Flash Info vendange N°3 94
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DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.1 IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI CHIAVE PER L’AFFINAMENTO Dominique DELTEIL, ICV Montpellier, Francia A partire dalla fine della fermentazione alcolica (FA), è importante proseguire l’approccio di qualità iniziato sulle uve e sul mosto (vedi il Flash Infos Vendanges n°8, settembre 2001). Riguardo al solfitaggio, ragionare sulle azioni e lavorare con precisione diventa sempre più importante, man mano che ci si avvicina al momento del consumo. Questo documento porta degli elementi per provare a costruire un’enologia adatta all’area mediterranea e del Rodano, basata su dati scientifici e tecnici, sull’ascolto delle attese dei mercati e dei consumatori. Riguardo alla solfitazione ed il lavoro delle fecce, nel Programmare azioni con quadro di questa enologia di precisione, ogni azienda obiettivi ben definiti e procedure deve verificare se le sue lavorazioni abituali e la sua organizzazione costituiscono realmente delle buone precise di esecuzione. pratiche di lavoro. Se non è così, bisogna mettere in atto delle azioni correttive. I fondamenti della solfitazione Sono conosciuti da tutti. Ma sono rispettati scrupolosamente ogni volta in tutte le vasche? È una questione di base. Le procedure semplificate delle pagine 10 e 11 ricordano Le basi di una buona pratica del i differenti elementi da prendere in considerazione, per solfitaggio: personale formato e gestire davvero questa pratica enologica fondamentale. informato, dose precisa e Per evidenti ragioni di leggibilità, si tratta di un esempio ragionata, apporto omogeneo a particolare abbastanza semplice. tutta la massa del vino, Non è evidentemente una ricetta universale per tutti i attrezzature adeguate ed in ordine vini. Gli effetti della SO2. Le opportunità ed i rischi I diversi effetti della solforosa sono ben conosciuti. Qui faremo solo qualche breve richiamo per motivare alcune azioni tecniche. Effetto antimicrobico della SO2 È importante raggiungere bene tutti i microrganismi con la SO2 attiva. I microbi non sono distribuiti in maniera omogenea in una vasca di vino. Ci sono delle particelle che sedimentano più o meno velocemente. Esse costituiscono una parte importante delle fecce pesanti e di quelle leggere. Tre tecniche permettono di avere un effetto soddisfacente di tutta la SO2 aggiunta in funzione dei processi di lavoro: • Solfitare il vino in movimento nella vasca d'arrivo dopo un travaso nella vinificazione in rosso, oppure • Solfitare e travasare entro 24 ore nella vinificazione in bianco o in rosato in vasca, oppure • Solfitare e agitare immediatamente tutte le fecce nei bianchi o nei rossi in barrique. L’efficacia della SO2 dipende dal pH. Più il pH è elevato e meno si ha SO2 attiva nel vino. Non restare sistematicamente legati ad abitudini che hanno funzionato in altre circostanze. Questo è stato un punto chiave per molti vini rossi nel 2001. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10 Adattare il solfitaggio in funzione del pH del vino DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.2 Il risultato antimicrobico finale di una data dose (ad un pH dato) dipende dalla popolazione microbica iniziale. Con un determinato solfitaggio, si passerà da 100.000 Più microbi ci sono inizialmente in microrganismi viventi a 1000 germi viventi. un vino, e più microrganismi viventi Con lo stesso solfitaggio, se si parte da 10 milioni di rimarranno dopo l’azione della SO2. microbi (100 volte più che nell’esempio precedente), si arriva a 100.000 (100 volte più che nell’esempio precedente). Questi fenomeni giustificano tutte le misure igieniche e spiegano l’importanza del momento preciso del solfitaggio. La solforosa non è un prodotto miracoloso. Quando l’igiene non è sufficiente, si introducono dei microbi nel vino. Quando si aspetta, si lascia ai microbi il