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0 8 2010 1 MARZO Retail La sostenebilità di Coop Adriatica • GDOWEEK n. 513 • Settimanale • Il Sole 24 ORE Business Media Srl – via G.Patecchio 2 – 20141 Milano • Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano pag. 14 Retail La carta fedeltà di Nectar pag. 16 Intervista Eugenio Perrier, Mulino Bianco pag. 32 Garanzie: sistemi ancora da oliare Servizi-Ecosostenibilità Il Life Cycle Assessment pag. 50 10-01-0278 VINITALY GDO 26-01-2010 9:15 Pagina 1 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K di Cristina Lazzati Molte aziende si interrogano oggi su come utilizzare al meglio la multicanalità. L’obiettivo è avvolgere un consumatore evoluto, poco disponibile ai richiami della pubblicità classica. Guardando alle considerazioni fatte dall’Osservatorio sulla multicanalità di Nielsen, Connexia e Politecnico di Milano, pubblicate in questo numero a pag 24, emerge come da un lato sussista una forte esigenza di informazioni da parte del consumatore, mentre dall’altro ci sia una scarsa presenza di strategie aziendali come risposta. Assistiamo, ancora una volta, alla sottovalutazione dei segnali “deboli” del consumatore: la crescita a doppia cifra dei canali internet e mobile, l’ampliamento del La multicanalità è un mix di relazioni e informazioni, ma in Italia ... loro utilizzo rappresentano ancora numeri di poco conto rispetto al “main business”. Detto questo, trascurare la crescita percentuale è sicuramente un grosso errore. Sottolineiamo ancora una volta come non valga fare dei distinguo sul consumatore italiano: è necessario abbattere gli stereotipi che lo vogliono perennemente indietro rispetto ai consumatori europei o statunitensi, mentre, invece, il suo problema è la mancanza di offerta. Le aziende non gli mettono a disposizione quanto può trovare -se parliamo di internet- sui canali internazionali, neppure quei basic cui i consumatori stranieri sono ormai abituati da tempo. Pochissimi ancora i siti di “riferimento”, o reference, ormai diffusi all’estero, siti che aiutano le scelte del Tutte le notizie su: www. it Gdoweek n° 513 Direttore Responsabile Cristina Lazzati [email protected] Caporedattore Ugo Stella (02/39646.706) [email protected] (caposervizio - 02/39646.707) Marina Bassi [email protected] (caposervizio - 02/39646.713) Fiorenza De Vincenzi [email protected] (caposervizio - 02/39646.708) Gino Pagliuca (02/39646.715) [email protected] Enrico Sacchi [email protected] (caposervizio - 02/39646.717) Vicecaporedattore Gennaro Fucile (02/39646.710) [email protected] Ufficio grafico: Walter Tinelli [email protected] (art director - 02/39646.702) Redazione: Tiziana C.Aquilani [email protected] Laura Itolli [email protected] (assistente art director - 02/39646.701) 3 consumatore in modo intelligente fornendo a lui le chiavi dei suoi acquisti, offrendogli strumenti di lettura tailor made come solo il web può fare. Non volendo parlare per paradigmi teorici abbiamo deciso di sottoporvi alcuni siti selezionati da un femminile americano in cui troviamo risposte a domande che il consumatore italiano pone, ma che è lontano anni luce dall’ottenere. Andiamo per ordine, ecco alcuni di questi siti: gethuman.com: per più di mille società, i numeri di telefono dei servizi clienti in cui si può parlare direttamente con un operatore. Per ognuno è indicato anche il tempo previsto per arrivarci. Chi ha detto che internet non favorisce il contatto umano? lowimpactliving.com: tutto quanto può servire per iniziare una nuova vita eco compatibile: servizi a impatto zero, reperibili per zona, suggerimenti per gli acquisti e un sistema per valutare il proprio impatto ambientale, con suggerimenti per ridurlo grazie alla sostituzione di prodotti e servizi. Uno step oltre il passaparola. goodguide.com: oltre 70.000 prodotti, alimentari, giocattoli e casalinghi valutati sulla loro attenzione ai temi della salute, del benessere dell’ambiente e del sociale sia in quanto prodotti di per sè sia in relazione all’atteggiamento istituzionale dell’azienda che li produce. Gli esami non finiscono mai. whatshouldireadnext.com: digitando il nome del proprio libro e/o autore preferito si ottiene una lista di libri consigliati in base alla somiglianza con quanto digitato, con un link diretto ad Amazon. Cacciatori di teste ... Per i viaggiatori: fabsearch.com luoghi “favolosi” da visitare, corredati da elenco di hotel ristoranti più link ad articoli sull’argomento e, ovviamente, link alle agenzie per la prenotazione. seatguru.com: ogni modello di aereoplano è elencato con la disposizione e numerazione dei sedili, così da poter fare una scelta ragionata al momento della prenotazione. Ovviamente online. Non resta che suggerire una buona navigazione a tutti. Segretaria di redazione Tiziana Laffranchi [email protected] (02/39646.719) Hanno collaborato a questo numero: Davide Bernieri, Alessandra Bonaccorsi, Aldo Calza (DLA Piper), Fabio Salvati, Valerio Salvi, Silvia Sammarro Stampa ELCOGRAF-Pozzoni S.p.a. Via Nazionale 14 23833 Beverate di Brivio (LC) • • Editoriale Testi, foto o altro materiale redazionale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Costo di una copia ai soli fini fiscali e 0,60 GDOWEEK -1 marzo 2010 Ufficio Abbonamenti tel (02/3964.6420) fax (02/3964.6421) [email protected] Abbonamenti: Italia singolo (annuale) e 100,00 Estero singolo (annuale) e 200,00 Per l’invio della versione elettronica indicare l’indirizzo e-mail nella causale Per acquisti cumulativi contattare l’Ufficio abbonamenti I versamenti possono essere effettuati sul c/c 28308203 intestato a: Il Sole 24 Ore Business Media S.r.l. GDO WEEK 21x29,7 copia.pdf 15-04-2009 14:36:04 Un viaggio nel gusto con Prosciutto di Parma. Tradizione e contemporaneità si incontrano in un “Viaggio nel Gusto” dedicato ai responsabili del reparto salumeria della grande distribuzione. Gli incontri "Viaggi nel Gusto" sono appuntamenti alla scoperta delle caratteristiche uniche di questo prodotto inimitabile, degli abbinamenti più originali per gustarlo in modo inedito e dei segreti professionali per servirlo al meglio. C Buon Bu Buo on o n vi viaggio via aggio nel gusto. M Y CM MY CMY K I l Consorzio del Prosciutto di Parma organizza, nel corso del 2009, corsi di formazione per i banconisti e i responsabili del reparto salumeria della grande distribuzione: un’occasione unica per approfondire la conoscenza del prodotto. La buona presentazione del Prosciutto di Parma nel reparto salumeria è un anello indispensabile nella catena dell’eccellenza con cui si svolge tutto il processo produttivo, a partire dall’accurata selezione dei migliori suini appartenenti a razze selezionate, alla lavorazione nella zona tipica di produzione, alla salatura sapientemente dosata, che conferisce al Prosciutto di Parma la caratteristica dolcezza, fino alla stagionatura all’aria asciutta e profumata delle colline parmensi. Il Prosciutto di Parma diventa così un alimento ricco di gusto e tradizione, famoso in tutto il mondo per la sua bontà genuina e per il fascino della sua lunga storia, emblema di un’antica tradizione gastronomica del nostro Paese. INFORMAZIONE PUBBLICITARIA CY 513 editoriale lungo l’intera scala prezzi 3 La multicanalità è un mix di relazioni e informazioni, ma in Italia ... 7 osservatorio 8 Prezzi a confronto Esselunga El Corte Inglés è garantita ti cambio il sistema con le aziende ai nuovi “matrimoni” tra retailer 32 Mulino Bianco investe Foods sono competitive in casa … e si diffonde nell’ambiente dossier GS di Gruppo Luciani: consegne a domicilio ecosostenibili 18 Le private label di Whole 42 Il benessere comincia 26 Dalle partnership 30 SVILUPPO RETI la carta fedeltà che vale per sette l’innovazione a 360° dei messaggi incrocia un target allargato 55 Bridge That Gap 47 Penny Market 56 Come contrastare automatizza il processo di fatturazione passiva con SBI Italia nella relazione diretta col cliente industria della ricerca per una nutrizione equilibrata il fenomeno delle malattie pretestuose 58 Milano: l’i.lab Alimentazione produrrà cultura del cibo 48 Wincor World 2010 ruota intorno al Cash Cycle 36 Ad Chini: una porzione promuove l’Italia con la soft diplomacy culture Celle a combustibile, Whole Foods ci crede 34 Nestlé: l’impegno Marche: sostegno per i prodotti a km zero 44 Telefono cellulare e contactless spingono l’innovazione nei sistemi di pagamento intervista trasparente non può prescindere dall’esame dell’intera filiera Romana, la food enoteca del gusto locale 41 Fruit Logistica premia 24 La pluralità 50 Un green marketing 53 Piace Provincia servizi lo stile Mediterraneo il sostegno alle fasce deboli 16 Nectar, in Italia, si moltiplicano in mille rivoli, tutti competitivi 22 Ciao si evolve verso retail 14 Coop Adriatica sviluppa 38 Acque: i canali 20 Fast fashion: come cover story 10 Assistenza, la confusione di frutta mirata al target dei golosi In questo numero 18 24 34 50 GDOWEEK parla di... AC Nielsen 3-24; Ad Chini 36; Adi 34; Aires 12; Alluflon 42; Altroconsumo 10; Aquaconcept 55; Arsial 52; ART 41; Auchan 29; Aureli Mario 41; Autogrill Italia 22; Banca Marche 45; Barazzoni 42; Barbaglia Alberto 25; Barilla 32-51; Beraldo Stefano 27; Bernasconi Pierluigi 10; Bindi 55; Bizzi Massimiliano 21; Blue Barracuda 55; Brita Italia 39; BTG Bridge That Gap 55; Bugatti 42; Campana Serena 22; Cappellari Romano 20; Carrefour 15; CartaSì 45; Casagrande Cinzia 42; Centergross 20; Chini Danilo 36; Ciao 22; Coffari Gilberto 14; Coin 21-27; Connexia 3-24; Coop 26; Coop Adriatica 14; Coop Lombardia 25; Cossar Gianni 26; Credito Valtellinese 44; Cuoa 20; Daewoo 12; Dem 43; El Corte Ingles 8; Electrolux 29; Equilibri 55; Esselunga 8; Estendo 12; Euronics 10; Eurostat 7; Ferrarelle 39; Fiera Milano 21; Fiskars 42; Fonti di Vinadio 38; Forever 42; Fortis Andrea 12; Futureland 25; Gap 21; Gentilini 55; Gio’ Style Lifestyle 43; Graziano Daniela 29; Groupe Aeroplan 16; Gruppo Diesel 20; Gruppo Intesa Sanpaolo 45; Gruppo Luciani 15; Gruppo Rewe 47; Gruppo Sbs 12; H&M 20; Harrods 28; HZPC 41; Idroclean 39; Ikea 29; Illa 42; Ingenico 45; Ingignoli Barbara 42; IperPan 30; IperTe 30; Ipsos 22; IRI 38; Istat 14; Itachi 12; Italgrob 51; Key Client Cards & Solutions 44; Kiria 43; Kron Manuela 34; La Linea Verde 41; Landor Associates 22; Latteria Soresina 55; Lidl 25-30; Lombardini Alessandra 20; Luciani Gianluca 15; Lufthansa 44; Mango 20; Mango 27; Marco Polo Expert 10; Martinello Paolo 10; Mastercard 44; Media World 10; Mediamarket 10-29; Meridiana 45; Meridiana 55; Mokarabia Coffee Bar 55; Monsanto Vegetable Seeds 41; Motta Maurizio 269; Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano 58; Nectar 16; Nestlé 34-38; New Choco 55; NGP Plastic 41; Nielsen Online 24; Nomisma 20; Olimpias Benetton 29; Olympus 12; Opificio Etico 43; Orogel 55; Pallottini Fabio Massimo 52; Panasonic 12; Parallell 55; Paramount Farms Europe 41; Parini 55; Pasabahce 42; Pastificio Rana 55; Penny Market 47; Perego Alessandro 45; Perrier Eugenio 32; Philips 43; Pola Giovanni 25; Politecnico di Milano 24-44; Polymer Logistics 41; Pontecorvo Michele 39; Primori Tiziana 15; Quercia Software 45; Rasca Andrea 55; Regione Lazio 52; Renga Filippo 45; Rinascente 28; RisparmioCasa 30; RSO 55; Ruini Luca 51; Saeco 43; Salmoiraghi&Viganò 26; Sama Francesco 27; Samsung 12; San Benedetto 39; SAP 47; SBI Italia 47; SDS 55; Setefi 45; Sharp 12; Sisa 30; SixtySix 55; Sky 45; Sony 12; Spega 55; Stefanel 27; Stefanel Giuseppe 27; StePac 41; Storti Alessandro 39; Tam 39; Taste Sharing Japan 55; Telecom 55; Topshop 21; Tre Spade 42; Trenitalia 45; Trony 10; Unieuro 10; Uniqlo 21; Unitec 41; UTC Power 47; VeriFone 44; Visa 44; Whelan Gerard 16; Whirpool 29; Whole Foods 18-47; Wincor Nixdorf 48; Yamamay 26; Zara 20 5 GDOWEEK - 1 marzo 2010 E’ nata ieri, per la precisione nel 1997. Oggi si presenta sul mercato per la prima volta con un’immagine completamente nuova: logo ridisegnato, grafica impattante, bottiglie che parlano direttamente al consumatore (ogni collarino ha un messaggio scritto sopra), quattro diverse tipologie di prodotto. E’ la birra di oggi: si affida al know how dei migliori mastri birrai, è prodotta con la migliore tecnologia ed è proiettata verso il futuro. Dedicata a chi è pronto a provare ciò che è di tendenza. Dedicata a voi, che sapete conquistare il vostro pubblico e la sua voglia di novità. CASTELLO.LA BIRRA SENZA UNA STORIA. Osservatorio Il Pil, un confronto internazionale Mondo Economie avanzate Stati Uniti Area euro Germania Francia Italia Spagna Giappone Regno Unito Russia Cina India 2009 2010 2011 -0.8 -3.2 -2.5 -3.9 -4.8 -2.3 -4.8 -3.6 -5.3 -4.8 -9.0 8.7 5.6 3.9 2.1 2.7 1.0 1.5 1.4 1.0 -0.6 1.7 1.3 3.6 10.0 7.7 4.3 2.4 2.4 1.6 1.9 1.7 1.3 0.9 2.2 2.7 3.4 9.7 7.8 Dinamica inflazionistica in Europa nel 2009 lug Area euro Unione Europea Austria Belgio Francia Germania Grecia Irlanda Italia Olanda Polonia Portogallo Regno Unito -0,7 0,2 -0,4 -1,7 -0,8 -0,7 0,7 -2,6 -0,1 -0,1 4,5 -1,4 1,8 ago -0,2 0,6 0,2 -1,7 -0,2 -0,1 1,0 -2,4 0,1 -0,1 4,5 -1,2 1,6 set -0,3 0,3 0,0 -0,7 -0,4 -0,5 0,7 -3,0 0,4 0,0 4,3 -1,8 1,1 ott -0,1 0,5 0,1 -1,0 -0,2 -0,1 1,2 -2,8 0,3 0,4 4,0 -1,6 1,5 nov dic 0,5 1,0 0,6 -0,9 0,5 0,3 2,1 -2,8 0,8 0,7 3,8 -0,8 1,9 Fonte: Fondo monetario internazionale, aggiornamento febbraio 2010 1 1,4 1,1 0,0 1,0 0,8 2,6 -2,6 1,1 0,7p 3,8 -0,1 : Fonte: Eurostat Dinamica della disoccupazione nel 2009 Area euro Unione europea Austria Belgio Bulgaria Cipro Croazia Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lettonia Lituania Lussemburgo Malta Norvegia Olanda Polonia Portogallo Regno Unito Repubblica Ceca Romania Slovacchia Slovenia Spagna Svezia Turchia Ungheria Usa Giappone gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 8,5 8 4,2 7,5 5,6 4,1 8,4 4,4 11 7,1 8,7 7,2 8,8 9,3 7,2 12,3 10,9 5,3 6,3 3 2,8 7,4 8,5 6,8 5,2 6,2 9,7 4,6 15,7 7,2 12,5 8,9 7,7 4,2 8,8 8,3 4,4 7,7 6 4,3 8,6 4,7 11 7,4 8,9 7,3 8,8 10,3 7,3 13,2 10,9 5,4 6,5 3 2,9 7,7 8,8 7,1 5,6 6,2 10,2 5 16,6 7,5 12,5 9,3 8,2 4,4 9,1 8,5 4,5 7,8 6,2 4,6 8,8 5,2 11 7,7 9 7,4 8,8 11,1 7,6 14,3 10,9 5,5 6,7 3,2 3,1 7,9 9,1 7,2 5,9 6,2 10,6 5,3 17,3 7,7 12,5 9,6 8,6 4,8 9,2 8,7 4,6 7,7 6,3 5 9,1 5,7 13,3 8 9,2 7,6 9,2 11,6 7,5 15,5 13,5 5,6 6,9 3,1 3,2 8 9,3 7,5 6,2 6,4 10,8 5,6 17,6 8 13,2 9,6 8,9 5 9,3 8,8 4,8 7,6 6,3 5,2 9,2 5,9 13,3 8,2 9,3 7,6 9,2 12,1 7,4 16,5 13,5 5,7 7,1 3,1 3,3 8 9,5 7,7 6,4 6,4 11,1 5,9 17,9 8,2 13,2 9,7 9,4 5,2 9,4 8,9 4,9 7,8 6,5 5,3 9,4 6,1 13,3 8,4 9,4 7,6 9,2 12,1 7,6 17,2 13,5 5,8 7,2 3 3,4 8,1 9,6 7,8 6,7 6,4 11,6 6,2 18,1 8,3 13,2 9,8 9,5 5,4 9,5 9,1 5,1 7,9 6,7 5,4 9,6 6,1 15,2 8,5 9,5 7,6 9,7 12 7,7 18 14,6 5,9 7,3 3,1 3,5 8,3 9,8 7,8 7 7,2 12,1 6,3 18,4 8,5 13,1 10,2 9,4 5,7 9,6 9,2 5,2 8 6,9 5,6 9,8 6 15,2 8,6 9,6 7,6 9,7 12,1 7,7 18,9 14,6 5,9 7,1 3,2 3,7 8,4 9,9 7,8 7,3 7,2 12,6 6,4 18,7 8,6 13,1 10,5 9,7 5,5 9,8 9,3 5,5 8 7,2 5,9 10 6,5 15,2 8,7 9,7 7,6 9,7 12,5 8 20 14,6 5,9 7,1 3,2 3,7 8,5 10 7,8 7,5 7,2 13 6,5 19 8,7 13,1 10,7 9,8 5,3 9,9 9,4 5,6 8,1 7,4 6 10,2 6,9 : 8,8 9,9 7,5 : 12,6 8,2 21,2 : 6 6,9 3,3 3,9 8,7 10,2 7,8 7,7 : 13,3 6,8 19,2 8,8 : 10,8 10,1 5,1 9,9 9,5 5,5 8,1 7,7 6,1 10,4 7,2 : 8,9 10 7,5 : 13 8,3 22,2 : 6,1 7 3,2 3,9 8,8 10,3 : 7,8 : 13,5 6,8 19,4 8,9 : 10,8 10 5,2 10 9,6 5,4 8,2 7,9 6,1 10,6 7,4 : 8,8 10 7,5 : 13,3 8,5 22,8 : 6,2 7,2 : 4 8,9 10,4 : 8 : 13,6 6,8 19,5 8,9 : 10,7 10 : Fonte: Eurostat Italia contro Spagna, un confronto strutturale Italia Produzione industriale (2005=100) Spesa delle famiglie (mio euro) Inflazione media annua Costo del lavoro (I trim 2008=100) Bilancia commerciale (mio euro) Debito pubblico consolidato Situazione finanziaria delle famiglie* 98,4 229.334 0,8 102,7 210,7 1.734.220 -18,9 Spagna 92,8 145.973 0,3 104,8 -4,854,0 354.395,0 -12,2 Aggiornamento Novembre 2009 II trimestre 2009 Consuntivo 2009 I semestre 2009 II trimestre 2009 II trimestre 2009 Gennaio 2010 Il dato fondamentale nel confronto Italia Spagna è il gap nel tasso di disoccupazione, 11 punti: in Spagna ormai il tasso è giunto a sfiorare il 20%. La crisi finanziaria ha aggravato problemi preesistenti. 11% Fonte: Elaborazione su dati Eurostat *Indica lo scostamento tra chi ritiene di aver mgliorato la sua situazione e chi invece la giudica peggiore: meno indica un dato in peggioramento 7 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Osservatorio LA BORSA DELLA SPESA 80 item confrontati da gdoweek Il nostro osservatorio varca i confini e mette a confronto due primarie insegne internazionali: Esselunga e El Corte Inglés. Per metterle a paragone, è stato individuato un paniere di un’ottantina di prodotti di sicuro interesse per entrambi i mercati e ne sono stati rilevati i prezzi praticati a Milano ed a Valencia, in due importanti supermercati di centro città. Il risultato vede una netta prevalenza di prezzi più bassi nel supermercato italiano, ben 51 contro 29 dello spagnolo, e con un solo prezzo risultato uguale. Volendo fare qualche generalizzazione, si nota che sono più bassi da Esselunga l’ortofrutta, le carni, lo scatolame, il non food, mentre El Corte Inglés è più economico nel pesce, wurstel, olio; più equilibrate le altre categorie. Sono tutti prodotti se non identici, raffrontabili ed in grado di fornire un quadro abbastanza significativo di questo aspetto della realtà nei due paesi, anche se la loro importanza è certamente diversa nei due mercati e differenti pure sono i livelli di tassazione e potere d’acquisto. Lu.Ca. Prodotto e e arance limoni mele golden insalata mix 4° gam. (all’etto) lattuga patate 1,42 1,60 2,30 1,42 2,48 1,35 0,99 1,85 1,48 0,83 1,35 0,88 pollo intero pollo cosce lonza suino a fette fettine vitello bistecche b.a. sceltissime bistecche b.a. p.p. filetto b.a. 2,55 4,80 9,50 24,95 14,65 8,95 32,95 2,79 4,69 7,99 18,49 13,29 8,49 29,88 orata p.p. branzino p.p. pesce spada trancio 5,95 7,99 9,98 9,60 9,60 25,50 wurstel g 100 marca wurstel g 100 p.l. wurstel g 100 p.p. 0,58 0,35 0,21 0,77 0,51 0,22 burro g 250 marca Philadelphia g 200 emmental francese g 250 yogurt frutta g 125 Vitasnella yogurt frutta g 125 p.l. latte fresco intero (al litro) latte UHT p.s. marca latte UHT p.s. p.l. latte UHT p.s. p.p. pasta ripiena g 250 Rana pasta ripiena g 250 p.l. pasta ripiena g 250 p.p. 2,16 1,62 3,23 0,25 0,24 1,10 0,86 0,77 0,62 2,99 2,35 1,39 1,59 1,96 2,09 0,58 0,39 1,29 1,15 0,69 0,49 3,05 1,46 0,90 pane tipo baguette pasta semola al kg marca pasta semola al kg p.l. pasta semola al kg p.p. farina 00 p.l. farina 00 p.p. olio extra vergine marca olio extra vergine p.l. 3,83 2,58 2,18 1,08 0,59 0,38 3,19 2,89 2,70 1,45 0,78 0,55 0,45 0,29 4,90 3,49 Prodotto e e olio mais p.l. olio girasole p.l. tonno all’olio g 80 cad p.l. sale p.p. pomodori pelati g 400 p.l. pomodori polpa g 400 p.l. confettura g 340 p.l. zucchero p.p. corn flakes g 500 Kellogg’s corn flakes g 500 p.l. corn flakes g 500 p.p. Kinder cioccolato g 200 Kinder ovetti cad. cioccolato al latte g 100 marca cioccolato al latte g 100 p.l. cioccolato al latte g 100 p.p. caffè classico g 250 p.l. caffè classico g 250 p.p. Nescafè Gold g 100 1,75 1,09 0,46 0,30 0,56 0,50 1,44 0,85 3,20 2,15 1,10 2,29 1,02 0,69 0,71 0,66 1,59 0,99 4,07 1,78 1,59 0,63 0,11 0,45 0,36 1,29 0,69 2,45 1,85 0,98 1,79 0,99 1,09 0,78 0,39 1,60 0,80 2,97 succo d’arance lt 1 p.l. succo d’arance lt 1 p.p. acqua naturale al lt. p.p. Coca Cola al litro Fanta al litro Birra Heineken bott cl 33 Birra primo prezzo al lt. vermut Martini lt 1 whisky Ballantine cl 75 liquore Bailey cl 75 rum Havana club nero cl 75 1,25 0,54 0,17 0,68 0,56 0,98 0,98 6,95 11,35 12,19 12,65 1,10 0,71 0,13 1,03 0,86 0,98 0,80 7,29 10,90 9,90 11,28 cibo per cani g 1250 marca cibo per cani g 1250 p.l. cibo per gatti g 400 Friskies cibo per gatti g 400 p.l. carta igienica 10 rotoli p.l. carta igienica 10 rotoli p.p. candeggina Ace lt 2 detersivo liquido lt 3 marca detersivo liquido lt 3 P.L. ammorbidente lt 4 marca ammorbidente lt 4 P.L. dentifricio Colgate Total ml 75 3,52 1,90 0,78 0,79 2,92 1,54 1,40 8,22 6,08 4,15 2,87 2,50 1,99 1,49 0,63 0,64 2,74 0,98 1,49 7,19 4,39 4,29 3,18 1,85 numero prezzi più bassi Rilevazioni del 3 e 8 gennaio 2010 rispettivamente presso i supermercati El Corte Inglés di Valencia centro ed Esselunga di Milano via Washington 29 51 Grassetto=Prezzo più alto I prezzi sono in genere riferiti a kg o ad unità di vendita ben definite, eventualmente rapportate qualora differenti (vedi note a fianco dei prezzi). Si è anche tenuto conto dei prezzi promozionali, presenti da entrambi. Italia-Spagna: dai campi di calcio il confronto si trasferisce sugli scaffali Gli azzurri vincono senza bisogno dei supplementari ... Spagna a buon mercato. Un luogo comune che fino ai primi anni Novanta aveva un solido fondamento, ma che dopo, complice il boom economico -peraltro ampiamente drogato dalla bolla immobiliare, che faceva artificialmente crescere il pil di qualche punto computando costruzioni che poi dovevano trovare acquirenti- è diventato assai meno vero. Ma passando dal mattone alla borsa della spesa, va premesso che il confronto pubblcato in questa pagina non ha un valore assoluto, perché le due insegne prescelte non sono del tutto sovrapponibili, resta però il fatto che il pdv iberico costa complessivamente di più e se si considera che, nonostante le boutade propagandistiche dei vari governi spagnoli, il potere d’acquisto delle famiglie iberiche è più basso di quello che si registra nel nostro Paese. La cartina di tornasole di quanto affermiamo sta nei dati dell’inflazione, che in Spagna sta risalendo a ritmi più lenti che in Italia, a dimostrazione che il mercato non può reggere ulteriori aumenti. GP 8 GDOWEEK - 1 marzo 2010 DispoGillette_GDOWEEK.FH9 Tue Feb 09 11:38:29 2010 Pagina 1 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K COVER STORY Assistenza, la confusione è garantita di Gino Pagliuca rattati alla stregua di allievi non troppo diligenti, T i retailer dell’elettronica di consumo devono fare ... gli esami di riparazione. A giudicarle l’Anti- trust che, a seguito di una serie di segnalazioni di clienti, che lamentano comportamenti in materia di prestazione della garanzia in violazione del codice sul consumo, sta indagando sette aziende. In particolare ai retailer (si tratta delle società che gestiscono le insegne Media World, Unieuro, Marco Polo Expert, Euronics, Trony) si imputa di non aver dato una chiara informativa alla clientela sui diritti in tema di garanzie, di aver tenuto comportamenti tesi a convincere i clienti a rivolgersi direttamente ai centri assistenza dei produttori, di avere tempi lunghissimi per la riparazione dei guasti e, infine, di non sostituire i prodotti difettosi quando i guasti siano tali da non rendere tempestiva o conveniente la riparazione. i problemi normativi Andando oltre il merito della specifica questione -il compito di dimostrare l’infondatezza dei rilievi spetta alle singole aziende- bisogna dire che le norme sulle garanzie si prestano a una applicazione problematica. E anche se la legge vale per qualsiasi tipo di merceologia venga venduta a un cliente che non operi come professionista, l’elettronica di consumo è il settore più delicato, perché ormai tratta prodotti con ciclo di vita brevissimo (un modello di telefonino top oggi tra sei mesi si troverà con difficoltà, o costerà molto meno) e le insegne, a fronte di margini sempre più risicati, hanno oltretutto l’esigenza di favorire il più possibile la sostituzione dei prodotti. La competizione in questo settore si gioca sulle novità e sul prezzo più basso. La fidelizzazione del cliente con la qualità dei servizi di post vendita per alcuni Pierluigi Bernasconi, Ad Media Market: “Normativa fatta su misura per l’auto” Se il problema è l’informativa al cliente, abbiamo la coscienza a posto perché da quando sono entrate in vigore le norme sulle garanzie alla clientela abbiamo illustrato in più occasioni e con varie modalità i contenuti della legge. Se poi ci si riferisce al fatto che non diamo un’informazione diretta al cliente sulle singole referenze, non si capisce bene come potremmo fare: non si tiene conto che i nostri sono negozi a libero servizio; in Media World trattiamo 15mila referenze di 500 produttori, e su ogni prodotto dovremmo dare informazioni specifiche sullo scaffale”. Pierluigi Bernasconi, Ad di Mediamarket non nega che la normativa sia penalizzante anche per il consumatore. “L’errore di fondo è stato quello di varare una norma che si adattava perfettamente alle esigenze del mondo dell’auto. È logico che l’acquirente di una vettura per far valere la garanzia si debba rivolgere al concessionario, ma nel nostro mercato la situazione è completamente differente”. Un errore che bisognerebbe correggere secondo Bernasconi è quello dell’inversione dell’onere della prova dopo i sei mesi dall’acquisto: “A nostro avviso, dovrebbe essere sempre il produttore a dover provare che il guasto è dovuto all’incuria dell’utilizzatore. Noi siamo per l’apertura di un tavolo serio con i produttori perché si giunga a chiarire i termini delle rispettive responsabilità. A livello di associazione, siamo già riusciti a raggiungere accordi con alcuni primari produttori perché, perlomeno su alcuni prodotti, riconoscano la garanzia commerciale di due anni. Ma alcuni big, da questo orecchio proprio non ci sentono”. 