Relazione - Comune di Budrio
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Relazione - Comune di Budrio
Via Valsellustra n.32 40060 Dozza - BOLOGNA StudioSamuelSangiorgi GeologiaApplicata PIANO OPERATIVO COMUNALE Oggetto: Relazione Geologica e Sismica Elaborazione: Dott. geol. Samuel Sangiorgi Dott. geol. Luca Bianconi Stesura: novembre 2011 Committente: Comune di Budrio (BO) tel. 0542 640279 fax 0542 647385 www.studiosamuelsangiorgi.eu mail [email protected] COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Indice generale 1 Introduzione...................................................................................................2 2 Pericolosità sismica di riferimento..............................................................4 3 Micro Zonazione Sismica semplificata (delib. RER 112/2007)...................7 3.1 Le analisi richieste.................................................................................................................7 3.2 Indagini geognostiche di riferimento..................................................................................7 3.2.1 Indagini geognostiche di repertorio......................................................................................7 3.2.2 Indagini geofisiche eseguite.................................................................................................8 3.3 Esiti e conclusioni...............................................................................................................11 4 Analisi degli effetti locali............................................................................13 4.1 Amplificazione sismica locale............................................................................................13 4.1.1 Confronto degli spettri H/V.................................................................................................13 4.1.2 Modellazione monodimensionale di amplificazione locale................................................14 4.1.2.1 Elaborazione del modello sismico....................................................................................14 4.1.2.2 Elaborazione degli effetti di amplificazione......................................................................17 4.2 Liquefazione e cedimenti post sisma................................................................................23 4.2.1 Considerazioni generali......................................................................................................23 4.2.2 Paleogeografia e liquefazione............................................................................................25 4.2.3 Verifiche in funzione della risposta sismica locale.............................................................29 4.3 Conclusioni..........................................................................................................................34 5 Fattibilità degli interventi e Proposta normativa......................................38 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA 1 Introduzione La Regione Emilia-Romagna, attraverso uno specifico apparato normativo (LR 20/2000 e delib. Regionale n.112/2007 (“Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia-Romagna per la pianificazione territoriale ed urbanistica”) ha imposto l'elaborazione degli studi di pericolosità e di microzonazione sismica nella pianificazione territoriale, definendo criteri di approfondimento differenziati (<<livelli>>) a seconda delle fasi di programmazione affrontate e del contesto di pericolosità locale riscontrato. Nel caso di Budrio, Comune che viene inserito nella <<zona 3>> di pericolosità sismica (ai sensi della classificazione Opcm 3274/2003 vigente all'epoca e recepita nella citata delibera regionale), la componente geologica del quadro conoscitivo (QC) del Piano Strutturale prodotta per i Comuni facenti parte dell'Associazione “Terre di Pianura" include nozioni per una conoscenza dei parametri geologici del territorio di pianura indagato, quali: - assetto morfologico generale; - caratterizzazione geomeccanica preliminare della coltre più superficiale (primi 10 metri) in un intorno significativo dei maggiori centri abitati, ricavato dall'inventario delle prove geognostiche e conoscenze di sottosuolo ricavate dagli Uffici Tecnici dei Comuni, e da quello regionale (Servizio Geologico, sismico e dei suoli), e dall'archivio dello Studio scrivente; - campo di moto dell'insieme di falde più superficiali, riconoscimento e delimitazione dei bacini di drenaggio sotterranei; - qualità delle acque del freatico, studiata per la prima volta nel bolognese con l'analisi idrochimica di circa 50 campioni d'acqua; - discussione sullo stato delle conoscenze relative alle acque profonde, all'approvazione del PTA (Piano di Tutela delle Acque), ed alle conseguenze degli eccessivi emungimenti cui sono state sottoposte le falde profonde in questi decenni (subsidenza); - individuazione della pericolosità di allagamento basata sulle ricorrenze negli ultimi 50 anni, delimitazioni derivate dall'inventario degli eventi alluvionali della Protezione Civile; - zonizzazione dei suoli di fondazione secondo la nuova normativa sismica, e preliminare delimitazione dei possibili effetti di sito (liquefazione dei sedimenti saturi), presenza di cave o di altri effetti morfologici; - quadro normativo relativo ai diversi settori trattati. La scala d'esecuzione delle analisi citate varia per ogni tema trattato a seconda del grado di accuratezza delle informazioni disponibili. Ad esempio, le analisi territoriali sismiche scontano la scarsità delle conoscenze di sottosuolo oltre che l’assenza delle necessarie informazioni per la valutazione della velocità delle onde di taglio (Vs): il quadro normativo del PS Associato rimanda infatti alla fase di elaborazione dei PSC ed in particolare dei POC/PUA. 2 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA La presente relazione è dunque propedeutica all'elaborazione del primo Piano Operativo Comunale e costituisce la necessaria integrazione e l'adeguamento dello studio di pericolosità sismica del territorio di Budrio in ottemperanza alla citata delibera RER n.112/2007. Il lavoro ha infatti permesso, sulla base degli esiti delle nuove indagini eseguite e delle prove geognostiche e geofisiche di repertorio, un ulteriore raffinamento della caratterizzazione sismica locale, e di proporre: 1. la cartografia di micro zonazione sismica di <<secondo livello>>, elaborata per le parti di territorio che comprendono l'urbanizzato consolidato e le aree di nuova previsione edificatoria del PSC (Capoluogo e principali frazioni); 2. un approfondimento delle analisi degli effetti locali potenziali indotti da sisma, cioè dell'amplificazione dell'impulso sismico al suolo (elaborando un modello di risposta sismica locale per il Capoluogo) e della propensione alla liquefazione/addensamento e dei cedimenti post sisma (nei sedimenti granulari e poco coesivi, con alcune verifiche numeriche); 3. gli indirizzi normativi per il prosieguo degli studi geologici e sismici che dovranno accompagnare le successive fasi PUA e progettuali di massima ed esecutive. 3 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA 2 Pericolosità sismica di riferimento La sismicità che caratterizza la penisola italiana è strettamente connessa al suo contesto tettonico-strutturale e quindi alla presenza di strutture geologicamente “attive”. Alla base di ogni stima della pericolosità sismica di un territorio vi è dunque l’indispensabile conoscenza della sua storia sismica (cioè di tutte le informazioni sui sismi avvenuti nel passato) e della geologia strutturale locale, entrambe strettamente connesse tra loro. Le evoluzioni scientifiche e tecnologiche hanno permesso catalogazioni sempre più dettagliate dei terremoti, analisi più raffinate dei meccanismi di innesco e di propagazione dei sisma e una progressiva migliore conoscenza delle zone o delle strutture responsabili della sismicità (“zone” o “sorgenti sismogenetiche”) presenti nel territorio italiano. Recentemente la nostra Regione, a conclusione di un lungo lavoro iniziato alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, ha prodotto la <<Carta Sismotettonica della Regione Emilia-Romagna>>, edita nel 2004, alla scala 1:250.000 (figura 2.1) che riporta gli epicentri dei terremoti noti con Magnitudo M>4, le strutture attive e quelle potenzialmente sismogenetiche ed i relativi meccanismi focali tettonici. Figura 2.1 - Estratto della Carta Sismotettonica della Regione Emilia-Romagna (2004), con il perimetro comunale di Budrio (in fucsia). Si riporta uno stralcio della legenda, di classificazione degli ipocentri dei terremoti strumentali di Mw > 4 (che non risultano rilevati nell’area di studio) e degli epicentri dei più significativi effetti macrosismici. La fonte regionale è il catalogo parametrico nazionale dei terremoti storici (CPTI, 1999). 