I Rapporti Assiria-Anatolia negli studi più recenti (I) 1

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I Rapporti Assiria-Anatolia negli studi più recenti (I) 1
Rapporti Assiria-Anatolia negli studi più recenti (I)
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1. Pubblicazioni sui testi antico-assiri della Cappadocia
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a. È uscita nel 1968 la grammatica del dialetto antico-assiro usato nei testi della
Cappadocia. L'autore è Karl Hecker; il volume, di oltre 300 pagine, porta il titolo Grammatik der Kiiltepe-Texte, ed è stato pubblicato nella serie «Analecta Orientalia» del
Pontificio Istituto Biblico di Roma, N. 44 (sigla: GKT). Lo schema: introduzione sulla
storia e la pubblicazione dei testi; scrittura e fonetica; flessione (pronomi, nomi, numerali, vel'bo, particelle); sintassi; infine un'appendice sulle particolarità stilistiche e la posizione dell'aA nell'ambito della lingua accadica; il volume termina con l'elenco dei testi
citati. L'autore fa uso di tutto il materiale disponrbile e degli studi precedentemente condotti {per cui si veda l'ampia e particolareggiata bibliografia), esponendo in modo chiaro
e completo i vari aspetti grammaticali ed accompagnando la sua trattazione con una ricchissima documentazione.
b. Un altro lavoro sui testi aA si deve a N. B. Jankowska: Klinopisnye teksty iz
Kjul'-Tepe v .sobranijach SSSR {Pis'ma i dokumenty torgovogo ob'edinenija v Maloj Azii
XIX v. do n. e.). Avtograficeskie kopii, transkripcija, perevod, vvodnaja Sstat'ja, kommentari; i glossari;, in «Pamjatniki Pis'mennosti Vostoka» 14, Moskva 1968 (sigla:
KTK). Si tratta di un volume di oltre 300 pagine, di cui 91 dedicate al testo (sommario
in lingua inglese alle pagine 241-261). Seguono le trascrizioni e traduzioni, con brevi sintesi, di 121 testi (frammenti compresi), le cui copie autografe sono in fondo al volume.
Seguono: bibliografia, vocabolario, elenchi dei nomi geografici e dei nomi di persona.
Vedo su questo volume anche il sopracitato GKT, XV.
I testi provengono da un fondo Golénischeff e sono conservati nei musei di Leningrado e Mosca; sono soprattutto lettere e comunicazioni tra il kiirum di Kanis ed altri
minori, tra commercianti, tra membri della stessa società commerciale; i temi trattati srmo
in gran parte i carichi di beni spediti (come sempre stoffe, stagno, anche rame) e le loro
vicissitudini (fermi, perdite, disponibiJità o meno di portatol'i, finanziamenti ecc.), oltre
a vari prestiti concessi e conseguenze di mancate restituzioni. Sono attestati waggi di
carovane attraverso l'Anatolia (N. 64), notificazioni di spese per la costituzione di società (N. 68) e per dazi (N. 13), risarcimento danni (N. 11), fallimenti di società (N. 18).
Un grosso carico di 'l'ame è attestato al N. 6; un'equi,valenza rame-argento è attestata al
N. 17.
La Jankowska parte dalla tl'aduzione di questi testi per riprendere alcuni temi discussi
sul commercio aA in Cappadocia. La trattazione inizia con una panoramica della zona, abitata da genti eterogenee, per riproporre il problema di Kanis-Kiiltepe (dalla cui zona provengono i testi presentati, che risalgono verisimilmente al periodo tardo dello stanziamento
dei mercati assiri): o colonia commerciale (Landsberger), o parte dell'impero assiro
(J. Lewy) o parte della struttura politica assira (Garelli); l'Autrice nega, a questo pro-
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posito, la possibilità che gli Assiri avessero -a quel tempo una forza politica in Asia
Minore, e giunge a conclusioni diverse dai pareri sopra citati: si trattava, afferma, di
una «international and purely commerciaI organization, including men from Northern
Syria, Northern Mesopotamia, Assyria, and Anatolia. Continuing to be citizens of their
home country, the merchants, foreigners as they were in Kanis, established, in connection
with the local commerciaI community (kiirum) of Kanis, a practically independent organization of private merchant societies» (citiamo il Sommario in lingua inglese, pago 261).
