La Pala di San Zeno

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La Pala di San Zeno
La Pala di San Zeno
I RAGAZZI GUARDANO ANDREA MANTEGNA
percorso didattico
a cura di Elena Necchi
Premessa
La particolare attenzione dedicata alla didattica fra 2006 e 2007 in occasione della mostra su Andrea
Mantegna svoltasi a Verona presso il Palazzo della Gran Guardia ha condotto alla pubblicazione di due
strumenti ancora validissimi per studenti e insegnanti: Mantegna e le arti a Verona (1450-1500). Il percorso
espositivo. Le proposte didattiche, pubblicato dalla Banca Popolare di Verona nel 2006 (Notiziario 2006-anno
67-n°1) e Insegnare Mantegna. Tre giornate di studio dedicate all’approfondimento della conoscenza dell’opera di
Andrea Mantegna: esperienze a confronto e proposte didattiche (Verona, 27/28 ottobre 2006 – Mantova, 25 novembre
2006), uscito come attività dell’Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte (Quaderno 27,
gennaio agosto 2007). Questo nuovo percorso sulla Pala di San Zeno, ricollocata in sede dopo le
manifestazioni di sette anni fa e i successivi restauri nel biennio successivo, rappresenta nel contempo
un punto di arrivo e un punto di partenza. Nasce infatti dal progetto Città gemelle. Pavia e Verona sulle
orme di Dante, Petrarca e Boccaccio, che, durante l’anno scolastico 2012-2013, ha coinvolto l’Università degli
Studi di Verona, nella persona del professor Giorgio Fossaluzza, docente di discipline artistiche presso
il Dipartimento di Tempo, spazio, immagine e società, e gli alunni e i docenti delle classi seconde dell’Istituto
Comprensivo San Martino Siccomario, in provincia di Pavia. Gli studenti dell’Ateneo e i ragazzi della
scuola secondaria di primo grado sono stati guidati alla conoscenza delle due città secondo modalità
finalizzate a promuovere la partecipazione attiva e il raggiungimento di obiettivi condivisi. L'esperienza
si è rivelata particolarmente significativa per le modalità adottate e per il carattere pluridisciplinare,
elementi utili all'acquisizione da parte degli alunni di competenze storiche, geografiche e artistiche,
chiavi di lettura efficaci da applicare in contesti differenti in vista di un processo di educazione
permanente. Si inoltre sottolineata l'importanza dell'approccio diretto al patrimonio artistico, pratica
che non potrà mao essere sostituita da una fruizione unicamente multimediale. Con questo strumento
didattico, un viaggio didattico-educativo interdisciplinare di avvicinamento alla Pala di San Zeno, ci si
propone di estendere l'esperienza maturata nel corso di un anno scolastico in modo particolare ad
alunni e docenti di Verona, i quali, anche per ragioni geografiche, sono i destinatari privilegiati. A tal
fine sono state aggiunte attività operative da proporre durante la visita e in classe. Come credito
fotografico ci si è avvalsi delle foto di Annette Keller delle Archivio Fotografico dei Musei di
Castelvecchio.
Elena Necchi
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SCENARIO INTRODUTTIVO
Prima di cominciare devi sapere che …
L’ ARTISTA. ANDREA MANTEGNA
Andrea Mantegna nacque nel 1431 a Isola di Carturo, un piccolo paese della provincia
padovana. Il padre, modesto falegname, lo mandò ancora bambino a Padova nella
bottega di Francesco Squarcione, dove rimase fino al 1447, quando, ormai diventato
abile nel mestiere, iniziò a dipingere in proprio e divenne così apprezzato che, nel 1448,
ricevette l’incarico di dipingere la Cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani. Nel 1453
sposò Nicolosia, figlia e sorella dei pittori veneziani Jacopo Bellini e Giovanni Bellini.
Nel 1456 il marchese Ludovico Gonzaga lo invitò a Mantova, ma solo nell’agosto del
1460 potè assumere l’incarico di pittore di corte, perché nel frattempo doveva ultimare e
montare la Pala per la chiesa veronese di San Zeno, commissionata dall’abate Gregorio
Correr, amico del duca di Mantova. Nel 1465 il Gonzaga chiese al Mantegna di decorare
la famosa Camera degli Sposi nel Palazzo ducale. Il nostro pittore rimase quasi
ininterrottamente presso i duchi di Mantova fino alla morte il 13 settembre 1506.
L’AMBIENTE DELLA FORMAZIONE
Francesco Squarcione, maestro e padre adottivo di Francesco di Andrea Mantegna, era
un uomo dai toni un po’ bruschi, e pare anche che sfruttasse i suoi garzoni assegnando
loro anche lavori molto umili. Comunque, gli anni trascorsi dal Mantegna a Padova
furono fondamentali per la sua carriera futura. Nella bottega si potevano trovare oggetti
interessantissimi collezionati dal maestro: vasi, statue, monete antiche, stoffe e altre
anticaglie, che attiravano molti visitatori anche illustri e che impressionarono molto il
giovane Andrea, il quale in seguito li riprodusse nei propri dipinti. Allora la città di
Padova era molto vivace. L’Università richiamava maestri, studenti e persone istruite da
altre città italiane ed europee, ma anche le dimore dei nobili erano frequentate da artisti,
letterati e appassionati di arte antica, e molti di loro divennero amici del pittore. Nel
1443 era arrivato da Firenze anche il celebre scultore Donatello, che Andrea Mantegna
conobbe di persona e dal quale ebbe modo di apprendere alcune tecniche artistiche
innovative. Padova era divenuta uno dei centri del Rinascimento italiano, un periodo di
grande interesse per la cultura e l’arte greca e romana, che si voleva fare “rinascere”
attraverso l’imitazione dei loro modelli nell'architettura, nella scultura, nella pittura, ma
anche nella scrittura e nella decorazione dei libri, così come nei ricami e nei disegni delle
stoffe.