10 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Nell’elettronica di consumo sono i telefonini gli oggetti per cui si verificano più di frequente le contestazioni, almeno secondo Altroconsumo. Molti store rifiutano l’assistenza dopo che la Sim sia stata usata per pochi minuti. La tipologia più delicata è, probabilmente, quella dei computer portatili, sia perché i componenti sono di dimensioni sempre più ridotte sia perché gli urti nel trasporto li sottopongono a un forte “stress”. Rinvio al produttore 40% Confusione garanzia commerciale 35% Buoni in luogo della garanzia Un produttore che in nessun modo riconosce una garanzia dopo il primo anno di acquisto è Apple. Le parti sostituite sono a loro volta soggette a una garanzia limitata che, al massimo, può scadere 90 giorni dopo il primo anno dall’acquisto. Inoltre, nel caso il terminale vada formattato per la riparazione, il ripristino del software e dei dati deve essere effettuato dal cliente. retailer passa in secondo piano. Soprattutto se per garantire l’assistenza deve sostenere costi che, a rigor di logica, spetterebbero a chi ha fabricato il prodotto difettoso. la legge Il codice del consumo (dlgs 206/2005) stabilisce in due anni la durata della garanzia che il venditore deve dare sul buon funzionamento della merce; il consumatore ha sessanta giorni da quando il difetto si manifesta per rivolgersi al venditore e ottenere la riparazione. Se il guasto si evidenzia nei primi sei mesi dall’acquisto si presume trattarsi di un difetto di conformità, se invece si manifesta successivamente, il consumatore deve dimostrare che si tratta di difetti di conformità; dal punto di vista giuridico, siamo di 10% Rifiuto riparazione/ sostituzione 15% Secondo l’indagine di Altroconsumo sulle contestazioni che i clienti fanno ai retailer, il problema più frequente (40% dei casi) è il tentativo di inviare il cliente dal produttore. fronte alla cosidetta “inversione dell’onere della prova”; dal punto di vista pratico, questo significa che se un consumatore compra un computer portatile che dopo tre mesi non funziona, più sta al venditore provare che il cliente, ad esempio, lo ha fatto cadere; dopo il sesto mese tocca al cliente dimostrare che non l’ha fatto cadere né manomesso. E questo si può fare solo tramite una perizia, che ovviamente ha un costo, con buona pace della gratuità della garanzia. Ma non c’è solo questo: la legge è asimmetrica, perché prevede che sia il venditore a dare una garanzia biennale, mentre i produttori possono limitarsi alla “garanzia commerciale” di un solo anno, prevista dal dlgs 24/2002. Infine, come abbiamo ricordato prima, la garanzia biennale vale per il consumatore privato e non professionista: se un avvocato, poniamo, compra una stampante per casa sua 4 segue a pag. 12 Paolo Martinello, Presidente Altroconsumo: “Prendiamo esempio dalla Germania” “La legge italiana sulle garanzie nasce dal recepimento di una direttiva comunitaria evidentemente scritta sotto la pressione delle lobby dei produttori. In Germania si sono resi conto dell’asimmetria delle responsabilità poste a carico dei retailer e dei fabbricanti e hanno portato la durata della garanzia a carico di questi ugualmente a due anni. Una soluzione che andrebbe adottata anche in Italia, perché il sistema è in tilt, come hanno mostrato le nostre indagini”. A parlare è l’avvocato Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. “Le analisi svolte presso le maggiori insegne mostrano spesso carenza di informazione dietro alle quali si nasconde il tentativo, illegittimo, ma comprensibile, di evitare di farsi carico dei costi per le riparazioni di prodotti guastatisi dopo il primo anno dall’acquisto. Costi che, proprio per l’asimmetria di cui parlavo rimarrebbero a loro carico.” Comprensibile nel caso di grandi insegne e pressoché inevitabile se si parla di piccoli negozi stand alone. Naturalmente, a fare le spese di questa situazione, sono soprattutto i consumatori, cui si chiedono “costose e improbabili perizie tecniche per dimostrare che non sono responsabili dei guasti verificatisi dopo sei mesi dall’acquisto. La situazione diventa addirittura ingestibile nel caso di acquisto di siti di e-commerce non consolidati: in questo caso richiedere la riparazione al venditore è piuttosto complicato, per la semplice ragione che spesso è difficile risalire anche un luogo fisico in cui si trova il venditore”. 11 GDOWEEK - 1 marzo 2010 4 segue da pag. 11 www.condizionipocochiare Un vademecum sui diritti Anche siti di e-commerce affermati danno un’interpretazione discutibile delle norme. chl dichiara che la garanzia la dà il produttore e chiede al cliente di pagare 6 euro per gestire dai suoi pop it presa e consegna del materiale da riparare; eprice distingue tra prodotti per cui ci si può rivolgere al vendor e prodotti per cui chiedere al produttore; pixmania parla di una garanzia “venditore partner” gratuita, per ottenere il rimborso per prodotti non sia conforme alle promesso dal sito. Ma sulle riparazioni nulla dice. Occhi aperti! è un progetto a vantaggio dei consumatori finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzato da sei associazioni nazionali dei consumatori: Una parte del sito è dedicata alle garanzie, con un semplice ospuscoletto in materia: gli utenti possono segnalare anche disservizi in cui dovessero incorrere nel raporto con produttori e retailer. e si fa fare la fattura è ben difficile capire se sta operando come professionista o come privato cittadino. Infine la norma non prevede tempi cogenti per effettuare la prestazione. A un quadro normativo così problematico fa riscontro la confusione della clientela; una recente indagine di Altroconsumo emerge una diffusa disinformazione, che riguarda durata della garanzia, soggetto cui rivolgersi, e più in generale sulle modalità di applicazione delle norme. L’indagine segnala che nel 15% dei casi esaminati dall’associazione il cliente si sia trovato di fronte a un secco rifiuto di effettuare la riparazione, mentre nel 40% dei casi il retailer ha tenuto un atteggiamento più “soft”, invitando il cliente a recarsi ai centri assistenza dei produttori, spesso con la motivazione che si tratta del modo migliore per sveltire i tempi. 85 Disconoscimento difetto 90 Riparazione carente 87 Tempi di riparazione 45 Ripristino fuori garanzia Dall’indagine di Altroconsumo, si evidenzia che la scarsa professionalità degli interventi è la causa frequente di lamentela dei consumatori. Minore, ma comunque alta, la percentuale di clienti che lamentano di aver dovuto pagare per la riparazione nonostante il guasto si fosse manifestato entro due anni dall’acquisto. ConCertaZione Ai problemi evidenziati si potrebbe porre facilmente rimedio con una modifica normativa, ma anche senza aspettare i tempi del legislatore si potrebbe arrivare a un tavolo di concertazione con i produttori, che, peraltro, hanno tutto l’interesse a non perdere di immagine. Alcuni grandi nomi dell’elettronica hanno raggiunto un accordo con Aires (l’associazione dei retailer di elettrodomestici) riconoscendo la durata biennale delle garanzie anche se non su tutta la loro gamma, e si tratta di aziende come Itachi, Daewoo, Olympus, Sony, Panasonic, Sharp e Samsung. Altri big invece continuano a fare, vien voglia di dire, orecchie ... da fabbricante. I retailer dal canto loro puntano sempre più sulle estenzioni di garanzia, offrendo la sicurezza di interventi solleciti e senza spese. Andrea Fortis, Ad Estendo: “Un tecnico sa sempre la causa del difetto” Una soluzione per gestire al meglio le problematiche dell’assistenza post vendita è affidarsi ad uno specialista. Estendo è una società del Gruppo Sbs leader nelle estensioni di garanzia, con una branca esclusivamente dedicata alla gestione della garanzia convenzionale sui prodotti di elettronica di consumo. “Lavoriamo in partnership con alcune insegne e curiamo la gestione delle riparazioni in garanzia dalla presa in carico, alla riconsegna al pdv -spiega l’ad Andrea Fortis-. Il problema del rimpallo di responsabilità tra produttore e venditore nella gestione delle riparazioni, in realtà, è dovuto alla poca chiarezza della decreto legislativo che disciplina la garanzia legale parlando di garanzia sul difetto di conformità al contratto e non di garanzia di buon funzionamento. Un tecnico specializzato può facilmente distinguere un difetto di conformità da un guasto, o piuttosto un malfunzionamento dovuto all’incuria del cliente, o un danno accidentale. Difficile, per il consumatore e il venditore, è stabilirlo a priori e quindi capire chi si deve preoccupare della riparazione perché, a seconda del caso, può essere il venditore, il produttore o il consumatore stesso. I prodotti che più spesso danno adito a problemi sono i prodotti trasportabili, “molto contenuti nelle dimensioni per l’esasperata miniaturizzazione dei componenti e conseguentemente più vulnerabili di altri. L’estensione di garanzia è lo strumento più corretto per garantirsi il buon funzionamento di questi gioielli di tecnologia ben oltre il periodo previsto dalla garanzia convenzionale e in molti casi coprono ancora di più perché intervengono anche in caso di danno accidentale”. 12 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Retail Sostenibilità Si amplia lo sconto solidale ai soci della cooperativa Coop Adriatica sviluppa il sostegno alle fasce deboli utelare il potere di acquisto dei consumatori, allargando l’attenzione alle T fasce sociali più in difficoltà, che pagano Lo sconto del 10%, varato nell’aprile 2009, a favore di disoccupati, cassintegrati o con contratto di solidarietà ha erogato complessivamente 840mila euro a 16.500 lavoratori. Con questo nuovo provvedimento pensiamo di trasferire oltre 1 milione di euro ad almeno 50mila persone”. L’allargamento di questo “sconto solidale” ai soci consumatori della cooperativa è solo uno dei tasselli dell’attenzione di Coop Adriatica alla salvaguardia del potere di acquisto degli italiani, eroso dalla crisi economica. autonomi, il “popolo delle partite Iva” che sta subendo pesanti ripercussioni dalla crisi economica in atto. No allo scontro muscolare “In questo -prosegue Coffari- un ruolo importante è giocato dal contenimento dei prezzi: abbiamo arginato con forza l’inflazione, visto che rispetto al paniere Istat, che vede prezzi in salita dell’1,8% su un paniere di 600 articoli, contrapponiamo una riduzione del 2,6% su 8.000 articoli venduti tramite i nostri punti di vendita. Non solo, come spesso ci viene imputato, per un confronto muscolare verso i nostri fornitori, bensì anche nel raggiungimento di un maggior grado di efficienza dei processi interni e nella riduzione degli sprechi. Crediamo che il 2010 sarà ancora più duro sotto il profilo dell’occupazione e della capacità di spesa delle famiglie italiane, per questo incrementeremo gli investimenti”. il prezzo maggiore della crisi occupazionale in atto. Coop Adriatica investirà, nel 2010, 187 milioni di euro (20 milioni in più rispetto allo scorso anno) per promozioni e iniziative strutturate per il contenimento dei prezzi dei beni di prima necessità. Inoltre, estenderà la riduzione del 10% della spesa settimanale di 60 euro, inizialmente prevista nel 2009 per disoccupati e cassintegrati, anche a lavoratori precari e Brutti ma buoni Nel 2009, con “Brutti ma buoni”, Coop Adriatica ha recuperato 775mila kg di prodotti food invenduti vicini alla scadenza o in confezioni danneggiate, impiegati per garantire 4.300 pasti giornalieri in mense sociali. Nel 2010, si allargherà anche al non food, principalmente nell’abbigliamento e negli accessori casa: “Stiamo strutturando l’iniziativa in questi giorni -dichiara a Gdoweek, Marco Gaiba, direttore politiche sociali- alcuni segmenti sono delicati, come l’elettronica o la telefonia. Su altri possiamo avviare un recupero degli sprechi”. Sconto per un milione di euro Dal 14 febbraio al 4 luglio, nella rete di Coop Adriatica, 16 ipermercati e 140 supermercati, tutti i lavoratori a tempo indeterminato che non hanno avuto rinnovato il contratto e tutti gli autonomi che hanno cessato l’attività, potranno accedere a uno sconto del 10% su una spesa settimanale di 60 euro. “È un provvedimento -dichiara il presidente di Coop Adriatica Gilberto Coffari- che coglie l’esigenza di tutelare le famiglie dalle difficoltà crescenti determinate dalla crisi occupazionale. Soprattutto dei giovani, che affrontano difficoltà lavorative ed economiche senza alcun sostegno pubblico. 14 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Retail L’allargamento della base beneficiaria dello “sconto solidale” non esaurisce l’impegno di Coop Adriatica, che si rivolgerà con attività ad hoc anche a tutte le altre fasce sociali in difficoltà. “Come sempre -spiega il presidente- concentreremo i nostri sforzi promozionali sugli alimenti di base, che costituiscono la spina dorsale delle famiglie italiane. Ma, anche in questo caso, allargheremo la nostra attenzione ad altre categorie non food, che pure costituiscono un capitolo di spesa importante per i nostri connazionali. Mi riferisco ai farmaci, alla telefonia, ai prodotti per la scuola. Prodotti indispensabili per le famiglie d’oggi, sui quali il nostro impegno ha determinato una complessiva riduzione dei prezzi di mercato, in quella stagione di liberalizzazioni che ha colpito settori altrimenti ingessati”. < Gruppo Luciani sta testando per le consegne a domicilio veicoli elettrici, ricaricabili ad energia solare, grazie a pannelli fotovoltaici. GS di Gruppo Luciani: consegne a domicilio ecosostenibili Ha una forte connotazione ecosostenibile e innovativa, l’ultima iniziativa presentata dal Gruppo Luciani (partner storico di Carrefour a Roma), che effettuerà il servizio di consegne a domicilio con veicoli elettrici ricaricati a energia solare. Punto di vendita pilota per questo progetto sarà il supermercato Gs di via Tevere a Roma, che ospiterà per un periodo di 3/6 mesi la fase di test del servizio, dimostrando la sempre maggiore attenzione verso la sostenibilità ambientale nel punto di vendita. 90mila clienti nella telefonia “In questi settori -fa eco Tiziana Primori, direttore generale alla gestione- possiamo dire di aver cambiato il mercato: nei farmaci e parafarmaci, abbiamo venduto per 15 milioni di euro, circa l’1,5% delle nostre vendite complessive. Si tratta di un settore che ci ha dato grandi soddisfazioni e che vogliamo continuare a presidiare, allargando, per esempio, anche ai farmaci da banco omeopatici, già prenotabili presso i nostri punti di vendita. Nella telefonia abbiamo raggiunto quota 90mila clienti, soprattutto verso quelle persone che non si raccapezzano nella jungla delle tariffe e hanno un uso normale del telefono, mentre sui libri di testo abbiamo raggiunto un accordo anche con l’Università per uno sconto del 15% dedicato agli studenti in difficoltà”. Davide Bernieri La meccanica del servizio Le consegne a domicilio utilizzeranno veicoli Piaggio elettrici, ricaricati anche a energia solare, tramite pannelli fotovoltaici (con una potenza iniziale di 3 KWp) installati presso la copertura del supermercato stesso. L’impianto, secondo le previsioni, dovrà soddisfare il fabbisogno energetico giornaliero per effettuare le consegne. Il servizio, attivabile direttamente nel supermercato, si svolge dalle 10,00 alle 21,00 durante la settimana, e fino alle ore 16,00 il sabato. Coprirà un raggio di 3 km e avrà un costo di 3 euro, valido per tutti, ad eccezione di portatori di handicap e disabili, che potranno usufruirne gratuitamente. 15 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Dopo il test e sulla base di indicazioni e risultati raccolti in questo periodo, verranno valutati tempi e modalità per estendere il servizio anche ad altri store del Gruppo. Vocazione ecologica Il Gruppo Luciani conferma così la propria vocazione innovativa, che l’ha visto già lavorare su concept e assortimento per definire pdv innovativi e attenti all’ambiente, dotati anche di shopper biodegradabili, cestelli spesa in materiale riciclato e soluzioni architettoniche volte a sfruttare la luce naturale per illuminare i punti di vendita. “Questa iniziativa conferma il nostro desiderio di portare avanti un concetto di pdv ecologico ed ecosostenibile che intendiamo ulteriormente approfondire -ha dichiarato Gianluca Luciani, Ad del gruppo-. Abbiamo già adeguato e sartorializzato l’assortimento e i prodotti, in base alle esigenze delle diverse tipologie di consumatori che frequentano i nostri store. Ma vogliamo fare di più. La nostra filosofia è orientata a realizzare un modello di supermercato innovativo anche nei servizi, attento alle esigenze sociali e rispettoso dell’ambiente. Questo servizio è un’ulteriore dimostrazione che stiamo muovendoci in questa direzione”. Valerio Salvi Retail Fidelizzazione Approdo italiano del primo Loyalty Coalition Programme Botta & Risposta Gerard Whelan, managing director Nectar Italia Qual è l’aspetto più strategico del programma Nectar per le aziende partner? Quello di permettere di tracciare e conoscere abitudini e gusti del cliente: è essenziale capire cosa vuole per assecondarlo. Per questo, il futuro del settore va sempre più verso sistemi di analisi industriale dei dati. è proprio in questa direzione, che stiamo focalizzando il nostro secondo livello di business. Anche l’Italia prova Nectar, carta fedeltà che vale per sette na sola carta fedeltà valida in oltre 5mila store grazie a sette partner U selezionati tra supermercati, informatica, carburanti, noleggio auto e credito al consumo. Parte dal primo marzo, anche sul mercato italiano, la rivoluzione Nectar già protagonista di un cambiamento epocale in Uk con un partner come Sainsbury’s. Uno sbarco al quale, partendo da una presenza avviata già nel 1999, Nectar lavorava da quasi tre anni (grazie al primo accordo stretto con Sma) e al quale ha dedicato gli ultimi 9 mesi nel realizzare la struttura operativa del programma, compresi sito internet e call center. “Ci muoviamo cercando prevalentemente grandi aziende, leader del mercato a livello nazionale, che vogliano realizzare un investimento a lungo termine nel creare strategicamente con i propri consumatori un rapporto diretto e di conoscenza approfondita -spiega Gerard Whelan, Managing Director di Nectar Italia-. L’obiettivo è quello di aggiungere sempre più partner al nostro programma ed essere sempre più interessanti per i clienti. I segmenti verso i quali continueremo a muoverci riguardano tutto ciò che ha a che fare con la spesa di ogni giorno, come quotidiani, telefonia, profumeria, fai-da-te, articoli sportivi, abbigliamento, giocattoli e prodotti per l’infanzia”. obiettivi di crescita Il primo Coalition Loyalty Programme del Regno Unito, che fa capo alla società canadese Groupe Aeroplan Inc. leader nella gestione di programmi fedeltà, conta di raggiungere sul mercato italiano un bacino di cinque milioni di utenti entro il primo anno di attività e di realizzare, nel primo triennio, un fatturato di 80 mio e, a fronte di un investimento complessivo di 20 mio e suddivisi tra la creazione dell’infrastruttura, il sistema di iscrizione al programma e la campagna marketing. “Per quanto riguarda i programmi di affiliazione, la situazione italiana oggi è molto simile a quella del mercato in Uk quando siamo partiti nel 2002: parcellizzato, con tante carte diverse che non consentono di raggiungere risultati allettanti per il cliente e un’eccessiva importanza verso il catalogo, che nel Regno Unito abbiamo abbandonato rapidamente, dimostrando ai consumatori che con 1.500 opzioni non ci sono limiti nella scelta dei premi -spiega Whelan-. Se la fase di lancio italiano non potrà partire da questo stesso livello, contiamo comunque di raggiungerlo nel tempo, anche se esistono forti differenze sul piano distributivo, visto che il mercato Uk conta molti meno punti vendita dell’Italia -circa 4 mila-, ma di superficie maggiore”. Oltremanica, la carta Nectar ha raggiunto un livello di penetrazione del mercato che le attribuisce gli acquisti di oltre il 50% delle famiglie inglesi attraverso una rete di partner che coprono la cena al ristorante come il pagamento delle bollette, l’acquisto di viaggi e vacanze e lo shopping virtuale attraverso oltre 400 gestori online per oltre, con la distribuzione di premi per oltre 1.300 mio di sterline dal 2002. Silvia Sammarro > Sette partner con un’unica carta Auchan, Simply Sma, UniEuro, Pc City, API IP, So Oneay (la filiale italiana di Oney Banque Accord) sono i partner iniziali del circuito Nectar. 