dal settore forestale, che copre il 10% del totale
delle esportazioni del paese.
Attualmente l’agricoltura impiega il 18,0% del totale dei lavoratori, contribuendo complessivamente al 7,5% del Prodotto Interno Lordo. La superficie agricola lettone è di 3.489.000 ettari
(equivalente a quella dell’Austria), vale a dire ben il 53,4% dell’intero territorio ed è destinata ad
arativi per 2.936.000 ha, a prati permanenti per 500.000 ha ed a colture permanenti per 59.000
ha; come in Lettonia, anche in Lituania le acque interne sono molto estese: ben 262.000 ha. Il
valore annuale delle esportazioni lituane verso i paesi dell’UE è di circa 110 milioni di euro,
mentre le esportazioni comunitarie verso il paese si attestano sui 270 milioni
Situata nel cuore del Mediterraneo, l’isola di Malta è un crogiolo di civiltà la cui storia risale a
migliaia di anni fa. Le massicce fortificazioni presenti sono una testimonianza della coraggiosa
difesa dell’isola da parte del suo popolo nel corso dei secoli.
Accanto al turismo, da molto tempo una delle principali attività dell’isola, si sta rapidamente sviluppando il settore dei servizi, grazie all’adattabilità della forza lavoro maltese.
L’esiguità dell’estensione territoriale non consente elevate produzioni agricole, che comunque
esistono sugli appezzamenti terrazzati coltivati con cura dai residenti.
L’agricoltura impiega appena l’1,9% dei lavoratori del paese, contribuendo alla costituzione del
Prodotto Interno Lordo con il 2,9%. La superficie agricola maltese è di 12.000 ettari (appena un
decimo di quella del Lussemburgo), vale a dire il 38,0% dell’intero territorio ed è destinata per lo
più ad arativi. Da questi numeri si evince la scarsa rilevanza delle esportazioni agricole di Malta
nell’UE a quindici: appena 6 milioni di euro all’anno, mentre le importazioni dai paesi comunitari è di circa 200 milioni di euro.
Lo Stato polacco esiste da più di mille anni e nel XVI secolo era uno dei più potenti d’Europa.
Il paese dispone di molte risorse minerali naturali, come carbone, rame, zinco, ferro, gesso, lignite e riserve di gas naturale. L’imprenditorialità privata si è sviluppata molto velocemente ed oggi
riguarda il 70% delle attività economiche del paese. Le industrie principali sono quelle metallurgiche, dell’acciaio, e dei settori chimico e tessile. Il commercio, le nuove tecnologie ed i servizi
in generale stanno giocando un ruolo importante nella ristrutturazione dell’economia nazionale.
Con 18.397.000 ha di superficie agricola (ben il 58,8% dell’intero territorio del paese) la Polonia
diventa il terzo paese dell’Unione europea in quanto a terreno agricolo, seconda solo a Francia e
Spagna e davanti a Regno Unito, Germania e Italia. Ben il 18,8% della forza lavoro è occupata in
agricoltura, ma la produttività è piuttosto bassa, tanto che il settore primario contribuisce alla formazione del Prodotto Interno Lordo solamente per il 3,3%; ciò è dovuto al fatto che circa un
quarto della popolazione vive ancora in piccole e non efficienti aziende agricole. I principali prodotti della terra sono grano, patate, barbabietole da zucchero, foraggio; buono l’allevamento di
bestiame. Anche i numeri relativi al commercio agricolo tra la Polonia e l’UE a 15 dimostrano
l’importanza dell’agricoltura per questo paese e, considerate le sue dimensioni, anche per l’UE
nel suo insieme: il valore annuale delle importazioni di prodotti agricoli nei Quindici dalla Polonia sono state mediamente negli ultimi anni di circa 1.121 milioni di euro; ancora più importanti
le esportazioni di prodotti comunitari verso il paese, che si attestano sui 1.760 milioni di euro
l’anno.
Prima della seconda guerra mondiale questo era uno dei dieci Stati più industrializzati del mondo ed è stato l’unico paese dell’Europa centro-orientale a rimanere una democrazia fino al 1938.
Praga, la capitale, con i suoi mille e più anni di storia, è ricca di monumenti architettonici di stili diversi.
Le colline e le montagne, che occupano il 95% del paese, ne fanno il luogo ideale per attività
quali sci, mountain bike e trekking.
La superficie agricola occupa il 54,3% dell’intero territorio ed è di 4.282.000 ha (più o meno
come quella dell’Irlanda). L’occupazione nel settore primario è più bassa che nella maggior parte degli altri nuovi Stati membri (il 5,1% sul totale degli occupati) e l’agricoltura contribuisce
con il 3,9% alla composizione del Prodotto Interno Lordo. 3.107.000 ha sono coltivati a seminativi e buone sono le produzioni di cereali, barbabietole da zucchero e luppolo; da quest’ultimo
deriva la birra di fama mondiale, mentre un altro importante settore è quello legato alle acque
minerali, provenienti da oltre 900 sorgenti naturali. Oltre 2,5 milioni di ettari sono coperti da
foreste.