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DAVANTI ALLA PALA DI SAN ZENO
Ci troviamo finalmente davanti alla Pala di San Zeno. Il 30 aprile 2013 circa sessanta
ragazzi della scuola secondaria di primo grado di San Martino Siccomario, in provincia di
Pavia, hanno vissuto la stessa esperienza. A commentare l’opera d’arte è stato il
professor Giorgio Fossaluzza, docente presso l’Università di Verona e storico dell’arte.
Abbiamo voluto rendere disponibile la sua lezione anche a te. Per ragioni che puoi ben
comprendere, non gli sarà possibile accompagnare tutte le scolaresche di Verona e di
altre città. Ma è proprio come se parlasse lui, come quel famoso 30 aprile. Però attento!
Un'insegnante che accompagnava gli alunni di San Martino ha deciso di farti lavorare,
proprio come se fossi uno dei suoi alunni! Incontrerai infatti alcuni esercizi da eseguire
durante la visita, mentre altri, riuniti nella sezione Al lavoro!, ti saranno utili una volta
rientrato in classe. Abbiamo inserito alcune immagini. Ricordati comunque che il modo
migliore per comprendere un oggetto artistico è sempre la visione diretta. E ora siamo
pronti!
Buongiorno, ragazzi! Sono
Andrea Mantegna. Eccoci nella
Camera degli Sposi di Mantova.
Ma prima io avevo dipinto la
Pala di San Zeno a Verona.
Perché non ci andiamo?
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CHE FORTUNA!
Sai, oggi siamo molto fortunati. Magari splende il sole! Comunque, anche se fossimo
arrivati qui con l’ombrello e fradici di pioggia, sarebbe comunque una fortuna. Sai
perché? Ci troviamo in uno spazio sacro antico fra i più belli d’Italia, costruito in stile
romanico. Se ricordi, avendolo sicuramente studiato in storia dell’arte, si tratta di uno
stile che si sviluppò …
• Scegli la risposta corretta
prima dell’anno Mille
dopo l’anno Mille
Come avrai notato, si tratta di un ambiente splendido, ma anche molto complicato.
All’ingresso siamo scesi nella prima chiesa, che è lo chiesa inferiore. Volendo ci si
potrebbe inoltrare ancora più in profondità per visitare la chiesa sotterranea, che si
chiama cripta. Invece per venire qui siamo saliti nella chiesa superiore attraverso due
rampe di scale. Ora rifletti. Su quanti livelli è disposta la chiesa?
due
tre
cinque
• Inserisci nello spazio corrispondente i seguenti vocaboli: cripta – chiesa inferiore –
chiesa superiore
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In questa chiesa medioevale in stile romanico la nostra fortuna consiste soprattutto nel
vedere ancora collocata molto vicino allo spazio delle origini, un'opera d’arte, che
chiamiamo Pala d’altare, la quale è un capolavoro dell’arte italiana del Rinascimento.
Come ricorderai, il Rinascimento è stato un periodo compreso fra il Quattrocento e il
Cinquecento caratterizzato dalla conquista di un nuovo modo si rappresentare lo spazio.
Sai come si chiama questa nuova tecnica?
• Scegli la definizione corretta
rappresentazione bidimensionale
prospettiva
rappresentazione in 3D
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USA I TUOI OCCHI
Vogliamo ora darti un'importante avvertenza, utile non solo qui, ma tutte le volte in cui
ti capiterà di avvicinarti a un'opera d’arte. Non accontentarti mai delle immagini del
cellulare, dell’ipad, di google, del pc, della fotografia e del libro! Sono tutti strumenti
importantissimi, ma possono dirti qualcosa solamente se usandoli ti ricorderai di avere
visto l’opera nelle sue dimensioni e nel suo contesto. Quindi oggi noi abbiamo il
privilegio di vedere la Pala nelle sue reali dimensioni e nel luogo, o contesto, per il quale
venne realizzata in origine. Sai, vedere un'opera d’arte è un po’ come incontrare un
amico o un'amica. Tu ti accontenteresti di scrivere mail o telefonare a una persona che ti
sta a cuore senza mai vederla o incontrarla? ……… .
Come puoi vedere, la Pala è illuminata da alcuni faretti, ma anche dalle finestre che vedi
sul lato destro e dalle quali arriva un po’ di luce. Li vedi?
• Colloca negli spazi le seguenti indicazioni: illuminazione naturale – illuminazione
artificiale.
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A volte, osservando un'opera d’arte, potresti rimanere un po’ deluso. Sai perché? Perché
sei abituato a vedere in TV, o attraverso altri dispositivi, immagini che scorrono veloci e
illuminate tramite una lampadina posizionata dietro, la quale le rende proprio come se
fossero tutte “caramelle”. Invece, davanti a un'opera d’arte, bisogna fare un po’ come i
gatti, che alla luce restringono la pupilla, mentre al buio la dilatano al massimo. Occorre
soprattutto abituare i nostri occhi a vedere l’opera senza nessuna lampadina collocata alle
spalle, facendo attenzione ai colori e alle luci. Nel nostro caso possiamo osservare la Pala
illuminata dai fari, ma anche dalle finestre originali, che sono parte del suo contesto.
Allora, cerca di fare anche tu come i gatti!
Dov’è finita la mia pallina?
Che sole fastidioso! Lasciami
chiudere un po’ gli occhi!
Eccola là sotto il tavolo!
Caro il mio topolino! Che
aspetti a scendere?
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OCCHIO ALLE MISURE!
Sai, una volta i nonni insegnavano a misurare gli oggetti con l’occhio. Chi è abituato a
prendere le misure con il metro, troverà facile farlo anche a vista. Devi sapere che
ognuno dei tre pannelli della parte superiore, dove vedi le figure dei santi, è alto m. 2, 20,
per cui l’altezza delle figure dipinte è di circa m. 1,70, più o meno come una persona
adulta: questo rappresenta un ordine di grandezza.