tempo per moltiplicarsi nel vino. • Applicare le buone pratiche d’igiene per evitare le contaminazioni. • Solfitare al momento opportuno. Alla fine della fermentazione alcolica, quando non si vuole la La buona gestione della FML limita il fermentazione malolattica (FML). Al termine del tempo a disposizione per lo sviluppo consumo dell’acido malico, nel caso di una FML dei microrganismi inquinanti (Flash Infos Vendanges n°4, novembre1999). Le reazioni dei microrganismi al solfitaggio. Alcuni microbi possono utilizzare la SO2 e produrre diversi composti solforati dagli odori sgradevoli. È il caso dei lieviti. Vinificazione in bianco o in rosato, senza FML: Travasare per eliminare una parte dei lieviti che possono reagire alla SO2. Operare dei rimescolamenti regolari del vino (batonnage), per evitare la stabilizzazione di composti solforati maleodoranti. Travasare il vino 24 ore dopo la prima solfitazione Vinificazione in rosso in vasca: I travasi prima della FML e quello dopo la FML prima del solfitaggio permettono di apportare la SO2 a fine FML su una popolazione di lieviti più scarsa. Vinificazione in rosso con FML in barrique: Il batonnage regolare e/o un travaso entro le 24 ore successive al solfitaggio permettono di diminuire i rischi di produzione e di stabilizzazione dei composti solforati negativi. Vedi la Prova Sperimentale a pagina 9. Effetto antiossidasico della SO2 Inibizione della laccasi di Botrytis cinerea. Su vini derivati da uve molto contaminate, la scomparsa dell’attività ossidasica della laccasi può richiedere settimane, se non mesi. Mantenere un livello sufficiente di SO2 totale e di SO2 libera, fino ad avere una buona tenuta all’aria Effetto antiossidante della SO2 Vinificazione in bianco ed in rosato. La SO2 protegge i composti sensibili all’ossidazione e l’espressione aromatica fresca: è la protezione «interna» del vino. Numerosi composti sono ossidabili rapidamente. Distribuire immediatamente la SO2 nella massa, per coprire in modo uniforme tutte le parti della vasca. È tecnicamente molto difficile ottenere una buona ripartizione. Ciò richiede azioni come il rimescolamento con gas, rimontaggi a ciclo chiuso, pompaggi con una pompa sommersa, etc. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10 DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.3 I composti da proteggere sono quelli provenienti da uve Nei vini bianchi, alcuni piccoli lavorate con una protezione durante le fasi polifenoli incolori possono prefermentative (Flash n°8, settembre 2001). Sono i colorarsi di rosa stabilmente, se composti più ossidabili. La loro ossidazione fa perdere al sono ossidati in questa fase vino numerose caratteristiche del vitigno o della zona. Vedi la figura n°2 a pagina 8. Anche i composti derivati dalla fermentazione alcolica e dalla malolattica devono essere protetti. Alcuni esteri sono ossidabili velocemente. È necessario un lavoro di precisione a due livelli: Aggiunte considerevoli (vari g/hl) per adeguare i livelli di SO2 libera e totale. La base del lavoro di un vino bianco o rosato è il giusto livello di SO2 libera. Vedi la prima Prova Sperimentale a pagina 8. Le due chiavi sono: • Il pH del vino. Condiziona la percentuale di SO2 attiva. • L’acetaldeide e gli altri composti della stessa famiglia Il tenore in acetaldeide del chimica sono prodotti dal lievito durante la fermentazione. vino determina l’equilibrio tra Il primo fattore di produzione di acetaldeide è la SO2 la SO2 totale e la SO2 libera aggiunta nel mosto. La precisione del lavoro sulle uve e sul mosto influisce direttamente sulla capacità di lavoro nel vino. Più si ha SO2 nel mosto, più il lievito produce acetaldeide. Esso abbassa la tossicità del mezzo. I diversi lieviti reagiscono in maniera differente. ICV D47 e ICV GRE sono due lieviti che producono poca acetaldeide. Aggiunte moderate (nell’ordine di 1 g/hl) e regolari per mantenere la freschezza aromatica, lottare contro gli odori