benessere dispensa

Transcript

benessere dispensa
Benessere animale
Come e perché il benessere animale influenza le produzioni zootecniche
classi 4 ITA Brignoli - corso di Zootecnia / Tecnica delle Produzioni Animali
1
Indice
Benessere animale!
Le origini del problema
2
2
La zootecnia del passato
2
La zootecnia in tempi moderni
4
L’emergere della questione “benessere animale”
4
La normativa!
Il Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n.146
Cos’è il benessere?!
Il benessere come condizione di equilibrio
7
7
10
10
L’assenza di benessere
11
La sindrome generale di adattamento
12
I meccanismi omeostatici
14
La valutazione del benessere!
16
Metodi oggettivi, soggettivi, su singolo animale o su gruppo
L’ambiente di allevamento
16
I metodi di valutazione del benessere animale
17
Benessere e patologie animali!
Le patologie podali
16
23
23
Il piede: com’è fatto?
23
Perchè l’unghia è importante?
25
Ambiente di allevamento e salute dell’unghia
25
1
Benessere animale
Benessere animale
Come e perché il benessere animale influenza le produzioni zootecniche
LE ORIGINI DEL PROBLEMA
Il benessere delle bovine da latte incide sulla loro produzione
Il problema del benessere animale è sempre più rilevante nelle aziende zootecniche: in
maniera più o meno evidente, una carenza di benessere degli animali determina un peggioramento del reddito dell’allevatore.
Le ricerche più recenti (C.R.P.A., marzo 2006) hanno dimostrato che gli interventi per
migliorare il benessere dell’allevamento di bovine da latte hanno come risultato una diminuzione dei costi dovuti al tasso di rimonta; un accorciamento del periodo di interparto;
un piccolo miglioramento della produttività; una diminuzione delle spese di alimentazione; una diminuzione delle spese in medicinali.
La zootecnia del passato
La zootecnia è tra le attività più antiche esercitate dall’uomo: abbiamo testimonianze archeologiche che ne collocano lo sviluppo già 12.000 anni prima della nostra era. Ma ancora molto più antica è l’attività dell’uomo come cacciatore. In entrambi i casi, è di fondamentale importanza l’abilità umana di osservare i comportamenti animali, cercare di interpretarli, definire come essi possano rivelarsi utili all’uomo.
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 2
Benessere animale
Immagini da pitture rupestri della Val Camonica
Ogni attività umana legata agli animali, dunque, richiede un’interazione profonda tra
l’uomo e gli animali. Per le attività di allevamento, diventa molto rilevante la reciprocità
di questa relazione: la fisiologia ed il comportamento dell’animale diventano la base del
reddito per l’allevatore, ma è anche vero che l’allevatore diventa parte del mondo animale.
Nel corso dei millenni il rapporto tra l’uomo e gli animali allevati si è sostanzialmente evoluto molto poco: la differenza tra gli allevatori dell’epoca romana, del Medio Evo e del
‘600 (tanto per avere dei punti di riferimento) è molto minore di quanto non sia, ad esempio, la differenza tra l’allevatore dell’inizio del ‘700 e quello di fine ‘800. Per lunghi secoli,
infatti, l’uomo ha allevato gli animali per averne qualche prodotto (un po’ di latte, qualche
uovo, saltuariamente un po’ di carne) per il consumo della famiglia e per qualche attività
di vendita al mercato; e ancora, soprattutto nel caso di animali di grande taglia, per sfruttarne la capacità di tiro (bovini, asini, cavalli).
La visione del rapporto tra animale ed uomo, in tutta questa fase, è legata alla stretta convivenza dell’allevatore con i suoi animali, che è spesso anche una convivenza fisica negli
stessi ambienti. Durante le sere invernali si va in stalla per stare caldi, ed in stalla, per lo
stesso motivo, si va a fare il bagno ai bambini; le galline nelle case rurali frequentemente
entrano ed escono dalla cucina in tutta libertà.
La prima e la seconda rivoluzione industriale sono i momenti storici in cui anche in campagna le cose cambiano in modo straordinario. Le campagne si spopolano e la popolazione inurbata deve rivolgersi ai negozianti per avere quel cibo che, prima di migrare in città,
ognuno produceva da se stesso o acquistava con facilità in paese. I contadini cominciano a
produrre molto più di quello che serve alle necessità di famiglia, e diventano agricoltori di
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 3
Benessere animale
professione. Chi produce di più, adattandosi alle richieste di un mercato che è quello delle
città, e riesce a vendere i propri prodotti, ha la possibilità di sfuggire alla miseria, incrementare il proprio tenore di vita, far studiare i propri figli perché il vantaggio sociale si
consolidi per le generazioni successive.
