Centro Studi CNI - 02 ottobre 2012

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Centro Studi CNI - 02 ottobre 2012
Centro Studi C.N.I.
-
02 ottobre 2012
INDICE RASSEGNA STAMPA
Centro Studi C.N.I. - 02 ottobre 2012
PREVIDENZA PROFESSIONISTI
Sole 24 Ore
02/10/12 P. 24
Le Casse di previdenza scelgono l'«obiezione »
Matteo Prioschi
1
02/10/12 P. 26
Corsia preferenziale per il condominio
Saverio Fossati
2
02/10/12 P. 25
«Nucleare, problemi in 19 centrali francesi»
Giovanni Caprara
3
02/10/12 P. 1
Infrastrutture, ora un mercato dei capitali
Alberto Quadrio
Curzio
4
02/10/12 P. 24
Gli impianti fotovoltaici limitano la cumulabilità
Giorgio Gavelli, Gian
Paolo Tosoni
6
CONDOMINIO
Sole 24 Ore
NUCLEARE
Corriere Della Sera
INFRASTRUTTURE
Sole 24 Ore
FOTOVOLTAICO
Sole 24 Ore
ISTITUTI TECNICI
Sole 24 Ore
02/10/12 P. 25
Istituti tecnici, direzione a rischio per i tagli al Miur
7
RIFORMA FORENSE
Italia Oggi
02/10/12 P. 30
La riforma inciampa
Benedetta Pagelli
8
Invalidità, in pista i professionisti
Carla De Lellis
9
PRESTAZIONI ASSISTENZIALI
Italia Oggi
02/10/12 P. 29
COMMERCIALISTI
Sole 24 Ore
02/10/12 P. 24
Indice Rassegna Stampa
«Commercialisti, confronto sui programmi»
10
Pagina I
® Scade il termine della spending review: pochi pagamenti
Le Casse di previdenza
scelgono l'«obiezione»
In attesa
di chiarimenti
accantonati
gli importi
Matteo Prioschi
Il termine fissato per il 3o
settembre dalla spending review è stato superato senza
che sia arrivata una proroga, così le Casse di previdenza dei
professionisti hanno sostanzialmente confermato l'orientamento emerso nei giorni
scorsi. Di fronte alla richiesta
di versare alla Tesoreria dello
Stato irisparmi derivanti dal taglio ai consumi intermedi (almeno il5% nel 2012, per un totale di circa 6 milioni di euro come riportato dal Sole 24 Ore.
coni), la maggior parte ha deciso di non rispettare la'scadenza.
Nelle scorse settimane il tono
del confronto tra enti di previdenzaprivati e governo si era alzato, dopo la decisione
dell'Adepp (l'associazione che
riunisce venti casse) diimpugnare la circolari della Ragioneria
dello Stato con cui si ricordava il
nuovo obbligo, nonché gli altri
provvedimenti in materia. In seguito era emerso l'orientamento
di sedici casse a non versare
quanto richiesto entro la scadenza del 30 settembre. In base a
una verifica condotta ieri dal Sole 24 Ore, risultano aver adempiuto all'obbligo la cassa forense, quella dei ragionieri e quella
dei commercialisti, nonché
l'Enpaia. A tale elenco dovrebbe
aggiungersi Inarcassa, mentre
tra i non aderenti all'Adepp,
Enasarco è orientata apagare.
Le motivazioni di chi ha adem-
Previdenza professionisti
piuto sono riconducibili alla volontà di non violare la norma, anche se non condivisa. «La legge
va rispettata - spiega Paolo Saltarelli, presidente della Cassa dei
ragionieri e periti commerciali anche se non piace, perché in sostanza si tratta di una tassa o cculta.Abbiamo versato circa 25omila euro, con riserva di restituzione. Vedremo con i nostri legali
come procedere, mi auguroche
ci sia un'azione congiunta in
Adepp». Sulla stessa linea la
Cnpadc: «La lettera che accompagna il versamento - precisa il
presidente WalterAnedda- evidenzia la volontà di richiedere il
rimborso e agire in tutte le sedi
possibili per averlo».
