Diamoci del Tu - Materiale aggiuntivo
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Diamoci del Tu - Materiale aggiuntivo
FIDUCIA FIDUCIA UNA CANZONE PER TE – ADOLESCENTI Titolo: MENTRE DORMI Interprete: Max gazzè Album: “Quindi?” “ Anno: nno: 2010 Riflettiamo insieme L’artista romano dai tanti capelli riccioluti fa nuovamente centro con questo brano e conquista il cuore di tanti. Il singolo contenuto nell’album “Quindi?”,, è stato scritto e pensato come colonna sonora di un film originale e inconsueto, inconsueto, reale e surreale al tempo stesso, di Rocco Papaleo, intitolato “Basilicata coast to coast”. coast” Il testo sembra piuttosto una poesia d’amore, un testo da poter dedicare alla propria morosa, ma, a mio avviso, può essere considerato anche un inno, un atto di protezione, un gesto di amore verso quel qualcuno in grado di farti star bene e di cambiarti la vita: “Mentre dormi ti proteggo e ti sfioro con le dita, ti respiro e ti trattengo per averti per sempre oltre il tempo di questo momento. Arrivo in fondo ai tuoi uoi occhi quando mi abbracci e sorridi se mi stringi forte fino a ricambiarmi l’anima questa notte senza luna...” Questo è l’inizio del brano, e già da qui si evince che il tema predominante di questa ballata è l’amore, la riconoscenza e la gratitudine verso ver l’altro. Riflettiamo insieme (per adolescenti) “ti respiro e ti trattengo”. • Sappiamo cogliere la presenza di Dio nelle sembianze degli altri uomini? “se mi stringi forte fino a ricambiarmi l'anima” • Sento che la fraternità mi “ricambia l’anima”? “sei il canto che libera gioia, sei il rifugio, la passione” 14 FIDUCIA • è questo quello che gli altri fanno vivere in fraternità? “a guardare i tuoi sogni arrivare leggeri” • quanto collaboro e prego per i progetti degli altri? Riflettiamo insieme (per giovani) 1. Riconosci di essere bisognoso dell’altro? 2. Riesci a dire “grazie” a chi ti protegge e a chi ti è vicino? 15 FIDUCIA UN FILM PER TE – ADOLESCENTI Cast Kirk Cameron, Erin Bethea, Ken Bevel Cast: Genere Drammatico Genere: Durata 122 Minuti Durata: Anno 2008 Anno: Regia Alex Kendrick Regia: Soggetto Alex Kendrick Soggetto: Trama Caleb Holt è il capitano di una stazione dei pompieri di Albany in Georgia,, molto ligio e scrupoloso sul lavoro. Sposato con Catherine, dopo i fatidici sette anni di matrimonio il loro rapporto attraversa una crisi, apparentemente incurabile. La loro stabilità è logorata da diversità di vedute sulla vita domestica, sul lavoro, soldi e hobby. Caleb ha un modo tutto suo di vivere la vita matrimoniale e Catherine sembra non reggere più la relazione, dal momento che non condivide tante scelte e determinati atteggiamenti del marito. La coppia sembra proseguire inesorabilmente verso ill divorzio quando il padre di Caleb propone al figlio un ultimo singolare tentativo per salvare il suo matrimonio, lo stesso che precedentemente aveva salvato il suo: un periodo di prova chiamato "The love dare" (La sfida dell'amore). Non senza difficoltà Caleb segue tale percorso e nonostante la presenza di un terzo incomodo, Gavin Keller, che ha qualche attenzione di troppo per Catherine, grazie alla fede, l'amore trionferà e al termine della "prova" i due ricelebreranno le nozze, consacrando il loro legame me con un patto innanzi a Dio. Recensione Il film cristiano che nel 2008 ha conquistato gli U.S.A., potrebbe essere paragonato a una strada, a un percorso, dove Caleb, colui che impegnato a percorrerla, ci indica (o meglio accetta di farsi indicare) quali sono i passi da compiere per evitare quelle che sono via via le difficoltà che si presentano; nel suo caso, del proprio matrimonio. Tale esperienza è vissuta da Caleb, dove in un continuo susseguirsi di prove, modifica pian piano il suo modo di essere risultando ltando alla fine del film/percorso una persona totalmente diversa da quella che aveva mosso i primi passi, appunto convinta di se e delle sue scelte nonostante i continui errori. 