4 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA La delibera regionale fornisce anche i dati di riferimento per valutazioni più accurate della risposta sismica: lo spettro di risposta normalizzato (per Tr =475 anni e smorzamento del 5%) per l’Emilia-Romagna, i valori di agref di ogni Comune, ed i segnali di riferimento (accelerogrammi), anch’essi già scalati per ogni singolo Comune. In questo senso, al Comune di Budrio viene attribuita una agref pari a 0,174g. A livello nazionale si è giunti, attraverso varie fasi di studi e revisioni, all’ultima zonazione sismogenica del territorio nazionale nota con la semplice sigla “ZS9” (2004) prodotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che rappresenta il più recente riferimento per gli studi di pericolosità sismica del territorio italiano. Questa zonazione è stata elaborata riferendosi anche i più recenti background informativi sui terremoti ed in particolare le ultime banche dati relative alle sorgenti sismogeniche italiane DISS1 2.0 ed il già citato catalogo CPTI2. La figura 2.2 propone la sovrapposizione del territorio di Budrio con la zonazione ZS9 e con la distribuzione delle sorgenti sismogenetiche contenute nel database più aggiornato e disponibile DISS 3.1. Si evince che l’area studiata ricade nell'ampia zona 912 che rappresenta la fascia più esterna dell'arco appenninico settentrionale. In quest'ultima la sismicità è correlabile alla tettonica attiva del fronte compressivo del margine appenninnico sepolto più avanzato che giunge fino all'attuale Po. Più nel dettaglio la banca dati DISS 3.1 indica che il territorio di Budrio si colloca tra due “fascie” sismogenetiche, esterne ma più vicine all'area in questione: • la ITCS012 “Malalbergo-Ravenna”, situata più a nord, a questa zona sismogenica viene attribuita una magnitudo massima M = 5,6 dunque caratterizzata da terremoti storici che raramente hanno raggiunto elevate intensità. La magnitudo della zona è infatti derivata dalle magnitudo massime attribuite ai terremoti più significativi associati a questa zona (Classe-Ravenna, 725; Argenta, 1624; bassa padana, 1796 e 1909); • la ITCS047 “Castelvetro di Modena-Castel San Pietro Terme”, più a sud, con una magnitudo stimata di Mw = 5,6 derivata dalle magnitudo dei terremoti più significativi bolognesi (1455, 1505 e 1929) e modenesi (1399). In conclusione, il territorio comunale di Budrio non risulta interessato storicamente da epicentri sismici di intensità significativa e si può considerare la pericolosità sismica generale “media”. Per quanto scritto sopra, le eventuali verifiche speditive della liquefazione e dei cedimenti post-sisma, dovrebbero assumere una magnitudo di riferimento pari a M= 5,6. Questa intensità è cautelativa in quanto Budrio ricade esternamente alle più vicine zone sismogeniche ITCS012 e ITCS047 e distante oltre 25 km (il capoluogo) da sorgenti di terremoti storicamente noti di intensità significative. La magnitudo pari a a 5,6 risulta conservativa anche perchè è stata assunta senza considerare le opportune relazioni di attenuazione della magnitudo massima in funzione della distanza dell'area studiata con le sorgenti sismogeniche note. 1 <<Database of Potential Sources for Earthquake Larger than M5.5 in Italy”>> (Valensise e Pantosti, 2001) 2 <<Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani”, Gruppo di lavoro CPTI, 1999-2002>> 5 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Figura 2.2 - Zonazione sismogenetica ZS9 e distribuzione delle sorgenti sismogenetiche contenute in DISS 3.1 (foto aerea: Google Earth). Le sigle numeriche corrispondono alle “zone” sismogenetiche desunte dalla ZS9; le sigle ITCS corrispondono alle “zone” mentre le sigle ITIS corrispondono a “sorgenti” sismogenetiche della B/D DISS (versione aggiornata 3.1). 6 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA 3 Micro Zonazione Sismica semplificata (delib. RER 112/2007) 3.1 Le analisi richieste La delibera regionale propone la definizione semiquantitativa degli effetti di amplificazione in caso di sisma sulla base di tabelle allegate in appendice al documento e riferite a grandi situazioni morfologico-stratigrafiche (“secondo livello” di analisi). Le variabili, da inserire nelle tabelle per la stima dell’amplificazione locale sono: • F.A. P.G.A. → rapporto tra la massima ampiezza dell’accelerazione su affioramento rigido (amax,r) e la massima ampiezza dell’accelerazione alla superficie del deposito (amax,s) alla frequenza f. Il fattore di amplificazione dipende dalla frequenza di eccitazione armonica, dal fattore di smorzamento D e dal rapporto tra l’impedenza sismica, prodotto tra densità-velocità, della roccia base e quella del deposito; • F.A. S.I. - Intensità spettrale di Housner → indicatore della pericolosità sismica, è definito come l’area sottesa dello spettro di risposta di pseudovelocità, nel nostro caso per i due intervalli di frequenze, rispettivamente da 0.1<T0<0.5 s e da 0.5<T0<1 s; • la velocità equivalente delle onde di taglio nei primi 30 metri di nel sottosuolo (Vs30). Sulla base dei contenuti della citata delibera regionale, lo studio sismico elaborato per il POC ha valutato la variazione locale del parametro fondamentale per giungere alla micro zonazione della pianura, ossia la distribuzione delle Vs nel sottosuolo. Per la stima delle amplificazioni locali, i valori delle Vs30 (calcolate tramite le prove geofisiche di repertorio e le prove espletate per questo lavoro), sono state implementate nelle tabelle regionali ottenendo i coefficienti di amplificazione. I valori dei fattori di amplificazione fanno riferimento alla attribuzione in <PIANURA 2>. 3.2 Indagini geognostiche di riferimento 3.2.1 Indagini geognostiche di repertorio I dati di sottosuolo pregressi sono desunti dalle indagini già di riferimento per le analisi geologiche elaborate per il Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale Associato (Viel; Viel & Sangiorgi, 2008); dalla banca dati geognostica aggiornata della Regione Emilia Romagna (penetrometrie, sondaggi a catoraggio continuo o trivellazioni, stratigrafie di pozzi esplorativi per ricerche idrogeologiche), da prove geognostiche e geofisiche d'archivio del Comune di Budrio (Varianti e Piani Particolareggiati), infine da ulteriori indagini eseguite dallo Studio scrivente. La prove di repertorio, numerose soprattutto nell'intorno del Capoluogo, comprendono anche prove penetrometriche con punta elettrica CPTE, oltre che terebrazioni e prove 7 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA prove geofisiche, fra cui quattro misure HVSR (tromografie), quattro MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves) eseguite a ovest della frazione Mezzolara e, infine, una penetrometria con puntale sismico SCPT eseguita a sud del Capoluogo (località Villa Loup) spinta fino a circa 30 metri di profondità. Le prove geofisiche hanno consentito di stimare la Vs equivalente nei sedimenti attraversati, risultanto molto utili per la caratterizzazione sismica e per l'elaborazione della micro zonazione semplificata. Le indagini geognostiche e geofisiche di riferimento sono riportate nella figura 3.1a/b. Per le prove contenute nella Banca Dati della RER, si rimanda alle informazioni pubblicate e consultabili anche on-line nel sito del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli. 3.2.2 indagini geofisiche eseguite Per lo studio effettuato per il POC sono state eseguite: • due stendimenti MASW (Multi-channel Analysis of Surface Waves) → sono state eseguite rispettivamente nel Capoluogo (MASW1) e nella frazione, più a nord, di Dugliolo (MASW2), per il calcolo più raffinato della velocità di propagazione delle onde sismiche superficiali (Vs), necessaria per la classificazione sismica del sottosuolo. La MASW è una metodologia non invasiva che utilizza le onde di Rayleigh, componente principale delle onde superficiali, e per questo poco soggetta ai rumori ambientali; l'analisi delle onde S viene eseguita mediante la trattazione spettrale del sismogramma. La strumentazione utilizzata è composta dal sismografo e 24 geofoni da 4.5 Hz; • diciannove acquisizioni del microtremore sismico con strumentazione digitale portatile a stazione singola → Lo strumento dispone di tre canali di acquisizione connessi a tre velocimetri