L'Autrice si pronuncia anche sul problema che 'l'igua.rcla i due tipi di prestiti attestati (senza interesse finché non è scaduto il termine di pagamento, o con interesse dal
momento della consegna del denaro, ambedue con o senza garanzia) distinguendo tra p'I'estiti di stranieri (a lunga scadenza ) e di locali (a breve scadenza), con analoga distinzione
niguardante J'interesse (-alto qua.ndo si trattava di commercio tra/con 'locali, basso quando
il commercio 'avveniva tra stranieri). Diversamente dal Gare1li, l'Autrice non pensa che
simili differenze avven1ssero perché il commercio era nelle mani degli Assiri: si trattava
piuttosto di. una conseguenza del fatto che tra i semiti il credito era più sviluppato, e tra
« compatrioti» il denaro veniva prestato a condizioni più favorevoli; il che spiegherebbe
anche la predominanza dei prestiti ·senza interesse alcuno e senza garanzia.
La Jankowska si pronuncia anche sul termine nuii'um, comunemente tradotto «barbaro» (d. anche l''llldmo fascicolo di AHw [1969], 799b), ma che nei testi aA designa,
secondo il suo parere, i mandriani nomadi e i fornitori di bestiame, con cui i merc·anti
erano in contatto: ciò da un confronto con i ,testi di Mari (d. anche A. Malamat, Aspects
01 Tribal Societies in Mari and Israel, CCRA 15 [Paris 1967], 135); in GKT, di cui
abbiamo sopra parlato, liIoviamo invece « Einheimischer» (§ 54 c). Nella sua trattazione
la Jankowska esamina poi l'organizzazione politica e commerciale e passa in rassegna le
varie autorità sotto cui si svolgeva thl. complesso traffico Assir.ia-Cappadocia, e le altre persone che avevano l'apporti con i commercianti; già abbiamo detto dei nuii'um; altri erano
gli ummi'iinu, che secondo l'Autrice erano artigiani ruraH e compratori di manufatti
locali. A proposito degli ufficiali locali, .t'Autrice suppone poi che il loro anonimato sia
dovuto all'estraneità all'organizzazione commerciale.
Dopo aver delineato altri aspetti dei rapporti intercorrenti fra le varie persone interessateal commercio in questione (dazi, ma.nce, rapporti con Je autorità civili e religiose),
e puntualizzato il significato di alcuni termini caratteristici (per es. sazzuztum, biibtum,
kiirum, wabartum) Ja Jankowska passa a trattare delle divisioni del tempo in vari periodi
e dei termini che le designano: argomento cui aveva in precedenza dedicato hl suo articolo A System 01 Rotation 01 Eponyms 01 tbe CommerciaI Association at Kanis in ArOr
35 (1967), 524.
Quanto abbiamo 'sottolineato fin qui ci pare sia il maggior contributo che la J ankowska ha fornito, partendo da1l'analisi dei testi aA, ivi compresi quelli finora inediti
e presentati nello stesso volume. L'apporto ci sembra valido, se non altro come alternativa ad opinioni precedentemente espresse e come fonte, quindi, di ulterioni dibattiti,
specie per il problema fondamentale riguardante l'essenza stessa dello stanziamento semita
in Asia Minore.
Restano sempre, naturalmente, altri problemi di natura più particolare, a.1tre domande
su questioni più specifiche, altri -aspetti non 'ancora ben chiariti che scaturiscono dalla
,ricca messe dei testi ·aA e che attendono ancora soluzioni e 1'isposte: si vedano ad esempio
quelli messi ~n evidenza da C. Zaccagnini in OA 83 (1969), 251-3 (Recensione a
M. T. Larsen, Old Assyrian Caravan Procedures, Instanbul 1967); per i testi presentati
in KTK si 'aggiunga che appare ancora poco chiaro il sottofondo delle manovre dipJ.omatiche, delle mance, diciamo pure dei tentativi di corruzione che accompagnavano Je spedizioni delle merci {per es. NN. 7, 9); ancora rimane oscuro, sotto certi versi, l'aspetto
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delle « società» costituite vuoi da motivi di interesse, vuoi da parentele (per es. N. 18);
ancora attendono di essere meglio -analizzati tutti i casi in cui le spedizioni trovavano
ostacoli di natura giudiziaria a causa di rivendicazioni o altro (per es. NN. 16, 20, 66):
tutti problemi questi che, pur esulando dall'intento specifico dell'Autrice, ci sembra
bene sottolineare in questa sede.