solforati (in abbinamento a piccole aggiunte di acido ascorbico), mantenere sensazioni di scorrevolezza in bocca. Questo lavoro è efficace una volta che il livello di SO2 libera è regolato, controllato e mantenuto. Vedi la figura n°1 a pagina 8. Queste aggiunte sono un altro esempio della precisione necessaria per gestire completamente i differenti effetti del solfitaggio. Vinificazione in rosso. La SO2 interferisce e rallenta le reazioni di stabilizzazione del colore e dei tannini. Ciò va considerato nel programma di lavoro del vino (travasi, micro-ossigenazione, utilizzo dell’iniettore per la macro-ossigenazione, batonnage, etc.). Quando si è appena solfitato, le azioni sopra descritte saranno meno efficaci nel favorire le reazioni tra composti fenolici. Bisogna allora vigilare in modo particolare sulla bontà della loro esecuzione. Durante il periodo di lavoro intenso (movimentazioni e apporti di ossigeno subito dopo la fermentazione malolattica), bisogna trovare un equilibrio tra l’indispensabile effetto antimicrobico e l’azione di affinamento del sistema polifenolico. Vedi l’esempio sperimentale a pagina 9. Le fecce. Che cosa sono le fecce? Qualche elemento per cercare di avere un linguaggio comune quando si parla di fecce per i vini mediterranei e del Rodano. Le fecce pesanti Le fecce pesanti sono le particelle che si depositano in meno di 24 ore in un vino depectinizzato VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, Un vino depectinizzato (pectine delle pareti cellulari completamente idrolizzate) è ottenuto tramite l’enzimaggio ben fatto delle uve o del mosto, oppure con l’enzimaggio del vino allo sgrondo ed alla pressatura. Dimensione delle fecce pesanti: da un centinaio di micron a qualche millimetro. 2004, N.10 DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.4 Vinificazione in rosso Subito dopo sgrondo e pressatura, le fecce pesanti sono: • particelle vegetali, • agglomerati di cristalli di tartrati + lieviti + materia colorante e tannini precipitati, • flocculi provenienti dalle reazioni tra proteine, polisaccaridi e tannini durante la macerazione. Durante l’affinamento (almeno 2 travasi già fatti) le fecce pesanti sono: • agglomerati di cristalli di tartrati + lieviti + batteri lattici + materia colorante e tannini precipitati. Questi agglomerati si sono formati dopo l’ultimo travaso a partire dalle reazioni di cristallizzazione e di polimerizzazione tra gli elementi che erano solubili nel vino. Vinificazione in bianco e rosato A fine di fermentazione alcolica, le fecce pesanti sono: • particelle vegetali, se la sfecciatura ha lasciato (volontariamente o meno) più di 200 NTU nel mosto prima della fermentazione, • agglomerati di cristalli di tartrati + lieviti + materia colloidale precipitata, • particelle di eventuali trattamenti durante la fermentazione: bentonite, caseina, PVPP, etc. Durante l’affinamento (almeno 1 travaso fatto) le fecce pesanti sono: • agglomerati di cristalli di tartrati + lieviti + materia colloidale precipitata: formati dopo il travaso precedente NB: Nel vino si formano continuamente delle fecce pesanti. Esse non sono mai veramente interessanti. Ad ogni fase dell’affinamento, è dunque importante valutare la loro presenza ed eliminarle regolarmente. Vista la loro origine (V. sopra) la frequenza della loro eliminazione diminuisce nel tempo. Raramente è opportuno programmare un’eliminazione sistematica trimestrale. Le fecce leggere Le fecce leggere sono le particelle che restano in sospensione 24 ore dopo che il vino è stato movimentato Le movimentazioni sono: lo sgrondo, un travaso, un batonnage, un pompaggio, etc. Dimensione delle fecce leggere: da un micron a qualche decina di micron. Vinificazione in rosso, bianco e rosato: le fecce leggere sono costituite dai lieviti (a fine fermentazione alcolica), poi dai lieviti e dai batteri lattici (a fine fermentazione malolattica). Questa definizione di «fecce pesanti» e di «fecce