16 GDOWEEK - 1 marzo 2010 OK-GDO A4 MUCCA_T 5-01-2010 12:18 Pagina 1 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K Retail Prodotti a marchio Continua a crescere l’incidenza sul fatturato delle pl della catena leader del biologico Le private label di Whole Foods sono competitive lungo l’intera scala prezzi Foods ha notevolmente potenziato la sua offerta di private label nell’ultimo quinquennio. Nel 2008 il suo portafoglio compredeva circa 2.200 referenze che rappresentavano circa il 19% del fatturato grocery. Nei piani della società, la private label dovrebbe aumentare considerevolmente la sua incidenza sul fatturato totale nei prossimi anni. L’architettura della Pl è piuttosto articolata. Visita virtuale al pdv Whole Foods Bowery su GdoweekTV, www.gdoweek.it ol passare del tempo le strategie ineC renti alla marca privata sembrano diventare più sofisticate anche negli Usa, mercato dove storicamente i retailer hanno fatto un utilizzo di questa leva strategica più limitato rispetto all’Europa. Un buon esempio a proposito è rappresentato da Whole Foods Market, il leader nel campo dei prodotti biologici e degli alimentari da fascia alta, con un fatturato superiore agli 8 mld di dollari e una rete di vendita forte di oltre 280 store. Pur offrendo un assortimento in grado di distinguerla abbastanza nettamente dalla concorrenza, Whole Il posizionamento della linea bio 365 Nell’ambito della linea 365, il bio si colloca, a parità di referenza, su un livello di prezzo sensibilmente superiore (dal 20 al 40%) rispetto ai prodotti normali. Il bio di 365 ha un prezzo a sua volta sensibilmente inferiore rispetto alla linea Whole Pantry (-30-50%) che in questo caso è premium rispetto alla marca industriale (+10-5%). 18 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Convenienza e premium L’area della convenienza, rapportata al posizionamento alto dell’insegna, è presidiata dal brand 365 Everyday Value che copre una gamma piuttosto estesa di prodotti di uso quotidiano sia freschi sia grocery. Il brand a sua volta si suddivide fra una linea naturale, con prodotti che rispettano tutti gli standard qualitativi della catena senza essere biologici, ed una linea biologica (365 Organic Everyday Value). La fascia premium e superpremium è presidiata dalla Pl Whole Foods Market che comprende una serie di referenze di altissima qualità con forti contenuti di lavorazione artigianale. L’area che è più in diretta concorrenza con la marca industriale è coperta dalla Pl Whole, che copre il campo dei prodotti a valore aggiunto e delle meal solution e si declina in una serie di linee di prodotto specialistiche, in grado di segmentare e focalizzare < L’articolazione dell’offerta a marchio BRAND POSIZIONAMENTO Superpremium n Esclusività, artigianalità n Consumi di appagamento Alto di gamma Funzionalità, servizio, qualità Consumi quotidiani emozionali n n Value Buona qualità, alto value for money Consumi routinari n n l’offerta con accuratezza (Whole Kitchen, Whole Pantry, Whole Creamery, ecc.). Per quanto riguarda l’offerta a scaffale, essa rimane imperniata sulla marca industriale che fa da punto di riferimento anche per la scala prezzi a scaffale. Flessibilità gestionale La marca privata permette una sua maggiore articolazione e un maggiore flessibilità gestionale verso l’alto grazie al brand premium e verso il basso grazie al brand 365. Il posizionamento di prezzo del brand Whole Foods Market è fra il 10 ed il 30% in più rispetto alla marca industriale. Il posizionamento della linea 365 è invece stimabile fra un 30% ed un 50% in meno, a seconda dei prodotti e del fatto che si tratti o meno di referenze biologiche. La linea Whole valorizza l’area di prezzo coperta dalla marca industriale grazie al suo posizionamento plurispecializzato che arricchisce la proposta di valore nelle categorie strategiche senza distorcere il livello di prezzo mediano dello scaffale. L’utilizzo della Pl permette dunque a Whole Foods di differenziare ulteriormente la sua offerta da quella della concorrenza e di aumentare il numero di proposte value senza in ogni caso entrare nel campo dei prodotto low cost. Non meno importante è, probabilmente, anche l’intento della società di utilizzare la Pl per tonificare i margini commerciali. Fabio Salvati Retail Fast fashion: sintesi vincente di un modello che piace al mercato n crescita, nonostante la crisi del tessile e abbiIgliamento, il fast fashion -o pronto programmatocondiziona tempi e schemi del settore moda. “Dentro il cappello del fast fashion ritroviamo in realtà diversi modelli tradizionali che si sono ibridati, come il programmato e il pronto moda”, spiega Romano Cappellari, direttore scientifico del Master in Retail Management e Marketing della Fondazione Cuoa, Centro universitario di organizzazione aziendale e ricerca sui temi manageriali- che a Vicenza ha organizzato una tavola rotonda per fare il punto sui nuovi tempi della moda. “L’esigenza principale è stata quella di confrontarsi col corso dei tempi e le nuove abitudini dei consumatori -argomenta Cappellari- cercando di avvicinare il più possibile il momento della produzione a quello della distribuzione. La forte differerenza che il fast fashion ha saputo realizzare rispetto alla tradizionale divisione tra programmato e pronto è stato il salto qualitativo e strategico. Sono aziende che possiedono una propria identità e soprattutto interpretano la richiesta del pubblico, unendo per la prima volta la capacità creativa all’analisi di mercato e il continuo 20 GDOWEEK - 1 marzo 2010 confronto con esso”. Esempi virtuosi di questa trasformazione di modello produttivo? Patrizia Pepe, uno dei primi a rompere con la tradizione delle due collezioni all’anno, o Liu Jo, ma anche OVS, 55DSL (Gruppo Diesel) e Flash & Partners (con No.L.Ita e Ra.re). un business da oltre 420 miliardi Meno delocalizzate, più redditizie, portatrici di occupazione: queste le caratteristiche delle aziende del fast fashion secondo i dati raccolti da Nomisma per Centergross, polo Fast Fashion Esempi virtuosi in immagini, dove creatività e produttività viaggiano di pari passo, dando vita ad un modello vincente di retail, malgrado la crisi. In ordine gli store: 55dsl (Diesel); No.L.Ita; Liu Jo; Ovs, Napoli. commerciale del principale distretto italiano del fast fashion, in Emilia Romagna. Su un campione di circa 700 aziende di abbigliamento e accessori, l’analisi rileva che, tra il 2004 e il 2009, l’85% di esse ha registrato un generale aumento di fatturato, che per un quinto di esse ha superato il 25%; una crescita media di occupati, tra il 2002 e il 2007, da 38 a 48, ed una presenza oltre confine per i 3/4 dei marchi partner, con quote di fatturato salite dal 35% del 2005 al 43% del 2009. Il business regionale del fast fashion vale oltre 5 milioni di euro, all’interno di un panorama nazionale che raggiunge nel globale della distribuzione all’ingrosso un giro d’affari di 421,7 miliardi di euro. “Oggi, l’attenzione generale del mercato e dei media è focalizzata sul fast fashion perché è la moda che fa business, grazie alla possibilità di comprare anche in corso di stagione, dividendo il budget su più acquisti e puntando su un prodotto sicuro perché testato, suggerito, richiesto dal cliente stesso, che arriva così a vestire i panni dell’uomo-prodotto”, aggiunge Alessandra Lombardini, vice presidente di Centegross, che a metà febbraio ha organizzato il Fast Fashion Festival. opzione multimarca Rispetto ai colleghi stranieri, dai già introdotti Zara, Mango ed H&M ai nuovi Gap, Topshop ed Uniqlo pronti allo sbarco in Italia -tutti fortemente focalizzati sul retail monomarca, sia diretto sia in franchising- i marchi del fast fashion italiano puntano piuttosto ad una distribuzione multimarca. Una direzione corrisposta dai retailer nazionali, visto l’accordo appena stretto da Coin con N.O.W Fashion Exhibition (salone di Fiera Milano, in calendario dal 26 febbraio al 1 marzo) per l’inserimento nei suoi store di nuovi marchi giovani, presentati in anteprima dalla seconda edizione della manifestazione di settore. “La collaborazione conferma come il segmento del pronto programmato, che negli ultimi anni è cresciuto in maniera importante per offerta, qualità e anche creatività, è maturo per fare un salto di qualità in termini di visibilità e commercializzazione, puntando a nuovi mercati, conclude Massimiliano Bizzi, ideatore del salone. Silvia Sammarro Retail Nuovi concept La versione rinnovata dello store verrà implementata anche all’estero Botta & Risposta Serena Campana, direttore marketing Autogrill Italia Il cliente ha recepito il cambiamento? Certamente. In base a una ricerca condotta da Ipsos Marketing, l’87% degli utenti ha notato il cambiamento e, di questi, il 71% apprezza di più il locale, inteso dal punto di vista del suo insieme. Oltre alla nuova atmosfera, il 56% apprezza anche il maggiore servizio, come pure i prodotti. Ciao si evolve verso lo stile Mediterraneo iù spazioso e luminoso, con un percorso e un’ambientazione più coinP volgenti. Sono alcuni dei plus sottolineati dagli stessi clienti nella loro valutazione (indagine Ipsos Marketing) del rinnovato Ciao -sia del concept sia del logo- all’interno del centro commerciale Carosello di Carugate (Mi). Stile luminoso “I macro trend del mercato evidenziano che, sempre più, nella scelta di un luogo di ristorazione, i consumatori privilegiano locali con ambientazioni gradevoli, coinvolgenti e con elevato servizio, insieme al buon cibo -spiega Serena Campana, direttore marketing Autogrill Italia-. Abbiamo quindi scelto di rinnovarci a 360°”. Il progetto di restyling si è avvalso della collaborazione della Landor Associates sia italiana sia della sede di Londra, che, attraverso l’utilizzo di materiali naturali, come il legno, la pietra e il vetro, e di colori come il verde oliva, il marrone il giallo ha voluto esaltare la mediterraneità del concept, aggiungendo però un pizzico di creatività anglosassone. Un focus particolare è stato rivolto alle luci e alla luminosità, nel suo insieme, di tutto il rinnovato concept: luci di design poste sopra ciascun tavolo, separé divisori per una maggiore privacy tra un tavolo e l’altro sono alcuni dei punti di forza del nuovo Ciao.“Landor -aggiunge Campana- ha rivisitato anche il logo che ora è certamente più avvolgente e di maggiore impatto, come anche espresso dal nuovo claim Il sole ogni giorno”. Assortimento rinnovato L’ottimizzazione del merchandising ha consentito di valorizzare l’assortimento e l’offerta. Le innovazioni nel food non mancano: dai pani speciali a un nuovo assortimento di vino, dai piatti unici che rispondono alle attese di piatto completo e leggero alle specialità asiatiche del corner Asia. “L’obiettivo -aggiunge Campana- è stato quello di garantire un’ampia scelta tra i diversi stili alimentari, privilegiando i prodotti locali. Il focus sulle specialità del territorio sarà poi declinato di volta in volta a secondo della località: in Francia e in Spagna, i primi Paesi in cui andremo a implementare il rinnovato concept di Ciao, proporremo altre specialità, sempre in linea con il tipico del luogo”. Design di Servizio Particolare attenzione è stata riservata alle persone che hanno problemi di mobilità ridotta: gli spazi ampliati per il percorso, i banchi di servizio facilmente accessibili a chi è in carrozzina e i carrelli multivassoio, vanno incontro alle esigenze queste persone, tra cui vanno annoverate anche le mamme con bimbi, che devono preoccuparsi di riempire più vassoi alla volta. Tiziana C. Aquilani Un Ciao che si prende cura di tutti i clienti Garantire maggiore servizio al cliente è uno dei plus del nuovo concept: insieme agli ampi spazi dei corridoi, che agevolano la mobilità, propone anche carrelli multipiani che semplificano il trasporto dei prodotti scelti. Così, per esempio, anche le mamme con bambini “al seguito” possono scegliere con maggiore tranquillità le proposte di Ciao. 22 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Retail Il media mix sembra meno veloce nel recepire il cambiamento L’impatto percepito sulle prestazioni aziendali ... Percezione di un altissimo valore aggiunto offerto dalla multicanalità su tutti i Key Performance Indicators Aumento dell’efficienza delle attività di marketing Sinergie positive tra i vari canali Maggiore soddisfazione dei clienti Aumento dell’efficacia delle attività di marketing Altro 1,9% 68% Tv 50,9% 67% Direct Mail 5,8% Affissioni 2,0%Altro Internet Tv 6,7% Totale investimenti 7,7 mld euro Stampa Radio Radio 5,1% 63% Stampa 27,6% 87% Internet Affissioni Altro Direct mail Tv Fonte: Nielsen - Osservatorio Multicanalità 2009 (Rispondenti: responsab. marketing) Fonte: Stime Nielsen Media - Commerciale Nazionale - Gennaio-Novembre 2009 La voce Altro include: Cards, Cinema, Out of Home TV, Transit Stampa Radio Multicanalità I consumatori evolvono nella comunicazione, meno la gdo e l’industria La pluralità dei messaggi incrocia un target allargato Internet Stampa Radio Internet Affissioni Direct Mail multicanale e aver rilevato nel 2008 un ritardo da Altro parte delle imprese nel parlare a questo nuovo target; nel 2009, si è concentrato sull’evoluzione tv del consumatore alla luce della pervasività delle nuove tecnologie e della crisi finanziaria, valuStampa tando al tempo stesso l’approccio strategico delle imprese italiane alla multicanalità. a rivoluzione mediatica, in atto ormai da anni, non sembra essere stata recepita appieno da L parte di chi punta a comunicare con il consu- matore, probabilmente anche a causa della sua complessità. Eppure i new media interagiscono quotidianamente con milioni di persone che hanno fatto proprie le innovative concezioni di socializzazione, comunicazione, modi di interagire. Segmentazione È questa la sintesi di quanto emerge dai dati dell’ultimo Osservatorio Multicanalità, progetto promosso da Nielsen, Nielsen Online, Connexia e la School of Management del Politecnico di Milano. L’Osservatorio, dopo aver creato una nuova segmentazione della popolazione italiana, monitorato la crescita del consumatore i nuovi target I consumatori multicanale in Italia, nel 2009 sono ulteriormente aumentati e ora raggiungono quota 20,4 milioni (pari al 40% della popolazione italiana). Crescono notevolmente i due cluster di clienti più multicanale, ovvero gli Open Minded e i Reloaded. I primi, circa 11,8 milioni, sono fortemente aperti all’innovazione, conoscono le nuove tecnologie, ma ne fanno un uso prevalentemente individualista. Sono caratterizzati da tratti di autosufficienza psicologica (priorità: stare bene con me stesso); non sembrano essere preoccupati per il futuro, sono attratti dalle novità (ma in misura minore rispetto al cluster Reloaded) senza, però, tradurre questo aspetto in una marcata infedeltà alla marca. I Reloaded, invece (8,6 milioni e cresciuti del 31% sul 2008) sono i consumatori propriamente multicanale, essendo fortemente coinvolti nei processi di relazione con le aziende e gli altri consumatori attraverso una molteplicità di canali di contatto. Sono influenti e in grado di attivare dinamiche virali anche e soprattutto attraverso Internet. Sono marcatamente attratti dalle novità, e infedeli alla marca con un indice elevato di acquisto della marca privata. Hanno un approccio positivo verso la vita e dimostrano un’alta neces- 24 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Affissioni Direct mail Retail gli acquisti incrociati Mi informo sul web e acquisto nel pdv molto +abbastanza Totale popolazione Open Minded* Reloaded** 46% (molto 18%) 78% (molto 26%) 76% (molto 26%) Mi informo nel pdv e acquisto sul web molto +abbastanza Totale popolazione Open Minded Reloaded 11% (molto 3%) 24% (molto 6%) 28% (molto 7%) Fonte: Nielsen/Connexia - Osservatorio Multicanalità 2009 * Consumatori tecnologicamente avanzati, cercano risparmio, ma non contatti diretti; ** Maturi, affamati di informazioni, cercano contatti diretti I social network “muovono” opinioni sui brand D: Sulla base di ciò che lei ha visto/letto/sentito recentemente su Social network/ community/forum o Blog la sua opinione generale su (azienda) è: Azienda Peggiorata % Barilla Ferrero Coop Esselunga Benetton Fiat Enel Poste italiane Pirelli Mediaset Alitalia Trenitalia Rai 4 4 4 6 4 11 10 17 11 15 23 33 26 Invariata % 41 42 43 43 53 39 44 39 44 42 47 34 47 Fonte: Duepuntozero Research – Osservatorio Multicanalità 2009 sità di arricchimento delle proprie conoscenze con relazioni sociali e viaggi. Sono target, cui occorre rivolgersi con messaggi specifici e con un linguaggio diverso. “Relativamente alla gdo -spiega Giovanni Pola, direttore generale Connexia- l’elemento più impattante è la necessità di comunicare con il target Reloaded, che richiede un’impostazione più flessibile del Crm, fattore di marketing su cui indubbiamente le catene hanno puntato fortemente. In sintesi, si devono rivedere i valori e i contenuti su cui impostare il rapporto con questi consumatori che saranno sempre più numerosi: i Reloaded, infatti, cercano un rapporto diretto, anche se prevalentemente con l’industria”. Una sfida per la gdo Ma la sfida è proprio questa, “intendo dire -spiega Pola-, che anche la gdo deve essere in grado di coinvolgerli appieno attraverso un processo di co-creazione del punto di vendita, sfrondandosi di dosso il semplice ruolo di canale di acquisto di prodotti in promozioni. E quindi, aprendo a suggerimenti su assortimenti, contestazioni, tematiche locali e ogni altra iniziativa che arrivi dal target. Creando con esso una relazione diretta e continua, accrescendo, in questo modo, la sua fiducia nei confronti della catena: è ovvio che le persone si fidino maggiormente di chi le ascolta”. “Certo, non è sufficiente inserire nel sito aziendale la possibilità di uno scambio di mail, di un call center -continua Pola-. Occorre avvicinare questo target con le sue stesse armi, sfruttando maggiormente la multicanalità, come per esempio la tecnologia Mobile, e rendere il Reloaded protagonista, aggiornandolo e rispondendo alle sue richieste per farlo sentire coinvolto nelle decisioni”. Tra l’altro, l’Osservatorio Multicanalità ha determinato anche il profilo dei diversi target. Il Reloaded è di particolare interesse per l’industria e per la gdo, perché privilegia prodotti premium in ogni settore. “Però -conclude Pola- necessita di particolari attenzioni, perché è alla continua ricerca di informazioni approfondite, che gli garantiscano di avere fatto una buona scelta”. Gli anticipatori Non mancano comunque alcuni esempi di comunicazione innovativa anche da parte della distribuzione. A partire da Lidl, che da un paio d’anni realizza, sfruttando ampliamente la comunicazione Mobile, la promozione Un minuto di spesa gratis: i clienti che avessero effettuato un acquisto di almeno 25 euro, comunicando il codice stampato sullo scontrino via telefono, SMS o sul sito dedicato, potevano partecipare all’estrazione di premi da 25 euro e alla finale che consentiva al vincitore di portarsi a casa gratuitamente tutto quanto riuscisse ad “arraffare” in un minuto di tempo. Chi invece ha realmente rotto gli schemi in tema di comunicazione è stata Coop Lombardia che, in occasione dell’inaugurazione di un punto di vendita, si è affidata al Mobile marketing: creando del buzz, che parodiava l’arrivo degli alieni annunciato per radio da Orson Welles negli States, ha creato attesa intorno alla nuova apertura che, più semplicemente, è stata a Osnago, nella provincia Monza Brianza. “Il riscontro -commenta Alberto Barbaglia, titolare di Futureland.it, agenzia specializzata in mobile marketing - è stato positivo: pur essendo stato un primo esperimento, realizzato con un budget simbolico, ha portato in pochi giorni 16.932 visite al sito www.CosaSuccede.com e 227 fan nelle pagine Facebook di Coop”. “Solitamente in gdo -aggiunge Barbaglia-, fanno opposizione a tipologie di comunicazione più innovative. Con Coop, invece, è allo studio un ulteriore passo verso la comunicazione multimediale: il volantino cartaceo con segnalazione di promo sarà affiancato da una comunicazione più diretta e interattiva, realizzata tramite cellulare. L’idea è di incrementare l’utilizzo del canale con diversi step successivi: l’obiettivo è di coinvolgere il cliente in modo personalizzato, ponendo alla sua attenzione solo iniziative promo in linea con i suoi interessi”.Tiziana C. Aquilani 25 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Migliorata % 55 54 52 52 40 50 45 44 44 43 27 32 27 Corner e shop-in-shop 01 Coop Costruire partnership Soddisfazione