Un piccolo appunto riguarda la trattazione dei testi: malti di essi sono purtroppo mutili, o comunque in condizioni tali che non ne è facile, almeno per noi, la comprensione. Di conseguenza non ci sentiremmo di -sottoscrivere tutte le deduzioni che
l'Autrice ne trae e che le sembrano evidenti. Mancano inoltre, ci sembra, suff.icienti paralleli con altri testi aA già noti {confronti tra contesti di natura simile, ed ulteriori esempi
di singoli termini). Ma a parte queste note marginali, il volume della Jankowska costituisce, vuoi per le tesi affermate, vuoi per la pubblicazione dell'elevato numero dei testi,
un contributo assai prezioso alle nostre conoscenze sugli antichi Assiri in Cappadocia.
2. Una città sulla via Assur-Anatolia
In un testo, alquanto corrotto, di KTK (ii N. lO), compare la citazione di Qa!arii,
una città già nota da 'altre tavolette contemporanee precedentemente pubblicate, in particolare TCL 20, 163 = BIN 4, 193 + 124, CCT 1, 42 a, CCT 4, 44 c, ove la località viene
nominata insieme ad altre come tappa di itinerar.i (per la citazione in altri testi aA vedo
E. Bilgiç, Die Ortsnamen der «kappadokischen» Urkunden im Rahmen der alten
Sprachen Anatoliens, AfO 15 [1951], 34 a). Di Qa!arii, nota anche nei testi di Mari,
e della sua ubicazione si sono occupati i.n precedenza alcuni studiosi: in particolare
A. Goetze, An Old Babylonian Itinerary, JCS 7 (1953), 66; M. Falkner, Studien zur
Geographie des alten Mesopotamien, AfO 18 (1957/8),23; P. Garelli, Les Assyrien en
Cappadoce (Paris 1963), 81 segg. Sembra, ora, che Qa!ara possa essere identificata con
Tell aJ-Rimii1:t, località oggetto di scavi da alcuni 'linci (si segue qui la scrittura Tell alRimii~ in accordo con KeiBi 29, Or. NS 37/2, 198*c). L'importanza che potrebbe rivestire questa individuazione nello studio delle vie di comunicaziO'ne Mesopotamia-Anatolia è faciJe da intuire: se non con la precisione di Qa!arii, automaticamente le altre località nominate negli itinerari verrebbero ad essere meglio localizzate nell'ambito di una
ancor più precisa sfera geografica. È però certo che l'odierna Tell al-Rimii~ corrisponda
a Qa!arii? H. W. Saggs, che ha ,pubblicato parte dei testi medio-assiri rinvenuti ultimamente in questa località, r.iferisce (<< Iraq» 30/2, 156) di aver sostenuto in un primo
tempo la V'alidità di tale individuazione basandosi soprattutto sul fatto. che il nome Qa!ara
è citato nei testi di Tell al-Rimii~ assai più spesso dei nomi di altre località; alle sue argomentazioni si -aggiunga l'analisi del testo TR 3011 (<< Iraq» 30/2, Tav. 6), da cui appare
che un Adad-sarra-u~ur ha ricevuto da Adad-sumu-liSir figlio di fMusezibat-Salaja una
certa somma come prezzo di utensili scomparsi dalla sua caSlcl, somma che 9·LuMES URUQa_
{a-ra-ia IO'em-du-ni; si tratta qui dell'applicazione del C1j § 23, in cui è stabilito che
quando un uomo è vittima di un furto senza che si trovi il colpevole, spetta ai suoi
concittadini ed al governatore del distretto risarcirlo; a nostro parere, un documento
simile ha probabilità minime di trovarsi in una città diversa da quella nominata. Si aggiunga
che il nome della città ricorre in archivi diversi e che quindi si deve escludere la possbilità di
un archivio di Qa!ara trasferito successivamente nella località x = odierna Tell al-Rimii~.
