veratrum album

Transcript

veratrum album
VERATRUM
ALBUM
Hahnemann,
1796
• Il
rimedio
meno
paragonabile,
il
Veratrum
album,
determina
gli
effeB
più
pericolosi,
tali
da
incutere,
al
medico
in
cerca
di
perfezione,
prudenza
e
speranza
nel
debellare
alcuni
casi
di
malaBe
più
difficili,
che
finora
sono
rimaste
normalmente
senza
alcun
aiuto.
• Esso
provoca,
durante
l’azione
direMa,
una
sorta
di
pazzia,
che
diminuisce,
a
dosi
elevate,
la
mancanza
di
speranza
e
la
disperazione,
mentre
a
dosi
minori
la
preoccupazione
per
cose
banali
e
puramente
2
immaginarie.
Hahnemann,
1796
1. riscaldamento del corpo intero;
2. bruciori in diverse parti esterne;
3. infiammazioni cutanee e gonfiori del volto e, talvolta (a dosi
elevate), su tutto il corpo;
4. sensazione di formicolio nelle mani e nelle dita; spasmi tonici;
5. sensazione di costrizione alla gola e senso di soffocamento;
6. costrizione del petto;
7. spasmi da tensione nei polpacci;
8. una sensazione di paura nello stomaco (logorante?), nausea;
9. mal di pancia e dolori violenti, di tanto in tanto, negli intestini;
10. grande paura indefinita; pazzia; preoccupazione per cose banali;
11. vertigini;
12. mal di testa (confusione nel capo);
3
13. forte sete.
Hahnemann,
1796
• Alcuni
di
quesO
sintomi
dell’azione
direMa,
quali
11,
12,
13,
15,
16
danno
indicazioni
per
provarlo
nella
febbre
dissenterica,
se
non
addiriMura
nella
dissenteria?
• La
pazzia
da
esso
provocata,
accanto
ad
alcuni
sintomi
dell’azione
direMa,
quali
5,
6,
7,
8,
14,
16
ci
insegnano
ad
applicarlo,
con
fiducia
di
un
buon
risultato,
nella
idrofobia.
• In
un
cane
determinò
una
vera
e
propria
rabbia
di
8
minuO.
Gli
anOchi
lo
esaltavano
nella
idrofobia.
4
(Nel
tetano?).
Hahnemann,
1796
• La
sua
azione
viene
considerata
specifica
contro
le
stenosi
specifiche
dell’esofago
e
contro
l’asma,
per
i
sintomi
dei
punO
6
e
8.
• Esso
sarà
di
efficacia
duratura
nelle
eruzioni
cutanee
croniche
per
i
sintomi
dei
punO
3
e
4,
come
ci
ha
insegnato
l’esperienza
in
caso
di
herpes.
• Esso
sarà
di
beneficio
nelle
cosiddeMe
malaBe
dei
nervi,
quando
alla
base
si
trova
tensione
delle
fibre
o
sintomi
infiammatori
(1
e
16)
e
quando
i
rimanenO
sintomi
hanno
molta
somiglianza
con
quelli
della
malaBa
da
elleboro,
così
come
nelle
manie
di
questo
5
Opo.
Il
caso
clinico
dell’oste
• A
un
oste
di
campagna,
dalla
fibra
forte
e
dal
corpo
robusto,
con
volto
rosso
e
florido
e
gli
occhi
un
poco
prominenO,
sopraggiungeva,
quasi
ogni
maBna,
poco
dopo
la
veglia,
una
sensazione
di
paura
intorno
allo
stomaco,
che,
entro
molte
ore,
coinvolgeva
anche
il
torace,
lo
stringeva,
talvolta
fino
a
causare
arresto
del
respiro.
• Dopo
alcune
ore
il
male
prendeva
la
regione
della
gola
e
minacciava
di
soffocarlo
(la
degluOzione
di
6
sostanze
solide
e
liquide
era
impossibile).
Terapia
• Dopo
il
tramonto
abbandonava
anche
questa
zona
e
coinvolgeva
solo
la
testa,
fino
verso
le
dieci,
con
pensieri
mal
disposO,
disperaO,
privi
di
speranza,
pensieri
suicidi;
più
tardi
sopraggiungeva
il
sonno
e
scomparivano
tuB
i
sintomi
patologici.
• La
pazzia
descriMa
del
Veratrum,
la
fibra
forte
di
questo
malato
e
i
sintomi
6,
7,
8,
11,
13
mi
comandavano
di
prescrivergli,
ogni
maBna,
3
grani
per
4
seBmane:
tuB
i
disturbi
scomparirono
7
lentamente;
la
data
di
questa
sua
sfortunata
malaBa
era
di
oltre
4
anni.
La
malaBa
di
una
donna
35enne
• A
una
donna
di
35
anni
capitò,
molO
giorni
dopo
il
suo
ulOmo
parto,
e
dopo
molO
aMacchi
di
epilessia
nelle
sue
gravidanze,
una
indomabile
pazzia
furiosa,
con
convulsioni
generali
degli
arO.
• Era
già
stata
traMata,
per
10
giorni
senza
successo,
con
evacuazioni
da
sopra
e
da
soMo.
• Ogni
noMe,
a
mezzanoMe,
le
veniva
una
febbre
con
forte
agitazione,
durante
la
quale
si
denudava
di
tuB
i
vesOO,
prevalentemente
di
tuMo
ciò
che
8
si
trovava
intorno
al
collo.
ProvvedimenO
scarsi
• La
China
provocava
la
febbre
per
molte
ore
e
peggiorava
la
sete
e
la
paura;
lo
sciroppo
denso
della
Datura
stramonium,
usato
secondo
il
consiglio
di
Bergius,
portò
a
tacere
gli
spasmi
e
si
arrivò
a
momenO
di
ragionamento,
in
cui
si
venne
a
sapere
che
il
più
grande
disturbo
della
donna
(al
di
fuori
della
febbre)
era
questa
sensazione
di
soffocamento
nel
collo
e
nel
peMo,
al
di
fuori
dei
dolori
in
tuB
gli
arO.
• Non
era
in
grado
di
fare
molto
di
più,
anzi,
con
il
suo
uso
conOnuato,
quesO
ulOmi
pericolosi
disturbi
aumentarono,
il
volto
era
gonfio,
la
paura
immisurabile,
la
febbre
più
elevata.
9
Datura
• Gli
emeOci
non
erano
di
aiuto,
il
laOce
di
papavero
portava
la
sonnolenza
e
aumentava
l’agitazione;
l’urina
era
di
colore
marrone
scuro
e
il
ventre
fu
cosOpato
per
molto
tempo.
• La
notevole
debolezza,
oltre
tuMo,
vietava
l’uso
dei
salassi,
che
in
questo
caso,
sarebbero
staO,
sicuramente,
di
poca
uOlità.