Il commercio agricolo della Repubblica ceca con l’UE a quindici è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni, facendo registrare un volume annuale di esportazioni verso l’UE di 390
milioni di euro ed importazioni per circa 1.000 milioni.
Separatasi in maniera incruenta dalla Repubblica ceca nel 1993, la Slovacchia ha subìto nel corso dei secoli numerose invasioni, come testimoniano le fortificazioni ancora presenti su molte
colline, costruite a difesa del territorio. La parte settentrionale del paese, prevalentemente montuosa, è caratterizzata dalla catena degli Alti Tatra, la più piccola catena montuosa alpina del
mondo e dalla regione di Spis, con foreste particolarmente interessanti. La capitale presenta un
ricco patrimonio architettonico medievale e barocco.
L’economia del paese si è nell’ultimo decennio orientata verso i settori secondario e terziario.
Malgrado ciò il 49,8% della superficie della Slovacchia è ad uso agricolo, per un totale di
2.444.000 ha (poco meno della superficie agricola finlandese).
Gli occupati nel settore primario sono il 6,7% del totale e l’agricoltura contribuisce con il 4,5%
alla formazione del Prodotto Interno Lordo. 1.469.000 ha sono destinati a seminativi e 848.000
ha a pascoli permanenti.
Il commercio agricolo con i paesi dell’UE a quindici ha fatto registrare negli ultimi anni un certo incremento per quanto riguarda le importazioni di prodotti comunitari in Slovacchia, che
superano il valore di 300 milioni di euro all’anno; in leggero aumento anche le esportazioni slovacche verso i Quindici, attestate sui 200 milioni di euro.
MALTA
Capitale: La Valletta
Lingua: maltese e inglese
Moneta: lira maltese
Superficie: 300 kmq (il doppio del comune di
Trento)
Popolazione: 400.000
POLONIA
Capitale: Varsavia
Lingua: polacco
Moneta: zloty
Superficie: 313.000 kmq (poco più dell’Italia)
Popolazione: 38,6 milioni
REPUBBLICA
CECA
Capitale: Praga
Lingua: ceco
Moneta: corona ceca
Superficie: 79.000 kmq (poco meno
dell’Austria)
Popolazione: 10,3 milioni
SLOVACCHIA
Capitale: Bratislava
Lingua: slovacco
Moneta: corona slovacca
Superficie: 49.000 kmq (poco più della
Danimarca)
Popolazione: 5,4 milioni
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SLOVENIA
Capitale: Lubiana
Lingua: sloveno
Moneta: tallero sloveno
Superficie: 20.000 kmq (la metà
dell’Olanda)
Popolazione: 3 milioni
UNGHERIA
Capitale: Budapest
Lingua: ungherese
Moneta: fiorino ungherese
Superficie: 93.000 kmq (come il Portogallo)
Popolazione: 10,2 milioni
Appartenente un tempo all’impero austro-ungarico, ha
fatto successivamente parte della Jugoslavia, da cui si è
dichiarata indipendente nel giugno 1991. La capitale
risale all’epoca romana ed è una vivace città universitaria. Il paese è montuoso e ricco di foreste. La principale
attività economica è il turismo, con attrattive quali le
famose grotte di Postumia, i laghi di Bled e di Bohini, le
stazioni sciistiche. Il settore industriale produce in particolare materiale elettrico, prodotti tessili, carta e derivati; molto sviluppata la filiera del legno come pure il settore della trasformazione agroalimentare.
Con 486.000 ha la superficie agricola copre il 24% del
territorio sloveno (e corrisponde a circa il quadruplo
della superficie agricola del Lussemburgo). La maggior
parte di questa superficie (298.000 ha) è adibita a pascoli permanenti. Gli occupati nel settore primario sono il
9,9% del totale e l’agricoltura contribuisce con il 3,2%
alla formazione del Prodotto Interno Lordo del paese.
La caseificazione e l’allevamento bovino sono le principali componenti dell’agricoltura slovena. Pure la coltivazione di mais e frumento, di patate e barbabietole da
zucchero e la viticoltura sono abbastanza diffuse. Il
commercio agricolo con i paesi dell’UE a quindici è
molto sbilanciato a sfavore della Slovenia: infatti, mentre le importazioni dai Quindici si sono attestate negli
ultimi anni su un valore di circa 420 milioni di euro l’anno, le esportazioni nell’Europa comunitaria non raggiungono i 100 milioni.
