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0 8
2010
1 MARZO
Retail
La sostenebilità
di Coop Adriatica
• GDOWEEK n. 513 • Settimanale • Il Sole 24 ORE Business Media Srl – via G.Patecchio 2 – 20141 Milano • Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano
pag. 14
Retail
La carta fedeltà
di Nectar
pag. 16
Intervista
Eugenio Perrier,
Mulino Bianco
pag. 32
Garanzie: sistemi
ancora da oliare
Servizi-Ecosostenibilità
Il Life Cycle
Assessment
pag. 50
10-01-0278 VINITALY GDO 26-01-2010 9:15 Pagina 1
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Colori compositi
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di Cristina Lazzati
Molte aziende si interrogano oggi su come utilizzare al meglio la multicanalità. L’obiettivo è avvolgere un consumatore evoluto, poco disponibile ai
richiami della pubblicità classica. Guardando alle
considerazioni fatte dall’Osservatorio sulla multicanalità di Nielsen, Connexia e Politecnico
di Milano, pubblicate in questo numero a pag
24, emerge come da un lato sussista una forte
esigenza di informazioni da parte del consumatore, mentre dall’altro ci sia una scarsa presenza
di strategie aziendali come risposta. Assistiamo,
ancora una volta, alla sottovalutazione dei segnali
“deboli” del consumatore: la crescita a doppia cifra dei canali internet e mobile, l’ampliamento del
La multicanalità è
un mix di relazioni
e informazioni,
ma in Italia ...
loro utilizzo rappresentano ancora numeri di poco
conto rispetto al “main business”. Detto questo,
trascurare la crescita percentuale è sicuramente
un grosso errore. Sottolineiamo ancora una volta
come non valga fare dei distinguo sul consumatore italiano: è necessario abbattere gli stereotipi
che lo vogliono perennemente indietro rispetto
ai consumatori europei o statunitensi, mentre,
invece, il suo problema è la mancanza di offerta.
Le aziende non gli mettono a disposizione quanto
può trovare -se parliamo di internet- sui canali internazionali, neppure quei basic cui i consumatori
stranieri sono ormai abituati da tempo. Pochissimi
ancora i siti di “riferimento”, o reference, ormai
diffusi all’estero, siti che aiutano le scelte del
Tutte le notizie su:
www.
it
Gdoweek n° 513
Direttore Responsabile
Cristina Lazzati
[email protected]
Caporedattore
Ugo Stella (02/39646.706)
[email protected]
(caposervizio - 02/39646.707)
Marina Bassi
[email protected]
(caposervizio - 02/39646.713)
Fiorenza De Vincenzi
[email protected]
(caposervizio - 02/39646.708)
Gino Pagliuca (02/39646.715)
[email protected]
Enrico Sacchi
[email protected]
(caposervizio - 02/39646.717)
Vicecaporedattore
Gennaro Fucile (02/39646.710)
[email protected]
Ufficio grafico:
Walter Tinelli
[email protected]
(art director - 02/39646.702)
Redazione:
Tiziana C.Aquilani
[email protected]
Laura Itolli
[email protected]
(assistente art director - 02/39646.701)
3­­­
consumatore in modo intelligente fornendo a lui
le chiavi dei suoi acquisti, offrendogli strumenti di
lettura tailor made come solo il web può fare.
Non volendo parlare per paradigmi teorici abbiamo deciso di sottoporvi alcuni siti selezionati da
un femminile americano in cui troviamo risposte
a domande che il consumatore italiano pone, ma
che è lontano anni luce dall’ottenere.
Andiamo per ordine, ecco alcuni di questi siti:
gethuman.com: per più di mille società, i numeri
di telefono dei servizi clienti in cui si può parlare
direttamente con un operatore. Per ognuno è
indicato anche il tempo previsto per arrivarci.
Chi ha detto che internet non favorisce il contatto umano?
lowimpactliving.com: tutto quanto può servire
per iniziare una nuova vita eco compatibile: servizi
a impatto zero, reperibili per zona, suggerimenti
per gli acquisti e un sistema per valutare il proprio
impatto ambientale, con suggerimenti per ridurlo
grazie alla sostituzione di prodotti e servizi.
Uno step oltre il passaparola.
goodguide.com: oltre 70.000 prodotti, alimentari,
giocattoli e casalinghi valutati sulla loro attenzione
ai temi della salute, del benessere dell’ambiente
e del sociale sia in quanto prodotti di per sè sia in
relazione all’atteggiamento istituzionale dell’azienda che li produce.
Gli esami non finiscono mai.
whatshouldireadnext.com: digitando il nome
del proprio libro e/o autore preferito si ottiene una
lista di libri consigliati in base alla somiglianza con
quanto digitato, con un link diretto ad Amazon.
Cacciatori di teste ...
Per i viaggiatori: fabsearch.com luoghi “favolosi” da visitare, corredati da elenco di hotel
ristoranti più link ad articoli sull’argomento e, ovviamente, link alle agenzie per la prenotazione.
seatguru.com: ogni modello di aereoplano è
elencato con la disposizione e numerazione dei
sedili, così da poter fare una scelta ragionata al
momento della prenotazione.
Ovviamente online. Non resta che suggerire
una buona navigazione a tutti.
Segretaria di redazione
Tiziana Laffranchi
[email protected]
(02/39646.719)
Hanno collaborato a questo numero:
Davide Bernieri, Alessandra Bonaccorsi,
Aldo Calza (DLA Piper), Fabio Salvati,
Valerio Salvi, Silvia Sammarro
Stampa
ELCOGRAF-Pozzoni S.p.a.
Via Nazionale 14
23833 Beverate di Brivio (LC)
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Editoriale
Testi, foto o altro materiale
redazionale,
anche se non pubblicati,
non vengono restituiti
Costo di una copia
ai soli fini fiscali e 0,60
GDOWEEK -1 marzo 2010
Ufficio Abbonamenti
tel (02/3964.6420) fax (02/3964.6421)
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Italia singolo (annuale) e 100,00
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Per l’invio della versione elettronica
indicare l’indirizzo e-mail nella causale
Per acquisti cumulativi contattare
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I versamenti possono essere
effettuati sul c/c 28308203
intestato a:
Il Sole 24 Ore Business Media S.r.l.
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15-04-2009
14:36:04
Un viaggio nel gusto
con Prosciutto di Parma.
Tradizione e contemporaneità si incontrano in un “Viaggio nel Gusto” dedicato ai
responsabili del reparto salumeria della grande distribuzione.
Gli incontri "Viaggi nel Gusto" sono appuntamenti
alla scoperta delle caratteristiche uniche di questo
prodotto inimitabile, degli abbinamenti più originali
per gustarlo in modo inedito e dei segreti professionali per servirlo al meglio.
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viaggio
via
aggio nel gusto.
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I
l Consorzio del Prosciutto di Parma organizza, nel
corso del 2009, corsi di formazione per i banconisti
e i responsabili del reparto salumeria della grande
distribuzione: un’occasione unica per approfondire la
conoscenza del prodotto.
La buona presentazione del Prosciutto di Parma nel
reparto salumeria è un anello indispensabile nella
catena dell’eccellenza con cui si svolge tutto il processo
produttivo, a partire dall’accurata selezione dei migliori suini appartenenti a razze selezionate, alla lavorazione nella zona tipica di produzione, alla salatura sapientemente dosata, che conferisce al Prosciutto di Parma
la caratteristica dolcezza, fino alla stagionatura all’aria
asciutta e profumata delle colline parmensi.
Il Prosciutto di Parma diventa così un alimento ricco
di gusto e tradizione, famoso in tutto il mondo per la
sua bontà genuina e per il fascino della sua lunga
storia, emblema di un’antica tradizione gastronomica
del nostro Paese.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
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513
editoriale
lungo l’intera
scala prezzi
3 La multicanalità
è un mix di relazioni
e informazioni,
ma in Italia ...
7 osservatorio
8 Prezzi a confronto
Esselunga
El Corte Inglés
è garantita
ti cambio il sistema
con le aziende ai nuovi
“matrimoni” tra retailer
32 Mulino Bianco investe
Foods sono competitive
in casa … e si diffonde
nell’ambiente
dossier
GS di Gruppo Luciani:
consegne a domicilio
ecosostenibili
18 Le private label di Whole
42 Il benessere comincia
26 Dalle partnership
30 SVILUPPO RETI
la carta fedeltà
che vale per sette
l’innovazione a 360°
dei messaggi incrocia
un target allargato
55 Bridge That Gap
47 Penny Market
56 Come contrastare
automatizza il processo
di fatturazione passiva
con SBI Italia
nella relazione
diretta col cliente
industria
della ricerca per una
nutrizione equilibrata
il fenomeno
delle malattie
pretestuose
58 Milano: l’i.lab
Alimentazione
produrrà
cultura
del cibo
48 Wincor World 2010
ruota intorno
al Cash Cycle
36 Ad Chini: una porzione
promuove
l’Italia con la soft
diplomacy
culture
Celle a combustibile,
Whole Foods ci crede
34 Nestlé: l’impegno
Marche: sostegno
per i prodotti
a km zero
44 Telefono cellulare
e contactless spingono
l’innovazione nei sistemi
di pagamento
intervista
trasparente
non può prescindere
dall’esame
dell’intera filiera
Romana,
la food enoteca
del gusto locale
41 Fruit Logistica premia
24 La pluralità
50 Un green marketing
53 Piace Provincia
servizi
lo stile Mediterraneo
il sostegno alle fasce
deboli
16 Nectar, in Italia,
si moltiplicano in mille
rivoli, tutti competitivi
22 Ciao si evolve verso
retail
14 Coop Adriatica sviluppa
38 Acque: i canali
20 Fast fashion: come
cover story
10 Assistenza, la confusione
di frutta mirata al target
dei golosi
In questo numero
18
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GDOWEEK parla di...
AC Nielsen 3-24; Ad Chini 36; Adi 34; Aires 12; Alluflon 42; Altroconsumo 10; Aquaconcept 55; Arsial 52; ART 41; Auchan 29; Aureli Mario
41; Autogrill Italia 22; Banca Marche 45; Barazzoni 42; Barbaglia Alberto 25; Barilla 32-51; Beraldo Stefano 27; Bernasconi Pierluigi 10; Bindi
55; Bizzi Massimiliano 21; Blue Barracuda 55; Brita Italia 39; BTG Bridge That Gap 55; Bugatti 42; Campana Serena 22; Cappellari Romano
20; Carrefour 15; CartaSì 45; Casagrande Cinzia 42; Centergross 20; Chini Danilo 36; Ciao 22; Coffari Gilberto 14; Coin 21-27; Connexia
3-24; Coop 26; Coop Adriatica 14; Coop Lombardia 25; Cossar Gianni 26; Credito Valtellinese 44; Cuoa 20; Daewoo 12; Dem 43; El Corte
Ingles 8; Electrolux 29; Equilibri 55; Esselunga 8; Estendo 12; Euronics 10; Eurostat 7; Ferrarelle 39; Fiera Milano 21; Fiskars 42; Fonti di
Vinadio 38; Forever 42; Fortis Andrea 12; Futureland 25; Gap 21; Gentilini 55; Gio’ Style Lifestyle 43; Graziano Daniela 29; Groupe Aeroplan
16; Gruppo Diesel 20; Gruppo Intesa Sanpaolo 45; Gruppo Luciani 15; Gruppo Rewe 47; Gruppo Sbs 12; H&M 20; Harrods 28; HZPC
41; Idroclean 39; Ikea 29; Illa 42; Ingenico 45; Ingignoli Barbara 42; IperPan 30; IperTe 30; Ipsos 22; IRI 38; Istat 14; Itachi 12; Italgrob 51;
Key Client Cards & Solutions 44; Kiria 43; Kron Manuela 34; La Linea Verde 41; Landor Associates 22; Latteria Soresina 55; Lidl 25-30;
Lombardini Alessandra 20; Luciani Gianluca 15; Lufthansa 44; Mango 20; Mango 27; Marco Polo Expert 10; Martinello Paolo 10; Mastercard
44; Media World 10; Mediamarket 10-29; Meridiana 45; Meridiana 55; Mokarabia Coffee Bar 55; Monsanto Vegetable Seeds 41; Motta
Maurizio 269; Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano 58; Nectar 16; Nestlé 34-38; New Choco 55; NGP Plastic 41;
Nielsen Online 24; Nomisma 20; Olimpias Benetton 29; Olympus 12; Opificio Etico 43; Orogel 55; Pallottini Fabio Massimo 52; Panasonic
12; Parallell 55; Paramount Farms Europe 41; Parini 55; Pasabahce 42; Pastificio Rana 55; Penny Market 47; Perego Alessandro 45; Perrier
Eugenio 32; Philips 43; Pola Giovanni 25; Politecnico di Milano 24-44; Polymer Logistics 41; Pontecorvo Michele 39; Primori Tiziana 15;
Quercia Software 45; Rasca Andrea 55; Regione Lazio 52; Renga Filippo 45; Rinascente 28; RisparmioCasa 30; RSO 55; Ruini Luca 51; Saeco
43; Salmoiraghi&Viganò 26; Sama Francesco 27; Samsung 12; San Benedetto 39; SAP 47; SBI Italia 47; SDS 55; Setefi 45; Sharp 12; Sisa 30;
SixtySix 55; Sky 45; Sony 12; Spega 55; Stefanel 27; Stefanel Giuseppe 27; StePac 41; Storti Alessandro 39; Tam 39; Taste Sharing Japan 55;
Telecom 55; Topshop 21; Tre Spade 42; Trenitalia 45; Trony 10; Unieuro 10; Uniqlo 21; Unitec 41; UTC Power 47; VeriFone 44; Visa 44;
Whelan Gerard 16; Whirpool 29; Whole Foods 18-47; Wincor Nixdorf 48; Yamamay 26; Zara 20
5­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
E’ nata ieri, per la precisione nel 1997. Oggi si presenta sul mercato per la prima volta con un’immagine completamente
nuova: logo ridisegnato, grafica impattante, bottiglie che parlano direttamente al consumatore (ogni collarino
ha un messaggio scritto sopra), quattro diverse tipologie di prodotto. E’ la birra di oggi: si affida al know how dei
migliori mastri birrai, è prodotta con la migliore tecnologia ed è proiettata verso il futuro. Dedicata a chi è pronto
a provare ciò che è di tendenza. Dedicata a voi, che sapete conquistare il vostro pubblico e la sua voglia di novità.
CASTELLO.LA BIRRA SENZA UNA STORIA.
Osservatorio
Il Pil, un confronto internazionale
Mondo
Economie avanzate
Stati Uniti
Area euro
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Francia
Italia
Spagna
Giappone
Regno Unito
Russia
Cina
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2010
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Dinamica inflazionistica in Europa nel 2009
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Fonte: Fondo monetario internazionale, aggiornamento febbraio 2010
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Fonte: Eurostat
Dinamica della disoccupazione nel 2009
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Fonte: Eurostat
Italia contro Spagna, un confronto strutturale
Italia
Produzione industriale (2005=100)
Spesa delle famiglie (mio euro)
Inflazione media annua
Costo del lavoro (I trim 2008=100)
Bilancia commerciale (mio euro)
Debito pubblico consolidato
Situazione finanziaria delle famiglie*
98,4
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Spagna
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-4,854,0
354.395,0
-12,2
Aggiornamento
Novembre 2009
II trimestre 2009
Consuntivo 2009
I semestre 2009
II trimestre 2009
II trimestre 2009
Gennaio 2010
Il dato fondamentale nel confronto
Italia Spagna è il gap nel tasso di
disoccupazione, 11 punti: in Spagna ormai il tasso è giunto a sfiorare il 20%. La crisi finanziaria ha
aggravato problemi preesistenti.
11%
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat *Indica lo scostamento tra chi ritiene di aver mgliorato la sua situazione e chi invece la giudica peggiore: meno indica un dato in peggioramento
7­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Osservatorio
LA BORSA
DELLA SPESA
80 item
confrontati
da gdoweek
Il nostro osservatorio
varca i confini e mette
a confronto due primarie insegne internazionali: Esselunga e
El Corte Inglés. Per
metterle a paragone,
è stato individuato un
paniere di un’ottantina
di prodotti di sicuro interesse per entrambi i
mercati e ne sono stati
rilevati i prezzi praticati
a Milano ed a Valencia, in due importanti
supermercati di centro
città. Il risultato vede
una netta prevalenza
di prezzi più bassi nel
supermercato italiano,
ben 51 contro 29 dello
spagnolo, e con un
solo prezzo risultato
uguale. Volendo fare
qualche generalizzazione, si nota che sono
più bassi da Esselunga l’ortofrutta, le carni,
lo scatolame, il non
food, mentre El Corte
Inglés è più economico nel pesce, wurstel,
olio; più equilibrate le
altre categorie. Sono
tutti prodotti se non
identici, raffrontabili
ed in grado di fornire
un quadro abbastanza
significativo di questo
aspetto della realtà nei
due paesi, anche se
la loro importanza è
certamente diversa nei
due mercati e differenti pure sono i livelli
di tassazione e potere
d’acquisto.
Lu.Ca.
Prodotto
e
e
arance
limoni
mele golden
insalata mix 4° gam. (all’etto)
lattuga
patate
1,42
1,60
2,30
1,42
2,48
1,35
0,99
1,85
1,48
0,83
1,35
0,88
pollo intero
pollo cosce
lonza suino a fette
fettine vitello
bistecche b.a. sceltissime
bistecche b.a. p.p.
filetto b.a.
2,55
4,80
9,50
24,95
14,65
8,95
32,95
2,79
4,69
7,99
18,49
13,29
8,49
29,88
orata p.p.
branzino p.p.
pesce spada trancio
5,95
7,99
9,98
9,60
9,60
25,50
wurstel g 100 marca
wurstel g 100 p.l.
wurstel g 100 p.p.
0,58
0,35
0,21
0,77
0,51
0,22
burro g 250 marca
Philadelphia g 200
emmental francese g 250
yogurt frutta g 125 Vitasnella
yogurt frutta g 125 p.l.
latte fresco intero (al litro)
latte UHT p.s. marca
latte UHT p.s. p.l.
latte UHT p.s. p.p.
pasta ripiena g 250 Rana
pasta ripiena g 250 p.l.
pasta ripiena g 250 p.p.
2,16
1,62
3,23
0,25
0,24
1,10
0,86
0,77
0,62
2,99
2,35
1,39
1,59
1,96
2,09
0,58
0,39
1,29
1,15
0,69
0,49
3,05
1,46
0,90
pane tipo baguette
pasta semola al kg marca
pasta semola al kg p.l.
pasta semola al kg p.p.
farina 00 p.l.
farina 00 p.p.
olio extra vergine marca
olio extra vergine p.l.
3,83
2,58
2,18
1,08
0,59
0,38
3,19
2,89
2,70
1,45
0,78
0,55
0,45
0,29
4,90
3,49
Prodotto
e
e
olio mais p.l.
olio girasole p.l.
tonno all’olio g 80 cad p.l.
sale p.p.
pomodori pelati g 400 p.l.
pomodori polpa g 400 p.l.
confettura g 340 p.l.
zucchero p.p.
corn flakes g 500 Kellogg’s
corn flakes g 500 p.l.
corn flakes g 500 p.p.
Kinder cioccolato g 200
Kinder ovetti cad.
cioccolato al latte g 100 marca
cioccolato al latte g 100 p.l.
cioccolato al latte g 100 p.p.
caffè classico g 250 p.l.
caffè classico g 250 p.p.
Nescafè Gold g 100
1,75
1,09
0,46
0,30
0,56
0,50
1,44
0,85
3,20
2,15
1,10
2,29
1,02
0,69
0,71
0,66
1,59
0,99
4,07
1,78
1,59
0,63
0,11
0,45
0,36
1,29
0,69
2,45
1,85
0,98
1,79
0,99
1,09
0,78
0,39
1,60
0,80
2,97
succo d’arance lt 1 p.l.
succo d’arance lt 1 p.p.
acqua naturale al lt. p.p.
Coca Cola al litro
Fanta al litro
Birra Heineken bott cl 33
Birra primo prezzo al lt.
vermut Martini lt 1
whisky Ballantine cl 75
liquore Bailey cl 75
rum Havana club nero cl 75
1,25
0,54
0,17
0,68
0,56
0,98
0,98
6,95
11,35
12,19
12,65
1,10
0,71
0,13
1,03
0,86
0,98
0,80
7,29
10,90
9,90
11,28
cibo per cani g 1250 marca
cibo per cani g 1250 p.l.
cibo per gatti g 400 Friskies
cibo per gatti g 400 p.l.
carta igienica 10 rotoli p.l.
carta igienica 10 rotoli p.p.
candeggina Ace lt 2
detersivo liquido lt 3 marca
detersivo liquido lt 3 P.L.
ammorbidente lt 4 marca
ammorbidente lt 4 P.L.
dentifricio Colgate Total ml 75
3,52
1,90
0,78
0,79
2,92
1,54
1,40
8,22
6,08
4,15
2,87
2,50
1,99
1,49
0,63
0,64
2,74
0,98
1,49
7,19
4,39
4,29
3,18
1,85
numero prezzi più bassi
Rilevazioni del 3 e 8 gennaio 2010 rispettivamente
presso i supermercati El Corte Inglés di Valencia centro
ed Esselunga di Milano via Washington
29
51
Grassetto=Prezzo più alto
I prezzi sono in genere riferiti a kg o ad unità di vendita ben
definite, eventualmente rapportate qualora differenti
(vedi note a fianco dei prezzi). Si è anche tenuto conto
dei prezzi promozionali, presenti da entrambi.
Italia-Spagna: dai campi di calcio il confronto si trasferisce sugli scaffali
Gli azzurri vincono senza bisogno dei supplementari ...
Spagna a buon mercato. Un luogo comune che fino ai primi anni Novanta aveva un solido fondamento, ma
che dopo, complice il boom economico -peraltro ampiamente drogato dalla bolla immobiliare, che faceva
artificialmente crescere il pil di qualche punto computando costruzioni che poi dovevano trovare acquirenti- è
diventato assai meno vero. Ma passando dal mattone alla borsa della spesa, va premesso che il confronto
pubblcato in questa pagina non ha un valore assoluto, perché le due insegne prescelte non sono del tutto
sovrapponibili, resta però il fatto che il pdv iberico costa complessivamente di più e se si considera che,
nonostante le boutade propagandistiche dei vari governi spagnoli, il potere d’acquisto delle famiglie iberiche
è più basso di quello che si registra nel nostro Paese. La cartina di tornasole di quanto affermiamo sta nei
dati dell’inflazione, che in Spagna sta risalendo a ritmi più lenti che in Italia, a dimostrazione che il mercato
non può reggere ulteriori aumenti.
