5BS Allegati - iis majorana cesano maderno

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5BS Allegati - iis majorana cesano maderno
DOCUMENTO DEL C.C. DI 5BS
ALLEGATI
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I I S “Ettore Majorana”
Via A. De Gasperi, 6 - 20811 Cesano Maderno (MB)
SIMULAZIONE ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEI CORSI DI STUDIO DI
ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
PROVA DI ITALIANO
TIPOLOGIA A - Analisi del testo poetico
Orfano
Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca
Senti: una zana dondola pian piano.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca;
canta una vecchia, il mento sulla mano.
La vecchia canta: Intorno al tuo lettino
c’è rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nel bel giardino il bimbo s’addormenta.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta.
(da G. Pascoli, Myricae)
"Myricae" è il primo libro poetico di Pascoli. Dedicato al padre, assume il titolo dalla quarta egloga
di Virgilio: Arbusta iuvant humilesque myricae. Le umili myricae sono le tamerici (o tamerischi,
come traduce il poeta) che Virgilio canta nelle “Bucoliche”. Questa prima raccolta livornese del
1891, presto seguita da riedizioni sempre più complete e «aggiunte», ha un'eleganza formale da
cui traspare la lunga consuetudine del «professore» con i prediletti classici, greci e latini: poesie
brevi e intense, musicalmente vive, ma dall'ispirazione profondamente radicata nella sua
esperienza personale.
1. Comprensione del testo
1.1 Esegui la parafrasi della poesia.
1.2 Chi sono i protagonisti della poesia? Perchè?
1.3 Perchè il componimento si intitola “Orfano”?
2. Analisi del testo
2.1 Svolgi l'analisi ritmico-metrica del componimento.
2.2 Individua le principali figure retoriche e spiegale, in particolare gli ossimori, i chiasmi e
le anafore presenti nel testo.
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3. Approfondimenti
Metti in relazione la poesia scelta di Pascoli ad altri componimenti del poeta appartententi alla
raccolta Myricae o ad altre posteriori, e metti in luce la sua poetica, confrontandola con quella di
altri autori italiani e stranieri della fine dell'Ottocento e degli inizi del Novecento.
Tipologia B – Articolo di giornale o Saggio breve
CONSEGNE
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i
documenti e i dati che lo corredano.
Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa
base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue
conoscenze ed esperienze di studio.
Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale
(rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento
culturale, altro).
Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno
specifico titolo.
Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più
elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’.
Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione
(quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro).
Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari,
convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio
protocollo.
Tipologia B1: AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO
L'ambivalenza della solitudine tra paure e necessità
DOCUMENTI
Macondo (la città immaginaria in cui si svolge la vicenda narrata, n.d.r.) era già un pauroso vortice
di polvere e macerie, centrifugato dalla collera dell'uragano biblico, quando Aureliano saltò undici
pagine per non perder tempo con fatti fin troppo noti, e cominciò a decifrare l'istante che stava
vivendo, e lo decifrava a mano a mano che lo viveva, profetizzando sé stesso nell'atto di decifrare
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l'ultima pagina delle pergamene, come se si stesse vedendo in uno specchio parlante. Allora saltò
oltre per precorrere le predizioni e appurare la data e le circostanze della sua morte. Tuttavia,
prima di arrivare al verso finale, aveva già compreso che non sarebbe mai più uscito da quella
stanza, perché era previsto che “la città degli specchi (o degli specchietti) sarebbe stata spianata
dal vento e bandita dalla memoria degli uomini nell'istante in cui Aureliano Babilonia avesse
terminato di decifrare le pergamene, e che tutto quello che vi era scritto era irripetibile da sempre
e per sempre, perché le stirpi condannate a cent'anni di solitudine non avevano una seconda
opportunità sulla terra.”
(Da G. Garcia Marquez, Cent'anni di solitudine, 1967)
La solitudine
non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia.
Uno c'ha tante idee
ma di modi di stare insieme
ce n'è solo due
c'è chi vive in piccole comuni o in tribù
la famiglia e il rapporto di coppia
c'è già nei capitoli precedenti,
ormai non se ne può più.
[…]
Certo, vivendo insieme
se chiedi aiuto
quando sei disperato e non sopporti
puoi appoggiarti.
Un po' di buona volontà
e riesco pure a farmi amare
ma perdo troppi pezzi e poi
(…) non mi ritrovo più.
[parlato](...) ... dove sono?... Eccoli lì che se li mangiano i miei pezzi... cannibali!... Troppa fame,
credimi... gli dai una mano ti mangiano il braccio... Ve la dò io la comune!... Cannibali... Credimi,
da soli si sta bene... In due? È già un esercito.
( Da G. Gaber, La solitudine, in La libertà obbligatoria, 1976)
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( E. Hopper, Cape Code Morning, 1950)
(E. Munch, Il grido, 1885)
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TIPOLOGIA B2. AMBITO SOCIO-ECONOMICO
ARGOMENTO: La donna oggi in Italia
DOCUMENTI
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. […]”
(Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 3)
Lavorare è donna. Come le donne, del resto, sanno benissimo. Gli uomini lo sanno un po’ meno.
Ma i dati non lasciano dubbi. L’Istat li ha raccolti in un volumetto nello scorso settembre, dal titolo
beneaugurante “Conciliare lavoro e famiglia” e non amettono replica: trattandosi di indagine
campionaria, quei dati sono stati forniti dai diretti interessati, cioè noi.
E, dunque : fra lavoro a casa e in ufficio le donne iniziano prima, finiscono dopo, dormono meno
degli uomini e delle altre europee, hanno meno tempo libero. Si sudano la giornata sette giorni su
sette, senza staccare mai, neanche al weekend. Nessuna di loro, quando torna dall’ufficio, si
sbatte in poltrona, senza più muovere un dito. Mentre così fa un italiano (maschio) ogni tre. […]
A chi tocca l’esame di coscienza, se le donne hanno troppo da fare a casa per trovarsi un lavoro in
ufficio o lavorano troppo, se vanno anche in ufficio? Anzitutto alla politica. Avere figli molto piccoli
e riuscire a mantenere una busta paga è un pesante gioco di prestigio. Solo il 6 per cento dei
bambini italiani sotto i 2 anni ha un posto (gratis) in un asilo nido pubblico, per nove ore al giorno.
In Belgio siamo al 30 per cento, in Francia al 40, in Portogallo al 12 per cento. […]
Il grosso degli scolari italiani torna a casa all’ora di pranzo e, se mamma lavora, o è a part time o
ci vuole la nonna. Il tempo pieno è un realtà di massa solo nelle grandi città del Centro Nord, dove
copre circa la metà degli scolari.