16 FIDUCIA Inevitabilmente il lieto fine prevale, ma in effetti è scontato comprendere che la storia non si poteva concludere in altro modo, date la fermezza e la costanza che accompagnano Caleb, che diventano in qualche modo elementi trascinatori anche per le scelte della moglie. Tutto ciò è opera di un pastore battista che ha prodotto e diretto la pellicola (che ritroviamo anche in Affrontando i Giganti) e che nonostante la discreta distribuzione del film, ha riscosso un successo sbalorditivo proprio per la bellezza del messaggio. Riflettiamo insieme Inserire Fireproof alla fine dell’unità che tratta il tema della fiducia è un po’ come fare da eco al secondo capitolo del Libro di Giona, quando all’interno della pancia del pesce inizia a capire che solo affidandosi alla preghiera potrebbe salvarsi. Un altro esempio di completo affidamento lo si può riscontrare nel passo del Vangelo di Matteo (4; 18-22) dove i pescatori Pietro, e Andrea suo fratello, invitati da Gesù abbandonano le reti e quindi la pesca, l’unica loro fonte di sostentamento, seguendoLo con completa convinzione nonostante non vi siano troppe promesse, certi che cambieranno con quest’ incontro la loro vita. Approfondendo il film, si potrebbe provare a vedere il suo messaggio in maniera diversa, ovvero come una strada, un percorso in cui provare a individuare se stessi, verificando quale sia il punto in cui ci si trova in questo momento e dare il via ad una serie di riflessioni sulle scelte quotidiane e sulla strada da percorrere, interrogandosi soprattutto sulle scelte future. Prendendo spunto dall’atteggiamento di Caleb, nel modo in cui affronta e vive la vita, potremmo individuare due modi di vivere il proprio affidarsi: - - Preghiera: Nel momento più complicato, quando non sa come andare avanti e si sente con le spalle al muro, si ferma e inizia a pregare, inizialmente solo perché suggeritogli, e come se Lui fosse l’ultima spiaggia, ma ben presto si accorge che il suo affidarsi alla preghiera cambia il modo di reagire alle sue giornate. Accetta e si fida del metodo propostogli dal padre: Il quel momento del film è come se li non ci fosse il capitano dei pompieri, ma un bambino che si affida, anche se non subito, ad occhi chiusi, alla mano amorevole del genitore che indica di seguirlo, comprendendone alla fine la ricchezza. La strada di Caleb è appunto illuminata dalla luce di questi suoi punti di riferimento; anche se fattori importanti e da non sottovalutare, sono le difficoltà che lo portano a sperimentare tale fiducia. Capisce infatti durante il suo percorso che restando da solo, senza aprire le porte all’altro (come all’inizio del film avviene nei confronti del suo collega/amico) che bussa per aiutarti nulla sembra avere soluzione. 17 FIDUCIA Spunto dinamico: il flusso della vita Prendendo un foglio bianco ognuno riprodurrà le esperienze del proprio percorso sottoforma di fiume, e potrà utilizzare gli elementi che solitamente lo compongono per rappresentare le proprie esperienze. Ad esempio dei sassolini o un tronco potrebbero esprimere delle difficoltà, un ponte potrebbe essere espresso come un momento in cui si è stati aiutati da qualcuno, o una cascata come un tratto di vita in cui tutto andava liscio. Alla fine del disegno è bene invitare a riflettere se durante il nostro tragitto si è stati soli, quindi chiusi, o se c’è stato qualcuno di significativo al quale si è concesso di entrare nella propria vita non sbarrandogli le porte di se stessi. 18 FIDUCIA UN FILM PER TE – GIOVANI ADULT I Anno: 2008 Regista: Giulio Manfredonia Durata: 111 minuti Genere: Commedia Attori: Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston Paese: Italia Dare fiducia a chi per antonomasia non può riceverne. Trama Si può fare. Il titolo del film la dice lunga sul modo di pensare di Nello. Nello è un imprenditore milanese, egli è un sindacalista troppo moderno per il sindacato, troppo antiquato per il mercato, gli viene assegnato il compito di lavorare in uno di questi centri dove è presente la cooperativa 180. Nello spingerà i soci soci della cooperativa ad attivarsi e a lavorare per avere una propria dignità, naturalmente avendo a che fare con persone con seri problemi psichici i problemi e gli ostacoli a anche da parte degli altri saranno all’ordine del giorno. Recensione Il film sii svolge nei primi anni ‘80 quando entrò in vigore la famosa legge