locandina Barcelona

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locandina Barcelona
La Trinitat
Voltaica
MACBA
Barcelona in progress
Accademia di architettura di Mendrisio
Galleria dell’Accademia
Palazzo Canavée, 6850 Mendrisio
www.arch.unisi.ch
1 dicembre 2005 – 19 gennaio 2006
mercoledi – domenica 12.00-18.00
ingresso libero
Lo spazio pubblico è costituito da piazze, strade e giardini che risultano essere la colonna vertebrale della città, in particolare della città mediterranea.
Agli inizi della trasformazione urbana di Barcellona, subito dopo il ritorno
della democrazia, si convenne negli effetti positivi che le piazze avrebbero
provocato. Tra il 1981 e 1988 furono infatti realizzati ben centoquaranta
spazi urbani i quali contribuirono in modo determinante all’importante rinnovamento del paesaggio urbano barcellonese, così come al recupero della sua
identità urbana.
Questi progetti urbani, anche se quasi tutti di scala ridotta, non solo
produssero un beneficio funzionale ai residenti, ma provocarono una
trasformazione al di là dell’immediato intorno, come risultato di un grande
progetto urbano. Questo modello di trasformazione urbana è stata denominata “agopuntura urbana”: il cambiamento alla scala più grande, così come
i grandi obiettivi, si ottengono partendo da una grande quantità di interventi minori, puntuali e strategicamente situati.
Le nuove piazze dovevano essere operazioni “strutturali e significative”:
dovevano risolvere deficit funzionali e programmatici, ma allo stesso tempo
evocare e suscitare idee e simboli caratteristici dei nuovi tempi. Per garantire
questa doppia condizione strutturale e significativa, i nuovi progetti urbani
erano elaborati come “progetti unitari” da gruppi interdisciplinari, costituiti
da ingegneri, architetti e artisti.
La trasformazione dello spazio urbano come conseguenza delle nuove
piazze, pur essendo molto efficiente, non garantiva la modernizzazione
delle strutture urbane. Erano necessari nuovi progetti a scala urbana e
interventi infrastrutturali di scala maggiore. Il progetto olimpico ‘92 oltre
a soddisfare le esigenze sportive, fu il catalizzatore di un progetto urbano
a grande scala rispetto ai precedenti, capace di promuovere una trasformazione urbana globale.
Il progetto olimpico può essere inteso come un’operazione infrastrutturale
che si plasmò nella costruzione delle Rondas (anello di circonvallazione di
40km) e nella realizzazione di un nuovo sistema di telecomunicazioni costituito da due torri, una nuova rete di telefonia e di fibra ottica.
Il progetto può essere inteso anche come un’operazione per migliorare le
periferie degradate. Le quattro aree olimpiche (Montjuïc, Diagonal, Vall
d’Hebron, Villa Olimpica) collegate dalle Rondas non erano situate nel centro
della città, ma negli spazi periferici inaccessibili e di scarsa qualità urbana.
Il progetto olimpico, inoltre, propone una nuova direzione alla crescita e
sviluppo della città. Con gli interventi nella Plaça Glòries e le nuove infrastrutture viarie, viene promosso il futuro sviluppo urbano verso nord-est, e non,
come tradizionalmente avveniva, verso ovest, creando la condizione fondamentale per promuovere la crescita del settore terziario attuale. L’operazione
socialmente più evidente del progetto olimpico di situare la Villa olimpica
vicino al mare, permise di iniziare il processo della rimodellazione globale del
prospetto marittimo.
Gli effetti a livello urbano del progetto olimpico non finirono con le Olimpiadi
del ‘92. La nuova posizione di Barcellona nel contesto internazionale come
conseguenza del successo dellíevento olimpico, la costruzione di grandi infra-
strutture culturali (Museo de Arte de Catalunya, Auditorio, Teatro Nacional,
Museo de Arte Contemporanea) e la riconversione del porto storico in spazio urbano, convertirono Barcellona a un destino turistico di primo livello,
tanto che oggi il settore turistico conta il 15 % del prodotto lordo della città.
Barcellona aveva comunque iniziato a subire gli effetti della crisi e la delocalizzazione industriale prima ancora del progetto olimpico. Anche se l’attività
turistica favoriva la situazione economica, era necessario ristrutturare tutta la
geografia produttiva per affrontare il passaggio dall’economia industriale a
una neoterziaria.
I nuovi progetti urbani destinati al terziario si situano in forma ben definita
intorno al delta dei fiumi LLobregat e Besòs. Nel delta del fiume LLobregat si
trovano interventi destinati al trasporto e alla logistica a grande scala come
líaeroporto, il porto, la zona logistica e il Consorzio della Zona Franca. In posizione più vicina al centro città, partendo dall’intervento della Gran Via- Paseo
della Zona Franca, si trova l’ampliamento della nuova “Fiera di Barcellona”,
intorno alla quale si realizzarono importanti interventi con contenuti terziari
e residenziali, come la Plaza Europa, la Ciudad Judicial, Can Batllò, Portal de
la Fira, Distrito 38 e il nuovo distretto urbano de la Marina.
Nel delta del fiume Besòs il tema centrale è il distretto 22@BCN. Si tratta
di un’area di 200 he che attraverso la trasformazione del tessuto urbano
industriale ormai obsoleto del XIX secolo diventa il nucleo di un nuovo
distretto tecnologico terziario. Il nuovo distretto si struttura in relazione alla
città in tre punti: la Plaça Glòries relazionata con l’Ensanche, l’area del
Fórum che conclude il prospetto al mare e la stazione intermodale della
Sagrera quale catalizzatore di una nuova centralità in riferimento alla rete
europea di alta velocità.
Questi progetti terziari, oltre ad assicurare la viabilità socio-economica della
città, per essere pienamente compatibili con la nuova identità urbana devono sostenere alcune questioni chiave:
- Rispondere alla crescente domanda di mobilità attraverso due tipi di interventi: razionalizzazione dello spazio pubblico con un sistema controllato
di parcheggi e un incremento dell’uso del trasporto pubblico (l’ttuale rete
della linea metropolitana sarà duplicata nei prossimi 5 anni).
- Riutilizzo del patrimonio industriale per la nuova economia terziaria,
creando un bilancio equilibrato tra il mantenimento dell’identità storica e
l’innovazione architettonica dei nuovi progetti.
- Nuove tipologie di edificazione capaci di integrare in un unico edificio
contenuti ibridi come gli edifici-torre, nuova tipologia in una città come
Barcellona con skyline sensibilmente orizzontale.
- Costruzione di nuovi quartieri, uno aggiunto a Sagrera e l’altro nella
Zona Franca per incrementare notevolmente (100'000 alloggi in otto
anni) il parco di alloggi e soprattutto l’accessibilità all’acquisto a tutti i
ceti sociali.
“La città non si può fermare. È come una bicicletta:
puoi pedalare a diverse velocità, ma se non pedali cadi.”
Josep Acebillo
Sagrera
AGBAR
Arch. Josep Acebillo
Director de la Agencia Metropolitana de Barcelona Regional
Comisionado de Infrastructuras y Urbanismo del Ayuntamento de Barcelona
Accademia
di architettura
Galleria dell’Accademia, Palazzo Canavée, 6850 Mendrisio, orari: mercoledi – domenica 12.00-18.00, ingresso libero
Università
della
Svizzera
italiana
Galleria dell’Accademia
1 dicembre 2005 - 19 gennaio 2006
Barcelona in progress