elettrodinamici ad alta risoluzione, in grado di misurare le componenti della velocità (moto) di ogni strato lungo le direzioni N-S; E-W; H-V. L’elaborazione del microtremore misurato, fornisce i rapporti spettrali HVSR o H/V (Nogoshi & Igarashi, 1970), risultando efficace per la stima delle frequenze fondamentali di risonanza fr del sottosuolo fr = Vs/4*H con H = spessore dello strato Queste indagini prevedono misure puntuali e speditive da cui è possibile ricavare indirettamente informazioni sulla profondità dei riflettori sismici avendo a disposizione punti di controllo di taratura (dati geognostici e geofisici). Forniscono, pertanto, un ulteriore supporto alla interpretazione stratigrafica ed alla stima della velocità media delle onde di taglio nel volume di sottosuolo investigato. Inoltre, consentono la stima delle frequenze di vibrazione del terreno e una preliminare analisi delle possibili “doppie risonanze” con i manufatti di progetto. L'acquisizione dati è avvenuta attraverso registrazioni della durata di 14 minuti e passo di campionamento pari a 128 Hz. La figura 3.1a/b riporta tutti i punti di controllo geognostici e geofisici di riferimento per questo lavoro. Le prove geofisiche eseguite per il POC sono evidenziatee siglate. In appendice alla relazione si riportano le schede relative agli esiti geofisici ottenuti. 8 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA 3.3 Esiti e conclusioni Le indagini geofisiche effettuate per il POC, oltre a quelle di repertorio ulteriormente disponibili per questo lavoro consentono un ulteriore raffinamento delle conoscenze di sottosuolo, consentendo in primo luogo l'elaborazione della micro zonazione semplificata. In particolare si sono elaborati i seguenti modelli di distribuzione delle Velocità delle onde di taglio (Vs) nel sottosuolo, ricavati dagli esiti delle seguenti prove geofisiche: stendimento MASW1 (località capoluogo) → 217 m/s stendimento MASW2 (località Dugliolo) → 162 m/s acquisizione tromografica TR14 (località Bagnarola) → 206 m/s cono sismico CPTS (località Villa Loup) → 254 m/s [prova di repertorio dello Scrivente] n. 4 stendimenti MASW (località Mezzolara) → da 174 m/s a 180 m/s [prova di repertorio, dott. geol. Luca Bianconi] acquisizione tromografica (località Mezzolara) → 170 m/s [prova di repertorio: comparto ANS.A.17_C2.20 a cura di GEO-PROBE, 2010] La seguente figura 3.2 riporta graficamente gli esiti della distribuzione delle Vs nel sottosuolo ottenuti dalle due prove MASW eseguite per il POC di Budrio. Figura 3.2 – Distribuzione delle Vs nel sottosuolo ottenute dalle indagini MASW eseuite per il POC di Budrio In sintesi, le velocità piu elevate delle onde di taglio si misurano nella porzione sud del territorio comunale, per la presenza sedimenti sabbiosi, talvolta anche ghiaiosi, dei paleoalvei di divagazione attribuiti agli apparati distributori dell'Idice e del Savena. Verso N-NE, le velocità di taglio tendono progressivamente a ridursi fino a valori anche 11 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA inferiori a 180 m/s, per la rarefazione delle strutture ghiaiose e sabbiose nei primi 30 metri di sottosuolo. Tutte queste considerazioni, consentono l'attribuzione delle classi di distribuzione delle Vs necessarie per la micro zonazione semplificata in ossequio alla delibera regionale n. 112/2007. Si sono pertanto ottenute le seguenti distribuzioni di Vs: 1) per la parte meridionale del territorio comunale (es. località Prunaro; Cento; Capoluogo) 200 m/s <Vs <250 m/s 2) per la parte centro – settentrionale del territorio comunale (es. località Vedrana; Mezzolara; Dugliolo; Cazzano) Vs < 200 m/s Per la stima semplificata delle amplificazioni locali, i valori delle Vs30 sono implementate nelle tabelle regionali ottenendo i coefficienti di amplificazione. Il contesto morfologico e geologico attribuito a tutto il territorio in questione è quello della Pianura Padana e in particolare a “PIANURA 2”, ovvero <<caratterizzato da un profilo stratigrafico costituito da alternanze di sabbie e peliti, con spessori anche decametrici, talora con intercalazioni di orizzonti di ghiaie (di spessore anche decine di metri), con substrato profondo (≥ 100 m da p.c.)>>. Gli esiti della micro zonazione in termini di amplificazione, ricavati con l'approccio semplificato (delib. RER 112/2007) risultano pertanto i seguenti: Vs30 Contesto morfologico F.A. PGA F.A.S.I. (0,1s<To<0,5s) F.A.S.I. (0,5s<To<1s) Vs30<200 PIANURA 2 1,5 1,8 2,5 200<Vs30<250 PIANURA 2 1,5 1,8 2,3 Le tavole di micro zonazione sismica semplificata sono allegate alla presente relazione e riprodotte anche in calce al testo (figure 4.16a/b). 12 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA 4 Analisi degli effetti locali 4.1 Amplificazione sismica locale 4.1.1 Confronto degli spettri H/V Per questo lavoro, le tracce tromografiche eseguite sono state analizzate per un ulteriore approfondimento sugli effetti di amplificazione locale in caso di sisma. Le acquisizioni tromografiche, sfruttando la teoria ormai consolidata dei rapporti spettrali tra le componenti del moto orizzontale e quello verticale, permettono la stima della frequenza di risonanza fondamentale (fr) del sottosuolo e della profondità del bedrock sismico secondo la relazione fr = Vs/4H (con H = spessore dello strato meno rigido soprastante), valida nella situazione semplificata di sistema monostrato piano. Occorre premettere che in un sistema di sottosuolo più complesso, ovvero più similare alla realtà geologica locale (più strati lenticolari) l'equazione sopra indicata non può essere applicata cosi linearmente. Inoltre, la tecnica dei rapporti H/V non consente una stima quantitativa del coefficiente di amplificazione. Lo spettro H/V di un sistema multistrato può comunque ritenersi una sommatoria delle frequenze di risonanza dei principali strati in grado di indurre contrasti di impedenza sismica. Per quanto detto, la figura 4.1 propone il confronto di tutte le diaciannove tracce tromografiche eseguite per il POC. Tutte le acquisizioni evidenziano un picco particolarmente marcato, in termini di amplificazione, rilevato a frequenze < 1,0 Hz. Si tratta del riflettore sismico più significativo, riscontrato dalle prove geofisiche. La profondità di questo sismostrato si può stimare a circa 70 metri di profondità, interpretabile come limite superiore di un intervallo alluvionale caratterizzato da maggior grado di rigidezza. Figura 4.1 – Confronto delle tracce tromografiche eseguite per il POC nel territorio di Budrio 13 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Tale intervallo è attribuibile al limite stratigrafico superiore del subsintema AES6 (“Subsintema di Bazzano”), costituito da alternanze di sabbie anche ghiaiose e sedimenti più fini (limi e argille), come si evince dal controllo delle sezioni geologiche RER (n.28 e n.95, vedi successiva figura 4.2). A frequenze inferiori (maggiori profondità), il segnale rilevato dalle prove tromografiche evidenzia ancora amplificazioni, sebbene non sia possibile discriminare ulteriori picchi definiti: ciò appare dovuto alla debole intensità del segnale acquisito e ai limiti strumentali dell'apparecchio di misura. Le prove non riscontrano ulteriori picchi significativi (H/V >2) di amplicazione del segnale sismico, a dimostrare che la sovrastante e potente colonna di sedimenti alluvionali appare priva di importanti riflettori sismici e probabilmente caratterizzata da effetti di smorzamento. In conclusione, le tracce tromografiche dimostrano una risposta sismica locale in termini di amplificazione passiva sostanzialmente omogenea per tutto il territorio di Budrio. 4.1.2 Modellazione monodimensionale di amplificazione locale Per valutare gli effetti di risposta sismica locale, in termini di amplificazione dell'impulso sismico al suolo, si è proceduto con l'elaborazione di una modellazione numerica tramite l'uso del software SHAKE 2000, un programma di calcolo realizzato per verifiche monodimensionali, in grado elaborare, tramite una sequenza di analisi lineari complete, valori di rigidezza G e di smorzamento D compatibili con le caratteristiche delle colonne litologiche oggetto di studio. Le informazioni di sottosuolo, concentrate soprattutto nel Capoluogo, consentono pertanto di elaborare il modello di amplificazione locale per la simulazione simulata degli effetti indotti dal sisma di progetto. 