NeUa stessa pagina tuttavia il Saggs asserisce che i testi (babHonesi) rinvenuti nel
1967 e non ancora pubblicati escludono una tale identificazione. Infatti, a pago 137 dello
stesso numero di « Iraq», D. Oates (in The Excavations at Tell al Rimah, 1967) riferiscedella scoperta dell'archivio di fIltani, figlia del re di Karanii Samu-Addu, e conclude:
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«The most important piece of information that her Jetters yie1d 1S the virtual1y certain
identification of Tell al Rimah with Kariinii. Qatarii, often mentioned in the economic
texts especially in the Middle Assyrian per.iod, remains an outside possibiHty, for the
two ,towns were obviously dose together and probably formed paro! of same prindpality».
W. F. Leemans, in Old Babylonian Letters and Economic History, JESHO 11 (1968),
226, accetta tale probabile identificazione, peral~ro dimostrata da S. Page in una sua
dissertazione di tesi recentemente completata con cui concorda il Prof. D.J. Wiseman,
a cui si deve la pubblicazione dei testi mA rinvenuti nel 1966 (dobbiamo la notizia della
dimostrazione di S. Page allo stesso Prof. Wiseman, che sentitamente ringraziamo).
Esiste quindi questo duplice aspetto di Tell al-R~miilf: probabilmente Qatarii nel
periodo mA, probabilmente Karanii nel periodo aB e mB. È quindi degno di rHievo quanto
affermato da D. Oates sopra riportato, considerando 'anche il fatto che ~e due località
si trovano in ,relazione in alcuni testi di Mar.i (per es. ARM II, 39; ARM V, 36 e 37).
Anche se non con la precisione sopra auspicata, l'identificazione di Tell al-Rimiilf
può comunque dirsi definita, e costituisce qu1ndi un punto fermo e sicuro per la locaHzzazione più precisa di altre locaHtà, sia dtate nei testi di Mari, sia negli itinemri aA cappadoci, sia in altri mA, anche di Assur; vorremmo sottolineare, a questo proposito,
che nei testi mA di Tell al-Rimiilf compaiono i nomi di Urad-Serii'a e di suo padre MeliSab (si 'suggerisce la lettura di questi nomi nei testi TR 114: 17-18; 119:8 e 129:2-3): si
tratta di due persone nei cui documenti di A~sur (archivio 14327) sono citate numerose
locaHtà sconosciute e quindi non loca:lizzate, insieme 'ad altre note, tra cui Burundum e
Nabur (di cui Meli-Sab è bèl pii1Jete) che da a:ltri testi sono sia in relazione fra Joro (ved.
per es. A. Finet in RA 60 [1966], 17), sia in relazione con Kariina e Qatarii (ved. gli autori
precedentemente citati a proposito di quest'ultima località). Anzi, in KAJ 310:16 (testo
di Urad-Serii'a) è citata anche Ka,ranii, a conferma che questi testi, pur essendo stati trovati ad Assur, riguardano un'attività svolta nelh zona attorno aTelI al-Rimiilf. Anche le località ignote dell'archivio Assur 14327 vengono ad essere quindi localizzate quanto meno in un'area geografica definita, anche se vasta: grosso modo tra
il Tigri e il Khabur, a sud di Nisibin. In questa area sta Tell al-Rimiilf: si tratta di una
locau.tà posta a NO di Assur, 'a circa 50 Km. da Mossul, in una zona intersecata da numerosi wadi; è ~tata oggetto di scavi da parte di una Missione costituita dalla British School
of Archaeology in Iraq e dallo University Museum di Philadelphia. Sugli scavi della località rinviamo agli articoli di D. Oates, The Excavations at Tell al Rimah, apparsi in
« Iraq» 27 (1965) e 28 (1966), oltre al sopra citato, e in «Antiquity» 40 (1966) e
41 (1967) ; sulla località rimandiamo ,a R. H. Brill e J. M. Wampler, Isotope Studies 01
Ancient Lead, AJA 71 (1967); per altri dati, 1nfine, si veda in Or. NS 37/2 (1968),
198c, KeiBi 28-29.