Molti altri, invece, pur provvedendo ad accantonare in bilancio quanto dovuto, hanno deciso di non pagare. Così hanno
fatto, per esempio, l'Inpgi e
1'Enpab. «Attendiamo la circolare del ministero - afferma Sergio Nunziante, presidente
dell'ente diprevidenza deibiologi - perché abbiamo molti dubbi
su cosa rientra tra i consumi intermedi, e aspettiamo anche per
il 30 ottobre, la sentenza del
Consiglio di Stato». L'Enpam, invece, sottolinea che mentre con
la spending review si chiede
una mano per risanare i conti, lo
Stato a sua volta è in debito per
lasuaparte di contributi per l'indennità di maternità: gli arretrati degli ultimi otto anni ammonterebbero a oltre 20 milioni di
euro. In attesa che la situazione
si chiarisca, c'è chi si è portato
avanti per sapere come recuperare quanto eventualmente versato. La Fondazione Fasc ha
provveduto a interpellare il ministero del Lavoro circa le modalità operative per l'adempimento e l'indicazione per richiedere
l'eventuale restituzione delle
somme qualora fossero versate.
IL quadro
OI I LA NORMA
Il comma 3 dell'articolo 8
della legge 135/2012
(spending review) impone
alle Casse di previdenza di
versare alla Tesoreria dello
Stato quanto risparmiato
tagliando i consumi
intermedi. Il risparmio deve
essere del 5% ne[ 2012 e del
10% negli anni successivi. Per
l'anno in corso il termine perii
versamento è stato fissato a l
30 settembre
02 11 PRESUPPOSTI
La richiesta di contri buto si
basa sul fatto che le Casse di
previdenza sono inserite
nell'elenco Istat degli enti che
rientrano nel conto
economico consolidato dello
Stato. Le Casse contestano
tale situazione in quanto per il
sostentamento si basano sui
contributi degli iscritti e non
gravano sul bilancio statale
031 LE DECISIONI
Due sentenze del Tar danno
ragione alle Casse, ma si èin
attesa del pronunciamento
del Consiglio di Stato,
previsto il30 ottobre. Nei
giorni scorsi le Casse riunite
nellAdepp hanno deciso di
impugnare le circolari
ministeriali in materia
Pagina 1
e `: m L° re Possibile una rapida approvazione dopo la quasi unanimità dei consensi ottenuta a Montecitorio
Corsia preferenziale
per 11 condominio
È già stata concessa la.«sede deliberante» alla commissione Giustizia del Senato
Saverio Fossati
Corsia di accelerazione per
lariformadelcondominio: contro ogni abitudine, il disegno di
legge As 71-B, approvato dalla
Cameragiovedì scorso, ègiàstato assegnato alla commissione
Giustizia in sede deliberante.
Questo vuol dire che in poco
tempo ilSenato potrebbe approvare il testo, senza modifiche,
rendendolo così definitivo.
Per il senatore Franco Mugnai, «padre» della riforma e
probabile relatore "di ritorno"
si tratta di valutare se le modifiche della Camera hanno stravoltola filosofia che ispiravalaversione di Palazzo Madama: se i
principi di fondo resistono,
spiega Mugnai, al massimo si
tratterà di piccole modifiche
che alla Camera passeranno
senza difficoltà.
Le modifiche più importanti
(si veda il Sole 24 Ore del 27 e 28
settembre) sono: il riconoscimento del supercondominio,
che seguirà semplicemente le
regole generali; la possibilità di
far cessare le attività che danneggiano le destinazioni d'uso
delle parti comuni; la possibilità
di modificare le stesse destinazioni d'uso con la maggioranza
di 4/5 dei millesimi e dei condomini; la possibilità di distaccarsi
dal riscaldamento centralizzato
quando non derivino squilibri e
pagando solo manutenzione
straordinaria e messa a norma
della caldaia; le maggioranze ridotte (500 millesimi e la metà
dei condomini) per innovazioni
che riguardino sicurezza, salubrità, barriere architettoniche,
realizzazione diparcheggi o impianti di energie rinnovabili, di
videosorveglianza o di trasmissione via etere o via cavo; le regole per le spese degli ascensori
sono equiparate a quelle delle
scale; la nomina dell'amministratore, resa obbligatoria solo
in caso vi siano più di otto condomini e con una serie di requisiti di "regolarità" giuridica, di
frequenza di corsi di formazione e di possesso di polizza rc su
richiesta dei condomini; le nuo-
Condominio
ve attribuzioni dell'amministratore e le sue nuove responsabilità, dall'obbligo di "perseguire"
entro sei mesi i morosi all'apertura del conto corrente condominiali, la cui mancata osservanzapuò condurre in alcuni casi allarevoca giudiziale; la durata in carica dell'amministratore, un anno automaticamente
rinnovabile senza limiti salvo
delibera contraria; la redazione
del bilancio condominiale con
registro di contabilità, riepilogo finanziario e nota sintetica
esplicativa della gestione; la
possibilità di modificare a maggioranza le tabelle millesimali;
lo stop ai divieti di tenere animali domestici e nuove sanzioni da
Zoo a 8oo euro per le violazioni
del regolamento.