• Con
l’estraMo
di
Datura
stramonium
tornarono
10
i
deliri,
gli
spasmi
e
i
gonfiori
dei
piedi.
Evoluzione
• Di
maBna
le
diedi
mezzo
grano
di
polvere
di
Veratrum
album
e
il
pomeriggio,
alle
2,
la
stessa
dose.
• Comparvero
deliri
di
altro
genere,
un
muco
denso
nella
bocca,
ma
non
scomparve
la
febbre;
seguì
il
sonno
e
presto
sopraggiunse
un’urina
biancastra
e
torbida.
Essa
era,
a
dire
il
vero,
calma
e
ragionevole,
senza
considerare
la
grande
debolezza.
• La
sensazione
di
soffocamento
al
collo
era
scomparsa,
così
come
lo
erano
la
tumefazione
al
volto
e
quella
ai
piedi;
verso
sera
comparve,
invero,
senza
prendere
alcun
medicinale,
una
sensazione
di
costrizione
11
toracica.
Guarigione
• Il
pomeriggio
seguente
le
somministrai
ancora
un
altro
mezzo
grano
di
Veratrum
album.
• TuB
i
suoi
disturbi
passarono,
la
febbre
scomparve
e
la
debolezza
lasciò
il
posto
a
un
buon
ordine
di
vita.
12
E
ancora…
• Una
colica
spasOca
ancora
più
improvvisa
guarì
con
Veratrum
album,
in
un
altro
caso.
• Esso
si
è
dimostrato
efficace
nella
ossessione,
agendo
come
rimedio
che
determina
mania
e
spasmi.
• In
aMacchi
isterici
e
ipocondriaci,
con
fibre
tese
alla
base,
esso
sarà
indicato,
come
talvolta
lo
è
già
stato.
• La
polmonite
troverà,
in
esso,
un
rimedio
uOle.
• La
sua
durata
è
breve,
circa
5,
8
al
massimo
10
ore,
compreso
l’effeMo
secondario,
al
di
fuori
dei
casi
difficili
13
dovuO
a
dosi
elevate
Il
Opografo
• L‐ie,
di
24
anni,
magro,
di
carnagione
pallida…aveva
lavorato
presso
una
Opografia
per
un
anno
e
mezzo…
improvvisamente,
per
la
prima
volta,
senh
un
gran
dolore
nel
lato
sx
dell’addome,
che
lo
obbligò
a
meMersi
a
leMo
e
che
andò
via
dopo
diversi
giorni,
con
l’uso
delle
medicine
ordinarie.
• Da
allora,
comunque,
soffriva
di
una
sorda
e
sgradevole
sensazione
all’ipocondrio
sx.
• Qualche
mese
più
tardi,
dopo
aver
sovraccaricato
lo
stomaco
con
una
birra
dolce
al
gusto
di
cumino,
fu
colpito
da
una
forte
colica,
la
violenza
della
quale
non
14
riusciva
neanche
ad
esprimer.
Evoluzione
• L’aMacco
cessò,
questa
volta
non
so
come,
ma
egli
osservò
che,
successivamente,
non
poteva
sopportare
determinaO
Opi
di
cibo.
Il
male
aumentò
inosservato
e
la
colicodinia,
con
i
suoi
sintomi
disOnOvi,
mise
una
ferma
radice.
• I
cibi
peggiori,
per
lui,
erano
le
carote,
ogni
forma
di
cavolo,
specialmente
il
cavolo
bianco…e
ogni
sorta
di
fruMo,
le
pere
in
parOcolare…entro
8
giorni
dopo
una
aMacco
che
era
stato
indoMo
da
quesO
alimenO,
il
peso
aumentava
al
punto
da
non
poter
mangiare
neanche
un
boccone
di
pera,
senza
poi
subire,
a
distanza
di
1‐2
seBmane,
un
altro
severo
aMacco.
15
La
crisi
• quaMro
o
quaMro
ore
e
mezza
dopo
mangiato,
sentendosi
precedentemente
bene,
senOva
un
certo
movimento
intorno
alla
regione
ombelicale;
a
questo
si
sosOtuiva,
improvvisamente
e
nella
stessa
zona,
un
pinzeMamento
sostenuto
da
un
dolore
intollerabile,
che
terminava
in
30‐60
secondi
e
ogni
volta
andava
via
bruscamente
con
un
borborigmo,
che
si
estendeva
all’inguine
dx,
intorno
alla
regione
del
cieco
16
• Interveniva
anche
una
costrizione
sopra
e
soMo,
così
che
l’aria
non
riusciva
a
passare
in
ambedue
le
direzioni.
La
crisi
• Il
disagio
e
i
dolori
aumentavano
di
ora
in
ora,
l’addome
gonfiava
e
diventava
dolente
al
taMo…vi
era
inclinazione
al
vomito,
con
senso
di
costrizione
del
torace,
il
respiro
era
più
corto
e
si
manifestava
con
sempre
maggiore
difficoltà,
fuoriusciva
sudore
freddo
e
vi
era
una
sorta
di
stupore
con
totale
sfinimento.
• A
questo
punto
era
impossibile,
per
lui,
degluOre
anche
una
goccia
di
liquido,
ancora
meno
ogni
cibo
17
solido.
La
crisi
• Così,
giaceva
stupefaMo
e
inconscio,
con
il
viso
gonfio
e
gli
occhi
protrusi,
senza
dormire
per
ore;
l’aMacco
di
colica
spasmodica
cedeva,
gradualmente,
con
la
diminuzione
del
dolore,
cui
seguiva
qualche
fuoriuscita
di
aria
da
sopra
e
dal
basso.
• In
tal
modo,
l’aMacco
scompariva
(talvolta
solo
dopo
16/24
ore
dopo
il
suo
esordio).
18
CaraMerisOche
delle
crisi
• Le
forze
si
ripresentavano
solo
dopo
3
o
4
giorni,
tornando
come
una
persona
in
buona
salute,
senza
altro
disagio,
ad
eccezione
del
dolore
sordo
e
fisso
precedentemente
descriMo,
una
debolezza
generale
e
un
aspeMo
malaOcci.
• In
queste
circostanze
egli
non
poteva
mantenere
la
sua
occupazione
presso
la
macchina
Opografica;
divenne
allora
un
compositore.
• Gli
aMacchi
ricorrevano
sempre
secondo
le
condizioni
descriMe,
conOnuando
da
più
di
un
anno,
prima
di
meMersi
in
cura
presso
di
me.
• Si
poteva
facilmente
supporre
che
gli
aMacchi
si
presentassero
a
causa
della
flatulenza;
questo,
però,
non
19
era
il
caso.
Dieta
• Egli
poteva
assumere,
senza
il
minimo
inconveniente,
un
buon
pasto
a
base
di
piselli
secchi,
fagioli
o
patate
e
comunque
era
obbligato
a
fare
in
questo
modo,
dato
che
la
sua
posizione
sociale
non
gli
dava
opportunità
di
assumere
gran
che
di
diverso.
