pro loco, presente e futuro!

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pro loco, presente e futuro!
PRODOTTI E SERVIZI PER LA RISTORAZIONE
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Ricad nforma
Anno 3 · n. 6 · novembre/dicembre 2015 · Aut. del Trib. di Vibo Valentia n. 1/13 del 14/01/2013
Direttore responsabile: Francesco Apriceno
PRO LOCO,
PRESENTE
E FUTURO!
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Ricad nforma
pag. 2 - novembre/dicembre 2015
editoriale
UN PROGETTO
DA SOSTENERE
di Francesco Apriceno
Il 2016 sarà un anno particolare per Ricadi, dal punto di vita istituzionale. Si tornerà
infatti a votare per eleggere il nuovo sindaco e la nuova amministrazione comunale,
dopo due anni di commissariamento per
infiltrazioni mafiose.
Si ritorna quindi alla normalità con la nuova amministrazione che dovrebbe avere le
carte in regola per operare bene nella gestione del territorio e rilanciare la progettualità, anche in occasione dei programmi
comunitari di finanziamento 2014-2020.
A proposito di opere pubbliche, nel nuovo
anno dovrebbero essere aperte alcune sezioni del Mu.Ri (Museo civico di Ricadi), diretto dall’Arch. Vincenzo Calzona, dirigente
dell’area tecnica del Comune. Il museo potrebbe essere un volano importante di sviluppo non solo culturale, ma anche turistico
perché è ben evidente la necessità di creare
nuovi canali di attrazione turistica e le ricadute altamente positive che il turismo culturale può generare se ben implementato.
Nel campo associazionistico la Pro Loco e
le altre realtà attive sul territorio comunale
continuano a lavorare e ad ottenere importanti risultati per la comunità, principalmente attraverso iniziative dedicate alla promozione turistica, all’ambiente e al sociale.
Dell’attivismo che caratterizza le poche,
ma significative esperienze associative, ne
abbiamo sempre parlato sia sul nostro giornale che sul sito, con l’intenzione di dare anche uno stimolo alla nascita di altre iniziative
e di stimolare la rinascita dell’entusiasmo e
della fiducia, dopo il duro colpo arrivato in
seguito allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, che avrebbe potuto provocare un senso di sfiducia totale nei confronti del futuro di questa realtà
e quindi disincentivare la voglia di fare dei
cittadini. I ricadesi, invece, si sono rimboccati le maniche e hanno continuato a mettersi
in gioco, creando nuove opportunità in termini di servizi culturali, sociali e di promozione del territorio.
Al centro del progetto editoriale e culturale di Ricadinforma, sin dalla fondazione di
questa testata, vi sono le finalità di raccontare la realtà di Ricadi, trasmettere messaggi
di ottimismo nei confronti delle potenzialità
del territorio, mettere in evidenza l’operosità dei Ricadesi, evidenziare aspetti problematici, non per avanzare una critica fine a
sé stessa, ma con l’intenzione di individuare
le possibili soluzioni, attraverso il confronto
con i soggetti coinvolti in una determinata
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situazione
Ricadinforma, come ricordato altre volte, è una realtà fatta di giovani, orgogliosi
della propria appartenenza, che sacrificano
energie e impegno per dare un servizio di
informazione e approfondimento su diverse
tematiche, a disposizione dei lettori in maniera comoda e gratuita.
Ricadinforma vuole continuare ad informarvi anche nel 2016 e promette un
ulteriore aumento della qualità. In tre anni
il progetto è cresciuto tanto, sono state implementate nuove rubriche, è aumentata
la qualità e la quantità delle notizie grazie
anche all’ingresso di nuovi collaboratori in
squadra. Sono state create le condizioni per
il potenziamento di una testata ricadese che
possa costituire un importante punto di riferimento del territorio.
Il bimestrale ha infatti dato il “la” alla realizzazione di un network giornalistico territoriale (Tropeainforma e la nuova testata
Drapiainforma in arrivo). Per poter mandare avanti il progetto è necessario però
l’impegno e il coinvolgimento di tutti, anche
della collettività di imprenditori del territorio che hanno a disposizione un’opportunità unica di coniugare la promozione della
propria attività alla promozione territoriale
attraverso un potente strumento di informazione che entra nelle case e viene letto
da migliaia di persone. Per non parlare del
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sito web strutturato secondo le nuove dinamiche dell’informazione via web e social.
È importante anche il coinvolgimento e la
vicinanza dei lettori che possono avanzare
critiche propositive ed effettuare segnalazioni. Ricadinforma è il giornale di tutti! Noi
ci siamo! E voi?
maggiore per cercare, dove possibile, di colmare il vuoto lasciato dall’interruzione del
mandato amministrativo, senza nulla togliere alla terna commissariale che approfitto
per ringraziare per la sensibilità e l’interesse
dimostrati nei confronti della Proloco».
Le iniziative della Proloco, come spiega
Varrà, si sono snodate nel corso dell’intero
anno, con una maggiore concentrazione nel
periodo estivo. I mercatini di Natale nelle
principali piazze del comune, la Befana per
i bambini al Palazzo dei Congressi, il Carnevale organizzato con i plessi scolastici di
Ricadi e Spilinga: sono tutte iniziative che
hanno coinvolto tantissimi cittadini. Il presidente inoltre spiega: «L’organizzazione della
stagione estiva è stata la più impegnativa
per il susseguirsi delle attività e delle manifestazioni che abbiamo portato avanti con
successo. Una convenzione con il Comune
nel mese di giugno ci ha consentito di organizzare e gestire i parcheggi a mare: abbiamo dotato le sei postazioni di un gazebo in
legno per la vendita dei ticket che ha funzionato anche da ufficio informazioni permettendo, altresì, a 12 giovani del Comune di
prestare la propria opera per la durata di 60
giorni. Il servizio ha prodotto ottimi risultati non solo dal punto di vista dell’efficienza,
ma anche per i vantaggi economici avuti dal
Comune».
Riscontro positivo, secondo Varrà, ha avu-
intervista
PRO LOCO,
PRESENTE E FUTURO!
di Valeria Muzzupappa
Il presidente della Pro Loco Capo Vaticano, Francesco Varrà, traccia un bilancio delle attività svolte dall’associazione. Prima di
farlo però non manca di ringraziare il direttivo (Romina Vietti, Fabrizio Giuliano, Giuseppe Bruzzese, Gaetano Scepi, Giuseppe
Scaramozzino) «che con impegno e responsabilità ha portato avanti il programma della
Proloco».
Riguardo al 2015 il presidente dichiara:
«Non è stato un anno sicuramente facile,
sia per le scarse risorse finanziarie di cui si
dispone, sia per l’assenza dell’amministrazione comunale a causa delle vicende a tutti note. Ciò è stato un limite ma allo stesso
tempo ha motivato e responsabilizzato ancora di più l’intero direttivo ad un impegno
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to la Fiera Costa degli Dei “dell’artigianato e
degli antichi mestieri“, organizzata nelle frazioni di Santa Domenica e Capo Vaticano e
svoltasi per due giorni a settimana per tutto
il periodo estivo. Un collegamento con Tropea con bus navetta negli orari della fiera ha
ampliato il numero dei partecipanti.
Altro evento importante è stato costituito dalla gara podistica “Run Capo Vaticano”
con 283 partecipanti che si sono sfidati su
un meraviglioso percorso paesaggistico. La
Pro Loco è stata inoltre presente anche con
la propria organizzazione logistica in quasi
tutte le manifestazioni estive. Dagli spettacoli del Teatro Torre Marrana, alla proiezione in piazza dei video riguardanti i “Ricadoti
per il mondo”, al raduno regionale delle moto
d’epoca, al torneo nazionale di Tennistavolo
presso il palazzetto dello sport, alla sagra
della cipolla, ecc.
Riguardo ai feedback ricevuti nel corso
dell’attività di informazione e assistenza
turistica, Varrà spiega: «La nostra presenza sul territorio a contatto col turista ci ha
permesso di ascoltare opinioni e giudizi
sulla nostra località. Unanime il giudizio
sulle bellezze paesaggistiche e le potenzialità ambientali del territorio, ma altrettanto
unanimi i giudizi sulla precarietà dei servizi
e l’organizzazione del territorio». La soluzione per migliorare lo status quo consiste
«nell’ampliare e migliorare l’offerta turistica
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Ricad nforma
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in presenza di una domanda sempre più esigente spinta dal processo di globalizzazione
che ha prodotto effetti anche nel settore
turistico. Siamo lontani – dice il presidente
della Pro Loco – dagli standard dell’offerta dei paesi a grande vocazione turistica e
dalle mete più in auge in questo momento.
Occorrono delle politiche sinergiche che
coinvolgano i vari protagonisti del settore
attraverso interventi mirati a livello infrastrutturale e strutturale capaci di rilanciare
il settore verso uno sviluppo compiuto».
Varrà inoltre aggiunge: «Capo Vaticano
fino a 5 anni addietro era il primo ricettore
in Calabria di presenze straniere, ragion per
cui bisogna riconquistare quei mercati per
evitare di essere retrocessi ad un ruolo di
subalternità rispetto ad altre mete turistiche. Anche a livello locale bisogna intensificare la cooperazione tra il settore turistico
e l’imprenditoria locale per consentire a
quest’ultima di divenire parte integrante
del sistema produttivo e dello sviluppo del
territorio».