Sono sostanzialmente positive le reazioni delle associazioni
di categoria: « È una legge di
grande equilibrio, rispettosa dei
diritti proprietari e frutto di un
lavoro corale del quale va dato
atto ai Gruppi parlamentari» ha
detto il Presidente della Confedilizia, Corrado SforzaFogliani.
Diversificata l'opinione delle associazionidegli amministratori:
Secondo Pietro Membri, presidente dell'Anaci «L'Anaci non è
contenta e si rammarica per una
occasione perduta da parte del
Legislatore, il quale avrebbe potuto maggiormente valorizzare
la figura professionale dell'amministratore condominiale e immobiliarè». Per Silvio Rezzonico, a capo della Fna «La norma è
palesemente più equilibrata erazionale di quellavarata dal Senato» e per Giuseppe Bica, presidente dell'Anammi è «Una normativa più vicina alle esigenze
dei condomini e dei professionisti». Laura Coglitore, presidente diAlac Roma, apprezzala modifica amaggioranza delle tabelle ma critica l'equiparazione
dell'ascensore alle scale.
Pagina 2
La Commissione europea
Edf La centrale
nucleare Edf a
Thionville,
Francia (Reuters)
«
.
nroble
1 centra
9
.
t
.
»
Diciannove centrali nucleari francesi non sarebbero
completamente adeguate ai criteri di sicurezza richiesti
dall'Europa secondo un documento preparato dalla
Commissione di Bruxelles e rivelato dal quotidiano Le
Figarò. Il documento riguarda un'indagine condotta sulle
134 centrali esistenti nei 14 Paesi europei e avviata dopo
l'incidente di Fukushima in Giappone. Allora, oltre a una
ricognizione, vennero effettuati anche degli stress test
per verificare la tenuta degli impianti soprattutto per le
varie condutture. Le 1g centrali segnalate, quattro delle
quali vicine ai confini italiani, manifesterebbero delle
«carenze» ma «in generale la situazione è soddisfacente»
nota il commissario Ue all'energia Guenther Oettinger e
non si chiede alcuna chiusura. Si fa però notare che
mancano degli strumenti di misurazione sismica e gli
equipaggiamenti di soccorso in caso di incidente non
sono adeguati. Queste carenze erano già state individuate
dall'autorità di sicurezza nucleare francese Asn e l'Edf,
proprietaria delle centrali, si era già impegnata a
provvedere. Gli impianti britannici, svedesi, spagnoli e
tedeschi ne sono invece regolarmente dotati. Secondo gli
autori del rapporto le centrali devono prevedere anche
eventi estremi, come è accaduto in Giappone, e
intervenire per garantire la sicurezza. Questo discorso
vale per tutti i 134 reattori esaminati (58 sono francesi).
Secondo l'indagine saranno necessari da 1o a 24 miliardi
di euro per sanare completamente la situazione nelle 14
nazioni. Il nucleare in Francia è sotto la lente politica del
presidente François Hollande che ha già confermato la
chiusura della centrale di Fessenheim, la più vecchia
della rete francese, entro il 2o16. Tuttavia, il rapporto,
che dovrà essere consegnato ai rispettivi capi di Stato
interessati per una valutazione, segnala anche un
elemento a favore dei rettori francesi Epr di cui gli altri in
Europa sarebbero sprovvisti. Esso riguarda un sistema di
arresto che se fosse stato installato a Fukushima avrebbe
impedito il disastro.