in casa Coop, a un anno dal lancio dello shop-in-shop messo a punto con Olimpias (Benetton): gli Ipercoop che hanno adottato la soluzione hanno migliorato le vendite del 10% rispetto agli altri. Vocabolario 02 Salmoiraghi&Viganò n Concession Il rapporto tra un retailer e un brand -industriale o retail- per gestire un determinato spazio personalizzato in un department store. Spazi brandizzati e no logo “In questi anni abbiamo raccolto un’ampia esperienza in tema di corner sia no brand -gli spazi ottica negli ipermercati, ad oggi oltre 70-, sia brandizzati nei department store (2 nei Coin di Taranto e Roma)”, spiega Gianni Cossar, direttore marketing di Salmoiraghi&Viganò, che, nel proprio flagship di Milano ha aperto 3 corner da mettere a disposizione in affitto ai propri partner di settore. n Corner Uno spazio soft senza una forte connotazione a livello di comunicazione del brand. Le pareti e il soffitto sonoquelle del “contenitore”, il brand si limita a personalizzare gli arredi. Un corner di abbigliamento si sviluppa su 30-40 mq, quelli di gioielleria, elettronica e accessori sui 10-20 mq. 03 Yamamay n Shop-in-shop Passo successivo per la riconoscibilità del brand. Metratura di almeno tre volte il corner e personalizzazione della location per ricreare la stessa esperienza di vendita di uno store free standing. Da stand alone a corner Con una rete nazionale e internazionale che supera i 500 store, Yamamay ha iniziato in Italia anche a realizzare corner in department store per garantire la massima copertura soprattutto nei centri cittadini. a cura di Alberto Gigli, director of store planning Europe and Middle East Tom Ford Dalle partnership con le aziende ai nuovi “matrimoni” tra retailer 26 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Corner e shop-in-shop nuove opportunità di partnership si aprono ai retailer per dare valore alla shopping experience. Così crescono i corner e gli shop-in-shop, territori sempre più interessanti da esplorare per la loro capacità di garantire varietà, attrazione e specializzazione agli store delle insegne despecializzate, in linea con quanto già da tempo avviene all’estero soprattutto nei department store, che si “combattono” a suon di aree personalizzate di brand premium e innovativi. Oggi, però, stiamo assistendo a cambiamenti importanti, dettati dalla stessa necessità dei department store italiani di differenziarsi: così accanto a brand di abbigliamento -dai nomi prestigiosi del lusso, sempre più presenti con capi selezionati e seconde linee, a quelli più trendy e frutto di scouting- cresce il numero dei retailer specializzati che aprono spazi di dimensioni importanti presso altre insegne. FORMATI DI RETAILER PER RETAILER Così, accanto ai più noti Trussardi, Armani, Versace, Timberland, Disegual e Guess, tanto per citare alcuni marchi noti, si incontrano sempre più spesso firme come Mango, Yamamay, Stefanel e Salmoiraghi&Viganò, che sfruttando le proprie competenze propongono sia corner brandizzati sia spazi ottica per le insegne food. Non sarà un caso se Stefano Beraldo, Ad di Gruppo Coin, ha lanciato l’idea di ospitare nella nuova Upim (vedi Gdoweek n. 06 del 15 febbraio) in gestazione miniformat realizzati da retailer specialisti, considerati nomi di riferimento del mercato. “Le concession rappresentano una opportunity to sell che, prima di tutto, deve soddisfare i nostri clienti, ma certo anche garantire vantaggi in termini di vendite, per noi come per il brand nostro partner -sottolinea Francesco Sama, direttore generale di Coin-. In quest’ottica, è chiaro che il rapporto con altri retailer risulta più semplice: parliamo la stessa lingua! Con le altre insegne siamo convinti sia possibile riuscire a definire formati più originali in grado di caratterizzare ulteriormente la shopping experience offerta dai nostri store. Questo implicherà accentuare le logiche di selezione sempre in maniera coerente con il nostro posizionamento di Coin”, precisa Sama. 04 Stefanel Una soluzione per l’estero e l’Italia Stefanel, oltre ad operare con corner all’estero (Printemps, Galeries Lafayette e El Corte Inglés) ha iniziato da 3 stagioni a sperimentare la formula anche con Rinascente e Coin. “Si tratta di un canale in crescita che sta diventando un’opportunità di business sempre più interessante, in alcuni Paesi l’unico ad avere reale rilevanza -precisa Giuseppe Stefanel, presidente di Stefanel Spa-. Infatti, uno spazio qualificato nei department store rappresenta una grande vetrina che può fare da volano alla notorietà del brand in un nuovo mercato, oltre che essere test per misurare il posizionamento, la coerenza del prezzo e l’apprezzamento del marchio e della collezione. Certo per garantirne il successo sono fondamentali visibilità e facilità di accesso, esposizione funzionale ed accattivante e frequente rinnovo dell’offerta, il tutto coerente con il livello del department store. Vista la validità della formua, non escludo a priori la possibilità di inserire anche corner di altri in alcuni dei nostri store selezionati di dimensioni superiori alla media”. 05 Mango Corner, leva in crescita da sfruttare In Italia, il piano di espansione di Mango (più di 1.390 store in oltre 95 Paesi) vede nei corner una leva strategica. Ai 3 inaugurati la scorsa stagione all’interno di Coin, ne seguiranno 7 (Padova, Mestre, Bergamo, Venezia, Varese,Treviso e Bologna) su una superficie compresa tra i 60 e i 100 mq. In Italia Mango opera con 21 store, che saliranno a 27. VANTAGGI E SVANTAGGI Pur cambiando gli interlocutori, identici rimangono i motivi alla base di una scelta che, al momento, sembra presentare solo aspetti positivi. Un primo vantaggio è tecnico: queste soluzioni, a qualsiasi forma appartengono, permettono l’inserimento soft in nuovi mercati a fronte di rischi più bassi. Non per niente sono spesso usati come test pilota per avviare politiche di internazionalizzazione. Un altro vantaggio è dettato proprio dalle logiche del “tutto sotto lo stesso tetto”: i diversi brand si avvantaggiano dal traffico complessivo del department store, sempre più un centro 4 segue a pag. 28 27 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Corner e shop-in-shop 4 segue da pag. 27 01 Coin Una formula di successo Attualmente all’interno di Coin sono attivi oltre 400 spazi concession, nelle diverse formule corner e shop-in-shop, con una dimensione media di 35 mq. I risultati registrati a livello di vendita sono, finora, decisamente soddisfacenti, se si pensa che un’area gestita direttamente dal brand guadagna circa il 40% in più rispetto ad uno no logo. L’abbinamento volume delle vendite, dimensione per mq e valore della location sono i criteri alla base delle valutazioni effettuate per la sottoscrizione del contratto. 02 Rinascente Corner per un lusso accessibile Con l’arrivo della nuova proprietà e di Vittorio Radice, profondo conoscitore dei department store all’estero, Rinascente ha abbracciato la logica dei corner dedicati a brand di lusso e alle loro seconde linee. 03 Harrods Da gestore di corner a shop-in-shop Harrods, riferimento mondiale, apre un nuovo territorio: diventare corner all’interno di una banca, la filiale berlinese di Deutsche Bank, un unico ambiente per coniugare intrattenimento e relax (vedi Gdoweek n. 06 del 15 febbraio). commerciale cittadino e generato in sinergia da altri partner e merceologie. “Coin mette a disposizione una media di un milione di persone l’anno, numeri che nessun brand, tra quelli del lusso o tra i retailer specializzati, può pensare di raggiungere da solo a fronte di un negozio sempre aperto, della cui gestione relativa a security, animazione, monetica, pulizia, luci non devono preoccuparsi: i partner devono esclusivamente concentrarsi sulla disponibilità di merce, corretta a livello di taglie e modelli, oltre che formare personale ad hoc -aggiunge Sama-. Non è poco”. Non mancano vantaggi anche dal punto di vista di marketing: rispetto agli store multibrand, ad esempio, corner e shop-in-shop garantiscono ai singoli marchi la possibilità di esprimersi in maniera più completa nei confronti dei clienti; inoltre, permettono un loro ascolto diretto, per capire 28 meglio, senza intermediari, le esigenze della clientela per non parlare della possibilità di organizzare animazioni ed eventi. Per le insegne di elettronica e food, i corner coprono anche altre possibilità, come quella di presentare in anteprima prodotti di ultima generazione, piuttosto che inserirsi in business più o meno complementari allargando il brand d’insegna (ottica, bar, spa) o creare sinergie originali (come Fauchon con Carrefour). E gli svantaggi? Sono legati soprattutto alla “qualità” della relazione tra i partner: eventuali divergenze riguardano la validità della location assegnata, la possibilità di essere presenti in determinati store e in certe città. “Da quando abbiamo adottato la logica degli shop-inshop abbiamo stipulato contratti di durata media di 3 anni, rinnovabili, ma già dopo 3 collezioni, di cui almeno 2 simili (pari stagione), si capisce se il rapporto è proficuo, anche GDOWEEK - 1 marzo 2010 Corner e shop-in-shop 04 Mediamarket Varie tipologie di corner “Distinguiamo diverse soluzioni -spiega Maurizio Motta, dg di Mediamarket-: ci sono corner strategici, di dimensioni maggiori e conformi al prodotto core (le aree di Apple o Hp) o tattici, più piccoli per prodotti con quote di mercato in crescita (es: Nespresso). Si aggiungono aree promozionali per il lancio dei prodotti di singoli brand, corner funzionali per “proporre cultura”, come le zone Pro Green o l’area bimbi del Saturn Verano Brianza (Mi), aree corporate con funzione educativa -le aree gaming- e show room dedicati, come quello per il bianco nel Media World di Cinisello Balsamo (Mi). 05 Ikea Incasso: dal brand allo stile Ikea Lo spazio for Ikea for Whirlpool, per elettrodomestici da incasso per cucina, è stato sostituito da un’area di 35-50 mq con elettrodomestici che rispettano i tre stili proposti da Ikea nel mondo cucina. 06 Auchan e Carrefour Estendere la marca verso altri business Le insegne food stanno cominciando a proporre aree personalizzate per sottolineare nuovi business -la Spa di Auchan a Mestre con Germaine de Cappuccini- piuttosto che partnership di prestigio, come Carrefour e Fauchon. se, ovviamente esistono relazioni soddisfacenti che durano una sola stagione -precisa Sama-. Il tasso di ricambio rimane basso, intorno al 15%”. CORNER A MARCHIO CON CONSULENZA BRANDIZZATA La validità dei corner è ulteriormente dimostrata dai risultati. Per Coin, gli shop-in-shop fanno registrare ai brand che li gestiscono vendite superiori del 40% rispetto a una presenza non personalizzata. Anche le performance degli ipermercati di Coop con lo spazio tessile personalizzato per il brand Joy -realizzato con Olimpias Benetton- sono superiori del 10% nei confronti di quelli che non hanno adottato la soluzione. “É il risultato di una segmentazione in mondi 29 più evidente, che ci ha portato ad accentuare la logica promozionale per temi più che ad evidenziare solo il prezzo, sempre conveniente”, precisa Nicole Toth, project manager di Coop Italia, divisione Ricerca di business innovativi. La stessa Ikea, nelle aree di 35-50 mq dedicate agli elettrodomestici da incasso per cucine, ha visto incrementare le vendite del 17%, mentre quelle del comparto cucine sono cresciute del 13%. Parliamo di forni, piani cottura, frigoriferi e lavastoviglie prodotti per l’insegna svedese da Whirpool ed Electrolux, tutti di classe A superiore, e personalizzati dai designer Ikea secondo lo stile della cucina. “Nel 2009, abbiamo raggiunto un indice di conversione del 3,61 contro il 3,58 previsto, dati che ci lasciano pensare che nel 2010 miglioreremo ulteriormente le performance”, spiega Daniela Graziano, responsabile vendita cucine di Ikea Italia. GDOWEEK - 1 marzo 2010 Retail di Alessandra Bonaccorsi FOOD AREA NIELSEN 2 DISCOUNT Via Tristano e Isotta 10/1 Rimini 1.100 mq Lidl spa Data di apertura 4 febbraio 2010 Location Il pdv riapre dopo l’intervento di ristrutturazione. La superficie di vendita è passata da 500 mq agli attuali 1.100. Ampliato il parcheggio, che ora dispone di 100 posti auto. Concorrenza Non ci sono pdv in diretta concorrenza con l’insegna. LAYOUT Classico format dell’insegna. Offerta 1.200 referenze tra food e non food, pane confezionato, così come carne e ortofrutta. Servizi Orari di apertura: dal lunedì a sabato dalle 09,00 alle 20,00 con orario continuato. Il sabato offre articoli scontati fino al 40% con la speciale operazione “Tutti pazzi per il sabato”. Addetti e casse 17 collaboratori, di cui 15 donne, compresa la responsabile del pdv. AREA NIELSEN 3 Discount Via Fausti, Cortoghiana (Ca) 800 mq Balia sas Ipermercato Doppio ingresso: Viale Marconi, via Mercalli Cagliari 3.000 mq, di cui 2.161 mq di superficie netta di vendita Superemme (Selex) Data di apertura 10 dicembre 2009 Location Pdv riaperto dopo restyling e ristrutturazione. Adiacente all’ipermercato un discount a insegna Hardis sempre del gruppo Superemme. Concorrenza Assenti concorrenti diretti. LAYOUT Tradizionale apertura sull’ortofrutta. OfferTA Grande enfasi sui freschi con il 40% della superficie di vendita in cui si trovano i banchi dell’ortofrutta, panetteria, gastronomia e pescheria, con banchi assistiti, take away e self service per il pane. Pesatura direttamente alla cassa. Le soluzioni mirate al risparmio energetico prevedono l’utilizzo di valvole elettroniche e di un sistema di telegestione. All’interno del pdv attiva anche una farmacia gestita da una società esterna. Servizi. Orari di apertura: dalle 9,00 alle 20,00. La Fidelity Card Pan offre sconti personalizzati, promozioni, raccolte punti, cataloghi regali. Ai soli titolari è riservato il periodico Primizie. Parcheggio auto: 170 posti. Addetti e casse In barriera 10 casse, mentre gli addetti sono 42. 30 Data di apertura 28 novembre 2009 Location Centrale. CONCORRENZA Vari store a insegna Leclerc, Pan, Conad, Eurospin, Lidl, Despar, Sigma. LAYOUT Classico format dell’insegna. Offerta Sono 6.300 le referenze in totale, 3.800 per il food, 2.500 per il non food. Banchi assistiti per ortofrutta, macelleria, salumi e formaggi, pasticceria e pescheria, pasta fresca e gastronomia. Presente l’enoteca. Nel corner non food, prodotti per la cucina e per il giardinaggio, piante ornamentali per la casa. Servizi Orari di apertura: tutti i giorni dalle 8,00 alle 13,30 e dalle 16,30 alle 20,30. Parcheggio per 50 posti auto. Servizio di consegna a domicilio. Casse e addetti Tre casse touch screen frontaline elettroniche. Due addetti full time, un impiegato ufficio, e sette part time diretti dal direttore Angela Caddia. AREA NIELSEN 4 IPERMERCATO Via Catira Santa Lucia, San Giovanni La Punta (Ct) 3.000 mq Ingross srl GDOWEEK - 1 marzo 2010 Data di apertura Novembre 2009 Location All’interno del Parco commerciale I Portali. Concorrenza L’Iperspar del vicino centro commerciale Le Zagare, Ipercoop nel c.c.i Katanè, e il discount Alis. LAYOUT Tradizionale apertura sull’ortofrutta. Offerta In assortimento 7.000 referenze. Pescheria con il pescato del giorno e gastronomia, entrambi assistiti. Servizi Orari di apertura: tutti i giorni dalle 9,00 alle 21,00. Take away, consegna a domicilio e un bar interno all’ipermercato. Addetti e casse 12 casse tradizionali che comprendono cassa gestanti e cassa veloce. 44 gli addetti full time e 4 part time. Alla direzione Antonio Patti. N ON Discount FOOD Via Per Treglio 53 Lanciano (Ch) Forza3 Data di apertura 14 gennaio 2010 Location Via Per Treglio, a pochi chilometri dal centro di Lanciano, sulla strada provinciale 82 che si congiunge con la strada statale Variante Frentana. Concorrenza Acqua & Sapone. LAYOUT. Classico format dell’insegna. Offerta. 9.000 referenze nelle categorie igiene casa, igiene persona, casalinghi e giocattoli. Servizi. Orari di apertura: da lunedì a sabato dalle 9,00 alle 20,00. Parcheggio scoperto di 120 posti. Addetti e casse 9 addetti full time diretti da Giuseppe Di Camillo. Quattro casse tradizionali. CAMPIELLO GDO A4_T 25-01-2010 11:20 Pagina 1 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K R&S e branding Mulino Bianco investe nella relazione diretta col cliente el 1975, Barilla, leader nazionale nel mercato della pasta, entrava nel settore dei prodotti da N forno con il lancio della marca Mulino Bianco. In 35 anni di vita, l’offerta è diventata sempre più ricca e articolata. Ai biscotti si sono affiancate merendine e barrette, e poi si è allargata al pane ai sostituti del pane. E oggi, con il lancio dei frullati 100% frutta Storie di frutta, è entrata in un nuovo comparto. Prendendo spunto da quest’ultimo lancio abbiamo chiesto a Eugenio Perrier, direttore marketing brand development Mulino Bianco, di illustrarci le strategie di sviluppo della marca, per capire in che misura queste siano nel segno della continuità piuttosto che in quello della trasformazione. Dal bakery al beverage la differenziazione è forte. La scelta di presidiare il mercato, promettente ma comunque di nicchia, degli smoothie risponde più a logiche di tipo commerciale o strategico? Innanzitutto, tengo a sottolineare che si tratta di un’operazione nel segno sì dell’innovazione, ma assolutamente coerente con i valori di naturalità e di genuinità da sempre propri della marca Mulino Bianco. Un fatto questo non solo dichiarato, ma rilevato dai test sui consumatori che hanno preceduto il lancio di Storie di Frutta. Detto questo, si tratta di un lancio la cui rilevanza è senz’altro di tipo più strategico che tattico: da un lato, rafforza 32 il posizionamento di “sana alimentazione” scelto dalla marca, dall’altro ne sottolinea la modernità e l’immagine friendly, in quanto capace di assecondare bisogni e stili di vita emergenti. Se è vero che l’attuale dimensione del mercato non avrebbe giustificato un investimento così importante, è altrettanto vero che crediamo molto nel prodotto e, con l’aiuto dei retailer, confidiamo di raggiungere interessanti risultati di vendita. Il monitoraggio delle prime due settimane di commercializzazione ci fa ben sperare in questo senso. Qual è il sostegno che richiede alla gdo? Essenzialmente quello di dare a Storie di Frutta lo spazio che si merita, in termini di visibilità a scaffale. Abbiamo predisposto tutta una serie di materiali Pop per evidenziare il prodotto su uno scaffale tanto affollato, ma il punto di vendita deve fare la sua parte per facilitarne il reperimento. Torniamo al vostro core business. Quali sono le linee più alto vendenti? E quelle più performanti? I biscotti rappresentano tuttora la categoria principale per Mulino Bianco, che cresce di anno in anno anche grazie al contributo dell’innovazione. Da notare che nel 2009 -l’anno della crisi-, le nostre vendite hanno avuto uno sviluppo superiore GDOWEEK - 1 marzo 2010 Intervista Chi è... Eugenio Perrier, 44 anni, direttore brand development Mulino Bianco. Entrato in Barilla nel 1992, dove è cresciuto nell’area Bakery, dal 2001 al 2004 è stato global marketing director di Wasa. Rientrato in Italia, in Barilla, prima di assumere l’attuale carica è stato per due anni breakfast marketing director alla media, solo in parte giustificato dal successo riscosso dai due ultimi lanci (Girotondi e Batticuori, ndr): una conferma della validità della teoria della ricetta anticrisi denominata “piccolo lusso accessibile”; ma, forse, anche dell’importanza che gli italiani stanno iniziando ad assegnare alla prima colazione, che sempre più spesso -anche per questioni di risparmio- non si consuma più frettolosamente al bar, ma a casa, come se fosse un piccolo rito propiziatorio, e in quanto tale richiede la presenza di prodotti soddisfacenti e rassicuranti. Va però detto che molte private label propongono biscotti ispirati ai vostri item di maggior successo … Sì, è un fenomeno evidente, e un po’ ci lusinga in quanto è la dimostrazione che rappresentiamo un modello di riferimento nel mondo dei biscotti. Il che comporta l’accettazione del ruolo, ma anche la necessità di sfidare chi ci imita continuamente, da un lato attraverso il miglioramento qualitativo continuo dell’esistente e dall’altro impegnandoci continuamente nell’innovazione. Ricettazione, forma, nome, prezzo: quale fattore incide di più sul successo di un biscotto? Dipende dal mix di tutti questi fattori più altri ancora. Penso, ad esempio, alla scelta delle materie prime, che oltre ad essere fondamentali per la qualità del prodotto, devono anche essere tali da riuscire ad assicurarne la costanza qualitativa. Per quanto riguarda la R&S di nuovi prodotti poi è fondamentale saper leggere l’offerta esistente per individuare il prodotto “mancante”, quindi capace di differenziarsi. Per esempio, il successo di Batticuori si deve al fatto che è l’unico biscotto al cioccolato a prova di inzuppo. Anche elementi soft quali il nome sono importanti. Per coniare quello dei Girotondi abbiamo indetto una sorta di concorso che ha coinvolto 45mila consumatori. Ne abbiamo tratto 10mila risposte e un elenco di 25mila nomi, dai quali attraverso successive selezioni abbiamo scelto il nome Girotondi. Altre categorie con dinamiche di rilievo? Una crescita di più lungo periodo, ma decisamente interessante, riguarda il pane morbido, un autentico prodotto servizio che ha saputo conquistare il gradimento crescente di un target, perlopiù giovane e urbano, che non ha tempo di acquistare il pane fresco tutti i giorni. Grazie all’expertise di Mulino Bianco, siamo riusciti ad offrire loro un pane industriale caratterizzato da una freschezza più lunga, ovvero un’alternativa credibile e soddisfacente a quello artigianale. La grafica del pack della pasta Barilla è stata rivoluzionata di recente. C’è in programma qualcosa di simile anche per Mulino Bianco? Il packaging è uno strumento fondamentale per illustrare l’architettura dell’offerta. Per alcune linee -penso a Pan di Stelle, e poi a Gran Cereale e alla linea dei pani- abbiamo puntato su una nuova identità grafica, ma per l’offerta mainstream sinora abbiamo preferito procedere per gradi, con continui restyling. La salvaguardia della