Il Giornale 19/03/05 Impianti dentali in mancanza di osso La scarsità

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Il Giornale 19/03/05 Impianti dentali in mancanza di osso La scarsità
Il Giornale
19/03/05
Impianti dentali in mancanza di osso
La scarsità di osso, nella mascella e nella mandibola, rimane fino ad oggi il più importante ostacolo al posizionamento degli impianti dentali, le strutture in titanio che consentono di sostituire i denti perduti, in modo
naturale e rispettoso dei denti residui. Questo problema interessa quattro pazienti su dieci anche se con livelli
di gravità piuttosto differenziati.«Molto spesso visito pazienti che sono fermamente convinti di non avere
abbastanza osso per poter usufruire della terapia implantare», afferma il dottor Emilio Francini Naldi, odontoiatra e implantologo a Firenze e Milano. «Nella maggior parte dei casi, dopo una diagnosi approfondita, scopriamo che sarebbero sufficienti piccoli interventi, tra l’altro codificati da anni, per risolvere la maggior parte dei
problemi. Molti pazienti pensano che le procedure di aumento dell’osso siano complesse, lunghe, dolorose e
soprattutto costose. Invece, solo in situazioni estreme si deve ricorrere a terapie come il trapianto di osso,
prelevato dalla cresta iliaca o dalla teca cranica. Più spesso le manovre di aumento d’osso sono semplici, parte
integrante dell’intervento di implantologia».
In sostanza, gli ostacoli alla moderna implantologia sono due: la posizione del nervo mandibolare, nell’arcata
inferiore e la morfologia dei seni mascellari, in quella superiore. A causa delle loro caratteristiche anatomiche,
queste strutture limitano la disponibilità di spessore osseo e impediscono di posizionare impianti di lunghezza
appropriata. «Esistono però piccoli accorgimenti che consentono di aggirare questi ostacoli», precisa Francini
Naldi, ricordando che si può effettuare il mini rialzo, che consiste nell’innalzare in modo dolce il pavimento del
seno mascellare, senza perforarlo, in modo che la successiva ossificazione produca un aumento di spessore. In
casi più seri si può invece praticare il grande rialzo, che consiste nell’introduzione di osso, autologo o eterologo,
sul pavimento del seno attraverso una finestra vestibolare senza lesionare la membrana: l’osso contenuto e
trattenuto dalla membrana, acquisterà col tempo la consistenza di osso naturale, ed in questo potranno essere
inseriti gli impianti.
Nalla mandibola il problema principale che si presenta è quello detto della cresta a coltello ed è caratterizzato
da un estremo assottigliamento dell’osso, che arriva a misurare pochi millimetri di spessore. Spiega il dott.
Francini Naldi: «In presenza di tale situazione, nella maggior parte dei casi, si può ricorrere all’allargamento di
cresta : non si perfora l’osso ma lo si seziona in due parti, una vestibolare ed una linguale, e tra queste due si
inseriscono gli impianti che allargano la cresta. A guarigione avvenuta ci troveremo di fronte ad una cresta
ossea molto più spessa di quella da cui eravamo partiti. Un’ulteriore soluzione dei problemi di scarsità ossea è
fornita dai “mini impianti” (di diametro inferiore ai 3 mm) che possono essere inseriti con facilità, nelle situazioni
in cui non si deve danneggiare una struttura “delicata” (come ad esempio il nervo mandibolare) che in tal modo
può essere aggirata. L’impiego di tecniche “leggere”, poco traumatiche, per risolvere casi che sono difficili solo
in apparenza, non esclude che spesso sia invece necessaria una chirurgia più complessa ed impegnativa. Ma
molti dei casi considerati “disperati” possono essere risolti in studio, con interventi in anestesia locale, una
durata minima, nessun dolore e la possibilità di riprendere immediatamente la vita normale e lavorativa».
Felicita Donalisio