Giovanni Caprara
0 RIPRODl1LONE RISFRV.4Tk
Nucleare
Pagina 3
EUROPA E CRESCITA
Infrastrutture,
ora un mercato
dei capitali
di Alberto Quadrio Curzio
Per orientare la crescita europea
(che oggi non c'è) alla strategia
«Europa 2020» per uno sviluppo
«intelligente, sostenibile e inclusivo»
la Commissione europea ha presentato nell'ottobre 2011un progetto di strumenti finanziari innovativi basati su
una comune «piattaforma di titoli azionari e di debito della Ue». La proposta
(o più propriamente la «comunicazione») della Commissione è indirizzata al Parlamento e al Consiglio europeo per la formulazione del bilancio della Ue 2014-2020 e perla modifica della regolamentazione finanziaria associata. La Commissione ha anche rafforzato a fine luglio questa iniziativa per sperimentare subito
un'emissione pilota di project bond
suppostati dalla Ue e dalla Banca Europea per gli investimenti (Bei) per
finanziare progetti di investimenti a
lungo termine (Ilt).
Si punta a riorientare così il bilancio
della Ue per avere effetti di attrazione
moltiplicata su una ampia gamma di finanziamenti specie per gli Ilt in infrastrutture cruciali per uscire dalla crisi.
Consideriamo due aspetti (l'urgenza e
l'attuazione) di queste iniziative riferendoci anche ad una più ampia analisi e
azione condotte in sede europea ed italiana da Franco Bassanini, presidente
della Cassa depositi e prestiti.
L'urgenza. Bassanini, con enfasi crescente e condivisibile, segnala che s'è
fatto pocoper creare nellaUeunmercato dei capitali per le infrastrutture (anche se i primi fondi europei quali Marguerite, Inframed, Eeef sono partiti). Il
finanziamento delle infrastrutture è ancora in gran parte dato dalle banche
commerciali che lo stanno riducendo
drasticamente sia a causa di Basilea 3 sia
per un conseguente maggiore orientamento in impieghi a breve termine sia
per l'aumento dei costi di raccolta causati dal declassamento dei rating sovrani e bancari dei Paesi periferici. Nell'ultimo trimestre 20u i prestiti bancari
per il "Project financing " sugli Ilt sono calati di quasi il 40% per le banche
Ue più deboli e quasi il 2o% per quelle
più forti. Quanto agli investitori istituzionali (assicurazioni, fondi pensione, fondi comuni), che potrebbero essere più inclini agli investimenti di
lungo termine per la temporalità dei
loro obblighi verso i creditori, la regolazione (in particolare Solvency 2) è
una barriera grave per il project fmancing. Se si considera che gli investitori
istituzionali mondiali collocano solo
il 2% in prodotti finanziari collegati a
infrastrutture su un totale di 5omila
miliardi di euro (di cui i6mila europei) da essi detenuti, si capisce il potenziale da utilizzare.
Continua > pagina 5
Infrastrutture
Pagina 4
Infrastrutture, ora
il mercato dei capitali
L'attuazione. Gli strumenti finanziari innovativi
prefigurati dalla Commissione e da supportare con il bilancio Ue sono una ampia
gamma: partecipazioni azionarie o finanziamento di debito con prestiti, garanzie,
compartecipazione al rischio. Essi hanno la capacità
di attrarre ulteriorifmanziamenti da parte di investitori
pubblici e privati garantiti
sia dalla condivisione del rischio con laUe sia dall'applicazione di rigorose procedure Ue nella valutazione dei
progetti. La Commissione a
tal fine ha proposto un capitolo specifico nella regolamentazione finanziaria annessa al bilancio Ue all'esame del Parlamento europeo.
Sarebbe cruciale tenere almeno tre direttrici, ben sintetizzate da Bassanini, per favorire gli Ilt con il project financing, il partenariato pubblico privato, i project bond.
In primo luogo una rimodulazione della regolamentazione europea (Solvency
2, Crd 4 per l'attuazione di
Basilea 3, eccetera) che penalizza molto(anche) gli Ilt
senza i quali l'economia
non cresce con effetti negativi anche sulla stabilità finanziaria che il solo rigore
non garantisce. Anche i sistemi regolatori nazionali
vanno riformati nel segno
della semplicità e stabilità,
della riduzione dei costi burocratici con sistemi di vigilanza e giudiziari affidabili
ed efficienti.