M. Ricci, Lavorare stanca soprattutto le donne, in “la Repubblica”, 17 dicembre 2008
Penultimi in Europa. Negli ultimi mesi ci ha superato anche la Grecia e dopo di noi resta solo Malta.
In Italia riesce a lavorare solo il 46,3 per cento delle donne; sette milioni in età lavorativa sono
fuori dal mercato del lavoro; al sud il tasso di occupazione crolla al 34,7 per cento.
C’è poi “il tetto di cristallo”, quella sottile, trasparente ma robustissima pellicola che divide le donne
dai posti che contano, li possono sfiorare ma mai afferrare: lo chiamavano così dieci, quindici,
venti anni fa; è sempre lì, cristallo puro, infrangibile, beffardo.
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[…] se la donna lavora entra più ricchezza in famiglia – a patto che ci sia un sistema di servizi
sociali adeguato – aumenta il debito e nascono più bambini. Anche quando arrivano, ce la fanno e
sfondano quel benedetto “tetto di cristallo”, alle donne è comunque destinato un stipendio
inferiore di un quarto di quello del collega maschio. […]
C. Fusani, Poco pagate e carriere difficili. Donne e lavoro: penultimi in Europa,
in “la Repubblica”, 11 febbraio 2008
ROMA - Dal Quirinale alle Province, passando per ministeri, parlamento, Regioni, giunte e consigli
comunali, il 79,27% degli incarichi istituzionali in Italia oggi è ancora in mano agli uomini. L'analisi
della rappresentanza di genere, infatti, parla chiaro: le donne costituiscono il 19,73% sul totale dei
ruoli politici elettivi o di nomina. […]
Dal 1948 ad oggi, la legislatura attuale è quella con la maggior presenza femminile in parlamento
(30%) e il governo di Matteo Renzi 'vanta' il maggior numero di donne ministro (50%). Al
contempo, però, la disparità fra uomini e donne in politica si accentua quando gli incarichi sono più
prestigiosi. […]
Analizzando la composizione del parlamento, talune dinamiche sono più che evidenti: la
percentuale di donne passa dal 30% sul totale dei deputati e senatori ad appena il 16% per i ruoli
più importanti quali capogruppo, presidente di commissione, ufficio di presidenza.
Un discorso simile vale per la squadra di governo: sul totale dei ministri, le donne sono il 50%, ma
se si restringe il campo ai soli ministeri con portafoglio, allora la percentuale scende al 35% e cala
ancora, fino ad arrivare al 27%, se si prende in considerazione l'esecutivo nella sua interezza, vale
a dire viceministri e sottosegretari compresi. […]
Chi guida le istituzioni locali italiane? Stando ai dati, assai raramente le donne vengono chiamate in
prima persona a guidare una Regione (10%), una Provincia (15%) o un Comune capoluogo (2%).
A livello europeo, al primo posto per presenza di donne nei governi c'è la Svezia (dove peraltro, col
54,1%, la parità non viene neanche rispettata perché le donne sono più degli uomini: 13 su 24
componenti totali). A seguire si piazzano Finlandia e Francia (entrambe col 47,3%) e poi, al quarto
posto, c'è l'Italia (che si ferma al 47% se si considera un governo a 17, premier compreso).
Slovacchia (6,67%), Lituania (6,67%) e Grecia (5,88%) chiudono la classifica Ue. […]
Interessante il raffronto con gli altri Paesi sulla presenza di donne in parlamento: in una
comparazione mondiale, l'Italia si piazza al 36esimo posto con il 30,53% di rappresentanza
femminile. Prima di noi, si posizionano - tra gli altri – Rwanda (che è primo in assoluto col
63,8%), Andorra (50%), Cuba (48,9%), Svezia (44,7%), Seychelles (43,8%), Senegal (42,7%),
Nicaragua (40,2%) e Spagna (36%). Sotto, invece, si trovano la Francia (26,9%),
il Canada (24,7%), il Regno Unito (22,5%) e gli Stati Uniti (17,9%).
Repubblica.it, 04 marzo 2014
Il Financial Times di ieri in un articolo di quattro pagine denuncia severamente il trattamento
riservato alle donne nel nostro Paese: l’uso di vallette seminude in ogni genere di programma
televisivo, gli spot pubblicitari dominati da allusioni sessuali, il prevalere della donna come oggetto
[…]. L’autore del servizio, Adrian Michaels, corrispondente da Milano dell’autorevole quotidiano
finanziaro, […] ammette di essere rimasto stupefatto dal modo in cui televisione e pubblicità
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dipingono le donne; e ancora più sorpreso dal fatto che apparentemente nessuno protesta o ci
trova qualcosa di male, […].
E. Franceschini, L’Italia un paese di veline. Le donne sono solo oggetti, in “la Repubblica”,
15 luglio 2007
La trappola è la più calda possibile, casa propria. […]. I casi di soprusi aumentano, […].
La violenza è una rete in cui si resta impigliate, produce vergogna più che ribellione, paura.
Siccome nella maggior parte dei casi proviene dal partner-padrone, il ricatto dell’affetto, della
paura o dei figli è tale che spesso chi fugge torna a casa a subire nuova violenza o chi denuncia
ritira.
Se non è facile conquistare la libertà dalla paura, le donne non sono libere neanche sul piano
materiale. […].
I. Ciuti, “la Repubblica”, 07 marzo 2008
TIPOLOGIA B3: AMBITO TECNICO-SCIENTIFICO
ARGOMENTO: Uomini e tecnologia: quale futuro?
Documenti
E’ stato affermato che verrà un giorno in cui l’uomo, mediante i cervelli automatici, potrà prendere
le più importanti decisioni. […] Poiché l’uomo deve lavorare soprattutto pensando, bisognerà
creare la macchina che pensa, riducendo al minimo l’azione dell’uomo che pensa. Siamo proprio
all’inizio di questa trasformazione? E’ stato affermato che queste macchine lavorano come lavora il
cervello. E fino a un certo punto è vero. […] Al lettore, anche se non è un erudito in elettronica, è
facile immaginare che è possibile moltiplicare la capacità di lavoro di queste macchine e darci
complicati risultati. E allora, ecco il punto, è possibile un’umanità che per mezzo di macchine
calcolatrici sostituisca l’azione dell’uomo? La questione non è peregrina. Nel caso dell’attività
dell’uomo vi è qualcosa che la macchina non ha, o meglio che solo ha in limiti molto ristretti:
nell’attività mentale umana vi è una capacità di adattamento alle situazioni diverse e nuove, per la
quale l’attività dell’uomo guidato dalla sua mente si differenzia nettamente dalla rapidità dei
funzionamenti della macchina.