GP
8­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
DispoGillette_GDOWEEK.FH9 Tue Feb 09 11:38:29 2010
Pagina 1
C
Colori compositi
M
Y
CM
MY
CY CMY
K
COVER
STORY
Assistenza,
la confusione è garantita
di Gino Pagliuca
rattati alla stregua di allievi non troppo diligenti,
T
i retailer dell’elettronica di consumo devono
fare ... gli esami di riparazione. A giudicarle l’Anti-
trust che, a seguito di una serie di segnalazioni di
clienti, che lamentano comportamenti in materia
di prestazione della garanzia in violazione del codice sul consumo, sta indagando sette aziende.
In particolare ai retailer (si tratta delle società che
gestiscono le insegne Media World, Unieuro,
Marco Polo Expert, Euronics, Trony) si imputa di
non aver dato una chiara informativa alla clientela
sui diritti in tema di garanzie, di aver tenuto comportamenti tesi a convincere i clienti a rivolgersi
direttamente ai centri assistenza dei produttori,
di avere tempi lunghissimi per la riparazione dei
guasti e, infine, di non sostituire i prodotti difettosi
quando i guasti siano tali da non rendere tempestiva o conveniente la riparazione.
i problemi normativi
Andando oltre il merito della specifica questione
-il compito di dimostrare l’infondatezza dei rilievi
spetta alle singole aziende- bisogna dire che le
norme sulle garanzie si prestano a una applicazione problematica. E anche se la legge vale
per qualsiasi tipo di merceologia venga venduta
a un cliente che non operi come professionista,
l’elettronica di consumo è il settore più delicato, perché ormai tratta prodotti con ciclo di vita
brevissimo (un modello di telefonino top oggi tra
sei mesi si troverà con difficoltà, o costerà molto
meno) e le insegne, a fronte di margini sempre
più risicati, hanno oltretutto l’esigenza di favorire il
più possibile la sostituzione dei prodotti. La competizione in questo settore si gioca sulle novità e
sul prezzo più basso. La fidelizzazione del cliente
con la qualità dei servizi di post vendita per alcuni
Pierluigi Bernasconi, Ad Media Market:
“Normativa fatta su misura per l’auto”
Se il problema è l’informativa al cliente, abbiamo la coscienza a posto perché da quando sono
entrate in vigore le norme sulle garanzie alla clientela abbiamo illustrato in più occasioni e con
varie modalità i contenuti della legge. Se poi ci si riferisce al fatto che non diamo un’informazione diretta al cliente sulle singole referenze, non si capisce bene come potremmo fare: non si
tiene conto che i nostri sono negozi a libero servizio; in Media World trattiamo 15mila referenze
di 500 produttori, e su ogni prodotto dovremmo dare informazioni specifiche sullo scaffale”.
Pierluigi Bernasconi, Ad di Mediamarket non nega che la normativa sia penalizzante anche per
il consumatore. “L’errore di fondo è stato quello di varare una norma che si adattava perfettamente alle esigenze del mondo dell’auto. È logico che l’acquirente di una vettura per far valere
la garanzia si debba rivolgere al concessionario, ma nel nostro mercato la situazione è completamente differente”. Un errore che bisognerebbe correggere secondo Bernasconi è quello
dell’inversione dell’onere della prova dopo i sei mesi dall’acquisto: “A nostro avviso, dovrebbe
essere sempre il produttore a dover provare che il guasto è dovuto all’incuria dell’utilizzatore.
Noi siamo per l’apertura di un tavolo serio con i produttori perché si giunga a chiarire i termini
delle rispettive responsabilità. A livello di associazione, siamo già riusciti a raggiungere accordi
con alcuni primari produttori perché, perlomeno su alcuni prodotti, riconoscano la garanzia
commerciale di due anni. Ma alcuni big, da questo orecchio proprio non ci sentono”.
10­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Nell’elettronica di consumo sono i telefonini gli oggetti per cui si verificano più di frequente le contestazioni, almeno secondo Altroconsumo. Molti store
rifiutano l’assistenza dopo che la Sim sia stata usata
per pochi minuti.
La tipologia più delicata è, probabilmente, quella dei computer portatili, sia perché i componenti sono di dimensioni sempre più ridotte sia perché gli urti
nel trasporto li sottopongono a
un forte “stress”.
Rinvio al produttore
40%
Confusione garanzia
commerciale
35%
Buoni in luogo
della garanzia
Un produttore che in nessun modo riconosce una
garanzia dopo il primo anno di acquisto è Apple. Le
parti sostituite sono a loro volta soggette a una garanzia
limitata che, al massimo, può scadere 90 giorni dopo
il primo anno dall’acquisto. Inoltre, nel caso il terminale
vada formattato per la riparazione, il ripristino del software e dei dati deve essere effettuato dal cliente.
retailer passa in secondo piano. Soprattutto se
per garantire l’assistenza deve sostenere costi
che, a rigor di logica, spetterebbero a chi ha fabricato il prodotto difettoso.
la legge
Il codice del consumo (dlgs 206/2005) stabilisce in due anni la durata della garanzia che il
venditore deve dare sul buon funzionamento
della merce; il consumatore ha sessanta giorni
da quando il difetto si manifesta per rivolgersi al
venditore e ottenere la riparazione. Se il guasto
si evidenzia nei primi sei mesi dall’acquisto si
presume trattarsi di un difetto di conformità, se
invece si manifesta successivamente, il consumatore deve dimostrare che si tratta di difetti di
conformità; dal punto di vista giuridico, siamo di
10%
Rifiuto riparazione/
sostituzione
15%
Secondo l’indagine di Altroconsumo sulle
contestazioni che i clienti fanno ai retailer,
il problema più frequente (40% dei casi)
è il tentativo di inviare il cliente dal produttore.
fronte alla cosidetta “inversione dell’onere della
prova”; dal punto di vista pratico, questo significa
che se un consumatore compra un computer
portatile che dopo tre mesi non funziona, più sta
al venditore provare che il cliente, ad esempio,
lo ha fatto cadere; dopo il sesto mese tocca al
cliente dimostrare che non l’ha fatto cadere né
manomesso. E questo si può fare solo tramite
una perizia, che ovviamente ha un costo, con
buona pace della gratuità della garanzia. Ma non
c’è solo questo: la legge è asimmetrica, perché
prevede che sia il venditore a dare una garanzia
biennale, mentre i produttori possono limitarsi alla
“garanzia commerciale” di un solo anno, prevista
dal dlgs 24/2002. Infine, come abbiamo ricordato
prima, la garanzia biennale vale per il consumatore privato e non professionista: se un avvocato,
poniamo, compra una stampante per casa sua
4 segue a pag. 12
Paolo Martinello, Presidente Altroconsumo:
“Prendiamo esempio dalla Germania”
“La legge italiana sulle garanzie nasce dal recepimento di una direttiva comunitaria evidentemente scritta sotto la pressione delle lobby dei produttori. In Germania si sono resi
conto dell’asimmetria delle responsabilità poste a carico dei retailer e dei fabbricanti e
hanno portato la durata della garanzia a carico di questi ugualmente a due anni. Una soluzione che andrebbe adottata anche in Italia, perché il sistema è in tilt, come hanno mostrato le nostre indagini”. A parlare è l’avvocato Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo.
“Le analisi svolte presso le maggiori insegne mostrano spesso carenza di informazione
dietro alle quali si nasconde il tentativo, illegittimo, ma comprensibile, di evitare di farsi
carico dei costi per le riparazioni di prodotti guastatisi dopo il primo anno dall’acquisto.
Costi che, proprio per l’asimmetria di cui parlavo rimarrebbero a loro carico.” Comprensibile nel caso di grandi insegne e pressoché inevitabile se si parla di piccoli negozi stand
alone. Naturalmente, a fare le spese di questa situazione, sono soprattutto i consumatori,
cui si chiedono “costose e improbabili perizie tecniche per dimostrare che non sono responsabili dei guasti verificatisi dopo sei mesi dall’acquisto. La situazione diventa addirittura ingestibile nel caso di acquisto di siti di e-commerce non consolidati: in questo caso
richiedere la riparazione al venditore è piuttosto complicato, per la semplice ragione che
spesso è difficile risalire anche un luogo fisico in cui si trova il venditore”.
11­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
4 segue da pag. 11
www.condizionipocochiare
Un vademecum sui diritti
Anche siti di e-commerce
affermati danno un’interpretazione discutibile delle norme.
chl dichiara che la garanzia
la dà il produttore e chiede al
cliente di pagare 6 euro per
gestire dai suoi pop it presa
e consegna del materiale da
riparare; eprice distingue tra
prodotti per cui ci si può rivolgere al vendor e prodotti
per cui chiedere al produttore;
pixmania parla di una garanzia “venditore partner” gratuita,
per ottenere il rimborso per
prodotti non sia conforme
alle promesso dal sito. Ma
sulle riparazioni nulla dice.
Occhi aperti! è un progetto a
vantaggio dei consumatori finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzato
da sei associazioni nazionali dei
consumatori: Una parte del sito
è dedicata alle garanzie, con un
semplice ospuscoletto in materia: gli utenti possono segnalare
anche disservizi in cui dovessero
incorrere nel raporto con produttori
e retailer.
e si fa fare la fattura è ben difficile capire se sta
operando come professionista o come privato
cittadino. Infine la norma non prevede tempi cogenti per effettuare la prestazione.
A un quadro normativo così problematico fa riscontro la confusione della clientela; una recente
indagine di Altroconsumo emerge una diffusa
disinformazione, che riguarda durata della garanzia, soggetto cui rivolgersi, e più in generale sulle
modalità di applicazione delle norme.
L’indagine segnala che nel 15% dei casi esaminati dall’associazione il cliente si sia trovato di
fronte a un secco rifiuto di effettuare la riparazione, mentre nel 40% dei casi il retailer ha tenuto
un atteggiamento più “soft”, invitando il cliente a
recarsi ai centri assistenza dei produttori, spesso
con la motivazione che si tratta del modo migliore
per sveltire i tempi.
85
Disconoscimento difetto
90
Riparazione carente
87
Tempi di riparazione
45
Ripristino fuori garanzia
Dall’indagine di Altroconsumo, si evidenzia che la scarsa professionalità degli interventi è la causa frequente di lamentela
dei consumatori. Minore, ma comunque
alta, la percentuale di clienti che lamentano di aver dovuto pagare per la riparazione
nonostante il guasto si fosse manifestato
entro due anni dall’acquisto.
ConCertaZione
Ai problemi evidenziati si potrebbe porre facilmente rimedio con una modifica normativa, ma
anche senza aspettare i tempi del legislatore
si potrebbe arrivare a un tavolo di concertazione con i produttori, che, peraltro, hanno tutto
l’interesse a non perdere di immagine. Alcuni
grandi nomi dell’elettronica hanno raggiunto un
accordo con Aires (l’associazione dei retailer
di elettrodomestici) riconoscendo la durata
biennale delle garanzie anche se non su tutta la
loro gamma, e si tratta di aziende come Itachi,
Daewoo, Olympus, Sony, Panasonic, Sharp
e Samsung. Altri big invece continuano a fare,
vien voglia di dire, orecchie ... da fabbricante. I
retailer dal canto loro puntano sempre più sulle
estenzioni di garanzia, offrendo la sicurezza di
interventi solleciti e senza spese.
Andrea Fortis, Ad Estendo:
“Un tecnico sa sempre la causa del difetto”
Una soluzione per gestire al meglio le problematiche dell’assistenza post vendita è affidarsi ad
uno specialista. Estendo è una società del Gruppo Sbs leader nelle estensioni di garanzia, con
una branca esclusivamente dedicata alla gestione della garanzia convenzionale sui prodotti di
elettronica di consumo. “Lavoriamo in partnership con alcune insegne e curiamo la gestione delle
riparazioni in garanzia dalla presa in carico, alla riconsegna al pdv -spiega l’ad Andrea Fortis-. Il
problema del rimpallo di responsabilità tra produttore e venditore nella gestione delle riparazioni,
in realtà, è dovuto alla poca chiarezza della decreto legislativo che disciplina la garanzia legale
parlando di garanzia sul difetto di conformità al contratto e non di garanzia di buon funzionamento.
Un tecnico specializzato può facilmente distinguere un difetto di conformità da un guasto, o piuttosto un malfunzionamento dovuto all’incuria del cliente, o un danno accidentale. Difficile, per il
consumatore e il venditore, è stabilirlo a priori e quindi capire chi si deve preoccupare della riparazione perché, a seconda del caso, può essere il venditore, il produttore o il consumatore stesso. I
prodotti che più spesso danno adito a problemi sono i prodotti trasportabili, “molto contenuti nelle
dimensioni per l’esasperata miniaturizzazione dei componenti e conseguentemente più vulnerabili
di altri. L’estensione di garanzia è lo strumento più corretto per garantirsi il buon funzionamento
di questi gioielli di tecnologia ben oltre il periodo previsto dalla garanzia convenzionale e in molti
casi coprono ancora di più perché intervengono anche in caso di danno accidentale”.
12
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Retail
Sostenibilità Si amplia lo sconto solidale ai soci della cooperativa
Coop Adriatica sviluppa
il sostegno alle fasce deboli
utelare il potere di acquisto dei consumatori, allargando l’attenzione alle
T
fasce sociali più in difficoltà, che pagano
Lo sconto del 10%, varato nell’aprile
2009, a favore di disoccupati, cassintegrati o con contratto di solidarietà ha
erogato complessivamente 840mila euro
a 16.500 lavoratori. Con questo nuovo
provvedimento pensiamo di trasferire
oltre 1 milione di euro ad almeno 50mila persone”. L’allargamento di questo
“sconto solidale” ai soci consumatori
della cooperativa è solo uno dei tasselli
dell’attenzione di Coop Adriatica alla
salvaguardia del potere di acquisto degli
italiani, eroso dalla crisi economica.
autonomi, il “popolo delle partite Iva” che
sta subendo pesanti ripercussioni dalla
crisi economica in atto.
No allo scontro
muscolare
“In questo -prosegue Coffari- un ruolo
importante è giocato dal contenimento dei prezzi: abbiamo arginato con
forza l’inflazione, visto che rispetto al
paniere Istat, che vede prezzi in salita
dell’1,8% su un paniere di 600 articoli, contrapponiamo una riduzione del
2,6% su 8.000 articoli venduti tramite
i nostri punti di vendita. Non solo, come spesso ci viene imputato, per un
confronto muscolare verso i nostri fornitori, bensì anche nel raggiungimento
di un maggior grado di efficienza dei
processi interni e nella riduzione degli
sprechi. Crediamo che il 2010 sarà
ancora più duro sotto il profilo dell’occupazione e della capacità di spesa
delle famiglie italiane, per questo incrementeremo gli investimenti”.
il prezzo maggiore della crisi occupazionale in atto. Coop Adriatica investirà, nel
2010, 187 milioni di euro (20 milioni in più
rispetto allo scorso anno) per promozioni
e iniziative strutturate per il contenimento
dei prezzi dei beni di prima necessità.
Inoltre, estenderà la riduzione del 10%
della spesa settimanale di 60 euro, inizialmente prevista nel 2009 per disoccupati e
cassintegrati, anche a lavoratori precari e
Brutti ma buoni
Nel 2009, con “Brutti ma buoni”, Coop
Adriatica ha recuperato 775mila kg
di prodotti food invenduti vicini alla
scadenza o in confezioni danneggiate, impiegati per garantire 4.300 pasti
giornalieri in mense sociali. Nel 2010,
si allargherà anche al non food, principalmente nell’abbigliamento e negli
accessori casa: “Stiamo strutturando
l’iniziativa in questi giorni -dichiara
a Gdoweek, Marco Gaiba, direttore politiche sociali- alcuni segmenti
sono delicati, come l’elettronica o la
telefonia. Su altri possiamo avviare
un recupero degli sprechi”.
Sconto per un milione di euro
Dal 14 febbraio al 4 luglio, nella rete di
Coop Adriatica, 16 ipermercati e 140 supermercati, tutti i lavoratori a tempo indeterminato che non hanno avuto rinnovato
il contratto e tutti gli autonomi che hanno
cessato l’attività, potranno accedere a
uno sconto del 10% su una spesa settimanale di 60 euro. “È un provvedimento
-dichiara il presidente di Coop Adriatica
Gilberto Coffari- che coglie l’esigenza di tutelare le famiglie dalle difficoltà
crescenti determinate dalla crisi occupazionale. Soprattutto dei giovani, che
affrontano difficoltà lavorative ed economiche senza alcun sostegno pubblico.
14­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Retail
L’allargamento della base beneficiaria
dello “sconto solidale” non esaurisce
l’impegno di Coop Adriatica, che si rivolgerà con attività ad hoc anche a tutte
le altre fasce sociali in difficoltà. “Come
sempre -spiega il presidente- concentreremo i nostri sforzi promozionali sugli
alimenti di base, che costituiscono la
spina dorsale delle famiglie italiane. Ma,
anche in questo caso, allargheremo la
nostra attenzione ad altre categorie non
food, che pure costituiscono un capitolo
di spesa importante per i nostri connazionali. Mi riferisco ai farmaci, alla telefonia, ai prodotti per la scuola. Prodotti
indispensabili per le famiglie d’oggi, sui
quali il nostro impegno ha determinato
una complessiva riduzione dei prezzi di
mercato, in quella stagione di liberalizzazioni che ha colpito settori altrimenti
ingessati”.
< Gruppo Luciani
sta testando per
le consegne a
domicilio veicoli
elettrici, ricaricabili ad energia
solare, grazie a
pannelli fotovoltaici.
GS di Gruppo Luciani:
consegne a domicilio
ecosostenibili
Ha una forte connotazione ecosostenibile e innovativa, l’ultima
iniziativa presentata dal Gruppo
Luciani (partner storico di Carrefour a Roma), che effettuerà il
servizio di consegne a domicilio
con veicoli elettrici ricaricati a
energia solare.
Punto di vendita pilota per questo progetto sarà il supermercato
Gs di via Tevere a Roma, che
ospiterà per un periodo di 3/6
mesi la fase di test del servizio,
dimostrando la sempre maggiore
attenzione verso la sostenibilità
ambientale nel punto di vendita.
90mila clienti nella telefonia
“In questi settori -fa eco Tiziana Primori,
direttore generale alla gestione- possiamo dire di aver cambiato il mercato: nei
farmaci e parafarmaci, abbiamo venduto
per 15 milioni di euro, circa l’1,5% delle
nostre vendite complessive. Si tratta di
un settore che ci ha dato grandi soddisfazioni e che vogliamo continuare a
presidiare, allargando, per esempio, anche ai farmaci da banco omeopatici, già
prenotabili presso i nostri punti di vendita. Nella telefonia abbiamo raggiunto
quota 90mila clienti, soprattutto verso
quelle persone che non si raccapezzano
nella jungla delle tariffe e hanno un uso
normale del telefono, mentre sui libri di
testo abbiamo raggiunto un accordo anche con l’Università per uno sconto del
15% dedicato agli studenti in difficoltà”.
Davide Bernieri
La meccanica
del servizio
Le consegne a domicilio utilizzeranno veicoli Piaggio elettrici,
ricaricati anche a energia solare,
tramite pannelli fotovoltaici (con
una potenza iniziale di 3 KWp)
installati presso la copertura del
supermercato stesso. L’impianto, secondo le previsioni, dovrà
soddisfare il fabbisogno energetico giornaliero per effettuare le
consegne.
Il servizio, attivabile direttamente nel supermercato, si svolge
dalle 10,00 alle 21,00 durante la
settimana, e fino alle ore 16,00
il sabato. Coprirà un raggio di
3 km e avrà un costo di 3 euro,
valido per tutti, ad eccezione di
portatori di handicap e disabili,
che potranno usufruirne gratuitamente.
15­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Dopo il test e sulla base di indicazioni e risultati raccolti in
questo periodo, verranno valutati
tempi e modalità per estendere il
servizio anche ad altri store del
Gruppo.
Vocazione ecologica
Il Gruppo Luciani conferma così
la propria vocazione innovativa,
che l’ha visto già lavorare su concept e assortimento per definire
pdv innovativi e attenti all’ambiente, dotati anche di shopper
biodegradabili, cestelli spesa in
materiale riciclato e soluzioni architettoniche volte a sfruttare la
luce naturale per illuminare i
punti di vendita.
“Questa iniziativa conferma il
nostro desiderio di portare avanti
un concetto di pdv ecologico
ed ecosostenibile che intendiamo
ulteriormente approfondire -ha
dichiarato Gianluca Luciani,
Ad del gruppo-. Abbiamo già
adeguato e sartorializzato l’assortimento e i prodotti, in base alle
esigenze delle diverse tipologie di
consumatori che frequentano i
nostri store. Ma vogliamo fare di
più. La nostra filosofia è orientata a realizzare un modello di
supermercato innovativo anche
nei servizi, attento alle esigenze
sociali e rispettoso dell’ambiente. Questo servizio è un’ulteriore
dimostrazione che stiamo muovendoci in questa direzione”.
Valerio Salvi
Retail
Fidelizzazione Approdo italiano del primo Loyalty Coalition Programme
Botta &
Risposta
Gerard Whelan,
managing director
Nectar Italia
Qual è l’aspetto più
strategico del programma
Nectar per le aziende
partner?
Quello di permettere
di tracciare e conoscere
abitudini e gusti del cliente:
è essenziale capire cosa vuole
per assecondarlo.
Per questo, il futuro
del settore va sempre più
verso sistemi di analisi
industriale dei dati.
è proprio in questa
direzione, che stiamo
focalizzando
il nostro secondo livello
di business.
Anche l’Italia prova Nectar,
carta fedeltà che vale per sette
na sola carta fedeltà valida in oltre
5mila store grazie a sette partner
U
selezionati tra supermercati, informatica,
carburanti, noleggio auto e credito al
consumo. Parte dal primo marzo, anche sul mercato italiano, la rivoluzione
Nectar già protagonista di un cambiamento epocale in Uk con un partner
come Sainsbury’s. Uno sbarco al quale,
partendo da una presenza avviata già
nel 1999, Nectar lavorava da quasi tre
anni (grazie al primo accordo stretto con
Sma) e al quale ha dedicato gli ultimi 9
mesi nel realizzare la struttura operativa
del programma, compresi sito internet e
call center. “Ci muoviamo cercando prevalentemente grandi aziende, leader del
mercato a livello nazionale, che vogliano
realizzare un investimento a lungo termine nel creare strategicamente con i propri
consumatori un rapporto diretto e di conoscenza approfondita -spiega Gerard
Whelan, Managing Director di Nectar
Italia-. L’obiettivo è quello di aggiungere
sempre più partner al nostro programma
ed essere sempre più interessanti per i
clienti. I segmenti verso i quali continueremo a muoverci riguardano tutto ciò che
ha a che fare con la spesa di ogni giorno,
come quotidiani, telefonia, profumeria,
fai-da-te, articoli sportivi, abbigliamento,
giocattoli e prodotti per l’infanzia”.
obiettivi di crescita
Il primo Coalition Loyalty Programme del
Regno Unito, che fa capo alla società
canadese Groupe Aeroplan Inc. leader
nella gestione di programmi fedeltà, conta di raggiungere sul mercato italiano un
bacino di cinque milioni di utenti entro il
primo anno di attività e di realizzare, nel
primo triennio, un fatturato di 80 mio e,
a fronte di un investimento complessivo
di 20 mio e suddivisi tra la creazione
dell’infrastruttura, il sistema di iscrizione
al programma e la campagna marketing.
