Vendite on line Da Manhattan a Monza per costruire siti Skate e
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Vendite on line Da Manhattan a Monza per costruire siti Skate e
VM0210-MSPC01#-C4 10/1/2010 1:11 PM Pagina 1 Sabato 2 ottobre 2010 54 55 Made in Brianza ENOGASTRONOMIA A VILLASANTA ◆ Vendite on line in collaborazione con la Camera di Commercio Monza e Brianza E commerce gettonato, le imprese sfondano quota cento I dati della Camera di commercio denotano una presenza sempre crescente nel settore. Rispetto all’anno scorso già 33 per cento in più Inetitalia realizza domini per attività che vogliono commercializzare prodotti grazie al web Da Manhattan a Monza per costruire siti ■ Nel 1998 Lucio Miranda, ness to business”, è la vendita di uno dei maggiori esperti di in- prodotti tra aziende), anche per ternet marketing, fondava la il mercato estero. Il presidente dell’Inetitalia Inetitalia, società di costruzione di siti per la vendita online di Lucio Miranda racconta il lungo percorso che porta alla prodotti. Con sede a costruzione di un sito Manhattan, la società per la vendita online: trova a Monza la sua «Prima di tutto il cliensede italiana, diretta te sceglie l’agenzia web da Andrea Pasquanela cui affidarsi dopo li. L’azienda rileva che aver valutato compenell’ultimo anno le ritenza, capacità e affidachieste che sono loro bilità. Il costo è l’ultipervenute per siti emo dei criteri da valucommerce hanno ritare altrimenti si riguardato prevalentemente la vendita di schia di spendere poco prodotti alimentari ma restare insoddisfat(soprattutto tipici), di ti. Finita la trattativa – Lucio Miranda abbigliamento e accontinua il presidente cessori, di arredamento e com- – comincia il lavoro di svilupplementi d’arredo. Tuttavia co- po. Innanzitutto viene preparamincia anche ad affermarsi una to un documento con le linee domanda di siti e- commerce guida per la produzione del sito. anche per la vendita di beni in- Viene quindi sviluppata la grafidustriali, destinati al b2b (“busi- ca del sito e non appena il clien- ■ Il settore dell’e-commerce cresce sempre più. Si tratta della vendita online di prodotti, che ormai spaziano da un campo all’altro: dall’abbigliamento all’arredamento, dagli alimentari ai cosmetici. La Camera di Commercio di Monza e Brianza rileva una forte crescita di questo settore, che cresce di più in due anni sia rispetto al dato lombardo sia rispetto al dato italiano. Infatti nel secondo trimestre del 2008 nella provincia MB erano attive nell’e-commerce 57 imprese (in Lombardia erano 751 ed in Italia 4199), nel secondo trimestre del 2009 sono salite a 81 (in Lombardia erano 948 ed in Italia 5262), mentre nel secondo trimestre del 2010 sono arrivate a 108 (in Lombardia sono 1224 ed in Italia 6632). Ciò significa che tra il 2008 ed il 2009 nella sola provincia brianzola le imprese attiva nel commercio online sono cresciute del 42,1%, tre il 2009 e il 2010 sono cresciute del 33%. Nell’arco dei due anni, dal 2008 e il 2010, l’incremento totale è stato dell’89%. Una buonissima percentuale, pensando quanto sia nuovo questo settore commerciale. Inoltre, la Camera di Commercio MB aveva anche promosso bandi che permettessero a persone disoccupate o in difficoltà occupazionale di avviare un nuova impresa. Questo era il caso del Progetto Start: un progetto formativo che ha coinvolto 130 domiciliati o residenti a Monza e Brianza che intendevano avviare una nuova impresa e all’incirca venti di loro hanno ricevuto un contributo per l’avvio dell’attività (tra questi anche Marco Fomia, della “AChilometriZero”). Il Progetto Start era promosso e finanziato da Regione Lombardia, Ministero della Gioventù e Camera di Commercio lombarde e si occupava di favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese, attraverso la messa a punto di un sistema organico di servizi che presidiasse i diversi bisogni dello start-up d’impresa. Da qui sono nate tante nuove attività, tra le quale anche quella di Marco Fomia: una nuova impresa del settore del commercio online, che mette sul mercato prodotti alimentari “a chilometri zero” e che sta avendo successo. Fomia racconta: « L’idea vincente del servizio a domicilio di “AChilometriZero” ha iniziato a prendere forma durante il progetto Start organizzato da Formaper - Camera di commercio di Monza - la scorsa primavera. Grazie alle conoscenze acquisite e alla mia precedente preparazione in grafica e costruzione di siti internet ho potuto avviare la mia attività, aperta ufficialmente ai primi di settembre. Un duro ma piacevole lavoro». Francesca Lanzani