ENPCOM European Network for the Promotion of the Covenant of

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ENPCOM European Network for the Promotion of the Covenant of
ENPCOM European Network for the Promotion of the Covenant of Mayors “Europe for Citizens” Programme Pisa, 27‐28‐29-30 gennaio 2014 Intervento di Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa e presidente nazionale di Legautonomie Il cambiamento delle nostre città è possibile e necessario e darà notevoli possibilità di crescita. Questa consapevolezza orienta ormai fondamentali politiche dell’Unione Europee. Come sindaci, per la nostra esperienza, sappiamo che queste potenzialità positive saranno colte solo se sapremo rilanciare le nostre migliori vocazioni e caratterizzazioni, quelle che per esempio possono distinguere Pisa e la Toscana: imprenditorialità, creatività, coraggio innovativo; culture d’eccellenza e diffuse; salvaguardia dell’eccezionale dotazione di patrimonio storico e di sistemi ambientali; la tradizione civica nella sua parte più aperta e dinamica. E se sapremo cogliere le opportunità date dalle rivoluzioni in corso: quella digitale (Pisa è la culla dell’informatica italiana); quella delle energie – su questa ci confronteremo in queste giornate –; quella dell’accorciamento di tempi e distanze relative delle relazioni internazionali (Pisa ha tre università, con 55 mila studenti, e tutti i più grandi centri di ricerca italiani e è base di voli aerei low cost, per 80 destinazioni internazionali). La città di Pisa è orgogliosa di ospitare in questi giorni la prima iniziativa del progetto ENPCOM che riunisce i rappresentanti di 29 Comuni europei aderenti al Patto dei Sindaci per avviare un confronto sulle misure concrete intraprese per il raggiungimento dell’importante traguardo fissato per il 2020, la riduzione dell’emissioni di CO2 per almeno il 20%. A distanza di cinque anni è oggi possibile fare delle valutazioni sui primi risultati ottenuti grazie al Patto dei Sindaci, le prime evidenze vengono dai numeri, ne parlerà qui con maggiore appropriatezza Antonio Lumicisi: 4600 gli enti locali coinvolti in tutta Europa, 2200 i Comuni Italiani ad evidenziare l’interesse che nel nostro paese ha destato l’opportunità di essere partecipi di un progetto europeo che mira a dare risposte alle criticità che i cambiamenti climatici causano, a cogliere le opportunità offerte dalla possibilità di una riduzione dei costi energetici, a realizzare sinergie e a reperire risorse utili ad attivare “circuiti” di Green Economy, a dare crescita nuova e sostenibile, a creare nuovo lavoro utile. Siamo a Pisa, in Italia. Un dato numerico nazionale così significativo, quasi il 48% dei comuni aderenti al Patto in tutta Europa sono Italiani, deve indurci ad operare una distinzione fra i Comuni che hanno messo in atto misure e piani concreti dopo la firma del patto, approvando i SEAP, e comuni che si sono limitati alla semplice adesione per sensibilità. Considerare questa distinzione e farne discendere qualche scelta organizzativa e politica può rendere più credibile e utile il nostro lavoro. Ad oggi i SEAP o PAES (Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile) approvati sono oltre 2000 il che consente di avviare, come faremo in questi giorni, un primo confronto fra città per analizzare i risultati ottenuti e mettere a disposizione di chi si avvia adesso a redigere un piano una nutrita banca dati di best practice. Legautonomie, l’associazione di enti locali che presiedo, è già impegnata a promuovere il Patto dei Sindaci ed altre azioni collegate, insieme a partner attivi, e a dare maggiore impulso all’iniziativa dei comuni tramite le iniziative dell’ANCI. La Città di Pisa ha aderito al Patto dei Sindaci nel Novembre del 2010 – non tra le prime, dunque – ponendosi quale obiettivo una riduzione delle emissioni di CO2 del 21,67% entro il 2020. Al 1 momento dell’adesione erano già state intraprese una serie di azioni divenute poi parte integrante nel PAES approvato dal Consiglio Comunale il 10 maggio del 2012. Nel programma di mandato 2008‐2013 della nostra amministrazione comunale – il mio primo da Sindaco – erano già delineate le linee guida che ispiravano il futuro sviluppo della città ispirate ad alcuni principi della green economy, con l’obiettivo di accelerare un processo di riqualificazione di Pisa come smart city, mettendo a frutto le nostre vocazioni e le nostre dotazioni scientifico‐
