N.7 - La nostra storia

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N.7 - La nostra storia
Collocato all’interno del Comune di Cuneo,
quello dei fratelli Giordano è uno
degli allevamenti al top nel circuito
della celebre razza da carne
L’azienda La Mandria è uno dei 120 allevamenti
iscritti all’Anaborapi che si trovano all’interno del Comune di Cuneo, una delle città a più elevato tasso di
zootecnia bovina del nord Italia (8.000 fattrici). Ma
il nome dell’allevamento condotto dai fratelli Renato
e Massimo Giordano è noto agli appassionati della
razza Piemontese come fonte di manze di grande
pregio genetico e per le modalità gestionali, in linea
con le tendenze più moderne. Prerogative grazie alle
quali in casa Giordano crescono le aspettative verso
un futuro meno avaro di soddisfazioni
La Piemontese
prospera ai piedi
della Bisalta
Se Giovanni Giordano fosse ancora in
vita, sarebbe certamente orgoglioso di vedere come i suoi due nipoti Renato e Massimo hanno trasformato il ciabot, la vecchia
cascina con un paio di vacche da lavoro da
lui acquistata al rientro dall’Argentina, in
un moderno allevamento da 300 capi, specializzato nella produzione di bovini da
macello di qualità. Perché oggi l’azienda
“La Mandria” è uno degli allevamenti più
in vista del Comune di Cuneo (120 aziende) e dell’intero circuito dell’Anaborapi
(4.200 aziende iscritte).
Merito sì delle coraggiose scelte del figlio
di Giovanni, Michele, che ha scommesso
sul successo della Piemontese allevata a
ciclo chiuso, ma soprattutto delle capacità
dei due nipoti, grandi conoscitori e appassionati della razza dalla doppia coscia, che
di Alessandro Amadei
Biglietto da visita
Azienda La Mandria
sede
Frazione Spinetta, Cuneo
contatti - posta elettronica
0171 401997; [email protected]
l’azienda
• Superficie disponibile: circa 80 ha, tenuti a mais, orzo e prati stabili
• In stalla: 300 capi di razza Piemontese a ciclo chiuso (120 fattrici)
• Destinazione dei capi da macello: cooperativa Compral
• Manodopera: familiare (2 unità)
Team affiatato
Da sinistra: Renato e Massimo Giordano gestiscono
da soli le stalle e i terreni aziendali
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nell’arco di un paio di decenni, passo dopo
passo, hanno compiuto il salto di qualità.
Puntando sulla FA, aggiornando le tecniche di allevamento, investendo in nuove
strutture a misura di benessere animale
e credendo, per quanto riguarda il fronte
commerciale, nell’aggregazione dell’offerta.
In cooperativa
“I nostri genitori hanno avuto 8 figli –
esordisce Renato Giordano – ma a lavorare qui in azienda siamo rimasti solo in due,
io e Massimo, con un centinaio di vacche
da gestire. In un primo tempo portavamo i
capi al mercato di Cuneo, riserva di caccia
dei macellai liguri, ma poi, dopo che i piccoli dettaglianti sono andati in crisi, siamo
diventati soci della Compral.
Una scelta che ci ha sempre dato grandi
soddisfazioni e che ci tiene aperte le porte
della grande distribuzione”. Tanto che oggi
i fratelli Giordano consegnano alla cooperativa cuneese l’intera produzione aziendale, costituita dai vitelloni maschi, cresciuti e
ingrassati fino a 640-700 kg (“un peso che
viene raggiunto intorno ai 16-17 mesi di
età” sottolinea Renato), e dalle giovani femmine, mature per la macellazione a un peso
vivo tra i 450 e i 500 chili (“ovvero a 15-16
mesi di età” precisa ancora Renato).
E si tratta di numeri importanti, perché in
effetti – ci spiegano i titolari di questa bella
realtà della zootecnia da carne piemontese
– il fabbisogno interno di manze da riproduzione è limitato: “le nostre fattrici – osserva Massimo – hanno una carriera abbastanza lunga, solitamente al di sopra della
media di razza (5,9 parti per capo, ndA),
e ogni anno, su una mandria di 130 vacche
e su una media di 130 parti, selezioniamo
per la carriera riproduttiva un massimo di
15-20 manze”.
