la vita è bella, anche nei momenti difficili
Transcript
la vita è bella, anche nei momenti difficili
LA VITA È BELLA, ANCHE NEI MOMENTI DIFFICILI Fare delle scelte costa fatica ma ci fa crescere, crescere costa fatica ma aiuta a scegliere. Purché si impari a trasformare le crisi in esperienze che ci fanno maturare N di Anna Gawel el corso della vita a volte si fa biare qualcosa per star meglio, oppure non molta fatica a prendere delle bisogna cambiare niente? decisioni: quale università scegliere e dove; cosa fare dopo gli studi; con L’uomo non è un computer quale persona condividere la vita; pagare Ci sono persone che non sono in grado l’affitto o rischiare di prendere il mutuo per di reggere le emozioni spiacevoli che nacomprare una casa; rimanere scono nei momenti di diffiin Italia o emigrare... Non è facoltà e, alcune volte, sono Le decisioni cile prendere decisioni, e anspinti alla ricerca di soluzioni “razionali” sono cora più difficile è realizzarle. possibili solo quando immediate e più facili: si buttano nel lavoro, oppure fugAlcune persone, inoltre, si conosce tutto passato un po’ di tempo dalla su una determinata gono nell’alcool o in altre dipendenze, o diventano a tal decisione, sperimentano un situazione. punto passive da ammalarsi calo di entusiasmo rispetto alla Nella vita di tutti scelta, abbinata ad un senso di i giorni, però, questo psicologicamente e/o fisicamente. Ci sono però modi di insoddisfazione e tristezza. non si verifica porsi di fronte a queste diffiEntrano allora nel dubbio e si chiedono se la decisione presa fosse quella coltà, che non solo ci fanno vivere meglio, più adeguata. Come gestire questa situa- ma ci portano a fare esperienze di crescita e zione? Da che cosa dipende? Bisogna cam- maturazione. Prospettive 63 Quando dobbiamo prendere decisioni vorremmo avare tutte le informazioni necessarie, ma non è così Partiamo da alcuni dati di fatto. Sappiamo bene che, nel momento in cui ci troviamo davanti ad alcune decisioni esistenziali, ci mancano tutte le “informazioni” relative al futuro; non è possibile, infatti, calcolare in modo razionale, automatico (come farebbe un computer) i vantaggi e gli svantaggi di ogni possibile soluzione. H.A. Simon (1983), premio Nobel per l’economia, ha affermato che le decisioni “razionali” (in ambito economico) sono possibili solo quando si conosce tutto su una determinata situazione. Nella vita di tutti i giorni, però, questo non si verifica: nelle decisioni esistenziali che ci toccano personalmente c’è sempre un fattore di incertezza. Bisognerebbe contemplarlo e valutarlo con serenità e onestà. È normale sbagliare nel calcolo del pro e 64 Prospettive contro, quando mancano dati. Questo ci dice qualcosa di molto importante su noi esseri umani: siamo molto più “complessi” dei più moderni e intelligenti computer. Siamo esseri viventi dotati di corporeità, libertà, spiritualità, volontà, intelligenza, affettività e siamo in continuo cammino, evoluzione e cambiamento. Siamo unici e irripetibili. Viene da pensare a quanto detto dal famoso psicologo V. Frankl: «Ogni uomo ha delle possibilità esclusive, completamente e specificamente sue, così come altrettanto specifiche sono le possibilità presentate da ogni situazione storica nella sua unicità irrepetibile». Questo è meraviglioso e tremendo nello stesso momento, perché rivela la grandezza di ognuno di noi e anche la responsabilità che abbiamo verso noi stessi e verso la vita che ci è donata. Al buio, solo l’uomo prende decisioni. L’animale agisce d’istinto Fuggire fa male Un altro aspetto importante è che solo l’uomo è in grado di prendere decisioni: l’animale non lo può fare in quanto si comporta in modo impulsivo, seguendo i propri istinti. Decidere è un’attività tipicamente umana e quando finalmente decidiamo, sperimentiamo alcuni aspetti positivi. Nella nostra personalità si forma una sorta di sistema protettivo che ci tutela da dubbi, pentimenti, critiche, ecc. Ogni “revisione” potrebbe essere percepita come a sfavore della decisione presa; invece sentiamo il bisogno di valorizzare tutti gli elementi che la giustificano. Inoltre, immediatamente dopo la decisione si struttura la nostra condotta: tra varie possibilità che si hanno a disposizione