N°7 – 1 Aprile - Rocca - Pro Civitate Christiana

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N°7 – 1 Aprile - Rocca - Pro Civitate Christiana
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ANNO
periodico quindicinale
Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post.
dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 2, DCB Perugia
Rocca
1 aprile 2006
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A2,00
sommario
Rivista
della
Pro Civitate Christiana
Assisi
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Guerre finanziarie India: La svolta filoamericana
Dialogo tra scienza e fede: La nostalgia dei figli delle stelle
Culture e religioni raccontate: Acrobazie di identità
NUMERO
7
Programmi elettorali: Punti caldi a confronto
Dalle etiche all’ethos condiviso ProgettoVeronesi: Il testamento biologico
Il Corano e il Concilio Chiesa: Un Concistoro sobrio
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1 aprile
2006
Islam in primo piano
TAXE PERCUE – BUREAU DE POSTE – 06081 ASSISI – ITALIE
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ISSN 0391 – 108X
14/03/06, 18.08
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Ci scrivono i lettori
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Anna Portoghese
Primi Piani Attualità
Valentina Balit
Notizie dalla scienza
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Vignette
Il meglio della quindicina
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Raniero La Valle
Resistenza e pace
Il Corano e il Concilio
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Maurizio Salvi
India
La svolta filoamericana
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Aldo Eduardo Carra
Europa
Guerre finanziarie
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Romolo Menighetti
Oltre la cronaca
Il timbro di Dio
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Filippo Gentiloni
Politica italiana
Islam in primo piano
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Pietro Greco
Progetto Veronesi
Il testamento biologico
Oliviero Motta
Terre di vetro
Una polizza sul futuro
Giannino Piana
Etica politica economia
Dalle etiche all’ethos
Romolo Menighetti
Parole chiave
Poteri forti
Programmi elettorali
Punti caldi a confronto
Roberta Carlini
Economia
Non sono tutti uguali
Fiorella Farinelli
Questione sociale
Due opposte filosofie
Umberto Allegretti
Istituzioni
Progetti europei e internazionali
Rosella De Leonibus
Cose da grandi
Bello e impossibile
Stefano Cazzato
Lezione spezzata
Sembra scuola
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Giuseppe Moscati
Letteratura
Paul Eluard
Un grande sperimentatore dell’inarrivabile
Marco Gallizioli
Culture e religioni raccontate
Acrobazie d’identità
Giancarlo Zizola
Chiesa
Un concistoro sobrio
Adriana Zarri
Controcorrente
San Musone
Carlo Molari
Dialogo tra scienza e fede
La nostalgia dei figli delle stelle
Rosanna Virgili
La voce del dissenso
I trucchi del potere
Lilia Sebastiani
Il concreto dello spirito
Sorelle separate
Giacomo Gambetti
Cinema
Una storia dopo l’altra
Saw 2 – La soluzione dell’enigma
Roberto Carusi
Teatro
Il dialetto interattivo
Renzo Salvi
RF&TV
Montalbano
Mariano Apa
Arte
Brescia
Augusto Cavadi
Mostre
Rouault a Palermo
Michele De Luca
Fotografia
Mariano Fortuny
Giovanni Ruggeri
Siti Internet
Energie rinnovabili
Libri
Carlo Timio
Rocca schede
Paesi in primo piano
Ecuador
Nello Giostra
Fraternità
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l’articolo
economia
PROGRAMMI ELETTORALI
non sono tutti
uguali
P
Ma è meglio fermare qui lo sport della
«caccia alla bugia», e prendere i programmi sul serio per quello che contengono e
promettono. Cominciando con una notazione: la sconfessione del luogo comune
«sono tutti uguali». Un luogo comune che
alligna da sempre nell’animo profondo di
un pezzo dell’Italia, qualunquista o rassegnata: un pezzo d’Italia che prima si ascriveva genericamente alla destra e che finiva per non votare o votare per la conservazione dell’esistente. Ma che ormai da tempo – da quando esiste ed è politicamente
rilevante anche l’astensionismo di sinistra
– si trova anche dall’altra parte dello schieramento, dalla parte di quanti vedono o
temono una sostanziale omogeneità tra i
due poli, e pensano che in fondo la gara
elettorale sia una gara per la conquista del
potere che alla fine poco cambierà delle
nostre condizioni di vita, lavoro, salute,
eccetera eccetera.
libertà e identità
Non è così. Per quanto ricoperti di quel
cerone che l’obiettivo elettorale comunque
sparge in quantità, i due programmi mostrano due diverse (e reali) facce. Frutto
di diverse identità e di opposti approcci alla
politica e al governo del paese. Può piacere l’una o l’altra, o possono non piacere
entrambe, ma sono due facce diverse.