Infine, riguardo alle prospettive future
dell’associazione turistica che presiede,
Varrà spiega: «Le risorse finanziarie della
Proloco derivano dal tesseramento dei soci
che formano il fondo cassa a cui attingere
per portare avanti l’attività sul territorio.
Tale carenza di risorse limita decisamente i
programmi e gli obiettivi prefissati».
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affiancati da Pippo Cotroneo. I ragazzi giocano e si allenano presso lo stadio comunale
“San Giovanni Bosco” di San Nicolò, messo
a disposizione su concessione dell’amministrazione comunale, e usufruiscono delle
di Ilaria Giuliano attrezzature per svolgere ogni tipologia di
esercizio fisico.
L’Asd Capo Vaticano è un’associazione
senza scopo di lucro, nata nel 2010 per volontà di un gruppo di genitori i quali – una
volta appresa la difficile realtà ricadese che
offre molto poco ai ragazzi per il tempo libero e desiderando allontanare i propri figli dai
“pericoli” della strada – hanno lavorato per
costruire una vera e propria scuola calcio in
grado di offrire un’opportunità di svago ai
giovani del comprensorio.
L’Asd, regolarmente affiliata al Coni e alla
Figc, in questi anni è riuscita a coinvolgere
Il presidente è Domenico Dicosta, mentre
nel suo progetto tantissimi ragazzi nella fa- il vicepresidente è Francesco Carone. Con
scia di età che va dai cinque ai sedici anni. Si lo sponsor ufficiale offerto da “Mobili La
è creato, così, un ambiente sano, crescendo Torre Srl”, la segreteria del sodalizio è gestinel rispetto delle regole e valorizzando la ta da Francesco La Torre e Giuseppe Laria
voglia di giocare a pallone, favorendo la for- mentre la dirigenza è affidata a Giuseppe
mazione motoria dei ragazzi e lo sviluppo Paparatto, Mercurio Lasorba e Tonino La
della loro personalità, perché l’insuccesso e Torre.
la sconfitta stimolino il desiderio di provare
L’Asd è giunta quest’anno al sesto anno di
e valutare laddove si sbagliato.
attività, allargando il suo campo di attività,
Lo staff tecnico dell’associazione è com- occupandosi anche del settore dilettantistiposto da professionisti nel settore delle co e costituendo una squadra che partecipa
scienze motorie, come il mister Francesco alla terza categoria provinciale. Questa noSchiariti e il professor Pasquale Vasinton, vità è scaturita dalla volontà di venire incon-
sport
L’ASD CAPO
VATICANO
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tro alle molte richieste dei giovani, e meno
giovani, del nostro territorio che, avendo
più di sedici anni, e non potendo quindi frequentare il settore giovanile, rischiavano di
dover trascorrere il loro tempo libero in attività che nulla avevano a che fare col calcio.
Così, grazie anche al contributo di imprenditori ricadesi e degli sponsor “Mobili
La Torre Srl” e “Garden Bar”, si è riusciti a
iscrivere la squadra al campionato. I ragazzi
del settore giovanile, piccoli amici (5-7 anni),
pulcini ed esordienti (8-11 anni) e giovanissimi (12-24 anni) si allenano tutti i mercoledì e venerdì dalle 17 alle 18.30, mentre la
terza categoria il martedì e il giovedì alle 17.
Ricordiamo, infine, che l’associazione ha
partecipato, e partecipa tutt’ora, ai tornei
e campionati organizzati dalla Lega provinciale dilettantistica di Vibo Valentia per il
settore giovanile, dai piccoli amici ai pulcini
fino ai giovanissimi, riuscendo, sin da subito,
a raggiungere risultati lusinghieri nelle partite giocate.
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Ricad nforma
di bellezze naturali mozzafiato, è sempre
difficile scegliere la via dell’emigrazione. Ad
oggi, infatti, sarebbe possibile investire sulle
ricchezze a disposizione per poter creare un
sistema turistico da fare invidia alle migliori
mete di tutto il mondo. Tuttavia, è risaputo
che non vi sono grandi sbocchi lavorativi, dal
momento che la stagione turistica a Ricadi
(o meglio, a Capo Vaticano) riesce a sopravvivere all’estate con fatica: mancano le infrastrutture, mancano i mezzi, mancano anche
le risorse. E con il termine “risorse” si intendono anche le “forze-lavoro”, nel senso che
oggi i giovani del comprensorio tendono a
trasferirsi per assicurarsi una posizione più
stabile o, comunque, per acquisire quell’indipendenza economica che un lavoro trimestrale non può garantire.
È il caso di una famiglia di San Nicolò, nello
specifico di Francesco e Salvatore Stillitano,
rispettivamente 43 e 24 anni, zio e nipote, i
quali hanno scelto di lasciare Ricadi per poter svolgere le proprie mansioni professionali. In periodi differenti, i due si sono recati
in Svizzera, a Sankt Moritz, dove entrambi
ricadesi fuori
sono coinvolti nel settore della ristorazione. Premesso che St. Moritz e Ricadi presentano pressappoco la stessa superficie
e il medesimo numero di abitanti residenti,
di Maurizio Pantano ci siamo chiesti come mai una così piccola
cittadina riesca a produrre turismo per un
In un territorio come il nostro, che gode anno intero.
DA RICADI
A ST. MORITZ
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Per chiarire questo aspetto abbiamo intervistato Francesco e Salvatore, per comprendere le diverse esigenze generazionali
ma anche per sollecitare qualche imprenditore di zona a prendere esempio da un sistema lavorativo molto più all’avanguardia del
nostro.
Come e quando avete deciso di intraprendere questa vostra esperienza in
Svizzera?
F. La partenza verso la Svizzera è avvenuta nel gennaio 2013, a seguito di una lunga
serie di esperienze professionali all’estero, tra cui: un anno in Regno Unito (1992),
otto anni in Germania (a partire dal 1994)
e una stagione invernale in Engadina (Svizzera, 2001). Eppure, nel 2013, dopo aver
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prestato servizio in una delle strutture più
importanti della mia terra natia, non venivo riconfermato per la stagione successiva,
trovandomi così spiazzato in quanto non
trovavo più un posto vacante per esercitare la mia professione (Maitre d’Hotel /
Food&Beverage).
S. La mia avventura in Svizzera inizia nel
dicembre 2013, quando ricevo un’insolita
chiamata mattutina di mio zio Francesco il
quale mi diceva di partire al più presto perché aveva trovato una buona occupazione
per me, sapendo che allora ero disoccupato.
Attualmente dove lavori e qual è la tua
mansione? Quali sono gli aspetti più gratificanti del tuo lavoro?
F. Lavoro presso l’Art Boutique Hotel Monopol “Preferred Hotels” di St. Moritz, una
struttura di 75 camere e un centro Benessere al 6° piano, con una veduta mozzafiato
sulla cittadina di St. Moritz, Bar & Lounge,
un Ristorante à la Carte con circa 100 posti a sedere (la mia “bomboniera”). Svolgo la
funzione quadro di Food & Beverage Manager. In questa struttura ho trovato la gioia di
potermi mettere in azione e portare a casa
grandi soddisfazioni professionali, superando tutte le difficoltà e assumendo diverse
responsabilità, grazie anche al sostegno della proprietà e della direzione. Mi ritengo appagato dal punto di vista economico, poiché
conduco la professione con vera passione e
amore.
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Ricad nforma
S. Attualmente lavoro nella stessa struttura di mio zio e lui è il mio capo! Il mio ruolo
è quello di “Chef de Rang” (Cameriere Capo
della propria zona di sala). Inizialmente avevo un po’ di timore ad abbandonare la mia
terra perché non sapevo cosa mi aspettava,
ma quando ho realizzato dove mi trovavo la
mia paura è svanita. Ho riscontrato un ottimo ambiente lavorativo che mi soddisfa sotto qualsiasi punto di vista.
Hai già svolto questa attività in Italia?
Quali sono state le differenze più determinanti che ti hanno fatto cambiare Paese?
F. Ho iniziato a lavorare all’età di 12 anni
presso l’albergo “La Bussola” dove il Sig.
Giuseppe Giuliano (“All Right”) mi è stato
da maestro; oggi gliene sono grato, perché
quella maestria di allora non c’è più e pertanto mi reputo una persona fortunata ad aver
appreso da lui tante cose che oggi non è più
possibile apprendere dalla vecchia scuola, in
quanto i tempi sono cambiati. Non è possibile cercare delle analogie tra St. Moritz e la
mia terra, sono due realtà molto differenti.
Io sono stato costretto ad andare via da Ricadi in quanto mi sono trovato in mezzo una
strada ed avendo due bambine non avevo
altre scelte.
S. Ho fatto il cameriere nei ristoranti sin
dall’età di 15 anni, per l’esattezza per 7 anni
ho lavorato in Calabria. La differenza tra le
due realtà è abissale: innanzitutto lo stipen-
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dio è proporzionato alle ore lavorative e al
costo della vita, il contratto di lavoro viene
rispettato al 100% e, cosa molto importante, viene rispettata la dignità di ogni lavoratore. Ho deciso di rimanere in Svizzera non
solo per il lavoro ma perché il livello della
qualità di vita è migliore, a partire dalle strade, ai mezzi pubblici e alla gentilezza delle
singole persone.
Come credi si possa integrare il tuo lavoro in un contesto come Ricadi?