La zootecnia in tempi moderni
Nasce in questo modo un nuovo tipo di
allevatore, sempre più orientato a grandi
produzioni, sempre più competente, sempre più specializzato. Anche gli animali
vengono selezionati in modo diverso: essi
stessi dovranno essere molto produttivi e
molto specializzati. Al posto delle razze
bovine a triplice attitudine si affermano le
prime razze specializzate; al posto delle
vecchie razze autoctone pian piano si introducono e si diffondono quelle razze
(suini, ovini, avicoli, conigli...) che si dimostrano più competitive per produzioni,
rese, precocità di sviluppo, fertilità.
La relazione uomo-animale si modifica
anch’essa: da compagno di vita e di fatica
l’animale diventa sempre di più strumento
di produzione, le cui prestazioni sono centrali per il reddito dell’allevatore e della sua famiglia. Aumenta progressivamente il numero degli animali allevati nelle singole aziende, e
si passa da forme di allevamento estensive a forme di tipo intensivo. Di conseguenza anche le strutture zootecniche - stalle, porcilaie, gabbie - si modificano per ospitare sempre
più animali senza dover ampliare a dismisura le superfici necessarie all’allevamento.
Anche l’alimentazione degli animali cambia: nel caso dei bovini, ad esempio, il largo ricorso alle foraggere, che caratterizza l’allevamento estensivo, anche con ricorso al pascolamento, gradualmente si trasforma in un sempre più frequente ricorso a concentrati (granelle, mangimi di origine industriale) e sottoprodotti dell’industria alimentare.
L’emergere della questione “benessere animale”
Con il boom economico del secondo dopoguerra la sviluppo tumultuoso delle produzioni
animali comporta spesso un peggioramento complessivo delle loro condizioni di vita. Nel
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 4
Benessere animale
1964 viene pubblicato in Inghilterra il libro Animal Machines di Ruth Harrison. E’ una
critica molto forte alle condizioni in cui sono tenuti gli animali d’allevamento. Il libro suscita grande interesse in Gran Bretagna, e viene costituita una Commissione del governo
(1965) come strumento ufficiale di valutazione del problema.
Successivamente viene formato un comitato governativo permanente: il Farm Animal
Welfare Council (FAWC). Quest’ultimo elabora nel 1979, aggiornandola successivamente (1992), una definizione del benessere basata su cinque libertà che devono essere ga!
rantite all’animale in allevamento:
1. libertà da sete, fame e malnutrizione, mediante accesso ad acqua fresca e pulita e
adeguata alimentazione che garantisca piena salute e vigore;
2. libertà dal disagio, mediante la predisposizione di un ambiente appropriato alla specie, con adeguati ripari e aree di riposo confortevoli;
3. libertà dal dolore, da ferite e da malattie, mediante prevenzione o rapida diagnosi
e trattamento;
4. libertà di esprimere comportamenti normali, mediante la predisposizione di spazi
sufficienti, strutture adeguate e contatti sociali con animali della stessa specie;
5. libertà da paura e angoscia, garantendo condizioni di vita e trattamenti che evitino
sofferenze mentali.
In seguito, il dibattito sul benessere animale si estende a livello europeo, e determina
provvedimenti di legge in numerosi paesi. Infine l’Unione Europea emana alcune direttive1 e regolamenti per uniformare i comportamenti nei paesi membri dell’Unione.
1 La cosiddetta Direttiva dell'Unione Europea è uno degli atti che il Parlamento europeo congiunta-
mente con il Consiglio e la Commissione adottano per l'assolvimento dei loro compiti, come previsti
dal Trattato che istituisce la Comunità Europea. Gli altri strumenti di cui dispongono queste istituzioni sono il regolamento, la decisione, la raccomandazione e il parere. Il regolamento è immediatamente
applicabile in tutti gli Stati membri mentre la direttiva vincola il singolo Stato membro (oppure più o
tutti gli Stati membri) cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere entro un certo termine, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi. (fonte: Wikipedia)
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 5
Benessere animale
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 6
Benessere animale
La normativa
Quali norme regolano in Italia il benessere animale?
IL DECRETO LEGISLATIVO 26 MARZO 2001, N.146
Le norme generali per il benessere degli animali d’allevamento sono state indicate dalla
Direttiva europea 98/58/CE, che ha trovato applicazione in Italia con un apposito Decreto Legislativo.
Il Decreto Legislativo 146/01 fornisce alcune regole generali da applicarsi in tutta Italia
per la protezione degli animali, ma le singole Regioni e le Province possono usare parametri ancora più restrittivi o specifici.