4.1.2.1 Elaborazione del modello sismico La prima fase consiste nel costruire la colonna di sottosuolo di riferimento, rappresentata da strati (layer) a differente tessitura e da diversi valori delle onde di taglio S (Vs). In questo senso, la stratigrafia fino a 30 metri di profondità e la stima della velocità media di propagazione delle onde di taglio è estrapolata sulla scorta degli esiti ottenuti dalle indagini geofisiche (MASW e acquisizioni tromografiche) e dalle prove geognostiche (penetrometriche e sondaggi). La stratigrafia profonda è invece estrapolata dal quadro stratigrafico e strutturale elaborato dalla Regione EmiliaRomagna & ENI-AGIP. Il contesto stratigrafico profondo è ben sintetizzato nella figura 4.2 che rappresenta uno stralcio delle sezioni n.28 e n.95, pubblicate e consultabili anche on-line nel sito del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della RER. Il bedrock sismico è impostato alla profondità di –220 m dal p.c. (figura 4.3), in corrispondenza del tetto dei più potenti intervalli granulari compresi nel “Sintema Emiliano-Romagnolo inferiore (AEI) del Pleistocene medio, caratterizzato da intercalazioni sabbiose alluvionali di notevole spessore e addensamento. La profondità dei depositi alluvionali AEI può essere estrapolata a tutto il territorio di Budrio, come evidenziato nella Carta Sismotettonica della RER (vedi stralcio nella figura 2.1). Questo intervallo deposizionale possiede le fondamentali caratteristiche 14 Fig. 4.2 - Sezioni geologiche di riferimento: n. 28 e n. 95 (Banca Dati Servizio Geologico Regione Emilia-Romagna) COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA (geometria, età deposizionale, profondità, grado di addensamento, rigidezza ecc.) per essere assunto come il pseudo-bedrock nell’elaborazione del modello sismico. Il modello numerico di risposta sismica locale, relativo all’area di studio è stato elaborato impostando i seguenti differenti litotipi: Layer Profondità (m) Descrizione Vs (m/s) Y (kN/mc) 1 10 Sabbie prevalenti (DR<35%) poco addensate 2 20 Sabbie prevalenti (DR<35%) poco 3 50 Sabbie prevalenti addensate (DR 35÷65%) 4 70 Argille IP = 10÷20 5 120 Sabbie prevalenti addensate (DR 35÷65%) mediamente 6 220 Sabbie prevalenti addensate (DR 35÷65%) mediamente 7 >220 Bedrock sismico addensate mediamente 160 18 200 18 240 19 240 19 350 20 400 21 600 22 Figura 4.3 – Stratigrafia di riferimento schematica utilizzata per la modellazione sismica con SHAKE2000 del Capoluogo. 16 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Il modello di sottosuolo descritto è ben correlabile per tutta l'ampia zona del Capoluogo, e la simulazione di risposta sismica è estrapolabile per tutta l'area considerata. A conferma di ciò, l'analisi delle tracce tromografiche dimostra l'omogeneità della risposta sismica locale anche in termini di amplificazione valutate con acquisizioni sismiche passive (vedi schede in allegato e figura 4.1). Le tracce H/V evidenziano solamente marcate amplificazioni del segnale sismico a frequenze inferiori a 1,0 Hz, mentre a frequenze più elevate non si registrano picchi di amplificazione significativi (H/V > 2). Come già scritto, la potente colonna di sedimenti alluvionali sovrastante il bedrock sismico appare pertanto priva di importanti riflettori sismici e caratterizzata, con probabilità, da effetti di smorzamento. Occorre poi l’inserimento degli input sismici, desunti dai segnali di riferimento selezionati dalla banca dati accelerometrica “European Strong Motion database” e forniti dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli regionale. Si tratta di tre tipologie di segnali, già “scalati” per il territorio comunale a cui si riferiscono e sono rappresentati dai tre differenti accelerogrammi di progetto riprodotti della figura 4.4: 1) impulsivo 2) con ampio contenuto in frequenze 3) con componente predominante alle alte frequenze. 4.1.2.2 Elaborazione degli effetti di amplificazione La seconda fase di elaborazione consente di ottenere tre differenti "spettri di risposta", ognuno dei quali descrive il diverso comportamento relativo ad ogni singolo strato della colonna litologica tipo, rispetto all’input sismico utilizzato. Questi “spettri” sono utilizzati nell’ambito della progettazione per la verifica sismica delle strutture. Dall’implementazione del modello all’interno del codice di calcolo, si ottengono diverse informazioni relative ad alcuni parametri fondamentali quali: pseudoaccelerazione spettrale (PSA), pseudovelocità spettrale (PSV), spostamento spettrale (SD). • Il primo spettro (figura 4.5) ottenuto riguarda la PSA. Nel grafico viene mostrato il comportamento dell’accelerazione spettrale attraverso i diversi strati che compongono la colonna litologica tipo, utilizzata nella modellazione per diversi valori di periodo, da 0 a 4 secondi (valori equiparabili ad edifici di altezza variabile da un piano fino a torri molto alte). • Il secondo spettro ottenuto (figura 4.5) riguarda la PSV, ossia la pseudovelocità. Questo grafico mostra il comportamento della velocità spettrale, in funzione del periodo compreso tra 0 e 4 secondi, nei diversi layers della colonna litologica, in base all’input sismico applicato. I risultati di questa analisi sono utilizzabili per il calcolo del fattore SI, Intensità spettrale di Housner richiesto nel terzo livello di caratterizzazione (DG.R. 112/2007). L’intensità di Housner-SI è un indicatore della pericolosità sismica ed è definito come l’area sottesa dello spettro di risposta di pseudovelocità in un intervallo prefissato di frequenze. Questa grandezza è direttamente correlabile all’energia che viene dissipata nelle strutture durante un terremoto, e quindi espressione del possibile grado di danneggiamento subito dagli edifici. 17 Input 046_Budrio.xy Input 126_Budrio.xy Input 354_Budrio.xy Figura 4.4 – Accelerogrammi di progetto Spettro di risposta PSA smorzamento 5% Input 046 Spettro di risposta PSV smorzamento 5% Input 046 Spettro di risposta SD smorzamento 5% Input 046 Spettro di risposta PSA smorzamento 5% Input 126 Spettro di risposta PSV smorzamento 5% Input 126 Spettro di risposta SD smorzamento 5% Input 126 Spettro di risposta PSA smorzamento 5% Input 354 Spettro di risposta SD smorzamento 5% Input 354 Figura 4.5 – Spettri di risposta sismica locale Spettro di risposta PSV smorzamento 5% Input 354 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE • RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Il terzo spettro ottenuto (figura 4.5) è relativo al parametro SD. Nelle figure si evidenzia il comportamento dello spostamento spettrale in funzione del periodo compreso fino a 10 secondi. Lo spostamento spettrale SD è un parametro utilizzato per la valutazione del danno strutturale a cui è soggetta una costruzione dopo il sisma. La modellazione consente la valutazione dell’amplificazione locale intesa come rapporto PGA/PGA0 ossia come rapporto dell’agmax al suolo (calcolata con SHAKE2000) rispetto all’ag di riferimento del terremoto (per Budrio pari a 0,174g). Ne consegue che il rapporto PGA/PGA 0 considerando l’input 46 (il più cautelativo al suolo) risulta pari a FA = 0,94, dunque inferiore al fattore di amplificazione semplificato locale estrapolabile dalla delibera RER (FA = 1,5 per il contesto “Pianura 2”). La figura 4.6 riporta invece l'andamento delle amplificazioni locali in funzione delle frequenze del moto di vibrazione dell'impulso sismico, del fattore di smorzamento D, del rapporto tra le impedenze sismiche dei sismostrati. La variazione del fattore di amplificazione con la frequenza definisce la funzione di amplificazione A(f) del deposito. Il moto sismico può essere amplificato in corrispondenza di determinate frequenze, corrispondenti alle frequenze naturali fn di vibrazione del deposito. In questo senso, molto importante risulta la prima frequenza naturale di vibrazione f1 denominata frequenza fondamentale, in corrispondenza della quale la funzione di amplificazione assume un valore massimo. BUDRIO Amplificazione Suolo-Bedrock 2.5 AMP input 046 AMP input 126 2 Amplificazione AMP input 354 1.5 1 0.5 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Frequenza (Hz) Figura 4.6 – Funzione di trasferimento del moto oscillatorio del sisma lungo tutta la colonna litologica tipo per ogni input sismico di riferimento (modello Capoluogo) 21 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Dalle funzioni di amplificazione ricavate dalle elaborazioni risulta che la frequenza fondamentale assume un valore locale di 0,40 Hz. Le frequenze naturali individuate sono: f1 = 0,40 Hz con amplificazione pari a 2,18 f2 = 0,80 Hz con amplificazione pari a 2.26 f3= 1,30 Hz con amplificazione pari a 1,80 Gli esiti di amplificazione ricavati dal modello numerico sono pertanto coerenti con le tracce H/V ricavate