F. Ricadi gode di una ricchezza non indifferente e non ha nulla da invidiare ad altre
destinazioni turistiche del nostro Paese.
Tutti noi soffriamo quando andiamo via,
lontani della nostra terra, ma non si deve
escludere che abbiamo un handicap: abbiamo una mentalità di gestione obsoleta,
cioè non siamo disposti a guardare oltre. Ci
sono sempre le stesse difficoltà: nella nostra
terra devi scendere sempre a compromessi, anche per svolgere la tua professione. Io
penso che se avessimo una mente più aperta forse avremmo tutti da guadagnare, non
da emigrare. Il Management Turistico non
è un gioco dove chiunque può improvvisare
tutto; sono necessarie esperienze del settore anche fuori dalla propria terra, dove la
mente può aprirsi verso nuovi orizzonti. La
mia posizione si potrebbe integrare perfettamente a Ricadi se solo venisse assegnata
più fiducia verso i propri collaboratori, lasciandoli agire nelle proprie decisioni.
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S. Sarebbe bello rimanere nella propria
terra a lavorare, ma non c’è un buon compromesso perché che le strutture alberghiere
di Ricadi sono operative pochi mesi all’anno.
Credo che, per il momento, sia molto difficile migliorare le condizioni lavorative nel
territorio di Ricadi e penso che per riuscirci
ci sia bisogno di un grande aiuto che provenga dello Stato, mediante agevolazioni nei
confronti di qualsiasi attività commerciale,
rendendo possibili assunzioni di personale
qualificato, con stipendi adeguati.
A cosa attribuisci questo fenomeno
migratorio dei giovani ricadesi verso altri
Paesi?
F. Credo che il fenomeno migratorio dei
nostri giovani non sia sempre negativo, anzi
solo in questo modo si possono portare
nel nostro territorio nuove esperienze; per
contro, penso che i ragazzi siano stanchi di
essere usati e non gratificati (e non solo in
ambito economico). Ad esempio, come può
un giovane lavorare 7 su 7 giorni, senza un
giorno di riposo? Come si può completare
una stagione estiva senza un certificato di
servizio? Come può un giovane apprendere
se viene sovraccaricato di lavoro se non ha
il tempo minimo per percepire quello che
sta facendo e per correggersi? Qui invece si
lavora 5 giorni su 7 (due turni di riposo) per
un totale di 45 ore settimanali; ogni mese
si maturano 2,9 giorni di ferie, che possono
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essere normalmente godute o retribuite appieno. Inoltre, a fine stagione, ogni collaboratore riceve un certificato di servizio, che
rappresenta un enorme soddisfazione per il
lavoro svolto. Ogni volta che torno nella mia
terra tutti i giovani mi chiedono un aiuto per
poter venire in Svizzera a lavorare, tant’è
che a breve partiranno verso St. Moritz 7
ragazzi di Capo Vaticano.
S. Purtroppo a Ricadi non c’è un grande
futuro lavorativo per i giovani; nel mio caso,
lavorando in ambito alberghiero, è impossibile puntare ad un lavoro costante vista la
modesta durata della stagione. Per un ragazzo come me, che si introduce nel mondo
del lavoro in età adolescenziale, tutto ciò è
molto sacrificante e insoddisfacente. Personalmente, grazie all’aiuto di mio zio, svolgo
un lavoro che mi ripaga tantissimo su ogni
aspetto, anche perché fuori dall’Italia i lavoratori sono molto tutelati.
Quanto può influire la lontananza dal
proprio paese d’origine alla tua età?
F. Influisce molto la lontananza dalla mia
terra nel mio umore, prima di tutto per la
lontananza dei propri cari. Come già ho
detto, a Ricadi ho due bambine che sono la
mia gioia e per questo rimango dove sono
per dar loro un futuro migliore. Ritornerei
volentieri nella mia terra, a condizione che
ci sia una struttura ricettiva all’avanguardia
che operi tutto l’anno, così da integrare il la-
LA BRIATICO EOLIE
VI INVITA A PROVARE
L’EMOZIONE DELLA VERA
voro con le mie esperienze di questi ultimi
anni e poter vivere vicino la mia famiglia.
S. Sento molto la mancanza della mia Calabria quando mi trovo fuori, principalmente
mi mancano gli affetti più cari, ad esempio la
mia famiglia, la terra nella quale sono cresciuto, gli amici con cui ho condiviso i momenti più belli della gioventù. Mi sono adattato alla Svizzera poiché, provenendo da
una realtà quasi allo sfascio, qui è “un altro
mondo”, dove tutto funziona alla perfezione.
Questa è una cosa che mi fa molta rabbia e
che mi spinge a non tornarci, nonostante Ricadi potrebbe essere il fiore all’occhiello del
Sud per le sue bellezze naturali.
religione
NATALE IN
PARROCCHIA
di Ilaria Giuliano
Don Giuseppe Lopresti, sacerdote delle
parrocchie di Ricadi, Lampazzone e Barbalaconi, invita la sua comunità a vivere le
festività natalizie, all’insegna della pace,
condivisione e fratellanza. Valori cristiani fondamentali che, purtroppo, la società
odierna tende ad oscurare. Un ricco programma natalizio, quello previsto da don Lopresti, che includerà tre eventi i quali sono
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Ricad nforma
pag. 8 - novembre/dicembre 2015
la colonna portante di questo Natale 2015.
Infatti, oltre alle tradizionali celebrazioni
della messa e della novena che prepara la
comunità dei fedeli alla nascita di Gesù, il
coinvolgimento dei parrocchiani prenderà
vita durante la seconda edizione del Presepe Vivente, previsto per il 27 dicembre
a partire dalle 15.30. L’evento prevede la
messa in scena della natività contornata
dall’aspetto spirituale e tradizionale della
comunità ricadese, grazie agli scenari storici preparati lungo il centro storico di Ricadi
rappresentati da via Schioppo, Via degli
amanti, via degli Artigiani e largo Migliarese.
Saranno 80 gli attori e figuranti, tra i fedeli
ricadesi, che rappresenteranno le famiglie,
i bambini, i pastori, i lavoratori di un tempo passato e che faranno, quindi, da cornice perfetta, al culmine del percorso per le
vie del centro storico, alla natività vivente.
Grande entusiasmo e coinvolgimento da
parte degli organizzatori, in primis don Giu-
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Ricadi. Ad annunciarlo sono stati i componenti dell’ASD “Atlantide” e il Presidente
della società Gregorio Curello. Fondata nel
1999 e fortemente affermata in tale ambito
sportivo, la società vibonese organizzerà il
suo terzo torneo a livello nazionale che sarà
anche il secondo previsto nel comune di Ricadi.
L’appuntamento è denominato “Secondo
Trofeo Città di Ricadi” e avrà come sede il
Palazzetto dello Sport. Attirando l’interesse
di numerose società di tennistavolo, il torneo si svolgerà nelle giornate di sabato 30
e domenica 31 gennaio. Le finalità di questa
iniziativa sono indubbiamente valide e si
concentrano non soltanto nell’esigenza di
favorire la diffusione del tennistavolo, ma
anche nel far conoscere la pratica sportiva
a varie generazioni di atleti. Un’altra importante funzione che caratterizza il torneo, è
quella di offrire un beneficio turistico al territorio in cui si svolgerà la competizione.
Non a caso, un atleta di Brindisi, aderente
lo scorso anno alla prima edizione del trosport
feo, è rimasto così affascinato dalle bellezze
del territorio che è ritornato poi a Ricadi per
trascorrere le vacanze estive. Il programma
dell’evento prenderà avvio alle ore 09:00
di Pasquale Scordamaglia di sabato 30 gennaio con le gare di Doppio
Maschile. In seguito, intorno alle ore 12:00,
La pratica sportiva del Tennistavolo ap- inizierà il torneo riservato agli atleti di Sinproderà nuovamente nel comprensorio di golare Maschile.
seppe Lopresti coadiuvato da un gruppo di
giovani: Giuseppe Merenda, Domenico La
Torre, Antonio Dentato, Tiziana Caputo,
Alice Schiariti ed Elisabetta Schiariti. Un nutrito gruppo di volenterosi si ritrova anche
nel comitato festa e nelle diverse famiglie
ricadesi che partecipano con entusiasmo
all’organizzazione degli eventi parrocchiani.
Un altro evento importante, che si terrà il
30 dicembre alle 12.30, sarà il pranzo sociale, con gli anziani di Ricadi, denominato “Natale di fraternità con gli anziani” e che si terrà presso il centro Tre Tende. Infine, l’anno
nuovo sarà celebrato con una tombolata per
i bambini e i giovani di Ricadi, Barbalaconi e
Lampazzone, presso l’oratorio parrocchiale
il prossimo 3 gennaio a partire dalle 16.
Un’organizzazione, dunque, meticolosa e
soprattutto sentita dall’intera comunità che
grazie al sostegno del suo giovane sacerdote, ritrova il piacere di trascorrere insieme le
festività imminenti.