SCOMPONIAMO LA PALA
La Pala è un dipinto eseguito su legno, un insieme di assi o tavole accostate a formare tre
pannelli: un pannello centrale e altri due laterali. Alla base puoi vedere altre tre scene
eseguite su superfici rettangolari. Tieni presente che ogni pannello è formato da più assi.
Tutta questa struttura è contenuta in una cornice, che possiamo definire cornice
architettonica, infatti, come puoi vedere, tra un pannello e l’altro ci sono quattro
colonne: due al centro e due semipilastri o lesene laterali. È come se questo insieme di
colonne e lesene sostenesse il coronamento della cornice architettonica, che è
curvilineo, una curva con due elementi circolari ai lati, che possiamo chiamare anche
timpano.
• Inserisci il nome degli elementi delle struttura della Pala: pannello centrale, pannello
destro, pannello sinistro, semipilastro destro, semipilastro sinistro, timpano curvilineo
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Qualche termine tecnico
Essendoci tre pannelli contenuti in una cornice di legno con colonne e timpano, noi
possiamo chiamare l’opera con i termini tecnici di trittico e polittico.
• Cancella la parola che ritieni errata.
Il termine trittico indica che l’opera è formata da cinque/tre pannelli con la scena principale. Il termine
polittico sta a significare che, nell’insieme, la struttura è composta da un pannello/diversi pannelli,
infatti in totale sono dieci/sei.
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ANDREA MANTEGNA PITTORE, ARCHITETTO E SCULTORE
La nostra Pala non è quindi solo un capolavoro di pittura, ma è anche un esempio di
architettura, evidente non solo nella cornice di legno nella quale sono inserite le tavole,
ma anche nella realizzazione pittorica. Per rendercene dobbiamo ricordare il concetto di
prospettiva. Sicuramente ne avrai sentito parlare a proposito dell'arte del Rinascimento.
• Completa la definizione di prospettiva inserendo negli appositi spazi i termini
proposti tra parentesi.
La prospettiva è un ………………………. di ……………………….. che consente
di …………………. in uno …………………… …………………… la
………………. .
di un oggetto.
(spazio – bidimensionale – profondità – metodo – riprodurre – rappresentazione)
Osserviamo i tre pannelli superiori.
Ora immaginiamo di andare oltre le colonne della cornice e cerchiamo di osservare ciò
che è rappresentato prospetticamente. Se fai attenzione, puoi vedere una struttura
architettonica dipinta che poggia su pilastri. Giulia, un’alunna di San Martino Siccomario,
ne ha contati dieci. Fidati! Guarda bene. Che cosa sostengono questi pilastri? Devi
ricordare un termine tecnico.
• Scegli la risposta opportuna
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un arco
un architrave
un tetto
All’interno della struttura architettonica dipinta puoi vedere delle sculture ad altorilievo,
sempre dipinte. Che cosa rappresentano?
Sono bimbi nudi in altorilievo, che nel linguaggio tecnico si chiamano putti, i quali, come
in un corteo, reggono festoni di frutta e fiori. Nell'arte veneta la passione per questi
putti, ispirati alla scultura romana, risale ad alcuni decenni prima del Mantegna. La
struttura architettonica dipinta dal nostro pittore è un padiglione aperto sul fondo, così
che si possono osservare le nuvole. Le vedi? Che cosa noti sotto queste nuvole bianche
nel cielo azzurro, intorno alla figura di Maria? Si tratta di un elemento importante.
Occorrerebbe un binocolo, perciò guarda l’immagine della pagina precedente
un ciuffo di viole
un'aiuola con le margherite
una siepe di rose
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Il padiglione dipinto risulta aperto sui tutti i lati e aperto anche per l’osservatore. I pilastri
verso di noi sono posizionati rispettivamente due dietro le colonne centrali e due negli
angoli dietro le lesene, o semipilastri, della cornice di legno. Controlla.
Appese all'architrave del padiglione verso di noi ci sono altre ghirlande, questa volta non
in scultura dipinta, ma sono coloratissime e piene di frutta, ma c’è anche qualche altro
elemento vegetale. Che tipi di frutta vedi? Una ragazza di San Martino, Nicole, li ha
individuati tutti. Prova anche tu e indicali negli spazi sotto le immagini. Segui
l’orientamento da sinistra a destra.
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Tutta questa ricchezza della natura è collocata dentro una ghirlanda, che è sospesa da
cornucopie, o corni dell’abbondanza, a ganci rossi di corallo. Nel pannello centrale,
proprio sopra la testa di Maria, si vedono altri due elementi. Che cosa sono?
VEDERE E CONTEMPLARE
Ora ti poniamo una domanda. Se la struttura della cornice, data da semicolonne di legno
dorato intagliato, fosse appoggiata ai quattro pilastri che sostengono il padiglione verso
di noi, non ci sarebbe lo spazio sufficiente per appendere i festoni. Sai che cosa significa?
In effetti noi dobbiamo immaginare la cornice architettonica come un edificio staccato
dal padiglione dipinto e che serve a indicare, stabilire e delimitare uno spazio che viene
prima. Per cui il visitatore prima entra idealmente sotto il portico sostenuto dalle colonne
della cornice, da dove può vedere, o meglio, contemplare la scena rappresentata.
Abbiamo usato i due verbi vedere e contemplare. Secondo te hanno lo stesso significato?
………… .
• Lavora sulla lingua. Confronta la definizione dei due verbi contenuta nel
Dizionario della lingua italiana
VEDERE
1 vtr
percepire con l'occhio
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2 vtr
assistere a uno spettacolo; visitare una città, una mostra, ecc.