• O
si
poteva
supporre
che
gli
aMacchi
si
presentassero
a
causa
di
qualche
Opo
di
fermentazione
nelle
prime
vie,
o
da
qualche
idiosincrasia
per
le
cose
dolci.
Ma
niente
era
più
lontano
da
questo
caso.
• Egli
poteva
assumere
dolci
coB
con
lievito,
laMe
e
zucchero
a
volontà,
senza
la
pur
minima
traccia
di
colica,
sebbene
il
primo
aMacco
sembrasse,
come
ho
deMo,
dovuto
alla
birra.
O
poteva
una
nociva
acidità
aver
determinato
un
aMacco
dopo
4
ore…?
Non
era
questa
la
causa.
Succo
di
limone
e
aceto
erano
entrambi
innocui.
20
Le
solite
idee
• Né
aveva
mai
vomitato
materiale
acido,
neanche
durante
il
conato
che
si
presentava
con
la
crisi
o
quando
gli
veniva
ordinato
un
emeOco.
• Nessuna
delle
terre
assorbenO
o
alcaline
gli
era
di
uOlità,
se
prese
durante
o
prima
dell’aMacco.
• Un
medico
aveva
sospeMato
parassiO
intesOnali
e
lo
soMopose
al
traMamento
di
Hernnschwan
(polvere
di
radice
di
felce
maschio,
seguita
da
purganO),
senza
alcun
risultato.
• Né
prima,
né
dopo
aver
eliminato
alcunché
21
avesse
la
più
piccola
somiglianza
con
i
vermi.
Hahnemann
allopaOco?
• Avevo
già
provato
ogni
sorta
dei
cosiddeB
potenO
rimedi
anOspasmodici,
all’inizio
del
parossismo.
Piccole
dosi
di
ipecacuanha
presa
a
secco,
pediluvi
Oepidi
e
bagni,
oppio
e
olio
di
cajeput,
senza
alcun
risultato,
oltre
che
senza
alcun
effeMo
palliaOvo.
• Vidi
solo
palliare
i
sintomi
quando
conOnuava
a
usare,
senza
molesOa,
la
corteccia
di
china.
• Quando
venne
da
me,
l’idea
dei
vermi
era
così
radicata
nella
sua
mente,
che
fui
obbligato
a
ordinargli
tuMo
quanto
fosse
peculiare
dei
metodi
di
Nuffer
(radice
di
felce
maschio
insieme
a
varie
complesse
restrizioni)
e
di
Clossius
(assunzione,
per
4
seBmane,
di
sostanzioso
formaggio
22
salato
e
buon
vino,
seguito
da
drasOci
purganO).
Hahnemann
omeopaOco
• Hahnemann
prescrive
tuB
i
rimedi
consideraO
dalla
vecchia
scuola:
tartrato
di
anOmonio,
artemisia
in
grandi
quanOtà,
olio
di
colocynthis
e
di
castoro,
sabadilla,
zolfo,
petrolio,
canfora,
assa
feOda
e
vari
sali
lassaOvi.
• Dunque:
“poiché
questa
condizione
richiedeva
un
aiuto
immediato…mi
convinsi
a
dargli
una
medicina
che
produceva
sintomi
morbosi
molto
simili.
23
Prima
cura
descriMa
• La
somiglianza
della
colica,
l’ansietà,
la
costrizione
del
torace,
la
febbre,
la
perdita
di
forze,
etc.,
prodoB
dal
veratrum
album,
mi
apparivano
adaB
a
un
permanente
sollievo.
• Gli
diedi
4
polveri,
ciascuna
contenenO
4
grani
e
gli
dissi
di
prenderne
una
al
giorno,
facendomi
sapere,
ogni
volta,
se
compariva
qualche
sintomo
violento.
Cosa
che
non
fece.
• Egli
non
ritornò
che
dopo
5
giorni.
24
Aggravamento
“omeopaOco”
• La
sua
fiducia
illimitata
nel
mio
aiuto
gli
aveva
giocato
un
bruMo
Oro.
Il
beneficio
che
gli
avevo
promesso
dalle
polveri
lo
aveva
indoMo
ad
assumerne
due,
anziché
una
al
giorno.
• Dopo
la
seconda
polvere,
senza
aver
mangiato
nulla
che
gli
facesse
male,
cominciò
un
parossismo
indescrivibile,
qualcosa
di
molto
simile
alla
sua
colica
spasmodica.
• Questo
non
gli
impedì,
comunque,
di
assumere
la
terza
e
la
quarta
dose
il
giorno
seguente
(quindi
16
grani
in
due
giorni,
in
luogo
di
4),
dopo
di
che
questa
colica
arOficiale,
se
così
posso
esprimermi,
accrebbe
in
modo
terribile,
al
punto
che,
25
per
usare
una
sua
espressione,
egli
loMò
contro
la
morte,
coperto
di
sudore
freddo
e
quasi
soffocato.
Guarigione?
• Ebbe
bisogno
di
altri
tre
giorni
per
riprendersi.
Io
lo
biasimai
per
l’imprudenza,
nonostante
non
potessi
evitare
di
confortarlo
con
la
prospeBva
di
un
buon
esito.
• AMraverso
una
tollerabile
buona
dieta
recuperò
la
sua
forza
e
da
un
anno
e
mezzo
non
ha
mai
avuto
una
minaccia
di
parossismo,
sebbene,
di
tanto
in
tanto,
abbia
mangiato
alimenO
che
prima
gli
erano
nocivi.
26
“DissertaOo
historico‐medica
de
helleborismo
veterum”,
1812,
nel
quale
si
paragonano
le
azioni
descriMe
dagli
ippocraOci,
con
quelle
dei
moderni
• calore
interno,
con
disgusto
per
i
liquidi
(Grassius);
bruciore
intorno
la
regione
precordiale
(J.
De
Muralto);
calore
della
lingua
e
della
gola
(Gesner);
calore
delle
fauci
(Bergius);
infiammazione
all’interno
della
bocca
(Greding)
• costrizione
della
gola
(Winter);
strangolamento
delle
fauci
(Lorry);
strangolamento
intorno
alla
gola
(J.
De
Muralto);
strangolamento,
spasmo,
costrizione
della
gola
(Reimann);
gonfiore
dell’esofago,
con
terrore
del
soffocamento
(Gesner);
mancanza
di
respiro
(Forestus);
come
strangolaO,
sono
in
grave
pericolo
di
soffocamento
(Scholzius);
inspirazione
molto
laboriosa
27
e
difficile
(Benivenius)
“DissertaOo
historico‐medica
de
helleborismo
veterum”,
1812,
nel
quale
si
paragonano
le
azioni
descriMe
dagli
ippocraOci,
con
quelle
dei
moderni
• balbuzie
(Grassius);
perdita
della
voce
(Rödder);
perdita
della
vista
(Borrichius);
perdita
dei
sensi
(Vicat);
delirio
(Grassius)
• singhiozzo
(J.
