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Addio Duca Bianco, l'Isola piange Bowie
11 Gennaio 2016 ore 18:27
Autore: Ansa News.
Categoria:
Notizie / Musica e Concerti
URL della pagina:
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=25221&l=2
Data scaricamento: 30 Settembre 2016 ore 02:20
David Bowie, con la sua musica e il suo eclettismo da artista a tutto tondo, ha affascinato diverse generazioni. E lasciato un ricordo indelebile soprattutto in quei
giovani che negli anni Settanta sono cresciuti con i suoi Lp e tappezzavano le loro
La sua improvvisa scomparsa la piangono in tanti a tutte le latitudini. David Bowie, con la sua musica e
il suo eclettismo da artista a tutto tondo, ha affascinato diverse generazioni. E lasciato un ricordo
indelebile soprattutto in quei giovani che negli anni Settanta sono cresciuti con i suoi Lp e
tappezzavano le loro camere con i poster di varie dimensioni.
Chi poteva non perdeva occasione di partire in Inghilterra o all'estero per seguire un suo concerto. In
tanti hanno un ricordo particolare. Qualcosa da rievocare. Anche in Sardegna.
"Mi sono commosso alla notizia della sua scomparsa - racconta Paolo Pirodda, dello studio
discografico Del Poggio - una gran brutta sorpresa. Musicalmente é stato un grande innovatore, ma mi
piace ricordarlo come attore nella sua interpretazione nel film 'Miriam si sveglia a mezzanotte'".
Grandissimo fan di Bowie anche Davide Catinari, musicista e autore. "Parafrasando il titolo del suo
ultimo singolo 'Lazarus', sarebbe bello poter credere che quella della sua morte sia una notizia ad
effetto, perché chi lo conosce sa bene che solo un'entità genialmente aliena come David Bowie
avrebbe potuto sopravvivere a se stesso, se davvero lo avesse voluto.
Purtroppo la realtà, almeno quella che trasuda dai media in questo lunedì nero, sembra essere ben
diversa, quasi come fosse un gesto di sfida per tutti quelli che, presto o tardi, hanno imparato a
amarlo".
"La sua vita, così come la sua musica - sottolinea Catinari - sono la migliore dimostrazione che i
cambiamenti possono essere più forti della paura di non essere se stessi e che le certezze non valgono
quanto il tempo speso pericolosamente, soprattutto se la generazione di riferimento è la stessa di altri
suoi mentori e compagni, Lou Reed in testa. Forse proprio per questo motivo non è difficile credere che
Ziggy, Il Duca Bianco, Nathan Adler e tutte le altre identità attraverso le quali abbiano cercato di
imprigionarlo, altro non siano che il riflesso di un'unica anima, tormentata dalla bellezza decadente di
un secolo che lo ha visto protagonista indiscusso, icona fra le icone di un passato che assomiglia
sempre più a un futuro che lui forse aveva già intravisto".
"Ovunque sia - conclude il musicista - spero che si ricordi di tutti quelli che da oggi si sentiranno orfani
della sua presenza, abbandonati su questa terra, dove era caduto tanti anni fa".
Alessandro Lay, regista e attore dei Cada die, lo ricorda così. "Se ne é andato col suo stile. Ha
realizzato l'ultimo disco, cupo e bellissimo, per la prima volta ha usato un trucco che esalta la vecchiaia
anziché nasconderla. Si è inventato il suo ultimo personaggio, la sua morte". Pagina 1 di 1