Basaglia (la legge italiana numero 180 del 13 maggio 1978,, "Accertamenti "Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori"). obbligatori Basaglia si impegnò nel compito di riformare l'organizzazione dell'assistenza psichiatrica ospedaliera e territoriale, proponendo un superamento della logica manicomiale. manicomiale Come disse lo stesso Basaglia intervistato da Maurizio Costanzo: « Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione; quest anche senza la costrizione. » 19 FIDUCIA La Legge 180 è la prima ed unica legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici4. Riflettiamo insieme Il dottor Del Vecchio a Nello Qua dentro non può seguire l’istinto, questa è gente che dentro ha l’inferno! Molto spesso non guardiamo alla persona che abbiamo di fronte ma pensiamo di risolvere i suoi problemi parlando per frasi fatte e non cercando di capire quali sia il suo bisogno reale ma semplicemente cerchiamo di soddisfare il nostro ego ritenendoci i “risolutori” nelle vite degli altri. - Quante volte ti sei travestito da “risolutore”? Nello al signor Ossi durante la riunione Grazie signor Ossi, ammettere di non aver idea è un ottimo contributo alla discussione. In un’altra scena: Si discute sul ruolo del signor Robby Sansa Direttore signor Fabio:Lui non parla, non lavora è uno scanza fatiche. Un peso morto Nello: Eccellente curriculum signor robby lei può fare il presidente. Pretendiamo sempre tanto dagli altri, forse anche troppo, e non ci rendiamo conto che magari quella persona, anche se a noi sembra poco, sta dando tutto se stesso, come la povera vedova (dal Vangelo di marco 12,41-44) e per questo non diamo fiducia a quanto sta facendo. - Quante volte non ti è bastato quello che gli altri avevano da darti perché non rispondeva alle tue aspettative? Al termine del primo lavoro Nello parla ai soci Su col morale. Sapete perché abbiamo sbagliato? Perché abbiamo fatto! Solo chi non fa non sbaglia! L’importante è imparare dagli errori. Chi sbaglia non può meritare una seconda possibilità e se siamo arrabbiati per il fallimento magari quella persona la mortifichiamo anche cosicchè per riconquistare la nostra fiducia dovrà fare i salti mortali e forse non basteranno neppure. - Sei capace di rigenerare nuova fiducia dal fallimento dell’altro nei tuoi confronti? O sei tra quelli che deve essere “riconquistato”? Nello parlando con il dottor Del Vecchio 4 Wikipedia 20 FIDUCIA Nello: Perchè me li scoraggia. Io mi faccio un mazzo così per motivarli. Dottor Del vecchio: Guardi che lei non li motiva, li illude. Il limite tra il dare fiducia e l’illudere le persone è molto flebile e senza neanche accorgercene spesso lo sorpassiamo. Questo perchè pensiamo che essere dei motivatori sia cosa facile e quando lo facciamo ci sentiamo dei “grandi”. Un motivatore però deve saper ascoltare quello che veramente l’altro gli sta dicendo, deve essere coerente e credibile e basare le sue certezze su qualcosa di più grande di lui o su Qualcuno perché se manca di ciò sta portando l’altro verso il nulla e quindi verso il nulla e quindi verso un’illusione. - E tu? Motivi o illudi? Durante una riunione Nello propone di rinunciare a qualche stipendio per sovvenzionare un nuovo lavoro che frutterà di più ma i soci non sono d’accordo. Nello: Ragazzi ma a quelli che stanno male come stavate male voi non ci pensate? Potremmo aiutare ad uscire altre persone dal manicomio. Signor Fabio: Io adesso sto bene e ho già prenotato per le ferie. Il dottor Forlan e Nello discutono dopo la votazione Nello: Io li ho sempre trattati alla pari se mi fanno incazzare, mi incazzo! Dottor Forlan: Loro che ti votano contro è la tua vittoria più bella, non te ne sei reso conto eh? Quando le cose non vanno come le abbiamo programmate pensiamo che tutto stia andando male e se invece grazie al lavoro che abbiamo fatto e alla fiducia che abbiamo dato le cose iniziano a girare come devono? Il problema è forse accettare che non tutto dipende da noi e non possiamo dare fiducia a qualcuno e dopo pretendere di essere ricambiati per averlo fatto…altrimenti che merito ne avremo? - Lasci spazio alle situazioni e alle persone di andare come devono andare o