Le norme contenute nel decreto definiscono azioni necessarie per garantire adeguate
condizioni di vita agli animali. Per esempio:
• provvedere a che gli animali siano accuditi da un numero sufficiente di addetti, i quali
debbono avere adeguate capacità, conoscenze e competenze professionali;
• fornire agli animali malati o feriti cure appropriate e, eventualmente, isolarli in locali
idonei;
• annotare su apposito registro i trattamenti sanitari effettuati;
• utilizzare materiali di costruzione non nocivi, lavabili e disinfettabili per i locali, i recinti, le attrezzature;
• mantenere il microclima in condizioni non dannose agli animali;
• assicurare libertà di movimento;
• provvedere un’adeguata illuminazione artificiale se quella naturale non è sufficiente;
• fornire agli animali allevati all’esterno un adeguato riparo dalle intemperie e dai predatori;
• assicurare l’accesso all’acqua, che deve essere idonea per quantità e qualità
(… eccetera …)
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 7
Benessere animale
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 8
Benessere animale
Altre norme più specifiche sono state emanate in seguito per le galline ovaiole, per i vitelli,
per i suini, con le quali si specificano ad esempio le caratteristiche delle gabbie o le superficie a disposizione per i capi.
Ad esempio, per i suini all’ingrasso vale la seguente tabella:
Queste disposizioni, che possono determinare la necessità di adeguare le strutture con
notevoli costi per l’allevatore, sono contenute nel D.Lgs. 53/2004.
Esse sono applicabili a partire dal 15 marzo 2004 nelle aziende nuove, o ricostruite, o adibite all’allevamento del suino per la prima volta dopo l’entrata in vigore del Decreto stesso. Dal 1° gennaio 2013 queste norme diventano obbligatorie per tutte le aziende.
La vigilanza delle norme è affidata ai veterinari delle ASL. L’allevatore che non rispetta le
norme viene multato2, e in alcuni casi può essere costretto a chiudere l’allevamento fino a
quando non si adegua alle norme.
L’allevatore che non rispetta le norme per il benessere animale non può accedere né ai
finanziamenti previsti dal Piano di Sviluppo Rurale né ai finanziamenti previsti per l’entrata dei giovani imprenditori in agricoltura.
2 Le sanzioni amministrative previste vanno da €1500 a €10.000 circa. Nel caso le infrazioni siano
ripetute, le sanzioni amministrative vanno aumentate di una metà ed è prevista la sospensione da 1 a 3
mesi delle attività di allevamento. Gli eventuali reati riscontrati sono soggetti a denuncia, e seguono
l’iter previsto dalle norme penali.
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 9
Benessere animale
Cos’è il benessere?
Cerchiamo una definizione.
IL BENESSERE COME CONDIZIONE DI EQUILIBRIO
In realtà, non è affatto semplice definire il benessere animale. Una definizione spesso citata è quella di Hughes:
"Stato di completa salute mentale e fisica nel quale l'animale è in armonia con il proprio
ambiente"
Alcuni studiosi pensano che l'animale sia in uno stato di benessere quando riesce a fronteggiare situazioni nuove. Ma se in un nuovo ambiente un animale cambia il proprio comportamento, rispetto a quello dimostrato dalla specie quando è allo stato brado, questo è
realmente sempre positivo?
Altri studiosi pensano al benessere come al sentimento di sé che provano gli animali. Ma,
anche ammesso di riuscire a interpretarlo correttamente, se un animale desidera ad esempio mangiare più cibo, sarà veramente in una condizione di benessere se lo lasciamo mangiare a volontà?
Altri studiosi ancora hanno un approccio di tipo naturalistico, e ritengono che l'animale
sia in una condizione di benessere quando può esprimere un comportamento naturale.
Ma quando un animale presenta comportamenti aggressivi, possiamo pensare che il suo
compagno aggredito sia in una condizione di benessere?
Infine, va notato che non ci sono semplicemente animali in condizioni di benessere e
animali che stanno male; per esempio, in un gruppo, si creano sempre delle gerarchie e gli
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 10
Benessere animale
animali che hanno livelli gerarchici diversi sono sicuramente in condizioni di benessere
diverse. Per esempio, il capo branco mangia più cibo rispetto all'animale che occupa il livello gerarchico più basso.
È forse più facile definire un animale che non è in condizioni di benessere.
L’assenza di benessere
Distinguiamo però tra
• dolore fisico
• sofferenza
• stress
Il dolore fisico è dovuto alla presenza di recettori nervosi. Questi recettori fanno parte
del sistema nervoso e perciò tutti gli animali presenti in allevamento sono in grado di provare dolore fisico.
Bisogna però tener presente che i modi di esprimere dolore sono diversi nei diversi animali: ad esempio, un cane che soffre ulula, mentre una pecora rimane in silenzio per non
attirare i predatori proprio nel momento in cui non è capace di fuggire. Non bisogna perciò pensare che un animale che non esprima dolore, non lo stia per questo neppure provando.
I meccanismi nervosi e i mediatori chimici legati alle sensazioni di dolore fisico sono identici per tutti gli animali, uomo incluso. Il taglio del becco nei volatili, ad esempio, causa lo
stesso dolore di un’amputazione.