“Per quanto riguarda i programmi di affiliazione, la situazione italiana oggi è molto
simile a quella del mercato in Uk quando
siamo partiti nel 2002: parcellizzato, con
tante carte diverse che non consentono di
raggiungere risultati allettanti per il cliente
e un’eccessiva importanza verso il catalogo, che nel Regno Unito abbiamo abbandonato rapidamente, dimostrando ai
consumatori che con 1.500 opzioni non ci
sono limiti nella scelta dei premi -spiega
Whelan-. Se la fase di lancio italiano non
potrà partire da questo stesso livello, contiamo comunque di raggiungerlo nel tempo, anche se esistono forti differenze sul
piano distributivo, visto che il mercato Uk
conta molti meno punti vendita dell’Italia
-circa 4 mila-, ma di superficie maggiore”.
Oltremanica, la carta Nectar ha raggiunto
un livello di penetrazione del mercato che
le attribuisce gli acquisti di oltre il 50%
delle famiglie inglesi attraverso una rete di
partner che coprono la cena al ristorante
come il pagamento delle bollette, l’acquisto di viaggi e vacanze e lo shopping
virtuale attraverso oltre 400 gestori online
per oltre, con la distribuzione di premi per
oltre 1.300 mio di sterline dal 2002.
Silvia Sammarro
> Sette partner
con un’unica carta
Auchan, Simply Sma,
UniEuro, Pc City, API IP, So
Oneay (la filiale italiana di
Oney Banque Accord) sono
i partner iniziali del circuito
Nectar.
16­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
OK-GDO A4 MUCCA_T 5-01-2010 12:18 Pagina 1
C
Colori compositi
M
Y
CM
MY
CY CMY
K
Retail
Prodotti a marchio Continua a crescere l’incidenza sul fatturato delle pl della catena leader del biologico
Le private label di Whole Foods sono
competitive lungo l’intera scala prezzi
Foods ha notevolmente
potenziato la sua offerta
di private label nell’ultimo
quinquennio. Nel 2008 il
suo portafoglio compredeva circa 2.200 referenze che rappresentavano
circa il 19% del fatturato
grocery. Nei piani della
società, la private label
dovrebbe
aumentare
considerevolmente la sua
incidenza sul fatturato
totale nei prossimi anni.
L’architettura della Pl è
piuttosto articolata.

Visita virtuale al pdv
Whole Foods Bowery
su GdoweekTV,
www.gdoweek.it
ol passare del tempo le strategie ineC
renti alla marca privata
sembrano diventare più
sofisticate anche negli
Usa, mercato dove storicamente i retailer hanno
fatto un utilizzo di questa
leva strategica più limitato rispetto all’Europa.
Un buon esempio a proposito è rappresentato da
Whole Foods Market,
il leader nel campo dei
prodotti biologici e degli
alimentari da fascia alta,
con un fatturato superiore agli 8 mld di dollari e
una rete di vendita forte
di oltre 280 store. Pur
offrendo un assortimento
in grado di distinguerla
abbastanza nettamente
dalla concorrenza, Whole
Il posizionamento
della linea bio 365
Nell’ambito della linea 365,
il bio si colloca, a parità
di referenza, su un livello
di prezzo sensibilmente
superiore (dal 20 al 40%)
rispetto ai prodotti normali.
Il bio di 365 ha un prezzo
a sua volta sensibilmente
inferiore rispetto alla linea
Whole Pantry (-30-50%)
che in questo caso è premium rispetto alla marca
industriale (+10-5%).
18­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Convenienza
e premium
L’area della convenienza,
rapportata al posizionamento alto dell’insegna,
è presidiata dal brand
365 Everyday Value che
copre una gamma piuttosto estesa di prodotti
di uso quotidiano sia freschi sia grocery. Il brand
a sua volta si suddivide
fra una linea naturale,
con prodotti che rispettano tutti gli standard qualitativi della catena senza
essere biologici, ed una
linea biologica (365 Organic Everyday Value).
La fascia premium e superpremium è presidiata dalla Pl Whole Foods
Market che comprende
una serie di referenze di
altissima qualità con forti
contenuti di lavorazione
artigianale. L’area che è
più in diretta concorrenza
con la marca industriale
è coperta dalla Pl Whole,
che copre il campo dei
prodotti a valore aggiunto e delle meal solution
e si declina in una serie
di linee di prodotto specialistiche, in grado di
segmentare e focalizzare
<
L’articolazione dell’offerta a marchio
BRAND
POSIZIONAMENTO
Superpremium
n Esclusività, artigianalità
n Consumi di appagamento
Alto di gamma
Funzionalità, servizio, qualità
Consumi quotidiani emozionali
n
n
Value
Buona qualità, alto value for money
Consumi routinari
n
n
l’offerta con accuratezza
(Whole Kitchen, Whole
Pantry, Whole Creamery,
ecc.). Per quanto riguarda l’offerta a scaffale, essa rimane imperniata sulla marca industriale che
fa da punto di riferimento
anche per la scala prezzi
a scaffale.
Flessibilità
gestionale
La marca privata permette una sua maggiore
articolazione e un maggiore flessibilità gestionale verso l’alto grazie al
brand premium e verso
il basso grazie al brand
365. Il posizionamento di
prezzo del brand Whole
Foods Market è fra il 10
ed il 30% in più rispetto
alla marca industriale.
Il posizionamento della
linea 365 è invece stimabile fra un 30% ed un
50% in meno, a seconda
dei prodotti e del fatto
che si tratti o meno di
referenze biologiche.
La linea Whole valorizza
l’area di prezzo coperta
dalla marca industriale
grazie al suo posizionamento plurispecializzato che arricchisce la
proposta di valore nelle categorie strategiche
senza distorcere il livello
di prezzo mediano dello
scaffale. L’utilizzo della Pl permette dunque
a Whole Foods di differenziare ulteriormente
la sua offerta da quella della concorrenza e
di aumentare il numero
di proposte value senza
in ogni caso entrare nel
campo dei prodotto low
cost. Non meno importante è, probabilmente,
anche l’intento della società di utilizzare la Pl
per tonificare i margini
commerciali.
Fabio Salvati
Retail
Fast fashion:
sintesi vincente
di un modello
che piace
al mercato
n crescita, nonostante la
crisi del tessile e abbiIgliamento,
il fast fashion
-o pronto programmatocondiziona tempi e schemi
del settore moda. “Dentro
il cappello del fast fashion
ritroviamo in realtà diversi
modelli tradizionali che si
sono ibridati, come il programmato e il pronto moda”, spiega Romano Cappellari, direttore scientifico
del Master in Retail Management e Marketing della
Fondazione Cuoa, Centro
universitario di organizzazione aziendale e ricerca
sui temi manageriali- che
a Vicenza ha organizzato
una tavola rotonda per fare il punto sui nuovi tempi
della moda. “L’esigenza
principale è stata quella di
confrontarsi col corso dei
tempi e le nuove abitudini
dei consumatori -argomenta Cappellari- cercando di
avvicinare il più possibile il
momento della produzione
a quello della distribuzione.
La forte differerenza che il
fast fashion ha saputo realizzare rispetto alla tradizionale divisione tra programmato e pronto è stato il salto qualitativo e strategico.
Sono aziende che possiedono una propria identità
e soprattutto interpretano
la richiesta del pubblico,
unendo per la prima volta
la capacità creativa all’analisi di mercato e il continuo
20­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
confronto con esso”.
Esempi virtuosi di questa
trasformazione di modello
produttivo? Patrizia Pepe,
uno dei primi a rompere
con la tradizione delle due
collezioni all’anno, o Liu
Jo, ma anche OVS, 55DSL
(Gruppo Diesel) e Flash
& Partners (con No.L.Ita
e Ra.re).
un business
da oltre 420 miliardi
Meno delocalizzate, più
redditizie, portatrici di occupazione: queste le caratteristiche delle aziende
del fast fashion secondo i
dati raccolti da Nomisma
per Centergross, polo
Fast Fashion
Esempi virtuosi in immagini,
dove creatività e produttività
viaggiano di pari passo, dando
vita ad un modello vincente di
retail, malgrado la crisi.
In ordine gli store:
55dsl (Diesel);
No.L.Ita;
Liu Jo;
Ovs, Napoli.
commerciale del principale distretto italiano del fast
fashion, in Emilia Romagna. Su un campione di
circa 700 aziende di abbigliamento e accessori,
l’analisi rileva che, tra il
2004 e il 2009, l’85% di esse ha registrato un generale aumento di fatturato,
che per un quinto di esse
ha superato il 25%; una
crescita media di occupati, tra il 2002 e il 2007, da
38 a 48, ed una presenza
oltre confine per i 3/4 dei
marchi partner, con quote
di fatturato salite dal 35%
del 2005 al 43% del 2009.
Il business regionale del
fast fashion vale oltre 5
milioni di euro, all’interno
di un panorama nazionale
che raggiunge nel globale
della distribuzione all’ingrosso un giro d’affari di
421,7 miliardi di euro.
“Oggi, l’attenzione generale del mercato e dei media è focalizzata sul fast
fashion perché è la moda
che fa business, grazie alla possibilità di comprare
anche in corso di stagione, dividendo il budget su
più acquisti e puntando su
un prodotto sicuro perché
testato, suggerito, richiesto dal cliente stesso, che
arriva così a vestire i panni
dell’uomo-prodotto”, aggiunge Alessandra Lombardini, vice presidente di
Centegross, che a metà
febbraio ha organizzato il
Fast Fashion Festival.
opzione multimarca
Rispetto ai colleghi stranieri,
dai già introdotti Zara, Mango ed H&M ai nuovi Gap,
Topshop ed Uniqlo pronti
allo sbarco in Italia -tutti fortemente focalizzati sul retail
monomarca, sia diretto sia
in franchising- i marchi del
fast fashion italiano puntano piuttosto ad una distribuzione multimarca. Una
direzione corrisposta dai
retailer nazionali, visto l’accordo appena stretto da
Coin con N.O.W Fashion
Exhibition (salone di Fiera
Milano, in calendario dal
26 febbraio al 1 marzo) per
l’inserimento nei suoi store di nuovi marchi giovani,
presentati in anteprima dalla seconda edizione della
manifestazione di settore.
“La collaborazione conferma come il segmento del
pronto programmato, che
negli ultimi anni è cresciuto in maniera importante
per offerta, qualità e anche
creatività, è maturo per fare
un salto di qualità in termini
di visibilità e commercializzazione, puntando a nuovi
mercati, conclude Massimiliano Bizzi, ideatore del
salone.
Silvia Sammarro
Retail
Nuovi concept La versione rinnovata dello store verrà implementata anche all’estero
Botta &
Risposta
Serena Campana,
direttore marketing
Autogrill Italia
Il cliente ha recepito
il cambiamento?
Certamente. In base
a una ricerca condotta
da Ipsos Marketing,
l’87% degli utenti
ha notato il cambiamento
e, di questi, il 71%
apprezza di più il locale,
inteso dal punto
di vista del suo insieme.
Oltre alla nuova atmosfera,
il 56% apprezza
anche il maggiore servizio,
come pure i prodotti.
Ciao si evolve verso
lo stile Mediterraneo
iù spazioso e luminoso, con un percorso e un’ambientazione più coinP
volgenti. Sono alcuni dei plus sottolineati
dagli stessi clienti nella loro valutazione
(indagine Ipsos Marketing) del rinnovato
Ciao -sia del concept sia del logo- all’interno del centro commerciale Carosello
di Carugate (Mi).
Stile luminoso
“I macro trend del mercato evidenziano
che, sempre più, nella scelta di un luogo
di ristorazione, i consumatori privilegiano
locali con ambientazioni gradevoli, coinvolgenti e con elevato servizio, insieme
al buon cibo -spiega Serena Campana,
direttore marketing Autogrill Italia-. Abbiamo quindi scelto di rinnovarci a 360°”.
Il progetto di restyling si è avvalso della
collaborazione della Landor Associates sia italiana sia della sede di Londra,
che, attraverso l’utilizzo di materiali naturali, come il legno, la pietra e il vetro, e
di colori come il verde oliva, il marrone il
giallo ha voluto esaltare la mediterraneità
del concept, aggiungendo però un pizzico di creatività anglosassone.
Un focus particolare è stato rivolto alle
luci e alla luminosità, nel suo insieme,
di tutto il rinnovato concept: luci di design poste sopra ciascun tavolo, separé
divisori per una maggiore privacy tra un
tavolo e l’altro sono alcuni dei punti di
forza del nuovo Ciao.“Landor -aggiunge
Campana- ha rivisitato anche il logo che
ora è certamente più avvolgente e di
maggiore impatto, come anche espresso dal nuovo claim Il sole ogni giorno”.
Assortimento rinnovato
L’ottimizzazione del merchandising ha
consentito di valorizzare l’assortimento
e l’offerta. Le innovazioni nel food non
mancano: dai pani speciali a un nuovo
assortimento di vino, dai piatti unici che
rispondono alle attese di piatto completo e leggero alle specialità asiatiche del
corner Asia.
“L’obiettivo -aggiunge Campana- è stato
quello di garantire un’ampia scelta tra
i diversi stili alimentari, privilegiando i
prodotti locali. Il focus sulle specialità
del territorio sarà poi declinato di volta in
volta a secondo della località: in Francia
e in Spagna, i primi Paesi in cui andremo
a implementare il rinnovato concept di
Ciao, proporremo altre specialità, sempre in linea con il tipico del luogo”.
Design di Servizio
Particolare attenzione è stata riservata
alle persone che hanno problemi di
mobilità ridotta: gli spazi ampliati per il
percorso, i banchi di servizio facilmente accessibili a chi è in carrozzina e i
carrelli multivassoio, vanno incontro alle
esigenze queste persone, tra cui vanno
annoverate anche le mamme con bimbi,
che devono preoccuparsi di riempire più
vassoi alla volta.
Tiziana C. Aquilani
Un Ciao che si prende cura di tutti i clienti
Garantire maggiore servizio al
cliente è uno dei plus del nuovo concept: insieme agli ampi
spazi dei corridoi, che agevolano la mobilità, propone anche
carrelli multipiani che semplificano il trasporto dei prodotti scelti. Così, per esempio,
anche le mamme con bambini
“al seguito” possono scegliere con maggiore tranquillità le
proposte di Ciao.
22­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Retail
Il media mix sembra meno veloce
nel recepire il cambiamento
L’impatto percepito sulle prestazioni
aziendali ...
Percezione di un altissimo valore aggiunto offerto
dalla multicanalità su tutti i Key Performance Indicators
Aumento dell’efficienza
delle attività di marketing
Sinergie positive
tra i vari canali
Maggiore soddisfazione
dei clienti
Aumento dell’efficacia
delle attività di marketing
Altro
1,9%
68%
Tv
50,9%
67%
Direct Mail
5,8%
Affissioni
2,0%Altro
Internet
Tv
6,7%
Totale investimenti
7,7 mld euro
Stampa
Radio
Radio
5,1%
63%
Stampa
27,6%
87%
Internet
Affissioni
Altro
Direct mail
Tv
Fonte: Nielsen - Osservatorio Multicanalità 2009 (Rispondenti: responsab. marketing)
Fonte: Stime Nielsen Media - Commerciale Nazionale - Gennaio-Novembre 2009
La voce Altro include: Cards, Cinema, Out of Home TV, Transit
Stampa
Radio
Multicanalità I consumatori evolvono nella comunicazione, meno la gdo e l’industria
La pluralità dei messaggi
incrocia un target allargato
Internet
Stampa
Radio
Internet
Affissioni
Direct Mail
multicanale e aver rilevato nel 2008 un ritardo da
Altro
parte delle imprese nel parlare a questo nuovo
target; nel 2009, si è concentrato sull’evoluzione
tv
del consumatore alla luce della pervasività delle
nuove tecnologie e della crisi finanziaria, valuStampa
tando al tempo stesso l’approccio strategico
delle imprese italiane alla multicanalità.
a rivoluzione mediatica, in atto ormai da anni,
non sembra essere stata recepita appieno da
L
parte di chi punta a comunicare con il consu-
matore, probabilmente anche a causa della sua
complessità. Eppure i new media interagiscono
quotidianamente con milioni di persone che
hanno fatto proprie le innovative concezioni di
socializzazione, comunicazione, modi di interagire.
Segmentazione
È questa la sintesi di quanto emerge dai dati
dell’ultimo Osservatorio Multicanalità, progetto
promosso da Nielsen, Nielsen Online, Connexia e la School of Management del Politecnico di Milano. L’Osservatorio, dopo aver creato
una nuova segmentazione della popolazione
italiana, monitorato la crescita del consumatore
i nuovi target
I consumatori multicanale in Italia, nel 2009 sono ulteriormente aumentati e ora raggiungono
quota 20,4 milioni (pari al 40% della popolazione
italiana).
Crescono notevolmente i due cluster di clienti
più multicanale, ovvero gli Open Minded e
i Reloaded. I primi, circa 11,8 milioni, sono
fortemente aperti all’innovazione, conoscono
le nuove tecnologie, ma ne fanno un uso prevalentemente individualista. Sono caratterizzati
da tratti di autosufficienza psicologica (priorità:
stare bene con me stesso); non sembrano essere preoccupati per il futuro, sono attratti dalle
novità (ma in misura minore rispetto al cluster
Reloaded) senza, però, tradurre questo aspetto
in una marcata infedeltà alla marca.
I Reloaded, invece (8,6 milioni e cresciuti del
31% sul 2008) sono i consumatori propriamente
multicanale, essendo fortemente coinvolti nei
processi di relazione con le aziende e gli altri
consumatori attraverso una molteplicità di canali
di contatto. Sono influenti e in grado di attivare
dinamiche virali anche e soprattutto attraverso
Internet. Sono marcatamente attratti dalle novità,
e infedeli alla marca con un indice elevato di acquisto della marca privata. Hanno un approccio
positivo verso la vita e dimostrano un’alta neces-
24­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
Affissioni
Direct mail
Retail
gli acquisti incrociati
Mi informo sul web
e acquisto nel pdv
molto
+abbastanza
Totale popolazione
Open Minded*
Reloaded**
46% (molto 18%)
78% (molto 26%)
76% (molto 26%)
Mi informo nel pdv
e acquisto sul web
molto
+abbastanza
Totale popolazione
Open Minded
Reloaded
11% (molto 3%)
24% (molto 6%)
28% (molto 7%)
Fonte: Nielsen/Connexia - Osservatorio Multicanalità 2009
* Consumatori tecnologicamente avanzati, cercano risparmio, ma non
contatti diretti; ** Maturi, affamati di informazioni, cercano contatti diretti
I social network “muovono” opinioni sui brand
D: Sulla base di ciò che lei ha visto/letto/sentito recentemente su Social network/
community/forum o Blog la sua opinione generale su (azienda) è:
Azienda
Peggiorata %
Barilla
Ferrero
Coop
Esselunga
Benetton
Fiat
Enel
Poste italiane
Pirelli
Mediaset
Alitalia
Trenitalia
Rai
4
4
4
6
4
11
10
17
11
15
23
33
26
Invariata %
41
42
43
43
53
39
44
39
44
42
47
34
47
Fonte: Duepuntozero Research – Osservatorio Multicanalità 2009
sità di arricchimento delle proprie conoscenze
con relazioni sociali e viaggi.
Sono target, cui occorre rivolgersi con messaggi
specifici e con un linguaggio diverso. “Relativamente alla gdo -spiega Giovanni Pola, direttore
generale Connexia- l’elemento più impattante è
la necessità di comunicare con il target Reloaded, che richiede un’impostazione più flessibile
del Crm, fattore di marketing su cui indubbiamente le catene hanno puntato fortemente. In
sintesi, si devono rivedere i valori e i contenuti su
cui impostare il rapporto con questi consumatori
che saranno sempre più numerosi: i Reloaded,
infatti, cercano un rapporto diretto, anche se
prevalentemente con l’industria”.
Una sfida per la gdo
Ma la sfida è proprio questa, “intendo dire -spiega Pola-, che anche la gdo deve essere in grado
di coinvolgerli appieno attraverso un processo di
co-creazione del punto di vendita, sfrondandosi
di dosso il semplice ruolo di canale di acquisto
di prodotti in promozioni. E quindi, aprendo a
suggerimenti su assortimenti, contestazioni, tematiche locali e ogni altra iniziativa che arrivi dal
target. Creando con esso una relazione diretta
e continua, accrescendo, in questo modo, la
sua fiducia nei confronti della catena: è ovvio
che le persone si fidino maggiormente di chi le
ascolta”.
“Certo, non è sufficiente inserire nel sito aziendale la possibilità di uno scambio di mail, di un
call center -continua Pola-. Occorre avvicinare
questo target con le sue stesse armi, sfruttando
maggiormente la multicanalità, come per esempio la tecnologia Mobile, e rendere il Reloaded
protagonista, aggiornandolo e rispondendo alle
sue richieste per farlo sentire coinvolto nelle
decisioni”.
Tra l’altro, l’Osservatorio Multicanalità ha determinato anche il profilo dei diversi target. Il Reloaded è di particolare interesse per l’industria
e per la gdo, perché privilegia prodotti premium
in ogni settore. “Però -conclude Pola- necessita
di particolari attenzioni, perché è alla continua
ricerca di informazioni approfondite, che gli garantiscano di avere fatto una buona scelta”.
Gli anticipatori
Non mancano comunque alcuni esempi di
comunicazione innovativa anche da parte della
distribuzione. A partire da Lidl, che da un paio
d’anni realizza, sfruttando ampliamente la comunicazione Mobile, la promozione Un minuto
di spesa gratis: i clienti che avessero effettuato
un acquisto di almeno 25 euro, comunicando
il codice stampato sullo scontrino via telefono,
SMS o sul sito dedicato, potevano partecipare
all’estrazione di premi da 25 euro e alla finale
che consentiva al vincitore di portarsi a casa
gratuitamente tutto quanto riuscisse ad “arraffare” in un minuto di tempo. Chi invece ha realmente rotto gli schemi in tema di comunicazione
è stata Coop Lombardia che, in occasione
dell’inaugurazione di un punto di vendita, si è
affidata al Mobile marketing: creando del buzz,
che parodiava l’arrivo degli alieni annunciato per
radio da Orson Welles negli States, ha creato
attesa intorno alla nuova apertura che, più semplicemente, è stata a Osnago, nella provincia
Monza Brianza. “Il riscontro -commenta Alberto
Barbaglia, titolare di Futureland.it, agenzia
specializzata in mobile marketing - è stato positivo: pur essendo stato un primo esperimento,
realizzato con un budget simbolico, ha portato
in pochi giorni 16.932 visite al sito www.CosaSuccede.com e 227 fan nelle pagine Facebook
di Coop”. “Solitamente in gdo -aggiunge Barbaglia-, fanno opposizione a tipologie di comunicazione più innovative.