te l’avrà approvata si potrà procedere allo sviluppo vero e proprio». Il procedimento di realizzazione del sito è lungo e richiede tempo: il taglio dell’html, la produzione dei database e delle funzionalità per l’amministrazione dei contenuti, il collegamento del sito al gateway di pagamento, la pubblicazione dei contenuti del sito. La vendita online di prodotti porta inevitabilmente un valore aggiunto alla normale vendita diretta. Miranda stesso dichiara che: «I vantaggi dell’e-commerce sono molti. La comodità, poichè si può comprare tutto senza uscire di casa e si riceve la merce a domicilio; la varietà di prodotti, poiché tante volte si possono trovare articoli che in negozio non si trovano. Ma cosa impossibile da fare offline è lo shopping virtuale in migliaia di negozi, anche all’estero». MARCO FOMIA: E COMMERCE ALIMENTARE «Da noi soltanto prodotti a chilometri e ore zero» ■ Nel panorama monzese non sono pochi coloro che si affacciano all’e-commerce. Marco Fomia è il titolare del servizio a domicilio “AChilometriZero”, che ad oggi vanta un gran successo. «L’idea – ci racconta Marco - ha iniziato a prender forma durante il Progetto Start, organizzato da Formaper – Camera di Commercio Monza e Brianza. Gratuitamente docenti e collaboratori mi hanno fornito indicazioni illuminanti e utilissime. E dopo un veloce test di mercato per verificar la bontà dell’idea, ho visto che l’interesse del pubblico arrivava immediatamente». Queste le parole con cui Marco Fomia racconta i primi passi della sua azienda. Ha deciso di darsi all’e-commerce per offrire la possibilità, ormai irrinunciabile da parte dei consumatori, di poter scegliere con calma e a qualsiasi ora e giorno la loro merce. Tuttavia anche il contatto personale è e resta importante: «Anzi, sul sito, da un lato si viene invitati ad andare a conoscere di persona i fornitori di AChilometriZero, a vedere come e cosa producono, a provare i loro prodotti e, dall’altro, a chiamarci al telefono o addirittura ad incontrarci ancor prima di fare il proprio primo ordine». Marco Fomia punta molto ovviamente sulla qualità dei prodotti: «Un ulteriore vantaggio aziendale è che oltre che “a chilometri zero”, i nostri prodotti alimentari (frutta, verdura, birra, pane e altro ndr) sono anche “ad ore zero”, cioè raccolti poche ore prima della consegna, mantenendo così tutte le proprietà organolettiche e tutti i nutritivi». Internet è stata, dunque, eletta a buon mezzo attraverso il quale vendere prodotti. «L’obiettivo – conclude Marco – è e sarà sempre quello riportato nella nostra Home Page: “Oggi ci muoviamo verso lo sviluppo di uno Slow-commerce e Slow-food, per una attività umana ecosostenibile (per la qualità legata a che alle “Ore Zero”) e ci auguriamo vivamente che possiate condividere con noi questa filosofia. E che si riesca così non solo a rispondere alle esigenze di un commercio eco-sostenibile, ma anche ad offrirvi il piacere del poter gustare prodotti di ottima qualità, alimentari e non, sostenendo al contempo i nostri produttori brianzoli”». E quindi, il bilancio dell’esperienza nell’e-commerce? «Un ottimo punto di partenza». Marco Fomia, con Giuliano Fumagalli dell’azienda Agrifoppa (ortaggi freschi) «Hightech addio, preferisco il cibo» ■ (Ma.R.) Agosto 2005, quando tutto sembrava dovesse diventare digitale da un momento all’altro, lui ha detto: addio new economy, benvenuta old. Con qualche accorgimento. Lui è Matteo Murgo, monzese da sempre, che cinque anni fa ha deciso di lasciare il suo lavoro in un colosso hightech per dedicarsi a quanto di più antico c’è: il cibo. Un negozio di prodotti enogastronomici in centro a Villasanta, in via Confalonieri, e contemporaneamente un sito di e-commerce con lo stesso nome: Sogni e sapori (www.sogniesapori.com), una bottega reale e virtuale in cui cercare golosità selezionate in due anni di ricerche, e in continua crescita. «Nei primi tempi non è stato facile - ammette Murgo perché per capire un prodotto bisogna assaggiarlo. Ma un po’ di lavoro con le degustazioni in negozio, un po’ con tutto quello che è successo attorno al cibo negli ultimi anni, oggi funziona. Acquistare qualcosa di più costoso diventa una scelta precisa. Un piccolo boom», aggiunge, che funziona tra le quattro pareti del negozio e che ha preso piede anche in Rete. «Soprattut- to all’estero - avverte - Forse perché in Italia sono prodotti più raggiungibili, forse perché da noi comunque il rapporto con il commercio digitale è basso rispetto ad altri Paesi. Ma c’è quella che io chiamo la “retta via”, cioè Svizzera, Germania, Danimarca, dove