brand equity è un processo delicato: occorre saper coniugare la necessità di aggiornare e attualizzare lo stile di comunicazione senza compromettere la riconoscibilità della marca e la sua cerenza ai propri valori fondamentali. Ciò non significa che non ci possa essere un’evoluzione del nostro sistema di comunicazione, che infatti nel 2009 è stato rilanciato utilizzando la piattaforma “Nel mulino che vorrei”. E avete puntato sui new media digitali ... Sì, tanto è vero che il nostro modello di comunicazione in internet rappresenta già un caso di riferimento. Crediamo molto nei mezzi digitali, perché consentono alla marca di costruire una relazione diretta con i consumatori, ma è fondamentale che questo avvenga attraverso la costruzione di un rapporto di fiducia reciproco. Solo così può diventare uno strumento di fidelizzazione potentissimo. Come riuscite a vincere la naturale diffidenza degli internauti nel confronti delle aziende che utilizzano il web per fare marketing? La parola chiave è: rispetto. Occorre dimostrare che questo ascolto è ascolto vero. Per questo abbiamo creato al nostro interno un gruppo di esperti in digital marketing, che avendo grande familiarità con gli strumenti di social networking, spesso restano in relazione con quanti ci hanno comunicato opinioni ed emozioni. Dare importanza alle persone consente di avere un ritorno di grande valore. Fiorenza De Vincenzi Guarda su www.gdoweek.it le news con Storie di Frutta Mulino Bianco 33 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Industria < Manuela Kron, Direttore Corporate Affairs Gruppo Nestlé in Italia R&S A colloquio con Manuela Kron sulle politiche del Gruppo Nestlé: l’impegno della ricerca per una nutrizione equilibrata estlé si focalizza sulle problematiche della nutrizione attraverso N Nestlé Nutrition, divisione integrata a livello internazionale, presente in oltre 100 paesi e con oltre 20 mila dipendenti. La scelta di dare vita alla struttura è spiegata da Manuela Kron, Direttore Corporate Affairs del Gruppo Nestlé in Italia: “A seconda delle fasi di vita e delle situazioni in cui le persone si trovano -neonati, bambini, anziani, persone in particolari condizioni cliniche o in convalescenza, atleti che praticano sport di resistenza, salutisti proattivi e persone che vogliono controllare il proprio peso- le esigenze alimentari cambiano radicalmente. Per soddisfare queste specifiche esigenze, Nestlé è in grado di sviluppare prodotti efficaci, testati clinicamente”. Nestlé Nutrition è strutturata in quattro unità operative: Infant Nutrition, HealthCare Nutrition, Performance Nutrition, Weigth management. Con Manuela Kron in questo numero di Gdoweek ci concentriamo sulle tematiche della prevenzione dell’obesità. Nel prossimo numero ci soffermeremo, invece, su alimenti per infanzia, per anziani e probiotici. consumatori consapevoli “Nestlé -riprende la nostra interlocutrice- ormai da anni investe ingenti risorse per incoraggiare e supportare i consumatori nel compiere scelte consapevoli sul proprio stile alimentare, per una vita equilibrata all’insegna del benessere. Collabora attivamente con le istituzioni sanitarie, a livello nazionale ed internazionale, per ridurre l’incidenza dell’obesità nel mondo”. Recentemente, in occasione dell’ultima edizione di Obesity Day 2009, è stata presentata la partnership tra Adi (Associazione italiana di dietetica) e Nestlé. Da questa collaborazione è nato un questionario che ha coinvolto circa 300.000 italiani, che hanno così scoperto il proprio profilo nutrizionale, e hanno ricevuto consigli personalizzati per uno stile di vita equilibrato. Il questionario che Nestlé ha realizzato con la collaborazione di Adi aveva come obiettivo quello di sviluppare nuovi strumenti di informazione e comunicazione efficaci per tutti i cittadini al fine di promuovere stili di vita e abitudini alimentari sempre più equilibrati. 34 GDOWEEK - 1 marzo 2010 In generale, Nestlé si è posta due obiettivi: n da una parte la ricerca nutrizionale, per sviluppare prodotti alimentari che coniughino gusto ed equilibrio, n dall’altra la comunicazione, per fornire informazioni nutrizionali complete sui prodotti e promuovere abitudini e stili alimentari corretti. benessere e gusto “Dal punto di vista nutrizionale -riprende Kron- Nestlé ha l’obiettivo di realizzare alimenti e bevande sempre più gustose che, al tempo stesso, offrano importanti benefici per la salute in ogni fase della vita. La politica di Nestlé è in linea con le raccomandazioni delle autorità sanitarie, che consigliano di limitare l’assunzione di alimenti e ingredienti ritenuti critici per la salute del consumatore e assumere una dieta variata ed equilibrata per contribuire al benessere del nostro organismo. Le linee guida alimentari di tutto il mondo e gli studi sulle abitudini di consumo aiutano Nestlé nella definizione di porzioni adeguate, nell’innovazione, Industria Le linee guida per lo studio di nuovi prodotti n Valutare le calorie per porzione n Ridurre il contenuto dei grassi saturi, con l’eliminazione dei grassi idrogenati e la riduzione sotto l’1% di quelli definiti “trans” n Aumentare il contenuto e la qualità delle fibre n Ridurre lo zucchero aggiunto n Ridurre il contenuto di sale < Soluzioni per un’alimentazione corretta Bisogna abituarsi sin da piccoli a fare scelte alimentari corrette. Un progetto educazionale molto interessante varato da Nestlé è Nutrikid, un serie di moduli didattici per la scuola primaria (nella foto a sinistra). A destra una linea specificamente studiato per le donne che vogliano rimanere in forma, Nestlé Fitness. nel rinnovamento e nella comunicazione. Questo impegno è visibile nella porzionatura dei prodotti, sia nell’offerta dei monoconfezionati, sia nei multi porzione. Porzioni adeguate e varietà nel consumo di cibi e bevande all’interno di una dieta equilibrata rappresentano i principi chiave del Sistema di Valutazione dei Profili Nutrizionali Nestlé”. raccomandazioni oms Al fine di migliorare la composizione nutrizionale dei prodotti, Nestlé ha sviluppato un sistema di monitoraggio utile a valutare e ottimizzare la composizione nutrizionale di tutte le proprie referenze, il Nutritional Profiling System. Il Sistema di Valutazione dei Profili Nutrizionali Nestlé, definito sulla base delle raccomandazioni OMS e di altri autorevoli istituti in materia di salute pubblica si basa su un approccio dinamico in quanto i criteri di giudizio sono periodicamente sottoposti a revisione da parte di nutrizionisti e specialisti alla luce dei più recenti studi in materia di nutrizione, salute e benessere. “Dal punto di vista dell’informazione -continua la nostra interlocutrice- il Gruppo ha creato uno strumento unico, il Nutritional Compass. Si tratta di una vera e propria bussola per aiutare i consumatori a orientarsi nelle informazioni indicate sulle confezioni, e ha inserito le GDA, informazioni nutrizionali volontarie relative alle quantità giornaliere di energia e nutrienti indicate per un’alimentazione equilibrata. L’impegno di responsabilità sociale viene esteso e promosso anche attraverso Internet, innanzitutto tramite il sito istituzionale di Nestlé Italiana, ma anche attraverso tutti i siti specifici dei vari brand e prodotti. “Il sito www.nestle.it è stato totalmente rivisitato in chiave wellness per comunicare e condividere con tutti i consumatori l’impegno e la competenza dell’azienda nell’ambito della corretta alimentazione e del benessere”. obesità infantile L’azienda promuove ed incoraggia spesso, anche a livello locale, iniziative ed eventi finalizzati a comunicare con il proprio pubblico di riferimento attraverso il gioco, anche all’aria aperta. Un appuntamento di grande successo per Nestlé Italiana è quello con le Olimpiadi della Famiglia, che hanno l’obiettivo di comunicare ad un vasto pubblico in modo originale e divertente un tema socialmente rilevante come quello dell’alimentazione e della cura di sé attraverso l’attività fisica. Il mondo dei bambini è protagonista di un’altra interessante iniziativa firmata Nestlé che punta a portare la competenza nutrizionale dell’azienda al servizio della scuola: Nutrikid. Il progetto consta, di una serie di moduli didattici ed educativi per aiutare gli insegnanti ad avvici- 35 GDOWEEK - 1 marzo 2010 n Migliorare il contenuto di vitamine e sali minerali n Valutare gli ingredienti funzionali (come i probiotici) nare i bambini della scuola primaria ad una sana nutrizione e ad un corretto stile di vita e di alimentazione, in modo serio, ma anche divertente. Sviluppato con la consulenza di importanti nutrizionisti e istituti di ricerca in ambito nutrizionale, il kit aiuta i bambini, i loro genitori e gli insegnanti a ricevere una corretta educazione alimentare e a costruirsi la propria formazione nutrizionale. A conferma della validità sociale ed educativa del progetto e grazie all’impegno a supportare e a incoraggiare uno stile di vita sano, fatto da una corretta alimentazione e da una regolare attività fisica, Nutrikid, si è aggiudicato il premio Nutrigold per la miglior comunicazione nutrizionale 2009, nell’ambito delle Giornate Nazionali di Nutrizione Pratica-NutriMi. Nestlé vuole che, non solo i suoi clienti, ma anche i dipendenti siano in forma: “Il nostro impegno contro l’obesità -conclude Kron- visibile anche all’interno dell’azienda stessa: in mensa i menù sono dotati di indicazione delle calorie per ogni porzione, nei corridoi e negli uffici ci sono suggerimenti per il corretto stile di vita (attivo); infine, ai dipendenti è offerta la possibilità di praticare sport presso la sede del Club Canottieri Olona”. Gino Pagliuca Su Gdoweek n° 11 Focus R&S Nestlé Bambini, anziani, probiotici Industria Strategie L’azienda posiziona la sua nuova offerta tra snack dolci e salutistico Ad Chini: una porzione di frutta mirata al target dei golosi usto più ricco per allargare la platea dei potenziali acquirenti. La strategia G per il 2010 di Ad Chini, azienda trenti- Danilo Chini, titolare Ad Chini na specializzata nella lavorazione delle mele e nella produzione di snack a base frutta con uno spiccato posizionamento nell’area salutistico/naturale, amplia i suoi margini di manovra, espandendosi verso il mondo degli snack dolci. Una correzione di rotta che permetterà all’azienda di rintuzzare gli attacchi di altri competitor, specializzati negli snack dolci che, ultimamente, hanno lanciato prodotti che strizzano l’occhio al salutismo, facendo leva sulla presenza di frutta. “Il mercato degli snack a base frutta -dichiara Danilo Chini, titolare di Ad Chini- cresce a un ritmo più lento di quello dei fresh cut, probabilmente per la difficoltà a far breccia nel cuore del consumatore e per una concorrenza, soprattutto nel mondo delle barrette, da parte di aziende che enfatizzano la presenza di frutta nei loro prodotti, anche se la percentuale è minima rispetto, ad esempio, allo sciroppo di glucosio. In questo momento, stiamo pagando lo scotto di una scarsa preparazione da parte del consumatore, che spesso fa fatica a distinguere un prodotto da un altro”. Chini non butta a mare l’esperienza maturata finora nella realizzazione di snack a base frutta, ma vuole rifocalizzarsi verso un mercato che è in continuo mutamento. Il primo step in quest’area ibrida, che si colloca tra snack dolci e prodotti salutistici a base frutta, sono le Gellose, gelatine 100% a base frutta in monoporzione, lanciate recentemente in sette gusti differenti. Un prodotto che ha una destinazione d’uso e un target ampio che può essere considerato il capostipite di questo nuovo corso di Ad Chini. Cioccolato in vista “A breve, presenteremo nuove barrette con cioccolato -conclude Chini-, proprio per intercettare consumatori nel bacino degli snack dolci. Inoltre, amplieremo la gamma delle Gellose, con una versione a caramella, che presenteremo in un secchiello, destinata ad allargare ancor più il target potenziale. La gamma dei “secchielli”, inoltre, comprenderà anche frutta e cioccolato, in una logica più aderente allo snack dolce per posizionamento e destinazione d’uso. Credo che, per ora, il segmento degli snack a base frutta non possa prescindere dalla golosità, come fattore scatenante l’acquisto”. Davide Bernieri Lo snack “al naturale” Frutta prêt-à-manger nella gamma a marchio Chini, proposta nella barretta per un consumo “on the go” e come gelatina in vaschetta, per uno spuntino o un fuoripasto goloso. Tutte provenienti da 100% frutta, senza l’aggiunta di conservanti, coloranti e addensanti chimici. “Questi sono prodotti -spiega Danilo Chini titolare dell’omonima azienda, che fattura 13 milioni di euro e vende 45 milioni di pezzi- che si caratterizzano per una vendita d’impulso e un livello di prezzo da 0,50 a 1,20 euro. Per questo, la collocazione sul punto di vendita è molto importante per il loro successo. Ritengo che, per i loro contenuti in termini di ingredienti e nutrizionali, debbano essere collocati in prossimità del reparto ortofrutta, in un’area di margine, nello scaffale vicino ai prodotti evoluti e alla IV gamma”. 36 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Controlli severi ottimo yogurt Garanzia di ottimo sapore!!! Lavorazione di prim’ordine, controlli severi e rintracciabilità garantiscono prodotti eccellenti. Il latte crudo proviene da una natura incontaminata. Le mucche pascolano nei freschi pascoli alpini e mangiano 60 diversi tipi di erbe e piante aromatiche. E tutto questo si può poi gustare in ogni pezzo di formaggio. Per maggiori informazioni sul sigillo di qualittà AMA, per ricevere informazioni su come contattare i produttori austriaci di alimentari o per maggiori chiarimenti sulle promozioni, contattateci all’indirizzo [email protected] QUALITÀ eccellente RINTRACCIABILITÀ CONTROLLI indipendenti www.ama.at Tranquilli e sicuri: Industria Scenario Consumerismo e allarme ambiente iniziano a incidere sul mercato Acque: i canali si moltiplicano in mille rivoli, tutti competitivi n consumatore alla ricerca del prezzo più U basso, sempre più sensibi- le alle tematiche ambientali e alle acque “alternative” a quelle minerali. Tutt’attorno, si assiste allo sviluppo delle case dell’acqua (“fontane” da cui sgorga acqua potabile fornita gratuitamente dai Comuni o dalle municipalizzate), alla nascita dei corner per l’acqua alla spina, a iniziative degli enti locali (come il Manifesto dell’acqua del sindaco) e alla campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua pubblica. Sono tanti i fattori che stanno incidendo negativamente sul mercato italiano delle acque minerali, il più grande del mondo, e che ne stanno cambiando I connotati. Scenario possibile Cosa succederà dunque in questo settore? E cosa stanno facendo i competitor per reagire alle richieste sempre più pressanti di riduzione dell’impatto delle bottiglie sul volume dei rifiuti urbani e dell’inqui- namento determinato da questa attività? Uno studio di Iri Infoscan dà il polso del mercato, registra il calo delle vendite di alcuni brand leader e la crescita delle private label e delle acque low cost: fenomeni che stanno modificando un mercato tradizionalmente di marca come quello delle minerali, che sviluppa un fatturato complessivo di 1,3 miliardi di euro e realizza vendite per 6,2 miliardi di litri. Nel periodo tra gennaio e ottobre 2009 il mercato è cresciuto dell’1,2% a volume e dell’1% a valore (totale Italia I+S+Lsp). Dati positivi, quindi, ma inferiori alla media del mercato delle bevande analcoliche confezionate, cresciuto del 3% a valore e del 1,6% a volume. Inoltre, le vendite spostano il loro baricentro verso il basso: guadagnano terreno i prodotti low price (quota a valore 11,3%), i medium price (39,8%) e le Pl (8%), che beneficiano di un basso livello di prezzo e dell’incremento della pressione promozionale, soprattutto per le marche Le marche incrementano l’attenzione all’ambiente LEVISSIMA SANT’ANNA In comunicazione ha sempre enfatizzato la sua provenienza da sorgenti ad alta quota e la sua purezza. Oggi, senza tralasciare i suoi valori cardine, Levissima è attivamente impegnata sul fronte della sostenibilità con un progetto per ridurre il trasporto su gomma. Secondo dati aziendali, oggi la quota di produzione trasportata via treno dalla Valtellina ai vari cedi è del 37%, contro una media del Lcc del 10%. Dopo tutte le operazioni messe in atto per tagliare gli sprechi lungo l’intero processo produtivo (-50% consumo d’acqua; -25% scarti di pack; +15% ottimizzazione riciclo rifiuti solidi), Levissima si sta ora concentrando sull’ecosostenibilità del packaging. E mentre ha allo studio, in collaborazione con il Nestlé Waters R&D Center, un’innovativa bottiglia a basso impatto ambientale, ha recentemente introdotto l’impiego di una nuova etichetta in carta riciclata. In tempi non proprio favorevoli per l’acqua minerale imbottigliata, Fonti di Vinadio continua la sua crescita e punta, per il 2010, sulla sua Sant’Anna bio bottle, prima acqua minerale confezionata in bottiglia 100% vegetale proveniente dalla fermentazione di zuccheri. Si tratta di un esempio di innovazione attento ai trend provenienti dal mercato: l’utilizzo di una bottiglia realizzata senza l’impiego di petrolio, che si dissolve dopo l’uso in 80 giorni di compostaggio, senza lasciare tracce nell’ambiente ed è perfettamente riciclabile, sta interessando i consumatori più evoluti, in tutt’Italia, visto che l’azienda raddoppierà i punti di vendita in cui Sant’Anna bio bottle sarà venduta su tutto in territorio nazionale, ma anche all’estero dove la coscienza ecologica è un driver molto importante e consolidato. Sant’Anna bio bottle è venduta nei formati 0,5 e 1,5 litri. 38 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Industria medium. Soffrono, invece le marche premium, che perdono un punto di quota a valore (40,9%), nonostante la pressione promozionale sia cresciuta di 2 punti. dinamiche attuali La più venduta resta l‘acqua naturale, che copre il 68% del mercato (+0,8% a volume), effervescente naturale e gassata guadagnano un +3% a volume, mentre le leggermente frizzanti flettono del 3,3%. Tra i formati, la bottiglia da 1,5 litri rappresenta la pancia del mercato, con la sua quota del 68% delle vendite (+0,4% a volume) e un prezzo medio di 0,23 euro/ litro. Più dinamico il formato da due litri, che è cresciuto dell’1,4% a volume proprio in virtù della sua convenienza (prezzo medio di 0,14 euro/litro, ma il vero trend setter della categoria è il formato da 0,5 litri, la bottiglietta che rappresenta il 4,2% delle vendite a volume e il 9,5% delle vendite a valore, e ha un prezzo medio di 0,49 euro/litro. Ma proprio bottiglie e bottigliette in Pet sono finite sotto un crescente fuoco di fila incrociato che mischia istanze ambientaliste e volontà collettiva di risparmio. Due temi protagonisti del dibattito sull’acqua minerale portato avanti non solo dalle associazioni ambientaliste e della società civile, ma anche dalle amministrazioni comunali, soprattutto al Nord, che hanno avviato vari progetti di distribuzione di acqua municipale per fare concorrenza alla sorella branded in bottiglia, in uno dei mercati in cui la marca ha da sempre giocato un ruolo primario. Sono davvero tanti i progetti che riguardano la distribuzione di acqua alternativa a quella imbottigliata: come Acquartiere a Firenze, che distribuisce alla spina l’acqua dell’acquedotto attraverso alcuni pdv, al costo di 9 centesimi al litro più 30 centesimi per la bottiglia, riutilizzabile fino a 60 volte. In Umbria ci si può rifornire di acqua frizzante alle fontanelle pubbliche pagandola 5 centesimi al litro, mentre in Veneto, Friuli ed Emilia Romagna diversi paesi hanno sottoscritto il Manifesto dell’acqua del sindaco, promosso da Massimo Cacciari, con cui i “primi cittadini” si impegnano a valorizzare e promuovere il consumo dell’acqua di rubinetto, garantendone qualità, sicurezza e affidabilità. acqua alla spina nei pdv della gdo Intanto, in diverse parti dell’Italia sono comparse le “fontane” da cui sgorga acqua potabile, liscia o gasata, proveniente dalla rete idrica che i cittadini possono usare gratuitamente, come accade in una decina di comuni dell’hinterland milanese serviti da Tam, o in Piemonte grazie al progetto Riducimballi. Ma altre novità sono all’orizzonte, come quello della municipalizzata di Torino per portare nei condomini i dispenser dell’acqua ora installati nei quartieri, collegandoli direttamente ai rubinetti. Anche la gdo “cavalca” questo trend: si sviluppano corner dove l’acqua viene erogata alla spina (come alcuni ipermercati Coop) e crescono franchising (come quello di Idroclean) per allestire corner di acqua microfiltrata alla spina in negozi di prodotti biologici o farmacie. Un altro dato che fa riflettere è il boom di vendite delle caraffe purificatrici, quei semplici apparecchi che permettono di bere con tranquillità l’acqua del rubinetto di casa: “Abbiamo venduto 300mila caraffe nel 2008 -conferma il responsabile marketing di Brita Italia, Alessandro Storti- in 500 pdv e oltre 500mila nel 2009 in 1.200 store serviti direttamente. Nell’anno in corso pensiamo di crescere di un altro 30-35% a volume e a valore”. In una situazione di questo tipo, le aziende (vedi box sotto, ndr) stanno reagendo, investendo su progetti dedicati alla riduzione dell’impatto ambientale della propria attività, ricorrendo a energie rinnovabili, razionalizzando le operazioni di trasporto via gomma, ricercando bottiglie meno inquinanti. L’obiettivo è proprio di intercettare quella fetta di consumatori più attenti e sensibili alle tematiche ambientali, enfatizzando la capacità di far coesistere business e ambiente e la sicurezza garantita dal confezionamento. Manuela Soressi FERRARELLE SAN BENEDETTO Finora proibito in Italia, ora il riutilizzo del Pet recuperato dai rifiuti urbani, già realizzato in altri paesi Ue, permetterà a Ferrarelle, che ha stretto in tal senso un accordo con un riciclatore di plastica campano, di dare nuova vita al Pet, lavorato e riutilizzato per rientrare nel ciclo produttivo del Gruppo, che usa oltre 400 milioni di preforme l’anno per la sua attività di imbottigliamento. “Dopo l’impianto fotovoltaico, l’Oasi di Riardo, l’alleggerimento del packaging e tutte le altre iniziative messe in campo -spiega Michele Pontecorvo, responsabile relazioni esterne dell’azienda- realizziamo una nuova iniziativa per salvaguardare l’ambiente. Imbottigliamo l’acqua così come sgorga alla sorgente, ed è nostro preciso dovere difenderla in ogni modo possibile da ogni forma di inquinamento”. In 25 anni ha ridotto di almeno il 30% la materia prima usata per i contenitori dei tre principali formati di acqua naturale. Ecco perché l’utilizzo di minor quantità di plastica per le bottiglie eco friendly di San Benedetto comporta una riduzione dell’impiego di acqua nel processo produttivo, di energia utilizzata e di emissioni di anidride carbonica per singola bottiglia prodotta e agevola il riciclaggio. L’impegno per l’ambiente di San Benedetto non finisce qui. L’azienda ha stipulato un accordo con il Ministero dell’Ambiente con l’obiettivo di analizzare e ridurre l’impatto sul clima della sua attività allo scopo di costruire un modello virtuoso per il settore e garantire acqua minerale “a emissioni zero” di carbonio, con la riduzione del 6,5% delle emissioni di CO2 in atmosfera entro il 2012. Intanto, l’azienda è pronta a partire con il lancio di prodotti che utilizzano Pet rigenerato e con un progetto in partnership con alcuni importanti retailer per il recupero di Pet direttamente nei pdv. 39 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Il più venduto nella categoria grattugiati * La più alta rotazione di vendita nella categoria grattugiati * Al 9° posto come fatturato al consumo tra i formaggi a peso imposto ** Una confezione distinguibile con una grafica che richiama la puntinatura della forma, una sagoma ergonomica a base stabile per una tenuta sempre verticale. Una zip apri e chiudi per una perfetta conservazione del prodotto e una finestra trasparente per un’osservazione attenta della qualità del prodotto. *Fonte: IRI Infoscan Iper + Super + LSP (II° semestre 2009) **Fonte: IRI Infoscan Iper + Super + LSP (A.T. dicembre 2009) Servizi-Innovazione 1 2 1 Sgranatore ART per frutti di melograno Lo sgranatore di frutti di melograno ART-Arils Removal Tool (esportato dalla società israeliana Mehadrin Tnuport Export) ha vinto il premio Flia 2010 per l’innovazione. 