De
Muralto);
singhiozzo
per
½
ora
(Gesner);
singhiozzo
tuMo
il
giorno
(Greding)
• spasmi
(J.
De
Muralto);
crampi
dei
polpacci
(Reimann);
spasmi
a
mani
e
dita
(Greding);
conaO
di
vomito,
trisma
(Greding)
• eccessiva
debolezza
(Benevenius);
polso
quasi
esOnto,
imperceBbile
(Vicat);
minaccia
di
una
sincope
(Lorry);
perdita
di
coscienza
(Forestus)
• forO
conaO
di
vomito,
fino
alla
sincope
(Greding);
forOssimo,
orribile,
severo
vomito
(diversi
autori)
28
Hahnemann,
1809
• Fosse
anche
Dio
a
illuminarci
su
queste
invisibili
alterazioni,
prodoMe
all’interno
delle
più
piccole
parO
del
nostro
corpo
dal
miasma
di
quella
fasOdiosa,
ricorrente
endemica
malaBa,
che
insorge
dalle
parO
di
Lunenburg
e
Brunswick
–
la
cosiddeMa
colica
d’acqua,
che
l’occhio
dell’anatomista
più
aMento
non
può
scoprire.
• E
fosse
anche
la
nostra
mente,
capace
solo
di
apprendere
dalle
impressioni
dei
sensi,
a
guidarci
verso
la
comprensione
di
tali
alterazioni
trascendentali,
mai
arriveremmo
alla
scoperta
del
solo,
specifico
e
infallibile
rimedio
–
il
veratrum
album
29
Tamburrini
• ParOcolare
sensazione
alla
punta
delle
dita
dei
piedi
e
delle
mani
e
nelle
arOcolazioni,
forma
convulsiva
che
dal
tremore
può
passare
alla
vera
convulsione,
agli
spasmi
tetanici
e
finalmente
alla
paralisi.
• Gli
avvelenaO
possono
avverOre
un
senso
di
freddo
agli
arO
e
in
realtà,
colle
dosi
tossiche,
la
temperatura
diminuisce
e
può
accompagnarsi
a
un
sudore
freddo
e
vischioso.
• La
circolazione
dapprincipio
è
eccitata,
ma
poi
fortemente
depressa,
quindi
i
polsi
si
fanno
rari,
deboli
aritmici,
intermiMenO
e
il
cuore,
dopo
paralizzato,
perde
la
sua
irritabilità.
• La
respirazione
in
prima
frequente,
poi
più
rara,
superficiale
e
stentata.
• La
morte
avviene
per
asfissia.
Gli
avvelenaO
percepiscono
poco
gli
sOmoli
sulla
pelle
30
Cantani
• Mentre
Magendie
e
Reiche
la
raccomandarono
nella
s22chezza
di
individui
affeB
di
torpore
intesOnale
con
feci
abbondanO
e
dure…d’altro
lato
Turnbull
la
tentò
e
la
trovò
uOle
nella
diarrea!
• Dunque
eccoci
un
rimedio
che
serve
allopaOcamente
e
omeopaOcamente
nello
stesso
tempo!
31
Bernatzik
• bruciore
alla
bocca,
all’esofago
e
allo
stomaco,
salivazione,
intensi
dolori
al
basso
ventre,
sensazione
di
soffocamento,
vomito
grave,
come
pure
diarrea
(spesso
sanguinolenta);
• verOgine,
dolor
di
capo,
grande
debolezza,
ronzio
agli
orecchi,
formicolio
alla
pelle,
forte
prurito
o
senso
di
intorpidimento
a
tuMo
il
corpo;
• polso
piccolo,
debole,
spesso
appena
perceBbile,
irregolare;
respirazione
difficile,
spesso
accessi
di
soffocazione;
pupille
dilatate,
occhi
immobili,
talvolta
completa
perdita
della
volontà;
assoluta
anestesia
della
pelle,
perdita
della
voce,
contrazioni
di
alcuni
muscoli,
talvolta
convulsioni.
32
Tossicologia
• Nella
leMeratura
di
ogni
tempo
sono
staO
sempre
descriB
casi
di
avvelenamento
da
elleboro
bianco.
• All’esame
autopOco
di
due
persone
decedute
in
un
lago
di
montagna
e
ritrovate
dopo
un
mese,
fu
riscontrata
la
presenza
di
un
gran
numero
di
piccoli
granuli
nerastri
nello
stomaco,
idenOficaO
successivamente
con
i
semi
di
veratrum
album.
• Alla
speMrometria
di
massa
furono
idenOficate
la
veratridina
e
la
cevadina.
33
IngesOone
accidentale
• La
bradicardia
(</=
40/minuto)
e
lo
shock
sono
tra
i
sintomi
di
ingesOone
accidentale
della
pianta.
• Tali
casi
di
avvelenamento
sono
dovuO,
spesso,
all’errore
di
individuazione
con
altre
piante.
• Un
episodio
del
genere
è
riportato
da
alcuni
autori
italiani.
• La
confusione
con
la
genziana
lutea
ha
permesso
a
una
persona
di
ingerire
le
foglie
di
elleboro
bianco,
lamentando,
a
seguito
di
ciò,
sintomi
di
pirosi
e
vomito,
associaO
a
bradi‐aritmia,
dissociazione
A‐V
e
34
vasodilatazione.
Avvelenamento
• MolO
casi
di
avvelenamento
sono
dovuO
alla
ingesOone
accidentale
di
veratrum,
per
la
sua
notevole
somiglianza
con
la
genziana.
• 5
persone
svilupparono
i
seguenO
sintomi:
nausea,
vomito,
dolore
addominale,
ipotensione
e
bradicardia.
4
di
loro
mostrarono
bradicardia
sinusale,
come
evidenziato
dall’ECG,
mentre
1
ebbe
un
blocco
atrio‐ventricolare
completo
35
Cuore
• Studi
eleMrocardiografici,
condoB
su
12
pazienO
avvelenaO
da
elleboro
bianco,
hanno
mostrato
le
seguenO
alterazioni
del
tracciato,
in
10
persone:
bradicardia
38‐40/m,
riduzione
intervallo
PQ
e
del
QT,
ritardo
transitorio
nella
conduzione
interventricolare
dx
e
incompleto
BBS;
extrasistoli
ventricolari;
depressione
di
ST
e
onde
T
a
punta.
• È
stato
ipoOzzato
che
la
bradicardia
sia
dovuta
a
un
aumento
del
riflesso
vagale,
ma
che
le
anomalie
del
tracciato
dipendano
dalla
azione
direMa
degli
alcaloidi
sul
miocardio.