La pubblicazione dei testi della 10calità costituisce indubbiamente il contributo più
notevole dato nel 1968 alle nostre conoscenze della lingua e della civiltà mA. Si tratta
di due articoli usciti nella rivista « Iraq ». H primo si deve a H. W. F. Saggs, The Tell al
Rimah Tablets, 1965, «Iraq» 30/2, 154, ed il secondo a D. J. Wiseman, The Tell al
Rimah Tablets, 1966, «}raq» 30/2, 175. In un solo fascicolo della rivista hanno visto
quindi la ,luce i testi rinvenuti in due campagne di scavi, anzi in tre campagne perché
nell"articolo del Wiseman sono pubblicate anohe le copie, eseguite da N. Postgate e
J. D. Hawkins, delle tavolette ,rinvenute nel 1964. Si tratta, in totale, di un patrimonio
di oltre 120 testi (anche se in parte corrotti e frammentari) di cui si era in attesa da
tempo poiché ne era già stata data notizia nei precedenti numeri di « Iraq ».
La pubblicazione da parte dei due 'autori comprende anche le trascrJzioni e le traduzioni dei testi rinvenuti nel 1965 e 1966; per quelli rinvenuti nel 1964 abbiamo invece,
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Notiziario e bibliografia
oltre le copie, solo una nota esplicativa del Wiseman (Appendix A. Notes on the Rimah
Texts) 1964, «Iraq» 30/2, 186). Sempre dal WJseman abbiamo infine altre tre .importanti appendici: Appendix B. Personal Names in the Rimah Texts 1964-66, ib., 187;
Appendix C. Piace Names in the Rimah Texts 1964-66, ib., 195; Appendix D - Register
01 Rimah Tablets 1964-66, ib., 196, ove di ogni testo si r~porta il numero di sigla (TR),
il luogo di rinvenimento, le misure, il numero delle linee, io stato di conservazione, il
numero deisigillJ, il luogo di pubblicazione delle copie e delle decifrazioni, il nome del
limu-eponimo. Poiché il 'Wiseman in quest'ultima 'appendice r~porta anche sinteticamente
le descrizioni della natura di ogni testo, eviteremo di riportarle 1n questa sede e ci Jimiteremo 'a dare qualche notizia generale, soffermandoci su alcun punti che ci sembrano
interessanti.
I testi, come già quelli pubblicati da E. Ebeling .in KAJ e da I. J. Finkelstein in
JCS 7, 111 'segg. (in minor numero anche da 'altri, per esempio L. Speleers in RIAA,
H. G. Giiterbock1n OIP 79, E. Weidner in MO 13, MO 19, AfO 20) sono in massima
parte contratti, specie di prestito, e ricevute. I prestiti sono essenzialmente di stagno,
grano, anche mietitori (TR 3014), spesso su pegno (per es. campi e case in TR 3007,
moglie e figli TR 3021) e ad interesse (per es. TR 3013). Rare le vendite: segnaliamo
quelle di un campo (TR 3004), e que11a di una donna (TR 2066) per 7 talenti (-se di
st-agno, il prezzo è superiore a quelli che avevamo avuto modo di notare in altri documenti, cl. OA 7/1, 51). Delle ricevute, segnaliamo quelle a parziale adempimento di un
debito, numerose 'a Tell al-Rimal;1, che lo scrivente ha recentemente ,studiato con il Prof.
K. Deller e che sono in corso di pubblicazione su «Oriens Antiquus ». Uno studio
su un ·altro particolare dpo di documenti i1ttestati 'a Tell al-Rimal;1, cioè quelli redatti per
dichiarare nullo un precedente contratto, è già stato pubblicato sulla medesima rivista
(9/1.29). Altri documenti riguardano le spartizioni di eredità: ne segnaliamo uno particolarmente interessante, TR 3025, in cui i figli dichiarano di accollarsi i debiti del padre.