vendiamo molto bene». Niente Stati uniti, perché il gioco non vale la candela (troppo costoso spedire aldilà dell’oceano), ma in Australia sì, con sorprese: «Il nostro pomodoro, un prodotto artigianale in cui viene controllata l’acidità di tutte le confezioni, ha avuto un successo straordinario», aggiunge Murgo. Il dato degli ultimi anni è quello della crisi economica, che «ha fatto crollare le vendite per le aziende, i cesti di Natale», ma contemporaneamente i privati hanno iniziato ad acquistare di più. E poi? «E poi ho già registrato altri ventitrè domini internet, ma in Italia ci vuole troppo tempo e il sistema bancario non aiuta». Quindi ci sarà tempo, e ci vorrà tempo: ma finché il cibo italiano resta una garanzia internazionale, l’estero continuerà a comprare i suoi “sogni e sapori” tricolori. Il negozio Bomboclat, uno di quelli che «crede» nelle possibilità dell’e commerce I titolari di alcuni esercizi commerciali monzesi spiegano la «svolta» on line. Molte richieste dal Sud Skate e arredi: i negozi scoprono internet ■ Sono molti i negozi monzesi che, oltre a vendere dalle proprie vetrine, appoggiano la loro attività all’e-commerce. Tra questi Bomboclat di via De Gradi: Mauro e Chiara hanno spiegato come funziona. «Il nostro sito internet funziona molto bene, soprattutto come outlet – spiega Mauro – poiché vengono fatte molte promozioni. La merce viene smistata molto bene». Il sito www.bomboclat.it, dopo la ristrutturazione, sono due o tre anni che va davvero benissimo. «Oltre alla vendita ordinaria – continua Chiara – vediamo che tramite il sito si vende soprattutto materiale tecnico (Bomboclat è una marca prettamente per skateboarder e snowboarder): chi ha bisogno qualcosa di preciso e particolare, è sufficiente che faccia l’ordine senza muoversi di casa. Se si conosce, ad esemFondamentale la pio, la misura della comodità: basta tavola che ti serve, baun ordine e le sta inserire i dati e ordinarla». Infatti, nel merce viene sito oltre alla pagina consegnata al con il catalogo nuovo, cliente si può accedere alla finestra “outlet”, dove si trovano sconti su una buona quantità di prodotti. Gli ordini arrivano soprattutto dal sud Italia: «Al sud non hanno molto l’idea di girare per negozi, come si fa qui. Quindi sono tantissimi coloro che si rivolgono alla vendita online». Proprio dall’altra parte della strada, invece, c’è chi si sta affacciando solo adesso al commercio online. Angela Sala, del laboratorio artistico “Object” sempre in via De Gradi, ha deciso da poco di intraprendere la strada del web. Gli oggetti in vendita nel suo negozio sono pezzi d’arredamento o complementi d’arredamento particolari e per lo più fatti a mano (costruiti o decorati). «Ho sempre usato il sito come una vetrina – racconta la titolare – più che come vero e proprio negozio. Le mie produzioni sono pezzi unici e non di serie, come in tanti altri casi. Non ero molto propensa a mettere online le mie creazioni per venderle: ho sempre usato il web come un sorta di pubblicità, perché il pubblico potesse vedere quello che faccio». Ma nonostante tutto, la signora Sala ci prova: «Di solito il commercio online funziona bene per l’abbigliamento o cose simili e meno per l’arredamento, ma voglio provarci. La mia clientela – continua – arriva anche da fuori Monza e la possibilità di contattare il sito e ordinare qualcosa di unico, altrimenti introvabile, mi sembra una buona soluzione. Soprattutto per la comodità: basterà un ordine e la merce verrà consegnata direttamente al cliente. Spero davvero che funzioni» fbl Lo schermo del computer vetrina per vendere scarpe ■ ARTIGIANI Imprese manifatturiere, le più numerose a usare la rete Dal centro studi di Confartigianato MB, l’istituto Luigi Gatti, arrivano alcune considerazione in merito al settore dell’e- commerce. Nella provincia brianzola i maggiori utilizzatori del settore del commercio online sono le imprese manifatturiere, che rappresentano il 50%, concentrate specialmente nel settore del legno e dell’arredo e, distanziate, della moda, dell’artistico, del chimico-plastico e dell’alimentare. Nella fascia del legno- arredo il 20% dichiara di aver acquisito ordini mediante l’e- commerce oltre il 30% del fatturato 2009, il 30% tra il 10 e il 30% del fatturato. Nelle altre fasce si confermano le stesse percentuali con l’eccezione della moda, dove sono presenti aziende, seppur numericamente ancora poco significati, che fatturano oltre il 90% via internet. Il 60% delle aziende che producono in serie ritengono internet uno strumento estremamente utile per il commercio, tanto