CONTEMPLARE
1 vtr
guardare a lungo con ammirazione
2 vtr
meditare, specialmente su cose di valore spirituale
• Quale dei due verbi contiene un significato più forte e profondo?
vedere
contemplare
• Sottolinea le parole “calde” relative alla definizione del verbo contemplare
In effetti, il passaggio dal semplice vedere al contemplare è la motivazione di tutti gli
sforzi compiuti e di tutte le risorse messe in campo per realizzare la Pala e collocarla qui
dove la vediamo. Così la cornice definisce uno spazio realizzato e costruito non solo per
vedere, ma per contemplare. La contemplazione indica la maniera più profonda e
complessa di vedere la realtà, infatti comprende le nostre conoscenze, i nostri sentimenti
e le nostre credenze. Nel polittico di San Zeno la presenza di due spazi ci aiuta a
distinguere il vedere dal contemplare: è come se noi entrassimo sotto il portico della
cornice sormontata dal timpano curvilineo, per contemplare la scena rappresentata nel
padiglione sostenuto dai dieci pilastri dipinti. Cerca di entrare anche tu!
Il Mantegna, attraverso la prospettiva, ha creato un nuovo spazio utile a favorire la
contemplazione. Sai quale potrebbe essere stato il motivo? Ora noi siamo seduti su dei
banchi. Devi però pensare che, in origine, qui c’erano gli stalli del coro, strutture di legno
molto complesse, dove i monaci, in più occasioni durante il giorno e durante la notte, si
sedevano, si inginocchiavano o stavano in piedi per la preghiera. A San Zeno c’erano i
monaci benedettini, i quali raggiungevano il luogo in cui ora ci troviamo, e gli stalli del
coro dividevano la zona loro riservata dal resto della chiesa e dalla vista dei fedeli, perciò
loro erano gli unici ad avere il privilegio di accedere a questo spazio sacro. Quindi un
ragazzo della tua età vissuto a fine Quattrocento non avrebbe potuto contemplare la
Pala. Non ti senti davvero privilegiato? Pensa, potrai ritornarci ancora quando ne sentirai
il desiderio, e magari in compagnia!
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LA SACRA CONVERSAZIONE
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Che cosa contemplavano i monaci benedettini dai loro stalli? Cerchiamo di scoprirlo
insieme. Partiamo dallo scomparto centrale.
• Che cosa vedi in primo piano? Completa cancellando la parola sbagliata
Ai lati/al centro del quadro/pannello vedo un angelo/Maria seduta/seduto su un prato/in trono,
mentre sta accarezzando/mostrando Gesù/lo scettro, il quale sta al centro del padiglione, sollevato sul
trono.
• Chi è quindi il personaggio più importante di tutta la rappresentazione?
Maria
Gesù
Tutti gli occhi degli altri personaggi convergono verso il centro, come per testimoniare la
scena alla quale stanno assistendo.
Chi sono questi personaggi? Ti diamo dei suggerimenti di metodo. Quando si
conoscono alcuni particolari, bisogna esporli secondo un ordine, perché questo facilita
l’individuazione e la memorizzazione. Si comincia dal primo personaggio a sinistra e si
procede in senso orario.
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Troviamo l’apostolo Pietro, l’apostolo Paolo, l’evangelista Giovanni e il vescovo di
Verona Zeno. Come facciamo a essere sicuri? Di solito i santi e i vescovi sono
riconoscibili dai loro attributi, oggetti che, nelle Sacre Scritture o nelle Vite dei santi, sono
legati a momenti particolarmente significativi della loro missione spirituale.
• Completa la tabella associando i personaggi del pannello sinistro ai loro attributi.
L’esercizio è avviato
PERSONAGGIO
APOSTOLO PIETRO
ATTRIBUTO - ATTRIBUTI
CHIAVI
APOSTOLO PAOLO
GIOVANNI EVANGELISTA
VESCOVO ZENO
Passiamo ora al pannello di destra. Ci sei? Bene, vediamo un po’ chi c’è!
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Partiamo dal fondo. Il santo vestito di nero è Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine
dei monaci Benedettini che risiedevano qui a San Zeno, poi troviamo il martire Lorenzo
con la graticola e la palma del martirio, i suoi attributi, quindi il vescovo orientale
Gregorio e Giovanni Battista.
Nei due comparti laterali troviamo quindi otto santi, quattro per lato, disposti in ordine
gerarchico, ossia per importanza, con i titolari, il vescovo di Verona Zeno e il fondatore
dell’ordine benedettino, che testimoniano quello che sta avvenendo: Maria seduta sul
trono presenta il bambino. Questo soggetto si chiama “sacra conversazione”.
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Quindi il padiglione diventa la sede della sapienza di Dio e rappresenta, con la sua
bellezza e ricchezza di elementi, un edificio ideale. Come ricorderai, la tendenza verso
gli ideali, l’armonia e la bellezza è uno degli aspetti del Rinascimento.
• Ricordi i nomi di tutti i personaggi rappresentati? Sono in tutto dieci. Individuali,
iniziando da sinistra, e trascrivili negli spazi qui sotto
1) …………………………
2)……………………………….
3)…………………………..
4)……………………………….
5)………………………….
6)……………………………….
7)………………………….
8)……………………………….
9)………………………….
10)……………………………….
LE SCENE RUBATE
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Il bambino che si manifesta nel padiglione ha una missione particolare, che viene
rappresentata nelle scene dipinte nella parte sotto.
• Sai come si chiama? Scegli la risposta esatta
base
predella
rialzo
• Quali sono le sequenze rappresentate? Sono episodi narrati nei Vangeli.
Nell’Orazione nell’orto Gesù si ritira a pregate, mentre gli apostoli si
addormentano. La Crocefissione si riferisce al suo supplizio. La Risurrezione è il
momento in cui, dopo tre giorni dalla morte, risorge dai morti. Colloca al posto
giusto i seguenti titoli: Crocefissione – Orazione o preghiera all’orto – Risurrezione.
Ricordati sempre di procedere da sinistra a destra.
…..............................................
….........................................
…................................................