Con Coop, invece, è allo studio un ulteriore
passo verso la comunicazione multimediale: il
volantino cartaceo con segnalazione di promo
sarà affiancato da una comunicazione più diretta e interattiva, realizzata tramite cellulare. L’idea
è di incrementare l’utilizzo del canale con diversi
step successivi: l’obiettivo è di coinvolgere il
cliente in modo personalizzato, ponendo alla
sua attenzione solo iniziative promo in linea con
i suoi interessi”.Tiziana C. Aquilani
25­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
Migliorata %
55
54
52
52
40
50
45
44
44
43
27
32
27
Corner e shop-in-shop
01
Coop
Costruire partnership
Soddisfazione in casa Coop, a un anno dal
lancio dello shop-in-shop messo a punto
con Olimpias (Benetton): gli Ipercoop che
hanno adottato la soluzione hanno migliorato le vendite del 10% rispetto agli altri.
Vocabolario
02
Salmoiraghi&Viganò
n Concession
Il rapporto tra un retailer
e un brand -industriale
o retail- per gestire
un determinato
spazio personalizzato in un department store.
Spazi brandizzati
e no logo
“In questi anni abbiamo raccolto un’ampia
esperienza in tema di corner sia no brand
-gli spazi ottica negli ipermercati, ad oggi
oltre 70-, sia brandizzati nei department
store (2 nei Coin di Taranto e Roma)”,
spiega Gianni Cossar, direttore marketing
di Salmoiraghi&Viganò, che, nel proprio
flagship di Milano ha aperto 3 corner da
mettere a disposizione in affitto ai propri
partner di settore.
n Corner
Uno spazio soft senza
una forte connotazione a livello
di comunicazione del brand.
Le pareti e il soffitto
sonoquelle del “contenitore”,
il brand si limita
a personalizzare gli arredi.
Un corner di abbigliamento
si sviluppa su 30-40 mq,
quelli di gioielleria, elettronica
e accessori sui 10-20 mq.
03
Yamamay
n Shop-in-shop
Passo successivo
per la riconoscibilità del brand.
Metratura di almeno tre volte
il corner e personalizzazione
della location per ricreare
la stessa esperienza di vendita
di uno store free standing.
Da stand alone
a corner
Con una rete nazionale e internazionale
che supera i 500 store, Yamamay ha
iniziato in Italia anche a realizzare corner in department store per garantire la
massima copertura soprattutto nei centri
cittadini.
a cura di Alberto Gigli,
director of store planning Europe
and Middle East Tom Ford
Dalle partnership
con le aziende ai nuovi
“matrimoni” tra retailer
26­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Corner e shop-in-shop
nuove opportunità di
partnership si aprono ai
retailer per dare valore
alla shopping experience.
Così crescono i corner e gli shop-in-shop, territori sempre
più interessanti da esplorare per la loro capacità di garantire varietà, attrazione e specializzazione agli store delle insegne despecializzate, in linea con quanto già da tempo
avviene all’estero soprattutto nei department store, che si
“combattono” a suon di aree personalizzate di brand premium e innovativi. Oggi, però, stiamo assistendo a cambiamenti importanti, dettati dalla stessa necessità dei department store italiani di differenziarsi: così accanto a brand di
abbigliamento -dai nomi prestigiosi del lusso, sempre più
presenti con capi selezionati e seconde linee, a quelli più
trendy e frutto di scouting- cresce il numero dei retailer specializzati che aprono spazi di dimensioni importanti presso
altre insegne.
FORMATI DI RETAILER PER RETAILER
Così, accanto ai più noti Trussardi, Armani, Versace, Timberland, Disegual e Guess, tanto per citare alcuni marchi
noti, si incontrano sempre più spesso firme come Mango, Yamamay, Stefanel e Salmoiraghi&Viganò, che
sfruttando le proprie competenze propongono sia corner
brandizzati sia spazi ottica per le insegne food. Non sarà
un caso se Stefano Beraldo, Ad di Gruppo Coin, ha lanciato l’idea di ospitare nella nuova Upim (vedi Gdoweek
n. 06 del 15 febbraio) in gestazione miniformat realizzati
da retailer specialisti, considerati nomi di riferimento del
mercato. “Le concession rappresentano una opportunity
to sell che, prima di tutto, deve soddisfare i nostri clienti,
ma certo anche garantire vantaggi in termini di vendite, per
noi come per il brand nostro partner -sottolinea Francesco
Sama, direttore generale di Coin-. In quest’ottica, è chiaro
che il rapporto con altri retailer risulta più semplice: parliamo la stessa lingua! Con le altre insegne siamo convinti sia
possibile riuscire a definire formati più originali in grado di
caratterizzare ulteriormente la shopping experience offerta
dai nostri store. Questo implicherà accentuare le logiche di
selezione sempre in maniera coerente con il nostro posizionamento di Coin”, precisa Sama.
04
Stefanel
Una soluzione per l’estero e l’Italia
Stefanel, oltre ad operare con corner all’estero (Printemps, Galeries
Lafayette e El Corte Inglés) ha iniziato da 3 stagioni a sperimentare la
formula anche con Rinascente e Coin. “Si tratta di un canale in crescita
che sta diventando un’opportunità di business sempre più interessante, in alcuni Paesi l’unico ad avere reale rilevanza -precisa Giuseppe
Stefanel, presidente di Stefanel Spa-. Infatti, uno spazio qualificato nei
department store rappresenta una grande vetrina che può fare da volano
alla notorietà del brand in un nuovo mercato, oltre che essere test per
misurare il posizionamento, la coerenza del prezzo e l’apprezzamento
del marchio e della collezione. Certo per garantirne il successo sono
fondamentali visibilità e facilità di accesso, esposizione funzionale ed
accattivante e frequente rinnovo dell’offerta, il tutto coerente con il livello
del department store. Vista la validità della formua, non escludo a priori
la possibilità di inserire anche corner di altri in alcuni dei nostri store
selezionati di dimensioni superiori alla media”.
05
Mango
Corner, leva in crescita da sfruttare
In Italia, il piano di espansione di Mango (più di 1.390 store in oltre 95
Paesi) vede nei corner una leva strategica. Ai 3 inaugurati la scorsa
stagione all’interno di Coin, ne seguiranno 7 (Padova, Mestre, Bergamo,
Venezia, Varese,Treviso e Bologna) su una superficie compresa tra i
60 e i 100 mq. In Italia Mango opera con 21 store, che saliranno a 27.
VANTAGGI E SVANTAGGI
Pur cambiando gli interlocutori, identici rimangono i motivi alla base di una scelta che, al momento, sembra presentare solo aspetti positivi. Un primo vantaggio è tecnico:
queste soluzioni, a qualsiasi forma appartengono, permettono l’inserimento soft in nuovi mercati a fronte di rischi più
bassi. Non per niente sono spesso usati come test pilota per avviare politiche di internazionalizzazione. Un altro
vantaggio è dettato proprio dalle logiche del “tutto sotto lo
stesso tetto”: i diversi brand si avvantaggiano dal traffico
complessivo del department store, sempre più un centro
4 segue a pag. 28
27­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Corner e shop-in-shop
4 segue da pag. 27
01
Coin
Una formula
di successo
Attualmente all’interno di Coin sono attivi
oltre 400 spazi concession, nelle diverse
formule corner e shop-in-shop, con una
dimensione media di 35 mq. I risultati
registrati a livello di vendita sono, finora,
decisamente soddisfacenti, se si pensa
che un’area gestita direttamente dal brand
guadagna circa il 40% in più rispetto
ad uno no logo. L’abbinamento volume
delle vendite, dimensione per mq e valore
della location sono i criteri alla base delle
valutazioni effettuate per la sottoscrizione
del contratto.
02
Rinascente
Corner per un lusso
accessibile
Con l’arrivo della nuova proprietà e di
Vittorio Radice, profondo conoscitore dei
department store all’estero, Rinascente ha
abbracciato la logica dei corner dedicati a
brand di lusso e alle loro seconde linee.
03
Harrods
Da gestore di corner
a shop-in-shop
Harrods, riferimento mondiale, apre un
nuovo territorio: diventare corner all’interno di una banca, la filiale berlinese di
Deutsche Bank, un unico ambiente per
coniugare intrattenimento e relax (vedi
Gdoweek n. 06 del 15 febbraio).
commerciale cittadino e generato in sinergia da altri partner e merceologie. “Coin mette a disposizione una media
di un milione di persone l’anno, numeri che nessun brand,
tra quelli del lusso o tra i retailer specializzati, può pensare di raggiungere da solo a fronte di un negozio sempre
aperto, della cui gestione relativa a security, animazione,
monetica, pulizia, luci non devono preoccuparsi: i partner
devono esclusivamente concentrarsi sulla disponibilità di
merce, corretta a livello di taglie e modelli, oltre che formare personale ad hoc -aggiunge Sama-. Non è poco”.
Non mancano vantaggi anche dal punto di vista di marketing: rispetto agli store multibrand, ad esempio, corner
e shop-in-shop garantiscono ai singoli marchi la possibilità di esprimersi in maniera più completa nei confronti dei
clienti; inoltre, permettono un loro ascolto diretto, per capire
28­­­
meglio, senza intermediari, le esigenze della clientela per
non parlare della possibilità di organizzare animazioni ed
eventi. Per le insegne di elettronica e food, i corner coprono
anche altre possibilità, come quella di presentare in anteprima prodotti di ultima generazione, piuttosto che inserirsi
in business più o meno complementari allargando il brand
d’insegna (ottica, bar, spa) o creare sinergie originali (come
Fauchon con Carrefour). E gli svantaggi? Sono legati soprattutto alla “qualità” della relazione tra i partner: eventuali
divergenze riguardano la validità della location assegnata,
la possibilità di essere presenti in determinati store e in certe
città. “Da quando abbiamo adottato la logica degli shop-inshop abbiamo stipulato contratti di durata media di 3 anni,
rinnovabili, ma già dopo 3 collezioni, di cui almeno 2 simili
(pari stagione), si capisce se il rapporto è proficuo, anche
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Corner e shop-in-shop
04
Mediamarket
Varie tipologie
di corner
“Distinguiamo diverse soluzioni -spiega
Maurizio Motta, dg di Mediamarket-:
ci sono corner strategici, di dimensioni
maggiori e conformi al prodotto core (le
aree di Apple o Hp) o tattici, più piccoli per
prodotti con quote di mercato in crescita
(es: Nespresso). Si aggiungono aree promozionali per il lancio dei prodotti di singoli brand, corner funzionali per “proporre
cultura”, come le zone Pro Green o l’area
bimbi del Saturn Verano Brianza (Mi), aree
corporate con funzione educativa -le aree
gaming- e show room dedicati, come
quello per il bianco nel Media World di
Cinisello Balsamo (Mi).
05
Ikea
Incasso: dal brand
allo stile Ikea
Lo spazio for Ikea for Whirlpool, per elettrodomestici da incasso per cucina, è stato
sostituito da un’area di 35-50 mq con
elettrodomestici che rispettano i tre stili
proposti da Ikea nel mondo cucina.
06
Auchan
e Carrefour
Estendere la marca
verso altri business
Le insegne food stanno cominciando a
proporre aree personalizzate per sottolineare nuovi business -la Spa di Auchan
a Mestre con Germaine de Cappuccini- piuttosto che partnership di prestigio,
come Carrefour e Fauchon.
se, ovviamente esistono relazioni soddisfacenti che durano
una sola stagione -precisa Sama-. Il tasso di ricambio rimane basso, intorno al 15%”.
CORNER A MARCHIO CON CONSULENZA
BRANDIZZATA
La validità dei corner è ulteriormente dimostrata dai risultati. Per Coin, gli shop-in-shop fanno registrare ai brand che
li gestiscono vendite superiori del 40% rispetto a una presenza non personalizzata. Anche le performance degli ipermercati di Coop con lo spazio tessile personalizzato per il
brand Joy -realizzato con Olimpias Benetton- sono superiori del 10% nei confronti di quelli che non hanno adottato
la soluzione. “É il risultato di una segmentazione in mondi
29­­­
più evidente, che ci ha portato ad accentuare la logica promozionale per temi più che ad evidenziare solo il prezzo,
sempre conveniente”, precisa Nicole Toth, project manager di Coop Italia, divisione Ricerca di business innovativi.
La stessa Ikea, nelle aree di 35-50 mq dedicate agli elettrodomestici da incasso per cucine, ha visto incrementare le
vendite del 17%, mentre quelle del comparto cucine sono
cresciute del 13%. Parliamo di forni, piani cottura, frigoriferi
e lavastoviglie prodotti per l’insegna svedese da Whirpool
ed Electrolux, tutti di classe A superiore, e personalizzati
dai designer Ikea secondo lo stile della cucina. “Nel 2009,
abbiamo raggiunto un indice di conversione del 3,61 contro
il 3,58 previsto, dati che ci lasciano pensare che nel 2010
miglioreremo ulteriormente le performance”, spiega Daniela Graziano, responsabile vendita cucine di Ikea Italia.
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Retail
di Alessandra Bonaccorsi
FOOD
AREA NIELSEN
2
DISCOUNT
Via Tristano e Isotta 10/1
Rimini
1.100 mq
Lidl spa
Data di apertura
4 febbraio 2010
Location Il pdv riapre
dopo l’intervento di ristrutturazione. La superficie
di vendita è passata da
500 mq agli attuali 1.100.
Ampliato il parcheggio,
che ora dispone di 100
posti auto.
Concorrenza Non ci
sono pdv in diretta concorrenza con l’insegna.
LAYOUT Classico format
dell’insegna.
Offerta 1.200 referenze
tra food e non food, pane
confezionato, così come
carne e ortofrutta.
Servizi Orari di apertura:
dal lunedì a sabato dalle
09,00 alle 20,00 con orario
continuato. Il sabato offre
articoli scontati fino al 40%
con la speciale operazione
“Tutti pazzi per il sabato”.
Addetti e casse 17
collaboratori, di cui 15
donne, compresa la responsabile del pdv.
AREA NIELSEN
3
Discount
Via Fausti,
Cortoghiana (Ca)
800 mq
Balia sas
Ipermercato
Doppio ingresso:
Viale Marconi,
via Mercalli
Cagliari
3.000 mq, di cui 2.161 mq
di superficie
netta di vendita
Superemme (Selex)
Data di apertura
10 dicembre 2009
Location Pdv riaperto
dopo restyling e ristrutturazione. Adiacente all’ipermercato un discount a insegna Hardis sempre del
gruppo Superemme.
Concorrenza Assenti
concorrenti diretti.
LAYOUT
Tradizionale
apertura sull’ortofrutta.
OfferTA Grande enfasi
sui freschi con il 40% della
superficie di vendita in cui
si trovano i banchi dell’ortofrutta, panetteria, gastronomia e pescheria, con
banchi assistiti, take away
e self service per il pane.
Pesatura direttamente alla
cassa. Le soluzioni mirate al risparmio energetico
prevedono l’utilizzo di valvole elettroniche e di un
sistema di telegestione.
All’interno del pdv attiva
anche una farmacia gestita da una società esterna.
Servizi. Orari di apertura: dalle 9,00 alle 20,00.
La Fidelity Card Pan offre
sconti personalizzati, promozioni, raccolte punti,
cataloghi regali. Ai soli titolari è riservato il periodico
Primizie. Parcheggio auto:
170 posti.
Addetti e casse In
barriera 10 casse, mentre
gli addetti sono 42.
30­­­
Data di apertura
28 novembre 2009
Location Centrale.
CONCORRENZA Vari store a insegna Leclerc, Pan,
Conad, Eurospin, Lidl,
Despar, Sigma.
LAYOUT Classico format
dell’insegna.
Offerta Sono 6.300 le
referenze in totale, 3.800
per il food, 2.500 per il non
food. Banchi assistiti per
ortofrutta, macelleria, salumi e formaggi, pasticceria
e pescheria, pasta fresca
e gastronomia. Presente
l’enoteca. Nel corner non
food, prodotti per la cucina
e per il giardinaggio, piante ornamentali per la casa.
Servizi Orari di apertura:
tutti i giorni dalle 8,00 alle
13,30 e dalle 16,30 alle
20,30. Parcheggio per 50
posti auto. Servizio di consegna a domicilio.
Casse e addetti Tre
casse touch screen frontaline elettroniche. Due addetti full time, un impiegato
ufficio, e sette part time
diretti dal direttore Angela
Caddia.
AREA NIELSEN
4
IPERMERCATO
Via Catira Santa Lucia, San
Giovanni La Punta (Ct)
3.000 mq
Ingross srl
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Data di apertura
Novembre 2009
Location
All’interno
del Parco commerciale I
Portali.
Concorrenza
L’Iperspar del vicino centro
commerciale Le Zagare,
Ipercoop nel c.c.i Katanè,
e il discount Alis.
LAYOUT
Tradizionale
apertura sull’ortofrutta.
Offerta In assortimento
7.000 referenze. Pescheria
con il pescato del giorno
e gastronomia, entrambi
assistiti.
Servizi Orari di apertura:
tutti i giorni dalle 9,00 alle
21,00. Take away, consegna a domicilio e un bar
interno all’ipermercato.
Addetti e casse 12
casse tradizionali che comprendono cassa gestanti e
cassa veloce. 44 gli addetti
full time e 4 part time. Alla
direzione Antonio Patti.
N ON
Discount
FOOD
Via Per Treglio 53
Lanciano (Ch)
Forza3
Data di apertura
14 gennaio 2010
Location
Via Per Treglio, a pochi
chilometri dal centro di
Lanciano, sulla strada provinciale 82 che si congiunge con la strada statale
Variante Frentana.
Concorrenza Acqua
& Sapone.
LAYOUT. Classico format
dell’insegna.
Offerta. 9.000 referenze nelle categorie igiene
casa, igiene persona, casalinghi e giocattoli.
Servizi. Orari di apertura:
da lunedì a sabato dalle
9,00 alle 20,00. Parcheggio
scoperto di 120 posti.
Addetti e casse
9 addetti full time diretti
da Giuseppe Di Camillo.
Quattro casse tradizionali.
CAMPIELLO GDO A4_T 25-01-2010 11:20 Pagina 1
C
Colori compositi
M
Y
CM
MY
CY CMY
K
R&S e branding
Mulino Bianco
investe
nella relazione
diretta col cliente
el 1975, Barilla, leader nazionale nel mercato
della pasta, entrava nel settore dei prodotti da
N
forno con il lancio della marca Mulino Bianco. In 35
anni di vita, l’offerta è diventata sempre più ricca e
articolata. Ai biscotti si sono affiancate merendine
e barrette, e poi si è allargata al pane ai sostituti del
pane. E oggi, con il lancio dei frullati 100% frutta
Storie di frutta, è entrata in un nuovo comparto.
Prendendo spunto da quest’ultimo lancio abbiamo chiesto a Eugenio Perrier, direttore marketing
brand development Mulino Bianco, di illustrarci le
strategie di sviluppo della marca, per capire in che
misura queste siano nel segno della continuità
piuttosto che in quello della trasformazione.
Dal bakery al beverage la differenziazione
è forte. La scelta di presidiare il mercato,
promettente ma comunque di nicchia, degli
smoothie risponde più a logiche di tipo commerciale o strategico?
Innanzitutto, tengo a sottolineare che si tratta di
un’operazione nel segno sì dell’innovazione, ma
assolutamente coerente con i valori di naturalità e
di genuinità da sempre propri della marca Mulino
Bianco. Un fatto questo non solo dichiarato, ma
rilevato dai test sui consumatori che hanno preceduto il lancio di Storie di Frutta. Detto questo,
si tratta di un lancio la cui rilevanza è senz’altro di
tipo più strategico che tattico: da un lato, rafforza
32­­­
il posizionamento di “sana alimentazione” scelto
dalla marca, dall’altro ne sottolinea la modernità
e l’immagine friendly, in quanto capace di assecondare bisogni e stili di vita emergenti. Se è vero
che l’attuale dimensione del mercato non avrebbe
giustificato un investimento così importante, è altrettanto vero che crediamo molto nel prodotto e,
con l’aiuto dei retailer, confidiamo di raggiungere
interessanti risultati di vendita. Il monitoraggio delle
prime due settimane di commercializzazione ci fa
ben sperare in questo senso.
Qual è il sostegno che richiede alla gdo?
Essenzialmente quello di dare a Storie di Frutta lo
spazio che si merita, in termini di visibilità a scaffale. Abbiamo predisposto tutta una serie di materiali
Pop per evidenziare il prodotto su uno scaffale tanto affollato, ma il punto di vendita deve fare la sua
parte per facilitarne il reperimento.
Torniamo al vostro core business. Quali sono
le linee più alto vendenti? E quelle più performanti?
I biscotti rappresentano tuttora la categoria principale per Mulino Bianco, che cresce di anno in
anno anche grazie al contributo dell’innovazione.
Da notare che nel 2009 -l’anno della crisi-, le nostre vendite hanno avuto uno sviluppo superiore
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Intervista
Chi è...
Eugenio Perrier, 44 anni, direttore brand development Mulino Bianco.
Entrato in Barilla nel 1992, dove è cresciuto nell’area Bakery, dal 2001 al 2004
è stato global marketing director di Wasa. Rientrato in Italia, in Barilla,
prima di assumere l’attuale carica è stato per due anni breakfast marketing director
alla media, solo in parte giustificato dal successo
riscosso dai due ultimi lanci (Girotondi e Batticuori,
ndr): una conferma della validità della teoria della
ricetta anticrisi denominata “piccolo lusso accessibile”; ma, forse, anche dell’importanza che gli
italiani stanno iniziando ad assegnare alla prima
colazione, che sempre più spesso -anche per
questioni di risparmio- non si consuma più frettolosamente al bar, ma a casa, come se fosse un piccolo rito propiziatorio, e in quanto tale richiede la
presenza di prodotti soddisfacenti e rassicuranti.
Va però detto che molte private label propongono biscotti ispirati ai vostri item di maggior
successo …
Sì, è un fenomeno evidente, e un po’ ci lusinga
in quanto è la dimostrazione che rappresentiamo
un modello di riferimento nel mondo dei biscotti. Il
che comporta l’accettazione del ruolo, ma anche
la necessità di sfidare chi ci imita continuamente,
da un lato attraverso il miglioramento qualitativo
continuo dell’esistente e dall’altro impegnandoci
continuamente nell’innovazione.
Ricettazione, forma, nome, prezzo: quale fattore incide di più sul successo di un biscotto?
Dipende dal mix di tutti questi fattori più altri ancora. Penso, ad esempio, alla scelta delle materie
prime, che oltre ad essere fondamentali per la
qualità del prodotto, devono anche essere tali
da riuscire ad assicurarne la costanza qualitativa.