La sofferenza è un sentimento spesso meno forte del dolore, ma caratterizzato dal prolungarsi nel tempo. Per esempio, un animale selvatico che venga chiuso in uno zoo trova
per lungo tempo - forse per tutta la vita - uno stato di sofferenza.
Le cause della sofferenza possono essere molte: paura, frustrazione, stanchezza estrema,
perdita dei compagni, ansia, conflitto.
Lo stress è la risposta di un animale a condizioni ambientali avverse, quali ad esempio:
• vibrazioni dovute al trasporto su un automezzo
• rottura delle relazioni gerarchiche
• frustrazione per l'assenza di materiali con cui costruirsi il nido
• microclima inadatto alle sue caratteristiche fisiologiche
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 11
Benessere animale
Più in generale, possiamo riprendere qui le libertà esaminate più sopra, e rilevare che
ognuna di esse, se l’animale ne viene privato, può essere causa di stress.
Possibili cause di stress
La sindrome generale di adattamento
Una teoria interessante, usata per spiegare in che modo le condizioni esterne influiscono
sull’animale, riguarda la cosiddetta sindrome generale di adattamento. Questa teoria
sostiene che, messo in un ambiente non favorevole, un animale attraversa diverse fasi di
adattamento:
• allarme
• risposta
• esaurimento
L'allarme è una risposta che si esaurisce in un tempo breve, in quanto è dovuto ad uno
stimolo anch'esso breve. Per esempio, quando un estraneo entra in un allevamento di
maiali, i suini corrono immediatamente nell'angolo più lontano dal box. Se però rimaniamo fermi, e se i suini non vengono solitamente maltrattati, torneranno presto ad avvicinarsi incuriositi.
Se però lo stimolo è di tipo medio-lungo, l'animale elabora una risposta per mantenere
l'equilibrio rispetto all'ambiente.
Per esempio, nelle giornate calde i bovini, se hanno a disposizione un box esterno, preferiranno sostare nelle parti in ombra; i suini cercheranno di distendersi a terra il più possibile
lontani uno dall'altro, con la pancia appoggiata sul pavimento di cemento. Quando gli
animali vengono trasportati per un viaggio lungo, reagiranno agli scossoni adattando la
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 12
Benessere animale
contrazione muscolare per poter restare in piedi (come facciamo anche noi in un autobus
affollato).
Se lo stimolo è di lunga durata, e più facilmente quando intervengono altre cause (cattiva
alimentazione, presenza di batteri …), l'equilibrio con l'ambiente può rompersi: l'animale
va incontro alla fase di esaurimento della risposta adattativa, e si possono verificare una
serie di eventi potenzialmente negativi:
• una forte produzione di ormoni (ACTH) per mobilizzare il glucosio
• una secrezione maggiore di adrenalina e noradrenalina, che determinano aumento
del battito cardiaco, della frequenza respiratoria, della pressione sanguigna
• un aumento della permeabilità capillare dovuto alla produzione corporea di istamina
Il risultato di tutti questi processi è una riduzione della crescita, l'arresto della sintesi proteica, la diminuzione di fertilità, la facilità ad ammalarsi.
In particolare, si osservino le relazioni esistenti tra una situazione stressante e il quadro
ormonale di un animale:
Relazioni tra stress, ormoni e calo di produzione
Come si può notare, l’effetto lo stress va a influire su una lunga serie di ormoni, ognuno
dei quali è determinante per qualche funzione vitale.
L’effetto complessivo è una serie di sintomi aspecifici, che vanno ad investire praticamenclassi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 13
Benessere animale
te tutte le attività produttive attese dall’allevatore.
Questi effetti (che vengono definiti “neuroendocrini”) a loro volta si inseriscono in un
quadro assai complesso. Se è tutt’altro che automatico che ad uno stress segua una perdita
di produzione, è anche vero che il controllo di un così gran numero di fattori è spesso
molto difficile. Tra di essi vi è anche il “programma psicologico” di un animale, cioè la
combinazione di eredità genetica e di memoria di eventi precedenti.
Dallo stimolo alla patologia
I meccanismi omeostatici
I meccanismi omeostatici hanno grande rilevanza nella fisiologia dell’animale. Essi sono
controllati da aree “antiche del cervello”, sviluppatisi cioè in fasi evolutive precedenti rispetto alla neocorteccia che contraddistingue i mammiferi.
In particolare, ogni sensazione esterna (quindi ogni stimolo stressante) è convogliata dal
sistema nervoso periferico verso l’ipotalamo, che decifra gli stimoli esterni (luci, odori,
rumori, sensazioni di dolore, di caldo o freddo...) trasformandoli in stimoli interni (azione
di organi, secrezione di ormoni).