se non governi tutto tu ritieni che non stia andando nulla bene e quindi è bene gettare tutto all’aria, rapporti con le persone compresi? Nella colonna sonora del film, “L’isola che non c’è di Edoardo Bennato”, ascoltiamo: Seconda stella a destra questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino non ti puoi sbagliare perché quella è l'isola che non c'è! E ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto perché 21 FIDUCIA chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te! I veri pazzi, sono quelli che non credono nell’altro, sono quelli che credono di conoscerlo e poi non sanno un bel niente, sono quelli che ti deridono e ti giudicano se dai a qualcuno un'altra possibilità perché non se la meritava. I “non pazzi” cercano sempre l’incontro e non si fermano mai. - Tu sei in viaggio a cercare l’isola o hai già trovato il tuo approdo? Attiviamoci La spirale di sentimenti e atteggiamenti descritti si può ben schematizzare attraverso il disegno di un albero: - alle radici c’è l’origine di ogni altra cosa: la paura dell’altro, la considerazione della diversità come ostacolo e come crepa nell’asfalto che impedisce a due persone di avvicinarsi. - il fusto, da radici del genere, non può che rappresentare il razzismo: inteso nelle sue forme più brutali e immotivate che porta ai gesti più estremi. - come ogni albero produce fiori e frutti: la rabbia, l’umiliazione dell’altro, il non star bene con se stessi, la solitudine e tanti altri. Naturalmente come ogni per ogni albero i semi dei frutti e dei fiori generano alberi simili: la paura genera paura in una reazione a catena senza fine. Avendo a disposizione il disegno di un albero che ha la fiducia alle radici, come lo completeresti? 22 FIDUCIA UN LIBRO PER TE – ADOLESCENTI Autore: Koushun Takami (storia) e Masayuki Taguchi (disegni) Genere: Seinen, rivolto ad un pubblico non infantile Anno: dal 2000 al 2005 Editore: Play Press (concluso), Panini Comics (concluso) Numero di uscite: 15 Trama Nella Repubblica della Grande Asia, uno stato totalitario corrispondente al Giappone della realtà, vige il “BR act”. In n accordo a tale normativa, ogni anno viene sorteggiata una classe di terza media per partecipare al cosiddetto Programma. Programma Il gioco consiste in una lotta all'ultimo sangue, in cui i partecipanti, cui è tolta ogni possibilità di fuga, devono uccidersi a vicenda vicenda in un luogo scelto dal governo, precedentemente evacuato. Ai partecipanti è fornita un'arma con criteri assolutamente casuali (dalle mitragliatrici ai coperchi di pentola), in modo da uniformare, affidandole completamente al caso, le possibilità di sopravvivenza sopravvivenza tra maschi e femmine. L'obiettivo è che rimanga un solo superstite. Il manga ha per protagonisti gli studenti di una della 3° B dell'istituto Shiroiwa, 21 maschi e 21 femmine. Il loro Programma si svolgerà su un'isola evacuata. Si delineano subito ito fra gli studenti due diversi approcci alla situazione: quelli che si rifiutano di partecipare al gioco, e cercano il modo di ribellarsi al governo, e quelli che accettano di combattere. Chi riuscirà a spuntarla? Recensione nni fa, scoppiò la BR mania: dapprima fu pubblicato il libro, che In Giappone, una decina di anni raccolse notevoli successi, poi fu la volta del manga; infine fu realizzato un film. Quello che ci interessa di quest’opera è l’economia del racconto, che da subito si rivela latore di alcune alcun libertà narrative, quali l’approfondimento su ciascuno dei 42 ragazzi coinvolti nel Programma, ognuno dei quali viene fuori come il paradigma di una ben determinata classe di uomini e donne, con le sue ricchezze, povertà, traumi ed idiosincrasie, che ne fanno un tassello unico all’interno di un grottesco puzzle. L’ambientazione nella Repubblica della Grande Asia ed il controllo esercitato su ognuno dei concorrenti, sono sicuramente di matrice orwelliana, dal cui celeberrimo 1984, Battle Royale trae alcuni spunti. In primo luogo, l’ambientazione in uno stato totalitaristico in guerra col 23 FIDUCIA resto del globo e che tende a rafforzare le nuove generazioni, reputate molli; in secondo luogo, l’utilizzo di strumenti di controllo, che