leggere» è una definizione operativa per organizzare delle buone pratiche di lavoro del vino. Le fecce pesanti e le fecce leggere sono definite in modo obiettivo, in base alla loro presenza o meno sul fondo della vasca dopo un tempo facile da misurare di 24 ore. Il fatto che sedimentino rapidamente oppure no dipende dal loro meccanismo di formazione e quindi dalle loro proprietà tecnologiche. Con un tale criterio si classificano le fecce non solo secondo il loro peso, ma le si segmenta anche in base alle loro proprietà enologiche. A partire da questi elementi molto pratici, dalle conoscenze sulla loro composizione, dalle conoscenze sui rischi che si corrono e sulle opportunità da sfruttare, si possono costruire procedure di separazione o meno e procedure di lavorazione delle fecce che restano nel vino. NB: nel caso di vini ancora ricchi in pectine, o che contengano glucani prodotti da Botrytis cinerea, questa definizione di fecce leggere e pesanti non è più valida. In effetti, questi polisaccaridi trattengono in sospensione tutte le particelle. La prima azione da compiere è quindi idrolizzare le pectine (enzimi pectolitici classici, con una dose che agisca in 24 ore, in funzione della temperatura e della quantità di pectine da idrolizzare) e le glucanasi, se il costo è accettabile per il vino considerato (enzimi di tipo glucanasi). VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10 DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.5 I rischi che si corrono con le diverse fecce I rischi legati alle fecce pesanti Particelle vegetali e flocculi: • Rischio di rilascio di odori e di gusti erbacei. • Combinazione della SO2. Blocco della SO2 attiva e libera sulle particelle. La SO2 bloccata sulle particelle vegetali non è più presente nella massa del vino, per giocare il suo ruolo antimicrobico e antiossidante. Agglomerati di materia colorante, tannino, lieviti, batteri e tartrati. • Combinazione della SO2 e protezione di alcuni microbi «inclusi» negli agglomerati, che non sono toccati dalla SO2 aggiunta. Ciò riguarda sistematicamente i lieviti ed i batteri che hanno effettuato le fermentazioni alcolica e malolattica, e non è cosa buona. Passato il momento della sua utilità tecnologica, una popolazione microbica non deve sopravvivere. Il Flash Infos n°4, del novembre 1999, descrive i rischi provocati dai batteri malolattici una volta che è degradato l’acido Eliminare rapidamente le fecce pesanti e malico. Nel caso di igiene della cantina solfitare rapidamente i vini insufficiente, alcuni microbi molto pericolosi (fermentazioni alcolica e malolattica sono protetti dagli effetti della SO2: finite rapidamente): il miglior controllo Brettanomyces, Pediococchi, Lattobacilli. I rischi preventivo contro i Brettanomyces sono tanto più grandi quanto il pH è alto. • Crescita degli agglomerati per assorbimento di materia colorante e di tannini (vedi il Flash Infos n°2 del 1998). Questo fenomeno ha la tendenza ad assorbire e ad eliminare una parte della materia colorante dei vini rossi, in particolare a pH elevato. • Rilascio di sostanze a gusto amaro nei vini bianchi e rosati. • Persistenza nel vino, o addirittura rilascio di sostanze inibitrici per i lieviti (in caso di una ripresa di fermentazione) o per i batteri lattici. Queste sostanze sono assorbite alla superficie dei lieviti morti trattenuti negli agglomerati. Particelle di bentonite, caseina, PVPP nei vini bianchi e rosati. Rilascio di sostanze indesiderabili assorbite nel mosto in fermentazione. L’etanolo può rimettere in soluzione elementi che sono stati assorbiti all’inizio della fermentazione alcolica. I rischi legati alle fecce leggere I lieviti Rischio di rilascio d’odori solforati da parte dei lieviti Saccharomyces che hanno condotto la fermentazione alcolica. Quando le cellule dei lieviti sono sedimentate e compattate, Le fecce leggere immobili rilasciano dei composti solforati maleodoranti. È il principale fattore di