Raramente sono citati campi (ai testi già detti si aggiunga TR 3020, un elenco di terreni)
e non è possibile quindi trarre qualche notizia sulla proprietà (né serve qualche documento, troppo mutilo, in cui sono delimitati i confini, per es. TR 2037). Non troviamo
citati né la bitra né il vino; per contro troviamo citazioni di cavaHi (interessante Ja presenza di bit sise in TR 3017); in TR 3006 è dato il prezzo di un carro (I. 30 MA.NA 2
MANA SEl.(SEN) a-na 2_ GISl.GIGIRl ANSE.KUR.RA, cl. KA] 217:1,7) . .Mtri particolari interessanti sono la notizia di una importazione di stagno da Nairi (TR 3019,
cf. p. 175 e OA 8/3, 185), la ci~azione di un gaztanu a Tell al-RimaI? (TR 2020: 1'; 2084
A:21'), e del materioale-sarbu (per es. TR 3008:2).
Lo studio della religione aTelI al-Rimah (per cui si veda anche l'articolo Un centre religieux assyrien: T ell al Rimah in «Archeologia» 18 [1967]), non è arricchito con nuovi
dati dai testi. Il Professor K. Deller ci suggerisce infatti, per la lettera TR 2031, la lettura 4. I dX-id-dinl 5. LUGIS.APIN É.GAL-li 6. ra-qi i+nal URUQa-t ra 7. e-tam-ru-us, cioè
« ... è nascosto, nella città Qa!ara l'hanno visto» (cf. anche nA K. 4461 e aB CU
VIII: 43) e quindi è da escludere la citazione di una sacerdotessa-rakintu (<< Iraq» 30/2,
156 e 162). Da notare comunque le attestazioni nell'onomastica delle divinità KUR-na,
assaJ frequente, e Sala ('.iU cui cf. mA KAR 154:r.9).
Troviamo invece qualche interessante novità nella cronologia; tranne TR 3037 (su
cui vedo OA 8/3 [1969], 188) che costituisce un'isolata eccezione, tutti gli altri testi
sembrano dell'epoca Adad-nIrarI - TukultI-Ninurta. Gli eponimi-Ilmu attestati in TR e
finora sconosciuti, oltre a costituire una novità nella cronologia mA, sono quindi automaticamente inseribili in un periodo ben definito, e consentitano di datare con una
certa precisione eventuali futuri testi aventi lo stesso eponimo. Contrariamente a quanto
affermato in J.raq 30/2, 175, dagli eponimi finora non attestati ci sembra che siano però
da espungere sia IStu-dAuma (da Jeggere IStu-.il.i-asamsu) perché forse da identi-
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ficare con Itti-ili-asiimsu del periodo Adad-nlriiri (cf. Wiseman, cit., 178), sia Silli-Adad
perché attestato in Assur 13058 d, tavoletta non ancora pubblicata e finora non databile
(citata da E. Weidner, MO 20, 116 n. 12), sia Adad-sumu-lIsir figlio di S1n"asaroo, già
noto da KAJ 224 (= 296) e W. Andl.'ae, Die Stelenreihen in Assur, WVOOG 24 (Leipzig
1913),122. Per gli altri eponimi riportati in Iraq 30/2,175 n. 6, dal nome incompleto,
proponiamo Ja lettura, in TR 3029:15, I d[A]-sur-KU[R-U]KÙ-su! (= Assur-sadnisesu eponimo del periodo Adad-niriiri - Salmanassar, cf. H. A. Fine, RUCA 24 [1952/3],
266); per TR 3030: 22 la lettura rtl.GAL-DINGIR è possibile, ma il testo deve essere
allora inteso di epoca precedente, dat-a l'esistenza di due eponimi di nome Ibassi-ilI, ambedue databili nel regno di Assur-uballit (Fine, cit., 226); l'eponimo in TR 111 può
essere letto, secondo noi, I dB[e-e]r-EN-li-te!, da identificare con l'eponimo del regno di
Salmanassar (su cui cf. Fine, cit., 270); l'eponimo in TR 109:27 è probabilmente
[I d] rAl-.ì'[ur]-PnuKAR (del periodo Adad-nlriiri - Salmanassar, cf. Fine, cit., 266), piuttosto che altri ND-musezib, del periodo Eriba-Adad o Assur-uballit. Gli eponimi finora non
attestati ci sembrano quindi altri: Samas-tukultI in TR 2025: 15, e Sulmiinu-MU-AS, vuoi
con la Jettura -suma-iddin (Saggs, cit., 159), vuoi con la lettura -MU-PA[P] = -sumau~ur; infine altri due, dal nome incompleto o poco chiaro, in TR 3023: lO e TR 3025: 26
(leggi: IIp'-(par)-~i!-di? Un limu Ipparsidu è citato da Andrae, cit., 58:2 e R. Borger, MO
18,299). Per l'eponimo Nabu-bela-u~ur, già noto, e da collocare nel regno di TukultINinurta, rimandiamo a quanto abbiamo scritto in OA 8/3, 185.
