Il divorzio e le emozioni La rottura del vincolo di coppia può aprire

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Il divorzio e le emozioni La rottura del vincolo di coppia può aprire
Dott.ssa Serena Ricò
Psicologa clinica e Psicoterapeuta
Studio: Via I.Pallavicini 12/4 - Genova
Web: http://serenarico.altervista.org
Email: [email protected]
Tel: 340.79.42.702
Il divorzio e le emozioni
La rottura del vincolo di coppia può aprire un vaso di Pandora sorprendentemente carico di emozioni.
Anche i genitori più razionali si trovano a dire o a fare cose che non avevano mai fatto prima, alcuni di
loro potrebbero finire per parlar male del proprio ex di fronte ai bambini.
Quando i sentimenti non vengono elaborati, non siamo più noi a controllarli, sono loro a controllare
noi. Bisogna prima prendersi cura delle proprie emozioni in modo da poter dare tutto l’aiuto possibile
ai figli. La rabbia è l’emozione più distruttiva per i bambini. Emotivamente per i genitori che stanno
vivendo un divorzio, può essere meno doloroso indugiare nella propria rabbia piuttosto che sentire
davvero il lutto, il dolore, la paura, la perdita. Una delle principali funzioni della rabbia è di
nascondere il dolore.
Spesso la rabbia si focalizza su questioni che riguardano i figli, che possono diventare il centro del
conflitto. La conflittualità, che spesso accompagna le relazioni di due ex, finisce sovente per
travolgerli. I figli si trovano, così, coinvolti in conflitti che difficilmente riescono a gestire se non
mettendo in atto meccanismi scissionali, ovvero distinguendo tra il “genitore buono” e il “genitore
cattivo”. I bambini devono essere messi al primo posto e vanno tenuti fuori dai conflitti.
Quando un bambino chiede di essere rassicurato dell’amore che si prova per lui, non deve esserci
spazio per la rabbia, né per le tediose spiegazioni sulle circostanze del divorzio. Entrare in contatto e
rielaborare queste potenti emozioni è un duro lavoro, ma dev’essere fatto.
Le emozioni dei genitori provocano nei figli reazioni diverse: mentre la collera suscita paura, la
depressione sollecita atteggiamenti di conforto e di aiuto che, se prolungati, possono dar luogo
nell’adolescenza ad una vera e propria inversione di ruoli. Ciò che spesso può accadere è la
parentificazione dei figli, un’inversione di ruolo in cui i bambini svolgono funzioni genitoriali. Essi
possono sembrare forti e autonomi, ma questa “super-competenza” va vista come un campanello
d’allarme, un segno che i due genitori stanno demandando le loro responsabilità, i loro doveri e
spesso il loro ruolo al figlio, non permettendogli di essere un bambino. La responsabilità principale
dei genitori dovrebbe essere quella di fare i genitori, ricordandosi che i bambini hanno diritto di
essere bambini. Solo così questi figli non cresceranno troppo in fretta, non prenderanno il posto dei
genitori e, verosimilmente, non svilupperanno una serie di problemi.
È importante fare in modo di non restare invischiati nei giochi dell’altro e rifiutarsi di confliggere col
proprio ex. L’alternativa per sfuggire al conflitto non è evitarsi, ma non lasciarsi coinvolgere, lavorare
per sviluppare una relazione più simile ad un contratto d’affari.
Il primo impulso dopo il divorzio è quello di precipitarsi all’imbocco dell’autostrada e prendere due
DISCLAIMER : Nonostante i contenuti del presente documento siano stati curati con la massima scrupolosità e professionalità, né la Dott.ssa Serena Ricò,
né i suoi content providers (fornitori di contenuti), né i suoi collaboratori potranno essere considerati responsabili di eventuali errori o lacune nei
contenuti del presente documento, o di danni diretti, indiretti, consequenziali o di qualsiasi altro tipo di danno in ogni modo connesso all'utilizzo del
presente documento. I contenuti potrebbero essere oggetto di aggiornamento e/o miglioramento senza preavviso e senza una periodicità prestabilita.
Dott.ssa Serena Ricò
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direzioni opposte. Quando si hanno dei figli in comune, invece, prima di scegliere il percorso è
necessario studiare approfonditamente la cartina, chiedere indicazioni, considerare varie opzioni.
Qualsiasi cosa si faccia, è importante non lasciare che le nostre emozioni ci guidino e decidano per
noi.