In secondo luogo ci vogliono adeguati incentivi fiscali
a sostegno degli Ilt ma anche del risparmio e dell'azionariato a lungo termine che
li sostiene. Gli Ilt, se ben gestiti ed attuati generano reddito, e quindi entrate fiscali
che possono superare gli iniziali incentivi.
In terzo luogo gli strumenti finanziari per gli Ilt
possono prendere a model-
Infrastrutture
lo i fondi azionari come
Marguerite (che si avvia a
sottoscrizioni pari a 1,5 miliardi di euro partendo dai
710 messi dai fondatori e
che filiando altri strumenti
di debito potrebbe arrivare
a mobilitare 40-5o miliardi
in Ilt) varato nel 2009 dalle
Casse depositi e prestiti europee (italiana, francese, tedesca, spagnola, polacca),
dalla Bei e dalla Commissione europea.
Lungo queste linee l'Italia deve essere pro-attiva
avendo il valore aggiunto
della Cassa Depositi e prestiti e di un ministro per gli
Affari europei come Moave-
L'URGENZA
Finora nella Ue si è fatto
poco per creare un mercato
dei capitali per le
infrastrutture e la
regolazione non aiuta
........................................................................
L'ATTUAZIONE
Gli strumenti finanziari
innovativi sono un'ampia
gamma: partecipazioni
azionarie, finanziamento
di debito, garanzie
........................................................................
ro Milanesi. Perciò dobbiamo premere per il varo dei
project bond della Bei con
garanzia della Ue per con=
correre, con altre risorse
azionarie o di debito, al fi=
nanziamento di singoli progetti europei nel quadro delle Ten (Trans-Europeam
Network) di cui abbiamo)
scritto in «Investire sulle reti per riunire l'Europa» (Il
Sole 24 Ore, 26 settembre
2012). Perché diversamente
la Ue regredirà e i giovani
senza lavoro diventeranno
adulti sfiduciati di un continente che invecchia.
Alberto Quadrio Curzio
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Pagina 5
Incentivi. Parere del ministero dello Sviluppo economico
Gli impianti fotovoltaici
limitano la cumulabilità
Giorgio Gavelli
Gian Paolo Tosoni
=_r Matrimonio difficile tra la
"Tremonti ambientale" e la tariffa incentivante maturata
con la produzione di energia
elettrica mediante impianti fotovoltaici.
Il ministero dello Sviluppo
economico in rispostaa una domanda di chiarimento presentata dallo Studio Rodi & Partner,
ha precisato che solo «le tariffe
del II conto energia sono cumulabili nei limiti del 20 per cento
del costo dell'investimento».
In pratica tale interpretazione
restrittiva esclude che la deduzione dal reddito imponibile
prevista dalla Tremonti ambientale (articolo 6, legge
388/2000) possa sommarsi alle
tariffe del III, IV e V conto energia. Questo orientamento ministeriale lascia molto perplessi
in quanto giunge dopo che l'articolo 19 del decreto 5 luglio 2012
aveva introdotto una norma interpretativa che consente la cu-
Fotovoltaico
mulabilità dei due benefici (si
veda Il Sole 24 Ore del24 agosto
e 28 settembre). Di parere favorevole al cumulo si è espressa
anche l'Assonime nell'approfondimento 8/2011.
La questione risulta di notevole importanza in quanto il mancato rispetto dei limiti relativi al-
L'INTERPRETAZIONE
Solo con il secondo
conto energia
oltre alla tariffa agevolata
si può dedurre
il costo dell'investimento
.........................................................................
la cumul abilità determina la p erdita dellapossibilità dibeneficiare della tariffa incentivante, oltre al recupero delle minori imposte dovute per effetto della detassazione non spettante.
Si ricorda che l'articolo 19 del
decreto del5luglio scorso (cosiddetto V conto energia) stabi-
lisce la possibilità di cumulare
il beneficio derivante dalla detassazione ambientale con la tariffa incentivante. Nel limitare
tale possibilità richiama il decreto che ha introdotto il II conto energia (Dm 19 febbraio
2007). Da qui nasce laletturarestrittiva del ministero. Quest'ultimo interpreta lo specifico richiamo al decreto del 2007 come la volontà del legislatore di
limitare l'ambito di applicazione del cumulo. Pertanto ilbeneficio fiscale della Tremonti ambientale sarebbe fruibile soltanto con la tariffa incentivante del
II conto energia.