rischio per gli odori solforati. Il fanno correre rischi di odori fenomeno è analogo se i lieviti Saccharomyces sono morti o solforati e di gusti metallici vivi. I rischi sono ancora più grandi quando il mosto ha presentato odori solforati durante la fermentazione alcolica. La quantità di fecce leggere non è in sé un fattore a rischio. D’altra parte, dopo un batonnage o un pompaggio, più ci sono fecce leggere e più rapidamente si raggiunge una quantità critica «incollata» sul fondo di vasca. Più a lungo si lasciano le fecce leggere per approfittare di alcuni vantaggi (vedi più avanti) e più bisogna agitare regolarmente e completamente. Bisogna anche eliminare più frequentemente le fecce pesanti, poiché si formano in maggior quantità a causa della grande massa di fecce leggere reattive. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10 DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.6 Rischio di odori solforati, di odori animali (sudore, carne Lo sviluppo e la sopravvivenza avariata) prodotti da lieviti contaminanti vitali come di Brettanomyces sono favoriti Brettanomyces e Pichia. Questi lieviti provengono dalle dalla presenza di una gran attrezzature di raccolta e di cantina non disinfettate a quantità di fecce leggere sufficienza. Le cause della loro sopravvivenza: • la SO2 attiva è combinata più rapidamente dalla grande massa di cellule di Saccharomyces. L’effetto è amplificato quando si concentrano le fecce leggere per lavorarle separatamente. • le cellule morte di Saccharomyces rilasciano nutrienti utilizzati da questi microbi contaminanti. All’inizio dell’affinamento, si raccomanda di fare un’analisi microbiologica specifica per conoscere il rischio iniziale con Brettanomyces. I batteri lattici • Rischio di metabolizzazione dell’acido citrico, di vari aminoacidi del vino: produzione di acido acetico, di ammine biogene, etc. Solo i batteri lattici vivi fanno correre questi rischi. È importante solfitare bene anche quando si tratta di batteri lattici selezionati che sono stati inoculati direttamente. Solfitare rapidamente, alla giusta dose, in modo omogeneo, per uccidere i batteri che hanno fatto la FML Sfruttare i possibili vantaggi delle differenti fecce I vantaggi legati alle fecce pesanti • Nessuno, per semplificare. Nel migliore dei casi, non compromettono il lavoro con le fecce leggere. Tutto quello che c’è di interessante nelle parti solide dell’uva è stato preso e portato in soluzione durante la macerazione e durante la pressatura, quale che sia il colore del vino. I vantaggi legati al lavoro delle fecce leggere Ci sono tra 30 e 100 grammi di lieviti per litro di vino, a fine fermentazione alcolica. È una fonte molto importante di polisaccaridi (mannoproteine e glucani non colmatanti), di aminoacidi, di acidi nucleici, di esteri. Tutti questi elementi sono molto conosciuti per il loro effetto gustativo molto forte. È sufficiente assaggiare un dado da brodo: è costituito essenzialmente da estratto di lievito. Ovviamente, nel vino non si cerca di arrivare a questi estremi di concentrazione gustativa, l’esempio serve a illustrare il fatto che una tale massa di lievito non è neutra. I polisaccaridi. Costituiscono l’involucro esterno della cellula di Per liberare i polisaccaridi lievito: la parete. Enzimi con attività glucanasi accelerano i del lievito sono necessari fenomeni. I polisaccaridi del lievito presentano quattro ruoli essenzialmente tempo e principali: movimenti regolari 1. Un effetto sensoriale diretto di rotondità, di volume, di avvolgenza. Nell’agroalimentare, in numerosi prodotti (piccola pasticceria, dessert al latte) si aggiungono polisaccaridi (di diverse origini) per questa untuosità. 2. Un effetto fisico di rete colloidale che rallenta o blocca le reazioni di cristallizzazione tartarica. È la causa della maggiore stabilità tartarica dei vini ben lavorati sulle loro fecce leggere. 