Padre Agostino Gemelli, «Vita e Pensiero», ottobre 1954
Mentre l'evoluzione biologica ha dotato gli organismi viventi prima di un corpo e poi di un cervello,
l’intelligenza artificiale ha cercato di costruire una mente senza corpo, cioè un'intelligenza che
imitasse le funzioni simboliche e astratte del cervello biologico evitando ogni interazione con un
ambiente considerato fonte di disturbo. […] Il recupero della dimensione corporea e sensoriale ha
portato ai robot e ha aperto una serie di interrogativi che vanno dagli aspetti tecnici della loro
costruzione fino a sottili questioni di natura etica. Di qui il sorgere di alcuni importanti interrogativi:
fino a che punto siamo disposti a convivere coi robot, ad affidarci a loro nella vita quotidiana,
nell’accudimento e nelle cure? Se i robot dovessero un giorno diventare intelligenti e sensibili
(quasi) quanto gli umani, potremmo continuare a considerarli macchine, come le lavatrici o le
automobili? O dovremmo adottare atteggiamenti empatici e comprensivi come nei confronti degli
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animali domestici? Dovremmo arrivare a conferire loro dignità etica?E viceversa: quali
comportamenti dei robot dovremmo tollerare, incoraggiare o vietare? E di chi sarebbero le
responsabilità di un loro eventuale comportamento dannoso?
Giuseppe Longo, Università degli Studi di Trieste, in Il Sole 24ore, 30 Dicembre 2007
I robot nel nostro futuro? Saranno sempre più presenti. Basta guardarsi in giro per rendersene
conto. Queste macchine robotizzate compaiono sempre più spesso nei lavori quotidiani, una volta
a completo appannaggio dell'uomo. Quale sarà il loro e il nostro futuro? […] Si tratterà di robot
umanizzati o di umani robotizzati? Pensiamo alle tante strumentazioni prodigiose di cui si avvale
l'uomo per aumentare in modo esponenziale le proprie possibilità. I robot stanno prendendo il
sopravvento in una miriade di mestieri. E se tra qualche decennio ci troveremo a lavorare fianco a
fianco con macchine più intelligenti di noi, pensiamo a quanti operai nelle fabbriche potrebbero
essere sostituiti da bracci robotici e macchine più sofisticate e precise.
Federica Vitale, Focus, 27 Maggio 2013
L’automazione viene spesso introdotta per migliorare l’efficienza del lavoratore e non per
sostituirlo. Incremento della produttività vuole dire che le aziende possono fare lo stesso lavoro
con meno addetti, ma può anche significare che le aziende espandono la produzione senza
diminuire il personale, riuscendo magari a penetrare in nuovi mercati. Si prenda per esempio il
robot Kiva, il fiore all’occhiello dei sistemi di automazione per l’e-commerce. Ideati e venduti da
Kiva Systems, i robot si muovono agilmente nei grandi magazzini e consegnano direttamente i
prodotti a chi deve confezionare la merce. Nello stabilimento che li ospita flotte di robot si
spostano senza un attimo di tregua. Alcune macchine appena assemblate vengono testate per
verificare che tutto sia in ordine prima di spedirle ai clienti in tutto il mondo, mentre altre servono
per le dimostrazioni, rispondendo immediatamente agli ordini elettronici. Un magazzino con robot
Kiva può gestire una quantità di ordini quattro volte superiore a quella di un normale magazzino, in
cui i dipendenti passano in media il 70 per cento del loro tempo a cercare le merci.
David Rotman, direttore di Mit Technology Review, Corriere.it,18 dicembre 2013
Il futuro della robotica ha una data precisa: il 2029. Quello sarà l'anno nel quale macchine e
umanità si fonderanno, nel quale anche i robot saranno capaci di leggere le emozioni umane e di
riprodurle, se non anticiparle, di imparare dall'esperienza, di scherzare, di raccontare storie,
addirittura di sorridere. In altre parole il 2029 segnerà il vantaggio dell'intelligenza artificiale su
quella naturale. A vaticinare questa tecno-superiorità è Ray Kurzweil, direttore dell'ingegneria
Google e incaricato dalla U.S. National Academy of Engineering, insieme ad altre 17 "menti", di
prevedere le sfide tecnologiche del prossimo secolo. […]
Kurzweil è noto alle cronache scientifiche per aver inventato i dispositivi che hanno cambiato il
mondo: il primo scanner piano, il primo programma per computer in grado di riconoscere un
carattere tipografico ed il primo sintetizzatore "text-to-speech", ma soprattutto non è nuovo nel
tentativo di saper guardare oltre il proprio naso e il proprio tempo, anticipando con precisione
quello che sarà: nel 1990 predisse che un computer avrebbe sconfitto un campione mondiale di
scacchi a partire dal 1998; e sbagliò solo di qualche mese. E giurò anche sul futuro del "world wide
web" in un momento in cui Internet era solo una piccola rete di sistema oscura e ingestibile in
mano ad alcuni accademici di Los Angeles.
Nicola Perilli, La Stampa, 28 febbraio 2014
Stampanti a tre dimensioni, in grado di fabbricare oggetti su misura. Nanomateriali. Macchine che
si aggiustano da sole. Migliaia di robot sulle catene di assemblaggio degli iPad. Tutto gestito da
software sempre più sofisticati. La fabbrica del futuro è alle porte. Gli esperti dicono che è la terza
rivoluzione industriale, paragonabile per importanza alla macchina a vapore, poi l' elettricità, infine
la meccanizzazione dell' agricoltura. Dal fondo della crisi economica in cui ci troviamo, queste
notizie epocali non sono quelle di cui sentiamo il bisogno. Tuttavia, di fronte all' alba di un' era
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nuova, può starci un brivido di eccitazione. Accompagnato, però, da una domanda inquietante:
quando verrà il nuovo giorno, noi, esattamente, che lavoro faremo? «Una spettacolare prova del
centravanti Lorenzo Dalpià ha portato la Moglianese ad una rotonda vittoria per 3 a 0 sulla
Santantonio, in una partita cruciale per la promozione». Il virgolettato non è di un cronista, ma è
stato redatto da un computer, sulla sola base delle statistiche della partita.
