maurizio Zaninipianoforte

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maurizio Zaninipianoforte
MisanoPianoFestival
giovedì 7 Agosto
Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, ore 21.15
Maurizio Zanini pianoforte
Robert Schumann (1810 - 1856)
Scene infantili op. 15
Da paesi e uomini stranieri, Curiosa istoria,
A rincorrersi, Fanciullo che supplica,
Quasi felice, Avvenimento importante,
Sogno, Al camino, Sul cavallo di legno,
Quasi troppo serio, Bau-Bau,
Bambino che s’addormenta, Il poeta parla.
Franz Schubert (1797 - 1828)
Drei Klavierstücke D. 946
()
Johannes Brahms (1833 - 1897)
Sonata n. 3 op. 5 in fa minore
Allegro maestoso
Andante espressivo
Scherzo: Allegro energico - Trio
Intermezzo (Rückblick): Andante molto
Finale: Allegro moderato ma rubato
Maurizio Zanini
Direttore d’orchestra e pianista milanese, Maurizio
Zanini si è aggiudicato nel 1986 il Primo Premio
al Concorso pianistico internazionale Dino Ciani,
ricevendo inoltre l’Oscar internazionale della
critica Maschera d’Argento per la musica classica.
Successivamente ha beneficiato dei preziosi consigli di
Maurizio Pollini.
Ha tenuto recitals e concerti con orchestra al Teatro
alla Scala di Milano, Barbican Centre di Londra,
Sala d’Oro del Musikverein di Vienna, Musikhalle di
Amburgo, Gasteig di Monaco di Baviera, Kunsthaus
di Lucerna, Maison de Radio France di Parigi, Lincoln
Center di New York. Solista con la London Royal
Philharmonic Orchestra, Philharmonisches Orchester
der Stadt Nürnberg, Philharmonisches Staatsorchester
Bremen, Sinfonieorchester Luzern, Orquesta
Sinfònica de Córdoba, Orchestra dell’Accademia di
Santa Cecilia, Orchestra RAI, ha collaborato con direttori quali Roberto Abbado, Aldo
Ceccato, Myun-Whun Chung, Vladimir Delman, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni,
Gerard Korsten, Jerzy Semkow, Alexander Vedernikov, Marcello Viotti.
Nel 2000 ha iniziato l’attività direttoriale invitato da Orchestre e Teatri tra cui la Kärntner
Sinfonieorchester di Klagenfurt, Orchestra della Svizzera Italiana, Ankara Presidential
Symphony, Malta Philharmonic, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro La Fenice di
Venezia, Arena di Verona, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Verdi di Trieste, Teatro
Ente Concerti di Sassari, Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Teatro Marrucino di
Chieti, Cameristi della Scala, Istituzioni Concertistico Orchestrali di Bari, L’Aquila,
Lecce, Milano, Padova, Palermo, Parma, Sanremo, collaborando con solisti quali Linda
Campanella, Bruno Canino, Robert Cohen, Alain Meunier, Natalia Roman, Ausrine
Stundyte, Daniil Trifonov, Lorna Windsor.
Nel 2008 ha diretto La Clemenza di Tito al Teatro dell’Opera Giocosa di Savona (Piccola
lezione di grande stile, applaudita per quasi un quarto d’ora - la Repubblica) e nel 2010
Il Barbiere di Siviglia di Paisiello al Teatro Verdi di Sassari (...direzione limpidissima di
Maurizio Zanini con tempi e dinamiche attentamente calibrati. La delicata strumentazione
è stata curata dal direttore con un’attenzione da concerto sinfonico, e altrettanta attenzione
andava ai rapporti con le voci, raggiungendo un equilibrio ottimale. - l’Opera). Nel 2011
ha diretto una nuova produzione del Barbiere di Paisiello al Teatro Marrucino di Chieti
e il più celebre Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini all’Emirates Palace Auditorium
di Abu Dhabi in tournée con il Teatro La Fenice (Tutto esaurito e standing ovation finale
con bis. Tutto il pubblico dell’Emirates Palace Auditorium di Abu Dhabi, un misto di
spettatori arabi e occidentali, ha a lungo applaudito il direttore Maurizio Zanini, l’Orchestra
e il Coro del Teatro veneziano ed i sei solisti - TMNews). Nel 2013 è tornato sul podio
dell’Orchestra della Svizzera Italiana e ha debuttato nella Stagione dell’Arena di Verona
con un programma sinfonico/corale. Nel 2014 dirigerà nuovamente l’Orchestra Sinfonica
di Bari, Sinfonica Abruzzese, Sinfonica di Lecce, Filarmonica Arturo Toscanini.