In effetti, le scene del padiglione centrale e della predella raccontano gli episodi più
importanti della vita terrena di Gesù Cristo secondo i Vangeli. Prima nasce come essere
umano, e Maria lo mostra al mondo alla presenza degli otto personaggi presi a testimoni
dell’evento. Proprio quel bimbo è destinato alla passione (sofferenza), alla morte e alla
risurrezione. Quindi la Pala di San Zeno è un polittico che, attraverso la presentazione di
Maria, guida alla contemplazione delle tappe fondamentali dell'esperienza terrena di
Cristo dalla nascita alla morte e risurrezione. Perciò è un grande dipinto d’altare che,
anche con l’aiuto della prospettiva, una conquista del Rinascimento, rappresenta ciò che
anticamente potevano contemplare solo i monaci benedettini, ma che ora possiamo
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contemplare anche noi: la missione di Cristo, che nasce, muore e risorge. Attenzione! Le
tre tavole delle predella non sono gli originali del Mantegna. Nel 1797, dopo il Trattato
di Campoformio, con il quale la Repubblica di Venezia veniva ceduta all’Austria,
Napoleone Bonaparte portò la Pala al Musèe di Parigi, che, nel 1803, assunse
l’intitolazione di Musée Napoléon. Nel 1815, dopo la sconfitta dell’imperatore, i sovrani
d’Europa si riunirono a Vienna per riportare la situazione politica precedente le
campagne napoleoniche. Si decise di restituire a Verona il trittico superiore, invece i tre
pannelli inferiori rimasero in Francia: la Crocefissione al Louvre, l’Orazione nell’orto e la
Resurrezione al Museo delle Belle Arti di Tours. Ma prima che lasciassero l’Italia il
pittore veronese Paolo Caliari aveva realizzato la copia dei tre scomparti della predella.
La predella ricomposta
• Indica negli spazi le città dove si conservano i tre originali della predella
…………………………………………………………..
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• Quale altro celebre dipinto di un artista italiano è conservato al Louvre?
………………………………………………………………………………………
L’AUTORE, IL COMMITTENTE E IL DUCA. LIBRI, CHE PASSIONE!
Andrea Mantegna è stato il primo protagonista della pittura del Rinascimento nel Veneto
e nell’Italia del nord. Dipinse la Pala intorno agli anni Cinquanta del Quattrocento per
incarico dell’autorità dei monaci benedettini di San Zeno, l’abate Gregorio Correr.
Questo religioso non era solamente un uomo di chiesa, ma voleva che anche gli altri
monaci studiassero le Sacre Scritture.
• Come puoi notare, nella Pala tutti i personaggi intorno al trono reggono in mano
un libro da studiare e meditare, tranne uno. Chi è? ………………… .
Anche gli angeli cantori ai piedi del trono hanno in mano dei libri. Non è un caso.
Gregorio Correr, il committente che pagò l’opera del Mantegna era stato compagno di
studi ed era rimasto amico del duca di Mantova, il quale desiderava che il pittore
completasse la Pala, per potersi poi trasferire da lui. L’esecuzione del nostro polittico era
quindi tenuta sotto osservazione da parte di personaggi molto importanti, i quali
contribuirono alla progettazione dell’opera che noi abbiamo visto nei suoi aspetti formali
- struttura, composizione, misure - e contemplato, cercando di comprenderne il
significato più profondo.
Andrea Mantegna
Presunto autoritratto
Particolare della Presentazione al Tempio (1453 – 1459
circa)
Berlino, Gemäldegalerie
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Andrea Mantegna –
Probabile ritratto di Gregorio Correr
sotto le spoglie del vescovo orientale
Gregorio – Pala di San Zeno
P ti l
d ll P l di S
Z
Andrea Mantegna
Ritratto di Ludovico Gonzaga
Particolare della Camera degli sposi
Mantova, Palazzo Ducale
AL LAVORO!
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La Pala di San Zeno
Per facilitarti nell’esecuzione delle attività proposte, riportiamo in grande la Pala del
Mantegna che hai potuto vedere e contemplare nel corso della visita a San Zeno.
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ATTIVITÀ 1. ARTE E IMMAGINE
IMPARO A LEGGERE UN’OPERA D’ARTE
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IL SOGGETTO E L’AUTORE
1. L’opera fu eseguita da …
Pisanello
Michelangelo
Andrea Mantegna
Giotto
2. L’artista era stato allievo di …
Cimabue
Raffaello
Tiziano
Francesco Squarcione
3. L’opera raffigura una scena …
 di guerra
 mitologica
 sacra
di storia contemporanea
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4. È un'opera realizzata …
a olio su tela
ad affresco
a tempera su tavola
I CODICI
1. La composizione è …
statica (ferma)
agitata e mossa
chiusa
simmetrica
2. La disposizione delle figure segue linee …
verticali
orizzontali
diagonali
3. La tecnica di rappresentazione dello spazio usata da Mantegna si chiama
………............. .
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I SIGNIFICATI
1. Qual è il significato dell’opera? Che cosa ha voluto comunicare l’artista?
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
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ATTIVITÀ 2. ARTE E IMMAGINE
IMPARO A DESCRIVERE UN’OPERA D’ARTE
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Ora cerca di elaborare una scheda descrittiva della Pala. Per facilitarti puoi riferirti
all'immagine che trovi all’inizio di questa sezione. Ricordati che per descrivere un'opera
d’arte occorre rispondere alle domande Chi? Che cosa? Come? Quando? Dove?
AUTORE (CHI?) …………………………………………….
TITOLO (CHE COSA?) …………………………………….
TECNICA (COME?) ………………………………………..
DATA (QUANDO?) ………………………………………..
COLLOCAZIONE (DOVE?)……………………………….
DESCRIZIONE: STRUTTURA – DIMENSIONI – FORMA (CHE COSA HO
VISTO?) - PERSONAGGI E LORO SIGNIFICATO (CHE COSA HO
CONTEMPLATO?)
…………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………
ATTIVITÀ 3. ARTE E IMMAGINE
IMPARO A CONFRONTARE UN'OPERA D’ARTE
La grande Pala eseguita dal Mantegna trae chiara ispirazione dall’Altare Maggiore di
bronzo che Donatello stava scolpendo negli stessi anni per la Basilica del Santo a
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Padova. Purtroppo è andato perduto, ma ne è stata preparata un ricostruzione ipotetica.
Confrontalo con la Pala di San Zeno.