In particolare, sono sotto il controllo dell’ipotalamo:
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 14
Benessere animale
1. i ritmi biologici
2. la temperatura corporea
3. i comportamenti alimentari
4. il ricambio idrico (eliminazione di urine)
5. i comportamenti sessuali
6. le reazioni di rabbia
7. i comportamenti di paura
8. le secrezioni dell’ipofisi
A sua volta, l’ipofisi è una ghiandola endocrina che controlla numerosi altri organi, coinvolgendo sia i cicli produttivi che quelli riproduttivi, la percezione del dolore o l’attività
del sistema immunitario.
In questo modo, ad esempio, uno stress (= sollecitazione dell’ipotalamo) prolungato determina nell’animale un’attivazione dell’ipofisi; questa, a sua volta, induce risposte ormonali nelle ghiandole surrenali, determinando una attivazione generalizzata dei processi infiammatori (aumento della permeabilità capillare, aumento della produzione di macrofagi)
ed una diminuzione invece nelle risposte immunitarie specifiche (produzione di anticorpi).
Il risultato è una diminuzione delle capacità di difesa, con una maggiore frequenza di patologie, per la minore capacità dell’animale di elaborare risposte anticorpali ad eventuali
attacchi batterici, e per lo scarso effetto di barriera opposto dai tessuti corporei ai batteri,
causato dall’aumento di permeabilità capillare. È questo il caso delle malattie podali che
spesso accompagnano gli stress delle vacche da latte: lo zoccolo, per effetto della permeabilità capillare, diventa meno resistente ai batteri. In presenza di altri fattori concomitanti,
come ad esempio una pavimentazione sconnessa, o ristagni d’acqua sul terreno, o un
asporto di deiezioni poco frequente, il piede finisce per infettarsi.
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 15
Benessere animale
La valutazione del benessere
Si può valutare il benessere animale?
METODI OGGETTIVI, SOGGETTIVI, SU SINGOLO ANIMALE O SU
GRUPPO
L’ambiente di allevamento
È molto importante riuscire a valutare correttamente lo stato di benessere dell’animale.
Esso è molto legato all’ambiente di allevamento; perciò una osservazione dell’ambiente,
dei comportamenti animali, delle interazioni con l’uomo, è di solito un buon modo per
capire se l’animale è in condizioni di benessere oppure no.
Ma come definire l’ambiente di allevamento?
L’ambiente di allevamento è dato da quella serie di elementi esterni all’animale che ne condizionano la vita e il comportamento.
Ne fanno parte, ad esempio:
1. il microclima (t°, umidità, velocità dell’aria)
2. la concentrazione di gas e polveri
3. il rumore
4. il tipo di stabulazione (singola/collettiva; fissa/libera; all’aperto/al chiuso)
5. lo spazio per capo
6. il tipo di pavimento (pieno, fessurato, con lettiera)
7. le condizioni igieniche ed i microrganismi presenti
8. il sistema di alimentazione (dimensioni e forme delle attrezzature per l’alimentazione, collocazione dei punti di alimentazione)
9. il sistema di distribuzione dell’acqua di bevanda
10. …
Vista la numerosità dei fattori, si può tentare di raggrupparli. Otteniamo, ad esempio, una
lista di questo tipo:
(a) fattori climatici: temperatura, umidità relativa
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 16
Benessere animale
(b) fattori fisici: eccessivo movimento, mancato riposo, parto, malattie, dolore
(c) fattori psicologici: formazione di gruppi, separazione dal proprio gruppo
(d) fattori sociali: contatto con l’uomo, competizione tra i capi del proprio gruppo
(e) fattori ambientali: spazi vitali disponibili, pavimentazione
(f) fattori metabolici: legati alla tipologia della categoria di animale, alle sue proprie
caratteristiche, alla sua condizione fisiologica momentanea…
(g) fattori alimentari
E’ da notare che si tratta di fattori ad effetto additivo (si sommano l’uno all’altro) e capaci di influire su tutta la carriera dell’animale.
I metodi di valutazione del benessere animale
Esistono oggi diversi sistemi di valutazione del benessere animale:
1. sistemi HACCP
2. test funzionali sulle attrezzature e sugli impianti
3. valutazioni soggettive
4. sistemi a indice aziendale (un esempio: IBA, Indice di Benessere dell’Allevamento,
CRPA, 2006)
1. Sistemi Haccp
Diamo innanzi tutto una definizione di questi sistemi.
L'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) è un sistema di autocontrollo igienico che ogni operatore nel settore della produzione di alimenti deve mettere in atto al fine di valutare e stimare pericoli e rischi e stabilire misure di controllo per prevenire l'insorgere di problemi igienici e sanitari e tutelare
così la salute dei consumatori (fonte: Wikipedia).
Si tratta dunque di un sistema che comporta azioni di valutazione e prevenzione dei rischi
sanitari, attuato dagli operatori addetti alla produzione di alimenti (quindi anche gli allevatori) ed alla loro trasformazione (quindi tutta la filiera), e che ha lo scopo di evitare rischi
alla salute dei consumatori.