• L’atropina,
infaB,
corregge
la
bradicardia,
ma
non
tali
alterazioni,
le
quali
sono
beneficamente
influenzate
dalla
eliminazione
delle
tossine
e
dalla
somministrazione
di
cocarbossilasi
e
vitamine
del
gruppo
B
36
Hahnemann
(III
volume,
2°
ed,
1825)
• È
del
tuMo
falso
che
i
pazienO
colpiO
da
malaBe
emozionali
e
mentali
richiedano,
di
regola,
dosi
enormi
di
medicina,
come
i
loro
medici
ancora
immaginano.
• In
tali
malaBe
la
salute
generale
è
molto
poco
coinvolta,
e
i
soggeB
spesso
molto
robusO
soMo
questo
aspeMo;
di
regola,
la
malaBa
si
è
situata
negli
organi
invisibili
delle
sfere
emozionali
e
mentali,
non
raggiungibili
dall’anatomia
(che
servono
come
37
medium
dell’anima
puramente
spirituale,
dalla
quale
il
corpo
materiale
viene
regolato).
Dosaggio
• Non
ho
mai
trovato
necessario
dare
una
dose
maggiore
di
una
singola
goccia,
spesso
una
piccola
porzione
di
una
goccia,
della
Ontura
di
elleboro
bianco,
diluita
a
tal
punto
che
una
goccia
contenga
un
quadrilionesimo
di
grano
della
radice.
• Questa
dose
può,
quando
necessario,
essere
somministrata
all’insaputa
dei
pazienO
nelle
loro
bevande
ordinarie.
38
Altre
indicazioni
• I
parossismi
dei
dolori,
simili
a
quelli
che
la
radice
di
elleboro
bianco
può
produrre
per
se
stessa,
e
che
sempre
porterebbero
il
paziente,
per
breve
tempo,
a
una
sorta
di
delirio
e
mania,
cedono
spesso
alla
più
piccola
dose
della
sopra
citata
soluzione.
• Anche
nelle
forme
di
malaria
che
si
manifestano
solo
con
freddo
esterno,
o
si
presentano
solo
con
calore
interno
e
urina
scura,
la
radice
viene
spesso
impiegata
vantaggiosamente,
sopraMuMo
quando
la
sudorazione
fredda
del
corpo
o,
alla
fine,
quella
della
fronte,
sia
presente.
• In
molte
affezioni
ipocondriache,
come
anche
in
parOcolari
forme
di
ernia
inguinale,
risulta
molto
uOle,
essendo
un
rimedio
intermedio
in
tuB
quesO
evenO.
39
AnOdoO
• Se
lo
stato
predominante
è
il
dolore
pressivo
alla
testa,
con
freddo
del
corpo
e
sopore
incosciente,
la
canfora
ne
è
l’anOdoto.
• Se
in
uno
stato
ansioso,
distraMo,
accompagnato
da
freddo
del
corpo,
o
dove
sia
presente
una
sensazione
di
bruciore
nel
cervello,
l’aconito
risulta,
invece,
uOle.
• Le
altre
affezioni
croniche
provocate
dall’abuso
della
radice
di
elleboro
bianco,
ad
esempio
la
febbre
quoOdiana
di
pomeriggio,
sono
meglio
rimosse
da
piccole
dosi
di
corteccia
di
china.
• Ho
visto,
inoltre,
che
gli
effeB
di
questa
radice,
anche
a
40
piccole
dosi,
dura
cinque
giorni
e
anche
più.
VerOgini
• 2.
VerOgini;
tuMo
gira
in
tondo
con
lui
(dopo
3,5
ore)
• 7.
Intossicazione
e
verOgini
(dopo
24
ore)
• 8.
Quando
cammina
la
cefalea
aumento
fino
alle
verOgini,
ma
è
rimossa
sedendo
(dopo
2
ore)
• 17.
VerOgini
conOnue,
per
3
giorni
41
Mente
• 12.
La
sua
coscienza
è
come
in
un
sogno
• 13.
Delirio
mite;
freddo
per
tuMo
il
corpo,
con
occhi
aperO,
allegro,
talvolta
con
aMeggiamento
sorridente;
chiacchiera
su
soggeB
religiosi
e
giura
di
essere
soddisfaMo,
prega,
e
pensa
di
essere
altrove
che
a
casa
(dopo
1
ora)
• 18.
Intorpidimento
della
testa,
con
nausea,
per
2
giorni
42
Cefalea
• 27.
Al
ma1no,
al
risveglio,
o5usa
pressione
alla
calo5a
• 28.
Cefalea
pressiva
emilaterale,
accompagnata
a
dolore
nello
stomaco
(dopo
4
ore)
• 29.
Cefalea
pressiva
sorda,
che
si
estende
dalle
tempie
alla
fronte,
è
aggravata
sdraiandosi
in
avanO,
ma
scompare
piegandosi
in
dietro
e
con
la
pressione
esterna;
d’altra
parte,
ritorna
dopo
essersi
rialzato
(dopo
3
ore)
• 30.
Cefalea
pressiva,
a
pia5o,
nel
vertex,
che
divenne
pulsante
con
il
movimento
• 40.
Dolore
qua
e
là
nel
cervello,
a
crisi,
associato
a
senso
di
contusione
e
pressione
43
Testa
• 43.
Il
sangue
affluisce
molto
alla
testa,
piegandosi
(dopo
8
ore)
• 45.
Brividi
alla
caloMa
della
testa
e,
nello
stesso
tempo,
ai
piedi
(dopo
1
ora)
• 47.
Sudorazione
fredda
alla
fronte
• 48.
TrafiMura
pruriginosa,
erosiva
e
persistente
sul
cuoio
capelluto,
che
obbliga
a
graMare
(dopo
10,5
ore)
• 49.
Sensazione
nei
capelli,
sul
lato
dx
della
testa,
come
se
un
ciuffo
fosse
eleMrizzato,
con
i
capelli
come
driB
alla
punta,
e
con
lieve
brivido
della
pelle
soMo
di
essi
(dopo
5
ore
e
più)
44
Occhi
• 66.
Eccessiva
secchezza
delle
palpebre
• 85.
Quando
si
alza
dalla
sedia
vede
macchie
nere
e
scinOllio,
a
causa
dei
quali
non
riesce
ad
alzarsi
per
8
ore,
ma
deve
sedere
o
sdraiarsi
(dopo
3
ore)
• 86.
Diplopia
• 89.
AspeMo
offuscato
degli
occhi,
con
cerchi
blu
intorno
ad
essi
• 91.
Frequente
afflusso
di
lacrime
agli
occhi,
con
45
arrossamento,
come
se
ci
fosse
catarro
(dopo
6
ore)
Orecchio
• 112.
Una
pressione
nell’orecchio
dx,
al
maBno
(dopo
2
giorni)
• 115.
