Relazione Infermiere Paziente e Familiari: l`altra Comunicazione
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Relazione Infermiere Paziente e Familiari: l`altra Comunicazione
….. Relazione Medico – Paziente ….. INFERMERE, PAZIENTE e FAMILIARI L’ALTRA COMUNICAZIONE Roma, 16 maggio 2014 Andrea Rizzo - Maurizio Zanon DIVERSO DA NOI Andrea Rizzo - Maurizio Zanon del Paziente e della sua Famiglia ?? Andrea Rizzo - Maurizio Zanon Profilo Professionale DM n 739 14 sett. 1994 art. 1: l’Infermiere è l’operatore sanitario che in possesso del D. U. abilitante .. è Responsabile dell’assistenza generale Infermieristica INFERMIERE Identifica i bisogni di assistenza Infermieristica formula i relativi obiettivi pianifica, gestisce l’intervento Infermieristico, agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari. l’assistenza infermieristica preventiva curativa ... è di natura tecnica, relazionale educativa L'INFERMIERE É educatore del paziente e né favorisce e sostiene la partecipazione attiva nella determinazione delle decisioni terapeutiche. Deve essere in grado di prestare un'assistenza di qualità elevata, valutare gli esiti delle cure ed esercitare un ruolo di leader nel miglioramento dell'assistenza. Ha un ruolo fondamentale nella ricerca e implementazione nel proprio contesto operativo/professionale delle evidenze scientifiche. …dal codice deontologico Art.3 La responsabilità dell'infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell'individuo. La letteratura in questo settore dimostra in maniera consistente che la dignità del paziente è di fondamentale importanza. Il mantenimento della dignità del paziente è una delle più importanti considerazioni nella dichiarazione sulla promozione dei diritti dei malati in Europa (OMS Amsterdam 28-30 marzo 1994) L’Infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona. Art. 4 C. Deontologico Infermiere, 2009 L’infermiere conosce il progetto diagnostico-terapeutico per le influenze che questo ha sul percorso assistenziale e sulla relazione con l’assistito. Art. 22 L’aiuto assume varie forme Ascoltare Informare Insegnare Non lasciare soli Condividere Tenendo la mano Esserci Andrea Rizzo - Maurizio Zanon 9 Andrea Rizzo - Maurizio Zanon Andrea Rizzo - Maurizio Zanon Andrea Rizzo L’accoglienza inizia dall’ingresso in Ospedale La morte segna il momento del “TROPPO TARDI” non solo per la terapia ma anche per la relazione. La relazione non può modificarsi al momento della morte. E’ durante la degenza che bisogna che la Famiglia si senta accolta. Pier Paolo Donadio, 4 ° TPM Infermieri, 2012 Siamo davvero capaci di relazione altra di vicinanza e di conforto? Quelli che lavorano con la morte, cercano di entrare in punta di piedi, non chiedere più di quello che serve Intervieni dove gli altri hanno finito, lasciato, abbandonato; proponi, dai un’opportunità alla famiglia di un gesto che va oltre la morte, che può, se accolto dare speranza. Ma a volte si costruisce e qualcun altro per leggerezza, superficialità …… distrugge Alcuni casi: … autopsia ….. impazienza, insofferenza … Andrea Rizzo - Maurizio Zanon Come Suzanne Gordon …. Sono solo un Infermiere, faccio solo la differenza fra la guarigione, l’adattamento o la disperazione …. Sono solo un Infermiere, educo i pazienti e i loro cari su come mantenere la propria salute …. Sono solo un Infermiere, faccio la differenza fra stare nella propria casa e finire all’ospizio …. Sono solo un Infermiere, faccio solo la differenza fra morire fra terribili sofferenze e morire con dignità ….. «I bisogni e le richieste che le famiglie riversano sugli operatori, spesso in modo anche invasivo, sono molteplici e talvolta contraddittori: bisogno di informazioni, di chiarezza, semplicità e sincerità; bisogno di appoggio, di un contenitore che permetta e accolga l’espressione del