Il sistema HACCP è obbligatorio per chi trasforma i prodotti zootecnici nella propria
azienda (ad esempio chi ha un caseificio aziendale) o per chi effettua vendita diretta. Chi
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 17
Benessere animale
invece si limita alla produzione, raccolta e vendita o conferimento del prodotto ad aziende
di trasformazione è incoraggiato ad utilizzarlo ma non ne ha l’obbligo.
L’eventuale applicazione del sistema HACCP può giungere a mettere in evidenza, per il
legame esistente tra benessere e salute dell’animale, un rischio sanitario per il consumatore
derivato da una scarsa condizione di benessere dell’allevamento. In questo caso l’allevatore dovrà provvedere a rimuovere le cause del rischio.
2. Test funzionali
I test funzionali riguardano specifiche apparecchiature, di cui è possibile verificare con
strumentazione apposita l’effettivo efficace funzionamento.
È il caso, ad esempio, dell’impianto di mungitura: il suo periodico controllo consente di
verificare che tutti i parametri di funzionamento (livello del vuoto, riserva del vuoto, frequenza di pulsazione, durata delle fasi di pulsazione...) siano regolari.
Ciò è molto utile per evitare all’animale stress prodotti dalle attrezzature.
3. Valutazioni soggettive
Le valutazioni soggettive sono tali perché derivano dall’osservazione di un tecnico che si
avvale di criteri precisi, ma senza usare sistemi di misurazione riferiti a dati oggettivi di
confronto.
Indicatori di benessere
Ad esempio, si possono usare osservazioni periodiche per analizzare il comportamento
degli animali, prendendo come criterio di valutazione l’etogramma della specie considerata. Un etogramma è un repertorio di comportamenti considerati “normali” per la specie; quando la frequenza di un comportamento è alterata (un comportamento viene attuato più raramente o più frequentemente del solito), oppure si presentano comportamenti
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 18
Benessere animale
non tipici della specie (“stereotipie”), si può dedurre che il benessere dell’animale sia in
qualche modo disturbato o impedito.
La presenza di stereotipie (movimenti anomali, ripetitivi, invariabili, privi di finalità) è
considerata infatti generalmente come un sintomo di una prolungata situazione di frustrazione subita dall’animale.
Esempi di comportamenti “normali” per la specie bovina, rientranti nel suo etogramma,
sono:
• esplorazione
• locomozione
• alimentazione
• defecazione
• alzarsi e coricarsi
• grooming
• comportamenti sociali
• comportamenti sessuali
• interazioni madri-figli
Questi comportamenti vengono monitorati misurandone, ad esempio, la durata. Si può
registrare se gruppi diversi abbiano comportamenti diversi, e si può calcolare quanto
grande sia la diversità; ma, al momento attuale, non si può definire se un gruppo di animali, che presenta una certa frequenza relativamente ad un dato comportamento, sia da considerarsi nella norma oppure no.
Si possono anche usare schede di rilevazione per l’osservazione di aspetti particolari
dell’animale, e rilevare ad esempio lo stato generale degli animali:
mantello:
lucente/opaco
liscio / arruffato
asciutto / umido
presenza / assenza di parassiti
pulito / sporco di feci
segni di malattie in atto: scoli nasali, oculari, dalla bocca
spurghi vaginali anomali
poca scioltezza di movimenti
mangiano in modo svogliato
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 19
Benessere animale
rumine poco pieno
atti respiratori frequenti (>70 al minuto)
lesioni podali, andature barcollanti
animali troppo magri / troppo grassi
feci di consistenza anomala, con muco
lesioni ai legamenti della mammella
lesioni ai capezzoli
Si possono osservare i comportamenti di riposta a stimoli, rappresentati da persone note e
ignote, oggetti, rumori:
tipo di risposta
tempo di latenza a interagire con l’uomo
distanza mantenuta con la fonte di stimolo
4. Sistemi a Indice Aziendale
Numerosi studi in tutta Europa, coordinati nel progetto europeo Welfare Qualità, stanno
cercando di mettere a punto un sistema di valutazione che, in modo il più possibile oggettivo, consenta di valutare il benessere di allevamento. Tre diverse schede offrono alcuni
esempi di criteri di valutazione.
ASPETTO
Alimentazione
DOMANDA
ELEMENTO DI BENESSERE
Gli animali sono soddisfacimento delle esigenze nutrizioBody Condition Score
alimentati e
nali
abbeverati adesoddisfacimento delle esigenze idriche Disponibilità di acqua
guatamente?
comfort durante il riposo
Stabulazione
Gli animali sono
stabulati in
comfort termico
modo razionale?
facilità di movimento
Salute
Gli animali presentano un
buono stato di
salute?
Il comportamento degli
Comportamento animali riflette
stati emozionali
positivi?