Foto a fianco, dall’alto
Il box delle manze gravide
Le fattrici gravide dispongono di ampi box su lettiera
al coperto
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Foto sopra, da sinistra
I vitelloni, allevati insieme alle scottone in una stalla
distante circa un chilometro dal centro aziendale, dispongono di box spaziosi dove possono estrinsecare
al meglio le loro attitudini genetiche
Gruppo di giovani femmine all’ingrasso
Effetto benessere
Morfologia, attitudine al parto della madre e indice facilità di parto: a selezione
avvenuta, le non elette sono dunque avviate alla stalla da ingrasso, distante circa
un chilometro dal centro aziendale dove
invece sono stabulate le fattrici con i vitelli
e la rimonta. Nel capannone dell’ingrasso,
di recente costruzione e tenuto ben pulito,
maschi e femmine dispongono di ampi box
su lettiera in paglia, e soprattutto di un ambiente silenzioso e rilassato. “Da quando gli
animali vengono allevati qui, al riparo dagli stress e lontani dalle femmine in calore
– commenta Massimo – le loro rese sono
sensibilmente migliorate”. Chiamiamolo
pure benessere animale: i bovini si trovano nelle condizioni ideali per estrinsecare
al meglio le loro potenzialità di crescita. E
in questo modo la razione ogm free - richiesta dalla gdo e costituita da un unifeed in
cui oltre al fieno di prato stabile prodotto
in azienda vengono inseriti farina di mais,
pastone integrale di mais, crusca, paglia e
nucleo - viene convertita a tutta birra in
pregiata carne. Con un ciclo produttivo
più corto: “l’esperienza ci ha insegnato –
sintetizza Renato – che investendo nella
genetica e migliorando le strutture stalline
e l’alimentazione, gli animali arrivano a maturazione più giovani, quando le loro carni
sono più chiare e tenere”.
Fecondazione artificiale
In effetti la genetica è da sempre, fin dai
tempi di papà Michele, tra le priorità aziendali. Due dati su tutti: oggi il ricorso alla
FA è praticamente totale (98%), con un
utilizzo abbastanza frequente (12%) dei
tori in prova di progenie. “Per gli accoppiamenti – sottolinea Massimo – ci avvaliamo
dell’esperienza dei tecnici dell’Anaborapi
e dell’Apa di Cuneo”. Con ottimi risultati
non solo sul fronte della linea carne, ma
anche dell’allevamento. “Da sempre siamo
appassionati frequentatori di fiere – interviene Renato, che è anche giudice nazionale
di razza oltre che presidente della sezione
Piemontese dell’Ara Piemonte – e negli
anni siamo riusciti a vendere anche parecchi capi da vita. La maggior parte è rimasta qui in regione, ma alcuni soggetti sono
andati anche al di fuori del nostro areale,
addirittura in Sicilia e in Gran Bretagna”.
All’azienda La Mandria le soddisfazioni,
insomma, non mancano. Ma anche qui
come dappertutto adesso sono tempi duri.
“La nostra cooperativa ci corrisponde ancora buoni prezzi – riconoscono i fratelli
Giordano – ma i costi del mais e di tutte
le materie prime sono alle stelle. E siccome
per ingrassare un vitello Piemontese occorre parecchio carburante, la remuneratività
è scarsa”.
Ma per gli allevatori del circuito Anaborapi
che riusciranno a superare le forche caudine della crisi, il futuro – ipotizza Renato –
potrebbe riservare delle piacevoli sorprese.
“La nostra – sostiene – è una razza che negli anni ha compiuto enormi miglioramenti
per quanto riguarda accrescimenti e facilità
di parto, e che potrebbe ancora progredire.
In più potrebbe diffondersi anche al di fuori del suo tradizionale areale di allevamenFoto a fianco
I vitelli dispongono di aree ad essi riservate dove
poter riposare e trovare acqua, fieno e un mangime
contenente granella di mais intera
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Foto sopra, da sinistra
Il gruppo delle fattrici in allattamento
La carne prodotta in azienda viene commercializzata attraverso
la cooperativa Compral, di cui Renato è vicepresidente
Foto sotto
Il murales ritraente l’azienda La Mandria dipinto su una
delle facciate dell’abitazione di Renato Giordano. Sullo sfondo
è raffigurata la Bisalta, il monte che sovrasta Cuneo
to, in quanto si tratta di una razza versatile,
resistente ai climi estremi e adatta anche
ai terreni marginali. Identico concetto vale
anche sul versante dei consumi: anche a
seguito degli ultimi scandali alimentari, il
mercato richiede sempre più qualità e garanzie. E le nostre carni certificate hanno
tutte le carte in regola per avere successo
anche al di fuori del loro tradizionale bacino di consumo. È questa la strategia al
momento perseguita dalla Compral ed è su
questo obiettivo che dobbiamo continuare
a lavorare. Anche perché – conclude – dove
tale obiettivo è stato colto, il prodotto tiene,
è apprezzato”. n
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