Quindi il ministero esclude la
cumulabilità della tariffa del III,
IV, e V conto energia sostenendo inoltre che non è esplicitamente prevista nei relativi decreti attuativi. Tuttavia appare
corretto ritenere che con il decreto dello scorso 5luglio il legislatore abbia voluto introdurre
un principio generale. La questione relativa alla cumulabilità
della tariffa incentivante con la
Tremonti ambientale era infatti
molto dibattuta.
Per tale ragione il legislatore'
a nostro parere, ha fatto richiamo al decreto del2007perfissare un criterio oggettivo al fine di
limitarne i benefici (gli incentivi derivanti dalla detassazione
ambientale, sono compatibili
con la tariffa a condizione che
non eccedano il 2o% dell'ammontare complessivo dell'investimento).
Inoltre la recente interpretazione del ministero appare priva di logicità. Tutti i conti energia si fondano sulla tariffa incentivante che ha sempre la
medesima natura e funzione;
non si comprende perché per
un conto sia compatibile con
la Tremonti ambientale e per
gli altri no.
Altro problema è quello che
riguarda la decorrenza della cumulabilità che secondo la risposta del ministero ha effetto solo
dal i° gennaio 2013, per effetto
della disposizione di cui agli articoli 24 e 26 del Dlgs 28/2011 in
materia di sovrapposizione degli incentivi; ciò ovviamente
per impianti realizzati prima
del 26 giugno 2012 in quanto da
tale data la Tremonti ambientale è soppressa.
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Pagina 6
,. Con [a spending review
Istituti tecnici,
direzione a rischio
per i tagli al Miur
ROMA
Per ora è solo un'indiscrezione. Che, se confermata, ostacolerebbe però il rilancio
dell'istruzione
tecnica.
Nell'ambito della riorganizzazione imposta dalla spending
revietvvilMiur starebbe pensando di cancellare l'apposita direzione generale.
Per arrivare al taglio del 20%
previsto dalla spending, viale
Trastevere ridurrebbe da tre a
due i dipartimenti. Mantenendo invita quello per «l'università, l'alta formazione artistica,
musicale e coreutica e perla ricerca» e accorpando gli altri
due: quello per «l'istruzione» e
quello per «la programmazione e la gestione delle risorse
umane, finanziarie e strumentali». Al tempo stesso delle 12 direzioni generali esistenti scomparirebbero quella per «l'istruzione e formazione tecnica superiore» e quella per «l'internazionalizzazione della ricerca».
Anche se dal Miur non confermano questa circostanza e
invitano ad aspettare una decina di giorniper ilvaro delpiano
di riorganizzazione, esponenti
di entrambi gli schieramenti
chiedono al ministro Francesco Profumo a ripensarci. L'ex
presidente della commissione
Istruzione della Camera, ValentinaAprea (Pdl), si dice «sconcertata» perché «da un lato si
parla di interventi perla qualità
dell'istruzione tecnica, per la
formazione professionale e per
l'occupazione e dall'altro sipensa a scelte come queste». Da assessore regionale dellaLombardia, Aprea ricorda come la Dg
abbia accompagnatole Regioni
nella creazione dei poli tecnicoprofessionali e degli Its e aggiunge: «È vero che l'eredità
verrebbe raccolta da qualche altra direzione ma sarebbe comunque un brutto segnale».
D'accordo anche l'attuale presi-
Istituti tecnici
dente della commissione Istruzione, Manuela Ghizzoni (Pd):
«Con una riforma dell'istruzione tecnica appena avviata spero che questa sia solo una voce
di corridoio. Per dare coerenza
alla filiera serve una salda direzione. In questo campo - conclude - bisogna investire e non
depotenziare».
Gli stessi argomenti vengono usati da Alberto De Toni che
ha lavorato, sotto due diversi
ministri (Beppe Fioroni e Mariastella Gelmini), alla riforma
degli istituti tecnici e professionali. Avendo avuto modo di collaborare quotidianamente con
quella direzione generale, De
Toni la ricorda come «forte-
iulil1T11_i (C(lrii
«Il rafforzamento
della cultura tecnica
in un momento di grave crisi
industriale va riconosciuto
da tutti come un bene»
........................................................................
mente capace di produrre dati
e orientare scelte molto efficaci» e ne sottolinea il ruolo di
ponte conil ministero delLavoro e con l'università.