dalle acquisizioni tromografiche (vedi figura 4.1). Queste ultime rilevano amplificazioni a frequenze inferiori a 1Hz, con un picco più definito alle frequenze di 0,8÷1,0 Hz, corrispondente al secondo picco del modello numerico, mentre la più bassa frequenza fondamentale (0,40 Hz) risulta meno definita nelle tracce sperimentali H/V per la debolezza del segnale passivo e per i limiti strumentali delle stessa apparecchiatura di acquisizione. La figura 4.6 risulta un utile strumento per la valutazione della vulnerabilità degli edifici di previsione rispetto agli effetti di amplificazione locale del moto sismico. È infatti noto come le strutture siano caratterizzate da differenti modi di vibrazione, in funzione di molti parametri tra cui l'elevazione, la tipologia, il materiale costruttivo, etc. Dal punto di vista analitico, la vibrazione di un edificio è governata soprattutto dalla sua altezza. In questo senso, la figura 4.7 riporta un abaco di possibile relazione tra altezza di un edificio in c.a. e frequenza di risonanza propria. Un'ulteriore relazione empirica che lega la frequenza di vibrazione di un edificio e la sua altezza è la seguente: f = (10÷12)/n.piani. La coincidenza tra frequenze di risonanza naturale del terreno e frequenze di vibrazione delle strutture può dunque causare pericolose amplificazioni nel caso di impulsi ciclici dovuti ad un evento sismico (effetto di "doppia risonanza”). Per finalità di interesse ingegneristico la modellazione pertanto evidenzia possibilità di amplificazione del moto sismico solamente a frequenze inferiori a 2 Hz. In generale, ciò può indurre effetti di “doppia risonanza” con edifici di elevazione superiore a 5 piani. Figura 4.7 – Abaco di relazione tipica tra altezza edificio in c.a. primo modo flessionale (da Masi et al., 2007) 22 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Per quanto riguarda l'intensità spettrale di Housner SI (richiesta nel terzo livello di caratterizzazione come rapporto fra gli spettri PSV al suolo e PSV al bedrock), stimata per gli intervalli temporali prefissati della RER (0.1s-0.5s e 0.5s-1.0s), la simulazione con SHAKE 2000 ricava: F.A. S.I. = 1.08 [0.1s-0.5s] rispetto a 1.8 RER (pianura 2) F.A. S.I. = 2.24 [0.5s-1.0s] rispetto a 2.5 RER (pianura 2) Rispetto all’analisi semplificata e cautelativa proposta dalla Delibera RER n.112/2007, la simulazione di risposta sismica locale evidenzia anche esiti più ridotti del parametro dell’Intensità Spettrale (PSV). La figura 4.8 sovrappone gli spettri PSV relativi al bedrock e al suolo per l'input sismico di riferimento che risulta, in questo caso, il più cautelativo (ancora l'accelerogramma n. 46). Intensità di Housner S.I. (smorz. 5%) 0.6 Porto Fuori INPUT_46_Budrio.xy F.A. SI/SI0 [0.1s-0.5s] = 1.08 F.A. SI/SI0 [0.5s-1.0s] = 2.24 0.5 SI SIo PSV (m/s) 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 T (s) Figura 4.8 – Intensità di Housner S.I. riferite al bedrock ed al suolo (input 46) e ricavata dal modello Capoluogo 4.2 Liquefazione e cedimenti post sisma 4.2.1 Considerazioni generali La suscettibilità alla liquefazione dei sedimenti incoerenti saturi rappresenta un parametro molto importante da valutare nelle analisi di pericolosità sismica, soprattutto a piccola scala, e in particolare nella pianura alluvionale dove si ha la maggiore concentrazione dell’urbanizzato sia storico che di previsione. 23 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Per liquefazione si intende l’annullamento di resistenza al taglio di terreni granulari saturi sotto sollecitazioni di taglio cicliche, in conseguenza delle quali il sedimento raggiunge una condizione di fluidità pari a quella di un liquido viscoso. Il meccanismo di liquefazione è governato da molti fattori e tra questi i principali sono: caratteristiche dell’impulso sismico; (magnitudo M > 5,0); densità relativa (DR < 50 ÷ 60%); pressioni di confinamento (non sono riportati casi in letteratura di liquefazione in strati granulari profondi oltre 15-20 metri); fuso granulometrico (vedi figura 4.9); falda superficiale. Figura 4.9 - Fusi granulometrici per la valutazione preliminare della suscettibilità alla liquefazione per terreni a granulometria uniforme (a) oppure estesa (b), tratto dalle <<Linee guida AGI>>, 2005. 24 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Occorre anche evidenziare che la liquefazione di sedimenti saturi non sempre produce perdita di funzionalità o collasso delle strutture degli edifici. Riduzioni rilevanti di capacità portante e cedimenti significativi sono funzione: - dell’ampiezza e tempo del carico ciclico del sisma; - dello spessore ed estensione dello strato in liquefazione; - dello spessore dei sedimenti non soggetti a liquefazione interposti tra fondazioni e strato in densificazione/liquefazione; - delle condizioni morfologiche al contorno (acclività; presenza di scarpate o di variazioni di pendenza; vuoti di cava; incisioni fluviali; maceri). In condizioni di sisma, vi possono dunque essere effetti di “riordino”, con possibilità di cedimenti anche significativi e che possono coinvolgere sia i depositi granulari poco addensati e recenti (olocenici), sia i sedimenti coesivi molto plastici e poco consistenti. I cedimenti verticali post-sisma possono essere causati da riconsolidazione oppure da deformazioni di taglio associate a spostamenti laterali dei sedimenti, sebbene questi ultimi possano da ritenersi improbabili nel territorio comunale di Budrio in quanto non risultano storicamente documentati fenomeni di dislocazione laterale per contesti morfologici di piana come quello di studio, in particolare per sismi di magnitudo M < 6 (Bartlett e Yuod, 1992). Per quanto detto, gli studi di pericolosità sismica più recenti hanno iniziato a elaborare procedure di stima delle potenziali deformazioni post-sisma anche nei sedimenti fini (limi e argille a comportamento “non drenato”) molto plastici e poco consistenti, provocate da perdite di resistenza. Quest'ultimo fenomeno è noto con il termine “cyclic softening” (Idriss & Boulanger, 2004-2007). Per progettazione a basso-medio rischio (di minore “impegno prestazionale”) e per le analisi preliminari, i cedimenti potenziali indotti da sisma possono essere valutati utilizzando correlazioni empiriche basate sui risultati delle prove CPT (es. Robertson 1990; 2009). Le penetrometrie statiche consentono infatti una dettagliata e continua stima delle deformazioni volumetriche post-terremoto lungo tutto il profilo di sottosuolo attraversato dalla prova. Per interventi di pianificazione/progettazione di medio-alto rischio, nel caso le analisi preliminari che evidenziassero condizioni litologiche e cedimenti potenziali significativi, potrebbe divenire indispensabile il prelievo di campioni di sedimenti negli intervalli critici, per effettuare specifiche analisi di laboratorio (contenuto d'acqua; limiti di Atterberg; prove edometriche, ecc.). 4.2.2 Paleogeografia e liquefazione Molti Autori hanno evidenziato una correlazione positiva tra età e tipo di deposito alluvionale continentale riguardo la propensione alla liquefazione: • Youd e Perkins, 1978 – hanno composto una tabella che sintetizza i dati raccolti durante terremoti “strong motion” dell’area di S. Diego (California), da cui risulta che i sedimenti deposti da corsi d’acqua (piana alluvionale di esondazione, canale fluviale, delta fluviali, estuari) dimostrano una probabilità di liquefazione da alta a molto alta se di età minore di 500 anni o Olocenica, gli 25 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA stessi depositi se di età pleistocenica o pre-pleistocenica hanno invece una “bassa” probabilità di liquefarsi. Cioè l’osservazione dimostra che sono solamente i sedimenti di deposizione recente (olocene) e recentissima (meno di 500 anni) a presentare un’alta pericolosità per la liquefazione; • Mori et Al, 1978 – dimostrano che la suscettibilità alla liquefazione decresce nei sedimenti di età maggiore di 500 anni, con scarti anche molto alti (maggiori del 50%). • Iwasaki et Al, 1982 – dimostra per terremoti giapponesi la correlazione diretta tra probabilità di liquefazione e letti di fiumi recenti e antichi; • CNR, 1983 – ripropone la correlazione diretta tra sedimenti fluviali e deltizi continentali ed età del deposito (i più recenti sono più suscettibili alla liquefazione). La letteratura geologica, ormai ben consolidata e verificata, indica dunque che le maggiori probabilità di liquefazione si hanno nei sedimenti granulari saturi recenti e recentissimi. Ciò presuppone che gli alvei abbandonati e sepolti dei Torrenti Savena e Idice