soluzioni per la bonifica di manufatti in cemento amianto

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soluzioni per la bonifica di manufatti in cemento amianto
SOLUZIONI PER LA BONIFICA DI MANUFATTI
IN CEMENTO AMIANTO
(con o senza rimozione)
Kimia
INTRODUZIONE
• LA BONIFICA
DEI MANUFATTI
IN CEMENTO AMIANTO
L’amianto è un minerale che in passato si è
prestato a un’ampia gamma di utilizzi edili, in
particolare nella produzione di manufatti di
fibrocemento, nei quali le fibre di rinforzo sono
costituite dall’amianto.
Approfondite ricerche mediche hanno poi rivelato
che tale minerale, e quindi i materiali da
costruzione con esso realizzati, possono essere
pericolosi per la salute dell’uomo, poiché il
progressivo invecchiamento o gli stress meccanici,
causano il rilascio e la dispersione nell’aria
circostante di fibre e polveri di amianto: la
respirazione di queste fibre e delle polveri, infatti,
può causare a distanza di tempo mortali patologie
come l’asbestosi, il mesotelioma pleurico,
il carcinoma polmonare.
Un’ ampia normativa, recentemente precisata
(D.Leg. 277/91, L. 257/92, DM 626/94 e le connesse
Direttive CEE, il recente DM 20/8/99), emanata
a tutela della salute dei cittadini, ha definitivamente
regolamentato l’intera problematica, fissando i
valori limite della concentrazione delle polveri e
delle fibre di amianto nei luoghi di uso collettivo,
le caratteristiche che devono possedere i prodotti
usati nella bonifica e i test che i prodotti stessi
devono superare al fine di ottenere l’attestato di
conformità obbligatorio per legge, attestato che
deve essere rilasciato da specifici laboratori con
autorizzazione ministeriale esterni ed estranei
alle aziende fornitrici dei prodotti.
1. COME VALUTARE LO STATO
DI DEGRADO E PERICOLOSITÀ.
I principali indicatori che devono essere monitorati
per valutare il degrado del manufatto in cemento
amianto e quindi la sua pericolosità connessa al
potenziale rilascio di fibre, sono stati fissati nel
D.M. del 6/9/94. Essi sono: la friabilità del materiale,
lo stato della superficie ed in particolare l’evidenza
di affioramenti di fibre, la presenza di sfaldamenti,
crepe, o rotture, la presenza di materiale friabile
o polverulento in presenza di scoli di acqua o
grondaie e la presenza di materiale polverulento
conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza
dei punti di gocciolamento. Il verificarsi di simili
condizioni, infatti, è indice di rilascio di fibre e
polveri oltre i limiti di sicurezza.
Al fine di contenere il rischio, in presenza di
coperture in cemento amianto è quindi
consigliabile misurare costantemente le
concentrazioni di polveri e di fibre disperse
nell’aria, concentrazioni i cui valori limite per
quanto riguarda i luoghi di uso collettivo sono
fissati dalla legge : è sufficiente una concentrazione
di 0.1 fibre/cm per fare scattare, a carico del
responsabile dello stabile, una serie di obblighi
tra cui la comunicazione immediata dei valori
riscontrati alla ASL/USL , e negli ambienti di lavoro,
l’iscrizione dei lavoratori al registro degli esposti
all’amianto. Presso le ASL/USL, infatti, è istituito
un registro degli edifici contenenti amianto in
fase di rilascio di fibre:
tali strutture sanitarie
hanno anche la
Il degrado del cemento-amianto: si nota
responsabilità del
la presenza di materiale polverulento
controllo e della
conglobato in piccole stalattiti in
vigilanza del rispetto
corrispondenza di punti di
gocciolamento.
dei limiti posti dalla
legge. Anche in caso
di materiale compatto
ed in buone
condizioni sono
previsti controlli della
concentrazione delle
polveri e delle fibre,
da ripetere ogni tre
anni, così come il
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KIMICOVER
controllo sanitario a cura del medico competente
per gli eventuali lavoratori presenti.
2. DOVE SI VERIFICANO I PROBLEMI.
c o n f i n a m e n t o p rev i o i n c ap s u l a m e n t o.