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Ricad nforma
Questa fase dell’iniziativa durerà eventualmente fino alla serata di sabato e, nel
caso di un elevato numero d’iscrizioni, la
prosecuzione della gara ripartirà alle ore
09:00 di domenica 31 gennaio. Sempre alle
ore 09:00 di domenica mattina è previsto
l’avvio della competizione del Doppio Femminile. La giornata proseguirà con lo svolgimento di due gare di Singolare Femminile,
distinte per categoria l’una dall’altra. La conclusione del Trofeo, invece, sarà coronata
dalla premiazione dei primi quattro atleti
che si classificheranno nelle rispettive gare
di categoria. Saliranno sul podio il primo e il
secondo classificato più i due atleti restanti. In particolare, agli ultimi due classificati
spetterà il terzo posto a pari merito. Va sicuramente messa in risalto una preziosa
caratteristica che contraddistingue questa
iniziativa.
Il “Secondo Trofeo Citta di Ricadi”, infatti, sarà l’unico torneo di tennistavolo che
si svolgerà nella regione Calabria a livello
nazionale. Tutti i partecipanti dovranno necessariamente essere tesserati alle società
sportive che sono regolarmente iscritte alla
Federazione Italiana Tennistavolo. Come se
non bastasse, anche quest’anno, la realizzazione dell’evento si baserà sulla partecipazione sinergica e logistica della Federazione
Italiana Tennistavolo, del CONI – Comitato
Olimpico Nazionale Italiano, della Pro Loco
Capo Vaticano con il suo Presidente Francesco Varrà e della Commissione Straordinaria del Comune di Ricadi per la concessione
del Palazzetto dello Sport. In tal senso, l’iniziativa godrà a pieno titolo del patrocinio
della Federazione Italiana Tennistavolo e di
tutti gli altri enti promotori.
pag. 9 - novembre/dicembre 2015
Ricadi e nel Presidente della Pro Loco Capo
Vaticano, Francesco Varrà, delle persone
molto disponibili. Le stesse ci sono state vicine prima e durante l’edizione iniziale del
Trofeo, mettendosi a disposizione per la risoluzione dei problemi e delle necessità che
via via si presentavano. L’ASD “Atlantide”» –
prosegue il Presidente Curello – «si augura
che quest’anno ci sia maggiore attenzione
verso questo torneo, specialmente dai parte
dei media locali»-«In particolare, auspichiamo che la kermesse sportiva sia ripresa da
qualche emittente televisiva locale». «Mi auguro anche» – conclude il Presidente – «che
ci sia un maggiore coinvolgimento da parte
della gente di Ricadi che già lo scorso anno
si è avvicinata con interesse a seguire tutte
le fasi del torneo». Le iscrizioni all’iniziativa
sono aperte fino alle ore 23:59 del 26 genInoltre, in contemporanea allo svolgimen- naio 2016 e dovranno essere effettuate sul
to del “Secondo Trofeo Città di Ricadi”, lo sito della Federazione Italiana Tennistavolo:
stesso torneo avrà luogo il 30 e 31 gennaio www.fitet.org.
presso il Comune di La Spezia come sede del
Centro Nord. Un aspetto senz’altro positivo cultura
è soprattutto quello che ha spinto l’ASD “Atlantide” a riconfermare il Palazzetto dello
Sport come sede dell’evento.
Motivando con convinzione tale scelta, il
Presidente Gregorio Curello ha dichiarato:
«Come ASD “Atlantide” abbiamo preso tale
di Michele Iannello
decisione perché abbiamo individuato nella
Commissione Straordinaria del Comune di
Stanno per essere ultimati i lavori di ri-
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pag. 10 - novembre/dicembre 2015
strutturazione del palazzo sito nella frazione di Santa Domenica di Ricadi, destinato ad
ospitare il Museo di Paleontologia e Archeologia.
I lavori di ristrutturazione di “Palazzo
Fazzari” nella frazione di Santa Domenica
sono ormai in fase di ultimazione. Se non
intervengono intoppi, per la fine dell’anno
dovrebbero essere completati. A questa
fase seguirà poi l’allestimento interno che
sarà eseguito con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Calabria e che, presumibilmente, dovrebbe
concludersi nella primavera del 2016.
L’antico palazzo venne acquisito e messo
in sicurezza dal Comune nel 2004 per un
importo di circa 260 mila euro, successivamente ne sono state consolidate le strutture, rifatta la copertura e la zona servizi
per una spesa di circa 270 mila euro e, per
ultimo – grazie ad un finanziamento di €
628.645,28 dal fondo per lo sviluppo e la
coesione –, si sta provvedendo al suo completamento con le finiture esterne ed interne, impianti tecnologici, struttura ascensore
ed allestimento.
Il Palazzo è su due piani: il piano terra
composto da 5 ambienti oltre i bagni, il locale tecnico ed un piccolo deposito per complessivi 170 mq; il primo piano composto
da due grandi ambienti per complessivi 120
mq., oltre una terrazza scoperta di circa 50
I
Ricad nforma
mq. I due piani, oltre che dalla scala, saranno
collegati da un ascensore. Annesso al Palazzo, nella parte posteriore, un piccolo giardino di circa 50 mq. Il restauro ha restituito al
loro antico splendore, alcune caratteristiche architettoniche del palazzo fra le quali
le due sale “voltate” al piano terra, il portale
dell’ingresso principale, gli antichi balconi, il
portico e il canale di scolo. Il Palazzo è destinato a divenire sede del Museo di Paleontologia e Archeologia ed ospiterà reperti di
proprietà della Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Calabria.
Il piano terra ospiterà la sezione archeologica. Qui saranno sistemati reperti relativi
al periodo greco e romano, molti dei quali
rinvenuti nella zona ed altri concessi dalla
Soprintendenza. Un’apposita segnaletica,
testi esplicativi, didascalie ed altri sussidi
didattici, forniranno al visitatore le informazioni essenziali, in forma comprensibile, in
più lingue, sui reperti esposti.
Al primo piano sarà invece ospitata la
sezione paleontologica dove troveranno
posto numerosi reperti paleontologici consegnati al Comune dal Gruppo Paleontologico Tropeano e rinvenuti anche questi
nella zona. Anche qui, tutte le didascalie e
i relativi documenti riporteranno oltre al
nome scientifico del fossile, il luogo e l’anno
di ritrovamento con esempi di ricostruzione
dell’ambiente da cui sono stati estratti.
www.twitter.com/ricadinforma
L’allestimento delle due sezioni sarà affidato a dei “curatori” individuati – così come
prevede il regolamento – con procedura
pubblica tra gli esperti dotati di adeguato
curriculum e che presteranno la loro opera
a titolo gratuito.
Il Museo verrà inserito nella rete del Museo Civico di Ricadi (MuRi) che comprende,
oltre alla Biblioteca Comunale, anche il “Museo antropologico e della civiltà contadina e
della cultura immateriale” (sezione 2) con
sede presso l’ex oleificio “Marcello Sculco”
in via Artigiani a Ricadi, già ultimato ed allestito, il “Museo ed osservatorio del Mare”
(sezione 3) con sede presso l’ex vedetta in
Capo Vaticano viale Berto i cui lavori sono
stati anch’essi ultimati e il “Museo delle Torri” (sezione 4) collocato nel sito archeologico della Torre Marrana, tra la torre stessa
(del XIV secolo) e l’anfiteatro dove a breve
inizieranno i lavori.
La Commissione Straordinaria che amministra il Comune, ha già provveduto a nominare – in base all’articolo 7 del Regolamento del Museo Civico di Ricadi – l’architetto
Vincenzo Calzona, responsabile dell’Ufficio
Tecnico Comunale, Direttore del Museo
Civico di Ricadi. Il Direttore, secondo il citato regolamento, ha un ruolo importante. Su di lui grava infatti la responsabilità
principale della conduzione e realizzazione
delle funzioni del museo, ed in particolare
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concorre “alla definizione del progetto culturale, scientifico e istituzionale del museo,
è responsabile della sua attuazione, della
gestione complessiva del museo, della conservazione, valorizzazione, promozione e
godimento pubblico dei beni culturali in
esso contenuti e della ricerca scientifica ad
esso connessa”.
Tra la prime cose da fare, ci sarà quella relativa all’organizzazione vera e propria del
funzionamento del Polo Museale: personale
addetto, requisiti richiesti, orari di apertura,
ticket per l’ingresso, pubblicità dei siti, ecc.
Tutte cose sulle quali bisognerà incominciare a ragionarci sopra sin da ora, per essere
pronti all’apertura e soprattutto farsi trovare preparati per l’inizio della stagione estiva
2016 quando è immaginabile, come ci auguriamo, che i visitatori saranno davvero tanti.
Finalmente, e lo diciamo con grande soddisfazione, il Comune di Ricadi potrà disporre a breve di un “polo museale” di tutto
rispetto, distribuito su tutto il suo territorio,
il quale costituirà un interessante itinerario
storico–culturale del quale potranno avvalersi soprattutto le giovani generazioni per
stimolare il loro spirito di conoscenza. Ma
sarà sicuramente anche un’attrazione per le
migliaia di turisti che ogni anno trascorrono
le vacanze a Capo Vaticano e dintorni, collocandosi fra le attività cosiddette del “dopo
mare” necessarie a completare un’offerta
turistica sempre più interessante e diversificata. Da questo punto di vista, l’augurio è
che l’imprenditoria turistica assuma il Museo Civico come un importante fattore di
sviluppo della nostra area al pari delle altre
risorse paesaggistiche e quindi intervenga
concretamente a sostegno del polo museale, seguendo quell’esempio positivo che
viene da alcuni loro colleghi che si stanno
facendo carico del restauro di alcuni monumenti e opere d’arte.