Maurizio Ferraresi – Maurizio Ricci, La Repubblica, 23 maggio 2012
Tipologia B4: AMBITO STORICO-POLITICO
Argomento: La guerra fredda: minacce di guerra e processo di distensione
«Una cortina di ferro» è scesa sull’Europa
Da: W. Churchill, in J. Morray, Storia della guerra fredda, Editori Riuniti,
Roma 1962
Un’ombra è caduta sulle scene cosí recentemente illuminate dalla vittoria degli alleati. Nessuno sa
ciò che la Russia sovietica e la sua organizzazione internazionale intendono fare nell’immediato
futuro, o quali siano i limiti, se ce ne sono, alle loro tendenze all’espansione e al proselitismo. Ho
molta ammirazione e molta stima per il valoroso popolo russo e per il mio compagno di guerra,
maresciallo Stalin. In Gran Bretagna – e senza dubbio anche qui –c’è simpatia e buona volontà
verso i popoli russi, e la determinazione di perseverare, nonostante molte divergenze e contrasti,
nello stabilire con essi una durevole amicizia. Noi comprendiamo il bisogno della Russia di essere
sicura alle sue frontiere occidentali di fronte a qualsiasi ripetersidell’aggressione tedesca. Noi le
diamo il benvenuto al giusto posto tra le piú importanti nazioni del mondo. Lo diamo soprattutto a
contatti costanti, frequenti e sempre maggiori tra il popolo russo e il nostro popolo su tutte e due
le sponde dell’Oceano Atlantico. È tuttavia mio dovere porre davanti a voi certi fatti al riguardo
dell’attuale situazione in Europa: è mio dovere farlo, penso, anche se senza dubbio preferirei farne
a meno.
Da Stettino sul Baltico a Trieste sull’Adriatico, è scesa sul continente europeo una cortina di ferro.
Dietro quella linea ci sono tutte le capitali degli antichi Stati dell’Europa centrale e orientale.
Varsavia, Berlino, Praga, Vienna [l’Austria fu sottoposta all’occupazione alleata fino al 1955,
quando riottenne la piena sovranità], Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia, tutte queste famose
città e le popolazioni che le circondano si trovano nella sfera sovietica e sono soggette, in una
forma o nell’altra, non soltanto all’influenza sovietica, ma a un’altissima e crescente misura di
controllo da Mosca. Solo Atene, con le sue
glorie immortali, è libera di decidere del suo futuro con un’elezione sotto l’osservazione anglofranco–americana. Il governo polacco, dominato dai russi, è stato incoraggiato a fare enormi,
ingiuste puntate nella Germania, ed ora accadono espulsioni in massa, dolorose e mai supposte, di
milioni di tedeschi. In questi Stati dell’Europa orientale i partiti comunisti, che erano molto piccoli,
sono stati portati ad assumere posizioni di preminenza e di potere molto al di là della loro capacità
numerica e dappertutto cercano di ottenere un controllo totalitario. Governi polizieschi stanno
prevalendo in quasi tutti i casi, e finora, esclusa la Cecoslovacchia, non c’è vera democrazia.(…)
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La «dottrina Truman»
Da: H. S. Truman, in R. Hofstadter, Le grandi controversie della storia americana, II, Opere nuove,
Roma 1966
Gli Stati Uniti hanno ricevuto dal governo greco un urgente appello per assistenza economica e
finanziaria. […] Io non credo che il popolo americano e il Congresso desiderino fare orecchio da
mercante all’appello del governo greco. [...]
La Grecia deve essere aiutata se si vuole che divenga una democrazia indipendente e dotata di
amor proprio. Gli Stati Uniti debbono fornire questo aiuto. […]
Abbiamo anche preso in considerazione in qual modo le Nazioni Unite potrebbero contribuire a
risolvere la crisi. Ma la situazione è urgente ed esige azione immediata, e le Nazioni Unite e le
relative organizzazioni non sono in grado di dare aiuti del genere richiesto. [...]
Anche la vicina della Grecia – la Turchia – merita la nostra attenzione. È chiaro che il futuro della
Turchia quale stato indipendente ed economicamente sano non è per le nazioni amanti della pace
meno importante del futuro della Grecia. […] Nondimeno la Turchia ha ora bisogno del nostro
appoggio. […]
Questa integrità è essenziale per la conservazione dell’ordine nel Medio Oriente.[…] Mi rendo
perfettamente conto di tutte le conseguenze implicite nella concessione dell’aiuto americano alla
Grecia e alla Turchia, e intendo discutere con voi queste conseguenze. Uno dei principali obiettivi
della politica estera degli Stati Uniti è la creazione delle condizioni nelle quali noi e le altre nazioni
saremo in grado di costruire un sistema di vita libero da coercizioni. [...]
I popoli di vari paesi del mondo hanno avuto recentemente regimi totalitari imposti con la forza
contro la loro volontà. Il governo degli Stati Uniti ha elevato frequenti proteste contro la
coercizione e l’intimidazione attuate, in violazione dell’accordo di Yalta, in Polonia, in Romania e in
Bulgaria. Debbo inoltre dichiarare che in altri paesi si sono avuti sviluppi della stessa natura. In
questa fase della storia del mondo ogni nazione deve scegliere fra due diversi sistemi di vita. La
scelta, troppo spesso, non è libera affatto. Un sistema di vita è fondato sulla volontà della
maggioranza, ed è caratterizzato da libere istituzioni, governo rappresentativo, libere
elezioni,garanzie di libertà individuale, libertà di parola e di religione, libertà dall’oppressione
politica.L’altro sistema si fonda sulla volontà di una minoranza imposta con la forza alla
maggioranza. Poggia sul terrore e sull’oppressione, sul controllo della stampa e della radio, su
elezioni prefabbricate, e sulla soppressione delle libertà personali.
Io credo che debba essere politica degli Stati Uniti sostenere i popoli liberi che resistono ai tentativi
di soggiogamento effettuati da minoranze armate o mediante pressioni esterne.[…] Aiutando le
nazioni libere e indipendenti a conservare la loro libertà, gli Stati Uniti daranno pratica efficacia ai
principi della Carta delle Nazioni Unite. […] Se noi non aiuteremo la Grecia e la Turchia in questa
ora fatale, ciò avrà gravi ripercussioni sia in Occidente che in Oriente. Noi dobbiamo intraprendere
un’azione immediata e risoluta.
Il Patto di Varsavia
Da: Preambolo del Patto di Varsavia, in E. Anchieri, La diplomazia contemporanea, Cedam, Padova
1959
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Le Parti contraenti,
Riaffermando il loro desiderio di creare in Europa un sistema di sicurezza collettiva fondato sulla
partecipazione di tutti gli Stati europei qualunque sia il loro regime sociale e politico, il che
permetterà di unire i comuni sforzi per assicurare il mantenimento della pace in Europa;
Tenendo conto inoltre, della situazione creatasi in Europa, in seguito alla ratifica degli accordi di
Parigi, che prevedono la costituzione di un nuovo organismo militare sotto la forma di «Unione
dell’Europa Occidentale», comportano la partecipazione della Germania occidentale rimilitarizzata e
la sua integrazione nel blocco dell’Atlantico del Nord, ciò che aumenta i rischi di una nuova guerra
e crea una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati pacifici;
Convinti che, in tali condizioni, gli Stati pacifici dell’Europa debbano prendere le misure necessarie
sia per garantire la loro sicurezza sia nell’interesse del mantenimento della pace in Europa;
Ispirandosi ai fini ed ai principi della Carta delle Nazioni Unite; Desiderosi di consolidare e di
sviluppare vieppiú la loro amicizia, la loro cooperazione e la loro mutua assistenza, in conformità ai
principi del rispetto dell’indipendenza e della sovranità degli Stati e della non-ingerenza nei loro
affari interni;
Hanno deciso di concludere il presente trattato di amicizia, di cooperazione e di mutua assistenza.