• Quali somiglianze noti? (struttura – forma – numero dei personaggi –
disposizione dei personaggi)
………………………………………………………………………………………....
………………………………………………………………………………………....
………………………………………………………………………………………....
………………………………………………………………………………………....
….....................................................................................................................................
.........................................................................................................................................
ATTIVITÀ 4. ARTE E IMMAGINE -EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA
IMPARO A RISPETTARE UN’OPERA D’ARTE
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Se avessimo visitato la chiesa di San Zeno tra il febbraio 2007 e l’aprile 2009 non
avremmo trovato la Pala. Sai perché? L’opera del Mantegna era stata smontata in tutte le
sue parti per essere trasferita all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Alla fine dei
restauri durati due anni ritornò nella propria dimora. Il restauro è un delicato intervento
che serve a recuperare nel miglior modo possibile un'opera d’arte, per metterla poi a
disposizione dei visitatori desiderosi di vederla e contemplarla. Le pitture su tavola, come
la Pala, risentono sia dell’umidità sia dell’eccessiva secchezza, che provocano il
rigonfiamento e il restringimento del legno, con conseguente distacco della pellicola di
colore. Il legno, inoltre, può essere attaccato dai tarli. Nel progettare un intervento di
restauro, perciò, prima di tutto bisogna risanare sia i materiali dell’opera d’arte sia, per
quanto è possibile, l’ambiente in cui essa è conservata. Il risanamento si avvale quindi di
metodi diretti, come l’utilizzo di mezzi meccanici, fisici e chimici, utili a rimuovere
microrganismi e insetti, ma anche di metodi indiretti, per cercare di eliminare le cause di
degrado dovute all’ambiente. Il restauro è quindi il risultato della collaborazione di
esperti di numerose discipline: restauratori, archeologi, architetti, storici dell’arte, chimici,
biologi e fisici. Il loro contributo è fondamentale: per esempio, le analisi chimiche sugli
strati di colore di un dipinto consentono di individuare le tecniche di pulitura più
appropriate. Come puoi immaginare, tutte queste operazioni sono molto costose e
spesso la loro realizzazione è resa possibile grazie all’intervento di privati o istituzioni
pubbliche che mettono a disposizione delle risorse economiche.
Anche lo Stato italiano è chiamato alla tutela e alla conservazione delle opere d’arte e dei
beni culturali, che comprendono:
• il paesaggio e l’ambiente naturale: testimonianze dell’intervento dell’uomo
• i beni archeologici: monumenti antichi e tutto il materiale di scavo
• i beni storico-artistici: testimoniano l’attività artistica nel tempo
• i beni librari e archivistici: manoscritti, libri e documenti antichi
• gli oggetti d’uso: testimoniano il grado di civilizzazione di un popolo
• A quali di queste cinque categorie appartiene la Pala di San Zeno?
………………………………………………………………………………………….
32
L’articolo 117 della Costituzione della Repubblica italiana, che è la legge fondamentale
dello Stato, dice che:
lo Stato ha legislazione esclusiva […] nella tutela dell’ambiente, dell’ecosistema
e dei beni culturali
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali è l’organo centrale attraverso il quale lo
Stato italiano applica sui beni culturali una serie di leggi che li tutelano, per proteggerli
dai danneggiamenti e per favorirne la conoscenza da parte del pubblico. Il Ministero
esercita la sua funzione attraverso organi periferici, le Soprintendenze, presenti su tutto il
territorio nazionale. Anche le Regioni e i Comuni svolgono funzioni di controllo, cura e
gestione del patrimonio locale, in accordo con le normative dello Stato. Le attività
specifiche che hanno per oggetto i beni culturali sono lo studio, la catalogazione, il
restauro e il controllo di eventuali operazioni relative ad acquisti e vendite.
Ministero dei Beni
Culturali
Soprintendenze
territoriali
Regioni
Comuni
Il Restauro della Pala di San Zeno è un esempio dell’attività delle istituzioni nella
protezione di un bene artistico. Infatti, Nel 2006, la Soprintendenza per il Patrimonio
Storico Artistico e Etnoantropologico delle province di Verona, Vicenza e Rovigo e
l’Amministrazione Comunale di Verona, Assessorato alla Cultura, Museo di
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Castelvecchio hanno chiesto all’Opificio delle Pietre Dure di effettuare una verifica del
suo stato di conservazione, per valutare la possibilità di smontare ed presentare l’opera
alla grande mostra del Mantegna svoltasi a Verona fra il 2006 e il 2007. È stato allora
progettato ed eseguito un primo intervento, curato dall’Opificio delle Pietre Dure di
Firenze e dalla Soprintendenza, che ha permesso l’esposizione dell’opera, rimandando la
soluzione definitiva delle problematiche ad una fase successiva. All’indomani
dell’esposizione, il Comune di Verona ha destinato una parte significativa dei ricavi della
mostra a sostenere il progetto di restauro e la pubblicazione che lo avrebbe
documentato. Nel febbraio del 2007 la Pala, compresa la splendida cornice di legno
intagliata e dorata, è stata trasportata nei laboratori di Firenze per essere sottoposta alle
prime indagini prima di iniziare il restauro.
E tu?
La protezione dei beni culturali, però, non dipende solo dalle istituzioni qualificate per
questo compito. Ogni cittadino ha il dovere di partecipare, e quindi anche tu devi
impegnarti a rispettare il nostro patrimonio, cominciando prima di tutto a conoscerlo e
sentirlo come tuo. La scuola, attraverso uscite didattiche e progetti, è un'ottima palestra
per iniziare ad avvicinarti al patrimonio artistico della tua e di altre città.
Prima di un’uscita didattica:
• segui la preparazione svolta dall’insegnante
• svolgi ricerche a scuola o a casa
• procurati un quaderno e una penna per gli appunti
Arrivato sul luogo:
•
•
•
•
•
•
presta attenzione alla guida
confronta le informazioni apprese in precedenza con quelle nuove
osserva bene
prendi appunti
non fidarti troppo dei dispositivi multimediali
cerca di imparare delle tecniche di osservazione che potranno esserti utili anche in
futuro
• rispetta le regole di comportamento indicate all’ingresso
Qualche divieto
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• Quali fra questi divieti ti aspetteresti di trovare all’ingresso di una chiesa o di un
museo?