Tali operazioni devono essere compiute con cicli
incapsulanti realizzati con prodotti di sicura
affidabilità, capaci di bloccare l’amianto e renderlo
innocuo. Essi devono rispondere alle caratteristiche
stabilite dalla normativa , che fissa i test e le
prove da superare per ottenere la certificazione
di idoneità all’impiego rilasciata da specifici
laboratori autorizzati. Solo il corretto uso dei
prodotti certificati pone al riparo dalle eventuali
sanzioni connesse con i controlli ASL/USL (DM
20.8.99).
In passato si è fatto un ampio uso di materiali
edili di cemento amianto: in edifici pubblici quali
scuole, caserme, ospedali, in capannoni industriali
ed agricoli, in condomini e case isolate.
La loro presenza causa oggi una vasta problematica
connessa al degrado e quindi alla necessità di
bonifica.
Le disposizioni di legge prescrivono
obbligatoriamente ai datori di lavoro
e ai responsabili dei suindicati edifici
Incapsulamento di TIPO D, ausiliario alla rimozione
pubblici, oltre che agli amministratori
di condomini e residences, la
denuncia al registro presso le
ASL/USL della presenza di amianto
libero o friabile, ritenendola
facoltativa solo per i proprietari di
case private isolate. In considerazione
dell’importanza dell’argomento,
quindi, le procedure e le attività
previste dalla normativa comportano
per i titolari degli immobili
responsabilità soggettive e, nel caso
di omissioni ed inadempienze,
sanzioni e pene.
3. COME SI REALIZZA LA
BONIFICA.
Quando il cemento amianto è
diventato ormai pericoloso a causa
del degrado e dell’invecchiamento,
al fine di evitare ogni rischio per la
salute e le sanzioni per mancato rispetto delle
leggi, è obbligatorio procedere alla bonifica.
Questa potrà essere realizzata per mezzo della
rimozione totale del manufatto – quando è molto
deteriorato e risulta impossibile l’incapsulamento
– oppure tramite diverse tipologie di
incapsulamento sul posto.Tale procedura prevede
il monitoraggio successivo delle condizioni
dell’incapsulamento, nei casi in cui il degrado del
manufatto in cemento amianto è medio e non lo
si vuole rimuovere, oppure quando, pur non
essendo degradato, rischia continuamente di
essere rotto mediante urto, strofinamento,
abrasione, situazioni in cui si rende necessario il
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Bonifica realizzata con incapsulamento di tipo A.
Si noti la presenza di fasce in colore ocra, utilizzate per
evidenziare la presenza di lucernai, successivamente protetti
con rete anti-caduta.
4. LE CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI
E I TEST DEI RIVESTIMENTI INCAPSULANTI.
- Incapsulamento di TIPO A, a vista all’esterno.
Si tratta del caso, ad esempio di un tetto non
accessibile. Lo spessore medio del rivestimento
incapsulante secco non dovrà essere inferiore a
300 micron ed in nessun punto inferiore a 250
micron. Il colore degli ultimi due prodotti dovrà
essere diverso e contrastante. Lo spessore medio
dell’ultimo prodotto non dovrà superare lo
LE
KIMICOVER
CAUSE DEL DEGRADO
spessore medio del penultimo oltre il 20%.
Ai prodotti impiegati è richiesto il superamento
delle seguenti prove :
1. Aderenza (UNI 10686)
2. Impermeabilità all’acqua (UNI 10686)
3. Resistenza al gelo-disgelo (UNI 10686)
4. Prova di sole pioggia (UNI 10686)
5. Resistenza all’invecchiamento
accelerato (UNI 10686)
6. Reazione al fuoco (se lo spessore totale del
rivestimento supera i 600 micron DM n.48
26.06.1984).
- Incapsulamento di TIPO B, a vista all’interno.
Si applica ai manufatti in cemento amianto situati
a vista all’ interno.
Lo spessore medio del rivestimento incapsulante
secco non dovrà essere inferiore a 250 micron
ed in nessun punto inferiore a 200 micron. Il
colore degli ultimi due prodotti dovrà essere
diverso e contrastante. Lo spessore medio
dell’ultimo prodotto non dovrà superare lo
spessore medio del penultimo oltre il 20%.