Lasciare spazio al dolore. L’istinto di ciascun genitore è quello di proteggere i propri figli dal dolore,
ma ora tutto ciò non è fattibile. I genitori possono aiutare i bambini ad elaborare le proprie emozioni
solo dopo aver riconosciuto ed imparato a gestire le proprie. Esprimere le proprie emozioni in
maniera misurata, fa sì che i figli capiscano come si sentono i loro genitori e consente loro di capire
come dovrebbero sentirsi a loro volta. Rivelando parte della loro tristezza i genitori danno ai figli il
permesso di fare esperienza delle loro emozioni. Forse, esattamente come il padre e la madre, anche
i bambini avevano nascosto le proprie emozioni. I genitori possono, e dovrebbero, far capire ai figli
che non c’è nulla di male nell’essere arrabbiati, tristi o nell’augurarsi che le cose tornino ad essere
come erano in passato. Essi dovrebbero inoltre ricordare ai bambini che sono sempre disponibili ad
ascoltarli.
I FIGLI
Da zero a tre anni
Una credenza vuole che i temporali che scoppiano nelle prime ore del mattino siano i più disastrosi.
Probabilmente appaiono così disastrosi perché ci colgono impreparati, quando le difese psichiche
sono allentate ed è più facile cadere preda della paura e dell’ansia. Per analogia i bambini piccoli,
sono quelli che risentono più negativamente della separazione dei loro genitori. Per loro infatti la
difficoltà da affrontare è relativa a una frattura di ciò che concepiscono come un’unità, il padre e la
madre visti come un’unità. Il bambino non parla perché non trova parole per esprimere il suo
scompenso profondo.
I conflitti coniugali invadono la mente materna rendendo imprevedibili comportamenti che
dovrebbero svolgersi con naturalezza. Il rapporto madre-figlio può pertanto venire sottoposto a
tensioni non sempre tollerabili. Tutto ciò minaccia l’acquisizione nel bambino della sicurezza di base
e lo sviluppo di un saldo sentimento di fiducia.
Età prescolare
I bambini in età prescolare hanno bisogno di una spiegazione molto concreta sui motivi della
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separazione e sulle conseguenze per la loro vita. È importante rassicurare il bambino dell’amore che i
genitori nutrono per lui. I bambini dai tre ai cinque anni tendono ad incolpare se stessi della
separazione o del divorzio perché sono “egocentrici”, ovvero pensano che il mondo giri attorno a
loro. Questo implica che essi si sentano responsabili della rottura tra i loro genitori.
Bambini in età scolare (dai sei agli otto anni)
I bambini di questa età sono più consapevoli e forse anche più spaventati delle reali o immaginate
conseguenze di una separazione. In questa fase dello sviluppo la maggior parte dei bambini ha uno
spiccato senso morale. Un valore fondamentale è quello del forte senso di lealtà nei confronti dei
propri genitori. Per evitare questa spiacevole situazione, i bambini potrebbero far fronte alle loro
paure attraverso l’ipercompensazione, ovvero tentando di fare di tutto per non prendere le
parti di nessuno. Essi potrebbero combattere contro se stessi per cercare di mantenere una relazione
perfettamente bilanciata con entrambi i genitori. Diventano pertanto capaci di nascondere le loro
reali sensazioni e imparano a fingere e a indossare maschere per non rilevare i propri sentimenti.
Bambini in età scolare (dai nove ai dodici anni)
Come i bambini più piccoli, anche i bambini dai nove ai dodici anni hanno uno spiccato senso morale,
tuttavia a quest’età iniziano ad essere più preoccupati di che cosa sia giusto per loro più che per gli
altri. Essi vorranno sapere, o cercheranno di immaginare, di chi è la colpa della separazione. I bambini
di questa età sono spesso pronti a prendere una posizione, a schierarsi a favore di uno dei due
contendenti, tipicamente dalla parte di chi ritengono sia stato ferito. Consiglio un dialogo aperto con
i bambini: è meglio che chi ha fatto il primo passo verso il divorzio lo dichiari immediatamente e dia
ragione della propria decisione.
Adolescenti
Gli adolescenti hanno bisogno di una spiegazione molto chiara sui motivi che hanno spinto i genitori
alla separazione e su chi è il responsabile di tale decisione. Non necessitano di un fiume di dettagli, a
loro infatti non interessa quanto valide o coerenti siano le ragioni dei loro genitori, l’unica cosa certa è
che sconvolgerà le loro vite.
Comunicazione, regole chiare e precise e la capacità dei genitori di fare fronte comune sono
fondamentali quando si tratta dell’educazione di un adolescente. I teenager tendono a chiedere una
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maggiore autonomia, ma allo stesso tempo vogliono, e hanno bisogno, della vicinanza dei propri
genitori. Tanto più gli adolescenti si sentono vicini e tengono contatti con entrambi i genitori, tanto
meno si sentono invischiati nel conflitto e combattuti tra l’uno e l’altro.
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