Diversamente che per la cronologia, i testi TR non portano molte novità nel campo
dell'onomastica. I nomi di persona differiscono dai tipi gJà attestati solo in alcuni particolari: per es. troviamo attestato in TR il nome ND-ketta-Ide, mentre finora si conosceva
ND-kettI-Ide (nome che si può intendere però -anche come crasi di ND-ketta-Ide); inoltre
ND-sarra-u~ur (finora U~ur-ND-sar-ra, o ND-bela/apla/kena-u~ur), Zer-ketti-lIsir (finora
Zer-kettaSic-lIsir), SubrI'a (ipocoristico, finora Subri'u) ecc. Ci sono comunque alcuni nomi
nuovi, almeno nel mA: per es. Mari'annu, su cui vedo AHw, 611, ed .il femminile Tak1asematifTak1a-semat in TR 3001:16, 3002:15,2037:3). Sempre per l'onomastica, suggerJamo qui alcune varianti di lettura che riteniamo preferibHi: I! dA-sur-zu-qup-pantni
TR 3017:5'; ILuILla-iu-u TR 3019:9; I-par-si-du TR 2028:20 e 2069 A:13; il già citato
NUMUN-ke-ti'-li-sìr TR 3025: 22; per la lettura MI I1!uKAR-at_dSa-la-ia (= MusezibatSalaja) di TR 3011:3, cf. TR 3025:27 e pago 192b; proponiamo inoltre: dIM-rti.ì'l-mar
in TR 3007: 23; rA l-DINGIR (= Emiiq-ili) in TR 3026: 3; rSill-[l]i!-DUMU.Mf-A-ni6
in TR 119: 4; rSal-mi-di in TR 3022: 24.
Altre varianti di lettura proponiamo nel testo: per es. i + na tu-ar gutra-di TR 2021 +
2051:11; la-a it-tu-(ar) TR 2028:18 (cf. 1.15); su'-rub-rill-u rkab-rul SIGs (cf. KAJ
63:2; 66:6,8); i+na u4-me e-ri-su-[ni] TR 2087:15; i+na GIS.BAN sa É! gi-bur-ni
TR 3007:2-3; reHda-n]u reHti-i]q-ma TR 3013:12-13; {i_gi-hi TR 3017:7' e passim,
cf. Or. NS 35/3 (1966), 276; AN.NA a-na! MAS DU ib.: 9; nel testo, poco comprensibile, TR 2014: 14 troviamo un qe-pu [Sa] LUGAL.
Un accenno, infine, ad altri testi di diverso periodo: per quelli rinvenuti nel 1967
(e di cui si è parlato a proposito dell'archivio di fIltani) si veda l'articolo di S. Page, The
Tablets Irom Tell al-Rimah 1967: a Preliminary Report, « Iraq» 30/1 (1968), 87 con
trascrizione e traduzione di alcuni; vedo anche a pago 95 segg. sulla questione Karanii Qatarii. Della stessa Autrice è la trattazione della stele di Adad-nlriirI III (A Stela 01 Adadnirari III and Nergal-eres Irom Tell al Rimah, ib_, 139) del periodo nA (per un altro nome
di Tell al-RimaJ:! in questo periodo, vedo ib., 144 ed anche Editorial, i).
CLAUDIO SAPORETTI