Numeri ………………………………………………………………………….
• Spiega il significato dei simboli che hai individuato dal punto di vista del rispetto e
della conservazione di un ambiente o di un’opera d’arte
1. N. …..
…………………………………………………………………………………...
...............................................................................................................................
2. N. …..
………………………………………………………………………………......
…………………………………………………………………………………..
3. N. ……
…………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………
4. N. …..
35
…………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………
Dopo la visita:
• Rifletti sull’esperienza vissuta
• Discutine con compagni di scuola, amici, insegnanti e altri
• Raccontala in una pagina di diario
ATTIVITÀ 5. LETTERE-ARTE E IMMAGINE
I BIMBI DELLA PALA
Il piccolo Gesù che Maria mostra al mondo non è l’unico bambino della Pala. Nell'opera
ce ne sono altri un po’ ovunque. Cerchiamoli partendo dall’alto.
Troviamo i bimbi nudi reggi-festone degli altorilievi dipinti.
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A San Zeno abbiamo detto che, per i putti degli altorilievi dipinti, il Mantegna dovette
ispirarsi a modelli dell’arte classica, diffusi anche in Veneto. Già nel Trecento un
collezionista di antichità di Treviso, Oliviero Forzetta, desiderava procurarsi due
altorilievi antichi risalenti ai secoli I-II d. C., provenienti dal Trono di Saturno a San
Vitale di Ravenna e ora sono conservati presso il Museo Archeologico di Venezia:
rappresentano due coppie di putti che reggono i simboli del dio Saturno. Il nostro
pittore ebbe sicuramente la possibilità di vederli a Venezia e di imitarli. Guarda come
assomigliano a quelli della Pala!
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Ma ci sono altri bimbi anche intorno al trono e ai piedi di Maria. Eccoli!
Guarda bene. Da sotto il tappeto escono le gambette di due putti come quelli
dell’architrave. Ma tutti gli altri?
• I bambini che cantano e suonano ai piedi di Maria ti sembrano uguali ai putti
dell’architrave e di quelli nascosti dal tappeto rosso?
sì
no
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• Trovi qualche differenza?
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
• Pensi che, nel dipingere i piccoli cantori ai piedi del trono il pittore si sia ispirato
allo stesso modelli classico usati per i putti?
Non rispondere subito. Leggi questo brano tratto da un libro su Andrea Mantegna.
L’autore, Matteo Marchesini, immagina che il pittore, quasi sul punto di morte, lasci
Mantova per ritornare a Padova e ritrovare i luoghi della sua prima ispirazione. Ti
consigliamo, se vuoi, di leggere il libro per intero. Se abiti a Verona, lo puoi trovare
presso la Biblioteca Comunale. A un certo punto l’autore si sofferma sulla sua passione
del pittore per il mondo infantile:
Andrea non ha mai smesso di ritrarre dal vero quella vita d’infanzia. Sempre ne ha fatto sfondo, o
addirittura proscenio [parte del palcoscenico protesa verso la platea], delle sue creazioni: e spesso si è
sorpreso a pensare che di certe sue pitture è lo sfondo il vero proscenio. Sui volti dei bambini, nello
sguardo posato su di loro dalle madri fanciulle, il vecchio sa di avere lasciato l’unica traccia di tenerezza,
che in lui è sempre stata nascosta nei dettagli come la più efferata crudeltà. Ricorda quando a Padova,
seduto su un muretto, copiava le gesta dei ragazzini che sguazzavano nell’acqua del Bacchiglione: piccoli
putti schiamazzanti e diabolici, come quello che nel suo affresco del Battesimo di Ermogene piscia sulla
scena in un contrappunto d’ironia profana; o altri rimasti a riva, malinconici, come il bimbo che
sgranocchia un tarallo nella Circoncisione della cappella di san Giorgio […].
(Andrea Marchesini, Come nuvole di roccia. Andrea Mantegna, Milano, Motta Junior, 2006, p.
XXVIII).
• Dopo la lettura del brano proposto rispondi alle seguenti domande?
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1. Oltre agli altorilievi antichi, a che cosa si è ispirato Andrea Mantegna nel dipingere
i bambini?
………………………………………………………………………………………
2. Attraverso le loro immagini quale sentimento ha voluto esprimere l’artista?
………………………………………………………………………………………
3. Da quanto puoi capire da brano, pensi che gli facile esprimere questo sentimento
nella vita reale? Motiva la tua risposta riportando le parole del testo
….………………………………………………………………………………………
….………………………………………………………………………………………
…................................................................................................................................,,,,,
4. I piccoli cantori ai piedi del trono fanno da …
sfondo
proscenio
•
Concentrati sulla figura di Gesù. Assomiglia di più …
ai putti dell’architrave dipinto
agli angioletti che cantano
sia ai primi che ai secondi
• Quali somiglianze noti fra Gesù e i putti dell’architrave?
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….....................................................................................................................................
………………………………………………………………………………………….
• Quali somiglianze noti fra Gesù e i piccoli cantori?
…………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………….
• Dove rivolge lo sguardo Gesù?
………………………………………………………………………………………….
• Come la figura di Gesù esprime tenerezza? Guarda dove tiene le manine
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ATTIVITÀ 6. SCIENZE-EDUCAZIONE ALIMENTARE
LA FRUTTA DEL MANTEGNA. DAL DIPINTO ALLA TAVOLA
Sicuramente, durante la visita a San Zeno, sarai rimasto colpito dall’abbondanza di frutta
colorata dei festoni della Pala. Guarda, te li riproponiamo qui sotto.