È evidente che il successo del Museo Civico di Ricadi, una volta reso fruibile, è legato
strettamente all’interesse e alla dedizione
che ci metteranno l’Amministrazione Comunale, il Direttore e la Sovrintendenza per le
Belli Arti della Calabria, i cui compiti e le cui
funzioni sono definiti sia nell’apposito Regolamento del Museo che nella convenzione
stipulata tra il Comune e la Soprintendenza.
Ma un ruolo importante per il successo,
potranno indubbiamente averlo i cittadini di
Ricadi e soprattutto studenti e studentesse
che, se avranno voglia di cogliere questa occasione cimentandosi con lo studio del nostro passato, delle nostre tradizioni e della
nostra cultura, potranno arricchire non solo
il loro bagaglio culturale, ma anche le sezioni
del museo e le collezioni contenute, realizzando quell’interazione positiva tra cittadini
e Museo Civico che è fra gli obiettivi principali della sua istituzione.
pag. 11 - novembre/dicembre 2015
tecnologia
LA PIATTAFORMA
SENSORCIVICO
di Simone Tocco
SensorCivico è una piattaforma internet,
disponibile sul sito ufficiale del Comune di
Ricadi, che mette in comunicazione diretta
i cittadini e l’Ente predisposto alla gestione
del bene comune. La piattaforma permette
ai cittadini di inserire segnalazioni inerenti
al territorio ed è reperibile all’indirizzo web
http://ricadi.opencontent.it/sensorcivico.
L’obbiettivo principale è quello di migliorare i servizi del territorio e la protezione
del bene comune. SensorCivico è un’ottima
opportunità per segnalare anche piccoli
malfunzionamenti di cui spesso tutti siamo a
conoscenza, ma che nessuno segnala all’autorità competente.
Si tratta nello specifico, di una piattaforma online che ha l’obbiettivo di raccogliere
le segnalazioni dei cittadini per migliorare i
servizi del territorio. Ogni cittadino, previa
registrazione sul portale, potrà inviare le
sue segnalazioni, ad esempio riguardanti
un dissesto stradale in un preciso punto del
territorio che potrà indicare sulla mappa,
potrà indicare il mal funzionamento di un
lampione o la presenza di rifiuti lungo una
look fashion. capelli. estetica. stylist. make-up
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Ricad nforma
pag. 12 - novembre/dicembre 2015
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utilizzabile da tutti i dispositivi connessi ad
internet come smartphone e tablet. Al primo accesso, viene richiesta una rapidissima
registrazione che consente di evitare un
utilizzo non conforme dello strumento. Sarà
quindi possibile inserire comodamente una
segnalazione magari coadiuvata da immagini e posizione su mappa.
comprendendo meglio le meccaniche burocratiche che spesso creano difetti comunicativi tra pubbliche amministrazioni e cittadinanza.
cultura
“CINANCA”, UNA
CALABRIA CHE
NON C’È PIÙ
di Carmelina Pontoriero
strada, insomma tutto quanto necessita di
un intervento da parte degli enti comunali.
L’ente comunale potrà vedere il territorio
attraverso gli occhi del cittadino, e rispondere direttamente alle segnalazioni proposte in modo trasparente. La piattaforma è
L’operatore comunale prenderà in carico
la segnalazione avendo la possibilità di giustificare il disservizio o di informare circa le
azioni intraprese dall’ente per la risoluzione
di un problema. Lo stesso, avrà una visualizzazione complessiva delle segnalazioni grazie al loro posizionamento su una mappa.
Siamo spesso abituati a dover convivere con
problematiche legate ad una mala gestione
del pubblico dominio, ma è anche vero che
soprattutto in realtà piccole come la nostra
le responsabilità dei disservizi vengono sovente accompagnate da attribuzioni romanzate o leggendarie.
Questa piattaforma incarna sicuramente
lo spirito della gestione pubblica partecipata, dove ogni cittadino potrà rendersi parte
integrante dell’amministrazione pubblica
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«In un piccolo paese della Calabria, nella
parte più a Sud, lì dove il mare si tinge di blu,
viola e turchino e le colline sono inaridite
eternamente dal sole, viveva Cinanca. Era
un bimbo gracile, gli occhi neri e penetranti,
un cespuglio di capelli ricciuti cadevano su
un viso piccolo e delicato».
Cinanca, “lo sciancato”, è il protagonista
del libro scritto a quattro mani da Francesca
Vitale e Michele Furchì. A fare da sfondo alla
vicenda, due mondi: uno un po’ più lontano,
un mondo in cui il potere fondiario-latifondista dettava legge e l’altro più recente, un
mondo in cui a dettare legge è la violenza di
organizzazioni criminali, come la ‘ndrangheta.
L’intento dei due autori è proprio quello di
far rivivere un tempo “perduto”, un tempo in
cui «i paesi erano anche loro come sospesi,
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immobili, si tramandavano da centinaia di
anni gli stessi modi di vivere, di pensare, tutto trascorreva nella lentezza; si aveva poco,
a volte quasi niente, eppure questo niente
rendeva l’infanzia felice».
Un tempo in cui, come scrivono gli autori,
i piccoli luoghi della vita familiare, la tavola, il
focolare si trasformavano in luoghi incantati
impregnati di una parola essenziale: amore.
È questa la storia di uomini e donne sorpresi
nella loro quotidianità, nella lotta contro la
povertà alla ricerca di una vita migliore, di
un lavoro dapprima verso il nord Italia, poi in
America, in Australia, in Germania.
Ricad nforma
pag. 13 - novembre/dicembre 2015
Cinanca rivive Flò, dai capelli biondi e la pelle di luna, e i due amanti avvolti da bianche
nuvole che, nelle notti di luna piena, appaiono al protagonista per dimostrare al mondo
che con l’amore si può vivere in eterno.
È questo un libro che dà voce ai protagonisti di una storia diversa, non la storia dei
grandi vincitori ma la storia dei piccoli uomini, della vita quotidiana di milioni di uomini
e donne che la storia l’hanno fatta pagando,
a volte, anche con la propria vita. Il messaggio che ci vogliono lasciare i due autori è un
messaggio positivo: il bene avrà sempre la
meglio sul male, tra la violenza e la speranza
scegliete e praticate la speranza.
società
IL NATALE DI UNA
VOLTA (ANNI ‘50)
di Michele Giuliano
Si avvicina il natale 2015 e ritornano alla
mente i ricordi del passato, della giovinezza,
giochi di paese che oggi i nostri ragazzi non
fanno più perché attratti da altri interessi.
Chi è vissuto negli anni ‘50 sa che i nostri
paesi (Brivadi, San Nicolò, Barbalaconi,
Lampazzone, Orsigliadi, Ricadi, Santa Domenica) avevano le piazze e le strade senza
bitume, pertanto era possibile disegnare
figure e campanili per i vari giochi, alcuni inventati dai ragazzi.
Proprio come il protagonista della storia,
Cinanca, costretto dalle circostanze a emigrare, ad abbandonare la sua terra e i suoi
profumi, la sua famiglia. «Dove non sono
andati i Calabresi alla ricerca disperata del
lavoro!» E così rivive la storia della nostra
terra e del piccolo paese di Santa Domenica negli occhi di Annuzza, nella bottega del
barbiere don Ciccio che diventa luogo di
incontro culturale, di scambio, di dialogo,
nella violenza di Cozza e don Antonio, nella
disperazione di Matilde, di Cecia, nei paesaggi teatro delle vicende (torre Marrana, il
torrente Ruffa, Monte Poro, Ciaramiti, San
Nicolò, i piccoli scogli di Formicoli e Grotticelle).
Ritorna chiaramente la tecnica dello scrittore Furchì, quella del racconto nel racconto. L’intera struttura si fonda sui flashback.
Le vicende si susseguono in modo instancabile e dinamico, i colpi di scena si avvicendano pagina dopo pagina. La realtà si fonde con
la fantasia e con il mito: nei sogni del piccolo
Il gioco più seguito era quello delle mandorle che dovevano essere lanciate in una
buca con un colpo preciso. In questo gioco
erano più brave le ragazze che i ragazzi. I
ragazzi preferivano giocare con le monetine da 10 lire equivalenti ai 50 centesimi
di euro odierni. Si disegnava per terra un
quadrato, in questi spazi bisognava spingere con il dito le monetine senza far fermare
le monetine sulle linee del quadrato. Il Natale degli anni ‘50 era pieno di allegria, le
famiglie impegnate nei campi si ritiravano
a casa un po’ prima per preparare le cosid-
dette “corolle” di Natale e le zeppole con
l’uva passa.
Era il tempo delle scorpacciate di frutta
secca: mandorle, noci, castagne, fichi secchi infornati con un profumo da sogno!
Quello che accende di più il ricordo è la vita
gioiosa dei ragazzi dell’epoca, molto numerosi nei paesi, che nel periodo natalizio s’incontravano per giocare a nascondino per le
vie buie dell’abitato. I giovani stavano tutti
nei propri paesi, non c’era molto contatto
con le altre frazioni. Ogni villaggio era un
mondo a sé stante. Bisogna ricordare che
il numero dei ragazzi nei paesi era elevato
perché pochi si allontanavano dal proprio
paese d’origine.