Per quanto riguarda la R&S di nuovi prodotti poi
è fondamentale saper leggere l’offerta esistente
per individuare il prodotto “mancante”, quindi
capace di differenziarsi. Per esempio, il successo
di Batticuori si deve al fatto che è l’unico biscotto
al cioccolato a prova di inzuppo. Anche elementi
soft quali il nome sono importanti. Per coniare
quello dei Girotondi abbiamo indetto una sorta di
concorso che ha coinvolto 45mila consumatori.
Ne abbiamo tratto 10mila risposte e un elenco di
25mila nomi, dai quali attraverso successive selezioni abbiamo scelto il nome Girotondi.
Altre categorie con dinamiche di rilievo?
Una crescita di più lungo periodo, ma decisamente interessante, riguarda il pane morbido, un
autentico prodotto servizio che ha saputo conquistare il gradimento crescente di un target, perlopiù
giovane e urbano, che non ha tempo di acquistare
il pane fresco tutti i giorni. Grazie all’expertise di
Mulino Bianco, siamo riusciti ad offrire loro un
pane industriale caratterizzato da una freschezza
più lunga, ovvero un’alternativa credibile e soddisfacente a quello artigianale.
La grafica del pack della pasta Barilla è stata
rivoluzionata di recente. C’è in programma
qualcosa di simile anche per Mulino Bianco?
Il packaging è uno strumento fondamentale per
illustrare l’architettura dell’offerta. Per alcune linee
-penso a Pan di Stelle, e poi a Gran Cereale e alla
linea dei pani- abbiamo puntato su una nuova
identità grafica, ma per l’offerta mainstream sinora
abbiamo preferito procedere per gradi, con continui restyling. La salvaguardia della brand equity è
un processo delicato: occorre saper coniugare la
necessità di aggiornare e attualizzare lo stile di comunicazione senza compromettere la riconoscibilità della marca e la sua cerenza ai propri valori
fondamentali. Ciò non significa che non ci possa
essere un’evoluzione del nostro sistema di comunicazione, che infatti nel 2009 è stato rilanciato
utilizzando la piattaforma “Nel mulino che vorrei”.
E avete puntato sui new media digitali ...
Sì, tanto è vero che il nostro modello di comunicazione in internet rappresenta già un caso di riferimento. Crediamo molto nei mezzi digitali, perché
consentono alla marca di costruire una relazione
diretta con i consumatori, ma è fondamentale che
questo avvenga attraverso la costruzione di un
rapporto di fiducia reciproco. Solo così può diventare uno strumento di fidelizzazione potentissimo.
Come riuscite a vincere la naturale diffidenza
degli internauti nel confronti delle aziende che
utilizzano il web per fare marketing?
La parola chiave è: rispetto. Occorre dimostrare
che questo ascolto è ascolto vero. Per questo abbiamo creato al nostro interno un gruppo di esperti
in digital marketing, che avendo grande familiarità
con gli strumenti di social networking, spesso restano in relazione con quanti ci hanno comunicato
opinioni ed emozioni. Dare importanza alle persone consente di avere un ritorno di grande valore.
Fiorenza De Vincenzi
Guarda su www.gdoweek.it
le news con Storie di Frutta Mulino Bianco
33­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Industria
< Manuela Kron,
Direttore Corporate Affairs
Gruppo Nestlé in Italia
R&S A colloquio con Manuela Kron sulle politiche del Gruppo
Nestlé: l’impegno della ricerca
per una nutrizione equilibrata
estlé si focalizza sulle problematiche della nutrizione attraverso
N
Nestlé Nutrition, divisione integrata
a livello internazionale, presente in
oltre 100 paesi e con oltre 20 mila
dipendenti. La scelta di dare vita alla struttura è spiegata da Manuela
Kron, Direttore Corporate Affairs del
Gruppo Nestlé in Italia: “A seconda
delle fasi di vita e delle situazioni in
cui le persone si trovano -neonati,
bambini, anziani, persone in particolari condizioni cliniche o in convalescenza, atleti che praticano sport di
resistenza, salutisti proattivi e persone
che vogliono controllare il proprio peso- le esigenze alimentari cambiano
radicalmente. Per soddisfare queste
specifiche esigenze, Nestlé è in grado di sviluppare prodotti efficaci, testati clinicamente”. Nestlé Nutrition è
strutturata in quattro unità operative:
Infant Nutrition, HealthCare Nutrition,
Performance Nutrition, Weigth management. Con Manuela Kron in questo
numero di Gdoweek ci concentriamo sulle tematiche della prevenzione
dell’obesità. Nel prossimo numero ci
soffermeremo, invece, su alimenti per
infanzia, per anziani e probiotici.
consumatori consapevoli
“Nestlé -riprende la nostra interlocutrice- ormai da anni investe ingenti
risorse per incoraggiare e supportare
i consumatori nel compiere scelte
consapevoli sul proprio stile alimentare, per una vita equilibrata all’insegna del benessere. Collabora attivamente con le istituzioni sanitarie,
a livello nazionale ed internazionale,
per ridurre l’incidenza dell’obesità nel
mondo”.
Recentemente, in occasione dell’ultima edizione di Obesity Day 2009,
è stata presentata la partnership tra
Adi (Associazione italiana di dietetica) e Nestlé. Da questa collaborazione è nato un questionario che ha
coinvolto circa 300.000 italiani, che
hanno così scoperto il proprio profilo
nutrizionale, e hanno ricevuto consigli personalizzati per uno stile di vita
equilibrato. Il questionario che Nestlé
ha realizzato con la collaborazione di
Adi aveva come obiettivo quello di
sviluppare nuovi strumenti di informazione e comunicazione efficaci per
tutti i cittadini al fine di promuovere
stili di vita e abitudini alimentari sempre più equilibrati.
34­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
In generale, Nestlé si è posta due
obiettivi:
n da una parte la ricerca nutrizionale,
per sviluppare prodotti alimentari che
coniughino gusto ed equilibrio,
n dall’altra la comunicazione, per fornire informazioni nutrizionali complete sui prodotti e promuovere abitudini
e stili alimentari corretti.
benessere e gusto
“Dal punto di vista nutrizionale -riprende Kron- Nestlé ha l’obiettivo di
realizzare alimenti e bevande sempre
più gustose che, al tempo stesso, offrano importanti benefici per la salute
in ogni fase della vita. La politica di
Nestlé è in linea con le raccomandazioni delle autorità sanitarie, che
consigliano di limitare l’assunzione
di alimenti e ingredienti ritenuti critici per la salute del consumatore
e assumere una dieta variata ed
equilibrata per contribuire al benessere del nostro organismo. Le linee
guida alimentari di tutto il mondo e
gli studi sulle abitudini di consumo
aiutano Nestlé nella definizione di
porzioni adeguate, nell’innovazione,
Industria
Le linee guida
per lo studio di nuovi prodotti
n
Valutare le calorie per porzione
n
Ridurre il contenuto dei grassi saturi,
con l’eliminazione dei grassi idrogenati
e la riduzione sotto l’1%
di quelli definiti “trans”
n
Aumentare il contenuto
e la qualità delle fibre
n
Ridurre lo zucchero aggiunto
n
Ridurre il contenuto di sale
<
Soluzioni per un’alimentazione corretta
Bisogna abituarsi sin da piccoli a fare scelte alimentari corrette. Un progetto educazionale molto interessante varato da Nestlé è Nutrikid, un serie
di moduli didattici per la scuola primaria (nella foto a sinistra).
A destra una linea specificamente studiato per le donne che vogliano
rimanere in forma, Nestlé Fitness.
nel rinnovamento e nella comunicazione. Questo impegno è visibile
nella porzionatura dei prodotti, sia
nell’offerta dei monoconfezionati, sia
nei multi porzione. Porzioni adeguate
e varietà nel consumo di cibi e bevande all’interno di una dieta equilibrata rappresentano i principi chiave
del Sistema di Valutazione dei Profili
Nutrizionali Nestlé”.
raccomandazioni oms
Al fine di migliorare la composizione
nutrizionale dei prodotti, Nestlé ha
sviluppato un sistema di monitoraggio utile a valutare e ottimizzare la
composizione nutrizionale di tutte le
proprie referenze, il Nutritional Profiling System. Il Sistema di Valutazione dei Profili Nutrizionali Nestlé,
definito sulla base delle raccomandazioni OMS e di altri autorevoli
istituti in materia di salute pubblica
si basa su un approccio dinamico in
quanto i criteri di giudizio sono periodicamente sottoposti a revisione da
parte di nutrizionisti e specialisti alla
luce dei più recenti studi in materia di
nutrizione, salute e benessere.
“Dal punto di vista dell’informazione
-continua la nostra interlocutrice- il
Gruppo ha creato uno strumento
unico, il Nutritional Compass. Si tratta di una vera e propria bussola per
aiutare i consumatori a orientarsi
nelle informazioni indicate sulle confezioni, e ha inserito le GDA, informazioni nutrizionali volontarie relative
alle quantità giornaliere di energia
e nutrienti indicate per un’alimentazione equilibrata. L’impegno di responsabilità sociale viene esteso e
promosso anche attraverso Internet,
innanzitutto tramite il sito istituzionale
di Nestlé Italiana, ma anche attraverso tutti i siti specifici dei vari brand e
prodotti. “Il sito www.nestle.it è stato
totalmente rivisitato in chiave wellness per comunicare e condividere
con tutti i consumatori l’impegno e la
competenza dell’azienda nell’ambito
della corretta alimentazione e del
benessere”.
obesità infantile
L’azienda promuove ed incoraggia
spesso, anche a livello locale, iniziative ed eventi finalizzati a comunicare
con il proprio pubblico di riferimento attraverso il gioco, anche all’aria
aperta. Un appuntamento di grande
successo per Nestlé Italiana è quello
con le Olimpiadi della Famiglia, che
hanno l’obiettivo di comunicare ad
un vasto pubblico in modo originale
e divertente un tema socialmente
rilevante come quello dell’alimentazione e della cura di sé attraverso
l’attività fisica. Il mondo dei bambini
è protagonista di un’altra interessante iniziativa firmata Nestlé che punta
a portare la competenza nutrizionale
dell’azienda al servizio della scuola:
Nutrikid. Il progetto consta, di una
serie di moduli didattici ed educativi
per aiutare gli insegnanti ad avvici-
35­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
n
Migliorare il contenuto di vitamine
e sali minerali
n
Valutare gli ingredienti funzionali
(come i probiotici)
nare i bambini della scuola primaria
ad una sana nutrizione e ad un corretto stile di vita e di alimentazione,
in modo serio, ma anche divertente. Sviluppato con la consulenza
di importanti nutrizionisti e istituti di
ricerca in ambito nutrizionale, il kit
aiuta i bambini, i loro genitori e gli
insegnanti a ricevere una corretta
educazione alimentare e a costruirsi la propria formazione nutrizionale. A conferma della validità sociale
ed educativa del progetto e grazie
all’impegno a supportare e a incoraggiare uno stile di vita sano, fatto
da una corretta alimentazione e da
una regolare attività fisica, Nutrikid, si
è aggiudicato il premio Nutrigold per
la miglior comunicazione nutrizionale
2009, nell’ambito delle Giornate Nazionali di Nutrizione Pratica-NutriMi.
Nestlé vuole che, non solo i suoi
clienti, ma anche i dipendenti siano
in forma: “Il nostro impegno contro
l’obesità -conclude Kron- visibile anche all’interno dell’azienda stessa:
in mensa i menù sono dotati di
indicazione delle calorie per ogni
porzione, nei corridoi e negli uffici ci
sono suggerimenti per il corretto stile
di vita (attivo); infine, ai dipendenti è
offerta la possibilità di praticare sport
presso la sede del Club Canottieri
Olona”.
Gino Pagliuca
Su Gdoweek n° 11
Focus R&S Nestlé
Bambini, anziani, probiotici
Industria
Strategie L’azienda posiziona la sua nuova offerta tra snack dolci e salutistico
Ad Chini: una porzione di frutta
mirata al target dei golosi
usto più ricco per allargare la platea
dei potenziali acquirenti. La strategia
G
per il 2010 di Ad Chini, azienda trenti-
Danilo Chini,
titolare Ad Chini
na specializzata nella lavorazione delle
mele e nella produzione di snack a base
frutta con uno spiccato posizionamento
nell’area salutistico/naturale, amplia i suoi
margini di manovra, espandendosi verso
il mondo degli snack dolci. Una correzione di rotta che permetterà all’azienda di
rintuzzare gli attacchi di altri competitor,
specializzati negli snack dolci che, ultimamente, hanno lanciato prodotti che
strizzano l’occhio al salutismo, facendo
leva sulla presenza di frutta. “Il mercato
degli snack a base frutta -dichiara Danilo Chini, titolare di Ad Chini- cresce
a un ritmo più lento di quello dei fresh
cut, probabilmente per la difficoltà a far
breccia nel cuore del consumatore e per
una concorrenza, soprattutto nel mondo
delle barrette, da parte di aziende che
enfatizzano la presenza di frutta nei
loro prodotti, anche se la percentuale
è minima rispetto, ad esempio, allo sciroppo di glucosio. In questo momento,
stiamo pagando lo scotto di una scarsa
preparazione da parte del consumatore,
che spesso fa fatica a distinguere un
prodotto da un altro”. Chini non butta a
mare l’esperienza maturata finora nella
realizzazione di snack a base frutta, ma
vuole rifocalizzarsi verso un mercato che
è in continuo mutamento. Il primo step
in quest’area ibrida, che si colloca tra
snack dolci e prodotti salutistici a base
frutta, sono le Gellose, gelatine 100%
a base frutta in monoporzione, lanciate
recentemente in sette gusti differenti. Un
prodotto che ha una destinazione d’uso
e un target ampio che può essere considerato il capostipite di questo nuovo
corso di Ad Chini.
Cioccolato in vista
“A breve, presenteremo nuove barrette
con cioccolato -conclude Chini-, proprio
per intercettare consumatori nel bacino
degli snack dolci. Inoltre, amplieremo la
gamma delle Gellose, con una versione
a caramella, che presenteremo in un
secchiello, destinata ad allargare ancor
più il target potenziale. La gamma dei
“secchielli”, inoltre, comprenderà anche
frutta e cioccolato, in una logica più
aderente allo snack dolce per posizionamento e destinazione d’uso. Credo
che, per ora, il segmento degli snack
a base frutta non possa prescindere
dalla golosità, come fattore scatenante
l’acquisto”.
Davide Bernieri
Lo snack “al naturale”
Frutta prêt-à-manger nella gamma a marchio Chini, proposta nella barretta per un consumo “on
the go” e come gelatina in vaschetta, per uno spuntino o un fuoripasto goloso. Tutte provenienti
da 100% frutta, senza l’aggiunta di conservanti, coloranti e addensanti chimici. “Questi sono
prodotti -spiega Danilo Chini titolare dell’omonima azienda, che fattura 13 milioni di euro e
vende 45 milioni di pezzi- che si caratterizzano per una vendita d’impulso e un livello di prezzo
da 0,50 a 1,20 euro. Per questo, la collocazione sul punto di vendita è molto importante per il
loro successo. Ritengo che, per i loro contenuti in termini di ingredienti e nutrizionali, debbano
essere collocati in prossimità del reparto ortofrutta, in un’area di margine, nello scaffale vicino
ai prodotti evoluti e alla IV gamma”.
36­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
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Il latte crudo proviene da una natura incontaminata. Le mucche
pascolano nei freschi pascoli alpini e mangiano 60 diversi tipi di
erbe e piante aromatiche. E tutto questo si può poi gustare in
ogni pezzo di formaggio.
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Industria
Scenario Consumerismo e allarme ambiente
iniziano a incidere sul mercato
Acque: i canali si moltiplicano
in mille rivoli, tutti competitivi
n consumatore alla ricerca del prezzo più
U
basso, sempre più sensibi-
le alle tematiche ambientali
e alle acque “alternative” a
quelle minerali. Tutt’attorno,
si assiste allo sviluppo delle
case dell’acqua (“fontane”
da cui sgorga acqua potabile fornita gratuitamente
dai Comuni o dalle municipalizzate), alla nascita
dei corner per l’acqua alla
spina, a iniziative degli enti
locali (come il Manifesto
dell’acqua del sindaco) e
alla campagna referendaria contro la privatizzazione
dell’acqua pubblica. Sono
tanti i fattori che stanno incidendo negativamente sul
mercato italiano delle acque minerali, il più grande
del mondo, e che ne stanno cambiando I connotati.
Scenario possibile
Cosa succederà dunque
in questo settore? E cosa
stanno facendo i competitor per reagire alle richieste sempre più pressanti
di riduzione dell’impatto
delle bottiglie sul volume
dei rifiuti urbani e dell’inqui-
namento determinato da
questa attività? Uno studio
di Iri Infoscan dà il polso del mercato, registra il
calo delle vendite di alcuni
brand leader e la crescita
delle private label e delle
acque low cost: fenomeni
che stanno modificando un
mercato tradizionalmente
di marca come quello delle
minerali, che sviluppa un
fatturato complessivo di 1,3
miliardi di euro e realizza
vendite per 6,2 miliardi di
litri. Nel periodo tra gennaio
e ottobre 2009 il mercato è cresciuto dell’1,2% a
volume e dell’1% a valore
(totale Italia I+S+Lsp). Dati
positivi, quindi, ma inferiori alla media del mercato
delle bevande analcoliche
confezionate, cresciuto del
3% a valore e del 1,6% a
volume. Inoltre, le vendite
spostano il loro baricentro
verso il basso: guadagnano terreno i prodotti low price (quota a valore 11,3%),
i medium price (39,8%) e
le Pl (8%), che beneficiano
di un basso livello di prezzo e dell’incremento della
pressione promozionale,
soprattutto per le marche
Le marche incrementano l’attenzione all’ambiente
LEVISSIMA
SANT’ANNA
In comunicazione ha sempre enfatizzato la sua
provenienza da sorgenti ad alta quota e la sua
purezza. Oggi, senza tralasciare i suoi valori
cardine, Levissima è attivamente impegnata
sul fronte della sostenibilità con un progetto
per ridurre il trasporto su gomma. Secondo dati
aziendali, oggi la quota di produzione trasportata via treno dalla Valtellina ai vari cedi è del
37%, contro una media del Lcc del 10%. Dopo
tutte le operazioni messe in atto per tagliare gli
sprechi lungo l’intero processo produtivo (-50%
consumo d’acqua; -25% scarti di pack; +15%
ottimizzazione riciclo rifiuti solidi), Levissima si
sta ora concentrando sull’ecosostenibilità del
packaging. E mentre ha allo studio, in collaborazione con il Nestlé Waters R&D Center,
un’innovativa bottiglia a basso impatto ambientale, ha recentemente introdotto l’impiego di
una nuova etichetta in carta riciclata.
In tempi non proprio favorevoli per l’acqua minerale imbottigliata, Fonti di Vinadio continua
la sua crescita e punta, per il 2010, sulla sua
Sant’Anna bio bottle, prima acqua minerale
confezionata in bottiglia 100% vegetale proveniente dalla fermentazione di zuccheri. Si
tratta di un esempio di innovazione attento ai
trend provenienti dal mercato: l’utilizzo di una
bottiglia realizzata senza l’impiego di petrolio,
che si dissolve dopo l’uso in 80 giorni di compostaggio, senza lasciare tracce nell’ambiente
ed è perfettamente riciclabile, sta interessando
i consumatori più evoluti, in tutt’Italia, visto che
l’azienda raddoppierà i punti di vendita in cui
Sant’Anna bio bottle sarà venduta su tutto in
territorio nazionale, ma anche all’estero dove la
coscienza ecologica è un driver molto importante e consolidato. Sant’Anna bio bottle è venduta
nei formati 0,5 e 1,5 litri.
38­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Industria
medium. Soffrono, invece le
marche premium, che perdono un punto di quota a
valore (40,9%), nonostante
la pressione promozionale
sia cresciuta di 2 punti.
dinamiche attuali
La più venduta resta l‘acqua naturale, che copre il
68% del mercato (+0,8%
a volume), effervescente
naturale e gassata guadagnano un +3% a volume,
mentre le leggermente frizzanti flettono del 3,3%. Tra
i formati, la bottiglia da 1,5
litri rappresenta la pancia
del mercato, con la sua
quota del 68% delle vendite (+0,4% a volume) e un
prezzo medio di 0,23 euro/
litro. Più dinamico il formato
da due litri, che è cresciuto
dell’1,4% a volume proprio
in virtù della sua convenienza (prezzo medio di 0,14
euro/litro, ma il vero trend
setter della categoria è il
formato da 0,5 litri, la bottiglietta che rappresenta il
4,2% delle vendite a volume e il 9,5% delle vendite
a valore, e ha un prezzo
medio di 0,49 euro/litro.
Ma proprio bottiglie e bottigliette in Pet sono finite
sotto un crescente fuoco di
fila incrociato che mischia
istanze ambientaliste e volontà collettiva di risparmio.
Due temi protagonisti del
dibattito sull’acqua minerale portato avanti non solo
dalle associazioni ambientaliste e della società civile,
ma anche dalle amministrazioni comunali, soprattutto
al Nord, che hanno avviato
vari progetti di distribuzione
di acqua municipale per
fare concorrenza alla sorella branded in bottiglia,
in uno dei mercati in cui la
marca ha da sempre giocato un ruolo primario. Sono davvero tanti i progetti
che riguardano la distribuzione di acqua alternativa a
quella imbottigliata: come
Acquartiere a Firenze, che
distribuisce alla spina l’acqua dell’acquedotto attraverso alcuni pdv, al costo
di 9 centesimi al litro più 30
centesimi per la bottiglia, riutilizzabile fino a 60 volte. In
Umbria ci si può rifornire di
acqua frizzante alle fontanelle pubbliche pagandola
5 centesimi al litro, mentre
in Veneto, Friuli ed Emilia Romagna diversi paesi
hanno sottoscritto il Manifesto dell’acqua del sindaco, promosso da Massimo
Cacciari, con cui i “primi
cittadini” si impegnano a
valorizzare e promuovere il
consumo dell’acqua di rubinetto, garantendone qualità, sicurezza e affidabilità.
acqua alla spina
nei pdv della gdo
Intanto, in diverse parti
dell’Italia sono comparse
le “fontane” da cui sgorga
acqua potabile, liscia o gasata, proveniente dalla rete
idrica che i cittadini possono usare gratuitamente,
come accade in una decina di comuni dell’hinterland
milanese serviti da Tam, o in
Piemonte grazie al progetto
Riducimballi. Ma altre novità sono all’orizzonte, come
quello della municipalizzata di Torino per portare
nei condomini i dispenser
dell’acqua ora installati nei
quartieri, collegandoli direttamente ai rubinetti.
Anche la gdo “cavalca”
questo trend: si sviluppano corner dove l’acqua
viene erogata alla spina
(come alcuni ipermercati
Coop) e crescono franchising (come quello di Idroclean) per allestire corner
di acqua microfiltrata alla
spina in negozi di prodotti
biologici o farmacie. Un
altro dato che fa riflettere
è il boom di vendite delle
caraffe purificatrici, quei
semplici apparecchi che
permettono di bere con
tranquillità l’acqua del rubinetto di casa: “Abbiamo
venduto 300mila caraffe
nel 2008 -conferma il responsabile marketing di
Brita Italia, Alessandro
Storti- in 500 pdv e oltre
500mila nel 2009 in 1.200
store serviti direttamente.