possano costituire fonte di pericolo di liquefazione anche per sismi di magnitudo modesta (M =5,6) come quelli previsti per il territorio di Budrio (§ capitolo 2). In questo senso, la figura 4.10 offre una ricostruzione paleogeografica del sottosuolo meno profondo del territorio comunale di Budrio, estrapolata dalla cartografia geologica di pianura della RER in scala 1:25.000 e modificata localmente dallo Scrivente sulla base dei dati di sottosuolo acquisiti. Si tratta di uno schema della paleogeografia più recente, corrispondente ai primi 8÷10 metri circa di sottosuolo, estrapolata dagli esiti stratigrafici delle terebrazioni (soprattutto prove penetrometriche e sondaggi). La figura 4.10 delimita in rosa le principali aree di possibile presenza di inviluppi di paleocanali, che dovrebbero corrispondere ad alvei di bankfull, i cui limiti laterali possono essere sono costituiti da rilievi sabbiosi (argini naturali). Dalla citata figura si evince come l'intero territorio comunale sud occidentale (frazioni di Prunaro e di Cento, fino al Capoluogo) sia attribuibile ad un contesto deposizionale di argine naturale dell'ampio apparato distributore Idice-Savena. Anche il sottosuolo del capoluogo è interessato da più sequenze deposizionali attribuibili ad alvei sepolti (di potenza anche metrica) e da depositi di tracimazione (“crevasse” sabbiose, meno potenti). In particolare, le terebrazioni effettuate nella porzione centrale e più orientale della città rilevano frequenti intervalli sabbiosi nei primi 10÷15 metri, di spessore anche superiore al metro. Si tratta di paleocanali dell'Idice-Savena che si sviluppano verso NNE, oltre il Capoluogo e le strutture sepolte meno profonde (attribuiti al XII-XIX secolo) sono argini naturali che costituiscono i dossi morfologici sui quali si insediano alcuni dei principali nuclei abitativi (Mezzolara; Vedrana; Dugliolo). La ricostruzione paleogeografica di sottosuolo, realizzata in scala 1:25.000 per il PSC dell’Unione Terre di Pianura (vedi Tavola <<Microzonazione Sismica>>, aprile 2008), sebbene piuttosto approssimativa per la rarefazione dei punti di controllo, già evidenziava la presenza di sedimenti sabbiosi nel Comune di Budrio. In particolare, la zonizzazione sismica preliminare proposta per il PSC associato classificava due aree come <<liquefazione sabbie potenziale>>: parte del territorio di Cento di Budrio e parte del terrritorio a NE di Vedrana. 26 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Le verifiche effettuate per il POC hanno permesso di correggere localmente queste scelte preliminari e di proporre una nuova delimitazione delle aree che possono essere soggette al fenomeno della liquefazione, così classificabili: • Inviluppi di paleoalvei sabbiosi con intervalli granulari accertati di spessore > 1 metro → comprende le aree interessate da distribuzione di paleolvei sabbiosi, estrapolati dalla carta geologica di pianura e/o verificati da prove geognostiche. Per questa zona sono da ritenersi indispensabili verifica più approfondite alla scala locale per definire con maggior precisione le geometrie dei paleoalvei, la propensione alla liquefazione dei sedimenti granulari saturi e la stima dei cedimenti post-sisma; • Inviluppi di paleoalvei sabbiosi → la zona comprende le aree interessate dalla distribuzione di paleolvei sabbiosi, estrapolati dalla carta geologica di pianura e/o verificati da prove geognostiche, caratterizzate da possibilità intervalli granulari saturi di spessore rilevato non significativo oppure ancora ignoto (cioè non accertato per carenza di dati); • Aree di deposizione alluvionale attribuibile a facies prevalentemente di intercanale, con intervalli sabbiosi non rilevati e/o improbabili oppure non ancora accertati (questa zona non è stata evidenziata nella tavola di Micro Zonazione proposta per il POC). 4.2.3 Verifiche in funzione della risposta sismica locale Come già spiegato, la ricostruzione paleogeografica di figura 4.10, ricavata dagli esiti delle terebrazioni note, evidenzia come sottosuolo del Capoluogo sia caratterizzato dalla presenza di inviluppi di paleoalvei che si sviluppano in direzione N-NE. In particolare, nella porzione più orientale della citta, i punti di controllo stratigrafici (sondaggi e penetrometrie) rilevano frequenti intervalli sabbiosi nei primi 10÷15 metri, con spessori che possono risultare significative anche per le valutazioni di liquefacibilità (cioè potenze maggiori di un metro). Per questo motivo, si è ritenuto utile integrare le sole valutazioni qualitative della propensione alla liquefazione con alcune verifiche quantitative, utilizzando i dati numerici di due prove penetrometriche statiche CPT e CPTE rispettivamente eseguite nel Capoluogo (prova CPTE) e più a nord, nella frazione di Mezzolara. Le due prove penetrometriche hanno infatti attraversato sabbie attribuite a canali dello stesso apparato distributore Idice/Savena. La figura 4.10 bis evidenzia la localizzazione delle due indagini considerate. Le penetrometrie CPT/CPTE (Cone Penetration Test) possono essere considerate, ad oggi, le prove più frequentemente utilizzate per eseguire verifiche speditive della propensione alla liquefazione e per la stima dei cedimenti post sisma. Il vantaggio dell'utilizzare delle penetrometrie statiche è da ricercarsi nella maggiore accuratezza e ripetibilità della CPT/CPTE rispetto ad altre prove, nella sua relativa economicità e soprattutto nella possibilità di avere profili continui con la profondità, che forniscono informazioni dettagliate anche sulla stratigrafia. La procedura di riferimento della verifica espletata per questo lavoro è quella attualmente più accreditata di Seed e Idriss (1971) e Robertson & Wride (1998), 29 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA recentemente aggiornata da Robertson (2009). La verifica stima la propensione alla liquefazione di un sedimento attraverso il calcolo del fattore di sicurezza FL = (CRR(7,5)/CSR(7,5))* MSF con: a) CSR = sollecitazione tangenziale ciclica (Cyclic Stress Ratio) prodotta da un sisma e stimata sulla base di correlazioni empiriche dalle caratteristiche del terremoto, magnitudo e accelerazione tangenziale del suolo. Il CSR viene calcolato daIla nota equazione semiempirica proposta da Seed e Idriss (1971) per terremoti di M =7,5. La amax di ingresso per la valutazione semplificata del CSR è ricavata utilizzando i dati della caratterizzazione sismica di micro zonazione semplificata (tabella 2 della delib. RER 112/2007) elaborata per il POC e cioè amax = FA * arif/g = 1,5 * 0,174 = 0,26g. b) MSF = coefficiente correttivo per eventi sismici di magnitudo differente da 7,5 (nel nostro caso per M = 5,6). Fra le equazioni proposte, le raccomandazioni NCEER (figura 26) consigliano di utilizzare per terremoti di M<7,5 i valori correttivi di Andrus e Stokoe (1997). Per questo lavoro, a scopo ulteriormente cautelativo si è assunto come riferimento correttivo l'equazione proposta da Idriss (1986), che fornisce i valori di MSF più bassi raccomandati dal NCEER. c) CRR = resistenza alla liquefazione ciclica (Cyclic Resistance Ratio) dei sedimenti attraversati, ricavata dagli esiti penetrometrici secondo la procedura empirica (Robertson & Wride, 1998; Robertson, 2009) per terremoti di M =7,5. La procedura si fonda su equazioni che determinano i valori di CRR dei sedimenti con diverso contenuto di fini dai dati delle prove CPT, attraverso la normalizzazione a 100 kPa (pressione atmosferica) delle resistenze alla punta penetrometrica e la correzione in funzione delle caratteristiche granulometriche (desunte dalla classificazione dei terreni di Robertson, 1998 e 2009). Si è quindi riproceduto all'analisi della liquefacibilità più speditiva, ovvero implementando i parametri di risposta sismica locale semplificata (delib. RER n.112/2007) per le due verticali in questione e gli esiti sono riportati nella figura 4.12. Si evince, per il Capoluogo, una evidente propensione alla liquefazione del potente intervallo di sedimenti granulari attraversati da 7,5 metri a 12,5 m di profondità. L'esito di liquefacibilità si traduce anche nella stima di cedimenti post-sisma molto elevati per lo stesso intervallo (circa 18 cm). Il calcolo dei cedimenti si basa sulla procedura di Robertson (2009), ossia sulla valutazione delle deformazioni volumetriche postcicliche, e stima i cedimenti in funzione dell'entità del fattore di sicurezza alla liquefazione FS (quando FS <1,20) e sulla base degli esiti di densità relativa DR desunti dalle resistenze di punta normalizzate). Per quanto riguarda la prova CPT di Mezzolara, gli esiti risultano invece più rassicuranti, sebbene sia da tenere conto della minore potenza dello strato sabbioso attraversato dalla prova (da 7,5 metri a 9,5 m di profondità) e di alcuni esiti di FS comunque prossimi all'unità. In conclusione, la sola verifica di liquefacibilità dei sedimenti utilizzando gli esiti delle penetrometrie CPT e con stima semplicata della sollecitazione tangenziale ciclica CSR (Idriss, 1971), può portare anche a conclusioni troppo cautelative e non giustificabili: la ag di riferimento (che dovrebbe caratterizzare l'intensità del terremoto atteso) viene infatti calcolata applicando il fattore di amplificazione stratigrafica (FA) ai valori di accelerazione massima su roccia, coefficiente che nel caso del Comune di Budrio risulta pari a 1,5 (delib. RER 112/2007). 