Si viveva in campagna, ma nell’approssimarsi delle feste natalizie i centri pullulavano di giovani che stavano insieme a passare
le serate per giocare a tombola o stare al
braciere per raccontare le esperienze vissute in campagna. Gli adulti trascorrevano
le loro serate presso i parenti che in occasione delle feste riempivano le tavole di corolle con il miele. Si stava tutti insieme fino
alla mezzanotte, intorno ad un braciere
che riscaldava tutta la casa. Tempo davvero lontani, se pensiamo che oggi di queste
esperienze non è rimasto che il ricordo.
Oggi le famiglie sono molto isolate. La
solitudine di uomini e donne è diventata
preminente anche nei nostri paesini. Chi
pag. 14 - novembre/dicembre 2015
I
Ricad nforma
ha vissuto quel periodo conserva tutta la Luigi Lombardi Satriani e da noi già recennostalgia di un vissuto molto speciale che sito.
«L’iniziativa del comune di Ricadi» –
difficilmente può essere recuperato.
spiega Vita – «di realizzare un museo della
“cipolla di Tropea”, con la ricostruzione
cultura
delle diverse fasi della sua coltivazione e
la raccolta delle testimonianze più autentiche del percorso commerciale di questo
prodotto, rappresenta un punto d’indubbio valore culturale nella ricostruzione di
una storia iniziata in epoche lontanissime
quando, secondo una leggenda, i Fenici
di Giuseppe Meligrana portarono il seme della cipolla sulle coste
tropeane. In epoche più recenti, le lettere
Della cipolla di Tropea che, dopo l’inseri- del pargheliese abate Ierocades e le note
mento tra i prodotti a Indicazione Geogra- del “Giornale di Viaggio in Calabria” di Giufica Protetta, ha assunto la denominazione seppe Maria Galanti hanno documentato
di “cipolla rossa di Tropea Calabria IGP”, si la presenza nel territorio di Tropea di queè sempre parlato in termini elogiativi, sia sto tipo di cipolla rossa, mentre, nell’Ottoper la sua dolcezza sia per gli effetti bene- cento, Benedetto Stragazzi ha descritto la
fici che il suo consumo produce sull’orga- forma “bislunga” e il colore “incarnatino”
nismo umano. Di recente, questo prodot- delle cipolle “pargalesi” e il loro imbarco dal
to è stato inserito in uno dei due progetti porto di Tropea verso la Sicilia, le isole e gli
identitari (l’altro riguarda il bergamotto) scali del Mediterraneo.
della regione Calabria “Sapere di cipolla: le
Dopo queste tappe, l’esportazione, a
eccellenze enogastronomiche”, presentati metà del Novecento, nella classica cesta
nel programma “Expo e Territori” con cui di Bagnara e con la caratteristica treccia,
il Governo nazionale ha voluto valorizzare della cipolla di Tropea verso gli USA e i
alcune aree del Paese.
Paesi europei ha aperto nuove e, per quei
I Comuni di Tropea e Pizzo hanno rea- tempi, insperabili prospettive commerciali
lizzato alcune importanti iniziative eno- che, dopo la pausa dovuta all’ultima guerra,
gastronomiche, mentre quello di Ricadi hanno ripreso con maggior vigore trovanha colto l’occasione per realizzare nell’ex do a S. Nicolò di Ricadi un momento signifistazione ferroviaria un Museo stabile della cativo con la costituzione della Scedar, una
cipolla di Tropea.
società che raggruppava i maggiori esporSu questa ultima iniziativa e, in particola- tatori del momento.
re, sulle prospettive che si possono aprire
L’apertura del Museo non va, però, consiper la politica culturale dei comuni dove si derata come la celebrazione conclusiva di
è sviluppata la coltivazione della cipolla di questo percorso commerciale, ma piuttoTropea, il nostro giornale, sempre attento sto il momento di congiunzione tra un pasalle novità del circondario, ha voluto senti- sato ricco di risultati e le nuove prospettive
re il parere di Pino Vita, autore del libro “La che si sono aperte con l’estensione della
treccia rossa. Storia della cipolla di Tropea” coltivazione della cipolla al tratto di costa
pubblicato dall’editore Pellegrini di Cosen- che va da Amantea e Campora S. Giovanni
za, nella collana diretta dall’antropologo alla pianura lametina, con l’inclusione, nel
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IL MUSEO
DELLA CIPOLLA E
IL RUOLO DEI
COMUNI
2008, nell’Elenco europeo dei prodotti a
Indicazione Geografica Protetta e con la
nuova denominazione di “Cipolla rossa di
Tropea Calabria IGP”.
Queste caratteristiche ne hanno fatto
un prodotto ricercato sui mercati, particolarmente utilizzato dagli chef più famosi
nella preparazione dei loro piatti. Si è aperta, pertanto, una fase di ulteriore crescita
commerciale, adeguatamente rappresentata nel Museo e che trova nell’attività di
promozione e tutela del “Consorzio tra i
produttori” l’argine migliore contro ogni
tentativo di falsificazione del prodotto.
In questo nuovo quadro è necessario che
i comuni, dove questa storia è iniziata e si
è sviluppata, siano protagonisti di un impegno culturale straordinario che consenta di mantenere in vita e di arricchire con
ulteriori iniziative una delle pagine migliori
della storia economica e sociale della Calabria. So bene che l’attività dei Comuni è
condizionata dalle gravissime emergenze
e dalla ristrettezza dei loro bilanci, ma i
sindaci, gli assessori alla cultura e i gruppi
di minoranza dei comuni interessati potranno raccogliere il messaggio che viene
dalla realizzazione del Museo e mettere
su un “progetto” unitario e di vasto respiro
l’intervento finanziario della Regione che,
peraltro, in questa direzione si è già mossa.
Senza questa comune volontà politica
I
www.facebook.com/ricadinforma
Ricad nforma
pag. 15 - novembre/dicembre 2015
Lei rispose: «Io sono Santa Lucia di Siracusa» e sparì ai suoi occhi. La donna corse
in paese e raccontò il fatto. Da quel giorno
tutti gli abitanti di Barbalaconi presero a
cuore questa apparizione e dedicarono la
loro Chiesa a Santa Lucia. Gli abitanti di
Barbalaconi sono molto gelosi della loro
di Michele Giuliano Santa che venerano con grande devozione ogni anno.
La struttura della Chiesa di Barbalaconi
risale agli inizi degli anni Trenta del XX secolo. Il terremoto del 1905, infatti, aveva
gravemente danneggiato l’edificio preesistente, ragion per cui venne abbattuto e
ricostruito sul medesimo sito. Per due decenni venne utilizzata come luogo di culto
una baracca.
Dell’antico edificio non è rimasta traccia, ma all’interno si conservano diverse
statue lignee tra cui quella di Santa Lucia
(Sec. XVIII), che è venerata il 13 dicembre
con la partecipazione di tutta la comunità
ricadese. Vi sono poi: la statua dell’Immacolata, di pregevole fattura (XVIII), la statua di Sant’Emidio, protettore dei terremoti, che è stata acquistata alla fine degli
Il paese, molto bello, in mezzo ad una
anni ‘30. Sulla cantoria si trova l’organo
pianura di uliveti, è un balcone sul fiume
positivo di Domenico Petillo del 1782 in
Ruffa, di fronte a Brattirò. Molti turisti si
buone condizioni.
sono affezionati a questo luogo per la sua
L’impianto delle campane è stato eletbellezza e soprattutto per la pace e seretrificato dalla ditta Italsonor di Brescia.
nità, essendo lontano da strade trafficate
Un pregevole pulpito ligneo, opera di artie rumorose.
giani tropeani degli anni ‘40 è conservato
La messa festiva viene celebrata alle ore
all’interno del vano dell’unica navata. Per
9.30 a domeniche alterne con la chiesa di
quanto riguarda la grandissima devozione
Lampazzone, dal parroco Don Giuseppe
a Santa Lucia si racconta che, agli inizi del
Lopresti.
1700, un’anziana contadina, mentre si recava a prendere acqua, alla fontana vicino
al fiume Ruffa, vide la santa di Siracusa che integrazione
gli andava incontro. La povera contadina,
pensando che fosse una mendicante, le
di Francesco Apriceno
disse che non aveva nulla da dare. Santa Lucia disse: «Non ho bisogno di nulla,
Per la rubrica integrazione, che da tre
vorrei solo essere la vostra protettrice».
La donna domandò: «Ma voi chi siete?». anni ci porta a scoprire la diversità etnica
religione
LE PARROCCHIE
DEL COMUNE:
BARBALACONI
c’è il rischio che le singole iniziative che potranno essere prese, anche le più lodevoli,
finiscano per scadere in esercitazioni di
campanilismo o rispondere a logiche puramente propagandistiche destinate a esaurirsi senza lasciare tracce durevoli.»
GASTON GOUBA
pag. 16 - novembre/dicembre 2015
che abita il comune di Ricadi, in questo numero abbiamo incontrato Gaston Gouba,
giovane africano che a Ricadi ha trovato
casa e messo su famiglia.
Gaston Gouba, quando e perché è arrivato in Italia? Dove e con chi abita ora?
Che lavoro fa?
Sono venuto in Italia dal Burkina Faso,
dove sono nato, con un visto di lavoro fatto dalla mia famiglia nel 2009, perché essa
(papà, mamma, due fratelli e una sorella) si
trovava già in Italia e, avendo la possibilità
di trovarmi un lavoro, ho deciso di partire.