tecnologiche, per ridurre l’impatto dei grandi flussi di persone che ogni giorno ospitiamo e per preservare i nostri sistemi ambientali. Sui temi oggi oggetto del nostro confronto, già nel dicembre del 2009 si avviava a Pisa l’esperienza di un Forum annuale di confronto, anche internazionale, per la Green Economy (Green City Energy), richiamando in città scienziati, politici, decision‐makers e rappresentanti delle città all’avanguardia in Europa per discutere le linee strategiche di sviluppo e definire le tappe per la realizzazione di “città laboratorio”, dove sperimentare soluzioni innovative poi esportabili in altre comunità. L’adesione al Patto dei Sindaci, l’adozione del PAES, giungono dunque per noi quali tappe di un percorso già avviato, con una serie di azioni adottate che mostrano oggi i loro primi risultati. Qualità della vita, conoscenza, sostenibilità e accessibilità, sono le quattro parole chiave che ispirano il nostro modello di città, i quattro assi strategici sui quali si sviluppa il nostro progetto. Gli strumenti operativi che interagiscono sinergicamente per la realizzazione di questo progetto sono il PAES, come si è detto, il Piano strutturale territoriale dell’area pisana, il Piano urbano della mobilità, il futuro “piano regolatore della città digitale”. Strumenti operativi strategici, di pianificazione e controllo, ai quali si aggiungono altri strumenti e risorse che Pisa sa esprimere in virtù di un alto potenziale d’innovazione, determinato dalla presenza sul territorio di centri di ricerca d’eccellenza e PMI ad alto valore innovativo, del settore Ict soprattutto, che consentono la sperimentazione di sistemi e tecnologie d’avanguardia nel controllo e nel monitoraggio dei risultati, nell’uso delle energie rinnovabili, nella predisposizione di reti e sistemi di mobilità sostenibile. Il PAES è stato dunque redatto in questo contesto, quale strumento operativo in settori di azione strategici per Pisa Smart City. Delle singole azioni e sugli ambiti d’intervento nei quali il PAES da noi adottato si sta concretizzando, ascolteremo successivamente una più approfondita relazione, ma consentitemi di ricordare alcuni passaggi oggi avviati e in parte conclusi, che stanno caratterizzando il cambiamento che Pisa sta vivendo. La città sta vivendo oggi un nuovo sviluppo, pur nella situazione di crisi generale, una crescita che rispondeva alle esigenze dei cittadini e che potrà favorire un incremento dei residenti nella nostra città. Uno sviluppo che si sta concretizzando secondo rigorose scelte di urbanistica sostenibile, dove per sostenibilità non s’intende la sola limitazione dell’impatto ambientale ma si integrano sostenibilità sociale e capacità di progettare mirando a un miglioramento della qualità della vita dei cittadini, puntando sul recupero e sul riuso, incentivando nuove tecniche costruttive e autoproduzione di energia proveniente da fonti rinnovabili. Tutto questo in un territorio comunale che per due terzi è 2 Parco Naturale, il grande Parco regionale di San Rossore‐Migliarino‐Massaciuccoli, che comprende la costa dal confine con Livorno a Viareggio, con ampie aree classificate dall’UNESCO come Patrimonio della Biosfera. Già nel settembre del 2009 il Consiglio Comunale approvava un regolamento per l’edilizia sostenibile e nello stesso periodo si avviava un’importante riqualificazione urbana della città, la più significativa dal dopoguerra ad oggi, fondata sul recupero del patrimonio culturale e messa in atto grazie a una capacità progettuale che ha portato a Pisa finanziamenti dell’Unione Europea ottenuti con i Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile. Si sono così avviati 14 progetti, coordinati in un Master Plan redatto dall’architetto inglese David Chipperfield, per un investimento di oltre 40 milioni di euro, che hanno consentito di realizzare una riqualificazione del centro storico, che si concluderà entro il 2014 e che apre la prospettiva ad ulteriori miglioramenti della qualità urbana e anche dell’incremento di un’industria dell’accoglienza, di un turismo di tipo nuovo. Si è avviato poi il percorso per il recupero dell’area occupata dal vecchio ospedale Santa Chiara, per il completamento della costruzione del nuovo ospedale (un’operazione del valore di circa 300 milioni di euro), obiettivo di importanza strategica per il futuro della città che restituisce alla programmazione urbanistica concepita secondo criteri di sostenibilità ambientale ed energetica una vasta area del centro storico, subito a ridosso della Piazza dei Miracoli, la piazza della