-
Frequenza delle differenti posture
Polipnea, brividi e orripilazione
Scivolamenti, cadute
Valutazione dei danni a carico
del tegumento e della carcassa, presenza di zoppia
Diarrea, parassiti esterni, morassenza di malattie
talità
assenza di dolore indotto dalle pratiche Mutilazioni routinarie (recisione
manageriali
della coda, decorazione, ecc.)
Allogrooming, comportamento
espressione del comportamento sociale
agonistico
Comportamento esplorativo,
espressione di altri comportamenti
comportamenti anomali
Distanza di fuga, test di avvicirapporto uomo-animale
namento
assenza di escoriazioni
assenza di paura
classi quarte
ESEMPI DI INDICATORI
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
Test di neofobia
- Gradisca d’Isonzo 20
Benessere animale
INDICATORI D’ALLEVAMENTO
Sistema di allevamento (pascolo, stabulazione libera, legato)
Densità animali e dimensione gruppi
Disponibilità cuccette e spazio in mangiatoia
Dimensione cuccette e/o lettiera
Allevamento
Tipi di pavimentazione utilizzato nella zona riposo (materasso, sabbia, lettime ecc.)
Sistema di condizionamento ambientali (assestamento, umidificatori ecc.)
Caratteristiche in sala di mungitura (tipo impianto, dimensione sala d'attesa, cane elettrico,
bagni podali, ecc.)
Rinnovo lettiera
Caratteristiche degli alimenti (foraggi e concentrati) e della dieta
Modalità di somministrazione (unifeed, tradizionale, autoalimentatori, ecc.)
Alimentazione
Disponibilità a acqua (tipo, numero di dislocazione a sette di abbeverati)
INDICATORI DEGLI ANIMALI
Frequenza cardiaca
Frequenza respiratoria
Fisiologici
Parametri metabolici (es. glucosio, acidi grassi liberi)
Parametri endocrini (es. cortisolo)
Interazione tra animali
Comportamentali
Interazioni uomo-animali
Stereotipie
A) ESTERNI
Aspetto generale
Frequenza malattie (zoppie, mastiti, ritenzioni di placenta, metriti, dislocazione dell’abomaso, collassi puerperali, diarree, blocchi ruminali, ecc.)
Frequenza virosi (IBR, BVD, sinciziale, PI3, BHV4)
Presenza di parassiti, infezioni o lesioni cutanee
Stato nutrizionale (BCS)
Aspetto del pelo
Pulizia
Aspetto dell'occhio
Aspetto unghioni
Sanitari
Conformazione mammella e capezzoli
Attività ruminativa
Caratteristiche delle feci
Frequenza respiratoria
Presenza spurghi vaginali, scoli nasali, ecc.
Temperatura corporea
B) INTERNI (per valutare aspetti nutrizionale o patologici)
Parametri del latte (es. rapporto grasso proteine, cellule somatiche, urea, corpi chetonici)
Parametri delle urine (es. corpi chetonici)
Parametri ematici (es. urea, corpi chetonici, bilirubina, albumine, colesterolo, acidi grassi
liberi)
Produzione di latte (assoluta, EVM, valutazione delle curve di lattazione)
Composizione del latte (grasso, proteine, caseine)
Performance
classi quarte
Fertilità (intervallo parto-concepimento, servizi per gravidanza, tasso di concepimento primo
servizio)
Longevità (es. tasso di rimonta, numero di lattazioni)
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 21
Benessere animale
Come si può vedere da questi esempi, le proposte sono veramente molte e molto diverse.
Ciò che le accomuna è il tentativo di rendere il più possibile oggettiva la valutazione del
benessere in azienda.
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 22
Benessere animale
Benessere e patologie animali
Effetti dello scarso benessere sulle bovine da latte
LE PATOLOGIE PODALI
Il piede: com’è fatto?
Osserviamo il piede del bovino dall’esterno:
!
Visione di lato
!
Visione da sotto
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 23
Benessere animale
!
L’interno del piede
!
Il dettaglio delle ossa e dei tendini
!
Il piede visto in sezione
Le unghie dei bovini sono quindi fatte di una scatola cornea, la parete, fatta di lamelle
(circa 1000 – 1500 per ogni unghione). Se vengono osservate in sezione trasversale, le lamine sembrano avere un aspetto pennato (si parla anche di cherafilla).
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 24
Benessere animale
!
La cherafilla
Oltre alla parete, troviamo uno strato equivalente al derma, composto da un tessuto sensibile, dotato di vasi e nervi, e dei cuscinetti di tessuto connettivo.
La qualità del tessuto corneo, e dunque la resistenza dello zoccolo, dipende da molti fattori, tra i quali è fondamentale la nutrizione.
Sali minerali, energia, aminoacidi, vitamine (tra cui la biotina), acidi grassi: sono tutti fattori molto importanti nel processo di crescita e vitalità dell’unghia.