Nell’orecchio
dx,
dapprima
una
sensazione
come
di
un
respiro
freddo,
seguita
da
senso
di
calore,
poi
ancora
freddo
e
così
via,
alternando
diverse
volte
(dopo
26
ore)
• 1 1 8 .
Q u a n d o
s i
a l z a
d a l l a
s e d i a
h a ,
immediatamente,
flusso
e
ronzio
nelle
orecchie,
come
se
non
avesse
visto
altro
che
fuoco
davanO
46
agli
occhi,
per
8
ore
(dopo
4
ore)
Volto
• 102.
Un
prurito
qua
e
là
al
volto
e
dietro
le
orecchie,
come
se
dovessero
uscire
brufoli
(senza
perceBbile
arrossamento),
con
senso
di
escoriazione
dietro
le
orecchie
stesse
(dopo
28
ore)
• 106.
Gonfiore
del
volto,
che
dura
molO
giorni
(Greding)
• 108.
Contrazione
nella
guance
al
maBno,
scinOllio
davanO
l’occhio
sx,
pallore
al
volto
e
senso
di
svenimento,
poi
vomito
di
una
quanOtà
di
schiuma
bianca
‐
un
aMacco
che
ricorre
per
3
giorni
(Greding)
47
Naso
• 125.
Sensazione
come
se
il
naso
fosse
troppo
secco
internamente,
analogamente
a
quanto
avviene
per
l’inalazione
della
polvere
di
una
strada
(dopo
3
ore)
• 132.
Un
odore
di
concime
nel
naso
(dopo
16
ore)
48
Mascellare
• 140.
Dolore
lancinante
aprendo
le
mascelle,
nell’arOcolazione
mascellare,
che
gli
impedisce
di
abbassare
sufficientemente
la
mandibola
(dopo
4
ore)
• 145.
Un
dolore
ulceraOvo,
per
se,
anteriormente,
sulla
mascella
inferiore
(dopo
9
ore)
• 146.
Dolore
nelle
ghiandole
soMomascellari,
come
se
fossero
pinzeMate
(dopo
3
ore)
• 147.
Le
ghiandole
della
mandibola
sono
gonfie;
mal
di
gola
nello
stesso
tempo,
sopraMuMo
sul
lato
sx,
ove
la
degluOzione
provoca
una
specie
di
soffocamento
e
costrizione
delle
fauci,
che
dura
ancora
un
po',
dopo
la
degluOzione
stessa
(dopo
1
ora)
• 158.
Non
riesce
a
parlare
49
Secchezza
della
bocca
• 161.
Bruciore
in
bocca,
come
se
fosse
sfregata
con
il
pepe,
anche
se
non
è
secca
(dopo
1
ora)
• 168.
Al
maBno,
dopo
il
risveglio
ed
essersi
alzato,
sensazione
di
secchezza
estremamente
noiosa
nella
bocca
e
vischiosità,
per
un’ora,
senza
sete,
che
è
solo
poco
alleviata
dopo
averla
sciacquata
(dopo
20
ore)
• 169.
Salivazione
alternata
a
secchezza
50e
vischiosità
nella
bocca
(dopo
24
ore)
Colica
di
acqua
• 171.
La
saliva
scorre
incessantemente
fuori
della
bocca,
come
nel
vomito
• 175.
Una
quanOtà
di
acqua
affluisce
improvvisamente
nella
gola
(rigurgito);
non
può
essere
degluOta
abbastanza
e,
a
causa
della
sua
raccolta
in
trachea,
provoca
spesso
soffocamento
(dopo
12,5
ore)
• 176.
Qualcosa
di
molto
freddo
risale
in
esofago
(anche
una
parte
posteriore,
lontana
nel
palato,
è
molto
fredda),
subito
dopo
che
una
quanOtà
di
fluido
leggero,
di
sapore
salato‐
dolciastro
e
molto
caldo
è
stato
eruMato
(rigurgito),
dopo
di
che
il
freddo
nell’esofago
e
nel
palato
cessa
per
alcuni
momenO,
ma
poi
ricompare
(dopo
24
ore)
51
Gola
• 183.
Senso
di
ruvidezza
nella
gola
• 184.
Raucedine
nella
gola
• 185.
Secchezza
nella
gola,
che
non
può
essere
alleviata
dal
bere
(dopo
6
ore)
52
Diaframma
• 190.
Singhiozzo
per
½
ora
(Gesner)
• 192.
Singhiozzo
al
maBno,
fumando
il
tabacco,
al
quale
è
abituato
(dopo
24
ore)
• 194.
EruMazione
vuota
(immediatamente)
• 197.
EruMazione
vuota
la
sera,
dopo
essersi
coricato
a
leMo,
seguita
da
una
sensazione
graffiante
e
graMante
nel
laringe,
quasi
come
dopo
una
pirosi
(dopo
12
ore)
• 200.
Eru5azione
forzata,
maggiormente
di
aria
53
(dopo
6
ore
e
¾)
Gusto
• 207.
Gusto
diminuito;
un
sapore
pastoso
in
bocca
(dopo
1/4
ora)
• 209.
Saliva
insapore,
mancanza
di
gusto
nella
bocca
• 210.
Sapore
e
senso
di
freddo
nella
bocca
e
sete,
come
da
gocce
di
menta
piperita
• 211.
Sapore
putrido,
erbaceo,
nella
bocca,
quasi
come
la
tussilago
(petasites)
(dopo
3
ore)
• 212.
Sapore
di
menta
piperita
nella
gola,
con
sensazione
come
di
calore
che
risale
dall’esofago
alla
bocca,
che
persiste
ed
è
accompagnato
a
nausea
e
inclinazione
al
vomito
54
AppeOto
• 216.
Fame
di
fru5a
• 229.
La
colazione
era
seguita
dalla
tendenza
al
vomito,
che
scomparve
dopo
aver
mangiato
carne
al
maBno
(dopo
12
ore)
• 230.
Grande
nausea,
prima
del
vomito
• 232.
Inclinazione
al
vomito,
con
sapore
di
bile
nella
bocca
• 235.
Nausea
con
grande
sete
e
diuresi,
per
3
giorni
(Greding)
• 242.
Vomito
(immediatamente)
(Smyth,
Muralto,
55
Greding,
Ledelius)
Addome
• 282.
Violenta
pressione
nello
scrobiculus
cordis,
che
si
estende
fino
allo
sterno,
agli
ipocondri
e
alle
ossa
iliache
(dopo
8
ore)
• 306.
Dolori
taglienM
nell’intesMno
(dopo
12
ore)
• 308.
Colica
flatulenta,
che
colpisce
gli
intesMni
qua
e
là
e
tu5o
l’addome;
più
a
lungo
viene
tra5enuta
l’aria,
e
più
difficilmente
può
essere
espulsa
(da
6
a
12
ore)
• 310.
Pressione
dolente
nella
regione
del
cieco,
come
da
aria
spasmodicamente
incarcerata
(dopo
1
ora)
• 311.