3. Un effetto chimico attraverso legami con tannini, pigmenti, composti volatili. La rete polisaccaridica stabilizza alcuni composti, rendendoli indisponibili per reazioni di polimerizzazione e di precipitazione. Questo genere di reazioni spiega in parte la maggiore stabilità proteica dei vini bianchi e rosati ben lavorati sulle loro fecce leggere: i polisaccaridi del lievito impediscono la coagulazione di questi proteine dell’uva. 4. Un effetto sensoriale di «ritardo» nelle sensazioni aromatiche. La lunghezza in bocca dei vini è dovuta essenzialmente alla liberazione ritardata in bocca di alcuni composti volatili, «racchiusi» nella rete polisaccaridica dell’uva e dei lieviti. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10 DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.7 Gli aminoacidi e gli acidi nucleici. Il contenuto cellulare Quando muoiono, le cellule di dei lieviti è ricco in aminoacidi e in acidi nucleici (DNA e lievito lasciano diffondere poco a RNA). Questi composti sono ben conosciuti in poco il loro contenuto nel vino agroalimentare come esaltatori di sapidità (vedi i dadi da brodo). Ad un giusto livello, nel vino partecipano ad amplificare l’intensità delle sensazioni gustative e gli aromi complessi di fine bocca. Gli esteri. Sono liberati con il contenuto cellulare dei lieviti morti. Sono in particolare esteri di acidi grassi con aromi dolci e speziati (esanoato d’etile, ottanoato d’etile, etc.). La loro liberazione corrisponde anche al momento in cui si idrolizzano esteri dagli aromi più fermentativi (acetato d’isoamile, acetato d’esile). Organoletticamente, ne deriva che gli aromi dell’uva sono sostenuti da aromi dolci e speziati, provenienti dai lieviti morti. Nel caso di affinamento in barrique, in bianco, in rosato od in rosso, tutti gli elementi liberati tramite il lavoro delle fecce leggere svolgono un grande ruolo per l’integrazione del vino con il legno. NB: quando gli aminoacidi, gli acidi nucleici e gli esteri interessanti sono liberati dai lieviti morti, si ha contemporaneamente la liberazione di altri composti intracellulari: i composti solforati maleodoranti (vedi il Flash Infos n°2, novembre 1998). L’agitazione completa e regolare delle fecce leggere permette di amplificare la liberazione dei composti interessanti e anche di I lieviti morti lasciano anche diffondere dei evitare che i composti solforati si concentrino e composti solforati maleodoranti: agitare stabilizzino in una zone riduttiva sul fondo della regolarmente le fecce leggere per gestire i vasca o della barrique. Ciò è ancora più rischi importante quando si lavorano separatamente le fecce leggere, per reintrodurle in seguito. A partire da tutti questi elementi, un programma di lavoro del vino si prepara in funzione: degli obiettivi di prodotto e del profilo del vino a fine fermentazione; dei mezzi tecnici (vasche, barrique, etc.) e umani della cantina (igiene, batonnage, etc.); del controllo dei rischi legati alla solfitazione, alle fecce pesanti, alle fecce leggere; dei vantaggi legati al solfitaggio ed alle fecce leggere. Non c’è una ricetta universale. Vi sono numerose opzioni possibili per tutti i segmenti di mercato, a partire dal momento in cui si rispetta la coerenza tecnica, il monitoraggio e la precisione nel lavoro, l’organizzazione del lavoro e l’igiene. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10 DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.8 Una prova sperimentale: solfitaggio in bianco Prova eseguita dal Dipartimento R&D ICV nel 2000 e 2001. Cofinanziamento ICV, ONIVINS, Région Languedoc Roussillon, nel quadro del contratto Stato / Regione, sperimentazione enologica. Prova presentata al Congresso OIV ad Adelaide (Australia), ottobre 2001, da L. Blateyron, B. Dufort e D. Delteil Un Sauvignon bianco 2000 è vinificato secondo la procedura della cantina sperimentale del Dipartimento R&D ICV. 4 lotti sono solfitati sull’uva e sul vino, poi affinati secondo modalità differenti: V. la tabella qui