Il programma della Casa delle libertà, nell’enunciare i valori di riferimento, parla
chiaramente di «libertà e identità», aggiungendo una forte e aggressiva componente
di «difesa» (difesa dei valori europei, della
nazione, delle nostre imprese e merci, delle radici religiose) alla più alata e generica
invocazione della «libertà». Dal piano dell’Unione emergono invece altre parole d’ordine, la parola più gettonata è «solidarietà» e le aperture (agli «altri» nella politica
dell’immigrazione, alla «multilateralità»
nella politica internazionale, alla «pace
preventiva») prevalgono. Ma con molte ed
enormi timidezze, quasi che la paura, sentimento su cui fanno leva le proposte di
chiudersi nella fortezza Nord-Est, o nella
fortezza Italia, o nella fortezza Europa,
fosse entrata a pieno titolo in tutte le agende politiche. Non si spiega altrimenti perché, nel dedicare giustamente attenzione
al capitolo della cittadinanza degli stranieri, il programma dell’Unione si fermi alla
generica invocazione di «ridurre il periodo di attesa»; perché non si può semplicemente dire, come dicono le leggi di paesi
di antica immigrazione come gli Stati Uniti, che si è cittadini del Paese in cui si nasce. Dunque, chi nasce in Italia è cittadino
italiano.
continueremo...
Passando ai temi economici, le differenze
sono evidenti. Oltre ai tanti «continueremo» e alla promessa di «un ulteriore milione di posti di lavoro», il programma
della Casa delle libertà lancia alcune proposte rivelatrici. Per il Sud, alle tradizionali infrastrutture da costruire o sbloccare si aggiungono «zone e porti franchi» e
una «banca del Sud»: da un lato, l’idea che
solo con zone libere da lacci, tasse, regole
e controlli si possa sviluppare l’economia;
dall’altro, un veicolo per far arrivare finanziamenti e soldi, con una banca ad hoc. E
ancora: per il lavoro, si propone la detassazione degli straordinari. Che è in ultima
analisi un incentivo a fare più straordinari. Naturalmente ne saranno contenti i lavoratori che possono così arrotondare i
loro magri stipendi, e anche le imprese che
possono spremere fino all’ultimo il personale che hanno già, senza dover assumerne altro: una misura che può creare consenso, ma è difficile che crei «ulteriore»
occupazione.
Per la casa, che è uno dei temi-clou di questa campagna elettorale, si propone di continuare il modello «tutti proprietari»: vendendo le case popolari per pochi soldi agli
inquilini, dunque finendo per dare la casa
solo a chi già ce l’ha. E promettendo nuove costruzioni, vendite e mutui per tutti gli
altri. Infine, sulla finanza pubblica si propone di incidere sul debito vendendo il
patrimonio: la prosecuzione di una politi-
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ca avviata dai tempi delle cartolarizzazioni. C’è ancora tanto da vendere, dice Tremonti ogni volta che va in tv; aggiungendo
che i proventi di queste vendite dovrebbero andare a ridurre il debito, dunque non
a finanziare la spesa corrente né la riduzione delle imposte (anche queste promesse): dunque, chi pagherà per la spesa o le
minori tasse?
risanamento e rilancio
Non che il programma dell’Unione sia
molto più dettagliato sul «chi pagherà»
(siamo in campagna elettorale, non dimentichiamolo: ma sarebbe bene che «loro»
non dimenticassero che gli elettori e le elettrici si sono abituati a far di conto). Stavolta l’Unione non punta solo sul risanamento, né sulla politica dei «due tempi»
(prima aggiustiamo i conti, poi ridistribuiremo i benefici: politica che nel ’98 costò
la presidenza del consiglio a Prodi). Risanamento e rilancio, per Prodi, vanno insieme. Dunque il programma è ricco di
spese da fare: per generalizzare i benefici
del welfare, dare la copertura della disoccupazione a tutti, elargire un assegno per
ogni bambino che nasce, fondare 2.500
asili nido in più, finanziare con crediti
d’imposta le assunzioni a tempo indeterminato e le assunzioni di ricercatori, fare
domanda pubblica nei settori innovativi ed
emergenti, garantire un nuovo sistema di
assistenza e sanitario adeguato all’invecchiamento dell’Italia, rifare edilizia sociale e sostenere l’affitto… Proposte nuove e
vecchie, all’impronta del rinnovamento del
modello «stato più mercato» che ha caratterizzato la tradizione europea senza mai
riuscire a decollare davvero nell’Italia dei
clientelismi, del debito pubblico, dell’evasione fiscale.