Frequente
eliminazione
di
flaO
(nelle
prime
ore)
56
Aria
e
altro
• 320.
Insieme
all’aria
fuoriescono
feci
soBli
inosservate
(dopo
4,
16
ore)
• 321.
Dopo
cena
l’aria
viene
eliminata
con
feci
fluide
inosservate;
poi
diarrea
di
feci
acide,
con
tenesmo
(dopo
1
ora)
• 324.
Feci
diarroiche
frequenO
e
violente
(immediatamente)
(Benivenius)
• 325.
Defecazione
veloce,
spesso
soffice
(nelle
prime
ore)
• 338.
Una
evacuazione
diarroica
(dopo
12
ore)
57
SOpsi
ed
emorroidi
• 341.
CosMpazione,
per
la
presenza
di
feci
dure
e
grosse
(dopo
3,
14
ore)
• 342.
CosOpazione
il
primo
giorno
• 348.
Bruciore
anale
durante
l’evacuazione
(dopo
12
ore)
• 352.
Emorroidi
sanguinanO
(dopo
10
ore)
58
Uro‐genitale
• 354.
Bruciore
nella
parte
anteriore
dell’uretra,
durante
la
minzione
(dopo
3
ore)
• 359.
Dolore
nell’uretra,
come
se
fosse
streMa
dietro
il
glande,
accompagnato
a
urgenza
nella
minzione,
inefficace,
per
la
vescica
vuota
(dopo
24
ore)
• 364.
L’urina,
scarsa,
è
gialla
e
torbida,
anche
al
primo
flusso
(dopo
24
ore)
• 368.
Grande
sensibilità
degli
organi
genitali
(dopo
12
ore)
59
Importante
• 3 8 4 .
P a l p i t a z i o n e
c o n
a n s i a ,
e
r e s p i r a z i o n e
perce1bilmente
più
veloce
• 385.
Ansia
eccessiva,
tale
da
fermare
il
respiro
• 388.
Costrizione
toracica:
non
può
fare
un
respiro
sufficiente,
a
causa
dello
spasmo
delle
vie
aeree,
per
la
presenza
di
muco
denso
e
vischioso
(dopo
4,5
ore)
• 391.
Spasmodica
contrazione
dei
muscoli
intercostali,
verso
il
lato
sx,
che
impedisce
il
respiro
(dopo
3
ore)
• 401.
Costrizione
spasmodica
del
laringe,
con
pupille
contra5e
• 402.
A5acchi
di
costrizione
del
laringe,
a5acchi
soffocanM,
60
con
protrusione
degli
occhi
(dopo
½
ora)
Esofago
• 409.
Un
dolore
pressivo
nella
regione
dello
sterno,
dopo
aver
mangiato
e
bevuto
• 410.
Pressione
nella
regione
dello
sterno
(dopo
2
ore)
• 411.
Pressione
che
termina
in
una
fiMa
soMo
l’ulOma
costa
dx,
peggiore
respirando
(dopo
24
ore)
• 412.
Dolore
tagliente
nel
torace
(dopo
15
ore)
61
Tosse
• 426.
Formicolio
nelle
vie
aeree
inferiori,
che
provoca
tosse,
con
lieve
espe5orazione
(dopo
1,
6
ore)
• 427.
Tosse
breve,
secca,
eccitata
da
un
formicolio
nella
parte
inferiore
dello
sterno
(immediatamente)
• 428.
Formicolio
nelle
ramificazioni
più
basse
delle
vie
aeree,
che
provoca
tosse,
senza
espeMorato
(dopo
24
ore)
• 434.
Formicolio
al
torace,
come
se
dovesse
tossire,
nel
mezzo
dello
sterno
(dopo
½
ora
e
1
ora)
62
Colonna
• 448.
Dolore
reumaMco
con
il
movimento,
a
sx,
tra
le
scapole
e
dalla
nuca
al
sacro;
è
parOcolarmente
forte
con
l’evacuazione
• 452.
La
colonna
è
dolente
camminando,
e
dopo
una
dolenzia
Orante,
come
contusa;
questo
dolore
è
rimosso
dalla
pressione
(dopo
11
ore)
63
Arto
superiore
• 462.
Singole
fiMe
nell’arOcolazione
della
spalla
sx,
anche
da
fermo
(dopo
4
ore)
• 470.
Alla
metà
dell’omero
sx
un
dolore
Orante
in
basso,
come
da
ulcerazione,
sdraiandosi
(dopo
½
ora)
• 471.
Dolore
Orante
nella
piega
del
gomito,
fleMendolo;
di
conseguenza,
gli
sembra
che
sia
gonfio
e
come
se
non
potesse
piegarlo
perfeMamente;
nello
stesso
tempo
una
sensazione
di
paralisi
nel
braccio
(dopo
15
ore)
• 472.
Dolore
nel
mezzo
dell’avambraccio
sx,
come
se
l’osso
venisse
premuto
• 476.
Un
prurito
erosivo
sul
lato
interno
del
polso
(dopo
24
ore)
64
Mano
• 478.
Formicolio
nella
mano,
come
se
si
fosse
addormentata
• 480.
Le
dita
si
addormentano,
come
morte
(dopo
1
ora)
• 481.
La
seconda
fila
delle
aste
ossee
delle
dita
è
dolente,
afferrando
qualcosa
(dopo
20
ore)
• 482.
Brufoli
rossi
non
dolenO
sulla
parte
posteriore
delle
dita,
tra
la
seconda
e
la
terza
arOcolazione
(dopo
20
ore)
65
• 483.
Dolore
tensivo
nel
dito
medio,
muovendolo
(dopo
20
ore)
Arto
inferiore
• 487.
Notevole
difficoltà
nel
camminare,
come
una
paralisi,
dapprima
all’arMcolazione
dx
dell’anca,
poi
anche
a
quella
sx
• 506.
Dolore
nel
camminare,
immediatamente
so5o
il
ginocchio,
nell’osso,
come
se
si
fosse
ro5o
e
non
fosse
del
tu5o
fermo
• 508.
Le
Obie,
di
sera,
sono
brucianO,
come
emerse
da
un
gran
freddo
(dopo
14
ore)
66
• 509.
Dolore
pesante
nelle
gambe,
come
da
affaMcamento
Piede
• 523.
Dolori
lancinanM
brevi
nelle
dita
del
piede
dx,
stando
in
piedi,
per
due
ore
(dopo
14
ore)
• 524.
Dolori
lancinanO
nell’alluce
(dopo
5
ore)
• 526.
Prurito
quasi
profondo
nella
parte
inferiore
del
calcagno
sx
(dopo
2
ore)
• 527.
Una
violenta
trafiMura
in
un
callo
del
piede
sx
(dopo
14
ore)
67
Prurito
• 5 3 1 .
S e nte
l e
b ra c c i a
e
l e
ga m b e
co m e
addormentate,
anche
sdraiandosi
(dopo
8
ore)
• 534.