Ai prodotti impiegati è richiesto il superamento
delle seguenti prove:
1. Aderenza (UNI 10686)
2. Reazione al fuoco (UNI 10686)
3. Resistenza al lavaggio
(UNI 10560 risultato non inferiore
a 5000 cicli di lavaggio).
- Incapsulamento di TIPO C, non a vista,
confinamento.
Si applica a supporto degli interventi di
confinamento, prima di realizzare controsoffitti,
sovracoperture con pannelli accoppiati, strutture
che, in generale, confinano al loro interno il
cemento amianto.
Lo spessore medio del rivestimento incapsulante
secco non dovrà essere inferiore a 200 micron
in nessun punto.
I prodotti di bonifica dovranno superare le seguenti
prove :
1. Aderenza (UNI 10686)
2. Impermeabilità all’acqua (UNI 10686)
3. Resistenza al gelo – disgelo (UNI 10686)
7. Reazione al fuoco (se lo spessore totale del
rivestimento supera i 600 micron DM n.48
26.06.1984).
Incapsulamento di TIPO A, su copertura a vista all’esterno.
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KIMICOVER
- Incapsulamento di TIPO D, ausiliario alla
rimozione.
Tale procedimento si pratica quando il materiale
è così rovinato che si rende indispensabile la sua
rimozione totale.
Il rivestimento incapsulante dovrà essere di colore
contrastante con quello del supporto.
Il fornitore dovrà indicare lo spessore
del film secco , la quantità da applicare
per unità di superficie ed il tempo di
essiccazione.
quindi, tutti i requisiti previsti. I test, inoltre, hanno
verificato che le caratteristiche prestazionali dei
rivestimenti incapsulanti del Sistema Kimicover
hanno - in media – valori molto superiori a quelli
prescritti
La qualità e l’affidabilità dei prodotti Kimicover
consentono di risolvere agevolmente anche un
Copertura bonificata con incapsulamento di Tipo A
5. COME REALIZZARE UNA
BONIFICA A REGOLA D’ARTE.
Verificata la necessità dell’operazione i
responsabili degli edifici coinvolti
dovranno verificare che l’intervento
venga affidato ad operatori di ditte
specializzate dotate di apposito
patentino, ottenibile mediante specifico
corso di formazione professionale
regionale. Dovranno altresì assicurarsi
che i prodotti impiegati possiedano le
caratteristiche prestazionali richieste
dalla legge e le relative certificazioni,
emesse, come già sottolineato da appositi istituti
autorizzati dal Ministero.
• SISTEMA KIMICOVER :
LA SOLUZIONE KIMIA
PER LA BONIFICA DEL
CEMENTO AMIANTO.
Per risolvere definitivamente i problemi della
bonifica del cemento amianto, i laboratori Kimia
hanno studiato il Sistema Kimicover, composto
da tre prodotti la cui combinazione assicura la
perfetta neutralizzazione – a norma di legge –
dei manufatti realizzati con questo pericoloso
materiale.
Il Sistema Kimicover, infatti, possiede tutte le
certificazioni richieste dalla normativa vigente. I
prodotti, applicati all’interno del laboratorio di
certificazione, come richiede la legge, hanno
superato tutte le prove richieste e possiedono,
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Bonifica realizzata con incapsulamento di tipo A
aspetto problematico del trattamento di bonifica:
la pulitura del supporto. Le coperture in cemento
amianto esistenti, infatti, presentano spesso problemi
di sporcizia ( polveri, particellato atmosferico, smog,
croste nere, muschio, alghe e licheni, guano ecc. )
che possono condizionare il funzionamento del
ciclo incapsulante.
Il sistema Kimicover grazie alla particolare tenacità
del primer, diminuisce notevolmente la necessità
del lavaggio preliminare del supporto. Nel caso di
croste o di depositi di smog particolarmente densi,
è possibile utilizzare il pulitore Kimistone C 10.10,
con le precauzioni previste dalla normativa sullo
smaltimento delle acque reflue di lavaggio.
Il primer Kimicover a base acquosa esente da
solventi, inoltre, risulta particolarmente idrofilo e
penetrante anche in presenza di licheni. In presenza
di crepe, rotture, sfaldamenti e muschio, molto
spesso uniti ad altri indicatori di degrado si consiglia
comunque sempre la rimozione.