ROCCA 1 APRILE 2006
ROCCA 1 APRILE 2006
Roberta
Carlini
rima ancora che i contenuti, i due
programmi contrapposti che sono
dietro la scheda-lenzuolo che il 9 e
10 aprile troveremo nell’urna riflettono lo stile radicalmente differente dei due schieramenti e dei due
candidati premier. Il programma dell’Unione è poderoso, prolisso e numeroso (281
pagine, decine e decine di proposte); quello
della Casa delle libertà ha uno stile decisamente più snello e pubblicitario (22 pagine, la gran parte delle quali dedicate all’illustrazione di quanto già fatto). Il primo ha
un titolo: «per il bene dell’Italia». Il secondo dice solo: «programma elettorale 2006»,
e sotto il logo della Casa. Il primo sembra
un libro, il secondo un opuscolo di quelli
che si trovano nelle sale d’attesa dei dentisti. Sul primo devi faticare per ore prima di
individuare le proposte specifiche per fare
«il bene dell’Italia»; sul secondo lo sguardo
scorre veloce e trova subito le conferme in
un verbo, «continueremo», ripetuto decine
di volte. Diciamo la verità: fanno sbadigliare, il primo per eccesso di parole e il secondo per eccesso di «già sentito».
Detto questo, vanno letti e riletti e commentati, per capire quel che ci aspetta. In
particolare nel campo delle politiche sociali ed economiche, se è vero che la gran
parte dei problemi che angustiano le famiglie italiane vengono dalla riduzione di
quelle che Keynes chiamava «le prospettive economiche per i nostri nipoti»: i quali
nipoti ci saranno, visto che per fortuna il
trend della riduzione delle nascite in Italia
sembra essersi finalmente invertito, ma
rischiano di ereditare un paese sempre più
impoverito, visto che l’Istat ha testimoniato per il 2005 la «crescita zero» della nostra economia. E qui va citata per manifesta sfacciataggine una frase che è scritta
nel programma della Casa delle libertà, ove
si parla della «tenuta dell’economia, ora
finalmente in ripresa, con un buon tasso
di crescita coerente con la nostra posizione in Europa». (Per quanto edulcorati e
propagandistici possano essere i programmi elettorali, un minimo di riferimento alla
realtà sarebbe consigliabile).
chi pagherà?
Tutte proposte che darebbero risorse ma
richiedono risorse, fermo restando che il
Patto di stabilità europeo è un limite all’indebitamento dei governi. Dove trove31
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questione sociale
PROGRAMMI ELETTORALI
posta di un 12% sulle rendite da patrimonio sia più scandalosa della realtà del 2730% sui redditi da lavoro? Non solo. Tutte
le ricerche più serie dimostrano della colossale redistribuzione che in questi anni
si è avuta, dal lavoro alla rendita, tra i meno
ricchi e i più ricchi. Studiare, in una situazione di difficoltà economica e finanziaria come quella in cui siamo, forme per
cui i cittadini che hanno aumentato più
che proporzionalmente il loro benessere
contribuiscano in misura più che proporzionale al benessere di tutti, non sembra
poi tanto scandaloso: semmai, sarebbe
un’attuazione dell’art. 53 della Costituzione. La reintroduzione di un’imposta sulla
successione per i grandi patrimoni, proposta da Prodi (anche se non scritta nel
programma), sarebbe un primo passo simbolico in questa direzione.
Roberta Carlini
ROCCA 1 APRILE 2006
ROCCA 1 APRILE 2006
ranno le risorse, Prodi e gli altri? «Riordino» degli strumenti esistenti è una della
risposte: ma è limitata, nell’ammontare e
nel tempo. «Lotta all’evasione» è un’altra
risposta: e non c’è dubbio sul fatto che
dopo cinque anni di condoni qualcosa da
fare ci sia, qualche dubbio semmai è sul
tempo che ci vorrà per ricostruire una
macchina dell’accertamento fiscale completamente smantellata.
In modo molto accidentale, quasi per caso,
ci si imbatte poi in una frase: «abolizione
degli ingiustificati vantaggi fiscali per le
rendite». Le rendite, ossia i guadagni che
non vengono dal frutto del lavoro (salario)
né da investimenti produttivi (profitti): ma
da patrimoni immobiliari, mobiliari, investiti in modo più o meno speculativo. Ci si
indigna ogni volta che qualcuno propone
di metterci mano – e la stessa timidezza di
quella frase mostra tutta la paura nel farlo
– ma qualcuno può spiegare perché la pro-
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