2 Rondelle di carote da snack o insalata 3 Le Carrot Fettuccini di Aureli Mario (lic. La Linea Verde) sono delle rondelle di carote consumabili crude come snack, in insalata o da bollire per pochi minuti e mettere in conserva. 4 3 “Segnaletica” per aiutare nella scelta delle patate 5 Loghi e codici colori (concetto Pommonde® proposto da HZPC Holland BV) guidano i consumatori alla scelta delle patate in base alle loro caratteristiche. Proposte in sacchetto da 2,5 kg. 6 4 Nuova varietà di broccoli a gambo lungo Bellaverde® Sweet Stem Broccoli è una nuova varietà di broccoli dolci a gambo lungo, proposta da Monsanto Vegetable Seeds, che possono essere consumati cotti o al vapore, ma anche mangiati crudi come primo piatto o nelle insalate. 5 Trasparenza e colore nei pack dell’ortofrutta Fruit Logistica premia l’innovazione a 360° ecnologia, funzionalità, design, servizio, cultura di consumo sono T gli ingredienti base dei prodotti premiati a Fruit Logistica 2010. La rassegna berlinese, visitata quest’anno da oltre 50mila operatori di 125 Paesi, ha acceso i riflettori sull’innovazione di prodotto e di servizio nell’ortofrutta attraverso la consueta iniziativa Fruit Logistica Innovation Award (in questa pagina presentiamo alcuni dei nove finalisti). Un’azienda italiana, la Unitec, si è classificata al terzo posto grazie al QS_300, uno strumento portatile per la misurazione e monitoraggio della qualità interna di un’ampia gamma di frutta e verdura, senza danneggiare in alcun modo i prodotti. Xsense™ di StePac è invece un sistema che consente il monitoraggio in tempo reale, via internet e cellulare, di temperatura e umidità relativa nei prodotti deperibili su pallet individuali. Da segnalare anche il Dynamic Shipper di Polymer Logistics: un box pieghevole con rotelle, regolabile in altezza. Enrico Sacchi 41 GDOWEEK - 1 marzo 2010 NGP Plastic offre la possibilità di ottenere vaschette richiudibili multicolore per vivacizzare la presentazione nell’ortofrutta: base in diversi colori e coperchio trasparente. 6 Pistacchi della California con sale e pepe Paramount Farms Europe propone pistacchi della San Joaquin Valley (California), 100% naturali, salati e “pepati”, in confezione da 250 grammi. Industria Trend Oggetti casalinghi da usare per una vita quotidiana più armonica e sostenibile Il benessere comincia in casa … e si diffonde nell’ambiente l cocooning fa tendenza. E dove, se non a casa propria, il consumatore desidera circondarsi di Ioggetti e supporti per “stare bene”? Lo dimostra anche l’ultima edizione di Macef (Milano, 15-18 gennaio 2010), rassegna in cui sono state presentate numerose soluzioni innovative per rendere l’ambiente domestico un’oasi in cui rigenerarsi ed accogliere al meglio parenti e amici. Tradotto a livello merceologico, questo significa utensili problem-solving -con plus rilevanti in termini di funzionalità, facilità, rapidità d’uso-, ma anche belli da vedere, dunque curati nel colore e nel design, prodotti di servizio “intelligenti” e ricettivi nei confronti delle istanze etiche ed ecologiche emergenti, strumenti di cottura che consentono di applicare le regole della sana alimentazione. Che, in poche parole, risultano in grado di stimolare atti di acquisto per bisogno e per piacere. All’origine della dieta sana Chi ama prendersi cura di sé è attento alla salute a tavola. Ricerca, quindi, strumenti in grado di esaltare i sapori dei cibi e di mantenerne le texture e le proprietà nutritive. Basti pensare al successo ottenuto, nell’ultimo biennio, dal pentolame in alluminio con rivestimento ceramico, che vanta un vissuto di miglior qualità e salubrità rispetto all’antiaderente classico. Restando sull’asse “alimentazione sana e gustosa”, Illa -azienda storica del settore casalingo che a Macef 2010 si è presentata in veste completamente ristilizzata, per enfatizzare la propria filosofia Made in Italyha messo in vetrina Wellness Line, composta da una piastra multiuso ed una bistecchiera adatte per una cucina naturale, leggera e senza aggiunta di grassi. Piacere e salute sono benefit ricorrenti pure nel mondo delle bevande calde: è il caso di Miss Orzì di Forever, caffettiera che -grazie ad un filtro supplementare a maglie fini e ad un apposito imbuto- permette di ottenere 2 tazze di caffé d’orzo. Mangiare bene significa anche conservare al meglio gli alimenti. Tre Spade, ad esempio, ha lanciato Takaje, comunicandolo come rivoluzionario sistema sottovuoto capace di mantenere inalterati, in qualsiasi contenitore, gusti e forme di qualsiasi cibo. Un concept “design etico km 0” e Made in Italy al 100% che -oltre ad allungare la durata della conservazione- in virtù di un sistema a valvola brevettato offre la possibilità di riutilizzare qualsiasi contenitore in vetro. Il benessere in cucina non può trascurare la sicurezza: Fiskars ha proposto i coltelli Functional Form, caratterizzati da impugnatura ergonomica ed elevata performance di taglio, così da poter operare evitando sforzi e movimenti pericolosi. Un habitat da colorare Prodotti piacevoli alla vista per allietare la tavola o l’ambiente casa allargato. Punta sul mix design&colore la nuova linea Glamour introdotta da Bugatti, che accoglie posate, insalatiere, porcellane, barattoli ed altri oggetti proposti in sei brillanti colori: il calore e la magia della cromia di tendenza promettono di rallegrare i momenti conviviali della giornata. Anche in area vetro, sui versanti più “quotidiani” si è colto un analogo trend colore: lo testimoniano alcune nuove collezioni Pasabahce, come, per esempio, Tempo, i cui bicchieri si connotano -oltre che per le tinte gradevolmente “liquide”- per un’originale forma Ceramica: Alluflon e Barazzoni Cucinare in bianco All’insegna del minimalismo in cucina. A Macef 2010, Alluflon ha introdotto Total White Moneta (foto a destra), linea di pentole bianche dentro e fuori in cui il design rappresenta il valore aggiunto a quello che resta il plus principale della collezione: l’esclusivo rivestimento nano tecnologico CERAMICA®. “Con questa nuova collezione completamente bianca puntiamo a riconfermare il successo del primo rivestimento ceramico in Italia, lanciato nel 2008 da Moneta -dichiara Cinzia Casagrande, marketing manager- ed ormai impostosi come segmento specifico nel mercato di riferimento”. Analoga direttrice di sviluppo per Barazzoni. Sempre all’ultima edizione di Macef, l’azienda ha presentato Shark Ceramico e Silicon Pro Ceramico (foto a sinistra), linee che -grazie all’innovazione dell’interno in ceramica- assicurano un’estrema robustezza ed una cucina salutare e senza grassi. “La prima -spiega Barbara Ingignoli, responsabile marketing & comunicazione- configura una nuova declinazione del progetto Shark, il cui design ricorda il profilo di uno squalo; la seconda, invece, estende la già nota serie Silicon Pro Alluminio, caratterizzata da pratici manici in silicone”. 42 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Industria Philips Kiria Un risveglio naturale Houseware, homedic e oltre La tecnologia al servizio del benessere. Accanto ai casalinghi “classici”, altri prodotti per la casa promettono al consumatore di incrementare il piacere di stare bene nel proprio ambiente domestico. Un esempio è Wake Up Light di Philips, il simulatore d’alba che risveglia dolcemente ed in modo naturale: mezz’ora prima dell’ora della sveglia, infatti, il dispositivo -provvisto anche di docking station per iPod e iPhone- si accende, emettendo una luce la cui intensità va gradualmente aumentando, così da simulare il sorgere del sole nella camera da letto. “La strategia Philips -afferma Sergio Tonfi, direttore comunicazione- è quella di essere sempre più riconosciuta come azienda leader nell’health and well-being, sapendo capire quali sono i nuovi desideri delle persone e soddisfacendoli con “sense and simplicity”. È in questa direzione che stiamo procedendo sia con il lancio di tanti nuovi prodotti rivolti alla salute e al benessere sia con acquisizioni strategiche, come quella, qui in Italia, di Saeco”. ristretta alla base ed arrotondata nel bevante. Fantasia e colore si ritrovano pure nei prodotti in plastica. L’italiana Dem ha esposto, fra l’altro, la linea Movida, composta da insalatiere, piatti, posate, bicchieri, tazzine e ciotole che si caratterizzano per il doppio strato di materiale in tinte diverse: otto vivaci varianti di colore all’esterno accostate al bianco candido dell’interno che creano un effetto impattante. Inoltre, in risposta all’esigenza, sempre più avvertita dalle famiglie, di organizzare e razionalizzare gli ingombri degli oggetti presenti in casa -alla base del successo di un segmento merceologico che, in controtendenza rispetto ad altre categorie del casalingo, sta registrando performance di vendita interessanti- le aziende continuano a lanciare contenitori, mobiletti, scaffali ed altri supporti sempre più curati nelle forme e nelle finiture, oltre che in varianti cromatiche sempre più trendy. Più o meno lo stesso discorso vale per le gettonatissime pattumiere destinate alla raccolta differenziata. IN PRIMO PIANO etica & estetica In linea generale, per i casalinghi l’appeal estetico e la promessa di wellness risultano vincenti, purché la qualità sia adeguata ed il prezzo ragionevole. Sulla decisione del consumatore di portarsi a casa un oggetto houseware incidono in misura determinante l’impegno di spesa richiesto e la presenza di buoni contenuti qualitativi intrinseci Il livello di qualità della vita spesso discende direttamente dallo stato fisico e psicologico dell’individuo, quindi anche dall’ambiente in cui vive. Partendo da questa premessa, l’insegna francese Kiria ha messo a punto un concept distributivo decisamente innovativo, esplicitandolo in un nuovo punto vendita di 250 mq a Parigi, nel cuore del Quartiere Latino, ed in un corner tematico presso le Galeries Lafayette di Tolosa. Il business centra il focus sul settore salute&benessere in senso lato: l’assortimento, infatti spazia dagli oggetti per l’art de vivre ai profumatori per l’ambiente, dalle cure di bellezza a quelle per dimagrire o ben invecchiare, dalle soluzioni per la sana alimentazione agli articoli per i massaggi e molto altro. Una gamma ampia e segmentata che mette al centro la persona, suggerendo svariati prodotti ed attività per stare bene a 360 gradi. in termini di materiali e finiture: i prodotti cheap di provenienza orientale vengono guardati con molta diffidenza. Per questo, a livello trasversale, a Macef 2010 molti produttori nazionali hanno utilizzato tutti gli strumenti visual a disposizione per enfatizzare i vantaggi dell’italianità della manifattura: visto che il mercato riconosce al Made in Italy un plusvalore fatto di qualità, stile, innovazione, meglio sottolineare questo plus nel brand, nel logo, nelle linee. L’attenzione alla provenienza non è disgiunta dalla valutazione della responsabilità etica, che si può declinare a livello sociale ed ambientale. E’ senza dubbio ecologicamente corretta la nuova linea Biostyle -comprensiva di una serie di resistenti stoviglie usa-e-getta biodegradabili, smaltibili con i rifiuti organici- con cui Gio’Style è tornata a presidiare il settore monouso. Un’esperienza ancora più forte è quella presentata da Opificio Etico, nuovo brand di manifattura ceramica che identifica la filosofia di un’azienda creata da un gruppo di imprenditori del distretto di Civita Castellana (Vt) per recuperare un’imprenditorialità umanistica e valorizzare le caratteristiche di una produzione di gusto mediterraneo, al 100% Made in Italy: gli oggetti -che spaziano dalle tazze ai set ménage, dai soprammobili agli orologi da parete- discendono da una cultura ecologica totale, che si traduce in rivalutazione artigianale, eco-design, materiali e pack rispettosi dell’ambiente, lavorazioni Impatto Zero®. Patrizia Pagani 43 GDOWEEK - 1 marzo 2010 MOBILE REMOTE PAYMENT IN ITALIA DINAMICA DEI SERVIZI (in %) 17 ALTRO MONEY TRANSFER TRASPORTO escluso taxi RICARICA TELEFONICA INTRATTENIMENTO 4 6 14 17 42 SOSTA Fonte: Osservatorio NFC & Mobile Payment - Politecnico di Milano Scenario I servizi di Mobile Payment aprono nuove prospettive per le piccole spese, ma non solo Telefono cellulare e contactless spingono l’innovazione nei sistemi di pagamento el panorama dei sistemi di pagamento, in un N quadro normativo ormai se- gnato dall’attuazione della direttiva PSD (Payment Services Directive), si stanno facendo strada nuovi processi che vedono nel telefono cellulare e nella tecnolo- gia contactless gli strumenti privilegiati di attuazione. MiCRopaGaMenti Il Mobile Payment (Remote e Proximity) e, più in generale, i servizi non transazionali basati su tecnologia In campo i circuiti bancari Dallo scorso settembre, Visa, in collaborazione con il Credito Valtellinese e Key Client Cards & Solutions sperimenta il pagamento tramite telefono cellulare con Tellcard, la carta di debito europea V PAY del Credito Valtellinese con applicazione contactless. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto che in tutta la provincia di Sondrio prevede l’utilizzo del cellulare come strumento di pagamento contactless per somme fino a 15 euro. Oltre 100mila titolari a Milano a cui distribuire carte con tecnologia contactless. Il progetto implementato da MasterCard in partnership con VeriFone, fornitore dei terminali, ha come interfaccia nella gdo nomi come Autogrill, Feltrinelli, Zara, Esselunga, Decathlon) ed è in pieno sviluppo. Una positiva esperienza di contactless è già stata compiuta in Germania con Lufthansa; con la compagnia area MasterCard ha dato vita a una carta cobranded. 44 GDOWEEK - 1 marzo 2010 NFC (Near Field Communication) su cellulare possono costituire una soluzione efficare per acquisti di basso importo, nell’ottica di incentivare sempre più l’utilizzo di soluzioni alternative al contante. I servizi di Mobile Remote Payment sono passati da 69 nel 2008 a 78 nel 2009 (+13%), secondo le stime fornite dall’Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano, in collaborazione con il DEI e l’Rfid Solution Center. Le applicazioni di Mobile Payment, così come sono state analizzate dall’Osservatorio, si declinano principalmente in due aree: ■ Mobile Remote Payment, i servizi che consentono di effettuare un pagamento a distanza tramite rete cellulare (Gsm, Gprs, Umts, Hsdpa, ecc.), quali ad esempio il pagamento dei parcheggi o la ricarica di una smart card per il video on demand su Tv digitale terrestre; ■ Mobile Proximity Payment, i servizi in cui il pagamento viene effettuato in prossimi- Servizi-Sistemi di pagamento tà, ossia vi è una vicinanza fisica tra acquirente e prodotto/servizio acquistato, quali ad esempio la spesa presso un pdv della grande distribuzione o il pagamento del biglietto su un mezzo di trasporto. Le tecnologie che abilitano questi servizi sono quelle a corto raggio come l’Rfid, nella declinazione più rilevante del NFC, QrCode (codici visivi bidimensionali) o Bluetooth. I principali servizi di Mobile Remote Payment offerti sono il pagamento della sosta (42%), il pagamento nel settore dell’intrattenimento (17%) e le ricariche telefoniche (14%). Attualmente, gli italiani che utilizzano il Mobile Payment sono ancora una minoranza, se si escludono le donazioni tramite Sms premium. Nel 2009 il valore delle transazioni legate al Mobile Payment, escludendo i contenuti digitali per Mobile (es. giochi, informazioni, musica o suonerie) non ha superato le poche decine di milioni di euro ed è stato generato, principalmente, dalle donazioni e dalle ricariche del credito telefonico. alto potenziale Numeri ancora “piccoli”, ma con un potenziale incoraggiante visto che, nell’ambito di un’indagine sui consumatori effettuata dall’Osservatorio, il 40% degli italiani si dichiara molto attirato dalla proposta di un servizio di pagamento con telefonino che sia rapido, sicuro e facile da usare. “Questo lascia ben sperare nella veloce diffusione dei servizi di Mobile Proximity Payment non appena il sistema di offerta li renderà disponibili” commenta Alessandro Perego, responsabile scientifico Osservatorio NFC & Mobile Payment. “A livello di consumatori, uno dei principali problemi che deve essere affrontato è la creazione dell’abitudine all’utilizzo del cellulare anche come sistema di pagamento -aggiunge Filippo Renga, responsabile della Ricerca dell’Osservatorio-. Abitudine che passa però attraverso una buona circolarità tra gli esercenti, un’adeguata facilità d’uso e una corretta comunicazione, che in molti casi ha fatto la differenza”. Fra le tipologie di esercenti potenzialmente più interessate alla diffusione dei servizi di Mobile Payment i più bendisposti sono Gdo e gestori di vending (lo adotterebbero rispettivamente il 71% e il 78%, secondo una survey dell’Osservatorio), molto meno tabaccai, edicolanti e bar (29%). In particolare, nella Gdo il 26% si dichiara molto interessato al Mobile Payment e il 45% è abbastanza interessato. In relazione ai benefici attesi, la gdo si aspetta un miglioramento nei servizi (76%) e, in misura minore, un miglioramento nell’efficienza dei processi (48%). I motivi di non adozione? La Gdo teme principalmente la scarsa conoscenza di queste soluzioni da parte dei consumatori (64%) insieme alla paura di dover sostenere ingenti investimenti di adeguamento dei sistemi (61%). Alcuni esercenti che stanno utilizzando il Mobile Payment -tra i quali Trenitalia, Sky, Meridiana- sono riusciti ad ottenere risultati significativi rispetto agli obiettivi perseguiti (di fatturato, servizio al cliente ecc.). Va sottolineato il fatto che questi servizi, definiti dall’Osservatorio “prime timide esperienze di successo”, nella quasi totalità dai casi sono stati realizzati in contesti controllati, con il coinvolgimento di pochi attori e che tendono perciò ad essere ecosistemi chiusi non sempre replicabili. In via di espansione anche i progetti legati alle tecnologie microchip e contactless (vedi box nella pagina a fianco) che puntano su una nuova modalità di utilizzo della carta di credito. Da segnalare Pagovelox, progetto lanciato da Banca Marche per gestire i pagamenti sotto i 25 euro, che ha coinvolto MasterCard, Cartasì, Quercia Software e Ingenico. Un panorama complesso e in evoluzione , dunque, ma con molti progetti destinati a suscitare nei consumatori una consuetudine all’uso dei nuovi sistemi. Enrico Sacchi Palmari e tecnologia senza contatto Per far fronte alla crescente richiesta da parte del mercato di soluzioni in mobilità, Ingenico ha proposto il nuovo terminale portatile iPA280, in grado di integrare funzioni di pagamento elettronico sicure e certificate all’interno dei sistemi di Mobile Computing. iPA280 è strutturato in due moduli autonomi connessi tra di loro: il modulo PDA, dedicato alle applicazioni palmari e il modulo SPM dedicato alle funzioni di pagamento. La parte PDA è dotata di un display grafico a colori attivabile con touch-screen, mentre la parte SPM, attiva quando un pagamento è in corso, è dotata di lettori di carte magnetiche, chip e contactless certificati dagli organismi bancari internazionali. I vantaggi di un terminale multifunzionale come iPA280 sono evidenti: si completano le funzioni che possono essere eseguite in mobilità dagli operatori del servizio, si riduce il numero di apparati che l’utente deve gestire, si aumenta la velocità delle operazioni, si semplificano le procedure di certificazione dei vari moduli e di manutenzione. < < Ingenico, Pda per pagamenti in mobilità Terminali VeriFone per PayPass a Milano VeriFone Italia, quale partner di Setefi, è stata coinvolta in modo attivo al progetto MasterCard PayPass su Milano e provincia che prevede la distribuzione di carte e di terminali a tecnologia contactless (vedi box nella pagina a fianco). VeriFone ha fornito a Setefi, responsabile delle principali attività dell’area monetica del Gruppo Intesa Sanpaolo, diversi tipi di terminali di ultima generazione, dotati di tecnologia contactless, in modo da rispondere alle esigenze di ogni pdv. È possibile trovare il Nurit 8210 e il lettore esterno QX1000, per carte contactless, ad esempio presso i Brico Center dell’hinterland Milanese. Il terminale da tavolo Nurit 8210 è facilmente aggiornabile grazie all’aggiunta del lettore esterno QX1000. Questo terminale plug-and-play si basa sul SingleCI, l’avanzata architettura sviluppata da VeriFone che consente sia di importare applicazioni contactless precedentemente utilizzate, sia di aggiornare qualsiasi applicazione senza spese aggiuntive. 