Il Patto atlantico
Da: Testo del Patto atlantico, in «Relazioni internazionali», 3 aprile 1954.
Preambolo
Gli stati partecipanti al presente trattato, riaffermando la loro fede negli scopi e nei principi della
Carta delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi,
decisi a salvaguardare la libertà dei loro popoli, il loro retaggio comune e la loro civiltà, fondati sui
principi della democrazia, le libertà individuali e la prevalenza del diritto, preoccupati di favorire
nella zona dell’Atlantico del nord il benessere e la stabilità, decisi a riunire i loro sforzi per la loro
difesa collettiva e per il mantenimento della pace e della sicurezza, si sono accordati sul presente
trattato dell’Atlantico del nord.
Art. 1. Le parti si impegnano, cosí come è stabilito nella Carta delle Nazioni Unite, a comporre con
mezzi pacifici qualsiasi disputa internazionale nella quale potrebbero essere implicate, in modo che
la pace e la sicurezza internazionale, cosí come la giustizia, non siano poste in pericolo, e ad
astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza
comunque incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite.
Art. 2. Le parti contribuiranno allo sviluppo di relazioni internazionali pacifiche ed amichevoli,
rafforzando le loro libere istituzioni, assicurando una migliore comprensione dei principi su cui si
basano le suddette istituzioni e sviluppando le condizioni atte a garantire la stabilità e il benessere.
Esse si sforzeranno di eliminare tutti i contrasti nella loro politica economica internazionale ed
incoraggeranno la collaborazione economica tra ciascuna di esse e nel loro insieme.
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Art. 3. Allo scopo di raggiungere con maggior efficacia la realizzazione degli obiettivi del presente
trattato, le parti, agendo individualmente e congiuntamente, in modo continuo ed effettivo,
mediante lo sviluppo delle loro risorse e prestandosi reciproca assistenza, manterranno ed
aumenteranno la loro capacità individuale e collettiva di resistenza ad un attacco armato.
Art. 4. Le parti si consulteranno ogni volta che, nella opinione di una di esse, l’integrità territoriale,
l’indipendenza politica o la sicurezza di una di esse siano minacciate.
Art. 5. Le parti convengono che un attacco armato contro una o piú di esse in Europa o ell’America
del Nord sarà considerato un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono
che, se tale attacco dovesse verificarsi, ognuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa
individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, assisterà la parte o
le parti cosí attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre
parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’impiego della forza armata, per ristabilire e
garantire la sicurezza nella zona dell’Atlantico del nord. Ogni attacco armato di questo genere e
tutte le misure prese in conseguenza di esso, saranno immediatamente segnalati al consiglio di
sicurezza. Tali misure verranno sospese quando il consiglio di sicurezza avrà preso le misure
necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
Art. 6. Ai fini dell’applicazione dell’art. 5, per attacco armato contro una o piú parti si intende un
attacco armato contro il territorio di una di esse in Europa o nell’America del Nord, contro i
dipartimenti francesi di Algeria, contro le forze di occupazione di una delle parti in Europa, contro
le isole poste sotto la giurisdizione di una delle parti nella zona dell’Atlantico del nord a nord del
Tropico del Cancro; contro navi o aerei di una delle parti nella stessa zona.
Art. 7. Il presente trattato non pregiudica e non dovrà essere interpretato come pregiudicante in
alcun modo i diritti e gli obblighi derivanti dalla Carta alle parti che sono membri delle Nazioni
Unite, o la responsabilità primaria del consiglio di sicurezza per il mantenimento della pace e della
sicurezza internazionali.
Art. 8. Ogni parte dichiara che nessuno degli impegni internazionali ora in vigore fra stati è in
contraddizione con le disposizioni del presente trattato e si obbliga a non assumere alcun impegno
internazionale in contrasto col presente trattato.
Art. 9. In forza di questa disposizione le parti istituiscono un consiglio, nel quale ciascuna di esse
sarà rappresentata, che avrà la funzione di esaminare le questioni concernenti la applicazione del
trattato. Il consiglio sarà organizzato in modo da potersi riunire rapidamente in qualsiasi momento.
Il consiglio istituirà gli organi sussidiari che risulteranno necessari, e in particolare istituirà
immediatamente un comitato di difesa che raccomanderà le misure da adottare per l’applicazione
degli artt. 3 e 5.
Art. 10. Le parti potranno, con accordo unanime, invitare a partecipare al presente trattato
qualsiasi altro stato europeo capace di favorire lo sviluppo dei principi del presente trattato e di
contribuire alla sicurezza della zona dell’Atlantico del nord. Ogni stato cosí invitato potrà diventare
parte del trattato depositando il proprio strumento di adesione presso il governo degli Stati Uniti
d’America. Il governo degli Stati Uniti d’America informerà ognuna delle parti dell’avvenuto
deposito di ciascuno strumento di adesione
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La coesistenza pacifica
Da: N. S. Kruscev, I problemi della pace, Einaudi, Torino 1964
Che cos’è la politica di coesistenza pacifica?