Sul ruolo dell'istruzione tecnica insiste anche Claudio Gentili, direttore Education di Confindustria: «Mi auguro che ilrafforzamento della cultura tecnica in un momento di grave crisi
industriale sia riconosciuto da
tutti come un bene. Il riordino
degli istituti tecnici - aggiunge
- dà risposte chiare ai giovani e
alle famiglie, che si aspettano
dalla scuola percorsi trasparenti e competenze spendibili tanto per l'accesso alle professioni
tecniche, quanto per il passaggio ai livelli superiori di istruzione e formazione».
Eu. B.
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Pagina 7
14l 'l'OC4l'[ 1'h' 1/L úrp-erLzez .f(,z i c,onli con i 1-LC1di lecnici
La riforma inciampa
Il nuovo accesso passerà dal Miur
Pagina a cura
DI BENEDETTA PACELLI
orsa
il tempo per
i nodi
sulle future modalità di
%/////l a cces so alla professione
forense. Se l'intenzione del ministro della giustizia Paola Severino, infatti, è quella di rivedere
i criteri per diventare avvocato,
le criticità di natura tecnica e
politica non sono di facile né di
immediata risoluzione. Secondo
le ipotesi che circolano si tratterebbe di un emendamento al ddl
di riforma forense che di fatto
dovrebbe intervenire su quei decreti ministeriali che disegnano
il percorso universitario. Una
norma tecnica, dunque, che innanzitutto non potrà che passare per un accordo con i piani alti
di quel ministero dell'università
guidato da Francesco Profumo,
ma che poi dovrà trovare anche
la corretta formula legislativa.
Una quadratura del cerchio non
facile, seppure il principio di rivedere l'accesso goda di una decisa
compattezza delle sigle dell'avvocatura, come ha evidenziato il tavolo tecnico con i rappresentanti
del ministero della giustizia (non
c'era nessuno di quello dell'istruzione) lo scorso 28 settembre e
come di certo riconfermerà l'incontro del prossimo giovedì 4
ottobre. In questo scenario ferve l'attesa per il ddl di riforma
forense dove appunto la norma
dovrebbe trovare spazio e la cui
discussione secondo il calendario
dell'aula della camera inizierà
oggi pomeriggio.
Le ipotesi per l'accesso. Una
tra le ipotesi più accreditate,
quindi, è quella di intervenire
direttamente dalla base, cioè dal
f11111
Riforma forense
corso di laurea: triennale uguale
per tutti, e specialistica diversificata a seconda dello sbocco che si
intende raggiungere, magistratura, notariato o avvocatura.
In questo caso, e qui sorgono i
primi problemi, si andrebbe ad
intervenire su una norma ministeriale per incidere sul sistema
del 3+2 dalle sue basi. C'è, poi,
la strada del numero programmato post-lauream, in sostanza
cioè agli studenti più meritevoli
che hanno un percorso formativo particolarmente brillante sarà
consentito l'accesso alle scuole
di specializzazione, non prima
di aver superato un esame di ingresso. Un'alternativa che, anche
in questo caso, andrà pensata e
predisposta in maniera congiunta
con il dicastero dell'università visto che queste stesse scuole sono
organizzate dagli atenei. Non si
esclude, infine, l'idea di inserire
direttamente il numero chiuso
agli ingressi e come avviene per
altre facoltà, programmarlo a
seconda delle necessità. Quali di
queste soluzioni, poi, troverà applicazione concreta non è chiaro,
giacché di scritto non c'è ancora
nulla. Ma certo molti confidano
che l'incontro di giovedì sarà risolutore rispetto alla strategia che
adotterà il governo.
Il ddl forense. L'avvocatura,
sulla scia di quanto affermato
dalla Severino, confida che tutto
questo trovi spazio in un emendamento al ddl forense che, nel
frattempo questa settimana sarà
discusso nell'aula della camera.