Nell’anno in corso pensiamo di crescere di un altro 30-35% a volume e a
valore”. In una situazione
di questo tipo, le aziende
(vedi box sotto, ndr) stanno reagendo, investendo
su progetti dedicati alla
riduzione dell’impatto ambientale della propria attività, ricorrendo a energie
rinnovabili, razionalizzando
le operazioni di trasporto via gomma, ricercando bottiglie meno inquinanti. L’obiettivo è proprio
di intercettare quella fetta
di consumatori più attenti
e sensibili alle tematiche
ambientali, enfatizzando la
capacità di far coesistere business e ambiente e
la sicurezza garantita dal
confezionamento.
Manuela Soressi
FERRARELLE
SAN BENEDETTO
Finora proibito in Italia, ora il riutilizzo del Pet
recuperato dai rifiuti urbani, già realizzato in
altri paesi Ue, permetterà a Ferrarelle, che ha
stretto in tal senso un accordo con un riciclatore di plastica campano, di dare nuova vita
al Pet, lavorato e riutilizzato per rientrare nel
ciclo produttivo del Gruppo, che usa oltre 400
milioni di preforme l’anno per la sua attività di
imbottigliamento.
“Dopo l’impianto fotovoltaico, l’Oasi di Riardo,
l’alleggerimento del packaging e tutte le altre
iniziative messe in campo -spiega Michele
Pontecorvo, responsabile relazioni esterne
dell’azienda- realizziamo una nuova iniziativa
per salvaguardare l’ambiente. Imbottigliamo
l’acqua così come sgorga alla sorgente, ed
è nostro preciso dovere difenderla in ogni
modo possibile da ogni forma di inquinamento”.
In 25 anni ha ridotto di almeno il 30% la materia prima usata per
i contenitori dei tre principali formati di acqua naturale. Ecco
perché l’utilizzo di minor quantità di plastica per le bottiglie
eco friendly di San Benedetto comporta una riduzione
dell’impiego di acqua nel processo produttivo, di energia
utilizzata e di emissioni di anidride carbonica per singola
bottiglia prodotta e agevola il riciclaggio. L’impegno per
l’ambiente di San Benedetto non finisce qui. L’azienda ha
stipulato un accordo con il Ministero dell’Ambiente
con l’obiettivo di analizzare e ridurre l’impatto sul
clima della sua attività allo scopo di costruire un
modello virtuoso per il settore e garantire acqua minerale “a emissioni zero” di carbonio,
con la riduzione del 6,5% delle emissioni
di CO2 in atmosfera entro il 2012. Intanto,
l’azienda è pronta a partire con il lancio di
prodotti che utilizzano Pet rigenerato e con un progetto in partnership con alcuni importanti retailer
per il recupero di Pet direttamente nei pdv.
39­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
Il più venduto nella categoria grattugiati *
La più alta rotazione di vendita nella categoria grattugiati *
Al 9° posto come fatturato al consumo tra i formaggi a peso imposto **
Una confezione distinguibile con una grafica che richiama la puntinatura della forma,
una sagoma ergonomica a base stabile per una tenuta sempre verticale. Una zip
apri e chiudi per una perfetta conservazione del prodotto e una finestra trasparente
per un’osservazione attenta della qualità del prodotto.
*Fonte: IRI Infoscan Iper + Super + LSP (II° semestre 2009)
**Fonte: IRI Infoscan Iper + Super + LSP (A.T. dicembre 2009)
Servizi-Innovazione
1
2
1 Sgranatore ART
per frutti di melograno
Lo sgranatore di frutti di melograno
ART-Arils Removal Tool (esportato
dalla società israeliana Mehadrin
Tnuport Export) ha vinto il premio
Flia 2010 per l’innovazione.
2 Rondelle di carote
da snack o insalata
3
Le Carrot Fettuccini di Aureli Mario
(lic. La Linea Verde) sono delle
rondelle di carote consumabili crude come snack, in insalata o da
bollire per pochi minuti e mettere in
conserva.
4
3 “Segnaletica” per aiutare
nella scelta delle patate
5
Loghi e codici colori (concetto Pommonde® proposto da HZPC Holland BV) guidano i consumatori alla
scelta delle patate in base alle loro
caratteristiche. Proposte in sacchetto da 2,5 kg.
6
4 Nuova varietà di broccoli
a gambo lungo
Bellaverde® Sweet Stem Broccoli è
una nuova varietà di broccoli dolci a
gambo lungo, proposta da Monsanto Vegetable Seeds, che possono
essere consumati cotti o al vapore,
ma anche mangiati crudi come primo piatto o nelle insalate.
5 Trasparenza e colore
nei pack dell’ortofrutta
Fruit Logistica premia
l’innovazione a 360°
ecnologia, funzionalità, design,
servizio, cultura di consumo sono
T
gli ingredienti base dei prodotti premiati a Fruit Logistica 2010. La rassegna berlinese, visitata quest’anno
da oltre 50mila operatori di 125 Paesi,
ha acceso i riflettori sull’innovazione
di prodotto e di servizio nell’ortofrutta attraverso la consueta iniziativa
Fruit Logistica Innovation Award (in
questa pagina presentiamo alcuni
dei nove finalisti). Un’azienda italiana, la Unitec, si è classificata al
terzo posto grazie al QS_300, uno
strumento portatile per la misurazione e monitoraggio della qualità interna di un’ampia gamma di frutta e
verdura, senza danneggiare in alcun
modo i prodotti. Xsense™ di StePac
è invece un sistema che consente
il monitoraggio in tempo reale, via
internet e cellulare, di temperatura e
umidità relativa nei prodotti deperibili
su pallet individuali. Da segnalare
anche il Dynamic Shipper di Polymer Logistics: un box pieghevole con rotelle, regolabile in altezza.
Enrico Sacchi
41­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
NGP Plastic offre la possibilità di ottenere vaschette richiudibili multicolore per vivacizzare la presentazione
nell’ortofrutta: base in diversi colori e
coperchio trasparente.
6 Pistacchi della California
con sale e pepe
Paramount Farms Europe propone
pistacchi della San Joaquin Valley
(California), 100% naturali, salati
e “pepati”, in confezione da 250
grammi.
Industria
Trend Oggetti casalinghi da usare per una vita quotidiana più armonica e sostenibile
Il benessere comincia in casa …
e si diffonde nell’ambiente
l cocooning fa tendenza. E dove, se non a casa
propria, il consumatore desidera circondarsi di
Ioggetti
e supporti per “stare bene”? Lo dimostra
anche l’ultima edizione di Macef (Milano, 15-18
gennaio 2010), rassegna in cui sono state presentate numerose soluzioni innovative per rendere l’ambiente domestico un’oasi in cui rigenerarsi
ed accogliere al meglio parenti e amici. Tradotto
a livello merceologico, questo significa utensili
problem-solving -con plus rilevanti in termini di
funzionalità, facilità, rapidità d’uso-, ma anche
belli da vedere, dunque curati nel colore e nel
design, prodotti di servizio “intelligenti” e ricettivi
nei confronti delle istanze etiche ed ecologiche
emergenti, strumenti di cottura che consentono
di applicare le regole della sana alimentazione.
Che, in poche parole, risultano in grado di stimolare atti di acquisto per bisogno e per piacere.
All’origine della dieta sana
Chi ama prendersi cura di sé è attento alla salute
a tavola. Ricerca, quindi, strumenti in grado di
esaltare i sapori dei cibi e di mantenerne le texture e le proprietà nutritive. Basti pensare al successo ottenuto, nell’ultimo biennio, dal pentolame in
alluminio con rivestimento ceramico, che vanta
un vissuto di miglior qualità e salubrità rispetto all’antiaderente classico. Restando sull’asse
“alimentazione sana e gustosa”, Illa -azienda
storica del settore casalingo che a Macef 2010 si
è presentata in veste completamente ristilizzata,
per enfatizzare la propria filosofia Made in Italyha messo in vetrina Wellness Line, composta
da una piastra multiuso ed una bistecchiera
adatte per una cucina naturale, leggera e senza
aggiunta di grassi. Piacere e salute sono benefit
ricorrenti pure nel mondo delle bevande calde:
è il caso di Miss Orzì di Forever, caffettiera che
-grazie ad un filtro supplementare a maglie fini e
ad un apposito imbuto- permette di ottenere 2
tazze di caffé d’orzo. Mangiare bene significa anche conservare al meglio gli alimenti. Tre Spade,
ad esempio, ha lanciato Takaje, comunicandolo
come rivoluzionario sistema sottovuoto capace di
mantenere inalterati, in qualsiasi contenitore, gusti e forme di qualsiasi cibo. Un concept “design
etico km 0” e Made in Italy al 100% che -oltre ad
allungare la durata della conservazione- in virtù
di un sistema a valvola brevettato offre la possibilità di riutilizzare qualsiasi contenitore in vetro. Il
benessere in cucina non può trascurare la sicurezza: Fiskars ha proposto i coltelli Functional
Form, caratterizzati da impugnatura ergonomica
ed elevata performance di taglio, così da poter
operare evitando sforzi e movimenti pericolosi.
Un habitat da colorare
Prodotti piacevoli alla vista per allietare la tavola o l’ambiente casa allargato. Punta sul mix
design&colore la nuova linea Glamour introdotta
da Bugatti, che accoglie posate, insalatiere,
porcellane, barattoli ed altri oggetti proposti in sei
brillanti colori: il calore e la magia della cromia
di tendenza promettono di rallegrare i momenti
conviviali della giornata. Anche in area vetro, sui
versanti più “quotidiani” si è colto un analogo
trend colore: lo testimoniano alcune nuove collezioni Pasabahce, come, per esempio, Tempo,
i cui bicchieri si connotano -oltre che per le tinte
gradevolmente “liquide”- per un’originale forma
Ceramica: Alluflon e Barazzoni
Cucinare
in bianco
All’insegna del minimalismo in cucina. A Macef 2010, Alluflon ha introdotto
Total White Moneta (foto a destra), linea di pentole bianche dentro
e fuori in cui il design rappresenta il valore aggiunto a quello che
resta il plus principale della collezione: l’esclusivo rivestimento
nano tecnologico CERAMICA®. “Con questa nuova collezione
completamente bianca puntiamo a riconfermare il successo del
primo rivestimento ceramico in Italia, lanciato nel 2008 da Moneta
-dichiara Cinzia Casagrande, marketing manager- ed ormai impostosi
come segmento specifico nel mercato di riferimento”.
Analoga direttrice di sviluppo per Barazzoni. Sempre all’ultima edizione di Macef, l’azienda ha presentato Shark Ceramico e Silicon Pro Ceramico (foto a sinistra), linee che -grazie all’innovazione
dell’interno in ceramica- assicurano un’estrema robustezza ed una cucina salutare e senza grassi.
“La prima -spiega Barbara Ingignoli, responsabile marketing & comunicazione- configura una nuova declinazione del progetto Shark, il cui design ricorda il profilo di uno squalo; la seconda, invece,
estende la già nota serie Silicon Pro Alluminio, caratterizzata da pratici manici in silicone”.
42­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Industria
Philips
Kiria
Un risveglio
naturale
Houseware, homedic
e oltre
La tecnologia al servizio del benessere. Accanto ai casalinghi “classici”,
altri prodotti per la casa promettono al consumatore di incrementare il
piacere di stare bene nel proprio ambiente domestico. Un esempio è
Wake Up Light di Philips, il simulatore d’alba che risveglia dolcemente ed
in modo naturale: mezz’ora prima dell’ora della sveglia, infatti, il dispositivo -provvisto anche di docking station per iPod e iPhone- si accende,
emettendo una luce la cui intensità va gradualmente aumentando, così
da simulare il sorgere del sole nella camera da letto. “La strategia Philips
-afferma Sergio Tonfi, direttore comunicazione- è quella di essere sempre
più riconosciuta come azienda leader nell’health and well-being, sapendo
capire quali sono i nuovi desideri delle
persone e soddisfacendoli con “sense
and simplicity”. È in questa direzione
che stiamo procedendo sia con il
lancio di tanti nuovi prodotti rivolti alla
salute e al benessere sia con acquisizioni strategiche, come quella, qui in
Italia, di Saeco”.
ristretta alla base ed arrotondata nel bevante.
Fantasia e colore si ritrovano pure nei prodotti
in plastica. L’italiana Dem ha esposto, fra l’altro,
la linea Movida, composta da insalatiere, piatti,
posate, bicchieri, tazzine e ciotole che si caratterizzano per il doppio strato di materiale in tinte
diverse: otto vivaci varianti di colore all’esterno
accostate al bianco candido dell’interno che
creano un effetto impattante. Inoltre, in risposta
all’esigenza, sempre più avvertita dalle famiglie,
di organizzare e razionalizzare gli ingombri degli
oggetti presenti in casa -alla base del successo
di un segmento merceologico che, in controtendenza rispetto ad altre categorie del casalingo,
sta registrando performance di vendita interessanti- le aziende continuano a lanciare contenitori, mobiletti, scaffali ed altri supporti sempre
più curati nelle forme e nelle finiture, oltre che in
varianti cromatiche sempre più trendy. Più o meno lo stesso discorso vale per le gettonatissime
pattumiere destinate alla raccolta differenziata.
IN PRIMO PIANO etica & estetica
In linea generale, per i casalinghi l’appeal estetico
e la promessa di wellness risultano vincenti, purché la qualità sia adeguata ed il prezzo ragionevole. Sulla decisione del consumatore di portarsi
a casa un oggetto houseware incidono in misura
determinante l’impegno di spesa richiesto e la
presenza di buoni contenuti qualitativi intrinseci
Il livello di qualità della vita spesso discende direttamente dallo stato fisico
e psicologico dell’individuo, quindi anche dall’ambiente in cui vive. Partendo da questa premessa, l’insegna francese Kiria ha messo a punto un
concept distributivo decisamente innovativo, esplicitandolo in un nuovo
punto vendita di 250 mq a Parigi, nel cuore del Quartiere Latino, ed in un
corner tematico presso le Galeries Lafayette di Tolosa. Il business centra
il focus sul settore salute&benessere in senso lato: l’assortimento, infatti
spazia dagli oggetti per l’art de
vivre ai profumatori per l’ambiente,
dalle cure di bellezza a quelle per
dimagrire o ben invecchiare, dalle
soluzioni per la sana alimentazione agli articoli per i massaggi e
molto altro. Una gamma ampia e
segmentata che mette al centro
la persona, suggerendo svariati
prodotti ed attività per stare bene
a 360 gradi.
in termini di materiali e finiture: i prodotti cheap
di provenienza orientale vengono guardati con
molta diffidenza. Per questo, a livello trasversale,
a Macef 2010 molti produttori nazionali hanno
utilizzato tutti gli strumenti visual a disposizione per enfatizzare i vantaggi dell’italianità della
manifattura: visto che il mercato riconosce al
Made in Italy un plusvalore fatto di qualità, stile,
innovazione, meglio sottolineare questo plus
nel brand, nel logo, nelle linee. L’attenzione alla
provenienza non è disgiunta dalla valutazione
della responsabilità etica, che si può declinare
a livello sociale ed ambientale. E’ senza dubbio
ecologicamente corretta la nuova linea Biostyle
-comprensiva di una serie di resistenti stoviglie
usa-e-getta biodegradabili, smaltibili con i rifiuti
organici- con cui Gio’Style è tornata a presidiare
il settore monouso. Un’esperienza ancora più
forte è quella presentata da Opificio Etico, nuovo brand di manifattura ceramica che identifica
la filosofia di un’azienda creata da un gruppo di
imprenditori del distretto di Civita Castellana (Vt)
per recuperare un’imprenditorialità umanistica e
valorizzare le caratteristiche di una produzione di
gusto mediterraneo, al 100% Made in Italy: gli oggetti -che spaziano dalle tazze ai set ménage, dai
soprammobili agli orologi da parete- discendono
da una cultura ecologica totale, che si traduce in
rivalutazione artigianale, eco-design, materiali e
pack rispettosi dell’ambiente, lavorazioni Impatto
Zero®. Patrizia Pagani
43­­­
GDOWEEK - 1 marzo 2010
MOBILE REMOTE PAYMENT IN ITALIA
DINAMICA DEI SERVIZI (in %)
17
ALTRO
MONEY TRANSFER
TRASPORTO
escluso taxi
RICARICA TELEFONICA
INTRATTENIMENTO
4
6
14
17
42
SOSTA
Fonte: Osservatorio NFC & Mobile Payment - Politecnico di Milano
Scenario I servizi di Mobile Payment aprono nuove prospettive per le piccole spese, ma non solo
Telefono cellulare e contactless spingono
l’innovazione nei sistemi di pagamento
el panorama dei sistemi di pagamento, in un
N
quadro normativo ormai se-
gnato dall’attuazione della
direttiva PSD (Payment Services Directive), si stanno
facendo strada nuovi processi che vedono nel telefono cellulare e nella tecnolo-
gia contactless gli strumenti
privilegiati di attuazione.
MiCRopaGaMenti
Il Mobile Payment (Remote
e Proximity) e, più in generale, i servizi non transazionali basati su tecnologia
In campo i circuiti bancari
Dallo scorso settembre, Visa, in
collaborazione con il Credito Valtellinese e Key Client Cards &
Solutions sperimenta il pagamento tramite telefono cellulare con Tellcard, la carta di debito europea V
PAY del Credito Valtellinese con applicazione contactless. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto
che in tutta la provincia di Sondrio prevede l’utilizzo del cellulare come strumento di pagamento contactless per somme fino a 15 euro.
Oltre 100mila titolari a Milano a cui
distribuire carte con tecnologia contactless. Il progetto implementato
da MasterCard in partnership con
VeriFone, fornitore dei terminali, ha
come interfaccia nella gdo nomi
come Autogrill, Feltrinelli, Zara, Esselunga, Decathlon) ed è in pieno sviluppo. Una positiva esperienza
di contactless è già stata compiuta in Germania con Lufthansa; con
la compagnia area MasterCard ha dato vita a una carta cobranded.
44
GDOWEEK - 1 marzo 2010
NFC (Near Field Communication) su cellulare possono costituire una soluzione efficare per acquisti di
basso importo, nell’ottica di
incentivare sempre più l’utilizzo di soluzioni alternative
al contante. I servizi di Mobile Remote Payment sono
passati da 69 nel 2008 a 78
nel 2009 (+13%), secondo
le stime fornite dall’Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di
Milano, in collaborazione
con il DEI e l’Rfid Solution
Center. Le applicazioni di
Mobile Payment, così come sono state analizzate
dall’Osservatorio, si declinano principalmente in due
aree:
■ Mobile Remote Payment,
i servizi che consentono
di effettuare un pagamento a distanza tramite rete
cellulare (Gsm, Gprs, Umts, Hsdpa, ecc.), quali ad
esempio il pagamento dei
parcheggi o la ricarica di
una smart card per il video
on demand su Tv digitale
terrestre;
■ Mobile Proximity Payment,
i servizi in cui il pagamento
viene effettuato in prossimi-
Servizi-Sistemi di pagamento
tà, ossia vi è una vicinanza
fisica tra acquirente e prodotto/servizio acquistato,
quali ad esempio la spesa
presso un pdv della grande
distribuzione o il pagamento
del biglietto su un mezzo di
trasporto. Le tecnologie che
abilitano questi servizi sono
quelle a corto raggio come
l’Rfid, nella declinazione più
rilevante del NFC, QrCode
(codici visivi bidimensionali) o Bluetooth. I principali
servizi di Mobile Remote
Payment offerti sono il pagamento della sosta (42%),
il pagamento nel settore
dell’intrattenimento (17%)
e le ricariche telefoniche
(14%). Attualmente, gli italiani che utilizzano il Mobile
Payment sono ancora una
minoranza, se si escludono le donazioni tramite Sms
premium. Nel 2009 il valore
delle transazioni legate al
Mobile Payment, escludendo i contenuti digitali per
Mobile (es. giochi, informazioni, musica o suonerie)
non ha superato le poche
decine di milioni di euro ed
è stato generato, principalmente, dalle donazioni e
dalle ricariche del credito
telefonico.
alto potenziale
Numeri ancora “piccoli”,
ma con un potenziale incoraggiante visto che,
nell’ambito di un’indagine
sui consumatori effettuata
dall’Osservatorio, il 40%
degli italiani si dichiara
molto attirato dalla proposta di un servizio di pagamento con telefonino che
sia rapido, sicuro e facile
da usare. “Questo lascia
ben sperare nella veloce
diffusione dei servizi di
Mobile Proximity Payment
non appena il sistema di
offerta li renderà disponibili” commenta Alessandro Perego, responsabile
scientifico Osservatorio
NFC & Mobile Payment.
“A livello di consumatori,
uno dei principali problemi
che deve essere affrontato
è la creazione dell’abitudine all’utilizzo del cellulare
anche come sistema di
pagamento -aggiunge Filippo Renga, responsabile della Ricerca dell’Osservatorio-. Abitudine che
passa però attraverso
una buona circolarità tra
gli esercenti, un’adeguata
facilità d’uso e una corretta comunicazione, che
in molti casi ha fatto la
differenza”.
Fra le tipologie di esercenti potenzialmente più
interessate alla diffusione dei servizi di Mobile
Payment i più bendisposti sono Gdo e gestori di
vending (lo adotterebbero
rispettivamente il 71% e il
78%, secondo una survey
dell’Osservatorio), molto
meno tabaccai, edicolanti
e bar (29%).
In particolare, nella Gdo il
26% si dichiara molto interessato al Mobile Payment
e il 45% è abbastanza interessato. In relazione ai
benefici attesi, la gdo si
aspetta un miglioramento nei servizi (76%) e, in
misura minore, un miglioramento nell’efficienza dei
processi (48%). I motivi di
non adozione? La Gdo teme principalmente la scarsa conoscenza di queste
soluzioni da parte dei consumatori (64%) insieme
alla paura di dover sostenere ingenti investimenti di
adeguamento dei sistemi
(61%). Alcuni esercenti che
stanno utilizzando il Mobile Payment -tra i quali Trenitalia, Sky, Meridiana-
sono riusciti ad ottenere
risultati significativi rispetto
agli obiettivi perseguiti (di
fatturato, servizio al cliente ecc.). Va sottolineato
il fatto che questi servizi,
definiti dall’Osservatorio
“prime timide esperienze
di successo”, nella quasi totalità dai casi sono
stati realizzati in contesti
controllati, con il coinvolgimento di pochi attori e
che tendono perciò ad essere ecosistemi chiusi non
sempre replicabili.
In via di espansione anche
i progetti legati alle tecnologie microchip e contactless (vedi box nella pagina
a fianco) che puntano su
una nuova modalità di utilizzo della carta di credito.