Nella sua espressione piú semplice è la rinuncia alla guerra come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali. Ma ciò non esaurisce il concetto di coesistenza pacifica. Oltre
all’impegno di rinunciare all’aggressione, la coesistenza pacifica sottintende per ogni Stato l’obbligo
di rispettare l’integrità territoriale e la sovranità di ogni altro Stato e di non violarla sotto qualsiasi
forma e pretesto. Prevede inoltre la rinuncia a interferire negli affari interni degli altri paesi per
modificarne il regime, il modo di vita o per altri motivi.Implica, per di piú, il dovere di basare i
rapporti economici e politici tra gli Stati sul principio dell’assoluta eguaglianza e del mutuo
vantaggio.Spesso vien detto in Occidente che la coesistenza pacifica non è altro che un artificio
tattico degli Stati socialisti. In queste affermazioni non c’è un grano di verità.Il nostro desiderio di
pace e di coesistenza pacifica non è condizionato né dalla congiuntura internazionale, né da
considerazioni d’ordine tattico. Esso scaturisce dalla natura stessa della società socialista, in cui
non esistono classi o gruppi sociali che aspirano ad arricchirsi con la guerra o ad appropriarsi di
territori altrui per asservirli. Grazie al loro sistema, l’Unione Sovietica e gli altri paesi socialisti
dispongono di un mercato interno illimitato e non hanno quindi motivo di fare una politica
d’espansione, di conquista e di asservimento d’altri paesi alla loro influenza. Chi decide della sorte
degli Stati socialisti è il popolo, sono i lavoratori, gli operai, i contadini che creano direttamente
tutti i valori materiali e spirituali della società. E i lavoratori non possono volere la guerra, perché
per loro essa significa sventure, lacrime, morte, distruzione e miseria. Gli uomini semplici non
hanno bisogno della guerra. Contrariamente a quello che certi propagandisti a noi ostili
sostengono, la coesistenza pacifica non significa che i paesi aventi regimi sociali diversi si
limiteranno a isolarsi gli uni dagli altri mediante alte barriere, col reciproco impegno di non tirarsi al
di sopra di esse pietre e rifiuti. No, la coesistenza pacifica non è soltanto una coabitazione piú o
meno forzata, senza guerra, ma con il costante pericolo di vederla scoppiare in futuro. La
coesistenza pacifica non significa che i paesi aventi regimi sociali diversi si limiteranno a isolarsi gli
uni dagli altri mediante alte barriere, col reciproco impegno di non tirarsi al di sopra di esse pietre
e rifiuti. No, la coesistenza pacifica non è soltanto una coabitazione piú o meno forzata, senza
guerra, ma con il costante pericolo di vederla scoppiare in futuro. La coesistenza parifica può e
deve assumere la forma d’una pacifica competizione per il miglior soddisfacimento di tutti i bisogni
degli uomini. Ecco la proposta che noi facciamo agli uomini di Stato capitalisti:verifichiamo in
pratica qual è il sistema migliore, in una gara senza guerre. È molto meglio che fare la gara a chi
fabbrica piú armi e a chi annienta l’altro. Noi sosteniamo e sosterremo sempre questa
competizione che consente di aumentare il benessere dei popoli. Il principio della coesistenza
pacifica non esige affatto che uno Stato rinunci al regime e all’ideologia che ha scelto. Va da sé
che l’adozione di questo principio non produrrà la soppressione immediata delle controversie e
delle contraddizioni inevitabili tra paesi aventi sistemi sociali diversi. Ma assicura l’essenziale: i
paesi che decidono di intraprendere la via della coesistenza pacifica rinunciano per sempre a far
ricorso alla forza e s’accordano per regolare pacificamente, tenendo conto degli interessi delle parti
in causa, le controversie e gli eventuali conflitti. Nel secolo dello sviluppo della tecnica
atomica e termonucleare questa è la cosa piú importante, a cui ogni uomo è interessato.
Gli USA e il Sud-Est asiatico negli anni Cinquanta in un documento del Pentagono
Da: I documenti del Pentagono. La storia segreta della guerra nel Vietnam,Garzanti, Milano 1971
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Il dominio comunista dell’intero Sudest asiatico, sotto qualsiasi forma esso avvenga, metterebbe
entro breve termine in grave pericolo la sicurezza degli Stati Uniti, ed a lungo andare la porrebbe
seriamente in crisi.
a) La perdita di uno qualsiasi dei paesi del sudest asiatico per effetto di un’aggressione comunista,
avrebbe gravi conseguenze psicologiche, politiche ed economiche. In mancanza di contromisure
efficaci e tempestive, la perdita anche di uno solo di questi paesi porterebbe con ogni probabilità
alla sottomissione relativamente rapida degli altri paesi del gruppo al comunismo o almeno a un
allineamento. [...]
b) Il controllo comunista dell’intero Sudest asiatico renderebbe precaria la posizione americana
nella catena delle isole al largo del Pacifico e minaccerebbe seriamente gli interessi fondamentali
della sicurezza USA nell’Estremo Oriente.
c) Il Sudest asiatico, e specialmente la Malesia e l’Indocina, è la principale fonte mondiale di
gomma naturale e stagno, e fornisce petrolio ed altri prodotti d’importanza strategica. Le
esportazioni di riso della Birmania e della Tailandia sono d’importanza determinante per la Malesia,
Ceylon e Hong Kong e rivestono un significato notevole per il Giappone e l’India, tutte regioni di
primo piano dell’Asia libera.
d) La perdita del Sudest asiatico, e specialmente della Malesia e dell’Indonesia, potrebbe
determinare nei confronti del Giappone pressioni economiche e politiche tali da rendere
estremamente difficile impedirgli di venirea un compromesso con il comunismo.
È perciò perentorio opporsi energicamente a un aperto attacco dei comunisti cinesi contro il Sudest
asiatico. [...1
Il pericolo di un aperto attacco militare contro il Sudest asiatico è intimamente connesso con
l’esistenza di una Cina comunista ostile e aggressiva, ma piú cheun attacco sono probabili continui
tentativi comunisti di giungere al potere attraverso la sovversione. La principale minaccia contro il
Sudest asiatico nasce perciò dalla possibilità che la situazione in Indocina peggiori a causa
dell’indecisione o dell’incapacità dei governi della Francia e degli Stati associati a opporsi
energicamente alla rivolta del Vietminh, la cui potenza militare, grazieagli aiuti della Cina
comunista e dei suoi alleati, sta aumentando di continuo.
Difendere con successo il Tonchino è indispensabile se si vuole che il Sudest
asiatico continentale resti in mani non comuniste.
La crisi di Cuba
Da: A. M. Schlesinger jr, I mille giorni di J. F. Kennedy alla Casa Bianca,
Rizzoli, Milano 1966
Le relazioni internazionali dei primi anni Sessanta furono contrassegnate da una grave tensione fra
le due superpotenze. USA e URSS, infatti, si fronteggiarono in una pericolosa prova di forza a
Cuba, lo stato dell’America centrale dove Fidel Castro, dopo aver rovesciato la dittatura di
Fulgencio Batista, protetta dagli Stati Uniti, aveva instaurato una repubblica di tipo socialista. Un
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primo momento di grave frizione si ebbe nel 1961, quando i servizi segreti americani finanziarono
e diressero un tentativo di invasione di Cuba da parte di 1500 fuorusciti cubani, che avrebbero
dovuto rovesciare Fidel Castro. Il fallimento dell’iniziativa fu seguito da un aggravamento della
tensione, che raggiunse il culmine nell’estate del 1962, quando gli Stati Uniti scoprirono che Castro
stava installando sul territorio cubano basi di lancio per missili nucleari sovietici. Il presidente
americano John Fitzgerald Kennedy decretò il blocco navale dell’isola e chiese lo smantellamento
delle basi;seguirono frenetiche trattative fra Kennedy e Krusciov, che tennero in ansia il mondo
intero.