Ora abito a Capo Vaticano con mia moglie
e le mie due figlie; lavoro nel campeggio
della famiglia di mia moglie.
Qual è il livello di integrazione sua e
della sua famiglia?
Premetto che ho vissuto un anno nel
nord Italia, Emilia Romagna, 2 anni a Napoli e 3 anni in Calabria, a Ricadi. Il livello d’integrazione è un po’ complicato a
Napoli e in Calabria perché la gente del
Sud mostra diffidenza nei confronti dello
straniero. Mi rivolgono la parola solo se
le persone mi conoscono, mentre al Nord
qualcuno mi rivolge la parola anche non
conoscendomi, ma scambiano volentieri
quattro parole di cortesia. La mia famiglia
invece è italiana, quindi non ha problemi di
integrazione.
Quanto è stato difficile ambientarsi?
Quali sono le differenze culturali tra il
suo paese d’origine e l’Italia?
Arrivato in Italia ho avuto la fortuna che
il francese, la mia lingua, somiglia molto
all’italiano e che la mia famiglia, venuta in
Italia dieci anni prima di me, parlava bene
italiano e mi ha aiutato a capirlo. Mi sono
quindi ambientato bene, avendo formato
una famiglia qui in Italia. Una delle differenze che ho notato è che nel mio paese
quando uno ha soldi, come un capo di
azienda, lavora poco e si diverte, mentre
qui un capo lavora più di un dipendente,
torna a casa stressato e per divertirsi va in
vacanza. Un’altra differenza è che nel mio
paese se non lavori muori di fame, mentre
qui quasi tutti hanno da mangiare. La ter-
I
Ricad nforma
www.twitter.com/ricadinforma
za differenza è che qui si ha solo una moglie, mentre nel mio paese è consentita la
poligamia.
Quali aspetti le piacciono di questo
luogo e quali non le piacciono? Perché?
L’aspetto bello di questo paese che si
può sempre trovare un lavoro. Potrei
quindi aiutare i miei familiari se dovessero
averne bisogno. Il brutto è quando non si
ha un documento o, viceversa, nel caso si
riesca a trovare un lavoro, potendo rimanere in Italia per 10 anni, non vedere la
famiglia e gli amici lasciati in Africa.
Quale aspetto della sua terra porterebbe qui?
L’aspetto che porterei qui è il forte legame familiare, un cugino, anche se di decimo grado è sempre un cugino
Quale aspetto porterebbe invece nel
suo paese dall’Italia?
Porterei nel mio paese la sanità, gli
ospedali.
Vista l’importanza e l’attualità del
tema, posso chiederle quale religione
pratica? È musulmano? Qual è il suo
commento della situazione attuale e
degli attentati terroristici eseguiti da
parte dello Stato Islamico?
Non sono di nessuna religione o meglio
credo in Dio, ma non sono ancora battezzato. Io, riguardo agli attentati penso che
chi veramente crede in Dio non va a uccidere poveri innocenti trovati nel posto
sbagliato al momento sbagliato, per strada o dentro ad un teatro.
sport
DANILO SCORDIA
GIOVANE STELLA
DEL FLYBOARD
di Pasquale Scordamaglia
Danilo Scordia, classe 1994, è nato a Tropea e vive nella frazione di Santa Domenica
di Ricadi. Con i suoi ventuno anni compiuti da
poco e un’infinita voglia di vivere, questo ragazzo è divenuto un vero talento nell’ambito
della disciplina sportiva del Flyboard.
Tale disciplina prende vita nel novembre
del 2011 grazie all’idea iniziale di Franky
Zapata (noto campione di moto d’acqua) e
su iniziativa della società francese Zapata
Racing.
Attraverso l’utilizzo di una particolare
piattaforma e il necessario collegamento
a una moto d’acqua, il macchinario del Flyboard genera delle spettacolari evoluzioni
avveniristiche e permette agli atleti come
Danilo di alzarsi in volo direttamente dalla
superficie del mare. Il macchinario del Flyboard, infatti, alimenta ogni evoluzione tramite la propulsione sott’acqua ed in aria.
L’amore di Danilo per il Flyboard è nato
presso un’attività di noleggio nautico, ricadente nel territorio di Santa Domenica di Ri-
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cadi e ubicata a poca distanza dalla Spiaggia
di Formicoli. È proprio in questo luogo che il
giovane Danilo non ha mai smesso di allenarsi, fin dal 2013 sempre con dedizione e sempre con il prezioso supporto del suo allenatore Aldo Loiacono.
Due mesi fa, nelle giornate del 16, 17 e
18 ottobre 2015, il ragazzo ha preso parte
al campionato nazionale di Flyboard che si
è tenuto a Cagliari presso il Porto Turistico “Marina Piccola”. Questa esperienza si è
dimostrata trionfante per il giovane Danilo
e, in tal senso, è stata coronata dal titolo di
Campione d’Italia nella categoria riservata ai
giovani tra i 16 e i 21 anni.
La nostra testata, a seguito di questo primo
e decisivo traguardo, ha deciso di intervistarlo per dare voce al suo impegno e alla sua
passione.
Gentile Danilo Scordia, lo scorso mese
di ottobre ha partecipato ai campionati
nazionali di Flyboard classificandosi al primo posto nella categoria dei giovani di età
compresa tra i 16 e i 21 anni. Cosa ricorderà in particolare di questa esperienza e che
importanza assume per lei il conseguimento di questo significativo titolo?
Per me questo titolo ha avuto un significato importante perché è frutto di sacrifici e
di duro lavoro che ho affrontato e svolto nel
corso di svariati mesi. Porto a casa un bagaglio che sicuramente è ricco di valori perché,
comunque, il compito dello sport, in generale,
rimane quello di trasmettere un insegnamento sia dal punto di vista tecnico che morale.
Sono molto soddisfatto del conseguimento
I
Ricad nforma
pag. 17 - novembre/dicembre 2015
di questo titolo e intendo continuare a lavorare per perfezionare la mia preparazione.
Com’è stato il suo primo approccio con
questa disciplina sportiva?
Questo percorso è nato quasi per gioco
da quando ho iniziato a vedere in azione altri
amanti del Flyboard. Da lì è sorto in me come
un dubbio del tipo: “Potrei riuscirci anch’io?”
Quali motivazioni l’hanno maggiormente spinta a perfezionare in maniera del tutto professionale la tecnica del Flyboard?
Alla prima prova pratica mi sono accorto
che, pur essendo un principiante, altri allenamenti avrebbero potuto affinare la mia tecnica; e così alla fine è stato. Come ho detto già
in precedenza, infatti, devo questo mio successo al costante bisogno di voler mettere in
pratica la moderna disciplina del Flyboard.
Flyboard. Un ruolo decisivo, in questo mio
cammino, l’ha avuto indubbiamente il mio
allenatore Aldo Loiacono che è stato sempre
presente durante i miei allenamenti e in tal
In questo percorso quanto è stato determodo ha contribuito al perfezionamento di
minante per lei il sostegno della sua famiogni mia performance.
glia e dell’allenatore Aldo Loiacono?
Che messaggio si sente di lanciare a chi
Direi che senza il sostegno di entrambi
oggi sta muovendo i primi passi nel settore
non avrei mai potuto neanche ambire a quedel Flyboard?
sto speciale titolo di Campione Italiano di
A chi si sta avvicinando a questa disciplina,
dico di non puntare a ottenere risultati immediati,
ma di impegnarsi in maniera graduale per acquisire
un livello di conoscenza
che favorisca il raggiungimento di risultati decisamente professionali. In
tal senso, un altro invito
che rivolgo agli aspiranti
del Flyboard, è senz’altro
quello di non arrendersi al
presentarsi delle difficoltà
che sono legate all’apprendimento iniziale di tale disciplina.
In questo momento
che progetti ha in mente
per il suo futuro atletico?
Ho intenzione di continuare ad allenarmi assiduamente; lo farò non
Referente di Zona: Andrea Principe - Cell. 329 9652795 - Email: [email protected]
pag. 18 - novembre/dicembre 2015
solo perché auspico di raggiungere risultati
più elevati, ma soprattutto perché praticare
il Flyboard mi trasmette un senso di libertà
mai provato e mi offre la sensazione di poter
volare veramente.
Concludo con il dire a tutti gli amanti dello
sport, non solo del Flyboard, di portare avanti le proprie passioni. Dal mio punto di vista,
infatti, proprio quest’ultime stanno alla base
di una crescita atletica che può produrre notevoli risultati.
scuola
I PROGETTI
DELL’ICS RICADI
di Carmelina Pontoriero
“Imparare a essere, imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme”. La frase di Jacques Delors è il motto
dell’Istituto Comprensivo Statale di Ricadi
e racchiude pienamente il percorso che i
bambini e i ragazzi intraprendono a scuola
attraverso i diversi progetti che costellano
il piano dell’offerta formativa.
A partire dai laboratori teatrali, di “Musica” e “Ambiente e territorio”, che si intrecciano nel progetto legato alla riscoperta
di antiche tradizioni popolari come la lira.
Passando poi per l’educazione stradale,
l’educazione alimentare e l’educazione alla
legalità e alla cittadinanza, progetto che
tocca i ragazzi di tutte le età. Infatti il tema
della legalità è uno degli elementi più significativi dell’offerta formativa, perché risponde a specifiche esigenze del territorio:
lotta all’illegalità, alla violenza, al bullismo,
agli abusi, al mancato rispetto delle pari opportunità di genere, di categoria, di religione, di razza, di condizione sociale.
