PANNICULIPATIA - dott. Paolo Angeli
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PANNICULIPATIA - dott. Paolo Angeli
PANNICULIPATIA EDEMATOFIBROSCLEROTICA (CELLULITE) TRATTATA CON OSSIGENO-OZONO-TERAPIA Non ci dilungheremo a trattare le recenti acquisizioni sulla cosiddetta "cellulite",ricordando gli approfonditi studi effettuati dal gruppo del prof. Curri in maniera esauriente,che hanno finalmente messo in chiara luce i meccanismi etiopatogenetici e gli aspetti istopatologici di questa frequente e comune affezione del sesso femminile,fissando, in maniera inequivocabile ,l'alterazione principale in una" insufficienza del microcircolo venoso" dei distretti interessati,con conseguente ipossia del tessuto adiposo e successiva reazione edemato-fibro-sclerotica dello stesso. Scopo della nostra relazione è l'esposizione semplice di quella che noi riteniamo una buona metodica di applicazione dell'ossigeno-ozono-terapia,con risultati soddisfacenti. Brevemente, ricordiamo l'azione dell'ozono sulla cellulite. L'ozono aggredisce, accorciandole,le catene degli acidi grassi insaturi (O3+Acidi Grassi Insaturi =Ozonidi =Perossidi con scissione idrolitica della catena lipidica,che viene trasformata da idrofoba in idrofila). Questo comporta un miglioramento dell'ossigenazione tissutale e del microcircolo,grazie all'azione dell'ozono sull'emoglobina e sulla deformabilità degli eritrociti,consentendo infine la eliminazione dei frammenti di catene grasse degli adipociti. CASISTICA Settanta soggetti di sesso femminile, di cui: -35 di età compresa tra i 20 e i 30 anni - 19 di età compresa tra i 30 e i 40 anni - 16 di età compresa tra i 40 e i 50 anni. METODICA Il numero delle sedute è stato mediamente di 12 ,con un minimo di 8 e un massimo di 18;la loro frequenza è stata di due alla settimana;ognuna comprendeva un numero di infiltrazioni da dieci cc di ossigeno-ozono,variabile da un minimo di quattro ad un massimo di quindici per seduta,in rapporto alla estensione e localizzazione del processo edemato-fibro-sclerotico. Le concentrazioni di ozono usate variano da due mcg/ml a otto mcg/ml. Per una corretta infiltrazione,è risultato molto importante l'nclinazione dell'ago,che deve essere ortogonale al piano cutaneo;con tale accorgimento,si ha la certezza del raggiungimento della profondità desiderata e una minore probabilità di incontrare vasi e nervi,con l'ovvio risultato di una minore incidenza di dolore e sanguinamento. Inoltre una leggera pressione,con ago pbliquo,esercitata per qualche secondo prima di infiltrare,(e ripetiamo che l'infiltrazione va effettuata con l'ago verticale),ci ha permesso di ottenere un' ulteriore riduzione della sensazione dolorosa da puntura. Sebbene il dolore sia legato ad una serie di variabili individuali,quali l'estensione della panniculopatia (il dolore è inversamente proporzionale alla quantità di tessuto patologico da trattare ),il periodo premestruale,lo stress psico-fisico,una radicata avversione psicologica a terapie iniettive,etc,alcuni semplici accorgimenti ci hanno permesso di ridurre,in maniera considerevole,la sensazione nocicettiva. Fondamentale si è rivelata la scelta dell'ago;attualmente in Italia sono in commercio,e quindi reperibili, aghi monouso sterili con misure di 27G. La profondità ottimale dell'infiltrazione deve essere di almeno 15 mm,dal momento che le terminazioni nervose dolorifiche sono collocate in tutto lo spessore del derma,raggiungendo,alcune,lo strato germinativo dell'epidermide. Abbiamo notato che la sensazione dolorosa compare nel momento della superficializzazione della miscela gassosa di ossigeno-ozono iniettata. Tale superficializzazione può essere rallentata usando l'ago da 27G per 20mm,inserito per 3/4 di lunghezza e con una pressione di infiltrazione di tipo alternato,cioè con fasi di pressione costante e progressiva (circa 1cc ogni 2-3 secondi) e fasi di arresto (della durata di circa 5 sec) della corsa dello stantuffo della siringa. La miscela gassosa,in questo caso,tende ad espandersi in senso prevalentemente orizzontale ed in profondità sino a saturazione (pressoria?) dei tessuti infiltrati. Si consiglia comunque di non superare i 15 cc di ossigeno-ozono per infiltrazione e di estrarre l'ago alla prima comparsa del dolore. RISULTATI Tutti i soggetti trattati hanno ottenuto miglioramenti evidenziati,sia con la misurazione in cm,sia con la modificazione,in senso regressivo,delle immagini fornite dalla tomografia di contatto. Il calo medio (zona coscia ) espresso in cm,è stato di 5cm,con un minimo di 2 ed un massimo di 12,proporzionalmente all'entità della lesione iniziale,al numero delle applicazioni,alla massoterapia associata,alle norme igienico-dietetiche seguite. AUTORI : Centro pilota di ossigeno-ozono-terapia