Da segnalare Pagovelox,
progetto lanciato da Banca Marche per gestire i
pagamenti sotto i 25 euro,
che ha coinvolto MasterCard, Cartasì, Quercia
Software e Ingenico. Un
panorama complesso e in
evoluzione , dunque, ma
con molti progetti destinati a suscitare nei consumatori una consuetudine
all’uso dei nuovi sistemi.
Enrico Sacchi
Palmari e tecnologia senza contatto
Per far fronte alla crescente richiesta da parte del mercato di soluzioni
in mobilità, Ingenico ha proposto il nuovo terminale portatile iPA280,
in grado di integrare funzioni di pagamento elettronico sicure e certificate all’interno dei sistemi di Mobile Computing. iPA280 è strutturato
in due moduli autonomi connessi tra di loro: il modulo PDA, dedicato
alle applicazioni palmari e il modulo SPM dedicato alle funzioni di pagamento. La parte PDA è dotata di un display grafico a colori attivabile con touch-screen, mentre la parte
SPM, attiva quando un pagamento è
in corso, è dotata di lettori di carte magnetiche, chip e contactless certificati
dagli organismi bancari internazionali. I
vantaggi di un terminale multifunzionale come iPA280 sono evidenti: si completano le funzioni che possono essere
eseguite in mobilità dagli operatori del
servizio, si riduce il numero di apparati
che l’utente deve gestire, si aumenta
la velocità delle operazioni, si semplificano le procedure di certificazione dei
vari moduli e di manutenzione.
<
<
Ingenico, Pda per pagamenti in mobilità
Terminali VeriFone per PayPass a Milano
VeriFone Italia, quale partner di Setefi, è stata coinvolta in modo
attivo al progetto MasterCard PayPass su Milano e provincia che
prevede la distribuzione di carte e di terminali a tecnologia contactless (vedi box nella pagina a fianco). VeriFone ha fornito a Setefi,
responsabile delle principali attività dell’area monetica del Gruppo
Intesa Sanpaolo, diversi tipi di terminali di ultima generazione, dotati di tecnologia contactless, in modo da rispondere alle esigenze
di ogni pdv. È possibile trovare il Nurit
8210 e il lettore esterno QX1000, per
carte contactless, ad esempio presso
i Brico Center dell’hinterland Milanese.
Il terminale da tavolo Nurit 8210 è
facilmente aggiornabile grazie all’aggiunta del lettore esterno QX1000.
Questo terminale plug-and-play si basa sul SingleCI, l’avanzata architettura
sviluppata da VeriFone che consente
sia di importare applicazioni contactless precedentemente utilizzate, sia
di aggiornare qualsiasi applicazione
senza spese aggiuntive.
45­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
Servizi-Tecnologie
< Efficienza e velocità
Grazie all’applicazione Docsweb,
Penny Market ha automatizzato circa
l’80% dei processi legati alla fatturazione in entrata e ha ridotto del 40%
il tempo necessario per la gestione di
una fattura, recuperando oltre il 40%
dell’efficienza.
Document management Semplificati anche richiesta di controllo e autorizzazione ai pagamenti
Penny Market automatizza il processo
di fatturazione passiva con SBI Italia
enny Market, discount
alimentare apparteP
nente al gruppo Rewe,
ha adottato la soluzione
di document management
Docsweb di SBI Italia
per la gestione del ciclo
passivo di fatturazione
e per il personale. L’applicazione Docsweb ha
permesso a Penny Market di automatizzare circa
l’80% dei processi legati
alla fatturazione in entrata e ha ridotto del 40%
il tempo necessario per
la gestione di una fattura,
recuperando oltre il 40%
dell’efficienza. Sono circa
2.500 gli utenti Docsweb
in Penny Market, sparsi
su tutto il territorio italiano.
Con le stesse risorse a
disposizione, è stato possibile gestire le fatture in
ingresso con maggiore facilità, semplificando anche
il processo di richiesta di
controllo e autorizzazione
ai pagamenti.
l’implementazione
Adottando il nuovo sistema, Penny Market ha potuto focalizzarsi con maggiore attenzione sulla gestione dei contenziosi e sulla
richiesta di approvazione
delle fatture, realizzando al
contempo un progetto innovativo e largamente apprezzato dai dipendenti e
dal management di Penny
Market. Rispetto allo scenario tecnologico iniziale,
tra optare per la gestione
interna o per un sistema di
oursourcing, Penny Market ha preferito adottare
un modello ibrido per l’acquisizione, l’indicizzazione
e la gestione documentale
delle fatture e per la conservazione sostitutiva.
Gli obiettivi perseguiti
erano di ottenere subito i
vantaggi dell’interscambio
elettronico di dati e sgravare il personale interno di
compiti a basso valore aggiunto; sviluppare un programma documentale “in
casa” modulabile secondo le specifiche necessità; ricevere un supporto
specialistico su aspetti
tecnologici e normativi in
continuo mutamento.
SBI Italia ha fornito la soluzione Docsweb per la
gestione della fatturazione
passiva: dall’arrivo all’archiviazione, passando per
la registrazione, i documenti sono interamente
controllati e archiviati secondo parametri ben definiti.
La soluzione Docsweb è
stata inoltre applicata nella gestione nel personale
(anagrafica, contratti, documenti relativi alla carriera dei dipendenti). Docsweb si integra al sistema
gestionale (SAP), agevolando il flusso di informazioni e la disponibilità dei
documenti agli utenti che
ne fanno uso.
Enrico Sacchi
Celle a combustibile, Whole Foods ci crede
levata efficienza e riE
spetto per l’ambiente
sono i plus che stanno
e tutta l’acqua calda di
cui necessita il pdv. Un
impianto analogo è in via
di installazione nel punto
di vendita Whole Foods
californiano di San Jose
(4.500 mq. di superficie).
Grazie a questa tecnologia, verrà evitato il rilascio in atmosfera di 370
tonnellate di biossido di
ES
carbonio l’anno.
47­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
<
convincendo diversi retailer ad implementare
impianti di celle a combustibile per il fabbisogno energetico dei punti
di vendita. Le fuel cell
producono elettricità,
riscaldamento, raffreddamento e refrigerazione
attraverso un processo
elettrochimico. Whole
Foods Market ha introdotto impianti fuel cell
UTC Power negli store
del New England: uno
da 200 kW a Glastonbury-Ct nel marzo del
2008 e successivamente
un’unità da 400 kW a
Dedham-Mass, che fornisce il 90% dell’energia
Fuel cell
L’impianto fuel cell fornisce
al pdv Whole Foods il 90%
dell’energia necessaria.
Servizi-Tecnologie
Eventi A Paderborn, in rassegna lo stato dell’arte di Wincor Nixdorf
Wincor World 2010 ruota intorno
al Cash Cycle Management
er l’edizione 2010 di Wincor World
è stato scelto un argomento porP
tante che è l’anello di congiunzione
integrazione fra il front office inteso
come: casse tradizionali e/o unattended automatiche, rilevazione ingressi
e mappatura nel tempo delle presenze nelle varie aree del pdv, handheld
scanner personalizzabile in termini di
comunicazione verso uno specifico
target di shopper. Il tutto coordinato
dal pacchetto software TP Application Suite, pienamente integrato sia a
livello di singolo pdv che di direzione
centrale dell’insegna. Uno strumento
in grado di supportare in tempo reale
decisioni operative a livello del direttore del pdv (esempio code casse)
così come decisioni pianificate nel
tempo a livello di direzione centrale
(esempio promozioni o lanci).
Ugo Stella
fra il retail e il banking che sono poi
le due anime di Wincor Nixdorf.
Stiamo parlando del Cash Cycle
Management, ovvero la gestione
del ciclo del contante. Decisamente
strategico se il 90% delle transazioni
continua a svolgersi in contante. Basti pensare ai risparmi che si ottengono evitando il maneggio ripetuto
del denaro e quindi come tempo,
efficienza, velocità, affidabilità.
Le applicazioni retail
Le soluzioni per la grande distribuzione evocano scenari ad elevata
1
2
1 L’ingresso è come all’Fbi
L’applicazione all’ingresso del pdv
riconosce le persone (riquadro verde), le distingue fra uomini e donne
e ne conta il numero.
2 Lo scanner-terminale
Non è più solo un’unità di lettura locale,
ma diventa un terminale personale dedicato a un preciso cliente/target identificato mediante la fidelity card cui restituire
informazioni su prezzi, promozioni e
prodotti collegati.
3 Cassa automatica
3
Nella cassa non esiste più il cassettino
della cassiera: è il cliente a immettere le
banconote che vanno poi ad alimentare la
cassetta di sicurezza estraibile.
4
4 Resto automatico
A pagamento automatico corrisponde resto automatico sia in monete
che in banconote con l’aiuto passo
passo del display.
5 La cassetta di “sicurezza”
5
La cassetta di sicurezza, un brevetto
di Wincor Nixdorf, viene riconosciuta con dock-in station e trasmettere
le info sul contante in essa contenuto.
6
6 I display
Grazie a mappe stradali e geografiche, si può controllare in ogni momento posizione e valore del cash
flow con precisione assoluta.
48­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
Servizi-Ecosostenibilità
Life Cycle Assessment La metodologia dell’analisi del ciclo-vita mette al riparo le aziende da ricadute negative
Un green marketing trasparente non può
prescindere dall’esame dell’intera filiera
rima era una materia per pochi illuminati.
Poi il presidente Obama ci ha addirittura
P
costruito la propria campagna elettorale,
contribuendo in modo straordinario a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul
tema dell’ecosostenibilità. Non solo: la crisi
economico-finanziaria ha messo in discussione il sistema produttivo, generando la
green economy, ormai modello di business
del terzo millennio. Risultato: l’attenzione
verso le tematiche ambientali ha registrato
una brusca accelerata, e il mondo delle imprese si trova costantemente sollecitato ad
affrontare il problema dell’ecocompatibilità
di prodotti e processi produttivi. Trattandosi
di una materia non ancora del tutto normata, gli approcci sono diversi, a seconda
della sensibilità dei mezzi e delle finalità di
ciascuna azienda. Eppure è importante sottolineare come, nello studio inteso a migliorare le prestazioni energetiche e ambientali
di un sistema industriale, sia fondamentale
che venga presa in considerazione l’intera
filiera produttiva. Ovvero, secondo la metodologia dell’analisi del ciclo di vita, denominata Life Cycle Assessment (LCA).
un approccio innovativo
L’approccio di tipo ciclo-vita ai problemi
ambientali è un’idea sicuramente innovativa, ma decisamente non nuova. Le sue
origini possono essere collocate verso la
fine degli anni Sessanta, quando alcuni
ricercatori, che iniziavano ad occuparsi con
criteri scientifici del problema del consumo
di risorse -con particolare riferimento a
quelle non rinnovabili- e della generazione
di reflui nei processi industriali, si resero
conto che la strada più efficace per studiare
in maniera completa i sistemi produttivi da
un punto di vista ambientale fosse quella di
esaminarne le prestazioni seguendo passo
per passo il cammino percorso dalle materie prime, a partire dalla loro estrazione,
attraverso tutti i processi di trasformazione
e di trasporto, fino al loro ritorno alla terra
sotto forma di rifiuti.
Fino ad allora, specialmente da parte dei
tecnici, i miglioramenti dell’efficienza erano
stati costantemente ricercati concentrando
l’attenzione sui singoli componenti dei processi produttivi. Non ci si era preoccupati,
quindi, del fatto che spesso i miglioramenti
50­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
Servizi-Ecostenibilità
ottenuti analizzando separatamente i singoli processi produttivi potessero essere
solo apparenti. Questo perché una singola
operazione industriale si può rendere più
efficiente, o “più pulita”, a spese di altre,
semplicemente trasferendo l’inquinamento
nello spazio o nel tempo, trascurando il
fatto che i benefici ottenuti localmente possono essere controbilanciati dai problemi
che di conseguenza si generano altrove
o più avanti nel tempo, con il risultato di
non ottenere nessun reale miglioramento
o addirittura di peggiorare il bilancio complessivo.
Oggi, la metodologia LCA si sta decisamente affermando come strumento di
calcolo del carico ambientale dei sistemi
produttivi. Tutte le più importanti associazioni industriali di categoria a livello europeo
e mondiale hanno già divulgato o stanno
sviluppando banche dati per mettere a
disposizione informazioni sul ciclo-vita dei
materiali o processi che rappresentano,
agevolando sia la comunicazione istituzionale sia gli analisti che necessitano di dati
quantitativi per completare i propri studi.
Basti ricordare, per esempio, che la metodologia LCA costituisce il fondamento
metodologico per la definizione dei criteri
Ecolabel, che definiscono le soglie minime
per tutte le aziende che intendono procedere all’ottenimento dell’etichetta.
obiettivo trasparenza
Dal punto di vista dell’azienda, l’applicazione della metodologia LCA consente
il calcolo di diversi indicatori d’impatto
ambientale identificando le diverse responsabilità per ognuno di essi lungo l’intero
ciclo di vita. Diventa così possibile quantificare il ruolo ad esempio dei trasporti o
della gestione dei rifiuti, ovvero stabilire gli
effetti della sostituzione di un determinato
materiale con altri. E valutare quanto siano
importanti anche le attività a carico dei fornitori piuttosto che dell’utilizzatore finale.
Ferma restando l’opportunità di avere queste informazioni internamente all’azienda,
è anche possibile procedere ad una certificazione di parte terza ottenendo così
una Dichiarazione Ambientale di Prodotto
secondo i regolamenti del Sistema Internazionale EPD. Si tratta di un documento
di alcune pagine che riporta, oltre ad una
breve descrizione dell’azienda e del prodotto stesso, la prestazione ambientale per
ciascuna delle fasi del ciclo vita fornendo
indicatori quali:
n il consumo di risorse rinnovabili
n il consumo di risorse non rinnovabili
n le emissioni di gas serra
n la generazione di rifiuti.
Barilla: dall’ottimizzazione
del packaging
alla dichiarazione ambientale
della pasta di semola
Obiettivo. Agli inizi degli anni 2000, Barilla ha avuto la necessità di trovare riscontri
concreti alle politiche di miglioramento del
packaging. Questo perché, come spiega
Luca Ruini, manager sostenibilità in Barilla: “Le azioni di alleggerimento e sostituzione dei materiali risultavano da un lato
favorevolmente percepite, ma all’altro non
erano supportate da strumenti in grado di
evidenziarne i benefici”.
Progetto. I primi studi LCA hanno quindi
avuto l’obiettivo di ricostruire puntualmente le catene produttive considerate, sia
nel settore pasta sia in quello backery. In questo senso è stata avviata una dettagliata analisi delle specifiche, con una raccolta dati presso i principali fornitori
per evidenziare il ruolo delle diverse fasi. Una volta maturato un quadro generale
è stato possibile simulare gli effetti derivanti dalle azioni di miglioramento, quantificando le variazioni degli impatti ambientali in base alle scelte progettuali, che
garantivano in ciascuna delle versioni la medesima funzione. Il progetto -su richiesta dell’azienda- è poi stato esteso ai sistemi di produzione degli alimenti. L’applicazione della metodologia LCA ha consentito di evidenziare gli effetti dell’utilizzo
di materie prime provenienti da tutto il mondo, nonché l’identificazione di specifici
parametri ambientali su cui basare le scelte aziendali, e con cui parametrizzare le
diverse alternative possibili. La possibilità di basare su un approccio scientifico
gli indicatori, dai più semplici come le emissioni di gas serra, ai più articolati
come il Water Footprint e l’Ecological Footprint, ha garantito un paniere di criteri
articolato e solido.
Risultati. Una volta consolidate internamente le informazioni, l’azienda ha deciso di rendere pubblico quanto fatto con la Dichiarazione Ambientale di Prodotto
della pasta, dopo che le informazioni che la descrivono sono state certificate da
un ente terzo.
Vetro indietro: da progetto
a disegno di legge
Obiettivo. La diffusione del riutilizzo degli
imballaggi in vetro nel settore horeca è la mission del Comitato Vetro Indietro, promosso da
Italgrob, che ha coinvolto aziende e consorzi
nel predisporre uno studio rivolto a dimostrare
scientificamente i benefici di un sistema di raccolta
e di riuso. L’obiettivo era quindi quello di confrontare
quanto le attività di trasporto e di ritrattamento potessero essere compensate dai
vantaggi dell’evitata produzione dei contenitori.
Progetto. Lo studio LCA ha preso in esame entrambi gli scenari: il vetro a perdere e il vetro a rendere. Ciascuno dei sistemi è stato descritto utilizzando i dati
raccolti presso le aziende che, per le diverse tipologie di bottiglie considerate,
hanno fornito tutte le informazioni relative alle specifiche dei sistemi di ricondizionamento e confezionamento. È quindi stata avviata una sperimentazione atta
a simulare le attività di consegna e raccolta dei vuoti, per valutarne i riflessi, positivi e negativi, sui risultati complessivi. Per il vetro a perdere, i dati disponibili a
livello nazionale circa il destino dei contenitori ha permesso di descrivere l’intero
sistema e di calcolarne i diversi impatti. Il confronto diretto dei due sistemi ha
evidenziato come già dopo i primi cicli di riuso i principali indicatori ambientali
risultassero inferiori nel caso del vetro a rendere.
Risultati. L’iniziativa si è concretizzata con la presentazione di un disegno di
legge alla Camera dei Deputati nel Dicembre 2009, che attualmente si trova
all’esame al Senato.
4 segue a pag. 52
51­­­ GDOWEEK - 1 marzo 2010
PUBB.GDOWeek 80X260mm(OK)_Layout 1 05/02/10 10.43 Pagina 1
Informazioni pubbliche
Confidenziale
L’obiettivo è fondamentalmente quello della trasparenza, per consentire agli stakeholder, e comunque a tutti coloro che si
trovano a valle del processo produttivo,
di disporre di tutte le informazioni relative
all’ecoprofilo del prodotto, così da comprenderne le caratteristiche ambientali e
disporre di informazioni affidabili per effettuare un confronto.
L’applicazione dell’LCA consente, tra l’altro, anche il calcolo del Carbon Footprint, e
costituisce lo strumento per procedere alla
contabilizzazione delle emissioni di gas
serra in conformità al GHG Protocol.
L’attenzione per questo tipo di indicatori
trova ad oggi crescente interesse nelle
strategie di comunicazione aziendale. Tuttavia, la focalizzazione sui singoli aspetti -a prescindere dalla complessità della
prestazione ambientale- può risultare
L’evoluzione
fuorviante. In questo
della comunicazione
senso, un percorso
ambientale
più articolato, in cui
LCA
fare eventualmente
(Life cycle Assessment)
emergere uno o due
indicatori, risulta cerCertificazione
tamente più solido.
EDP™
Dichiarazione
pLus
dei gas serra
Da coMunicare
Carbon
Le ricadute positive di
footprint
un approccio rivolto
alla valutazione della
prestazione ambientale nel suo complesso possono trovarsi in
diverse aree. Le prime applicazioni mirate
a identificare i punti di forza dei processi
produttivi e suggerire i possibili interventi
di miglioramento costituiscono un indubbio elemento d’interesse, ma nel corso
degli anni sono state affiancate da azioni
più specifiche, spesso utilizzate in chiave
di marketing a supporto della reputazione
di un marchio o di un prodotto. In questo
senso occorre saper distinguere tra comunicazioni “non istituzionali” e comunicazioni “istituzionali”. Le prime emergono
per facilità di comunicazione, spesso non
supportata da alcuna quantificazione o
studio in grado di attestare la bontà della
prestazione ambientale vantata. Le seconde rispondono invece a sistemi di criteri,
standard, regolamenti, processi di certificazione, prevalentemente basati sull’applicazione della metodologia LCA, che
rendono consistente, dimostrabile e solido
il messaggio.
Una differenza sostanziale, che i consumatori saranno sempre più in grado di
cogliere.
stefano rossi, Life cycle engineering
Comunicazione semplificata
4 segue da pag. 51
Servizi-Normativa
Dalle regioni
Lazio
Piace Provincia Romana,
la food enoteca del gusto locale
n incubatore a servizio delle
aziende agricole e dei 121 coU
muni della Provincia di Roma per
valorizzare e promuovere i prodotti
tipici del territorio. Con questo obiettivo, dallo scorso settembre la Provincia di Roma, in collaborazione
con Arsial (ente della Regione Lazio per lo sviluppo dell’agricoltura)
ha inaugurato Provincia Romana,
un luogo dove scoprire, degustare
e acquistare le specialità enogastronomiche locali.
Popolo di turisti
Una promozione delle eccellenze locali che si poggia su eventi calendarizzati con cadenza bimestrale e
comunicati alla popolazione e ai 20
milioni di turisti che ogni anno visitano
Roma, che sono così richiamati nel
locale situato nel cuore dell’Urbe, ricavato alle spalle di Palazzo Valentini,
con vista sulla Colonna di Traiano.
“L’iniziativa -dichiarano dalla Provincia di Roma- sta andando molto
bene. I prezzi sono accessibili sia
per l’acquisto sia per la ristorazione.
Anzi, forse il locale è fin troppo piccolo, con i suoi 65 mq e i 35 posti a
sedere. E questo si nota in particolare quando presentiamo eventi con
degustazioni, come per esempio in
questo periodo la porchetta, che
richiama copiose folle”.
collaborazione
L’iniziativa arriva cinque anni dopo
la positiva esperienza di Palatium,
l’enoteca della Regione Lazio di
via Frattina, che nelle sue proposte si “allarga” a tutte le specialità
regionali.
“Questa esperienza -come ha sottolineato Fabio Massimo Pallottini,
commissario straordinario dell’Arsial- ha un tratto distintivo perché
nasce da accordi tra istituzioni”.
Il progetto, infatti, è frutto della collaborazione di Arsial, ma anche di
quella dell’enoteca regionale Palatium, da cui ha preso vita l’idea.
“D’altro canto -aggiunge Pallottini-,
la possibilità di assaggiare un prodotto, di bere un bicchiere di vino
vale più di mille campagne pubblicitarie: ecco perché uno spazio del
genere, nel cuore della città, rappresenta un’enorme opportunità si
sviluppo della cultura del tipico”.
Tiziana C. Aquilani
Sostegno per i prodotti a km zero
Marche
La Giunta regionale delle Marche ha stanziato 290mila euro per realizzare un progetto
di ricerca e un progetto pilota per la vendita
diretta dei prodotti agroalimentari.