esasperano la visione del Grande Fratello descritto da Orwell, ma che lanciano soprattutto dei messaggi a noi moderni cittadini, sempre più avviati verso una “cultura del reality”, con tutta la mancanza di libertà che da essa deriva. Il pregio maggiore di questo lavoro editoriale sta sicuramente nel crudo realismo, che serve nel tratteggiare con grande dovizia di particolari le fluttuazioni dell’animo umano, quando viene provato in situazioni limite come quella descritta nel manga: la nitidezza dei disegni e l’attenzione anatomica delle tavole tradiscono un interesse molto radicato verso la rappresentazione esemplare degli stati d’animo dei personaggi che ben si muovono in questo mirabile lavoro corale. Andando a trovare una pecca, si riscontra nel poco realismo dei protagonisti, che nominalmente sono dei ragazzi di 3° media, ma che, dai disegni e dalla profondità psicologica, risultano ben più grandi. Riflettiamo insieme La lettura di tutte le uscite di Battle Royale mette di fronte al lettore una caleidoscopica varietà di personaggi, che descrivono diverse inclinazioni dell’animo umano: a fronte di questa così grande variegatezza, concentriamo la nostra attenzione sugli interpreti principali della storia e riflettiamo assieme sui loro modi di pensare. Mitsuko Soma: risulta essere uno dei personaggi più negativi in assoluto del manga. Violentata in tenera età dal patrigno, vive per prevaricare sempre tutto e tutti, oltre a schierarsi da subito tra coloro i quali partecipano attivamente al Programma. Il suo egoismo la porta a sfruttare le proprie doti fisiche per circuire i compagni maschi, verso il cui genere prova una profonda sfiducia, pur di giungere ai suoi scopi. È una ragazza problematica, che sente in sé forte il bisogno di essere amata e giustificata per i suoi passati sofferti, ma che non riesce a trovare in sé la forza di scardinare la realtà attuale dei fatti e finisce con l’incorrere sempre nei medesimi errori che, durante questo gioco al massacro, significano una quantità smodata di omicidi. Kazuo Kiriyama: anche lui rappresenta un personaggio problematico e negativo: è il corrispettivo maschile di Mitsuko Soma, per il suo schierarsi dalla parte dei carnefici e per la sua noncuranza nei confronti della vita altrui, ma, mentre la prima prova un sadico divertimento nel suo procedere nel gioco, il secondo lo affronta con un’insensibilità che lascia sgomenti. Si macchia di innumerevoli e spietati delitti per poi scoprire che la sua morale assente deriva da un incidente avuto in tenera età: ha un intelletto di prim’ordine, ma mette le sue capacità al servizio del male. Shogo Kawada: incarna lo stereotipo del duro dal cuore d’oro: per una sfortunata coincidenza, l’anno prima ha preso parte al medesimo Programma, uscendone vincitore, ma l’anno dopo la scuola nella quale si è trasferito viene sorteggiata! Rappresenta coloro i quali hanno una profonda bontà nel loro cuore, ma, per gli orrori visti, cercano di costruirsi spessi muri di protezione dal mondo circostante. Le sue barriere si infrangono davanti alla forza interiore di Shuya, del quale diventa amico e compagno. 24 FIDUCIA Shuya Nanahara: è un ragazzo con un radicato senso della giustizia, che lo porta a soffrire più di chiunque altro all’interno del Programma, per la sua crudele impostazione. Si fida di tutti ed, ogni volta che incontra un compagno di classe, cerca di farlo ragionare e di portarlo dalla sua parte per cercare di scardinare la dinamica omicida del gioco: risulta il vincitore morale ed effettivo del gioco, in quanto al termine di tutto, si salva insieme all’amica Noriko e porta con sé i sogni e le speranze di tutti i suoi sfortunati compagni di classe. Lascia spiazzati la sua filosofia di assoluta fiducia nei confronti del prossimo che lo porta a pensare che tutti i suoi compagni siano dei bravi ragazzi e che si siano trasformati durante il Programma solo per la situazione estrema nella quale si erano trovati, altrimenti si sarebbero comportati ben diversamente. 