Tra le dismetabolie che influiscono sulla salute dell’unghia, predisponendola a infezioni e
lesioni, la più importante è certamente l’acidosi.
Perchè l’unghia è importante?
Se osserviamo la figura 2, vediamo che la superficie di appoggio dell’animale è molto ristretta. La piccola area indicata deve sopportare un peso che, per una bovina da latte adulta, è normalmente di circa 600 – 700 kg; per il toro di razza da latte si aggira sui 1000 –
1200 kg. Bovini da carne avranno, logicamente, pesi ancora superiori (rispettivamente 800
– 1000 kg e 1200 – 1400 kg).
Per poter sopportare un tale peso, occorre che il corno dell’unghia sia estremamente resistente, sano, ben conformato e dotato di un equilibrato accrescimento. L’accrescimento è
anch’esso importante: se l’unghia è troppo lunga, o troppo corta, o troppo usurata sui
punti d’appoggio, o deformata, il peso dell’animale si sposta su zone meno resistenti del
piede, che si infiammano e causano dolorose zoppie.
Ambiente di allevamento e salute dell’unghia
Oltre ai fattori nutrizionali, nel mantenimento della salute dell’unghia entrano anche fattori ambientali diversi:
• agenti contaminanti ambientali: letame, feci, urine
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 25
Benessere animale
• umidità
• spazio a disposizione
• pavimentazione in stalla e nel paddock esterno
• ogni fattore di stress
1. Agenti contaminanti: la permanenza degli animali su lettiere sporche o su pavimenti
cosparsi di feci predispone, attraverso il continuo contatto con batteri, ad infezioni del
piede.
2. L’umidità determinata da lettiera bagnata perché rinnovata di rado, o da cuccette con
materassini di gomma non in grado di assorbire l’umidità corporea, porta il corno a
diminuire la propria resistenza all’ambiente ed al consumo. Se i pavimenti sono bagnati, allora sono anche scivolosi, e questo può favorire traumi all’animale.
3. Se lo spazio a disposizione degli animali è insufficiente, si può verificare
a. che non tutti gli animali abbiano libero accesso alle aree di riposo, e permangano
in piedi più del dovuto;
b. che le cuccette o le zone di alimentazione siano mal dimensionate, e gli animali si
trovino con gli arti posteriori immersi nel liquame;
c. che gli animali non possano andare a bere e mangiare quando ne hanno necessità,
con conseguenti stress idrici e nutrizionali per gli animali di rango sociale inferiore;
d. che vi siano dei “colli di bottiglia” nella movimentazione di animali, con possibilità di traumi. Una zona in cui tipicamente può crearsi un “collo di bottiglia” è la
zona d’attesa prima della sala di mungitura.
4. La pavimentazione in stalla è solitamente costituita da cemento pieno o fessurato.
a. Il cemento pieno ha un notevole potere abrasivo, dovuta alla sua reazione alcalina. Questo facilita l’iperconsumo dell’unghia e le zoppie. Per rimediare si può trattare il pavimento nuovo con solfato di rame. Un altro problema è rappresentato
dalla scivolosità del calcestruzzo, cui si può rimediare con scanalature. Va prestata
però attenzione alle “bave” di cemento che possono così formarsi.
b. Se si sono scelti pavimenti fessurati, occorre evitarli per il bestiame da rimonta, in
quanto spesso la distanza tra fessure non è adatta alla dimensione del piede, che
quindi utilizza parti di suola diverse rispetto ai corretti punti d’appoggio.
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 26
Benessere animale
c. Si stanno diffondendo anche pavimenti rivestiti di gomma, che presentano però
gli stessi problemi di pulizia e umidità rispetto ai tappetini di gomma delle cuccette.
d. Nelle sale di mungitura e nelle zone immediatamente adiacenti è frequente trovare
pavimenti in resina al quarzo, di notevole effetto antiscivolo ma di cui va ben
calcolata la tipologia per evitare o ridurre l’effetto abrasivo dei granuli di quarzo.
e. La soluzione rappresentata infine dalla lettiera permanente garantisce notevole
comfort all’animale ma presenta anch’essa numerosi problemi: la necessità di ingenti quantità di paglia, la manodopera per distribuirla ed asportarla, l’ampiezza
dello spazio necessario (15 m2 a capo), l’effetto di macerazione del piede laddove
non viene sufficientemente rinnovata.
5. Per quanto concerne gli stress, va ricordato che nel caso di prolungato stress (vedi
Teoria generale di adattamento) uno degli effetti è rappresentato dalla produzione di
istamina, che aumenta la permeabilità capillare e, come risultato, indebolisce anche la
struttura del corno rendendolo più attaccabile dai batteri che inevitabilmente si trovano nell’ambiente.
classi quarte
-
Ist. Tecnico Agrario G. Brignoli
- Gradisca d’Isonzo 27