Con la ricerca, potranno essere approfondite
le caratteristiche strutturali e la vocazione
del territorio, oltre che del settore agricolo
marchigiano arrivando a fornire gli elementi
per definire le attuali peculiarità della vendita
diretta e valutarne le opportunità di sviluppo
nella regione. Per sperimentare nel concreto
la vendita diretta sul territorio sono state
effettuate analisi di alcune modalità attuative
individuando come particolarmente interessante per le Marche, caratterizzata da piccole
e micro imprese agricole, la cosiddetta Vdo,
53­­­
Vendita diretta organizzata: forma di vendita
che riunisce i produttori agricoli all’interno
di una struttura del tipo di un supermercato
di media superficie, differenziandosi però
dalle cosiddette farmer market per l’offerta di
un fornito paniere di prodotti e per la garanzia di sistemi di etichettatura elettronica, (che
potranno essere verificati dagli stessi consumatori attraverso dei totem touch screen),
nei banchi frigo intelligenti, oltre che per il
sistema di gestione. È stato, quindi, deciso di
realizzare un progetto pilota sperimentale che
coinvolga direttamente ed economicamente
gli imprenditori agricoli, il cui impegno finanziario minimo è del 30%, per valutarne
TCA
pregi e difetti.
GDOWEEK - 1 marzo 2010
.
        
Coccolarsi con le mele. Nel sito web di VI.P -consorzio dei produttori di mele Val Venostacampeggia una serie di consigli e ricette di bellezza per sfruttare al meglio i benefit della
mela. Squisita da mangiare, strepitosa per la pelle: la mela ha un bassissimo apporto calorico
e, grazie alla pectina, aiuta ad eliminare dal corpo le sostanze tossiche; inoltre, contiene vitamine
importanti (provitamina A, vitamine B1, B2, B6, E e C), niacina e acido folico, insieme a flavonoidi e
carotinoidi dall’effetto antiossidante. Un frutto che è da sempre alleato di bellezza: non a caso, al Beauty
and Wellness Resort Garberhof di Malles hanno messo a punto trattamenti specifici a base di mele Val Venosta. Un esempio? Per
un effetto esfoliante, crema di latte, purea e pezzettini di mela spalmata sulla pelle con bagno in vasca a 38°C.
PRODOTTI E IMPRESE
Informazione Commerciale

,   
 
Per Epta rappresenta l’ultimo frutto della strategia
denominata “The Value of Energy”, volta alla
realizzazione di sistemi che consentano un elevato
risparmio energetico e l’abbattimento dell’inquinamento
ambientale. Eptagreen è la nuova serie di centrali
frigorifere che promette di ridurre considerevolmente le
emissioni dirette in atmosfera di anidride carbonica: si
avvale, infatti, del gas R744 (CO2), fluido naturale non
infiammabile, né tossico, né esplosivo, che presenta il
minor valore GWP (Global Warming Potential) tra i fluidi
frigorigeni in commercio.
La centrale Eptagreen,
concepita per rispondere
in maniera flessibile alle
esigenze di medi e grandi
pdv, nelle versioni a 3 o 4
compressori semiermetici
alternativi Bitzer, eroga
una potenza frigorifera
-per utenze a basse
temperature (surgelati)che va da 8 a 84 Kw.

    
   
Consuntivo ok e piano di sviluppo ad alto potenziale. Forte dei
risultati positivi rilevati nel 2009, Norda -primaria realtà italiana
produttrice di acque minerali- presenta alcuni interessanti
evoluzioni della propria attività in ambito bevande piatte e
bibite. Grazie al nuovissimo impianto in “asettico” Krones -con
capacità di 18mila bottiglie/ora- installato presso lo stabilimento
di Primaluna (LC), l’azienda ha da poco debuttato
ufficialmente nel settore dei soft drink: il primo
prodotto è il Tè Norda nelle varianti limone, pesca e
verde, che vanta gli stessi standard qualitativi propri
delle acque oligominerali di montagna della gamma
aziendale. Sul fronte bibite, Norda si appresta a
rilanciare la propria Cola, nelle versioni classica
e zero zucchero, con due grandi novità: un gusto
sorprendente e un look più accattivante.
 
    
   

Utilizzano immagini termiche, permettendo di rilevare
persone ed eventi con grande affidabilità anche nel buio
completo o in altre condizioni di scarsa visibilità. AXIS
Q1910 e AXIS Q1910-E si presentano come le prime
telecamere termiche che si integrano perfettamente in
qualsiasi sistema con tecnologia video di rete, utilizzato
per proteggere un’area 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Le
telecamere termiche creano immagini basate sul calore
che viene sempre irradiato da qualsiasi oggetto, veicolo o
persona: ciò permette loro di “vedere” anche nella totale
oscurità e, quindi, di inviare immagini affidabili che rilevano
attività sospette. Rispetto alle telecamere tradizionali, inoltre,
le termiche risultano in grado di gestire al meglio molte
situazioni con ridotta visibilità, come ad esempio con nebbia,
polvere o fumo.
 
   
Straordinario in tutta la dolcezza del puro
cioccolato al latte Tartufone, l’uovo Lovely è
dedicato a tutti coloro che vogliono condividere
un momento di gioia e di affetto. In regalo
sorprese speciali e raffinate come gli
auricolari per i-pod, il portachiavi pendente
e l’esclusivo braccialetto. Per rendere
ancora piu’ magica questa festa e
regalare un momento romantico, Motta mette
in palio uno specialissimo concorso per vincere un’
esperienza da sogno a New York. Un soggiorno
per due persone con una lussuosissima limousine
che attenderà in aeroporto i vincitori portandoli alla scoperta
della Lovely Night, cena con vista panoramica e due biglietti
per lo spettacolo in cartellone a Broadway.
Peso: 330 gr Prezzo consigliato: 10,66 €
Servizi
Strategie Il Gruppo propone supporti operativi per progetti internazionali
Bridge That Gap promuove
l’Italia con la soft diplomacy
clettico, instancabile, profondo conoscitore del mercato giapponese,
E
della sua cultura e, delle sue abitudini
alimentari, Andrea Rasca ha traslato la
sua passione per la cultura nipponica in
business, allargato poi a tutta l’area del
lontano oriente e sviluppati attraverso
BTG, acronimo di Bridge That Gap
(www.bridgethatgap.it).
Andrea Rasca, fondatore
della partecipation holding
internazionale Bridge That
Gap, ha realizzato diverse
iniziative, soprattutto
nel settore food,
in Giappone e in Asia.
Grazie all’esperienza
acquisita sul campo,
collaborerà con Gdoweek
per suggerire strategie
di sviluppo sui mercati
internazionali, con un focus
su quello giapponese.
Come sintetizza il concept Btg?
Premetto che internazionalizzazione è
l’elemento fondante di Btg e, nello stesso
tempo, rappresenta anche la sua specializzazione, e con “soft diplomacy”, che
è il modo con cui definirei l’approccio di
Btg nei vari paesi in cui si trova ad operare, cioè il nostro tentativo di trasmettere,
attraverso i nostri progetti, un’immagine dell’Italia positiva, seria e creativa.
L’approccio di Btg Group è quello di un
incubator inteso come facilitatore dello sviluppo commerciale e dimensionale
delle imprese partecipate, ognuna delle
quali, in autonomia.
Come è iniziata l’avventura ...
Alle origini di Btg c’è Paralleli, società
fondata nel 1997 per la consulenza strategica di internazionalizzazione, focalizzata sul mercato giapponese: in breve
acquisisce una posizione di leadership
nella gestione di progetti di sviluppo
verso il Giappone e l’Asia, soprattutto nel
settore food. Tra i nostri clienti in questo
periodo sono stati: Bindi Fantasia nel
Dessert, Parini, Pastificio Rana, Latteria
Soresina, Orogel. La crescita di Paralleli
determina l’esigenza di sviluppare intorno a ogni prodotto il concept per poter
trasmettere il corretto mood direttamente
collegato a esso. Di conseguenza, Paralleli si occupa anche dello studio, della
comunicazione e definizione della strategia di sviluppo. In questa fase, i progetti
più importanti realizzati portano il nome
di Rana, Mokarabia Coffee Bar, Gentilini,
Spega ecc. Non mancano progetti di
formazione e consulenza e quindi clienti
quali RSO, Meridiana, Telecom, Consob.
Dal 2004 Paralleli diventa Btg, con la missione di diventare il primo gruppo italiano
in grado di offrire assistenza e supporto
55­­­
operativo per progetti di sviluppo internazionale. Come, per esempio, è stato
per Eataly Japan KK, il progetto di Eataly
in Giappone: in soli sei mesi Btg è stata
in grado di aprire nel cuore di Tokyo un
centro di oltre 1.500 mq, con 5 ristoranti, mercato e scuola eno-gastronomica,
occupandosi di selezione della location,
gestione dei lavori di ristrutturazione,
importazione e logistica per oltre 1.200
prodotti e attività di comunicazione a
supporto.
Quali le società del gruppo?
Paralleli Trade Fairs, che gestisce per
l’Italia e in esclusiva alcune delle più importanti fiere asiatiche, e Aquaconcept,
specializzata nella distribuzione di acque
minerali di altissimo livello. SixtySix, agenzia di comunicazione del Gruppo e Blue
Barracuda, web agency, specializzata nel
marketing e comunicazione digitale, che
è la branch italiana di Blue Barracuda
UK, multinazionale della comunicazione
digitale. Infine, Equilibri, la prima società
italiana di geopolitica e di analisi di relazioni internazionali, attiva nel campo della
formazione e informazione delle relazioni
internazionali, svolte in oltre 200 Paesi,
che edita anche Upside Town, rivista già
presente in diverse edizioni.
Progetti in sviluppo?
Tra i progetti in corso vi è il lancio di QB
Mercato e Cucina -food concept nato
dall’esperienza internazionale nel mercato retail di SDS, la nuova società del
gruppo- un luogo dove acquistare o direttamente consumare cibo sano e gustoso
di elevata qualità. Il 2009 ha visto poi la
nascita di altre due società: New Choco,
che ha lanciato il brand di cioccolato
biologico GoDo, già distribuito in Italia e
Giappone, ma a breve anche in UK; e
Taste Sharing Japan, trading company,
che rappresenta in Giappone il braccio
operativo di BTG per promuovere nuovi
concetti Italiani attraverso il trade, il retail e
attività di comunicazione e lifestyle: il suo
primo goal, l’acquisizione dell’esclusiva
del sigaro Toscano per il Giappone e la
Corea.
Tiziana C. Aquilani
GDOWEEK - 1 marzo 2010
Opinioni
Come contrastare il fenomeno
delle malattie pretestuose
utta colpa di Charles Robert Richet, premio Nobel nel 1913, che ha introdotto il
T
concetto di “ectoplasma” nel campo della
Aldo Calza,
Partner DLA Piper,
responsabile della Practice
Employment, Pensions
and Benefits
Il rifiuto
Sempre più spesso i dipendenti rifiutano di ricevere le comunicazioni
fatte a mano dal datore di
lavoro, soprattutto quando si tratti di comunicazioni di licenziamento.
Efficacia sospesa
Spesso al rifiuto di ricevere la comunicazione
segue un cer tificato di
malattia, che sospende gli
effetti del licenziamento.
Legge ad hoc
I giudici stanno cercando
di risolvere questo problema, ma è auspicabile un
intervento del legislatore
che risolva il problema
alla radice.
parapsicologia e dell’esoterismo (il Nobel
non lo ha vinto per questo, ma per i suoi
studi sull’anafilassi). L’ectoplasma, nel fantasioso mondo esoterico, rappresenta la
forma corporea fluida nella quale si materializzano gli spiriti o le entità spirituali. Nel
fantasioso mondo del lavoro italiano, invece, l’ectoplasma è il simbolo del fenomeno
della “malattia da licenziamento”.
sospensione licenziamento
In Italia, sovente, il dipendente cui venga
consegnata a mani una lettera di licenziamento rifiuta di riceverne copia, si rivolge
immediatamente al proprio medico e viene
colto da una “sindrome ansioso depressiva reattiva”. Così facendo il dipendente
ottiene la sospensione degli effetti del
licenziamento (che, stante il rifiuto di ricevere la lettera a mani, non può che essere
poi comunicato tramite posta) e ottiene
molti mesi aggiuntivi di stipendio, almeno
fino alla scadenza del cosiddetto “periodo
di comporto” (la cui durata è determinata
dai contratti collettivi e varia generalmente
da 6 a 12 e più mesi). La malattia, infatti,
sospende l’efficacia del licenziamento (e il
decorso del preavviso).
La drammaticità del licenziamento, spesso
inatteso, non può non indurre alla massima comprensione e indulgenza per le reazioni di chi lo subisca, che indubbiamente
possono sfociare anche in reali patologie
da stress. Ma per chi operi nel mondo del
lavoro il fenomeno di cui parliamo è fin
troppo noto e va ben oltre i più elementari
canoni della corretta gestione delle relazioni tra aziende e dipendenti, pur tenendo
presente la maggior debolezza contrattuale che certamente caratterizza la posizione
dei dipendenti.
Cinquant’anni dopo la morte del citato
Richet, usciva nelle sale di tutto il mondo
il film Ghostbusters: alcuni dottori di ricerca in parapsicologia si lanciavano in una
guerra contro gli ectoplasmi che stavano
invadendo New York. La stessa guerra che
i datori di lavoro italiani hanno dovuto, per
anni, affrontare in perfetta solitudine, inventando le più ardite tecniche pur di riuscire
a consegnare a mani qualunque comunicazione (lettere di licenziamento o altro) ai
dipendenti meno disponibili a un confronto
56­­­
aperto e corretto. Recentemente anche i
giudici (in particolare la Sezione Lavoro del
Tribunale di Roma, in una sentenza di poche settimane fa) sono entrati a pieno titolo
nel team di ghostbusters, affermando che
il rifiuto da parte dei dipendenti di ricevere
le comunicazioni dell’azienda sul luogo
di lavoro comporta una presunzione di
avvenuta consegna e ricezione. Un chiaro
esempio di fantasia applicata al diritto,
che ben evidenzia la volontà dei giudici di
sopperire alla carenza di strumenti normativi validi per combattere il fenomeno qui
descritto. Il tutto, naturalmente, non solo
a tutela delle aziende, ma anche di tutti
quei dipendenti (che continuano a essere
la maggioranza) che scelgono la ordinaria
e irrinunziabile via giudiziaria per tutelare i
rispettivi diritti.
maggiore tutela e rispetto
In Ghostbusters i ricercatori che sfidavano
gli ectoplasmi erano inizialmente tre, ai
quali poi se ne aggiunse un quarto cammin facendo; nel nostro caso, ne mancano
all’appello ancora due.
Mancano i medici: con un pizzico di attenzione e scrupolo professionale in più,
potrebbero infatti evitare che tante finte
malattie si trasformassero in strumentali
“patologie ectoplasmatiche”, garantendo
maggiori tutele e maggior rispetto per tutti
quei dipendenti che sono ammalati davvero e che, loro malgrado, finiscono per pagare (in termini di immagine e di credibilità)
il prezzo di errori non loro.
Manca, infine, all’appello il nostro legislatore, che potrebbe risolvere il fenomeno
stabilendo che qualunque malattia sorta
dopo la tentata comunicazione del licenziamento (fallita a causa del rifiuto di ricevere la lettera) non sospende l’efficacia
del recesso. Graverebbe poi sullo Stato
l’onere di sostenere il reddito dei malati
veri (che hanno naturalmente diritto a una
giusta ed equa tutela), individuando e
sanzionando per altro verso le “malattie”
ectoplasmatiche.
Con una squadra di ghostbusters al completo, il mercato del lavoro italiano, come
la New York del film in questione, verrebbe
come d’incanto ripulito di un fenomeno, a
dir poco, “paranormale” che, lo si ripete,
nuoce (oltre che alle aziende) soprattutto
alla maggioranza dei prestatori di lavoro,
sia sani che ammalati.
GDOWEEK - 1 marzo 2010
IL SETTIMANALE DI RETAIL PER LA BUSINESS COMMUNITY
0 2
2010
1
1
g
e
n
IPER HA TESTATO
LO STORE FIRMATO
GRANDI VIGNE
n
18 GENNAIO
a
i
o
Architettura e servizi
per lo storico c.c.i. della capitale
4
∏8
PRIVATE LABEL:
NUOVA STRATEGIA
DI METRO
08
FARMO PUNTA
SUI PRODOTTI
PER CELIACI
11
02
11
TWININGS - CONSORZIO VOG
SVILUPPO RETI
12
SILIKOMART - TESCOMA - TAVOLA SWISS
07
ALDI SÜD HOFER
13
GUARDINI - VICTORINOX - GIANNINI EXTRA
08
IKEA
14
EUROTRADE - DARTY - COOP CONSORZIO NORD OVEST
06
NIELSEN - DISTRIBUZIONE
(DIS)ORGANIZZATA
TAG RFID, IN FUTURO
STAMPATI ANCHE
SUGLI OGGETTI
M E R C A T I
C O N S U M A T O R I
05
∏8
LA ROMANINA
RIDISEGNATA
P R E Z Z I
15
I driver
di acquisto
nel food
Rapporto qualità prezzo
Il prezzo
La qualità
La produzione in Italia
Le promozioni
La naturalità
La provenienza
La sicurezza
84,7%
81,6%
81,4%
79,4%
78,5%
68,7%
68,5%
66,9%
Fonte: Astra ricerche
Il consumatore
italiano fa shopping
di qualità e sicurezza
CONSUMI Tempo meno nuvoloso sul BAROMETRO COOP /8/
Indagine CARREFOUR gli alimenti biologici sconfiggono la crisi /8/Non food
in difficoltà: secondo NIELSEN si salva solo il fai-da-te /10/ Meno trucchi contrla
crisi /10/ La ripresa economica è come l’amore: prima o poi arriva /13/
la crisi /10/ La ripresa economica è come l’amore: prima o poi arriva /13/
la crisi /10/ La ripresa economica è come l’amore: prima o poi arriva /18/
MERCATI
SUCCHI
FUNZIONALI
pag. 33
CONFETTURE
pag. 42
CAFFÈ
IN CIALDE
E IN CAPSULE
pag. 50
VERDURE
IV GAMMA
pag. 54
SHAMPOO
pag. 60
un’offerta editoriale
multimediale:
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per un’informazione
puntuale,
sempre aggiornata
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e l’opinione degli esperti. Le novità di prodotto e i principali mercati food e non food
con la rilevazione prezzi nei punti di vendita e l’opinione dei retailer.
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L’analisi dei trend e dei mercati, prodotti,
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In calendario: la Sostenibilità, l’Innovazione, il Brand, il Made in Italy, le Private Label, la Logistica, i Retailer domani, i Nuovi
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layout, tecnologie e servizi.
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con i principali player del settore
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0 1 2010
P R O D O T T I
t(%08&&,Ot4FUUJNBOBMFt*M4PMF03&#VTJOFTT.FEJB4SMoWJB(1BUFDDIJPo.JMBOPt
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COVER STORY
La marca del distributore
entra in nuovi settori
Tutti premium
Informativa ex D.Lgs. n. 196/03 (tutela della privacy): Il Sole 24 ORE Business Media S.r.l.- Via Patecchio 2, 20141 Milano
SUL PROSSIMO
NUMERO DI GDOWEEK
Cultura
a cura di Gennaro Fucile
AREA GDO
Milano: l’i.lab Alimentazione
produrrà cultura del cibo
Se il consumatore odierno è competente, smaliziato, curioso, informato, critico, quello del prossimo futuro vanterà ben altri crediti: sarà in
possesso di un’autentica cultura del
cibo. Formare le nuove generazioni, educarle sui temi dell’alimentazione, è proprio il fine ultimo dell’i.lab
Alimentazione, laboratorio interattivo
dedicato all’alimentazione realizzato
dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.
Si tratta della prima iniziativa permanente del genere realizzata in Italia.
Proprio la comunanza di intenti nei
confronti del pubblico scolastico ha
visto nascere una collaborazione con
il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso
il Comitato tecnico-scientifico per il
progetto Scuola e Cibo. Il progetto ha
individuato nel laboratorio un luogo di
formazione a livello nazionale, con lo
scopo di educare le scelte alimentari
dei giovani, dall’acquisto al consumo.
L’i.lab Alimentazione è suddiviso in
due zone. Nella prima area, grazie
alla presenza di un frigorifero e di una
dispensa composta da moduli cubici,
i partecipanti sono invitati a scegliere
autonomamente i cibi con cui cimentarsi. I moduli cubici che compongono
la dispensa sono rivestiti da un mate-
riale ceramico che simula la superficie
di una lavagna. Su queste superfici sono riportati alcuni luoghi comuni legati
al tema dell’alimentazione, operando
una sorta di contro-informazione. Nella seconda area si svolge l’attività
vera e propria. La conformazione dello
spazio propone cinque piccole cucine
a isola, attorno alle quali i partecipanti
possono disporsi in gruppi da 5/6 persone. Ogni isola è attrezzata con piani
di cottura a induzione, prese elettriche
per la strumentazione scientifica e da
cucina (ad es. microscopio e frullatore) e un monitor. Le isole condividono
tra loro due lavelli con miscelatore e
impianto per microfiltrare, raffreddare
e rendere frizzante l’acqua. Sempre
in questa area sono collocati una lavastoviglie e un forno. La postazione
dell’animatore, centrale rispetto alle
altre per avere un contatto diretto con
i tutti i partecipanti all’attività, ha alle
spalle un grande monitor che proietta
immagini e contenuti fruibili da tutto il
gruppo presente nel laboratorio. Le attività sperimentali proposte esplorano
quattro macrotemi dell’alimentazione
attraverso quattro diversi percorsi: i
principi nutritivi degli alimenti e gli stili
di vita; il cibo e la salute; la filiera produttiva degli alimenti; la preparazione
in cucina e la digestione del cibo.
Publisher: Nicola Ligasacchi
Segreteria Commerciale:
[email protected]
Ufficio Traffico:
[email protected]
RETE DI VENDITA PUBBLICITÀ
l Piemonte e Liguria: ADV Spazioerre srl - Torino, Tel.
011 6600100, Fax 011 6602875 l Veneto, Trentino
Alto Adige, Friuli Venezia Giulia: M.P.&P. srl - Postioma
di Paese (Tv), Tel. 0422 480150, Fax 0422 480033 l
Emilia Romagna, Marche: Società Futura srl - Bologna, Tel. 051 230807, Fax 051 225303 l Toscana,
Umbria: Media & Massima - Firenze, Tel. 055 4223085,
Fax 055 4361167 l Lazio, Abruzzo: Intermedia srl Roma, Tel. 06 5899247 - 5894534, Fax 06 5819897
l Campania: Salvatore Cuomo - Castelvolturno (Ce),
Tel. 0823 851613, Fax 0823 851649 l Molise, Puglia,
Basilicata, Calabria: Intermedia srl - Roma, Tel. 06
5899247 - 5894534, Fax 06 5819897 l Sicilia: Publisette srl - Palermo - Tel. 091 7302750, Fax 091 343496
l Sardegna: c/o Il Sole 24 Ore Business Media Srl Milano - Tel. 02 39646.622
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nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.
La trasparenza del laboratorio, come la
cucina “a vista” di un ambiente domestico, intende essere un ulteriore strumento per comunicare la volontà di far
conoscere al pubblico anche gli aspetti
più nascosti e difficili legati al cibo: quelli
scientifici.
58
GDOWEEK - 1 marzo 2010