sotto. Lotto 1 Lotto 2 Lotto 3 Lotto 4 SO2 sulle uve pre diraspatura 5 5 5 4 SO2 sulle uve in pressa 0 0 0 2 SO2 su mosto SO2 su vino SO2 travaso SO2 travaso Temperatura all’uscita pressa a fine Ferm. affinamento affinamento d'affinamento alcolica n°1 n°2 in contenitore 5 6 2 2 10°C 5 4 0 0 10°C 5 4 0 0 18°C 0 6 2 2 10°C Durante tutte le operazioni, i vini sono protetti con CO2. I vini sono stati imbottigliati in dicembre, analizzati, poi conservati 3 mesi a 15 °C in bottiglia prima dell’analisi sensoriale. Figura n°1: SO2 totale, SO2 libera e tasso di combinazione della SO2 nel vino % c o m b in a 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 S O 2 L ib re Dopo 3 mesi, malgrado un solfitaggio frazionato sulle uve e uno alla fine della fermentazione, i lotti 2 e 3 non hanno SO2 libera sufficiente. La temperatura più elevata d’affinamento amplifica il problema sul lotto 3, anche se la prova si limita a 18°C per 3 mesi. Il lotto 4 presenta il profilo migliore con SO2 libera sufficiente e SO2 totale inferiore al lotto 1. Un miglior frazionamento sulle uve ha permesso poi una migliore gestione degli equilibri della SO2 durante l’affinamento. % d e c o m b in a is o n d u S O 2 200 175 143 116 89 87 79 77 42 Lot 1 40 18 13 Lot 2 Lot 3 Lot 4 Figura n°2: Profili sensoriali dei vini Logicamente, data la loro SO2 libera, i lotti 2 e 3 sono dominati dai caratteri ossidati, con dominante l’etanale. La temperatura più elevata amplifica la tendenza sul lotto 3. Il lotto 1 presenta un carattere chimico di SO2 che copre gli altri e indurisce la bocca. Il lotto 4 presenta il profilo aromatico e gustativo più coerente con gli obiettivi di stile per un Sauvignon varietale. Si raggiunge questo risultato con meno SO2. Ciò è interessante per rispondere alle preoccupazioni sanitarie dei consumatori. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, Lot 1 Lot 2 Lot 3 Lot 4 7 E c h e lle a r b it SO2 en m g S O 2 T o ta l 2004, N.10 6 5 4 3 2 1 0 A g ru m e s E th a n a l SO2 V o lu m e A c i d i té S é c h e re s s e DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.9 Una prova sperimentale: lavoro delle fecce in rosso Prova eseguita dal Dipartimento R&D ICV nel 1995 e 1996 Un vino rosso Syrah è separato in due lotti omogenei allo sgrondo, dopo 3 settimane di macerazione classica. Il lotto «1 travaso» è travasato dopo 24 ore, con eliminazione delle fecce pesanti, e messo in barrique nuove, poi inoculato immediatamente con batteri lattici selezionati. Il lotto «2 travasi» è travasato dopo 24 ore, con eliminazione delle fecce pesanti. Dopo 48 ore, il vino è travasato nuovamente e messo in barrique nuove, poi inoculato con batteri lattici come il lotto 1. I vini sono tutti conservati a 20 °C durante la fermentazione malolattica, con un batonnage per settimana. A partire dalla fine dell’acido malico i vini sono solfitati a 3 g/hl e agitati immediatamente. Durante 2 mesi i vini sono conservati a 15 °C e rimescolati una volta la settimana. Dopo questo periodo, i vini sono travasati 24 ore dopo un batonnage per eliminare le fecce pesanti, e rimessi immediatamente nelle barrique con le loro fecce leggere. Durante i 4 mesi successivi, i vini sono agitati ogni 15 giorni. I vini sono travasati e confezionati dopo questo termine. Dopo 6 mesi in bottiglia, i vini sono analizzati e degustati. A parte il profilo polifenolico, i vini non presentano differenze analitiche sui parametri classici; in particolare, le acidità volatili sono identiche. Figura n°1: profilo polifenolico dei vini 1 s o u tira g e 7 ,4 8 In d ic 7 2 s o u tira g e s 7 ,8 7 ,8 6 ,8 1 6 ,6 6 ,8 1 6 5 4 3 2 1 0 IC Nua nc e x1 0 I differenti processi di affinamento hanno modificato il profilo polifenolico dei vini. Il vino che ha conservato più fecce ha un colore leggermente più basso, restando nella stessa gamma d’intensità. Al contrario, questa diminuzione d’intensità non è stata accompagnata da un cambiamento di tonalità. La