30 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Figura 4.12 – Grafici esplicativi della verifica di liquefazione e dei cedimenti nelle due prove penetrometriche di riferimento: CPT-Mezzolara (in alto) e CPTE-Capoluogo (in basso) Questo approccio può dunque portare a risultati non corretti o non verosimili, poichè l’amplificazione dipende anche dal livello di deformazione e dal comportamento non lineare dei sedimenti attraversati, dalla magnitudo e dal contenuto in frequenza del terremoto. In questo senso, la figura 4.13 evidenzia gli effetti di non linearità sull'accelerazione di picco in superficie in funzione di quella su roccia, ottenute sulla base di elaborazioni statistiche di registrazioni accelerometriche per numerosi eventi 31 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA sismici (Seed, Murnaka, Lysmer, and Idriss, 1975). A causa del comportamento non lineare dei sedimenti, si può verificare che per bassi livelli energetici del terremoto di riferimento l'accelerazione di picco lungo il profilo dello strato aumenta dal basamento roccioso alla superficie; per elevati livelli energetici la ag di picco può, viceversa, diminure lungo il profilo (cfr. Lanzo e Silvestri, 1999) per l'aumento del fattore di smorzamento. Figura 4.13 – Variazione dell'accelerazione massima in superficie con l'accelerazione massima su roccia per depositi vari (da Seed et al., 1975) Per quanto detto, in siti caratterizzati da potenti spessori (>100 metri) di sedimenti prevalentemente fini e/o poco rigidi, come dimostrato dal contesto geologico profondo (vedi sezioni RER) e come confermato dalle misure H/V eseguite nel sito, il valore dell’accelerazione di picco può essere calcolato più correttamente mediante l’analisi numerica della risposta sismica, utilizzando gli BUDRIO Max Accelerazione al suolo (g) accelerogrammi di input derivati da registrazioni di terremoti reali, opportunamente normalizzati per il contesto sismico locale. 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0 input 046 20 input 126 40 input 354 60 80 Profondità (m) La modellazione di risposta sismica processata con il software SHAKE 2000 ha dunque consentito di elaborare anche il profilo equivalente sito-specifico della sollecitazione tangenziale ciclica CSR basato sulla variazione della ag di picco dal tetto del pseudo bedrock sismico fino alla superficie. L'esito viene riportato graficamente in figura 4.14. 100 120 140 160 180 Figura 4.14 - Distribuzione delle accelerazioni orizzontali di picco per i tre input sismici di riferimento (B/D RER) elaborate dal programma SHAKE2000. 200 220 240 32 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA Si è quindi riproceduto all'analisi della liquefacibilità per le due verticali CPT e CPTE, utilizzando ancora il metodo di Robertson & Wride 1998 (agg. Robertson 2009) e gli esiti di ag di picco ottenuti dalla modellazione con SHAKE 2000 sono stati implementati nella verifica della liquefazione per ricavare la distribuzione equivalente delle CSR. Figura 4.15 – Grafici esplicativi della verifica di liquefazione e dei cedimenti nelle due prove penetrometriche di riferimento in funzione della modellazione di risposta sismica locale: CPTMezzolara (in alto) e CPTE-Capoluogo (in basso) 33 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA La figura 4.15 riassume gli esiti di questa verifica: dai grafici si desume facilmente che anche per la terebrazione CPTE del Capoluogo, il coefficiente di sicurezza FS risulta decisamente aumentato rispetto alla precedente verifica semplificata: la stabilità, con FS > 1, è verificata in tutto l'intervallo indagato e i cedimenti post sisma sono contenuti entro il "pollice". 4.3 Conclusioni Come già spiegato, la coincidenza tra frequenze di risonanza naturale del terreno e frequenze di vibrazione delle strutture può causare pericolose amplificazioni nel caso di impulsi ciclici dovuti ad un evento sismico (effetto di "doppia risonanza”). Per finalità di interesse ingegneristico, tutte le prove geofisiche (tromografie) e la modellazione numerica di risposta sismica del Capoluogo, elaborata con il programma SHAKE 2000, evidenziano un contesto omogeneo di risposta sismica in termini di amplificazione stratigrafica, con “picchi” più marcati solamente a frequenze inferiori a 2 Hz. In generale, ciò può indurre effetti di “doppia risonanza” con edifici di elevazione superiore a 5 piani. Per quanto riguarda la propensione alla liquefazione dei sedimenti non coesivi e la possibilità di cedimenti post sisma, il contesto paleogeografico locale dimostra la presenza nel sottosuolo meno profondo (15 metri) di inviluppi di paleoalvei sabbiosi in falda, che intereressano tutte le aree urbanizzate del territorio comunale, compreso il Capoluogo. Sebbene la pericolosità sismica del territorio risulti in sostanza “media” e le magnitudo dei terremoti attesi non siano particolarmente elevate (la magnitudo di riferimento, per un periodo di ritorno statisticamente atteso di 475 anni, è stimato pari a M = 5,6), con possibili effetti di liquefazione in superficie generalmente limitati, si ritiene opportuno il prosieguo delle analisi di liquefacibilità da sostenersi localmente nelle ulteriori fasi di pianificazione (PUA) e nelle successive fasi di progettazione. La scarsità di informazioni specifiche su questo fenomeno cosismico nel territorio di Budrio, depone infatti a favore di ulteriori approfondimenti. Le verifiche della liquefacibilità sono giustificate per la prevedibile variabilità del contesto deposizionale e stratigrafico del sottosuolo degli ambiti di POC e in generale nelle aree di progetto del territorio di Budrio. Ciò costringe a studi geotecnici e geologici di carattere sostanzialmente puntuale, che prevedano un adeguato numero di terebrazioni (da spingersi fino a 20 metri di profondità), per delimitare con accuratezza i paleoalvei sabbiosi. Nel caso le terebrazioni evidenziassero strati potenzialmente liquefacibili di spessore significativo (usualmente superiori al metro), è dunque necessario proseguire con ulteriori verifiche, di approccio quantitivo. In questo senso, la letteratura scientifica propone numerose verifiche che di basano su esperienze empiriche e sugli esiti di prove geognostiche e geofisiche. Le più diffuse e consigliabili si basano su approcci che valutano il fattore di sicurezza FS come rapporto CRR/CSR (§ 4.2.3). In particolare si consiglia di eseguire e utilizzare gli esiti di prove penetrometriche CPT o, meglio ancora, di prove penetrometriche con puntale elettrico (CPTE), in grado di fornire una “lettura” continua e più raffinata delle tessiture e dei parametri meccanici dei sedimenti 34 COMUNE DI BUDRIO – PIANO OPERATIVO COMUNALE RELAZIONE GEOLOGICA SISMICA attraversati. Come esempio, si può procedere utilizzando come riferimento comparativo la nota e diffusa verifica elaborata da Robertson & Wride 1998 – Robertson 2009. Questo approccio permette verifiche più speditive, che possono essere espletate utilizzando semplici parametri sismici di input, estrapolabili dalla Micro Zonazione Sismica proposta per il POC: 1) Magnitudo del sisma M =5,6; ag = 0,174; FA = 1,5. (delibera RER n. 112/2007) oppure: 2) Magnitudo del sisma M =5,6; ag e FA estrapolabili rispettivamente dal reticolo di riferimento nazionale INGV e dalle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008) Come spiegato nel paragrafo 4.1.2, anche nei sedimenti coesivi, molto plastici e poco consistenti, se sottoposti a scuotimento sismico vi possono essere perdite di resistenza con possibilità di cedimenti (“cyclic softening”). Nelle valutazioni preliminari, i possibili cedimenti post sisma nei sedimenti fini poco coesivi, possono essere anch'essi valutati utilizzando correlazioni empiriche basate sui risultati delle prove CPT (es. Robertson 