25 FIDUCIA UN LIBRO PER TE – GIOVANI ADULTI Sensibile scrittore divenuto celebre per la poetica raccolta di scritti riuniti nel volume "Il profeta", Kahlil Gibran è nato il 6 dicembre 1883 a Bisharri (Libano), da una famiglia piccolo-borghese piccolo borghese maronita. I genitori erano cristiani maroniti, cattolici della Palestina settentrionale;crebbe tentrionale;crebbe con due sorelle, Mariana e Sultana, e il fratellastro Boutros, nato dal primo matrimonio della madre, rimasta vedova. Famiglia unita e permeata dal rispetto reciproco, i Gibran si videro costretti ad emigrare per ragioni economiche negli Stati Uniti. Approdarono così sul suolo americano nel 1895. A dodici anni Kahlil cominciò a frequentare le scuole del posto ed è per questo motivo che il suo nome venne abbreviato in Kahlil Gibran, formula che usò successivamente anche nei suoi scritti in inglese. In seguito, adulto, visse a Boston nel quartiere cinese, abitatoda immigrati italiani, irlandesi e siriani. Tornato nel 1899 per tre anni a Beirut per studiare la lingua e la letteratura araba, soggiornò poi in Libano e Siria, ma nel 1902, desideroso desideroso di rivedere la terra che aveva segnato gran parte della sua vita, tornò a Boston. Nel 1908 è a Parigi per studiare all'Accademia di Belle Arti e si avvicina alla filosofia di Nietzsche e di Rousseau.. Nel 1920 è tra i fondatori a New York della Lega Araba, che doveva rinnovare la tradizione araba con l'apporto della cultura occidentale. In qualità di artista Gibran è stato un personaggio davvero eclettico, tico, contrariamente a quanto la sua fama, legata perlopiù a "Il Profeta", faccia presupporre. Oltre che scrittore infatti Gibran fu anche pittore e organizzatore di cultura, in controtendenza al suo carattere schivo ed introverso. Gran parte delle sue iniziative iniziative si devono al lodevole aiuto della sua amica Mary Haskell, che lo ha finanziato più volte. Tra le altre sue opere segnaliamo "Il miscredente," miscredente," breve romanzo scritto nel 1908 per la rivista "L'Emigrante", in cui impegno politico e tensione civile prevalgono ancora sulla dimensione religiosa. Altre sue produzioni da ricordare sono il testo autobiografico (in cui esprime il dolore per la morte dell'adorata moglie Selma), "Le ali infrante" infrante (1912), scritto in inglese e le "Massime Massime spirituali", spirituali un testo tipico della sua produzione, tra l'aforistico e il mistico, teso a una conciliazione tra occidente e oriente. Morì a New York il giorno 11 aprile 1931, 1931, stroncato dalla cirrosi epatica e dalla tubercolosi; la sua salma fu portata, secondo le sue volontà, in un eremo libanese. Due anni dopo verrà pubblicata un'opera che aveva lasciato incompiuta: "Il "Il Giardino del Profeta". Profeta 26 FIDUCIA L’altro Il tuo prossimo è lo sconosciuto che è in te, reso visibile. Il suo volto si riflette nelle acque tranquille, e in quelle acque, se osservi bene, scorgerai il tuo stesso volto. Se tenderai l'orecchio nella notte, è lui che sentirai parlare, e le sue parole saranno i battiti del tuo stesso cuore. Non sei tu solo ad essere te stesso. Sei presente nelle azioni degli altri uomini, e questi, senza saperlo, sono con te in ognuno dei tuoi giorni. Non precipiteranno se tu non precipiterai con loro, e non si rialzeranno se tu non ti rialzerai. L’altro è fondamentale nella mia vita, poiché l’altro è un “altro me”. Come faccio a vivere senza relazionarmi, indipendentemente da chi mi circonda? Devo imparare a conoscere e riconoscere l’altro come dono. Ogni persona che incrocio sul mio cammino mi regala qualcosa di sé, che mi fa riflettere, crescere, cambiare. Non sono isola, non devo, non voglio esserlo! L’altro è mio fratello e devo aprirmi a lui, fidarmi di lui. Se mi fido dell’altro, anche l’altro si fiderà di me e insieme costruiremo l’amore. Creare fiducia I seguenti giochi riguardano la creazione all’interno della fraternità di un clima di fiducia, comprensione, collaborazione e confidenza, e richiedono estrema concentrazione. Devono essere presentati e gestiti con massima attenzione. VENTO TRA I SALICI Descrizione dettagliata: 1. Disponetevi in circolo. Un volontario va al centro. Chiudendo gli occhi, si lascia andare mantenendo il corpo rigido. I partecipanti intorno a lui lo sostengono ed evitano che cada (tenendo le braccia tese davanti al corpo e una gamba più avanti dell’altra leggermente piegata). 