che è cresciuta enormemente nell’ultimo anno rispetto al precedente la fascia dei produttori artigiani interessati alla rete (nel 2008 solo il 10% lo riteneva interessante per la produzione, nel 2009 la percentuale cresciuta al 50%). Ciò è spiegabile con la crisi economica, che ha “costretto”, in assenza di commesse locali e tradizionali, ad aprire nuovi filoni di ricerca e sviluppo commerciale. Dall’Unione Artigiani della provincia di Monza e Brianza arrivano considerazioni analoghe. L’e-commerce costituisce una grande opportunità per diffondere la conoscenza della propria attività e delle proprie produzioni. Un’opportunità che può essere colta a costi relativamente contenuti e con il vantaggio di raggiungere nuovi mercati. Impensabile fino a qualche anno fa. «Rileviamo – dichiara Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani MB – che si tratta di un’occasione che le nostre imprese tendono a considerare con crescente attenzione e adesione». «L’artigianato – continua Accornero – per sua stessa connotazione, propone prodotti di alta qualità. Non è una questione di prezzo ma soprattutto di peculiarità: si tratta di prodotti con caratteristiche tradizionali, realizzati nella logica del “pezzo unico”, con aspetti artistici. Quindi niente produzioni in serie. L’approccio è quindi quello di proporre nella rete una offerta innanzitutto seria e qualificata, ben caratterizzata e che può anche non esaurirsi con l’acquisto ma avere una successiva fase (senz’altro apprezzata dall’artigiano) in cui il potenziale cliente decide di recarsi “in bottega” per visionare dal vivo il prodotto. Questa è una prerogativa tutta artigiana che l’e-commerce più diffuso, fatto su produzioni di tipo industriale, non può certo vantare». Massimo Farina del negozio di piazza Carrobiolo ■ Se un confine c’è, tra commercio ed e-commerce, settimana scorsa è improvvisamente scomparso. Perché sì, quel cliente si era comprato gli stivali su internet e aveva deciso di pagare in contrassegno. Poi le scarpe erano arrivate a destinazione ma lui, senza troppe spiegazioni, non le aveva ritirate. Andata e ritorno per qualche centinaio chilometri, quel paio, a carico del commerciante. Finché qualche settimana dopo lo stesso cliente ha telefonato al negozio e ha chiesto: ci sono ancora? Sì. Le vengo a prendere. Da Cagliari. Ed è arrivato, domenica scorsa, apertura straordinaria. È successo a Massimo Farina, titolare di un negozio di scarpe in piazza Carrobiolo e di uno virtuale nella piazza di internet: www.civico4.com. Lo stesso nome della boutique, senza world wide web né dotcom. L’ha aperto cinque anni fa, il negozio reale, tre stagioni fa, quello virtuale. «Un centinaio di euro ogni Per comprarle mesi per il server, il sono arrivati fin due resto a costo zero», racdalla Sardegna. conta, perché grazie a Ordinativi dalle un amico che realizza siti commerciali lui si è isole e dal dovuto preoccupare Centro sud soltanto di tenere aggiornata quella vetrina in pixel quanto quella di cristallo. Le scarpe arrivano, le estrae dagli imballaggi, uno scatto fotografico in un angolo del negozio, il tempo di passare il codice a barre e creare l’etichetta: in un attimo – o giusto qualcosa in più – le scarpe finiscono in Rete, così come sugli scaffali. La gestione del magazzino è unica, per ogni pezzo venduto, dal sito o faccia a faccia, un pezzo in meno a disposizione. Il prezzo è quello, gli sconti anche, ma c’è di più: «Non esiste conto vendita, nella nostra attività. Quello che non vendiamo, ce lo teniamo, e lo abbiamo pagato. E allora mi sono detto: tanto vale avere uno spazio in più per vendere, per fare sconti fini al 70 percento, piuttosto che tenere la merce o svenderla per nulla a uno stockista». Funziona. A ritmi imprevedibili, ma funziona. «Capita di vendere trenta o quaranta paia in un mese, poi nulla in quello dopo». Ma funziona. «Magari qualcuno conosce il numero e il modello che gli interessa: trova il numero in un negozio, sa che gli va bene, ma non il modello che preferisce. Lo trova sul mio sito e lo compra. Oppure cerca qualcosa di preciso ma dove abita non c’è: ecco, i clienti sono questi». Prevalentemente isole e dal centro Italia in giù. «Forse è questione di gusto: intorno a Milano è un po’ più ricercato, elegante, mentre al sud si trovano soprattutto scarpe molto cariche. Ecco: forse chi al Sud cerca cose “milanesi”, lo trova in internet. Da noi». E paga al sicuro: paypal, quasi sempre. Oppure in bonifico. Tanto le scatole partono solo e soltanto quando il bonifico è arrivato a destinazione. Massimiliano Rossin