prova illustra le possibili interferenze tra i pigmenti, i tannini del vino e le fecce. Anche le conseguenze sensoriali sono evidenti (figura n°2). IP T /1 0 Figura n°2: Profili sensoriali dei vini 1 s o u t ir a g e 2 s o u t ir a g e s 4 E c h e lle a r b it I profili sensoriali sono diversi. Il lotto «2 travasi» prima della FML è dominato dagli aromi di legno e dalle sensazioni intense in bocca. L’altro vino ha un profilo più morbido in bocca. I 2 processi rispettano i fondamenti del lavoro, adattandoli al lavoro in barrique nuove: Regolazione precisa delle fecce leggere, ritmo preciso d’eliminazione delle fecce pesanti prima e dopo fermentazione malolattica, gestione microbiologica con inoculo diretto di fermenti lattici selezionati, solfitaggio posizionato con precisione, adattamento regolare della movimentazione delle fecce leggere 3 2 1 0 C o n f itu r e B o is d e chê ne V o lu m e I n t.T a n . A s tr in g e n c e Questa prova ha lo scopo di mostrare che «ritardi» nella procedura di affinamento possono provocare cambiamenti notevoli negli stili. D’altra parte, si può approfittare di queste regolazioni fini quando tutto è in ordine per gestire i rischi microbici, i rischi di odori solforati sgradevoli e quelli di tannini duri. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10 DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.10 Esempio di Gestione Qualità del Lavoro di un Vino Preparazione al lavoro su fecce fini in vasca Caso di una vinificazione in bianco o rosato senza fermentazione malolattica con protezione contro le ossidazioni. Procedura predefinita di fermentazione alcolica: lieviti, temperatura, controlli, vasche e materiali, igiene, etc. Annotazioni Analisi completa del vino Movimentazioni del vino e controllo analitico regolare Fine FA. Densità < 995 si Solfitaggio omogeneo nella vasca di fermentazione no Zuccheri < 2 /L Chi? Persona formata sulla solfitazione ed informata sulle conseguenze Procedure predefinite: aggiustamento dose, materiali, manutenzione, controlli soluzioni, etc. 24 ore Pulizia e disinfezione delle vasche e dei materiali Travaso d’eliminazione delle fecce pesanti e temp. a 15°C Annotazioni Chi? Persona formata sulle tecniche d’igiene e informata sulle conseguenze Chi? Persona formata sui travasi ed informata sulle conseguenze Annotazioni Annotazioni Lavoro sulle fecce fini Vedi pagina 11 VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10 DELTEIL D., IL SOLFITAGGIO E LA LAVORAZIONE DELLE FECCE: PUNTI – CHIAVE PER L’AFFINAMENTO, PAG.11 Esempio di Gestione Qualità del Lavoro del Vino Lavoro su fecce fini in vasca Caso d’una vinificazione in bianco o rosé senza fermentazione malolattica con protezione contro le ossidazioni Procedura predefinita di lavoro su fecce fini: Obiettivi di stile, movimentazioni, frequenze, materiali, igiene, degustazione e analisi: tipo, frequenza, etc. Chi? Persona formata sulle movimentazione delle fecce ed Iinformata sulle conseguenze Movimentazione delle fecce fini Annotazioni Annotazioni Degustazione Valutazione sensoriale del programma una volta a settimana Annotazioni conforme si no Continua il programma su fecce fini Adattamento del programma di movimentazione Travaso 24 ore dopo una movimentazione per eliminare le fecce pesanti ogni volta che è necessario Annotazioni Valutazione analitica del programma una volta al mese Si continua il programma su fecce fini Analisi SO2 totale e libera Aggiustamento della SO SO2 Libera > 25 mg/L si no in funzione di pH e SO totale 2 2 Fine del programma Annotazioni Inertaggio dei tubi e della vasca di ricezione Travaso 24 ore dopo una movimentazione per eliminare le fecce grossolane Preparazione all’imbottigliamento Articolo tratto dalla Flash Infos Vendanges ICV n. 9, agosto 2000, edizione speciale imprese. Tutti i documenti citati sono disponibili nel Kiosque del nostro sito Internet: www.icv.fr VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2004, N.10