Note al programma
Nell’ambito della sua vasta produzione per pianoforte, Robert Schumann dedicò tanto
spazio al mondo dell’infanzia: basti pensare all’Album della gioventù op. 68 del 1848 e, ancor
prima, alle Scene infantili op. 15, composte nel 1838. La poetica malinconica di Eusebio,
eterno sognatore, e l’instancabile esuberanza di Florestano, due personaggi chiave dell’amato
scrittore Richter, sono gli elementi sentimentali che muovono la composizione, creazione di
rara ed incantevole bellezza.
I Klavierstücke D. 946 di Franz Schubert rispecchiano ancora una volta la volontà del genio
romantico di fuggire dal presente con la freschezza di un linguaggio intimamente cameristico.
La musica di Schubert è sempre confidenziale e racconta stati d’animo soavi e malinconici; il
suo scopo non è quello di enunciare verità o scienze inedite, ma piuttosto quello di esprimere
“motivi così belli e compiuti che penetrano nell’anima con quella segreta dolcezza che i
tedeschi chiamano Heimlichkeit...”. Questi erano motivi e musiche da condividere con quella
cerchia di amici che si incontravano nelle “schubertiadi” viennesi, per ammirare e godere
dell’arte sublime del giovane Franz. I tre brani, scritti nella primavera del 1828, nella loro
semplicità tecnica, si rivolgono ad un pubblico di dilettanti; la loro espressività è accostabile
a quella purissima degli Improvvisi op. 90 e op. 142.
La Sonata op. 5 venne composta dal ventenne Johannes dopo averne composte altre due, una
in do maggiore e l’altra in fa diesis minore. Dapprima si occupò della stesura dell’Intermezzo e
dell’Andante e poi completò l’opera con altri tre movimenti ben più mossi e vigorosi. Pare che
Robert Schumann, raggiunto a Düsserldorf da Brahms in tournée, fosse rimasto stupefatto
dall’esecuzione di questa Sonata, leggendone le potenzialità sinfoniche; Clara Schumann ne
recitò le lodi nel suo diario, definendo il giovane musicista “artista che sembra inviato da
Dio”. Subito dopo Schumann promuoverà Brahms nel famoso articolo Vie nuove della sua
“Neue Zeitschrift für Musik” di Lipsia, quale massimo esponente della corrente contraria alla
“Nuova Scuola tedesca” di Wagner e Liszt. Romantico, prigioniero della forma, per Brahms la
Sonata è concepita ancora in forma cameristica, fondandosi su una scrittura contrappuntistica
in cui non esistono più beethoveniane contrapposizioni fra personaggi tematici.
La Sonata op. 5 è una creazione di grande temperamento e raccoglie, in fieri, tutti i caratteri
profondamente appassionati delle opere brahamsiane più mature. L’ampiezza dei suoi cinque
movimenti passa da espressioni di grande energia (si pensi allo straripante vigore del tema
principale dell’Allegro maestoso in fa minore), a spazi delicati e riflessivi (Intermezzo, Andante
espressivo), pennellati talvolta da successioni accordali purissime o da tristi venature molto
intime. Il quarto movimento porta il titolo Retrospettiva: ripropone infatti il secondo tempo
in una veste più impressionistica. Il finale è una sorta di marcia-scherzo, carica di fantasia e di
cupezza; in esso il giovane Brahms si concede citazioni alfabetiche da un cantus firmus fino a
confluire in una trionfale coda conclusiva, espressione virtuosistica del suo grande pianismo.