TIPOLOGIA C – Tema storico
Durante l'epoca del bipolarismo l'Europa è divisa in due dalla cosiddetta cortina di ferro: da una
parte gli Stati occidentali, alleati degli Stati Uniti; dall'altra gli Stati orientali, alleati dell'Unione
sovietica. Il candidato elabori una serie di riflessioni in merito alla contrapposizione tra queste due
visioni del mondo che presentano due modelli politici, sociali e culturali antitetici.
TIPOLOGIA D – Tema di ordine generale
Il successo del rap e dei suoi sottogeneri sembra aver avuto un forte impatto sul comportamento
dei giovani, producendo effetti oggi molto dibattuti.
Il candidato analizzi questo “nuovo linguaggio” musicale, mettendo in evidenza l’influenza che esso
esercita sui giovani e sul loro stile di vita.
Durata massima della prova: 6 ore
E’ consentito solo l’uso del dizionario italiano
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse tre ore dalla consegna del tema
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PROVA DI FISICA
Il candidato svolga una relazione su uno solo dei seguenti temi a sua scelta, motivando i
passaggi intermedi e prestando attenzione al corretto uso della terminologia scientifica.
TEMA 1
Il candidato
• descriva alcuni esperimenti che hanno portato alla scoperta da parte di Faraday
dell’induzione elettromagnetica
• chiarisca l’utilità dell’introduzione del flusso nella descrizione del fenomeno
dell’induzione elettromagnetica
• ricavi la legge di Faraday-Neumann nel caso particolare di una barra che scorre
lungo due binari metallici all’interno di un campo magnetico costante
• risolva il seguente problema :
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TEMA 2
La teoria ondulatoria della radiazione elettromagnetica incontrò il favore degli scienziati per quasi
tutto il XIX secolo. Alcune scoperte casuali misero però in crisi questo modello come gli
esperimenti condotti da Hertz. Pur confermando la teoria di Maxwell riguardo la propagazione delle
onde elettromagnetiche, tali esperimenti mostrarono un effetto nuovo, relativo all’interazione della
luce con la materia: l’effetto fotoelettrico.
Il candidato:
1. spieghi, anche con schemi e grafici qualitativi, il fenomeno dell’effetto fotoelettrico
2. descriva il comportamento dei fotoni e dei fotoelettroni
3. definisca il lavoro di estrazione W
4. esprima l’equazione di Einstein per l’effetto fotoelettrico
5. definisca la frequenza di soglia
inoltre,
considerato che la lunghezza d’onda di soglia di un particolare materiale sia pari a 600 nm, il
candidato calcoli il lavoro di estrazione degli elettroni dalla superficie del materiale e il valore del
potenziale di arresto, nell’ipotesi in cui si faccia incidere sul materiale una luce di frequenza f = 7,5
1014 Hz
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PRIMA SIMULAZIONE TERZA PROVA
BIOLOGIA
1. Illustra quali eventi legati alla riproduzione, garantiscono che si verifichi un continuo
rimescolamento del patrimonio genetico nel corso delle generazioni.
2. Descrivi come avviene il controllo ormonale della attività dei testicoli spiegando dettagliatamente
il ruolo dei singoli ormoni.
3. Prevedi e motiva sulla prole generata,i risultati ottenuti dall’incrocio tra una pianta di pisello
eterozigote per il carattere buccia liscia e una omozigote dominante per lo stesso carattere.
CHIMICA
1. Dopo aver spiegato cos’è una cella elettrochimica e aver dato la definizione di fem ,
schematizzare una pila formata da un elettrodo di argento (E° = 0,80 V) immerso in una soluzione
di ioni argento 0,0001M e un elettrodo di zinco (E°= - 0,76V) immerso in una soluzione di ioni
zinco 0,1 M. Indicare l’anodo e il catodo, indicare il verso della corrente, spiegare la funzione del
ponte salino, scrivere le reazioni agli elettrodi e la redox complessiva, calcolare la fem
considerando che si opera a 25°C.
2. Dopo aver spiegato cos’è una cella elettrolitica e quali sono le varie applicazioni dell’elettrolisi,
descrivere l’elettrolisi del NaCl fuso, scrivere le reazioni agli elettrodi e calcolare la massa di sodio e
di cloro che si ottiene al passaggio di una corrente di 2A per 3 ore.
3. Rappresenta le formule di struttura dei cinque isomeri dell’esano e assegna a ciascuno di essi il
corrispondente nome secondo la nomenclatura IUPAC.
INFORMATICA E SISTEMI
1. Dato il vettore V che contiene i seguenti valori
21
8
12
6
25
3
4
6
1
24
Scrivere la routine che mi permette di stampare i dati pari e i dati dispari presenti nel
vettore sopra indicato.
2. Il campionamento: descrivere le caratteristiche e definire le condizioni di un corretto
campionamento del segnale.
4. 3. Definire le caratteristiche di un segnale sinusoidale e disegnare lo spettro dell’ampiezza e
della fase dei seguenti segnali:
5*sen(62800*t)
10 + 5*cos(6280*t)
INGLESE
1. What message is given through “Frankenstein” about the manipulation of nature?
2. Compare the school systems in “Hard Times” and “Dead Poets Society” referring to Gradgrind
and Keating.
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3. How were “Brave New World” and “1984” influenced by the concepts developed by
behaviourism?
SECONDA SIMULAZIONE TERZA PROVA
ATTIVITA’ SPORTIVE
1. Che cosa sono gli schemi motori di base? Descrivine uno a piacere.
2. Qual è l’organo addetto al controllo dell’equilibrio? Da chi riceve le informazioni che gli
consentono di adempiere a tale funzione?
3. Completa lo schema seguente:
CAPACITA’
MOTORIE
CHIMICA
1. Dopo aver dato la definizione di numero di ossidazione, di ossidazione e di riduzione, bilanciare
le seguenti reazioni con il metodo delle semireazioni:
a) Cr3+ + MnO4-
b) ClO3-
Cr2O72- + Mn2+
ClO4- + Cl-
(si genera ambiente acido)
(come viene classificata questa
reazione? Perché? )
2. Completare la seguente reazione
1-butene + acqua → ………………..
Indicare la formula e il nome IUPAC del prodotto ottenuto
Spiegare il meccanismo di reazione attraverso i vari stadi.
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3. ------------------ + ------------------
toluene ( metilbenzene)
scrivere le formule e i nomi dei reagenti
scrivere la formula del prodotto
indicare il catalizzatore necessario
spiegare il meccanismo di reazione
spiegare perché il benzene dà questo tipo di reazione
FILOSOFIA
1. Quale critica muove Feuerbach a Hegel?
2. Descrivi le tappe di liberazione dalla volontà di vivere in Schopenhauer
3. Definisci i caratteri fondamentali della filosofia positivista, indicando i tratti distintivi dei suoi
indirizzi.