LE
KIMICOVER
CAUSE DEL DEGRADO
6. Tabella riepilogativa dei dati tecnici degli attestati di conformità dei cicli di bonifica
amianto A-B-C-D (DM 20.8.1999)
RIVESTIMENTO INCAPSULANTE DI TIPO A “A VISTA ALL’ESTERNO”
KIMICOVER FIX
KIMICOVER BLINDO colore 1
KIMICOVER BLINDO colore 2
Aderenza UNI EN 24624
Impermeabilità UNI 10686 app. A
Sole pioggia UNI 10686 app. C
Gelo disgelo UNI 10686 app. B
Aderenza dopo 10 cicli
Invecchiamento artificiale 1000 ore
Impermeabilità UNI 10686 par. 15
Spessore film secco
Reazione al fuoco
Dati tecnici
Consumo 103 g/mq
Consumo 342 g/mq
Consumo 310 g/mq
Valore medio 5.1 MPa
Nessun passaggio d’acqua
Valore medio 3.9 MPa
Nessun passaggio d’acqua
Valore medio 5.1 MPa
Assenza di difetti
Nessun passaggio d’acqua
500 - 550 micron
Non richiesto per spessori inferiori
a 600 micron
Requisiti minimi richiesti
>1.0 MPa
Nessun passaggio d’acqua
>1.0 MPa
Nessun passaggio d’acqua
>1.0 MPa
Assenza di difetti
Nessun passaggio d’acqua
>300 micron
-
RIVESTIMENTO INCAPSULANTE DI TIPO B “A VISTA ALL’INTERNO”
KIMICOVER FIX
KIMICOVER BLINDO colore 1
KIMICOVER BLINDO colore 2
Aderenza UNI EN 24624
Resistenza al lavaggio UNI 10560
Spessore film secco
Reazione al fuoco
Dati tecnici
Consumo 100 g/mq
Consumo 280 g/mq
Consumo 250 g/mq
Valore medio 5.1 MPa
>5000 cicli
Valore medio 350 micron
Non richiesto per spessori inferiori
a 600 micron
Requisiti minimi richiesti
>1.0 MPa
>5000 cicli
>250 micron
-
RIVESTIMENTO INCAPSULANTE DI TIPO C “NON A VISTA” PER IL CONFINAMENTO
KIMICOVER FIX
KIMICOVER BLINDO
Aderenza UNI EN 24624
Impermeabilità all’acqua UNI 10686
Spessore film secco
Gelo disgelo UNI 10686
Aderenza dopo 10 cicli
Reazione al fuoco
Dati tecnici
Consumo 100 g/mq
Consumo 400 g/mq
Valore medio 4.9 MPa
Nessun passaggio d’acqua
Valore medio 225 micron
Nessuna comparsa di umidità
Valore medio 2.7 MPa
Non richiesto per spessori inferiori
a 600 micron
Requisiti minimi richiesti
>1.0 MPa
Nessun passaggio d’acqua
>200 micron
Nessuna comparsa di umidità
>1 MPa
-
RIVESTIMENTO INCAPSULANTE DI TIPO D “AUSILIARIO” PER LA RIMOZIONE KIMICOVER K80
Requisito
Colore contrastante col supporto
Massa volumetrica apparente
Tempo di essiccazione
Contenuto in solidi
Viscosità (a 20° e 500 r.p.m.)
Spessore film secco
Consumo minimo
Metodo di prova
Rilevazione ottica
UNI EN ISO 2811-1
ASTM D1640
UNI 8309
UNI 8490-3
UNI 686
UNI EN 492
Valore
Blu
1,01 g/cm 3
30 minuti
17 ± 1 %
1 - 10 mPa·s
20 µ
0,180 Kg/m2
7
PRODOTTI & TECNOLOGIE
PER IL RECUPERO EDILIZIO
Kimia S.P.A.
Via del Rame, 73
06134 Ponte Felcino (PG)
tel. (0039) 075 591 80 71
fax (0039) 075 591 33 78
[email protected] - www.kimia.it
049006/16
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