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Oncologia www.salutare.info La nascita della radioterapia Prese il nome di curieterapia che oggi costituisce una delle armi più efficaci per curare e guarire il male del secolo. a cura del prof. Gaetano Belli Radioterapia Oncologica II Università di Napoli Dopo la scoperta dei raggi X (1895), da parte di Wilhelm Konrad Röntgen, docente di fisica a Würzburg, l’insigne matematico Henri Poincaré, il 20 gennaio 1896, nella riunione serale dell’Académie des Sciences di Parigi, rivolse ai presenti medici, fisici e naturalisti un interessante quesito. Egli chiese agli astanti se i corpi, che avevano la proprietà di divenire “fluorescenti” sotto razione della luce naturale, potevano emettere altre radiazioni, simili ai raggi X. Henri Becquerel divenuto, sulle orme del nonno e del padre, cattedratico di fisica nell’École Polytecnique di Parigi, iniziò ad effettuare degli esperimenti con i sali di uranio per valutare tale possibilità. Dopo lunghe ed estenuanti ricerche riuscì a dimostrare che l’uranio emetteva, spontaneamente, senza la mediazione di altre sostanze, delle radiazioni penetranti, analoghe ai raggi X. La nuova proprietà della materia, di emettere spontaneamente radiazioni di origine atomica, fu definita da Becquerel «attività radiante» e, successivamente, indicata con il termine di “radioattività”. Oltre alla radioattività artificiale, prodotta con arte dalla tecnica di Röntgen, esisteva anche la radioattività naturale scoperta da Henri Becquerel. Le radiazioni di Becquerel non ebbero, all’inizio, la popolarità di quelle di Röntgen, in quanto non lasciavano presagire un loro impiego pratico. Nell’Istituto di fisica di Parigi, diretto da Becquerel, lavoravano anche Pierre Curie, uno scienziato, docente di fisica e Maria SkIodowska Curie, una giovane ricercatrice polacca, sua allieva e assistente, divenuta, da poco, sua moglie. Quest’ultima, che effettuava delle ricerche per conseguire la libera docenza in fisica, si pose il problema se altri composti, oltre quelli uraniferi, potessero emettere, spontaneamente, radiazioni. I suoi studi condussero alla scoperta che il torlo e altre sostanze, i cosiddetti radioelementi, possedevano tale proprietà. Maria Curie osservò inoltre, che due minerali dell’uranio: l’ossido di uranio (pechblenda) e il fosfato di rame e di uranio (calcolite) erano molto più radioattivi di quanto si sarebbe atteso in base al loro contenuto in uranio. Era assai verosimile la presenza, in questi composti, di un’altra sostanza radioattiva. Pierre e Marie Curie lavorarono intensamente per chiarire quanto avevano rilevato. I due scienziati dimostrarono, nel 1898, che nella pechblenda era contenuta una nuova sostanza radioattiva, definita polonio. Nel dicembre dello stesso anno annunciarono la scoperta di un secondo composto, fortemente radioattivo, affine al bario, chiamato radio. I coniugi Curie, per queste ricerche, ottennero nel 1903, insieme a Becquerel, il premio Nobel per la fisica. Pierre Curie, inoltre osservò che la pelle della sua mano, a contatto con il radio, si era dapprima arrossata, poi era divenuta crostosa e, infine, si era ulcerata. Al 52° giorno erano iniziati i processi rigenerativi dell’epidermide partendo dai bordi dell’ulcerazione e diretti verso il centro. Il radio, per questa sua azione biologica, fu impiegato nella terapia del cancro e il trattamento con composti radioattivi fu definito: curie-terapia. La curieterapia oggi costituisce una delle armi più efficaci per curare e guarire il male del secolo. I centri di radioterapia si sono diffusi rapidamente in tutto il mondo e, il primo di essi, fu inaugurato, alla vigilia del primo conflitto mondiale, a Parigi... nella rue Pierre Curie! alutare 21