Snodo prioritario dell’educazione alla
cittadinanza è che gli allievi imparino a riconoscere e rispettare i valori sanciti nella
I
Ricad nforma
Costituzione della Repubblica Italiana, in
particolare i diritti inviolabili di ogni essere
umano (art.2); il riconoscimento della pari
dignità sociale (art.3); il dovere di contribuire in modo concreto alla qualità della
società (art.4); la libertà di religione (art.8);
le varie forme di libertà (articoli 13-21).
Particolarmente interessante è il progetto
“Generazioni connesse – Il futuro è nelle
menti connesse” finalizzato a integrare i
regolamenti già esistenti per disciplinare
l’utilizzo delle TIC (tecnologia informatica
e della comunicazione a supporto della didattica) all’interno della scuola, dotandola
di una Policy di e-safety, creare laboratori
per la promozione del rispetto della diversità (rispetto delle differenze di genere, di
orientamento e identità sessuale, di cultura e provenienza), organizzare laboratori
di educazione socio-affettiva rivolti agli
studenti e attivare uno sportello di ascolto,
definire e adottare un sistema di procedure interne per la segnalazione dei casi di
abuso o di altre problematiche associate
all’utilizzo di internet e delle tecnologie digitali.
Tale progetto prevede anche la partecipazione al bando “Scelgo io” con realizzazioni artistiche (fumetti, disegni, pannelli
polimaterici) sul tema della sicurezza informatica. Ironia, gioco e creatività si fondono insieme per imparare a conoscere e
identificare i comportamenti che mettono
a rischio la vita digitale dei minori. Sulla scia
dell’innovazione e dell’inclusione l’Istituto
di Ricadi rientra anche in due reti di scuole
denominate “CLILTIC” e “WIKI ABILE”.
Il primo progetto prevede l’insegnamento di una disciplina non linguistica (in questo caso l’argomento è il caos) attraverso
una lingua veicolare diversa da quella usata quotidianamente; il secondo progetto
invece ha come tematica i BES e la dispersione scolastica, proponendo un processo
originale di analisi e individualizzazione di
[email protected]
metodi e strumenti per una didattica inclusiva, disegnata su misura per ogni bambino.
Lo scopo della scuola è quello di trasformare gli specchi in finestre ed è questo che
il nostro Istituto fa ogni giorno attraverso
la didattica e i diversi progetti che risvegliano nei nostri bambini la motivazione e
la curiosità ad imparare. Seguiremo i progetti passo dopo passo insieme ai docenti
della scuola e nei prossimi numeri le diverse iniziative anche con piccole interviste ai
ragazzi! Restate connessi!
cultura
LE TORRI DI RICADI
NEL CODICE
ROMANO
CARRATELLI
di Carmelina Pontoriero
99 pagine, 99 disegni acquerellati a mezzo foglio accompagnati da un resoconto
dettagliato in elegante calligrafia cancelleresca.
È il Codice Romano Carratelli, un manoscritto cinquecentesco che “fotografa”
luoghi, andati oggi in buona parte perduti,
della nostra Calabria. Si tratta di castelli,
fortificazioni, torri, mulini voluti da Carlo V
e dal figlio Filippo II, per difendere le coste
del Mediterraneo dai continui assalti turchi. L’idea di un Codice che racchiudesse
tutte queste fortificazioni risale proprio al
XVI secolo.
Lo scopo era quello di disegnare una
mappa geografica militare in cui ogni torre,
castello, fortificazione, ogni opera (mulini,
tonnare, porti) fosse descritta in maniera
precisa, come in una fotografia.
Questo codice è stato rintracciato da un
bibliofilo tropeano, l’on. Domenico Romano
Carratelli, che lo ha acquistato definendolo
la sua “Bibbia di Gutenberg”. Le pagine illustrano località delle attuali province di Catanzaro, Reggio Calabria, Crotone e Vibo
Valentia attraverso acquerelli dipinti con
colori ricavati esclusivamente da sostanze
naturali. Un’opera unica, straordinaria che
resiste nel tempo rivoluzionando gli studi
portati avanti finora dagli storici. Infatti
alcuni dettagli presenti nel codice Romano
Carratelli sembrano smentire ipotesi storiche ritenute da tempo, ed erroneamente,
consolidate.
Il codice ha ricostruito una memoria che
visita anche www.tropeainforma.it
si era persa, nuova, mostrando immagini
sconosciute e modificandone la prospettiva. Infatti, per la prima volta le illustrazioni non vengono riprodotte dal mare bensì
dalla terra. Le torri che costellavano il territorio calabrese – come ci spiega il prof.
Agostino Gennaro – potevano essere di
due tipi. Le torri di difesa, che sorgevano
vicino ai centri abitati ed erano provviste
di una guarnigione armata, e le torri di
guardia o di avvistamento, più piccole delle precedenti, con pochi uomini e un solo
cannone, disposte su alture e in vista l’una
dall’altra per favorire la comunicazione
degli avvistamenti in mare con segnali di
fumo, durante il giorno, e l’accensione di
fuochi durante la notte.
A volte erano previsti anche servizi di
ronda a cavallo, da torre a torre, effettuati dai cosiddetti “cavallari” o “torrieri”. «Se
facessimo una ricerca anche dettagliata
ci renderemmo conto – continua il prof.
Gennaro – che il numero di torri, sul nostro
comune, e i loro nomi si riducono, si moltiplicano e si confondono. A volte sono tre, a
volte cinque, altre sette. Tale confusione è
dovuta sia alla scarsa conoscenza del territorio sia al fatto che molte famiglie nobili
fortificarono le loro abitazioni con delle
torri, basti pensare al rudere in località Pissione.»
Nella cartografia storica e turistica sono
riportate solitamente cinque torri: Torre
Ruffa, Torre Marrana, Torre Santa Maria, Torre Balì e Torre Marino. Grazie al
Codice Romano Carratelli sappiamo che,
nel momento in cui vennero “fotografate”
nei disegni acquerellati, le torri costiere
del promontorio di Capo Vaticano erano
cinque. Tonde erano le torri già edificate
e quadrate quelle ancora in costruzione.
«Dietro l’autorizzazione dell’on. Carratelli
– dice il Prof. Gennaro – posso condividere
con voi l’emozione di sfogliare le quattro
pagine del prezioso manoscritto dedicate al nostro territorio, documenti inediti
perché mai pubblicati finora. Secondo gli
acquerelli c’erano quindi cinque torri. La
Torre di Santa Maria di Loreto di Ricadi edificata nel territorio di Tropea sotto il casale
di Ricadi, sopra un capo eminente e lontano
dal mare mezzo miglio, tonda, molto antica e crepata d’alto in basso in tre o quattro
punti. La Torre Gatticano (Capo Vaticano), anch’essa tonda, costruita in modo da
guardare da un lato la torre di Santa Maria
e dall’altro quella della Ruffa. Fu edificata
da mastro Arcangelo Manfridio di mastro
Cola e mastro Camillo Certo. Dal disegno e
I
Ricad nforma
dalla descrizione sottostante si tratta sicuramente di Torre Marrana. Nel resoconto
si fa cenno alla necessità di costruire un’altra torre, “distante dal mare 30 canni, tra
formicule e lo tono”, si parla sicuramente di
Torre Marino. E infine Torre della Ruffa, di
cui non ci sono molte notizie in quanto era
ancora in costruzione, e Torre Santa Domenica, lontana dal mare 30 canni, e detta
successivamente Torre Balì perché abitata
dal comandante di tutte le torri di guardia
circostanti.»
pag. 19 - novembre/dicembre 2015
di scritto ma anche di costruito e chiese,
case, ponti, anfiteatri possono raccontare
le loro vicende con la chiarezza di un libro
stampato, se si hanno occhi per vedere.
Così come le nostre torri con la loro presenza raccontano la storia del nostro comune.
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È un tuffo nel passato del nostro comune
quello che ci propone il prof. Gennaro attraverso le pagine del Codice Carratelli. Un
viaggio alla scoperta del nostro territorio,
un esercizio di memoria per non dimenticare le bellezze storiche e culturali che ci
circondano. «Col passare degli anni – conclude il prof. Gennaro – le torri persero la
loro funzionalità e passarono a proprietari
privati che le svalorizzarono totalmente.
La torre Balì, posta sul costone roccioso
a picco sul mare, è quella che riversa nelle
condizioni peggiori, della struttura muraria
originaria ne resta solo una piccola parte.
Della torre Santa Maria se ne sono perse
le tracce.
Non possiamo cancellare il nostro passato, dovremmo prendercene cura. Sì, perché
la scomparsa di questi illustri reperti finiranno con il cambiare la fisionomia del nostro territorio provocando un grave danno
sia paesaggistico sia storico.»
Infatti proprio come diceva Eileen Power
la storia non consiste soltanto in qualcosa
RICADINFORMA
Bimestrale gratuito di informazione indipendente
Autorizzazione dei Tribunale di Vibo Valentia
n. 1/2013 del 14 gennaio 2013
Anno 3 - n. 6 - novembre/dicembre 2015
Chiuso in redazione il 30 novembre 2015
Tiratura uscita 2000 copie
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