proprio dolore e della propria confusione; bisogno di un ascolto empatico da parte di qualcuno che, avendo conosciuto il loro familiare ed essendosi preso cura di lui, fa parte della loro storia e rappresenta un punto di contatto fra un prima, in cui il familiare era presente, e un dopo di cui si avverte dolorosamente il vuoto; bisogno di un oggetto esterno da attaccare e svalutare, che permetta di sfogare la rabbia e dare un significato alla morte tramite l’attribuzione di colpe e responsabilità esterne.» A. Feltrin, 2010, Relazione con i familiari del potenziale donatore, Il neuroleso grave. Sergio Pintaudi, Lucia Rizzato (a cura di) SpringerVerlag Italia: 235-275 Rapporto PIT SALUTE di Cittadinanza Attiva 2010 I Cittadini chiedono più umanizzazione delle cure “La mancata umanizzazione, è scambiare il nome del paziente con un numero di letto. E’ passare velocemente vicino al dolore di una persone e non accorgersi che sta soffrendo. E’ dire la parola sbagliata nel momento sbagliato. E’ soprattutto non fare un gesto di attenzione. E’ l’incuria intesa come mancanza di attenzione e “cura”, poca pazienza e frasi poco garbate Andrea Rizzo - Maurizio Zanon il Paziente dovrebbe fungere da “generatore di innovazione per il servizio sanitario, alla pari della tecnologia e della pratica clinica ”. Realizzare la Centralità del cittadino e del paziente nel percorso di cura Elemento imprescindibile in un sistema sanitario moderno e interessato a: efficacia e all’efficienza dei servizi offerti qualità e sicurezza delle cure rischio di eventi avversi Il rischio di eventi avversi è presente in tutti i percorsi assistenziali sia in ospedale che nei servizi territoriali, per cui la consapevolezza dei pazienti dei rischi inerenti ai trattamenti sanitari e la collaborazione con medici e infermieri per rendere le cure più sicure sono oggi una priorità di tutti i sistemi sanitari. Centralità della persona nel processo di cura • Prevede necessariamente l’abbattimento di quelle barriere disciplinari che impediscono la condivisione delle informazioni, decisioni e delle comunicazioni da rivolgere al paziente. • La centralità della persona si realizza nella conoscenza vera dei suoi bisogni, del suo contesto familiare, sociale. • Questa conoscenza si ha con il contatto diretto e continuo, attraverso la condivisione degli obiettivi di cura e l’aggiornamento continuo della pianificazione della cura. Concetti chiave Healthliteracy (“capire fa bene alla salute”): indica le abilità cognitive e sociali che motivano le persone a promuovere e a preservare la propria salute attraverso un livello di conoscenze, di capacità individuali e di fiducia in se stessi tali da spingere gli individui a migliorare e mantenere la propria salute e quella della collettività, modificando lo stile e le condizioni di vita personali Avere una buona Healthliteracy significa avere le competenze per comprendere ciò che viene proposto e per riconoscere i propri bisogni di salute, assumere un maggiore controllo sui fattori che incidono sulla salute, contribuire attivamente alle scelte terapeutiche, orientarsi nel Sistema Sanitario, adottare comportamenti salutari attività fisica e mangiare cibi sani) ..Per Acquisire “COMPETENZA” “competenze” del cittadino: conoscere i diritti alla salute; esprimere in modo critico le proprie opinioni all’interno della società (ad esempio attraverso il voto informato); fare advocacy (sostegno e promozione attiva) a sostegno dei temi di salute; partecipare attivamente ad organizzazioni ed Enti che promuovono la salute “competenze” del paziente: orientarsi nel sistema sanitario; confrontarsi attivamente ed essere collaborativi con i professionisti della sanità ..Per Acquisire “COMPETENZA” “competenze” del consumatore: prendere decisioni sulla propria salute scegliendo in modo