La più accreditata teoria sulle origini della “nazione”
ungherese data 896, quando delle tribù ugro-finniche si
stabilirono permanente nella zona dei Carpazi. Il territorio ungherese è collinare ad ovest e costituito da una fertile pianura ad est. Il lago Balaton, nota zona turistica, è
il più grande dell’Europa centrale. La capitale Budapest,
che si estende sulle due rive del Danubio, è una città ricca di storia e, come il resto del paese , è rinomata per le
sorgenti termali: dopo l’Islanda l’Ungheria è infatti lo
Stato con il maggior numero di sorgenti termali.
L’agricoltura ha sempre rivestito un ruolo importante
nell’economia del paese, al punto che ben il 62,9% del
territorio è adibito ad usi agricoli, per un totale di
5.853.000 ha (un po’ più della superficie agricola della
Grecia). Gli occupati agricoli rappresentano il 6,5% del
totale dei lavoratori ungheresi ed il settore primario contribuisce con il 4,1% alla composizione del Prodotto
Interno Lordo del paese. 4.708.000 ha sono destinati a
seminativi, con buone produzioni di cereali (mais, frumento e, in minor misura, orzo). Estesi sono anche i prati permanenti (1.147.000 ha), mentre sui 223 ha destinati a colture permanenti è buona la produzione di vino e
di mele.
Interessante sono i dati del commercio agricolo tra
Ungheria ed UE a quindici; nel confronto con tutti i
nuovi Stati membri, l’Ungheria è l’unico paese che presenta un bilancio positivo tra importazioni ed esportazioni con l’UE: a fronte di circa 540 milioni di euro
all’anno di importazioni in Ungheria di prodotti agricoli
comunitari, le esportazioni verso i quindici paesi che
fino a pochi giorni fa costituivano l’UE è quantificata in
circa 1.110 milioni di euro.
L’elenco dei bandi ancora aperti pubblicati sulla Gazzetta ufficiale serie C è disponibile sul sito del
Carrefour europeo delle Alpi all’indirizzo: http://www.ismaa.it/html/ita/carefr/novita.html
Il Carrefour europeo delle Alpi è disponibile per qualsiasi chiarimento, informazione, assistenza
presso la sede di San Michele all’Adige in orario d’ufficio.
Indirizzo: Istituto Agrario di San Michele all’Adige - via E. Mach, 1 - 38010 S. Michele all’Adige (Trento)
Tel. +39 0461 615200- Fax +39 0461 650872 - Email: [email protected]
Europa Informa è un periodico quindicinale. Per ricevere gratuitamente la pubblicazione
è sufficiente farne richiesta al Carrefour europeo delle Alpi.
Disponibile su Internet al sito http://www.ismaa.it/Carrefour.htm
Autorizz. Trib. Trento N. 984 dell’11.11.97 - Direttore responsabile: Gianni Bazzanella in redazione Giancarlo Orsingher, Sergio Ferrari, Stefania Trentin
Stampa: Tipografia Esperia s.r.l. - Lavis (TN) - Via Galileo Galilei, 45
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Partnership
Orienteering in Europa
La Federazione Slovena di Orienteering cerca
delle organizzazioni analoghe per portare
avanti un progetto nell'ambito dell'azione 5 del
Programma Gioventù. Il progetto, intitolato
"Orienteering - connecting people with interested partner organisations from EU", si propone uno scambio di esperienze tra organizzazioni che operano nel campo dello sport e del
mondo giovanile (scouts, organizzazioni sportive, organizzazioni per disabili, etc.). Le
tematiche che verranno affrontate sono: natura, ecologia, attività interculturali, metodi educativi nello sport.
Contattare:
Samo Kofol
e-mail: [email protected]
Scambio su tematiche
teatrali
Un gruppo di nove studenti universitari dell'Ungheria ha da poco fondato una compagnia
teatrale e cerca dei gruppi di giovani attori per
uno scambio nell'ambito dell'azione 1 del Programma Gioventù. Lo scambio è finalizzato a
conoscere i rispettivi metodi di lavoro e a stabilire contatti per lavori futuri.
Contattare:
Gergely Kincs
University of Pécs
Central Office For Students
e-mail: [email protected]
Seminario di contatto
tra cori
La scuola musicale di Tallin (Estonia) "Meero
Muusik" cerca dei gruppi interessati a partecipare ad un seminario di contatto finalizzato a
cercare cori giovanili e gruppi di canti folk per
il festival internazionale di canto che si svolge
ogni anno in aprile a Tallin.
Contattare:
Varje Lepp
Meero Muusik private music school
Toompuiestee 17 a
10137 Tallinn
Estonia
tel: +3726602728
cell: +3725045578
fax: + 3726602729
web: www.meero.ee
E-mail : [email protected]
Per verificare l’efficacia
dell’informazione fornita,
comunicateci i progetti
che riuscite ad attivare
nell’ambito delle partnership
proposte in questa rubrica.
Grazie per la collaborazione