scegliamo solo uno o una serie di comportamenti. Questa è una delle ragioni per cui (foto di RyanBSchultz su Flickr) alcune persone non arrivano mai a prendere una decisione: vogliono avere sempre un ventaglio illimitato di possibilità e non sono disposte a limitarsi nei comportamenti da intraprendere. Vivono quindi in un conflitto mai risolto, che con il tempo può diventare cronico. Il non decidersi mai ha effetti per lo più nocivi, qualunque sia il motivo di questo dilazionare all’infinito. L’indecisione, paradossalmente, è un decidere in modo implicito; la persona che non decide in realtà sceglie di non scegliere, oppure di rimandare per continuare la vita attuale. In linea di massima, se qualcuno sfugge alle proprie decisioni, vive un’irrequietezza generalizzata ed un conflitto interno che tende a coprire con altri problemi immediati, oppure mette in atto sempre nuove azioni di controllo e di imProspettive 65 possibilità di realizzazione. Se ci si sente infelici per qualche decisione presa, sarebbe opportuno rendersi consapevoli di ciò che sentiamo, tollerare e contenere le emozioni spiacevoli della situazione evitando i due estremi: fuggire o rimanere bloccati, passivi. Quindi è meglio agire, sentirsi agenti della propria vita e non vittime passive degli altri o delle situazioni ambientali sfavorevoli. A volte c’è bisogno di aiuto Per poter agire in modo appropriato è quindi possibile intraprendere un cammino di comprensione, cercando di analizzare il modo con cui si sono prese le decisioni, verificare se le scelte sono realistiche o meno, e considerare le caratteristiche personali. Ognuno di noi (giovane o meno giovane, uomo o donna, cittadino comunitario o extracomunitario, sano o malato), mediante un processo paziente e graduale, che dura tutta la vita, può sviluppare un buon equilibrio umano e psichico che lo porta alla piena maturità. Alcune volte può essere necessario l’aiuto di qualcuno che “funzioni meglio di noi” (qualcuno più maturo di cui ci fidiamo, un genitore, nonno, amico, psicologo, padre spirituale…) che ci aiuti a cogliere la complessità della scelta. Nel cammino di comprensione è possibile rendersi conto di che cosa si cerca a livello esplicito, ma soprattutto a livello implicito, e quindi quali sono le aspettative vere rispetto alla decisione. In questo cammino aumenta la consapevolezza propria: la dimensione cognitivo-razionale, quella psicologica, ma quella dimensione volitiva, valoriale-morale, spirituale ecc. Possono esserci situazioni di vita in cui si 66 Prospettive prendono decisioni esistenziali belle, intelligenti, valide, di cui si è molto soddisfatti; ma se in un certo momento, ad esempio, il marito o la moglie si ammala, o ha un incidente, muore, o nasce un figlio disabile eccetera, non è più possibile realizzarsi come si è fatto fino a quel momento. La situazione indesiderata probabilmente all’inizio fa crollare, ma dopo potrebbe diventare un’occasione di crescita, anche a 80 anni. In sintesi, è possibile affermare che il processo decisionale sia parallelo a quello dello sviluppo e della maturazione di ogni essere umano. Ambedue non sono lineari, ma sono come una spirale, che va avanti, ma torna anche indietro per un momento, per fare successivamente un passo più grande in avanti. Ogni scelta ed esperienza apre a nuovi orizzonti e arricchisce con nuove possibilità. Attraverso azioni e scelte, piccoli o grandi, definiamo e costruiamo noi stessi nella nostra esistenza. Siamo protagonisti della nostra vita con tutto ciò che questo comporta di bello, meraviglioso, tremendo, spaventoso e grande. Siamo noi chiamati ad agire e a dare senso anche al non senso, al dolore e alla sofferenza che incontriamo. I momenti di scontentezza possono essere considerati e letti come momenti di crescita. Scopriamo qualcosa di nuovo di noi, spesso conosciuto dagli altri ma non sempre, che emerge con forza e rompe il nostro apparente equilibrio. Impariamo a guardarci con occhi di novità e vivere nella speranza, che la vita è bella anche quando è difficile. ■ Bibliografia: Simon H.A. (1984), La ragione nelle vicende umane, Il Mulino, Bologna, (ed or.1983) Frankl V. E. (1972), Logoterapia e analisi esistenziale, La Nuova Cartografia, Brescia .