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I festoni della Pala sono una coloratissima rappresentazione del trionfo della natura. Che
abbondanza! Ci sono frutti di tutte le stagioni, ma anche alcuni vegetali. A quel tempo
solo i ricchi potevano permettersi frutta fresca in tavola tutti i giorni. Per i monaci che
dovevano contemplarli tutti questi elementi naturali, oltre ad essere estremamente
piacevoli alla vista, nascondevano dei significati più profondi, quindi il nostro Andrea
Mantegna non li aveva dipinti per caso.
• Ti proponiamo ora una web quest, attività molto gradita ai ragazzi. Cerca almeno
sei frutti fra quelli rappresentati nei festoni che abbiamo riportato qui sopra e per
ognuno trova il suo significato nell'arte cristiana. Ti suggeriamo il sito
http://www.pitturaomnia.com/rivista_pittura_000005.htm
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FRUTTO
SIMBOLO DI …
E tu …
All’epoca del Mantegna solo pochi potevano permettersi la frutta fresca. Oggi è più
comune trovarla, anche perché è più facile da coltivare, raccogliere e distribuire.
Purtroppo non tutti la apprezzano e, soprattutto i ragazzi, all'idea di uno spuntino a base
di frutta storcono il naso. Tu che ne pensi?
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• Ti proponiamo lo stesso questionario somministrato agli alunni dell’Istituto
Comprensivo di San Martino che il 30 aprile 2013 hanno visitato la chiesa di San
Zeno. Attenzione! Cerca di essere sincero e di rispondere non sulla base di quello
che sai essere corretto! La tua risposta dovrà rispecchiare le tue reali abitudini
alimentari e le tue preferenze
Questionario Versione Scuola Secondaria di Primo Grado
1. Quanti anni hai?
10
11
12
13
14 o più
2. Sei
M
F
3. Quale classe frequenti?
Prima
Seconda
Terza
4. Scegli tutti i cibi che PREFERISCI MANGIARE
Pesce
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Frutta
Verdura
Carne
Salumi
Uova
Pane
Pasta
Pizza
Risotto
Formaggi
Yogurt
Cereali
Latte
Marmellata
Dolci
Nutella
Caramelle
Biscotti
Caffè
Gelato
Cioccolato
Merendine
Mc Donald's
kebab
Cinese
Giapponese
5. Scegli tutti i cibi che A CASA, I TUOI GENITORI, TI PER=
METTONO DI MANGIARE
Pesce
Frutta
Verdura
Carne
Salumi
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Uova
Pane
Pasta
Pizza
Risotto
Formaggi
Yogurt
Cereali
Latte
Marmellata
Dolci
Nutella
Caramelle
Biscotti
Caffè
Gelato
Cioccolato
Merendine
Mc Donald's
kebab
Cinese
Giapponese
6. Scegli tutti i cibi che la TV TI CONSIGLIA DI MANGIARE
Pesce
Frutta
Verdura
Carne
Salumi
Uova
Pane
Pasta
Pizza
Risotto
47
Formaggi
Yogurt
Cereali
Latte
Marmellata
Dolci
Nutella
Caramelle
Biscotti
Caffè
Gelato
Cioccolato
Merend
Mc Donald's
kebab
Cinese
Giapponese
7. Fai la prima colazione?
Tutti i giorni
Qualche volta
Raramente
8. Che cosa mangi a colazione ?
Fette biscottate, con burro, miele o marmellata, latte o yogurt
Tè o caffelatte
Caffè
9. Fai la merenda?
Tutti i giorni
Qualche volta
Raramente
48
10. Che cosa mangi a merenda ?
Un frutto
Thè o biscotti
Una merendina o un panino
11. Quante volte mangi frutta fresca?
Due o tre volte al giorno
Una volta al giorno
Tre o quattro volte alla settimana
12. Quante volte mangi dolciumi vari (merendine, gelati, ecc.) ?
Una volta alla settimana o meno
Due o tre volte alla settimana
Quasi tutti i giorni
13. Hai mai sentito parlare di “piramide alimentare”?
Sì
No
• Ora non pensare alle risposte. Ritorniamo sulla DOMANDA 13. Sai che cos’è la
piramide alimentare?
Per semplicità gli alimenti possono essere suddivisi in grandi categorie rappresentati da
una piramide. I cibi da privilegiare sono quelli sistemati sui primi gradini partendo dal
basso. Sono più naturali, non necessitano di particolari lavorazioni prima del consumo e
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la loro preparazione non richiede un particolare spreco di acqua, che, come sai, è una
risorsa molto preziosa e, purtroppo, rischia di esaurirsi. Osserva bene la piramide.
Forse sarai un po’ deluso. Come puoi notare, i cibi preferiti dai ragazzi sono in cima. Ma
attenzione! Non siamo nell’antico Egitto, dove il faraone si trovava al vertice della
piramide sociale. In questa piramide i cibi consigliati occupano i gradini più bassi, ma
sono i più importanti per un sano funzionamento dell'organismo.
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• Completa la tabella sotto. Prendendo spunto dai festoni della Pala indica per ogni
riga il nome di un frutto, il principio nutritivo contenuto (acqua, sali, minerali,
vitamine, fibre) e la sua importanza nell'alimentazione. Puoi fare riferimento al
docente di matematica e scienze.
FRUTTO DELLA PALA
PRINCIPIO
NUTRITIVO
A CHE COSA SERVE
La frutta del Mantegna può anche servire nella preparazione di piatti molto gustosi,
dall’antipasto al dolce. Prova a realizzare un ricettario con i tuoi compagni. Potreste di
nuovo divertirvi con una web quest. Ti suggeriamo il sito www.giallozafferano.it
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ATTIVITÀ 7. INTERDISCIPLINARE
CARO AMICO TI SCRIVO …
Al termine del nostro percorso, raccogli idee, sensazioni ed emozioni e raccontalo a un
amico o a un'amica. Segui questa scaletta:
• tipo di esperienza
• organizzazione
• obiettivi
• tue considerazioni personali
Se prendi un bel foglio di protocollo a righe, il tuo lavoro sarà molto più ordinato!
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