45 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Servizi-Tecnologie < Efficienza e velocità Grazie all’applicazione Docsweb, Penny Market ha automatizzato circa l’80% dei processi legati alla fatturazione in entrata e ha ridotto del 40% il tempo necessario per la gestione di una fattura, recuperando oltre il 40% dell’efficienza. Document management Semplificati anche richiesta di controllo e autorizzazione ai pagamenti Penny Market automatizza il processo di fatturazione passiva con SBI Italia enny Market, discount alimentare apparteP nente al gruppo Rewe, ha adottato la soluzione di document management Docsweb di SBI Italia per la gestione del ciclo passivo di fatturazione e per il personale. L’applicazione Docsweb ha permesso a Penny Market di automatizzare circa l’80% dei processi legati alla fatturazione in entrata e ha ridotto del 40% il tempo necessario per la gestione di una fattura, recuperando oltre il 40% dell’efficienza. Sono circa 2.500 gli utenti Docsweb in Penny Market, sparsi su tutto il territorio italiano. Con le stesse risorse a disposizione, è stato possibile gestire le fatture in ingresso con maggiore facilità, semplificando anche il processo di richiesta di controllo e autorizzazione ai pagamenti. l’implementazione Adottando il nuovo sistema, Penny Market ha potuto focalizzarsi con maggiore attenzione sulla gestione dei contenziosi e sulla richiesta di approvazione delle fatture, realizzando al contempo un progetto innovativo e largamente apprezzato dai dipendenti e dal management di Penny Market. Rispetto allo scenario tecnologico iniziale, tra optare per la gestione interna o per un sistema di oursourcing, Penny Market ha preferito adottare un modello ibrido per l’acquisizione, l’indicizzazione e la gestione documentale delle fatture e per la conservazione sostitutiva. Gli obiettivi perseguiti erano di ottenere subito i vantaggi dell’interscambio elettronico di dati e sgravare il personale interno di compiti a basso valore aggiunto; sviluppare un programma documentale “in casa” modulabile secondo le specifiche necessità; ricevere un supporto specialistico su aspetti tecnologici e normativi in continuo mutamento. SBI Italia ha fornito la soluzione Docsweb per la gestione della fatturazione passiva: dall’arrivo all’archiviazione, passando per la registrazione, i documenti sono interamente controllati e archiviati secondo parametri ben definiti. La soluzione Docsweb è stata inoltre applicata nella gestione nel personale (anagrafica, contratti, documenti relativi alla carriera dei dipendenti). Docsweb si integra al sistema gestionale (SAP), agevolando il flusso di informazioni e la disponibilità dei documenti agli utenti che ne fanno uso. Enrico Sacchi Celle a combustibile, Whole Foods ci crede levata efficienza e riE spetto per l’ambiente sono i plus che stanno e tutta l’acqua calda di cui necessita il pdv. Un impianto analogo è in via di installazione nel punto di vendita Whole Foods californiano di San Jose (4.500 mq. di superficie). Grazie a questa tecnologia, verrà evitato il rilascio in atmosfera di 370 tonnellate di biossido di ES carbonio l’anno. 47 GDOWEEK - 1 marzo 2010 < convincendo diversi retailer ad implementare impianti di celle a combustibile per il fabbisogno energetico dei punti di vendita. Le fuel cell producono elettricità, riscaldamento, raffreddamento e refrigerazione attraverso un processo elettrochimico. Whole Foods Market ha introdotto impianti fuel cell UTC Power negli store del New England: uno da 200 kW a Glastonbury-Ct nel marzo del 2008 e successivamente un’unità da 400 kW a Dedham-Mass, che fornisce il 90% dell’energia Fuel cell L’impianto fuel cell fornisce al pdv Whole Foods il 90% dell’energia necessaria. Servizi-Tecnologie Eventi A Paderborn, in rassegna lo stato dell’arte di Wincor Nixdorf Wincor World 2010 ruota intorno al Cash Cycle Management er l’edizione 2010 di Wincor World è stato scelto un argomento porP tante che è l’anello di congiunzione integrazione fra il front office inteso come: casse tradizionali e/o unattended automatiche, rilevazione ingressi e mappatura nel tempo delle presenze nelle varie aree del pdv, handheld scanner personalizzabile in termini di comunicazione verso uno specifico target di shopper. Il tutto coordinato dal pacchetto software TP Application Suite, pienamente integrato sia a livello di singolo pdv che di direzione centrale dell’insegna. Uno strumento in grado di supportare in tempo reale decisioni operative a livello del direttore del pdv (esempio code casse) così come decisioni pianificate nel tempo a livello di direzione centrale (esempio promozioni o lanci). Ugo Stella fra il retail e il banking che sono poi le due anime di Wincor Nixdorf. Stiamo parlando del Cash Cycle Management, ovvero la gestione del ciclo del contante. Decisamente strategico se il 90% delle transazioni continua a svolgersi in contante. Basti pensare ai risparmi che si ottengono evitando il maneggio ripetuto del denaro e quindi come tempo, efficienza, velocità, affidabilità. Le applicazioni retail Le soluzioni per la grande distribuzione evocano scenari ad elevata 1 2 1 L’ingresso è come all’Fbi L’applicazione all’ingresso del pdv riconosce le persone (riquadro verde), le distingue fra uomini e donne e ne conta il numero. 2 Lo scanner-terminale Non è più solo un’unità di lettura locale, ma diventa un terminale personale dedicato a un preciso cliente/target identificato mediante la fidelity card cui restituire informazioni su prezzi, promozioni e prodotti collegati. 3 Cassa automatica 3 Nella cassa non esiste più il cassettino della cassiera: è il cliente a immettere le banconote che vanno poi ad alimentare la cassetta di sicurezza estraibile. 4 4 Resto automatico A pagamento automatico corrisponde resto automatico sia in monete che in banconote con l’aiuto passo passo del display. 5 La cassetta di “sicurezza” 5 La cassetta di sicurezza, un brevetto di Wincor Nixdorf, viene riconosciuta con dock-in station e trasmettere le info sul contante in essa contenuto. 6 6 I display Grazie a mappe stradali e geografiche, si può controllare in ogni momento posizione e valore del cash flow con precisione assoluta. 48 GDOWEEK - 1 marzo 2010 C M Y CM MY CY CMY K Servizi-Ecosostenibilità Life Cycle Assessment La metodologia dell’analisi del ciclo-vita mette al riparo le aziende da ricadute negative Un green marketing trasparente non può prescindere dall’esame dell’intera filiera rima era una materia per pochi illuminati. Poi il presidente Obama ci ha addirittura P costruito la propria campagna elettorale, contribuendo in modo straordinario a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul tema dell’ecosostenibilità. Non solo: la crisi economico-finanziaria ha messo in discussione il sistema produttivo, generando la green economy, ormai modello di business del terzo millennio. Risultato: l’attenzione verso le tematiche ambientali ha registrato una brusca accelerata, e il mondo delle imprese si trova costantemente sollecitato ad affrontare il problema dell’ecocompatibilità di prodotti e processi produttivi. Trattandosi di una materia non ancora del tutto normata, gli approcci sono diversi, a seconda della sensibilità dei mezzi e delle finalità di ciascuna azienda. Eppure è importante sottolineare come, nello studio inteso a migliorare le prestazioni energetiche e ambientali di un sistema industriale, sia fondamentale che venga presa in considerazione l’intera filiera produttiva. Ovvero, secondo la metodologia dell’analisi del ciclo di vita, denominata Life Cycle Assessment (LCA). un approccio innovativo L’approccio di tipo ciclo-vita ai problemi ambientali è un’idea sicuramente innovativa, ma decisamente non nuova. Le sue origini possono essere collocate verso la fine degli anni Sessanta, quando alcuni ricercatori, che iniziavano ad occuparsi con criteri scientifici del problema del consumo di risorse -con particolare riferimento a quelle non rinnovabili- e della generazione di reflui nei processi industriali, si resero conto che la strada più efficace per studiare in maniera completa i sistemi produttivi da un punto di vista ambientale fosse quella di esaminarne le prestazioni seguendo passo per passo il cammino percorso dalle materie prime, a partire dalla loro estrazione, attraverso tutti i processi di trasformazione e di trasporto, fino al loro ritorno alla terra sotto forma di rifiuti. Fino ad allora, specialmente da parte dei tecnici, i miglioramenti dell’efficienza erano stati costantemente ricercati concentrando l’attenzione sui singoli componenti dei processi produttivi. Non ci si era preoccupati, quindi, del fatto che spesso i miglioramenti 50 GDOWEEK - 1 marzo 2010 Servizi-Ecostenibilità ottenuti analizzando separatamente i singoli processi produttivi potessero essere solo apparenti. Questo perché una singola operazione industriale si può rendere più efficiente, o “più pulita”, a spese di altre, semplicemente trasferendo l’inquinamento nello spazio o nel tempo, trascurando il fatto che i benefici ottenuti localmente possono essere controbilanciati dai problemi che di conseguenza si generano altrove o più avanti nel tempo, con il risultato di non ottenere nessun reale miglioramento o addirittura di peggiorare il bilancio complessivo. Oggi, la metodologia LCA si sta decisamente affermando come strumento di calcolo del carico ambientale dei sistemi produttivi. Tutte le più importanti associazioni industriali di categoria a livello europeo e mondiale hanno già divulgato o stanno sviluppando banche dati per mettere a disposizione informazioni sul ciclo-vita dei materiali o processi che rappresentano, agevolando sia la comunicazione istituzionale sia gli analisti che necessitano di dati quantitativi per completare i propri studi. Basti ricordare, per esempio, che la metodologia LCA costituisce il fondamento metodologico per la definizione dei criteri Ecolabel, che definiscono le soglie minime per tutte le aziende che intendono procedere all’ottenimento dell’etichetta. obiettivo trasparenza Dal punto di vista dell’azienda, l’applicazione della metodologia LCA consente il calcolo di diversi indicatori d’impatto ambientale identificando le diverse responsabilità per ognuno di essi lungo l’intero ciclo di vita. Diventa così possibile quantificare il ruolo ad esempio dei trasporti o della gestione dei rifiuti, ovvero stabilire gli effetti della sostituzione di un determinato materiale con altri. E valutare quanto siano importanti anche le attività a carico dei fornitori piuttosto che dell’utilizzatore finale. Ferma restando l’opportunità di avere queste informazioni internamente all’azienda, è anche possibile procedere ad una certificazione di parte terza ottenendo così una Dichiarazione Ambientale di Prodotto secondo i regolamenti del Sistema Internazionale EPD. Si tratta di un documento di alcune pagine che riporta, oltre ad una breve descrizione dell’azienda e del prodotto stesso, la prestazione ambientale per ciascuna delle fasi del ciclo vita fornendo indicatori quali: n il consumo di risorse rinnovabili n il consumo di risorse non rinnovabili n le emissioni di gas serra n la generazione di rifiuti. Barilla: dall’ottimizzazione del packaging alla dichiarazione ambientale della pasta di semola Obiettivo. Agli inizi degli anni 2000, Barilla ha avuto la necessità di trovare riscontri concreti alle politiche di miglioramento del packaging. Questo perché, come spiega Luca Ruini, manager sostenibilità in Barilla: “Le azioni di alleggerimento e sostituzione dei materiali risultavano da un lato favorevolmente percepite, ma all’altro non erano supportate da strumenti in grado di evidenziarne i benefici”. Progetto. I primi studi LCA hanno quindi avuto l’obiettivo di ricostruire puntualmente le catene produttive considerate, sia nel settore pasta sia in quello backery. In questo senso è stata avviata una dettagliata analisi delle specifiche, con una raccolta dati presso i principali fornitori per evidenziare il ruolo delle diverse fasi. Una volta maturato un quadro generale è stato possibile simulare gli effetti derivanti dalle azioni di miglioramento, quantificando le variazioni degli impatti ambientali in base alle scelte progettuali, che garantivano in ciascuna delle versioni la medesima funzione. Il progetto -su richiesta dell’azienda- è poi stato esteso ai sistemi di produzione degli alimenti. L’applicazione della metodologia LCA ha consentito di evidenziare gli effetti dell’utilizzo di materie prime provenienti da tutto il mondo, nonché l’identificazione di specifici parametri ambientali su cui basare le scelte aziendali, e con cui parametrizzare le diverse alternative possibili. La possibilità di basare su un approccio scientifico gli indicatori, dai più semplici come le emissioni di gas serra, ai più articolati come il Water Footprint e l’Ecological Footprint, ha garantito un paniere di criteri articolato e solido. Risultati. Una volta consolidate internamente le informazioni, l’azienda ha deciso di rendere pubblico quanto fatto con la Dichiarazione Ambientale di Prodotto della pasta, dopo che le informazioni che la descrivono sono state certificate da un ente terzo. Vetro indietro: da progetto a disegno di legge Obiettivo. La diffusione del riutilizzo degli imballaggi in vetro nel settore horeca è la mission del Comitato Vetro Indietro, promosso da Italgrob, che ha coinvolto aziende e consorzi nel predisporre uno studio rivolto a dimostrare scientificamente i benefici di un sistema di raccolta e di riuso. L’obiettivo era quindi quello di confrontare quanto le attività di trasporto e di ritrattamento potessero essere compensate dai vantaggi dell’evitata produzione dei contenitori. Progetto. Lo studio LCA ha preso in esame entrambi gli scenari: il vetro a perdere e il vetro a rendere. Ciascuno dei sistemi è stato descritto utilizzando i dati raccolti presso le aziende che, per le diverse tipologie di bottiglie considerate, hanno fornito tutte le informazioni relative alle specifiche dei sistemi di ricondizionamento e confezionamento. È quindi stata avviata una sperimentazione atta a simulare le attività di consegna e raccolta dei vuoti, per valutarne i riflessi, positivi e negativi, sui risultati complessivi. Per il vetro a perdere, i dati disponibili a livello nazionale circa il destino dei contenitori ha permesso di descrivere l’intero sistema e di calcolarne i diversi impatti. Il confronto diretto dei due sistemi ha evidenziato come già dopo i primi cicli di riuso i principali indicatori ambientali risultassero inferiori nel caso del vetro a rendere. Risultati. L’iniziativa si è concretizzata con la presentazione di un disegno di legge alla Camera dei Deputati nel Dicembre 2009, che attualmente si trova all’esame al Senato. 4 segue a pag. 52 51 GDOWEEK - 1 marzo 2010 PUBB.GDOWeek 80X260mm(OK)_Layout 1 05/02/10 10.43 Pagina 1 Informazioni pubbliche Confidenziale L’obiettivo è fondamentalmente quello della trasparenza, per consentire agli stakeholder, e comunque a tutti coloro che si trovano a valle del processo produttivo, di disporre di tutte le informazioni relative all’ecoprofilo del prodotto, così da comprenderne le caratteristiche ambientali e disporre di informazioni affidabili per effettuare un confronto. L’applicazione dell’LCA consente, tra l’altro, anche il calcolo del Carbon Footprint, e costituisce lo strumento per procedere alla contabilizzazione delle emissioni di gas serra in conformità al GHG Protocol. L’attenzione per questo tipo di indicatori trova ad oggi crescente interesse nelle strategie di comunicazione aziendale. Tuttavia, la focalizzazione sui singoli aspetti -a prescindere dalla complessità della prestazione ambientale- può risultare L’evoluzione fuorviante. In questo della comunicazione senso, un percorso ambientale più articolato, in cui LCA fare eventualmente (Life cycle Assessment) emergere uno o due indicatori, risulta cerCertificazione tamente più solido. EDP™ Dichiarazione pLus dei gas serra Da coMunicare Carbon Le ricadute positive di footprint un approccio rivolto alla valutazione della prestazione ambientale nel suo complesso possono trovarsi in diverse aree. Le prime applicazioni mirate a identificare i punti di forza dei processi produttivi e suggerire i possibili interventi di miglioramento costituiscono un indubbio elemento d’interesse, ma nel corso degli anni sono state affiancate da azioni più specifiche, spesso utilizzate in chiave di marketing a supporto della reputazione di un marchio o di un prodotto. In questo senso occorre saper distinguere tra comunicazioni “non istituzionali” e comunicazioni “istituzionali”. Le prime emergono per facilità di comunicazione, spesso non supportata da alcuna quantificazione o studio in grado di attestare la bontà della prestazione ambientale vantata. Le seconde rispondono invece a sistemi di criteri, standard, regolamenti, processi di certificazione, prevalentemente basati sull’applicazione della metodologia LCA, che rendono consistente, dimostrabile e solido il messaggio. Una differenza sostanziale, che i consumatori saranno sempre più in grado di cogliere. stefano rossi, Life cycle engineering Comunicazione semplificata 4 segue da pag. 51 Servizi-Normativa Dalle regioni Lazio Piace Provincia Romana, la food enoteca del gusto locale n incubatore a servizio delle aziende agricole e dei 121 coU muni della Provincia di Roma per valorizzare e promuovere i prodotti tipici del territorio. Con questo obiettivo, dallo scorso settembre la Provincia di Roma, in collaborazione con Arsial (ente della Regione Lazio per lo sviluppo dell’agricoltura) ha inaugurato Provincia Romana, un luogo dove scoprire, degustare e acquistare le specialità enogastronomiche locali. Popolo di turisti Una promozione delle eccellenze locali che si poggia su eventi calendarizzati con cadenza bimestrale e comunicati alla popolazione e ai 20 milioni di turisti che ogni anno visitano Roma, che sono così richiamati nel locale situato nel cuore dell’Urbe, ricavato alle spalle di Palazzo Valentini, con vista sulla Colonna di Traiano. “L’iniziativa -dichiarano dalla Provincia di Roma- sta andando molto bene. I prezzi sono accessibili sia per l’acquisto sia per la ristorazione. Anzi, forse il locale è fin troppo piccolo, con i suoi 65 mq e i 35 posti a sedere. E questo si nota in particolare quando presentiamo eventi con degustazioni, come per esempio in questo periodo la porchetta, che richiama copiose folle”. collaborazione L’iniziativa arriva cinque anni dopo la positiva esperienza di Palatium, l’enoteca della Regione Lazio di via Frattina, che nelle sue proposte si “allarga” a tutte le specialità regionali. “Questa esperienza -come ha sottolineato Fabio Massimo Pallottini, commissario straordinario dell’Arsial- ha un tratto distintivo perché nasce da accordi tra istituzioni”. Il progetto, infatti, è frutto della collaborazione di Arsial, ma anche di quella dell’enoteca regionale Palatium, da cui ha preso vita l’idea. “D’altro canto -aggiunge Pallottini-, la possibilità di assaggiare un prodotto, di bere un bicchiere di vino vale più di mille campagne pubblicitarie: ecco perché uno spazio del genere, nel cuore della città, rappresenta un’enorme opportunità si sviluppo della cultura del tipico”. Tiziana C. Aquilani Sostegno per i prodotti a km zero Marche La Giunta regionale delle Marche ha stanziato 290mila euro per realizzare un progetto di ricerca e un progetto pilota per la vendita diretta dei prodotti agroalimentari. Con la ricerca, potranno essere approfondite le caratteristiche strutturali e la vocazione del territorio, oltre che del settore agricolo marchigiano arrivando a fornire gli elementi per definire le attuali peculiarità della vendita diretta e valutarne le opportunità di sviluppo nella regione. Per sperimentare nel concreto la vendita diretta sul territorio sono state effettuate analisi di alcune modalità attuative individuando come particolarmente interessante per le Marche, caratterizzata da piccole e micro imprese agricole, la cosiddetta Vdo, 53 Vendita diretta organizzata: forma di vendita che riunisce i produttori agricoli all’interno di una struttura del tipo di un supermercato di media superficie, differenziandosi però dalle cosiddette farmer market per l’offerta di un fornito paniere di prodotti e per la garanzia di sistemi di etichettatura elettronica, (che potranno essere verificati dagli stessi consumatori attraverso dei totem touch screen), nei banchi frigo intelligenti, oltre che per il sistema di gestione. È stato, quindi, deciso di realizzare un progetto pilota sperimentale che coinvolga direttamente ed economicamente gli imprenditori agricoli, il cui impegno finanziario minimo è del 30%, per valutarne TCA pregi e difetti. GDOWEEK - 1 marzo 2010 . Coccolarsi con le mele. Nel sito web di VI.P -consorzio dei produttori di mele Val Venostacampeggia una serie di consigli e ricette di bellezza per sfruttare al meglio i benefit della mela. Squisita da mangiare, strepitosa per la pelle: la mela ha un bassissimo apporto calorico e, grazie alla pectina, aiuta ad eliminare dal corpo le sostanze tossiche; inoltre, contiene vitamine importanti (provitamina A, vitamine B1, B2, B6, E e C), niacina e acido folico, insieme a flavonoidi e carotinoidi dall’effetto antiossidante. Un frutto che è da sempre alleato di bellezza: non a caso, al Beauty and Wellness Resort Garberhof di Malles hanno messo a punto trattamenti specifici a base di mele Val