È lo stesso guardasigilli ad aver
promesso di seguire la materia
«con estrema attenzione» e di
assicurare nello stesso tempo la
volontà che questa possa essere approvata entro la fine della
legislatura anche con emendamenti migliorativi. I; appoggio,
comunque, a far presto è condiviso da tutti i rappresentati del
Parlamento. Il presidente della
Commissione giustizia del senato, Filippo Berselli, ha infatti assicurato che se «accadesse
il miracolo di un approvazione
rapida della riforma in aula, la
Commissione di Palazzo Madama sarebbe pronta ad approvarla
in una settimana». «L'emendamento all'accesso», aggiunge il
presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura Maurizio De
Tilla, «sarà quindi inserito all'interno del testo di legge. Se questo
per qualsiasi motivo non dovesse
essere approvato, si stralcerà il
passaggio sull'accesso che andrà
avanti con un percorso autonomo tramite un decreto d'urgenza.
Del resto questa è la vera novità
e tra le più significative per una
riforma degli avvocati».
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!Inva1ic
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a libera alle convenzioni tra Inps e professionisti per la raccolta
e trasmissione delle dichiarazioni di responsabilità al
fine dell'erogazione di prestazioni assistenziali (invalidità civile
ecc.). La firma alla convenzione
potrà essere apposta presso le
direzioni provinciali dell'Inps,
perché l'autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ha
spiegato che tali convenzioni
non vanno comprese nell'ambito di applicazione della normativa in tema di tracciabilità
dei flussi finanziari. Lo spiega
lo stesso Inps nel messaggio n.
1558/2012.
Gestione delle prestazioni assistenziali . Lo schema
di convenzione, ricorda l'Ines,
è stato approvato con determinazione presidenziale n.
427/2011; riguarda il servizio di
raccolta e di trasmissione delle
dichiarazioni di responsabilità
al fine dell'erogazione di prestazioni assistenziali. In materia,
l'autorità per la vigilanza sui
contratti pubblici ha comunicato di ritenere non comprese
nell'ambito di applicazione della normativa in tema di tracciabilità dei flussi finanziari le
convenzioni che l'Inps, al fine
dell'espletamento di proprie
Prestazioni assistenziali
funzioni istituzionali riconducibili alla sfera previdenziale,
stipula con i centri di assistenza
fiscale. Preso atto di tale parere, l'Ines ha ritenuto opportuno
procedere a un decentramento
della disciplina delle convenzioni a livello provinciale.
I professionisti interessati.
Le associazioni professionali interessate alle convenzioni sono:
commercialisti; revisori contabili;
consulenti del lavoro; per i consulenti tributari: Ancit; Ancot; Int; e
Lapet. Il legale rappresentante,
o la persona munita di procura
speciale, del Caf oppure dell'associazione professionale che intende stipulare con l'Inps la convenzione, in possesso di un certificato
digitale Entratel, in corso di validità, rilasciato dall'Agenzia delle
entrate, potrà, pertanto, recarsi
presso la direzione provinciale
dell'Inps di competenza, in base
alla localizzazione della sede legale del Caf o dell'associazione. Il
certificato digitale di autenticazione Entratel andrà comunicato
all'atto della sottoscrizione della
convenzione e il direttore dell'Inps (o suo delegato) ne verificherà
la validità attraverso internet.
Infine, l'Inps precisa che i
pagamenti relativi alle convenzioni stipulate saranno gestiti
dalla competente direzione centrale risorse strumentali.
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LISTA LONGO BARDI
«Commercialisti,
confronto
sui programmi»
Riportare suiprogrammi il confronto elettorale per
il rinnovo del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili in programma il 15 ottobre. Con un comunicato
stampa, le due liste apparentate sotto il motto "Insieme
per la professione" formulano «un appello affmché, almeno nell'ultimo scorcio dellacampagna elettorale sipossa privilegiare il confronto
tra idee e programmi piuttosto che la reiterazione di
comportamenti contraddistinti da eccessi polemici, faziose dietrologie e arbitrarie
interpretazioni della norma
che regolala procedura elettorale». L'obiettivo del comunicato è favorire «una serena consapevolezza a delle
proposte programmatiche
dei due apparentamenti così
da consentire a tutti i consigli degli ordini territoriali di
esprimere un voto ragionato».Il riferimento è alle polemiche che si sono sviluppate
nelle scorse settimane a seguito del trasferimento, avvenuto il 6 agosto, di Giorgio
Sganga, candidato della lista
"Insieme per la professione", dall'ordine di Paola (Cosenza) a quello di Aosta.
Le liste di "Insieme per la
professione" vedono come
candidato presidente Gerardo Longobardi e Davide Di
Russo quale vicepresidente.
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Commercialisti
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