Prurito
sulle
braccia
e
sulle
gambe,
come
se
dovesse
uscire
un’eruzione,
ma
senza
arrossamento
(dopo
2
ore)
• 535.
Prurito
erosivo
della
cute
(dopo
12
ore)
68
Generalia
• 542.
Dolore
nelle
parM
muscolari
del
corpo,
associate
e
sensazione
di
contusione
e
dolenzia
• 550.
Gli
arM
si
addormentano
• 551.
Dolore
a
tu1
gli
arM,
come
se
fossero
esauriM
da
eccessivo
affaMcamento
• 570.
Estrema
debolezza
• 578.
Sincope
• 585.
Sbadigli
69
Freddo
• 611.
Freddo
per
tu5o
il
corpo
• 612.
Freddo
e
sensazione
di
freddo
in
tuMo
il
corpo
(dopo
11
minuO)
• 614.
Freddo
che
corre
per
tu5o
il
corpo,
subito
dopo
l’assunzione
• 615.
Sensazione
di
brividi
interni,
che
correvano
a5raverso
di
lui,
dalla
testa
alle
dita
di
entrambi
i
piedi,
subito,
con
sete
(immediatamente
dopo
l’assunzione)
• 617.
Tremore,
orripilazione
della
pelle,
sopraMuMo
al
volto
(dopo
2
ore)
• 619.
Rigor
conMnuo
nel
dorso
e
alle
braccia
• 625.
Brivido
febbrile,
al
maBno,
e
freddo,
senza
sete,
per
½
ora,
non
seguiO
da
calore,
con
debolezza
agli
arO,
e
sopraMuMo
alle
cosce
(dopo
24
ore)
70
Febbre
• 632.
Calore
e
arrossamento
del
volto,
e
calore
delle
mani,
con
disposizione
disaMenta,
prestando
aMenzione
solo
alle
cose
delle
immediate
vicinanze,
e
tendenza
a
sobbalzare
(dopo
1
ora)
• 635.
Febbre
ogni
giorno,
prima
di
mezzanoMe
• 637.
Calore
per
tuMo
il
corpo
e
sudorazione
generale,
senza
sete,
con
pallore
al
volto
(dopo
2
ore)
• 645.
Sudorazione
fredda
• 681.
Calore
e
arrossamento
del
volto
e
calore
alle
mani,
con
disposizione
noncurante,
dando
aMenzione
solo
alle
cose
delle
immediate
vicinanze,
e
tendenza
a
71
sobbalzare
(dopo
1
ora)
Mente
• 684.
Disposizione
irrequieta,
oppressione
e
ansia
(dopo
1
ora)
• 689.
Egli
geme,
si
gira
di
lato,
non
sa
come
calmarsi
(dopo
2,
3
ore)
• 693.
Umore
triste,
apaOco,
fino
al
pianto
(dopo
24
ore)
• 700.
Silenziosità
• 704.
Contrariato,
quando
si
presenta
la
causa
(dopo
4
ore)
• 705.
Si
arrabbia
molto,
ogni
cosa
lo
eccita
(dopo
1
ora)
• 711.
Quando
si
Oene
occupato
è
allegro,
ma
quando
non
ha
niente
da
fare
è
come
stordito,
non
pensa
in
modo
appropriato,
calmo
e
assorbito
in
se
stesso
(dopo
2,
15
ore)
72
Riepilogo
sintomi
di
avvelenamento
(i
numeri
arabi
indicano
la
materia
medica
di
Hahnemann)
• verOgini
(1,
8,
2,
7,
17),
cefalea
(27,
30,
40,
25,
29,
28,
31,
32,
34,
24,
74);
pupille
dilatate
(56,
57,
58),
lacrimazione
(91,
90),
acufeni
(118);
scialorrea
(171,
169)
bruciore
della
bocca,
faringe,
esofago
e
stomaco
(161);
singhiozzo
crampiforme
(190,
192),
eruMazioni
(200,
194,
197);
gastralgia
(282),
nausea
(230,
18,
235),
conaO
di
vomito
(232,
229),
vomito
(242,
244),
dolori
intesOnali
(306,
308,
300,
305,
310,
302,
299,
286,
294)
diarrea
talvolta
sanguinolenta
(324,
321,
338,
319,
325);
respirazione
frequente
all’inizio
(384),
poi
sempre
più
superficiale
e
stentata
(385,
401);
accessi
di
soffocamento
(402,
426,
434,
388),
perdita
della
voce
(158);
fasOdio
alla
punta
delle
dita
(524,
483)
e
alle
arOcolazioni
(448,
472,
506,
509,
522,
542,
73
491,
462,
518,
505,
499,
515)
Riepilogo
sintomi
di
avvelenamento
(i
numeri
arabi
indicano
la
materia
medica
di
Hahnemann)
• tremore
(617),
spasmi
tetanici
(516,
492,
490,
495,
553,
503),
convulsioni
(520,
108,
556),
paralisi
(487);
iniziale
calore
(682),
senza
aumento
effeBvo
della
temperatura
(681,
637);
successivamente
freddo
agli
arO
(45,
625)
e
diminuzione
della
temperatura
(611,
614,
615,
619,
612),
con
sudorazione
fredda
(47,
645);
formicolio
della
pelle
e
prurito
per
tuMo
il
corpo
(526,
513,
476,
534,
535),
con
intorpidimento
(478,
550,
551,
566,
480);
iniziale
aumento
della
frequenza
cardiaca;
poi
bradicardia
(583),
aritmia
e
sensazione
soggeBva
di
cardiopalma
(405);
insonnia
(596,
590),
collasso
(570,
578,
563,
531,
584),
perdita
della
volontà
(700,
74
711,
693)
Riepilogo
sintomi
del
colera
(i
numeri
arabi
indicano
la
materia
medica
di
Hahnemann)
• spasmi
clonici
(520,
108,
556),
con
crampi
nei
polpacci
e
nelle
gambe
(516,
492,
490,
495,
553,
503);
frequenO
evacuazioni
di
materia
liquida,
mista
a
fiocchi
giallastri
o
rossastri
(324,
321,
338,
319,
325),
agitazione
ingravescente,
senso
di
angoscia
e
oppressione,
con
gemito
e
sbadiglio
(684,
689,
568);
freddo
gelido
di
tuMo
il
corpo,
diminuzione
della
temperatura
(611,
614,
615,
619,
612),
sudorazione
fredda
(47,
645);
diminuzione
dei
sensi
(700,
711,
693),
spossatezza
(570,
578,
563,
531,
584);
voce
fioca
(158);
polso
lento
e
piccolo
(583);
• Secondo
Hahnemann,
anche:
psicosi
(13);
disperazione
e
preoccupazione
per
cose
banali
e
del
tuMo
immaginarie
(684,
689,
568)
75