Venosta. Un esempio? Per un effetto esfoliante, crema di latte, purea e pezzettini di mela spalmata sulla pelle con bagno in vasca a 38°C. PRODOTTI E IMPRESE Informazione Commerciale , Per Epta rappresenta l’ultimo frutto della strategia denominata “The Value of Energy”, volta alla realizzazione di sistemi che consentano un elevato risparmio energetico e l’abbattimento dell’inquinamento ambientale. Eptagreen è la nuova serie di centrali frigorifere che promette di ridurre considerevolmente le emissioni dirette in atmosfera di anidride carbonica: si avvale, infatti, del gas R744 (CO2), fluido naturale non infiammabile, né tossico, né esplosivo, che presenta il minor valore GWP (Global Warming Potential) tra i fluidi frigorigeni in commercio. La centrale Eptagreen, concepita per rispondere in maniera flessibile alle esigenze di medi e grandi pdv, nelle versioni a 3 o 4 compressori semiermetici alternativi Bitzer, eroga una potenza frigorifera -per utenze a basse temperature (surgelati)che va da 8 a 84 Kw. Consuntivo ok e piano di sviluppo ad alto potenziale. Forte dei risultati positivi rilevati nel 2009, Norda -primaria realtà italiana produttrice di acque minerali- presenta alcuni interessanti evoluzioni della propria attività in ambito bevande piatte e bibite. Grazie al nuovissimo impianto in “asettico” Krones -con capacità di 18mila bottiglie/ora- installato presso lo stabilimento di Primaluna (LC), l’azienda ha da poco debuttato ufficialmente nel settore dei soft drink: il primo prodotto è il Tè Norda nelle varianti limone, pesca e verde, che vanta gli stessi standard qualitativi propri delle acque oligominerali di montagna della gamma aziendale. Sul fronte bibite, Norda si appresta a rilanciare la propria Cola, nelle versioni classica e zero zucchero, con due grandi novità: un gusto sorprendente e un look più accattivante. Utilizzano immagini termiche, permettendo di rilevare persone ed eventi con grande affidabilità anche nel buio completo o in altre condizioni di scarsa visibilità. AXIS Q1910 e AXIS Q1910-E si presentano come le prime telecamere termiche che si integrano perfettamente in qualsiasi sistema con tecnologia video di rete, utilizzato per proteggere un’area 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Le telecamere termiche creano immagini basate sul calore che viene sempre irradiato da qualsiasi oggetto, veicolo o persona: ciò permette loro di “vedere” anche nella totale oscurità e, quindi, di inviare immagini affidabili che rilevano attività sospette. Rispetto alle telecamere tradizionali, inoltre, le termiche risultano in grado di gestire al meglio molte situazioni con ridotta visibilità, come ad esempio con nebbia, polvere o fumo. Straordinario in tutta la dolcezza del puro cioccolato al latte Tartufone, l’uovo Lovely è dedicato a tutti coloro che vogliono condividere un momento di gioia e di affetto. In regalo sorprese speciali e raffinate come gli auricolari per i-pod, il portachiavi pendente e l’esclusivo braccialetto. Per rendere ancora piu’ magica questa festa e regalare un momento romantico, Motta mette in palio uno specialissimo concorso per vincere un’ esperienza da sogno a New York. Un soggiorno per due persone con una lussuosissima limousine che attenderà in aeroporto i vincitori portandoli alla scoperta della Lovely Night, cena con vista panoramica e due biglietti per lo spettacolo in cartellone a Broadway. Peso: 330 gr Prezzo consigliato: 10,66 € Servizi Strategie Il Gruppo propone supporti operativi per progetti internazionali Bridge That Gap promuove l’Italia con la soft diplomacy clettico, instancabile, profondo conoscitore del mercato giapponese, E della sua cultura e, delle sue abitudini alimentari, Andrea Rasca ha traslato la sua passione per la cultura nipponica in business, allargato poi a tutta l’area del lontano oriente e sviluppati attraverso BTG, acronimo di Bridge That Gap (www.bridgethatgap.it). Andrea Rasca, fondatore della partecipation holding internazionale Bridge That Gap, ha realizzato diverse iniziative, soprattutto nel settore food, in Giappone e in Asia. Grazie all’esperienza acquisita sul campo, collaborerà con Gdoweek per suggerire strategie di sviluppo sui mercati internazionali, con un focus su quello giapponese. Come sintetizza il concept Btg? Premetto che internazionalizzazione è l’elemento fondante di Btg e, nello stesso tempo, rappresenta anche la sua specializzazione, e con “soft diplomacy”, che è il modo con cui definirei l’approccio di Btg nei vari paesi in cui si trova ad operare, cioè il nostro tentativo di trasmettere, attraverso i nostri progetti, un’immagine dell’Italia positiva, seria e creativa. L’approccio di Btg Group è quello di un incubator inteso come facilitatore dello sviluppo commerciale e dimensionale delle imprese partecipate, ognuna delle quali, in autonomia. Come è iniziata l’avventura ... Alle origini di Btg c’è Paralleli, società fondata nel 1997 per la consulenza strategica di internazionalizzazione, focalizzata sul mercato giapponese: in breve acquisisce una posizione di leadership nella gestione di progetti di sviluppo verso il Giappone e l’Asia, soprattutto nel settore food. Tra i nostri clienti in questo periodo sono stati: Bindi Fantasia nel Dessert, Parini, Pastificio Rana, Latteria Soresina, Orogel. La crescita di Paralleli determina l’esigenza di sviluppare intorno a ogni prodotto il concept per poter trasmettere il corretto mood direttamente collegato a esso. Di conseguenza, Paralleli si occupa anche dello studio, della comunicazione e definizione della strategia di sviluppo. In questa fase, i progetti più importanti realizzati portano il nome di Rana, Mokarabia Coffee Bar, Gentilini, Spega ecc. Non mancano progetti di formazione e consulenza e quindi clienti quali RSO, Meridiana, Telecom, Consob. Dal 2004 Paralleli diventa Btg, con la missione di diventare il primo gruppo italiano in grado di offrire assistenza e supporto 55 operativo per progetti di sviluppo internazionale. Come, per esempio, è stato per Eataly Japan KK, il progetto di Eataly in Giappone: in soli sei mesi Btg è stata in grado di aprire nel cuore di Tokyo un centro di oltre 1.500 mq, con 5 ristoranti, mercato e scuola eno-gastronomica, occupandosi di selezione della location, gestione dei lavori di ristrutturazione, importazione e logistica per oltre 1.200 prodotti e attività di comunicazione a supporto. Quali le società del gruppo? Paralleli Trade Fairs, che gestisce per l’Italia e in esclusiva alcune delle più importanti fiere asiatiche, e Aquaconcept, specializzata nella distribuzione di acque minerali di altissimo livello. SixtySix, agenzia di comunicazione del Gruppo e Blue Barracuda, web agency, specializzata nel marketing e comunicazione digitale, che è la branch italiana di Blue Barracuda UK, multinazionale della comunicazione digitale. Infine, Equilibri, la prima società italiana di geopolitica e di analisi di relazioni internazionali, attiva nel campo della formazione e informazione delle relazioni internazionali, svolte in oltre 200 Paesi, che edita anche Upside Town, rivista già presente in diverse edizioni. Progetti in sviluppo? Tra i progetti in corso vi è il lancio di QB Mercato e Cucina -food concept nato dall’esperienza internazionale nel mercato retail di SDS, la nuova società del gruppo- un luogo dove acquistare o direttamente consumare cibo sano e gustoso di elevata qualità. Il 2009 ha visto poi la nascita di altre due società: New Choco, che ha lanciato il brand di cioccolato biologico GoDo, già distribuito in Italia e Giappone, ma a breve anche in UK; e Taste Sharing Japan, trading company, che rappresenta in Giappone il braccio operativo di BTG per promuovere nuovi concetti Italiani attraverso il trade, il retail e attività di comunicazione e lifestyle: il suo primo goal, l’acquisizione dell’esclusiva del sigaro Toscano per il Giappone e la Corea. Tiziana C. Aquilani GDOWEEK - 1 marzo 2010 Opinioni Come contrastare il fenomeno delle malattie pretestuose utta colpa di Charles Robert Richet, premio Nobel nel 1913, che ha introdotto il T concetto di “ectoplasma” nel campo della Aldo Calza, Partner DLA Piper, responsabile della Practice Employment, Pensions and Benefits Il rifiuto Sempre più spesso i dipendenti rifiutano di ricevere le comunicazioni fatte a mano dal datore di lavoro, soprattutto quando si tratti di comunicazioni di licenziamento. Efficacia sospesa Spesso al rifiuto di ricevere la comunicazione segue un cer tificato di malattia, che sospende gli effetti del licenziamento. Legge ad hoc I giudici stanno cercando di risolvere questo problema, ma è auspicabile un intervento del legislatore che risolva il problema alla radice. parapsicologia e dell’esoterismo (il Nobel non lo ha vinto per questo, ma per i suoi studi sull’anafilassi). L’ectoplasma, nel fantasioso mondo esoterico, rappresenta la forma corporea fluida nella quale si materializzano gli spiriti o le entità spirituali. Nel fantasioso mondo del lavoro italiano, invece, l’ectoplasma è il simbolo del fenomeno della “malattia da licenziamento”. sospensione licenziamento In Italia, sovente, il dipendente cui venga consegnata a mani una lettera di licenziamento rifiuta di riceverne copia, si rivolge immediatamente al proprio medico e viene colto da una “sindrome ansioso depressiva reattiva”. Così facendo il dipendente ottiene la sospensione degli effetti del licenziamento (che, stante il rifiuto di ricevere la lettera a mani, non può che essere poi comunicato tramite posta) e ottiene molti mesi aggiuntivi di stipendio, almeno fino alla scadenza del cosiddetto “periodo di comporto” (la cui durata è determinata dai contratti collettivi e varia generalmente da 6 a 12 e più mesi). La malattia, infatti, sospende l’efficacia del licenziamento (e il decorso del preavviso). La drammaticità del licenziamento, spesso inatteso, non può non indurre alla massima comprensione e indulgenza per le reazioni di chi lo subisca, che indubbiamente possono sfociare anche in reali patologie da stress. Ma per chi operi nel mondo del lavoro il fenomeno di cui parliamo è fin troppo noto e va ben oltre i più elementari canoni della corretta gestione delle relazioni tra aziende e dipendenti, pur tenendo presente la maggior debolezza contrattuale che certamente caratterizza la posizione dei dipendenti. Cinquant’anni dopo la morte del citato Richet, usciva nelle sale di tutto il mondo il film Ghostbusters: alcuni dottori di ricerca in parapsicologia si lanciavano in una guerra contro gli ectoplasmi che stavano invadendo New York. La stessa guerra che i datori di lavoro italiani hanno dovuto, per anni, affrontare in perfetta solitudine, inventando le più ardite tecniche pur di riuscire a consegnare a mani qualunque comunicazione (lettere di licenziamento o altro) ai dipendenti meno disponibili a un confronto 56 aperto e corretto. Recentemente anche i giudici (in particolare la Sezione Lavoro del Tribunale di Roma, in una sentenza di poche settimane fa) sono entrati a pieno titolo nel team di ghostbusters, affermando che il rifiuto da parte dei dipendenti di ricevere le comunicazioni dell’azienda sul luogo di lavoro comporta una presunzione di avvenuta consegna e ricezione. Un chiaro esempio di fantasia applicata al diritto, che ben evidenzia la volontà dei giudici di sopperire alla carenza di strumenti normativi validi per combattere il fenomeno qui descritto. Il tutto, naturalmente, non solo a tutela delle aziende, ma anche di tutti quei dipendenti (che continuano a essere la maggioranza) che scelgono la ordinaria e irrinunziabile via giudiziaria per tutelare i rispettivi diritti. maggiore tutela e rispetto In Ghostbusters i ricercatori che sfidavano gli ectoplasmi erano inizialmente tre, ai quali poi se ne aggiunse un quarto cammin facendo; nel nostro caso, ne mancano all’appello ancora due. Mancano i medici: con un pizzico di attenzione e scrupolo professionale in più, potrebbero infatti evitare che tante finte malattie si trasformassero in strumentali “patologie ectoplasmatiche”, garantendo maggiori tutele e maggior rispetto per tutti quei dipendenti che sono ammalati davvero e che, loro malgrado, finiscono per pagare (in termini di immagine e di credibilità) il prezzo di errori non loro. Manca, infine, all’appello il nostro legislatore, che potrebbe risolvere il fenomeno stabilendo che qualunque malattia sorta dopo la tentata comunicazione del licenziamento (fallita a causa del rifiuto di ricevere la lettera) non sospende l’efficacia del recesso. Graverebbe poi sullo Stato l’onere di sostenere il reddito dei malati veri (che hanno naturalmente diritto a una giusta ed equa tutela), individuando e sanzionando per altro verso le “malattie” ectoplasmatiche. Con una squadra di ghostbusters al completo, il mercato del lavoro italiano, come la New York del film in questione, verrebbe come d’incanto ripulito di un fenomeno, a dir poco, “paranormale” che, lo si ripete, nuoce (oltre che alle aziende) soprattutto alla maggioranza dei prestatori di lavoro, sia sani che ammalati. GDOWEEK - 1 marzo 2010 IL SETTIMANALE DI RETAIL PER LA BUSINESS COMMUNITY 0 2 2010 1 1 g e n IPER HA TESTATO LO STORE FIRMATO GRANDI VIGNE n 18 GENNAIO a i o Architettura e servizi per lo storico c.c.i. della capitale 4 ∏8 PRIVATE LABEL: NUOVA STRATEGIA DI METRO 08 FARMO PUNTA SUI PRODOTTI PER CELIACI 11 02 11 TWININGS - CONSORZIO VOG SVILUPPO RETI 12 SILIKOMART - TESCOMA - TAVOLA SWISS 07 ALDI SÜD HOFER 13 GUARDINI - VICTORINOX - GIANNINI EXTRA 08 IKEA 14 EUROTRADE - DARTY - COOP CONSORZIO NORD OVEST 06 NIELSEN - DISTRIBUZIONE (DIS)ORGANIZZATA TAG RFID, IN FUTURO STAMPATI ANCHE SUGLI OGGETTI M E R C A T I C O N S U M A T O R I 05 ∏8 LA ROMANINA RIDISEGNATA P R E Z Z I 15 I driver di acquisto nel food Rapporto qualità prezzo Il prezzo La qualità La produzione in Italia Le promozioni La naturalità La provenienza La sicurezza 84,7% 81,6% 81,4% 79,4% 78,5% 68,7% 68,5% 66,9% Fonte: Astra ricerche Il consumatore italiano fa shopping di qualità e sicurezza CONSUMI Tempo meno nuvoloso sul BAROMETRO COOP /8/ Indagine CARREFOUR gli alimenti biologici sconfiggono la crisi /8/Non food in difficoltà: secondo NIELSEN si salva solo il fai-da-te /10/ Meno trucchi contrla crisi /10/ La ripresa economica è come l’amore: prima o poi arriva /13/ la crisi /10/ La ripresa economica è come l’amore: prima o poi arriva /13/ la crisi /10/ La ripresa economica è come l’amore: prima o poi arriva /18/ MERCATI SUCCHI FUNZIONALI pag. 33 CONFETTURE pag. 42 CAFFÈ IN CIALDE E IN CAPSULE pag. 50 VERDURE IV GAMMA pag. 54 SHAMPOO pag. 60 un’offerta editoriale multimediale: stampa, e-m@il, on-line, tv per un’informazione puntuale, sempre aggiornata In un anno 28 numeri su carta e 18 gratuiti in formato pdf direttamente al tuo indirizzo di posta elettronica GDOWEEK SUL WEB it www.gdoweek.it - L’aggiornamento quotidiano e i servizi dedicati gdoweekTV - Un viaggio attraverso la realtà dei punti di vendita e i suoi protagonisti GDOWEEK, la Newsletter - Ogni giovedì l’aggiornamento puntuale GDOWEEK Prodotti prezzi mercati consumatori I consumi: l’analisi dei prezzi, dei brand, delle private label, delle tendenze in atto e l’opinione degli esperti. Le novità di prodotto e i principali mercati food e non food con la rilevazione prezzi nei punti di vendita e l’opinione dei retailer. Mensile GDOWEEK, Gli speciali L’analisi dei trend e dei mercati, prodotti, servizi, canali e consumi. In calendario: la Sostenibilità, l’Innovazione, il Brand, il Made in Italy, le Private Label, la Logistica, i Retailer domani, i Nuovi formati distributivi LAYOUT L’innovazione del punto di vendita, layout, tecnologie e servizi. Le tendenze in atto, i nuovi concept, i complementi e la comunicazione, le tecnologie e i servizi adottati; confronti e interviste con i principali player del settore Quattro uscite nell’anno BUONO D’ORDINE Sì, desidero abbonarmi per un anno al sistema Gdoweek GDOWEEK10C € 100,00 Per ulteriori informazioni SERVIZIO CLIENTI tel. 02 39.64.64.20 Ritagliare e spedire per posta in busta chiusa all’indirizzo Il Sole 24 ORE Business Media via G. Patecchio 2 - 20141 Milano. Oppure inviare un fax al numero 02 39 64 64 21 offerta valida fino al 31/08/2010 ✁ GDOWEEK e GDOWEEKm@il, Le politiche e l’attualità del retail e del largo consumo. Idee, confronti, interviste. Dall’analisi dei prezzi a scaffale ai grandi temi di attualità; dalle interviste ai player del retail alla presentazione dei punti di vendita più significativi, sino alle “nuove aperture sul territorio. L’industria in primo piano con interviste e confronti, l’innovazione nei servizi e nelle tecnologie. Settimanale su carta e pdf con uscite alternate Cognome__________________________________________________________________________ Nome______________________________________________________________________________ Professione _________________________________________________________________________ Società Da compilare solo per ricevere il magazine presso la Sua Azienda Via ____________________________________________________________________ n° _________ CAP __________________ Città _____________________________________ Prov. ___________ Tel. _________________________________________________ Cell. ____ _____________________ e-mail _____________________________________________________________________________ Clausola contrattuale: la sottoscrizione dell’ordine dà diritto di ricevere offerte di prodotti e servizi delle società del Gruppo Il Sole 24 ORE. 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Attraverso il conferimento del Suo indirizzo e-mail, del numero di telefax e/o del numero di telefono (del tutto facoltativi) esprime il Suo specifico consenso all’utilizzo di detti strumenti per l’invio di informazioni commerciali. 0 1 2010 P R O D O T T I t(%08&&,Ot4FUUJNBOBMFt*M4PMF03&#VTJOFTT.FEJB4SMoWJB(1BUFDDIJPo.JMBOPt Z - VY COVER STORY La marca del distributore entra in nuovi settori Tutti premium Informativa ex D.Lgs. n. 196/03 (tutela della privacy): Il Sole 24 ORE Business Media S.r.l.- Via Patecchio 2, 20141 Milano SUL PROSSIMO NUMERO DI GDOWEEK Cultura a cura di Gennaro Fucile AREA GDO Milano: l’i.lab Alimentazione produrrà cultura del cibo Se il consumatore odierno è competente, smaliziato, curioso, informato, critico, quello del prossimo futuro vanterà ben altri crediti: sarà in possesso di un’autentica cultura del cibo. Formare le nuove generazioni, educarle sui temi dell’alimentazione, è proprio il fine ultimo dell’i.lab Alimentazione, laboratorio interattivo dedicato all’alimentazione realizzato dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Si tratta della prima iniziativa permanente del genere realizzata in Italia. Proprio la comunanza di intenti nei confronti del pubblico scolastico ha visto nascere una collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso il Comitato tecnico-scientifico per il progetto Scuola e Cibo. Il progetto ha individuato nel laboratorio un luogo di formazione a livello nazionale, con lo scopo di educare le scelte alimentari dei giovani, dall’acquisto al consumo. L’i.lab Alimentazione è suddiviso in due zone. Nella prima area, grazie alla presenza di un frigorifero e di una dispensa composta da moduli cubici, i partecipanti sono invitati a scegliere autonomamente i cibi con cui cimentarsi. I moduli cubici che compongono la dispensa sono rivestiti da un mate- riale ceramico che simula la superficie di una lavagna. Su queste superfici sono riportati alcuni luoghi comuni legati al tema dell’alimentazione, operando una sorta di contro-informazione. Nella seconda area si svolge l’attività vera e propria. La conformazione dello spazio propone cinque piccole cucine a isola, attorno alle quali i partecipanti possono disporsi in gruppi da 5/6 persone. Ogni isola è attrezzata con piani di cottura a induzione, prese elettriche per la strumentazione scientifica e da cucina (ad es. microscopio e frullatore) e un monitor. Le isole condividono tra loro due lavelli con miscelatore e impianto per microfiltrare, raffreddare e rendere frizzante l’acqua. Sempre in questa area sono collocati una lavastoviglie e un forno. La postazione dell’animatore, centrale rispetto alle altre per avere un contatto diretto con i tutti i partecipanti all’attività, ha alle spalle un grande monitor che proietta immagini e contenuti fruibili da tutto il gruppo presente nel laboratorio. Le attività sperimentali proposte esplorano quattro macrotemi dell’alimentazione attraverso quattro diversi percorsi: i principi nutritivi degli alimenti e gli stili di vita; il cibo e la salute; la filiera produttiva degli alimenti; la preparazione in cucina e la digestione del cibo. Publisher: Nicola Ligasacchi Segreteria Commerciale: [email protected] Ufficio Traffico: [email protected] RETE DI VENDITA PUBBLICITÀ l Piemonte e Liguria: ADV Spazioerre srl - Torino, Tel. 011 6600100, Fax 011 6602875 l Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia: M.P.&P. srl - Postioma di Paese (Tv), Tel. 0422 480150, Fax 0422 480033 l Emilia Romagna, Marche: Società Futura srl - Bologna, Tel. 051 230807, Fax 051 225303 l Toscana, Umbria: Media & Massima - Firenze, Tel. 055 4223085, Fax 055 4361167 l Lazio, Abruzzo: Intermedia srl Roma, Tel. 06 5899247 - 5894534, Fax 06 5819897 l Campania: Salvatore Cuomo - Castelvolturno (Ce), Tel. 0823 851613, Fax 0823 851649 l Molise, Puglia, Basilicata, Calabria: Intermedia srl - Roma, Tel. 06 5899247 - 5894534, Fax 06 5819897 l Sicilia: Publisette srl - Palermo - Tel. 091 7302750, Fax 091 343496 l Sardegna: c/o Il Sole 24 Ore Business Media Srl Milano - Tel. 02 39646.622 Presidente: Eraldo Minella Amministratore Delegato: Antonio Greco Direttore Editoriale: Mattia Losi Il Sole 24 Ore Business Media Srl Via G. 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Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. La trasparenza del laboratorio, come la cucina “a vista” di un ambiente domestico, intende essere un ulteriore strumento per comunicare la volontà di far conoscere al pubblico anche gli aspetti più nascosti e difficili legati al cibo: quelli scientifici. 58 GDOWEEK - 1 marzo 2010