Torre pendente. Il progetto di riqualificazione urbana non ha interessato solo il centro storico, ma si è esteso verso le periferie, consentendo la nascita di nuovi quartieri abitativi, centri direzionali e aree commerciali. Il tutto senza consumo di territorio e secondo criteri di alta efficienza energetica. Si è puntato sul recupero di aree industriali dismesse, aree degradate e fortemente impermeabilizzate, che da tempo attendevano di essere risanate. Un esempio fra tutti è sicuramente la riqualificazione dell’area occupata della Saint Gobain, nel quartiere di Porta a Mare. La dove ieri esistevano solo i resti in degrado di una fabbrica dismessa, oggi nascono moderne abitazioni realizzate con criteri di bioedilizia con costi accessibili alle giovani famiglie, edifici commerciali, piazze e aree per la socializzazione, centri direzionali. Mentre è un gestazione un progetto di recupero energetico, a partire dalla risorsa prodotta da Saint Gobain e oggi fortemente sottoutilizzata, per creare una rete di teleriscaldamento. A una moderna mobilità, improntata a criteri di sostenibilità urbana, guarda poi un altro importante intervento, la realizzazione del progetto denominato Sesta Porta. Anche in questo caso si è recuperata e riqualificata un’area dismessa la cui posizione riassume la valenza simbolica di uno spazio di arrivo, una nuova “porta” urbana dove convergeranno e si scambieranno tutti le modalità di trasporto, a partire da quelle collettive, un punto di snodo per la mobilità destinato a ridurre sensibilmente l’impatto del traffico sul centro storico. Anche in questo caso progettazione e realizzazione dell’opera sono state ispirate da principi di “green building” per ridurre significativamente l’impatto negativo degli edifici sull’ambiente e per gli occupanti. E sul piano della mobilità sostenibile si sono realizzati a Pisa interventi che hanno contribuito a farci assegnare riconoscimenti di prestigio come il Klima Energy Awards, che abbiamo vinto per due edizioni, ed altri ancora. 3 Insieme a Roma e Milano Pisa è una delle tre città scelte per mettere a punto una moderna rete per la mobilità elettrica. Insieme a Mercedes e ENEL, e con il supporto di altri importanti partner di prestigio, quali Piaggio e Poste Italiane, si è concretizzato un sistema di viabilità elettrica di avanguardia. Pisa è oggi dotata di una capillare rete di centrali di ricarica per veicoli elettrici, e di protocolli e incentivi per l’utilizzo dei mezzi elettrici per la logistica e il trasporto delle merci. Ma alla mobilità, e alla promozione di stili di vita salubri, guardano altre iniziative come il progetto Pisa città che cammina che mira a incentivare l’uso di percorsi pedonali e CicloPi il sistema di bike sharing di cui ognuno di voi oggi ha ricevuto una tessera per l’accesso durante i giorni del vostro soggiorno a Pisa. Sempre nei settori della mobilità si è avviata la realizzazione di un importante opera infrastrutturale, un moderno People Mover a trazione elettrica, destinato a collegare l’aeroporto di Pisa – 4,5 milioni di passeggeri all’anno – con la stazione ferroviaria centrale – 17 milioni di passeggeri all’anno –. La realizzazione del People Mover – l’abbiamo chiamato Pisamover – consentirà di produrre importanti cambiamenti nei quartieri interessati dal suo passaggio, incentivando percorsi ciclo pedonali e favorendo l’utilizzo dei parcheggi scambiatori. Oltre al people mover si è avviata la progettazione di una metropolitana di superfice, una busvia con mezzi a trazione elettrica, destinata ad attraversare la città per consentire il collegamento della stazione centrale con il nuovo ospedale che sorge nel nuovo quartiere di Cisanello. In questo insieme di progetti, già avviati e in parte realizzati, si inseriscono i nuovi progetti, destinati a rilanciare e consolidare i risultati già ottenuti, fra questi l’idea di una via fluviale di accesso alla città, recuperando la navigabilità dell’Arno e mettendo in collegamento l’Arno con il Canale dei Navicelli – un canale navigabile d’origine medicea, che oggi rilanciamo –, dove si sta sviluppando la nuova area industriale di Pisa vocata alla cantieristica e dove si sta sperimentando un’area APEA che domani visiteremo. Proprio nell’area dei Navicelli si è poi realizzato uno dei campi fotovoltaici più grandi delle Toscana, inaugurato ad aprile del 2011, ricavato dal recupero di una cassa di esondazione, di un terreno non altrimenti utilizzabile, in grado di produrre energia per il fabbisogno