27 FIDUCIA 2. Inizialmente è necessario che il gruppo tenga le mani al centro in maniera tale che il volontario si senta protetto e al sicuro. Man mano che la fiducia aumenta i partecipanti possono allontanarsi leggermente dal centro. 3. Fate a turno, in modo che tutti abbiano l’opportunità di stare al centro. 4. Assicuratevi che vi siano sufficienti persone per tenere la persona al centro, specialmente se qualche partecipante è un po’ più pesante. CORRERE BENDATI Descrizione dettagliata: 1. Fate in modo che i partecipanti stiano in piedi ad un’estremità della stanza. 2. Un volontario viene bendato e mandato all’altra estremità. A un certo punto, il volontario corre verso il gruppo. 3. Il gruppo deve essere preparato ad acchiappare il volontario. 4. I partecipanti devono disporsi a mezza luna ed urlare “stop” prima che il volontario raggiunga l’estremità della stanza e cominci a rallentare. 5. Invitate il volontario a correre il più veloce possibile fino allo “stop” gridato dal gruppo e ad avere fiducia che il gruppo farà in modo che non sbatta contro il muro. 28 FIDUCIA UN’OPERA D’ARTE PER TE – GIOVANI Titolo: L’incredulità di San Tommaso Autore: Cima da Conegliano Anno: 1502/1504 ca Tecnica: Olio su tavola Dimensioni: 215 x 151 cm Dove la trovo: Galleria dell’Accademia, Venezia Commento È interessante notare, all’interno di questa composizione pittorica, l’essenzialità di forme e personaggi che contornano la raffigurazione, rendendo l’episodio evangelico in tutta la sua immediata e diretta importanza: il ridotto numero di personaggi, la disposizione rettangolare della tavola e l’essenzialità della realizzazione pittorica permettono permettono all’osservatore di focalizzare la sua attenzione sul significato della lettura dell’opera. La figura che rinnova il quadro è Gregorio Magno, rappresentato alla destra dell’osservatore mentre presenzia alla scena e che fa da trait d’union tra l’antica e la contemporanea Chiesa: l’autore manda un messaggio proprio a tutto il popolo della Chiesa, attraverso il posizionamento dei suoi personaggi al di sotto di un portico, che li separa dal mondo esterno, rinchiudendoli nel loro cantuccio, quasi si a voler sottolineare il mandato che la Chiesa Universale dovrebbe avere, che sta nell’itineranza della testimonianza del mistero della Passione, Morte e Risurrezione di nostro Signore. Attraverso l’osservazione della pittura si possono trarre ancora due sensazioni: la prima riguarda l’intima connessione esistente tra Gesù ed il suo discepolo, rintracciabile attraverso il gesto del Cristo che accompagna la mano dell’apostolo Tommaso nel toccargli le piaghe; la seconda sta nella resa del cielo terso che va diradandosi, lasciando un’aura di chiarore attorno alla figura del 29 FIDUCIA Salvatore, che ben rende l’espressione evangelica di tempo, che viene tradotta dal greco kairòs, traducibile con “tempo opportuno”, oppure “tempo della Grazia”. Riflettiamo insieme La sacralità dell’opera invade tutta la scena. L’osservatore sembra quasi restare a bocca aperta dinanzi a tale manifestazione. Il tutto è molto chiaro: Gesù appare a Tommaso, è tutto per lui, il corpo di Gesù è a lui volto, e i suoi occhi sono solo per Tommaso, e quelli di quest’ultimo solo per il suo Signore. Evocando chiaramente il testo Giovanneo: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!".Gli rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". (Gv 20,27-28), sembra quasi interrogare l’osservatore, e chiedergli di dare conto della sua fede. È interessante notare come Tommaso mentre con le mani appura la ferita, ha gli occhi fissi sul Maestro, quasi a voler dire, non ho bisogno di altro, Tu sei con me. Di fronte a una tale manifestazione di amore, di fiducia da parte di un Dio che non solo si umilia assumendo la condiziona umana (cfr. Fil 5,7), si lascia uccidere e dopo la sua morte continua a depauperarsi per ogni vivente, l’osservatore non può fare altro che chiedersi: ed io? La mia fede è di tipo sentimentalistico, legato ancora a grandi gesti, o mi fido di Dio certo che mio stare con lui mi condurrà alla Verità? 30