MATEMATICA
1. Esporre la definizione di limite lim f (x ) = L . Qual è il significato grafico di questo limite?
x →+∞
x+2
= 1.
x → +∞ x − 1
Utilizzando la definizione verifica il seguente limite lim
2. Enuncia il teorema di Rolle. Stabilisci il valore dei parametri a e b per i cui la funzione
 x 2 + ax + 9 − 2 ≤ x < 0
verifica le ipotesi di tale teorema nell’intervallo [− 2;1]
f (x ) =  3
bx + 3 x + 9 0 ≤ x ≤ 1
3. Illustra i casi dei punti di non derivabilità. Determina se le seguenti funzioni hanno punti di non
derivabilità e in caso affermativo specificane il tipo:
a) y = 3 (x − 1)
2
b) y = 3x + 1
Nota: per ottemperare alla normativa che prevede di ridurre il numero dei quesiti sottoposti se
impossibilitati ad aumentare i tempi di verifica, i tre studenti DSA erano tenuti a rispondere a
due quesiti su tre per tutte le discipline ad eccezione di inglese, in cui la richiesta era di
rispondere ad un quesito. La scelta delle domande a cui rispondere è stata fatta dal candidato.
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INTEGRAZIONE PROGRAMMA DI ITALIANO
POSITIVISMO, NATURALISMO E VERISMO
Emile Zola –Il romanzo sperimentale
G.Flaubert –Rappresentare e basta
Giovanni Verga
Ideologia e poetica – Un documento umano
L’ideale dell’ostrica
La fiumana del progresso
Lettura di alcuni brani de I Malavoglia
Lettura di alcuni brani de Mastro Don Gesualdo)
La roba
Rosso Malpelo (Vita dei Campi)
La lupa
Fantasticheria
DUE POETI A CONFRONTO NELLA SECONDA META’ DELL’OTTOCENTO. CHARLES
BAUDELAIRE, IL POETA CONTRO LA SOCIETA’, E GIOSUE’ CARDUCCI, IL POETA VATE
Charles Baudelaire
Corrispondenze
L’albatro
Spleen
Rimorso postumo
A una passante
Aureola perduta
Arthur Rimbaud – Bisogna essere veggente
La Scapigliatura
E.Praga -Vendetta postuma
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Preludio
I.U.Tarchetti – Attrazione e repulsione per Fosca (da Fosca)
Memento
Giosuè Carducci
ODI BARBARE
Alla stazione in una mattina d’autunno
RIME NUOVE
Pianto antico
San Martino
Il comune rustico
La letteratura dell’infanzia nell’Italia post-unitaria: Cuore di E.De Amicis; Pinocchio di Collodi
LA POESIA ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO
Giovanni Pascoli – vita, poetica, novità lessicale
Il Fanciullino
Myricae
Lavandare
X Agosto
Temporale
Tuono
Lampo
Novembre
Assiuolo
I gattici
La cavallina storna
Canti di Castelvecchio
Il gelsomino notturno
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“La grande proletaria si è mossa”
La figura dell’esteta in tre autori
C.Huysman Des Esseintes
(Controcorrente)
G.D’Annunzio A. Sperelli
(Il Piacere)
O.Wilde D.Gray
(Il ritratto di Dorian Gray)
Gabriele D’Annunzio: oltre al Simbolismo, il panismo, l’estetismo, il superomismo
Alcione La pioggia nel pineto
Da Le Vergini delle Rocce
Il superuomo
Da Il piacere Introduzione
Brano Sensazioni e allucinazioni tratto da Il Notturno
Manifesti del Futurismo
Filippo Tommaso Marinetti
-Manifesto del Futurismo
-Manifesto tecnico della letteratura futurista
L’esperienza crepuscolare
G.Gozzano
-La signorina Felicita
A.Palazzeschi -Lasciatemi divertire
Giuseppe Ungaretti e la consapevolezza della precarietà della condizione umana
L’allegria
In memoria
I fiumi
Mattino
24
Noia
Il porto sepolto
Soldati
Veglia
Vanità
San Martino del Carso
Il dolore
Giorno per giorno
Umberto Saba, un poeta isolato, una poesia onesta
Il Canzoniere
A mia moglie
La capra
Città vecchia (Confronto con la canzone “Città vecchia”di F. De André)
Trieste
Ulisse
Goal
Amai
A mia figlia
Eugenio Montale e il male di vivere. Ricerca esistenziale e artistica
Ossi di seppia
I limoni
Meriggiare pallido e assorto
Spesso il male di vivere ho incontrato
Non chiederci la parola
La casa dei doganieri
La storia
Piccolo testamento
Non recidere forbice quel volto
L’anguilla
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Il romanzo del Novecento:rottura con la tradizione e innovamento delle tecniche narrative. La psicanalisi
freudiana
Luigi Pirandello e la coscienza del decadentismo. Il crollo delle illusioni, comicità e umorismo, il peso della
maschera, la vita come incubo.
Lettura integrale di “Il fu Mattia Pascal”, in alternativa “Uno, nessuno, centomila”
Brani tratti da Il fu Mattia Pascal
Brani tratti da Uno, nessuno, centomila
Novelle per un anno
La carriola
La patente
Il teatro di Pirandello
Enrico IV
Così è (se vi pare)
Io sono colei che mi si crede
Sei personaggi in cerca di autore
Il dramma dei personaggi
Epilogo tragico
Italo Svevo, la coscienza della crisi, la malattia alienante, l’inettitudine
Brani tratti da
Una vita
Brani tratti da Senilità
Brani tratti da La coscienza di Zeno
L’esperienza della guerra e la poesia
Salvatore Quasimodo
Giorno dopo giorno
Giuseppe Ungaretti
Il dolore
Alle fronde dei salici
Milano,agosto 1943
Non gridate più
26
Alfonso Gatto
Il capo sulla neve
25 aprile
Lettura dei seguenti brani: Il viaggio, Primo Levi
Il sogno del reduce del lager, Primo Levi
Senza pregiudizio e senza collera, Primo Levi
La morte di Milton, Beppe Fenoglio
L’esperienza terribile della battaglia, Beppe Fenoglio
Per i contadini lo stato è più lontano del cielo, Carlo Levi
Lettura integrale “La storia” di Elsa Morante
Lettura integrale “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia
Esperienze autobiografiche e riflessioni sulle persecuzioni e la guerra nella narrativa della seconda
metà del Novecento.
Eventuali approfondimenti: La parabola del Neorealismo
Il teatro del Novecento
La narrativa dalla metà degli anni Cinquanta e gli anni Settanta
25 ottobre 2013 Partecipazione a Milano alla videoconferenza nazionale del magistrato G.Colombo
“Sulle regole”
7/11/2013 Iniziativa in collaborazione con BookCity
razzista ma stocercando di smettere”
27
incontro con Barbujani autore del testo “Son