annuo di 3000 famiglie. Presso “Sol Maggiore”, così si chiama il campo, in collaborazione con l’Università si è poi realizzato un centro dimostrativo per la didattica sulle tematiche ambientali, rivolto soprattutto alle scuole. E, come sappiamo, informazione e formazione sono obiettivi irrinunciabili per sviluppare i PAES e un’azione di respiro. Nel nostro caso, dunque, un’attenzione è stata rivolta infatti all’educazione ambientale e alla didattica, su 9 scuole della città si è provveduto a installare tetti fotovoltaici dotati di un sistema di monitoraggio della produzione utilizzato nella didattica per consentire agli studenti di acquisire consapevolezza dei temi legati alla produzione di energia da fonti alternative. Con l’adozione del PAES si sono dunque messe a sistema, anche nella nostra città, un insieme di iniziative, per buona parte già intraprese, e ci si è dotati di un importante strumento di controllo e gestione che ci consente oggi di monitorare i risultati ottenuti e che ci permette e ci consentirà di più in futuro, noi speriamo, d’essere valutati. Diffondere le esperienze innovative; mettere alla prova nuove tecnologie per prototipi e soprattutto su larga scala; accettare standard impegnativi, per obiettivi quantitativi e per capacità 4 realizzativa – di superare le strozzature burocratiche, per esempio – per semplicità delle regole, per agilità e trasparenza dei procedimenti amministrativi; esporsi al confronto con altre città e con gli altri paesi dell’Unione Europea: queste sono alcune qualità importanti del Patto dei Sindaci, qualità che ci fanno più forti nel chiedere ai governi misure nuove. In Italia la semplificazione amministrativa è una precondizione irrinunciabile: per fare città intelligenti serve un’amministrazione pubblica intelligente, mentre oggi è anchilosata e vischiosa. Servono misure che riconoscano il compito essenziale delle città e dunque il valore del Patto dei Sindaci. Dobbiamo forzare i vincoli del Patto di stabilità per incentivare le politiche innovative, nei settori cruciali di cui si discute e che danno contenuti ai PAES, congiuntamente all’impiego di detrazioni fiscali. Dobbiamo rivendicare adeguati strumenti finanziari, specifici, finalizzati. Dobbiamo batterci perché alle città – di certo a quelle italiane, oggi – sia consentito di dotarsi di professionalità specifiche, negli organici delle amministrazioni o con apporti professionali esterni, per la realizzazione di politiche innovative, per l’energia come per l’agenda digitale – le due rivoluzioni sono strettamente collegate –, perché le scelte cieche di restrizione dell’autonomia organizzativa dei comuni colpiscono proprio la capacità d’innovazione e questa realtà è un assurdo, assolutamente inaccettabile. Invece di incentivare e premiare di deprime e si livella verso il basso: questo è un vero scandalo da denunciare! Noi vogliamo, invece, che si possa dare stabilità ad attività amministrative complesse, in un corretto e fluido rapporto con le imprese, per renderle stabili e incrementali, non episodiche e dovute ad un continuo e defatigante impulso politico. L’impulso politico dovrebbe servire per gli avanzamenti e non per difendere in affanno quello che già si è fatto o impostato. Le città non cresceranno di nuova crescita e non cambieranno tutte allo stesso modo e nello stesso tempo. Le rivoluzioni che sono necessarie creeranno necessariamente dei gruppi di testa, fatti da metropoli, da città medie e da centri più piccoli. Dobbiamo avere l’ambizione e la capacità di stare in questo gruppo e d’essere esemplari. Non deve spaventarci una competizione positiva fra città. L’Italia, in particolare, ha bisogno di cambiamenti radicali e veloci: questa è anche la nostra missione di amministratori, dev’essere la missione di una nuova politica locale, essenziale per dare uno sviluppo sostenibile e sociale, che crei lavoro e riproduca coesione delle nostre comunità. Se servisse alle altre città e alla Commissione dell’Unione Europea, Pisa si metterebbe volentieri a disposizione per realizzare un coordinamento delle città italiane che hanno approvato i PAES e per essere il nodo di una rete di riferimenti europei per il Patto dei Sindaci e per gli ulteriori sviluppi che possiamo immaginare e che sono necessari. In questi giorni dobbiamo parlare anche di come organizziamo il nostro lavoro, oltre che dei contenuti della nostra azione. Così potremo fare un altro passo in avanti. E sono certo che lo faremo. Grazie. (Bozza da correggere) 5