1990; 2009). Come dimostrato nella maggior parte dei casi (vedi anche il paragrafo 4.2), le verifiche più speditive della propensione alla liquefazione e dei cedimenti post sisma basate sui soli parametri estrapolabili dalla micro zonazione semplificata (delibera RER n.112/2007), possono portare anche a esiti troppo cautelativi e talvolta non giustificabili. Per questo motivo, se le verifiche semplificate dovessero evidenziare intervalli liquefacibili di spessore superiore al metro e/o cedimenti post sisma, con effetti non trascurabili in superficie o alle quote di incastro delle fondazioni di progetto, si dovrà procedere ineludibilmente a ulteriori verifiche tra le quali: 1) la modellazione di risposta sismica locale, da espletarsi con programma di calcolo numerico in grado di fornire i parametri necessari per la valutazione del CSR (Cyclic Stress Ratio); 2) il prelievo di campioni negli intervalli granulari critici, per effettuare specifiche prove geotecniche di laboratorio (es. prove triassiali cicliche), finalizzate alla valutazione delle resistenze alla liquefazione (CRR) dello strato in questione 3) il prelievo di campioni di sedimenti fini a bassa coesione negli intervalli interessati da potenziale perdite di resistenza (“ciclyc softening) e da cedimenti, per effettuare specifiche analisi di laboratorio (contenuto d'acqua; limiti di Atterberg; prove edometriche, ecc.). La seguente figura 4.16a/b riproduce gli esiti di Micro Zonazione Sismica di II livello elaborata per il territorio comunale di Budrio. 35 Figura 4.16b – Micro Zonazione Sismica del territorio Comunale di Budrio elaborata per il POC. Allegati BUDRIO POC TR 1 Start recording: 30/08/11 11:27:41 End recording: 30/08/11 11:41:42 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 2 Start recording: 30/08/11 12:07:29 End recording: 30/08/11 12:21:29 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP DOWN Trace length: 0h14'00''. Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 3 Start recording: 30/08/11 12:36:12 End recording: 30/08/11 12:50:12 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP DOWN Trace length: 0h14'00''. Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO, BUDRIO POC TR 4 Start recording: 30/08/11 13:00:50 End recording: 30/08/11 13:14:51 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO, BUDRIO POC TR 5 Start recording: 30/08/11 13:27:32 End recording: 30/08/11 13:41:33 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 6 Start recording: 30/08/11 14:24:59 End recording: 30/08/11 14:39:00 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 7 Inizio registrazione: 30/08/11 14:53:16 Fine registrazione: 30/08/11 15:07:17 Nomi canali: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP DOWN Durata registrazione: 0h14'00''. Analisi effettuata sull'intera traccia. Freq. campionamento: 128 Hz Lunghezza finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Triangular window Lisciamento: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 8 Instrument: TRZ-0108/01-10 Start recording: 30/08/11 15:18:59 End recording: 30/08/11 15:33:00 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 9 Start recording: 30/08/11 15:55:32 End recording: 30/08/11 16:09:33 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 10 Start recording: 30/08/11 16:30:24 End recording: 30/08/11 16:44:25 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 11 Inizio registrazione: 30/08/11 16:56:35 Fine registrazione: 30/08/11 17:10:36 Nomi canali: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP DOWN Durata registrazione: 0h14'00''. Analisi effettuata sull'intera traccia. Freq. campionamento: 128 Hz Lunghezza finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Triangular window Lisciamento: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 12 Start recording: 30/08/11 17:19:43 End recording: 30/08/11 17:33:44 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 13 Start recording: 30/08/11 17:51:48 End recording: 30/08/11 18:05:49 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 14 Start recording: 30/08/11 18:17:48 End recording: 30/08/11 18:31:49 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI H/V SPERIMENTALE vs. H/V SINTETICO Profondità alla base dello strato [m] 0.75 2.75 17.75 57.75 inf. Vs [m/s] Vs(0.0-30.0)=201m/s 100 180 200 220 385 BUDRIO POC TR 15 Start recording: 30/08/11 18:44:39 End recording: 30/08/11 18:58:40 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 16 Start recording: 31/08/11 11:10:17 End recording: 31/08/11 11:24:18 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 17 Start recording: 31/08/11 12:22:35 End recording: 31/08/11 12:36:35 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP GPS data not available Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 18 Start recording: 31/08/11 13:27:44 End recording: 31/08/11 13:41:45 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. DOWN Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI BUDRIO POC TR 19 Start recording: 31/08/11 14:25:39 End recording: 31/08/11 14:39:40 Channel labels: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP Trace length: 0h14'00''. Analysis performed on the entire trace. Sampling rate: 128 Hz Window size: 20 s Smoothing type: Triangular window Smoothing: 12% DOWN RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI COMMITTENTE Studio Viel CONO SISMICO CPTU n° 1 Località Budrio Data acquisizione 28/03/06 Profondità Vp Vs m/sec. m/sec. ν PROGEO S.r.l. Via Talete 10/8 - 47100 Forlì tel 0543 / 723580 fax 0453 / 721486 e-mail: [email protected] γ Edin Gdin Kdin VELOCITA' ONDE DI COMPRESSIONE VELOCITA' ONDE DI TAGLIO T/m³ Kg/cm² Kg/cm² Kg/cm² m/sec m/sec 0 0 1 2 929 231 0.47 1.87 2987 1018 15074 3 1138 282 0.47 1.94 4635 1580 23521 4 1112 232 0.48 1.93 3130 1059 22982 5 940 220 0.47 1.87 2708 920 15641 6 1218 243 0.48 1.97 3506 1185 28169 500 1000 1500 2000 0 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 7 1482 265 0.48 2.04 4322 1457 43798 8 1187 246 0.48 1.96 3569 1208 26513 9 1259 271 0.48 1.98 4375 1483 30009 9 9 10 10 1141 281 0.47 1.94 4581 1560 23708 10 11 1369 246 0.48 2.01 3686 1243 36761 11 11 12 12 1300 262 0.48 1.99 4125 1395 32448 12 13 1269 240 0.48 1.98 3446 1163 30991 13 13 14 1224 249 0.48 1.97 3686 1247 28394 14 14 15 15 1091 221 0.48 1.93 2848 963 22068 15 16 1104 204 0.48 1.93 2439 823 22877 16 16 17 1243 227 0.48 1.97 3083 1040 29695 17 17 18 1326 256 0.48 2.00 3947 1333 34074 18 18 19 1128 250 0.47 1.94 3656 1240 23514 19 19 20 1693 298 0.48 2.09 5624 1895 58698 20 20 21 1824 246 0.49 2.12 3893 1306 70336 21 21 22 1812 263 0.49 2.12 4469 1500 68987 22 22 23 1758 247 0.49 2.11 3910 1312 64704 23 23 24 1881 254 0.49 2.14 4180 1402 75213 24 24 25 1827 258 0.49 2.12 4294 1441 70337 25 25 26 1319 257 0.48 2.00 3969 1341 33659 26 26 27 1533 347 0.47 2.05 7414 2516 45845 27 27 28 1559 322 0.48 2.06 6429 2175 48189 28 28 29 1584 305 0.48 2.07 5789 1955 50293 29 29 30 1080 251 0.47 1.92 3645 1239 21221 30 30 31 1219 275 0.47 1.97 4458 1513 27778 31 31 32 32 32 33 33 33 34 34 34 35 35 35 Legenda parametri dinamici 100 200 300 400 CLASSIFICAZIONE SISMICA DEI SUOLI (NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI P.C.M. n° 3341 del 14/09/2005) Tp Tempi onde di compressione millisecondi γ Peso di volume T/m³ Ts Tempi onde di taglio millisecondi Edin Modulo di Elasticità dinamico Kg/cm² Vp Velocità onde di comrpessione m/sec Gdin Modulo di Taglio dinamico Kg/cm² Vs Velocità onde di taglio m/sec Kdin Modulo di Compressibilità dinamico Kg/cm² ν Coefficiente di Poisson - Vs 30 = 30 ∑ i = 1, N hi Vi Vs G CATEGORIA SUOLO 30 = 0 = = 254 1384 C m/sec Kg/cm² 500 5 Budrio Comparto C2.2 - C2.4 Budrio Grande Sole 27-ott-08 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 15 14 13 12 11 10 0.40 0.35 0.30 0.25 0.20 0.15 0.10 0.05 0.00 Attrito Laterale Fs (MPa) 0 Profondità Attrito Laterale corretto FT (MPa) (m) CPTU Comune Via Localita' Committente Data 1 2 Sigla della Punta Azzeramento Ultimo taratura guadagno Ultimo taratura per deriva termica 3 4 5 6 7 8 Tecnopenta 100707 Inizio prova 1-ago-2008 1-ago-2008 3.1 m Resistenza alla Punta corretta QT (MPa) Resistenza alla Punta Qc (MPa) Falda 9 10 0 0.4 0.8 fessura 0.2 mm Grasso al litio 0.6 Tipo di filtro: Liquido di saturazione: Senza Preforo ; 0.2 2 4 6 8 FT/QT (%) 10 12 -1 0 1 Deviazione (m) 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 Indice di Comportamento Ic Pressione Idrostatica (MPa) Pressione Interstiziale Penetrometrica (MPa) www.geo55.com Via Matteotti 50 48012 Bagnacavallo (RA) 2 S.G.T. sas di Van Zutphen Albert & C.