critico prodotti e servizi; essere in grado, se necessario, di far valere i propri diritti di paziente – consumatore “competenze” della società: fornire al cittadino/paziente le informazioni necessarie per orientarsi nei confronti dell’offerta sanitaria, sulla base delle esperienze ed evidenze cliniche maturate e documentate …Esperienze italiane Laboratorio per il Cittadino Competente Obiettivi: Il Laboratorio promuove l’alfabetizzazione sanitaria (healthliteracy) e l’empowerment del cittadino fornendogli competenze per metterlo in grado di accrescere la propria consapevolezza. “mettere in grado” il cittadino/paziente e la comunità di comprendere i linguaggi per la salute; sviluppare un linguaggio comune tra i diversi attori della salute (medici, infermieri, farmacisti, cittadini, rappresentanti di associazioni, …); produrre e validare strumenti di comunicazione scientificamente corretti e comprensibili; concorrere alla promozione della salute. Il Laboratorio coinvolge direttamente i cittadini (singoli, rappresentanti di associazioni di volontariato, gruppi di pazienti) e gli operatori sanitari nella costruzione di strumenti informativi, a supporto della comunicazione medico-paziente e servizi sanitari-cittadini, per aiutare gli operatori sanitari a mettersi dal punto di vista di chi deve ricevere l’informazione.(http://www.ausl.mo.it) Concetti ETICI della professione CARING ADVOCACY ACCOUNTABILITY Utili per leggere il nostro agire e il rapporto con le persone, i colleghi e le istituzioni. Aurelio Filippini CARING Capacità relazionali, di supporto e facilitazione, educative di base e avanzate. Rappresenta il rapporto particolare e di grande fiducia che si crea tra assistito e infermiere E’ la capacita di instaurare la relazione e la relazione di aiuto, Aurelio Filippini ADOVACY Capacità di: creare sinergia tra sanità, organizzazione e benessere delle persone. Aurelio Filippini ACCOUNTABILITY a. Possesso di abilità trasversali (percorso di base) e contestuali (avanzate), apprendimento. b. Capacità gestionali, cliniche, organizzative, istituzionali, economiche, progettazione e valutazione. Aurelio Filippini LA PRESA IN CARICO ASSISTENZIALE Per la persona e la sua famiglia ★significa sentirsi presi in carico da un professionista che è a conoscenza del percorso ospedaliero, che è in grado di sviluppare un piano assistenziale e di seguirlo nel tempo. Per i professionisti: ★significa avere sufficienti informazioni e conoscenze sulla persona e la sua famiglia ed applicare al meglio le competenze Continuità Assistenziale Logiche e linguaggio Linguaggio reattivo Linguaggio proattivo Non posso farci niente Consideriamo le alternative Si è sempre fatto così Posso scegliere un approccio diverso Devo farlo Scelgo di farlo Non posso Scelgo mi assumo la responsabilità Mi fa uscire dai gangheri Controllo le mie emozioni Da Joy Duxbury: 27 regole della comunicazione terapeutica regola n. 1 Essere un individuo (operatore) diverso da chiunque altro regola n. 2 Non essere ne invadente ne opprimente regola n. 3 Rispettare i confini del paziente regola n. 4 Non dire al Paziente cosa deve fare, usare la trattativa regola n. 6 Essere franchi! regola n. 7 Dedicare tempo a ciascun rapporto infermiere – paziente regola n. 8 Avere il coraggio di avvicinarsi al Paziente regola n. 10 Fare la prima mossa regola n. 12 Addestrarsi ad “essere chiunque” piuttosto che a “essere qualcuno” regola n. 13 Applicare la legge del “minimo sforzo” Non sforzarsi di assistere ma semplicemente assistere regola n. 14 Trasformare il conflitto in collaborazione regola n. 16 Occuparsi delle piccole cose regola n. 19 Dimostrare integrità personale regola n. 20 Non avere paura di scusarsi regola n. 22 Mettere in pratica le regole, ripassare le regole, non scoraggiarsi …. GRAZIE Andrea Rizzo - Maurizio Zanon